Marzo 2012 Anno 3 No.03 2012年三月

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Lavorano nell’ombra, vestono abiti eleganti, hanno una vita sociale intensa, master e laurea, parlano le lingue, viaggiano in continuazione. Sono gli specialisti del riciclaggio internazionale, tra criminali il loro biglietto da visita passa di mano come viatico per nuovi e lucrosi affari. [...] Sono i sacerdoti dei soldi sporchi. IL LIBRO DEL MESE 本月推荐佳作 Pietro Grasso (con Enrico Bellavia) Soldi sporchi. Le mafie e il riciclaggio nell’economia mondiale Altro che coppola, pizzini e scacciapensieri: il mafioso, che è su piazza da un bel pezzo, veste Brioni, indossa cravatte di seta e calza scarpe del cuoio migliore. È cosmopolita, si muove a proprio agio nelle hall degli alberghi più rinomati del mondo, dov’è peraltro sempre ben accetto. Parla un inglese fluente, privo di accento a parte forse una leggerissima inflessione cockney, piccolo vezzo snob che gli è rimasto appiccicato da quando ha frequentato un master in transazioni finanziarie ad alto rischio a Eton o a Stanford. La piazza di cui dicevamo poco fa è naturalmente Piazza Affari, e il mimetismo perfetto di cui quest'uomo in grisaglia si mostra capace, è un capolavoro del quale faremmo bene ad aver paura. Ecco un libro che si propone di aggiornare un'immagine fatalmente invecchiata, e che tutti avremmo bisogno di rivisitare e correggere. Anche perché ci sono buone probabilità che il sistema economico di cui qui si racconta ci riguardi in qualche modo. Nostro traghettatore in questo Stige, limaccioso fiume di soldi nel quale distinguere le acque pulite da quelle inquinate è difficilissimo, è il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. Grasso può vantare una storia che parla per lui, e nel presente un impegno indefesso nel ruolo di più grande responsabilità, a testimoniare la sua profonda conoscenza delle mafie e della criminalità organizzata. Di tanto in tanto, il procuratore dà alle stampe un libro, racconta com’è cambiata la mafia negli ultimi trent’anni, di come abbia saputo farsi strada nei salotti buoni della finanza e infiltrare, coi proventi delle sue tante attività criminali, l'economia italiana. A tutti i livelli. E proprio di questo fenomeno tratta diffusamente il libro scritto a quattro mani con il giornalista palermitano Enrico Bellavia, un libro che si propone come vero e proprio repertorio dei mille modi in cui le organizzazioni criminali riciclano i soldi sporchi che hanno guadagnato in traffici illeciti, e su quel flusso inarrestabile di denaro costruiscono un sistema che oggi, da solo, muove centinaia di miliardi. È l’outsourcing di tutte quelle attività che possono generare profitti spendibili per le mafie, ad essersi reso indispensabile negli ultimi anni, sostengono i due autori del libro. Già, perché - spiegano esaustivamente Grasso e Bellavia - i soldi generati da tutte le attività illegali sono poco "liquidi", e possono essere usati solo all'interno del sistema economico criminale all'interno del quale sono stati raccolti. Ma le mafie, per attecchire sui territori, stringere relazioni, ampliare la propria influenza, hanno bisogno di fare affari anche (e soprattutto) nell'economia cosiddetta sana. E se la situazione generale dell'economia è tanto grave, la causa è anche questa profondissima infiltrazione criminale, che si è fatta costume, e dalla quale le banche in primo luogo non sono riuscite (o non hanno voluto) difendersi. In uno dei primi capitoli del libro, Grasso e Bellavia spiegano con parole chiare e un esempio molto lineare qual è la filiera tipica del riciclaggio, e qui si vede molto bene quale sia stato, e continui ad essere, il ruolo degli istituti di credito in questa giostra delirante di denari. Ci sono interi settori dell'economia che hanno nel tempo assunto un profilo ambiguo, duplice, a cominciare da quello immobiliare, con le mille possibilità di essere infiltrato tramite il meccanismo degli appalti pilotati. La ristorazione, negli ultimi anni è salita prepotentemente alla ribalta per le possibilità che offre di riciclare ingenti quantitativi di denaro attraverso acquisti, ristrutturazioni e "clienti che possono anche non entrare mai e sedersi a tavola". L'arte comporta un bassissimo rischio di conseguenze giudiziarie e offre la possibilità di istituire giri di compravendite fittizie che permettano di far lievitare i prezzi delle opere. Le vie del riciclaggio sono infinite, ma per potersi dire efficaci devono poter contare su alcune figure chiave, i cosiddetti colletti bianchi - e i commercialisti, i broker, finanzieri, costruttori e prestanome - che si adoperano per fare sì che delicate, complicate transazioni possano andare a buon fine. Grasso indica anche, in calce alla sua analisi impressionante, qual è la strada maestra da seguire per limitare al massimo questa commistione delirante fra economia criminale ed economia legale: nuove leggi antiriciclaggio che sappiano tener conto di quello che è successo negli ultimi anni, e interpretare correttamente la profonda accelerazione subìta dal cambio culturale che ha visto la criminalità organizzata assumere forme e strutture di aziende dinamiche, velocissime nell'allestire sistemi sempre nuovi per riciclare soldi. Pietro Grasso con Enrico Bellavia Soldi sporchi. Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mondiale Dalai editore 368 pag., 18 euro TUTTI I LIBRI SONO DISPONIBILI NELLA LIBRERIA DELL’ISTITUTO 44 libreria.iicpechino@esteri.it 45

Lavorano nell’ombra,<br />

vestono abiti eleganti,<br />

hanno una vita sociale<br />

intensa, master e<br />

laurea, parlano le<br />

lingue, viaggiano in<br />

continuazione. Sono gli<br />

specialisti del riciclaggio<br />

internazionale, tra<br />

criminali il loro biglietto<br />

da visita passa di mano<br />

come viatico per nuovi e<br />

lucrosi affari. [...] Sono<br />

i sacerdoti dei soldi<br />

sporchi.<br />

IL LIBRO DEL MESE 本月推荐佳作<br />

Pietro Grasso (con Enrico Bellavia)<br />

Soldi sporchi.<br />

Le mafie e il riciclaggio nell’economia mondiale<br />

Altro che coppola, pizzini e scacciapensieri: il mafioso, che è su piazza<br />

da un bel pezzo, veste Brioni, indossa cravatte di seta e calza scarpe del<br />

cuoio migliore.<br />

È cosmopolita, si muove a proprio agio nelle hall degli alberghi più<br />

rinomati del mondo, dov’è peraltro sempre ben accetto.<br />

Parla un inglese fluente, privo di accento a parte forse una leggerissima<br />

inflessione cockney, piccolo vezzo snob che gli è rimasto appiccicato<br />

da quando ha frequentato un master in transazioni finanziarie ad alto<br />

rischio a Eton o a Stanford.<br />

La piazza di cui dicevamo poco fa è naturalmente Piazza Affari, e il<br />

mimetismo perfetto di cui quest'uomo in grisaglia si mostra capace, è<br />

un capolavoro del quale faremmo bene ad aver paura.<br />

Ecco un libro che si propone di aggiornare un'immagine fatalmente<br />

invecchiata, e che tutti avremmo bisogno di rivisitare e correggere.<br />

Anche perché ci sono buone probabilità che il sistema economico di cui<br />

qui si racconta ci riguardi in qualche modo.<br />

Nostro traghettatore in questo Stige, limaccioso fiume di soldi nel quale<br />

distinguere le acque pulite da quelle inquinate è difficilissimo, è il<br />

procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso.<br />

Grasso può vantare una storia che parla per lui, e nel presente un<br />

impegno indefesso nel ruolo di più grande responsabilità, a testimoniare<br />

la sua profonda conoscenza delle mafie e della criminalità organizzata.<br />

Di tanto in tanto, il procuratore dà alle stampe un libro, racconta com’è<br />

cambiata la mafia negli ultimi trent’anni, di come abbia saputo farsi<br />

strada nei salotti buoni della finanza e infiltrare, coi proventi delle sue<br />

tante attività criminali, l'economia italiana.<br />

A tutti i livelli.<br />

E proprio di questo fenomeno tratta diffusamente il libro scritto a<br />

quattro mani con il giornalista palermitano Enrico Bellavia, un libro<br />

che si propone come vero e proprio repertorio dei mille modi in cui le<br />

organizzazioni criminali riciclano i soldi sporchi che hanno guadagnato<br />

in traffici illeciti, e su quel flusso inarrestabile di denaro costruiscono<br />

un sistema che oggi, da solo, muove centinaia di miliardi.<br />

È l’outsourcing di tutte quelle attività che possono generare profitti<br />

spendibili per le mafie, ad essersi reso indispensabile negli ultimi anni,<br />

sostengono i due autori del libro.<br />

Già, perché - spiegano esaustivamente Grasso e Bellavia - i soldi<br />

generati da tutte le attività illegali sono poco "liquidi", e possono essere<br />

usati solo all'interno del sistema economico criminale all'interno del<br />

quale sono stati raccolti.<br />

Ma le mafie, per attecchire sui territori, stringere relazioni, ampliare la propria influenza,<br />

hanno bisogno di fare affari anche (e soprattutto) nell'economia cosiddetta sana.<br />

E se la situazione generale dell'economia è tanto grave, la causa è anche questa<br />

profondissima infiltrazione criminale, che si è fatta costume, e dalla quale le banche in<br />

primo luogo non sono riuscite (o non hanno voluto) difendersi.<br />

In uno dei primi capitoli del libro, Grasso e Bellavia spiegano con parole chiare e un<br />

esempio molto lineare qual è la filiera tipica del riciclaggio, e qui si vede molto bene<br />

quale sia stato, e continui ad essere, il ruolo degli istituti di credito in questa giostra<br />

delirante di denari.<br />

Ci sono interi settori dell'economia che hanno nel tempo assunto un profilo ambiguo,<br />

duplice, a cominciare da quello immobiliare, con le mille possibilità di essere infiltrato<br />

tramite il meccanismo degli appalti pilotati.<br />

La ristorazione, negli ultimi anni è salita prepotentemente alla ribalta per le possibilità<br />

che offre di riciclare ingenti quantitativi di denaro attraverso acquisti, ristrutturazioni e<br />

"clienti che possono anche non entrare mai e sedersi a tavola".<br />

L'arte comporta un bassissimo rischio di conseguenze giudiziarie e offre la possibilità di<br />

istituire giri di compravendite fittizie che permettano di far lievitare i prezzi delle opere.<br />

Le vie del riciclaggio sono infinite, ma per potersi dire efficaci devono poter contare su<br />

alcune figure chiave, i cosiddetti colletti bianchi - e i commercialisti, i broker, finanzieri,<br />

costruttori e prestanome - che si adoperano per fare sì che delicate, complicate<br />

transazioni possano andare a buon fine.<br />

Grasso indica anche, in calce alla sua analisi impressionante, qual è la strada maestra da<br />

seguire per limitare al massimo questa commistione delirante fra economia criminale<br />

ed economia legale: nuove leggi antiriciclaggio che sappiano tener conto di quello che è<br />

successo negli ultimi anni, e interpretare correttamente la profonda accelerazione subìta<br />

dal cambio culturale che ha visto la criminalità organizzata assumere forme e strutture<br />

di aziende dinamiche, velocissime nell'allestire sistemi sempre nuovi per riciclare soldi.<br />

Pietro Grasso con Enrico Bellavia<br />

Soldi sporchi.<br />

Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mondiale<br />

Dalai editore 368 pag., 18 euro<br />

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