Leggi - I Cistercensi

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01.06.2013 Views

capitolo manca però alla fine dell'Ex. Parvum quando è seguito non dalla CCI ma dalla Bolla di Callisto II e dalla CC 2 • La tabella seguente permette di vedere meglio la succesione dei documenti: Ms. Ex. Parvum CC1 Bolla CC'2Inst.Cap.Gen. cc. 1-17 c. 18 = c.12 = c.18 De abbatiis della CC] dell'Ex. P. Tipo I 1 2 3 4 5 Tipo II 1 manca manca 2 3 4 Il fatto curioso è dunque il seguente: la bolla di Callisto II nel tipo II dei manoscritti appare come numero 18 del documento. Ma nel manoscritto di Zurigo il capitolo de abbatiis ha il numero 17 (187), così che anche là la bolla, anzi tutta la CCI colla bolla costituisce praticamente il numero 18. Ora la formula « ut pitantiae ... capituli » è il titolo nel n. 19 degli Instituta Capitali Generalis. La spiegazione più semplice dell'errore del copista ci sembra la seguente: il copista dopo aver trascritto i primi diciotto numeri, invece di cominciare dal numero 1 degli I nstituta Capituli Generalis, è passato al numero 19 di questi il quale ha il titolo: «Dt pitantiae... capituli ». In altre parole: il fatto che il titolo « Ut pitantiae... capituli » porti il numero 19 lascia supporre come si sia arrivati all'errore (188). E una volta fatta la confusione, tutta una famiglia di manoscritti è stata contaminata. Vediamo ora la «sottoscrizione lunga» nei sei manoscritti descritti da Lefèvre. I sei manoscritti si dividono chiaramente in tre gruppi: il primo è costituito dal Ms. Caro C. 175 di Zurigo, il quale contiene la CCt;il secondo da due manoscritti inglesi; il terzo da tre manoscritti austriaci. a) Il ms. Caro C. 175 della Biblioteca Centrale di Zurigo Poichè il ms. non dà nessun numero agli Instituta monachorum cisterciensium de Molismo venientium che costituisce in tutti manoscritti ed edizioni il capitolo 15 dell'Ex. Parvum, il capitolo De abbatiis di- (187) J. B. VANDAMME, Documenta ..., Westmalle 1959, 21. (188) Questa ipotesi ci sembra la più semplice spiegazione del fatto. Purtroppo nessuno dei manoscritti colla « sottoscrizione lunga» conosciuta oggi contiene gli Instituta Cap. Gen.: per cui questa ipotesi non può essere comprovata. - 196-

venta capitolo 17. La CCI cosntuìsce il capitolo o numero 18 - da notare che la bolla di Callisto II, di nuovo per un errore, diventa capitolo 11 anziché 12 della CCI - ed alla fine c'è la « sottoscrizione lunga », che è il titolo del numero 19 degli Instituta Capituli Generalis. Che la numerazione continua dei documenti fosse in uso, si vede chiaramente per es. nel caso nel ms. 88 di Tarragona, nel quale la CCI dopo i 18 numeri dell' Ex Parvum riceve il numero 19 (189) Certamente non era il copista del ms. di Zurigo il primo ad introdurre la « sottoscrizione lunga », poiché questo codice non contiene gli Instituta Cap. Gen., ma le « Consuetudines quae servantur in domo Cisterciensi matre Ordinis »(190). L'errore si trovava dunque già nel ms. trascritto da colui che copiò il ms. di Zurigo. b)I mss. Londra, British Mus. Addit. 18148 e Manchester, Rylands Libr. lat. 319 Questi due manoscritti si possono trattare insieme: manca in ambedue il capitolo de abbatiis, la bolla di Callisto II constituisce il numero 18, e la firma del papa è seguita dal testo seguente: « Ego Calixtus catholice ecclesie episcopus confìrmavi ut pitancie non administrentur in refectorio apud Cistercium tempo re generalis capituli. Nos abbates illo tempore decem, sicut solemus Cistercium post annum venientes, rogabamus domnum Stepbanum et fratres, ne nobis in refectorio solite pitantie post duo pulmenta regularia presentarentur quia et in refectorio in distributione harum re rum videbatur esse quedam inquietudo fratrum et in mora illa diminutio dormitionis fratrum. Tuncque abbate illo et fratribus consentientibus stabilivimus ne ista nobis illo tempore amplius fierent » (191). Qui abbiamo non soltanto il titolo, ma anche il testo del numero 19 degli I nstituta Cap. Cen.! Perciò qui l'errore è ancora più chiaro, tanto che anche nel ms. di Londra il testo « ut pitantie ... fìerent» è stato poi barrato. c) I mss. Heiligenkreuz 131, Lilienfeld 108 e Zwettl 141 I manoscritti sono della medesima famiglia, ma non sono «tipI puri» per quanto alla successione dei documenti. Sono anche tardivi, e contengono la CC 2 • (189) Vedi Dos textos màs de la Carta Caritatis Prior: Poblet 2(1949)59. (190) Cf. B. GRIESSER, Consuetudines Domus Cisterciensis, Analecta S. O. Cisto 3(1947) 138-146. (191) LEFÈVRE 16, 111. - 197-

capitolo manca però alla fine dell'Ex. Parvum quando è seguito non<br />

dalla CCI ma dalla Bolla di Callisto II e dalla CC 2 • La tabella seguente<br />

permette di vedere meglio la succesione dei documenti:<br />

Ms. Ex. Parvum CC1 Bolla CC'2Inst.Cap.Gen.<br />

cc. 1-17 c. 18 = c.12 = c.18<br />

De abbatiis della CC] dell'Ex. P.<br />

Tipo I 1 2 3 4 5<br />

Tipo II 1 manca manca 2 3 4<br />

Il fatto curioso è dunque il seguente: la bolla di Callisto II nel<br />

tipo II dei manoscritti appare come numero 18 del documento. Ma<br />

nel manoscritto di Zurigo il capitolo de abbatiis ha il numero 17 (187),<br />

così che anche là la bolla, anzi tutta la CCI colla bolla costituisce praticamente<br />

il numero 18. Ora la formula « ut pitantiae ... capituli » è<br />

il titolo nel n. 19 degli Instituta Capitali Generalis. La spiegazione<br />

più semplice dell'errore del copista ci sembra la seguente: il copista<br />

dopo aver trascritto i primi diciotto numeri, invece di cominciare dal<br />

numero 1 degli I nstituta Capituli Generalis, è passato al numero 19<br />

di questi il quale ha il titolo: «Dt pitantiae... capituli ». In altre<br />

parole: il fatto che il titolo « Ut pitantiae... capituli » porti il<br />

numero 19 lascia supporre come si sia arrivati all'errore (188). E una<br />

volta fatta la confusione, tutta una famiglia di manoscritti è stata<br />

contaminata.<br />

Vediamo ora la «sottoscrizione lunga» nei sei manoscritti descritti<br />

da Lefèvre. I sei manoscritti si dividono chiaramente in tre<br />

gruppi: il primo è costituito dal Ms. Caro C. 175 di Zurigo, il quale<br />

contiene la CCt;il secondo da due manoscritti inglesi; il terzo da tre<br />

manoscritti austriaci.<br />

a) Il ms. Caro C. 175 della Biblioteca Centrale di Zurigo<br />

Poichè il ms. non dà nessun numero agli Instituta monachorum cisterciensium<br />

de Molismo venientium che costituisce in tutti manoscritti<br />

ed edizioni il capitolo 15 dell'Ex. Parvum, il capitolo De abbatiis di-<br />

(187) J. B. VANDAMME, Documenta ..., Westmalle 1959, 21.<br />

(188) Questa ipotesi ci sembra la più semplice spiegazione del fatto. Purtroppo nessuno<br />

dei manoscritti colla « sottoscrizione lunga» conosciuta oggi contiene gli Instituta<br />

Cap. Gen.: per cui questa ipotesi non può essere comprovata.<br />

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