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Leggi - I Cistercensi

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venta capitolo 17. La CCI cosntuìsce il capitolo o numero 18 - da<br />

notare che la bolla di Callisto II, di nuovo per un errore, diventa<br />

capitolo 11 anziché 12 della CCI - ed alla fine c'è la « sottoscrizione<br />

lunga », che è il titolo del numero 19 degli Instituta Capituli Generalis.<br />

Che la numerazione continua dei documenti fosse in uso, si vede<br />

chiaramente per es. nel caso nel ms. 88 di Tarragona, nel quale la<br />

CCI dopo i 18 numeri dell' Ex Parvum riceve il numero 19 (189)<br />

Certamente non era il copista del ms. di Zurigo il primo ad introdurre<br />

la « sottoscrizione lunga », poiché questo codice non contiene<br />

gli Instituta Cap. Gen., ma le « Consuetudines quae servantur in domo<br />

Cisterciensi matre Ordinis »(190). L'errore si trovava dunque già nel<br />

ms. trascritto da colui che copiò il ms. di Zurigo.<br />

b)I mss. Londra, British Mus. Addit. 18148 e Manchester, Rylands<br />

Libr. lat. 319<br />

Questi due manoscritti si possono trattare insieme: manca in ambedue<br />

il capitolo de abbatiis, la bolla di Callisto II constituisce il numero<br />

18, e la firma del papa è seguita dal testo seguente:<br />

« Ego Calixtus catholice ecclesie episcopus confìrmavi ut pitancie<br />

non administrentur in refectorio apud Cistercium tempo re generalis<br />

capituli. Nos abbates illo tempore decem, sicut solemus Cistercium<br />

post annum venientes, rogabamus domnum Stepbanum et fratres, ne<br />

nobis in refectorio solite pitantie post duo pulmenta regularia presentarentur<br />

quia et in refectorio in distributione harum re rum videbatur<br />

esse quedam inquietudo fratrum et in mora illa diminutio dormitionis<br />

fratrum. Tuncque abbate illo et fratribus consentientibus stabilivimus<br />

ne ista nobis illo tempore amplius fierent » (191).<br />

Qui abbiamo non soltanto il titolo, ma anche il testo del numero<br />

19 degli I nstituta Cap. Cen.! Perciò qui l'errore è ancora più chiaro,<br />

tanto che anche nel ms. di Londra il testo « ut pitantie ... fìerent» è<br />

stato poi barrato.<br />

c) I mss. Heiligenkreuz 131, Lilienfeld 108 e Zwettl 141<br />

I manoscritti sono della medesima famiglia, ma non sono «tipI<br />

puri» per quanto alla successione dei documenti. Sono anche tardivi, e<br />

contengono la CC 2 •<br />

(189) Vedi Dos textos màs de la Carta Caritatis Prior: Poblet 2(1949)59.<br />

(190) Cf. B. GRIESSER, Consuetudines Domus Cisterciensis, Analecta S. O. Cisto<br />

3(1947) 138-146.<br />

(191) LEFÈVRE 16, 111.<br />

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