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Leggi - I Cistercensi

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l'Abate del grande monastero ortodosso etiopico del Bizen (300 monaci)<br />

ha partecipato a diverse cerimonie monastiche della nostra missione<br />

di Asmara (Eritrea). Ricorda la visita a Casamari dei tre vescovi<br />

ortodossi che facevano parte della delegazione della Chiesa Copta<br />

d'Egitto, venuta a Roma per prendere in consegna la preziosa reliquia<br />

dell' Apostolo San Marco, donata da Paolo VI alla Chiesa di Alessandria<br />

d'Egitto.<br />

Pone poi l'accento sulla fondazione di monasteri di monache cistercensi<br />

in Etiopia; l'attesa in questo senso è molto viva, e buona la<br />

prospettiva per il futuro, specialmente riguardo alle «vocazioni ».<br />

Il P. Samuele Asghedom vicepriore del monastero di Asmara, riprende<br />

questo tema, attestando che altri Istituti di Suore hanno trovato numerose<br />

vocazioni; egli stesso aveva fatto una proposta in questo senso<br />

all'Abate di Mehererau. Conferma l'utilità di proseguire i contatti fra<br />

i nostri confratelli e i monaci ortodossi; fa presente che alcuni nostri<br />

confratelli di Asmara e di Mendidà provengono dalle file del monachesimo<br />

ortodosso.<br />

L'intervento dell'Abate Antonio Moser di [equitibà<br />

Rifacendosi a quanto disse nel primo periodo del Capitolo, torna<br />

ad insistere con forza e molto sentimento su due punti: l. tutto l'Ordine<br />

deve essere sensibilizzato al problema missionario e al senso di<br />

corresponsabilità; 2. il Capitolo Generale si pronunzi chiaramente ed<br />

apertamente circa la compatibilità della vita missionaria con la vita<br />

monastica cistercense.<br />

Egli, personalmente, pensa che la vita missionaria ben si concilia<br />

con le esigenze della vita monastica e viceversa. Infatti, continua l'Abate<br />

Moser, a) la comunità monastica è una famiglia, mentre il missionario<br />

che vive solo in un territorio immenso, con impegni gravosi, facilmente<br />

si scoraggia o perde addirittura la vocazione; b) una comunità<br />

monastica che vive la sua vita di rinunzia è una testimonianza di fede<br />

che colpisce anche i più semplici, è una testimonianza di amore di Dio<br />

(solenne celebrazione della liturgia, consacrazione della vita alla gloria<br />

di Dio) e del prossimo (carità fraterna irradiata all'esterno mediante<br />

le opere sociali); c) la comunità monastica è anche testimonianza di lavoro,<br />

onesto, intenso, disinteressato, che sprona gli animi indolenti;<br />

d) il monastero è garanzia di continuità ad ogni sana iniziativa.<br />

L'abate Moser passa quindi a ricordare le attività svolte dalla sua<br />

missione e il bisogno di aiuto. Anche egli propone una specie di « ge-<br />

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