Particelle campione d'intervento - Regione Piemonte

SETTORE GESTIONE PROPRIETA’ 

FORESTALI REGIONALI E VIVAISTICHE 

PROPRIETA’ DEMANIALI REGIONALI 

“BENEDICTA-MONTE LECO” 

“PIAN CASTAGNA” 

“CERRETO” 

(Provincia di Alessandria) 

PIANO FORESTALE AZIENDALE 

2008 – 2017 

ALLEGATO II 

PARTICELLE CAMPIONE 

D’INTERVENTO

Indice 

Bric Sciscoin pag. 3 

Piota pag. 19 

Astore pag. 39 

Piota – Lenerata pag. 57 

Benedicta – Sacrario pag. 77 

Nespolo pag. 93 

Molare pag. 103 

Cascina Cravi pag. 121 

Monte Leco Bocchetta pag. 131 

Bosco del Gorrello pag. 143 

Piazazzi pag. 163 

2

BRIC SCISCOIN 

SETTORE BENEDICTA MONTE LECO 

COMUNE DI BOSIO (AL) 

RIMBOSCHIMENTO DI PINO NERO 

INTERVENTO TESTATO - DIRADAMENTO 

3

LOCALIZZAZIONE E CARATTERI STAZIONALI 

Provincia: Alessandria 

Comune: Bosio 

Località: Bric Sciscioin 

Tavola C.T.R: 213020 

Coordinate UTM 482620 -E 4933797 -N 

Proprietario attuale/gestore: Regione Piemonte 

Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione di intervento occupa una superficie di circa 

1900 m 2 , sul basso versante occidentale della Costa Lavezzara, nella p.f. 27. Essa è raggiungibile 

attraverso la che da Capanne di Marcarolo porta verso la Cascina Astore e gli Alberghi. 

Accessibilità 

Insufficiente su 0 % e buona su 100 % 

4

CARATTERISTICHE STAZIONALI 

Quota [m s.l.m. ] media: 830 minima: 810 massima: 850 

Pendenza [gradi] media: 10 minima: - massima: - 

Esposizione [gradi ] pianeggiante E (66°-122°) SO (203°-247°) 

(X: prevalente, :secondaria) N (338°-22°) SE (123°-157°) O (248°-392°) 

NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) X 

Posizione fisiografica: crinale o cresta dosso o displuvio versante 

(X: prevalente, :secondaria) basso versante fondovalle pianura 

alto versante X ripiano o terrazzo 

Litologia e suoli: rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. 

FATTORI CONDIZIONANTI LE ATTIVITÀ FORESTALE 

Dissesto assente < 5% < ? >? 

Erosione superf. o incanalata X 

Erosione catastrof. o calanchiva X 

Frane superficiali X 

Rotolamento massi X 

Altri fattori X 

Descrizione di eventuali altri fattori: ------ 

Fattori limitanti lo sviluppo delle radici assenti o limitanti < ? < ? > ? 

Superficialità del suolo X 

Rocciosità affiorante X 

Pietrosità profilo X 

Ristagni d’acqua X 


Descrizione di eventuali altri fattori: -------- 

Ostacolo agli interventi assenti o irrilevanti X numerosi o rilevanti ma superabili 

scarsi o facilmente superabili non superabili 

Fattori particolari nessuno X usi civici 

pascolo di_______ emergenze storico-naturalistiche 

sorgenti o fonti altro 

Altre superfici incluse 

su ------ ha e/o sul ----- % rocce - acque - strade - 

cespuglieti - praterie - 

Descrizione di eventuali altre superfici incluse: ------- 

5

VEGETAZIONE FORESTALE 

Tipo forestale RI20B 

Note: rimboschimento di pino nero in purezza, con età variabile fra 65 e 75 anni. Le altre specie presenti 

(faggio e agrifoglio) sono distribuite a gruppi e singoli individui. 

assente < 5% < ? < ? > ? Specie prevalente 

Strato arbustivo X 

Strato erbaceo X 

Strato cespuglioso/suffruticoso X ginepro comune 

Novellame assente libero 

sporadico X sotto copertura 

diffuso 

sufficiente insufficiente non attesa Specie prevalente 

Rinnovazione X pino nero 

X faggio e agrifoglio 

Gestione passata: si nota la presenza di interventi di “ripulitura” databili a 20 anni fa circa, realizzati come 

diradamenti dal basso. Il legname di risulta non è stato esboscato, ma accatastato in bosco. 

6

DATI CARATTERISTICI DELLA SITUAZIONE EVOLUTIVO/COLTURALE ATTUALE 

Per conoscere le caratteristiche dendro-auxometriche del popolamento forestale è stata realizzata 

una parcella campione, La particella campione di intervento occupa una superficie di circa 1880 

mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 40x50 metri disposto su un dosso appena accennato, 

con esposizione verso nord-overst. 

La martellata è stata eseguita contemporaneamente al cavallettamento totale della parcella; il limite 

dell’area è definito da limiti segnati con vernice rossa fosforescente, mentre le piante da martellare 

sono state segnate con graffietto; le piante costituenti il popolamento d’avvenire sono state indicate 

con vernice gialla. 

Sulla parcella è stato effettuato il cavallettamento totale del popolamento forestale, con soglia 

minima diametrica di 7,5 centimetri, al fine di determinare i principali parametri quanti-qualitativi 

del bosco. 

Tipo strutturale prevalente secondario 

MM – Fustaia adulta a prevalenza di diametri medi / Ceduo semplice senza matricine 

Dati dendrometrici di sintesi: 

Altezza 

media 

Alberi vivi 

Necromassa 

m pino nero 13-15 

piante /ha 875 

G/ha (m 2 ) 37 

Vol/ha (m 3 ) 234 

ceppaie/ha -----piante 

/ha 20 

G/ha (m 2 ) 0,7 

Vol/ha (m 3 )) 5 

Il diametro medio del popolamento è pari a 23,6 cm, così ripartito 

Specie Polloni Seme Totale 

Agrifoglio 9,9 10,7 10,1 

Castagno 20,1 22,6 20,7 

Faggio 14,4 13,5 14,1 

Pino nero 29,2 29,2 

Sorbo montano 12,6 12,6 

7

num./ha 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 

Distrubzione diametrica (num./ha) 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 

classi diametriche (cm) 

8 

Agrifoglio 

Castagno 

Faggio 

Pino nero 

Sorbo montano 

Popolamento 

Note: fustaia monoplana adulta di pino nero con copertura lacunosa, con presenza di gruppetti di ceppaie di 

faggio, agrifoglio e sorbo montano. 

Lo stadio vegetativo è mediocre, con alcuni nidi di processionaria sul pino e qualche danno meteorico da 

galaverna.

PEDILISTA CAVALLETTAMENTO 

Classe Motiv Motivazione Diametro Specie Qualità 

Conservare Conservare per biodiversità 14 sorbo montano S 



Conservare Conservare per biodiversità 40 Pino nero S 

Conservare Conservare per biodiversità 12 Agrifoglio S 








Conservare Conservare per biodiversità 11 Agrifoglio P 

















Conservare Conservare per biodiversità 34 Castagno S 


Conservare Conservare per biodiversità 45 Castagno P 

Conservare Conservare come elemento strutturante 25 Pino nero S 

















9









Conservare Conservare come elemento strutturante 15 Faggio S 


Conservare Conservare come elemento strutturante 16 Faggio P 



Conservare Conservare come elemento strutturante 18 Castagno S 

Conservare Conservare come elemento strutturante 15 Castagno P 

Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 12 Pino nero S 
















Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 15 Faggio S 





Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 19 Castagno S 

Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 14 Pino nero S 















10



































Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 19 Faggio P 








Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 8 Agrifoglio P 










11


Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 9 Agrifoglio S 

Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 22 Cs P 













Morte Necromassa da asportare 38 Cs P 


Morte Necromassa da asportare 14 Cs P7 


12

CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO SELVICOLTURALE 

Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento selettivo a carico del pino nero per 

liberazione della rinnovazione affermata delle 

latifoglie autoctone 

N G V 

totale 875 37 234 

prelevare 

427 

[49%] 

19 

[51%] 

119 [51%] 

conservare 448 [51%] 18 [49%] 115 [49%] 

Durante l’esecuzione della martellata è stato valutato il ruolo di ogni singolo albero, con particolare 

riferimento alla posizione sociale, alle caratteristiche della chioma e del fusto, alle condizioni 

fitosanitarie, alla presumibile tendenza evolutiva nel popolamento ed infine alla sua rilevanza nei 

rapporti di concorrenza. Il popolamento è stato suddiviso in due categorie principali 

• Popolamento da rilasciare e/o conservare 

Sui 875 soggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti circa la metà 

(448 individui, pari al 51% dei soggetti) pari al 51% del volume. 

• Popolamento da abbattere 

Nel popolamento oggetto di intervento sono stati individuati 427 soggetti ad ettaro da abbattere 

(49 dei soggetti), pari al 51% del volume, quali individui da abbattere per favorire le piante 

d’avvenire, costituite sia da faggio che ancora da pino nero. 

Di seguito sono riportati i grafici che descrivono il popolamento. 

Sorbo montano 

Pino nero 

Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 

Distribuzione della composiziones specifica 

Conservare come elemento d'accompagnamento 

Conservare per biodiversità 

Abbattere per favorire piante d'avvenire 

Necromassa da asportare 

Conservare come elemento strutturale 

0 100 200 300 400 500 

numero/ha 

13

Sorbo montano 

Pino nero 

Faggio 

Castgano 

Agrifoglio 

Sorbo montano 

Pino nero 

Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 

Distribuzione dell'area basimetrica 


Conservare come elemento di accompagnamento 

Conservare come elemento strutturante 



0 5 10 15 20 25 30 35 

14 

mq/ha 

Distribuzione della composiziones specifica 






0 100 200 300 400 500 

numero/ha 

L’intervento è realizzato nell’ottica di quanto stabilito dagli obiettivi del piano e della compresa 

all’interno della quale ricade il popolamento e la parcella campione oggetto di descrizione: 

“Compresa B – Rimboschimenti di specie autoctono o esotiche naturalizzate in rinaturalizzazione 

guidata, ovvero riducendo la densità del soprassuolo di conifere con l’obiettivo di favorire 

l’affermazione delle specie autoctone (faggio e agrifoglio); per le ceppaie di castagno si è 

provveduto al loro avviamento a fustaia. 

La carta degli interventi di piano prevede, per il tipo di popolamento in oggetto, diradamenti 

selettivi, in combinazione con il sottoimpianto di latifoglie autoctone, come si ritiene opportuno 

nelle condizioni presenti nelle parcella campione. La specie più abbondante, infatti è l’agrifoglio, 

seguita dal castagno, che però non ha molte possibilità di affermazione; si ritiene quindi necessario 

il sottoimpianto o la semimia di specie eliofile e della rovere. 

Le caratteristiche dell’intervento sono ben evidenziate nei grafici seguenti. In particolare si 

evidenzia che come il taglio è andato ad incidere prevalentemente sulle classi diametriche inferiori, 

ovvero sui soggetti dominanti di pino nero, oltre che sui polloni reperenti e malformati di castagno e 

faggio; il taglio nelle classi diametriche più grandi è stato realizzato a carico del pino nero, per 

mettere in luce l’agrifoglio.

mc/ha 

num./ha 

mq/ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 

50 

40 

30 

20 

10 

9 

8 

7 

6 

5 

4 

3 

2 

1 

0 

0 

Distribuzione diametri Conservare 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 


Distribuzione area basimetrica 

15 

Abbattere 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 

Classi diametriche (cm) 

Distribuzione dei volumi 

Conservare 

Abbattere 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 


Conseravre Abbattere

ANALISI DELLE PIANTE Agrifoglio Castagno Faggio 

16 

Pino 

nero 

Sorbo 

montano 

Conservare come elemento di 

accompagnamento (A) 

0,0 5,2 26,0 83,3 0,0 114,5 

Conservare per biodiversità (B) 130,2 15,6 0,0 5,2 15,6 166,6 

Conservare come 

strutturante (S) 

elemento 

0,0 10,4 26,0 130,2 0,0 166,6 

Abbattere per favorire le piante 

d'avvenire (F) 

62,5 67,7 41,7 255,1 0,0 427,0 

Necromassa da abbattere (M) 0,0 20,8 0,0 0,0 0,0 20,8 

Agrifoglio Castagno Faggio Pino nero Sorbo montano Tot 

N°/ha totale (solo piante vive) 193 99 94 474 16 875 

Piante al taglio (vive) 62 68 42 255 0 427 

Piante morte da asportare 0 21 0 0 0 21 

N°/ha dopo il taglio 130 31 52 219 16 448 

Pino nero 

54% 

Composzione prima della martellata 

Sorbo 

montano 

2% 

Agrifoglio 

22% 

Faggio 

11% 

Castagno 

11% 

Sorbo 

montano 

3% 

Composzione dopo la martellata 

Pino nero 

49% 

Agrifoglio 

29% 

Tot 

Castagno 

7% 

Faggio 

12%

La martellata ha leggermente portato ad un aumento dell’agrifoglio a scapito del pino nero, mentre le altre 

specie non modificano di molto la loro percentuale di presenza. 

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Agrifoglio Castagno Faggio Pino 

nero 

Sorbo 

montano Tot 



elemento di 

0,0 0,1 0,3 2,0 0,0 2,4 


Conservare come elemento strutturante (S) 0,0 0,2 0,4 12,0 0,0 12,6 

Abbattere per favorire le piante d'avvenire 

(F) 

0,5 0,8 0,7 17,0 0,0 19,1 

Necromassa da abbattere (Na) 0,0 0,7 0,0 0,0 0,0 0,7 

Agrifoglio Castagno Faggio Pino 

nero 

Sorbo 

montano Tot 

G/ha totale (solo piante vive) 1,54 2,60 1,46 31,62 0,19 37,41 

Area basimetrica al taglio (viva) 0,49 0,85 0,73 16,99 0,00 19,06 

Piante morte da asportare 0,00 0,72 0,00 0,00 0,00 0,72 

G/ha dopo il taglio 1,05 1,75 0,73 14,63 0,19 18,35 

Sorbo 

montano 

1% 

Area basimetrica prima della martellata 

Agrifoglio 

4% 

Castgano 

7% 

Faggio 

4% 

Pino nero 

84% 

17 

Sorbo 

montano 

1% 

Area basimetrica dopo la martellata 

Agrifoglio 

6% 

Pino nero 

79% 

Castgano 

10% 

Faggio 

4%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Agrifoglio Castagno Faggio 

18 

Pino 

nero 

Sorbo 

montano 

Conservare come elemento 


di 

0,0 0,8 0,9 11,9 0,0 13,5 


Conservare 


come elemento 

0,0 1,0 1,7 80,3 0,0 83,0 



1,5 3,2 2,8 111,5 0,0 119,0 


Agrifoglio Castagno Faggio Pino nero Sorbo montano Tot 

Provvigione totale (solo piante vive) 4,44 15,13 5,34 208,21 1,11 234,23 

Ripresa (viva) 1,47 3,20 2,82 111,50 0,00 118,98 


Provvigione dopo il taglio 2,97 11,94 2,52 96,72 1,11 115,26 

Volumi prima della martellata 

Sorbo 

montano 

0% 

Pino nero 

90% 

Agrifoglio 

2% 

Castgano 

6% 

Faggio 

2% 

Agrifoglio 

3% 

Volumi dopo la martellata 

Castgano 

10% 

Faggio 

2% 

Pino nero 

84% 

Tot

PIOTA 



QUERCETO DI ROVERE 

INTERVENTO TESTATO – DIRADAMENTO E 

COMPLETAMENTO CONVERSIONE A FUSTAIA

LOCALIZZAZIONE 


Comune: Bosio 

Località: Piota 


Coordinate UTM 480346-E 4935052 N 


Ubicazione, confini ed accesso: il popolamento occupa il basso versante a morfologia molto articolata in 

destra orografica del Torrente Piota, a valle della Cascina Lenerata, nella p.f. 44. Esso è raggiungibile dalla 

pista forestale che, passando vicino alla suddetta cascina attraversa il torrente. 



20


Quota [m s.l.m. ] media: 660 minima: massima 

Pendenza [gradi] media: 12 minima: massima: 



NE (26°-67°) S (158°-202°) X NO (293°-337°) X 


(X: prevalente, :secondaria) basso versante X fondovalle pianura 

alto versante ripiano o terrazzo 

Litologia e suoli: Rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. Suoli mediamente evoluti, 

caratterizzati da orizzonti superficiali di colore bruno in cui si nota un modesto contenuto in sostanza 

organica che arricchisce in elementi nutritivi solo i primi centimetri di suolo. Al di sotto sono presenti 

orizzonti di alterazione caratterizzati da colori variabili dal bruno al bruno forte. Le tessiture sono 

tendenzialmente franche lungo tutto il profilo e lo scheletro è presente in modesta quantità fino alla 

profondità di circa 50 cm; Si possono ritenere suoli dotati di una fertilità discreta e di una capacità di ritenuta 

idrica non molto elevata a causa della notevole presenza di scheletro a poca profondità. 








Descrizione di eventuali altri fattori: --------- 







Descrizione di eventuali altri fattori: ------- 







su ------ ha e/o sul 0,5 % rocce - acque - strade X 


21


Tipo forestale QV60X 

Note: Querceto di rovere a Physospermum cornubiense dei substrati silicatici dell’Appennino. Si 

tratta di un popolamento appartenente all’Associazione Physospermo-Quercetum petraeae, a 

prevalenza di rovere, in mescolanza con castagno (Castanea sativa), orniello (Fraxinus ornus), 

ciliegio (Prunus avium), ciavardello (Sorbus torminalis) e pino strobo (Pinus strobus), originato 

spontaneamente da disseminazione di un vicino rimboschimento. Nel sottobosco prevalgono specie 

acidofile e si nota un fitto tappeto di graminoidi, oltre ad una presenza sporadica di ginepro comune. 


Strato arbustivo X ginepro 


brachipodio e 

molinia 

Strato cespuglioso/suffruticoso X 


sporadico X sotto copertura X faggio 

diffuso 


Rinnovazione X acero di monte 

Gestione passata: sono stati realizzati leggeri diradamenti e un taglio di avviamento non uniforme su tutta la 

superficie. 

22




mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 40x50 metri disposto in un impluvio e piccolo ripiano, 

con esposizione prevalente nord; la pendenza media dell’area si attesta sui 12°. La stazione presenta 

lievi effetti di erosione nelle zone più prossime all’impluvio, che passa a breve distanza dalla 

particella. 







del bosco. 


MP – fustaia adulta monoplana a prevalenza di diametri piccoli / IS 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 27 

Vol/ha (m 3 ) 124 

ceppaie/ha 202 


G/ha (m 2 ) 1,2 

Vol/ha (m 3 )) 4 

Il popolamento si presenta come una fustaia di rovere e faggio con età variabile fra 40 e 60 anni, al di spora 

di un ceduo invecchiato senza matricine di castagno e faggio, che talora ha raggiunto il piano dominante 

della rovere. Per quanto riguarda la fustaia essa è costituita da tre soprassuoli; il primo delle riserve più 

adulte del ceduo (diametri maggiori di 25 cm), quelle originatesi dall’ultimo taglio del ceduo (diametri fra 15 

e 20 cm) e un gruppo doveri che si sono rinnovate negli ultimi decenni a seguito della morte di alcune 

ceppaie di castagno (diametri inferiori a 15 cm). 

Gli individui a fustaia costituiscono circa il 60% del numero totale di alberi e il l’80% del volume. I polloni, 

in prevalenza di castagno sono in pessime condizioni fitosanitarie e l’avviamento di fatto si concretizza 

praticamente nel taglio a raso della ceppaia se sotto copertura o nel rilascio di un pollone, ovvero 

nell’eliminazione della specie. 

23

num./ha 

40 

30 

mc./ha 

20 

10 

0 

1000 

900 

800 

700 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

0 

Distribzione diametrica (num./ha) 

10 15 20 25 30 35 


Distrubzione volumetrica 

24 

Altre latifoglie 

Castagno 

Faggio 

Rovere 

Totale 

complessivo 

10 15 20 25 30 35 


Castagno 

Rovere 


Faggio 

Popolamento

Piedilista di cavallettamento 


Conservare Conservare per biodiversità 34 Altre latifoglie S 


Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 15 Rovere S 














































25





















































26












Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 17 Rovere P 















Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 12 Faggio S 














Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 8 Altre latifoglie S 





Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 9 Castagno S 




Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 8 Altre latifoglie P 



27


Abbattere Morte 21 Morte P 



























Conservare Conservare come elemento strutturante 27 Rovere S 
























28


Conservare Conservare come elemento strutturante 22 Rovere P 







Conservare Conservare come elemento strutturante 14 Altre latifoglie S 

Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 14 Rovere S 











































29













Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 16 Rovere P 





























Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 8 Faggio P 











30







Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 11 Altre latifoglie S 











Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 9 Altre latifoglie P 



31


La martellata è stata eseguita durante il cavallettamento; essa è stata finalizzata al diradamento del 

popolamento con selezione per gruppi degli esemplari migliori, favorendo la mescolanza tra rovere 

e faggio, e migliorando le condizioni di illuminazione di alcune specie speradiche (ciavardello, 

melo, orniello); il diradamento, oltre a favorire una migliore struttura verticale, attualmente 

monoplana, vuole evitare che la precaria stabilità delle piante (tendenzialmente filate) possa 

risultare pericolosa per il mantenimento del popolamento. Sulla componente a ceduo si è, invece, 

proceduto al completamento dell’avviamento a fustaia o, nel caso del castagno, all’eliminazione di 

tutti i polloni che sono in buona parte morti. 

Nell’esecuzione della martellata ha è stato valutato il ruolo di ogni singolo albero, con particolare 



rapporti di concorrenza. Operativamente si è intervenuto nell’ambito di gruppi di soggetti a contatto 

di chioma sulla rovere, ove sono stati individuati i soggetti in concorrenza fra di loro ed il 

soprassuolo d’accompagnamento formato da individui indifferenti. Sul faggio, invece, sono stati 

individuati i soggetti più promettenti liberandoli dalla concorrenza diretta del castagno e della 

rovere: l’obietti sul faggio, infatti è di creare un aumentare decisamente il numero di portaseme, 

ridotti rispetto alle potenzialità per la specie. Il popolamento è stato suddiviso in due categorie 

principali 


Sui poco più di 1558 soggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti 

circa la metà: 776 individui, pari al 50% dei soggetti e all’86% del volume. I soggetti da 

conservare sono stati a loro volta suddivisi in quelli strutturali, che costituiranno l’ossatura del 

popolamento alla maturità fisiologica (10%, pari al 43% del volume), quelli di 

accompagnamento (35%, pari al 34% del volume) e per la biodiversità (1%, pari al 4% del 

volume); questi ultimi corrispondono soprattutto agli individui di ciavardello e melo selvatico. 



(50 dei soggetti), pari al 31% del volume; la motivazione del prelievo di questi individui è 

quella di favorire i soggetti d’avvenire, sia strutturanti che da conservare per la biodiversità. 

Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento con selezione positiva sulla rovere e sul faggio 

e completamento dell’avviamento a fustaia del faggio, 

unitamente alla messa in luce di specie accessorie quali 

ciavardello e melo selvatico. Contestualmente si è proceduto 

all’eliminazione di tutti i polloni morti di castagano. 

N G V 

totale 1558 27 124 

prelevare 782 [50%] 10 [39%] 38 [31%] 

conservare 776 [50%] 16 [61%] 86 [69%] 

32

Rovere 

Faggio 

Castagno 

0 200 400 600 800 1000 1200 

numero/ha 

Rovere 

Faggio 

Castagno 


Rovere 

Faggio 

Castagno 


Distribuzione della composizione 


33 











0 5 10 15 20 25 

mq/ha 







0 20 40 60 80 100 120 

mc/ha

In termini assoluti la rovere rappresenta circa il 80% della provvigione totale ed incide sul prelievo 

totale per circa il l’86%; secondariamente i prelievi sugli alberi vivi interessano il faggio, che nel 

complesso rappresenta l’11% della provvigione totale; mentre per i polloni di castagno si è trattato 

di fatto di una loro eliminazione in quanto morti; a tal proposito si precisa che non vi sono problemi 

circa il riscoppio delle ceppaie che, qualora ancora avvenga, non sarebbe seguito da una 

riaffermazione del castagno in quanto la copertura arborea deprimerebbe i polloni medesimi. 

Di fatto il taglio si è concretizzato in un diradamento selettivo sulla rovere, avviamento del faggio 

ed eliminazione del castagno. 

La necromassa presente (4 m 3 ), quasi totalmente di castagno, va asportata. 

Per quanto riguarda la distribuzione dei volumi tra piante da seme e polloni, l’alto fusto rappresenta 

quasi il 83% della provvigione ed il 61% della ripresa. 

S 

P 


0 20 40 60 80 100 120 140 160 

mc/ha 





Necromassa da abbattere 

Relativamente alle caratteristiche del prelievo nelle classi diametriche, dai grafici seguenti si evince 

come il prelievo ha interessato soprattutto quelle inferiori, rappresentate dai polloni di castagno e 

dagli individui di minor diametro di rovere r faggio. Il prelievo dei soggetti di rovere oltre i 20 

corrisponde alla riduzione della copertura nella piccola spessina di rovere e per favorire 

l’affermazione del ciavardello e del melo selvatico. 

34

num./ha 

mq/ha 

1000 

900 

800 

700 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

0 

8,0 

7,0 

6,0 

5,0 

4,0 

3,0 

2,0 

1,0 

0,0 

Distribuzione diametri 

10 15 20 25 30 35 



35 

Conservare 

Abbattere 

10 15 20 25 30 35 


Conservare 

Abbattere

mc/ha 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 

Calssi diametriche (cm) 

36 

Conservare 

Prelevare 

Se si analizza il popolamento forestale in base al volume, una volta eseguiti gli interventi 

selvicolturali, la distribuzione dei volumi, all’interno del popolamento, essa si sposterà verso i 

diametri medi. 

L’area basimetrica ad ettaro del popolamento è 27 m 2 ; dopo il taglio, che asporterà circa il 37% 

della provvigione, raggiungerà il valore di 16 m 2 /ha; ciò corrisponde ad una variazione di diametro 

medio del 5%, ovvero il diametro medio del popolamento passa da 15 a 17 m 2 . 

ANALISI DELLE PIANTE Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



di 

72,5 0,0 196,7 326,1 595,3 

Conservare per biodiversità (B) 10,4 0,0 0,0 0,0 10,4 



elemento 

5,2 0,0 31,1 134,6 170,8 



62,1 5,2 72,5 641,9 781,6 

Necromassa da abbattere (M) 0,0 134,6 0,0 5,2 139,8 

N°/ha totale (solo piante vive) 150 5 300 1103 1558 

Piante al taglio (vive) 62 5 72 642 782 

Piante morte da asportare 0 135 0 5 140 

N°/ha dopo il taglio 88 0 228 461 776


10% 

Composizione prima della martellata 

Castagno 

0% 

Rovere 

71% 

Faggio 

19% 

37 


11% 

Composizione dopo la martellata 

Rovere 

60% 

Castagno 

0% 

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



elemento di 

0,5 0,0 2,0 5,6 8,1 


Conservare come elemento strutturante (S) 0,1 0,0 1,0 6,0 7,1 

Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 0,5 0,0 0,9 8,6 10,0 

Necromassa da abbattere (Na) 0,0 1,0 0,0 0,2 1,2 

G/ha totale (solo piante vive) 1,58 0,03 3,92 20,15 25,68 

Area basimetrica al taglio (viva) 0,49 0,03 0,89 8,63 10,04 

Piante morte da asportare 0,00 0,99 0,00 0,18 1,17 

G/ha dopo il taglio 1,09 0,00 3,04 11,52 15,64 


6% 


Castagno 

0% 

Rovere 

79% 

Faggio 

15% 

Faggio 

29% 



7% 

Rovere 

74% 

Castagno 

0% Faggio 

19%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



di 

1,4 0,0 6,5 26,2 34,1 


Conservare 


come elemento 

0,2 0,0 4,9 42,1 47,3 



1,5 0,1 3,0 33,9 38,4 

Necromassa da abbattere (Na) 0,0 2,7 0,0 1,0 3,8 

Provvigione totale (solo piante vive) 7,57 0,06 14,35 102,19 124,17 

Ripresa (viva) 1,53 0,06 2,99 33,86 38,43 


Provvigione dopo il taglio 6,04 0,00 11,36 68,34 85,74 

Rovere 

82% 



6% 

Castagno 

0% 

Faggio 

12% 

38 


7% 


Castagno 

0% 

Rovere 

80% 

Faggio 

13%

ASTORE 



CASTAGNETO CON FAGGIO 

INTERVENTO TESTATO – CONVERSIONE 

39



Comune: Bosio 

Località: Astore 


Coordinate UTM 479359-E 4920026 -N 


Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione nei pressi della Cascina Astore, a valle della 

pista forestale che porta alla cascina. 



40





(X: prevalente, :secondaria) N (338°-22°) X SE (123°-157°) O (248°-392°) 

NE (26°-67°) S (158°-202°) X NO (293°-337°) X 

Posizione fisiografica: crinale o cresta dosso o displuvio versante x 


alto versante ripiano o terrazzo X 





























su ------ ha e/o sul 0 % rocce - acque - strade 


41


Tipo forestale CA40D 

Note: ceduo di castagno invecchiato variante con faggio e con rinnovazione di agrifoglio. Le altre specie 

presenti sono rovere e sorbo montano (al di sotto della soglia di cavallettamento). 






sporadico X sotto copertura X faggio e agrifoglio 

diffuso 


Rinnovazione X faggio 

X agrifoglio 

Gestione passata: tratta di un castagneto da frutto abbandonato invaso successivamente da faggio e rovere, a 

loro volta sottoposte ad almeno in turno di ceduazione 

42




mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 40x50 metri disposto su un piccolo ripiano, con 

esposizione prevalente nord. 







del bosco. 

Tipo 

strutturale 


prevalente secondario 

IS – ceduo invecchiato senza 

matricine 

Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 40 

Vol/ha (m 3 ) 251 



G/ha (m 2 ) 7 

Vol/ha (m 3 )) 27 

Il diametro medio del popolamento è pari a 26 cm. 

/ 

43 

MG – fustaia adulta monoplana a prevalenza di 

diametri grandi 

La particella in esame si caratterizza per la presenza di un Castagneto acidofilo a Physospermum cornubiense 

dell’Appennino e dei rilievi collinari interni in var. a faggio. Si nota ancora, per la presenza di alcuni 

portaseme, la vecchia gestione a castagneto da frutto, ormai abbandonata da decenni. All’abbandono 

dell’attività colturale da frutto è seguito un periodo di gestione a ceduo in cui, per la presenza di numerosi 

portaseme di faggio prevalentemente posti a bordo strada, vi è stato un ingresso tale specie, in parte gestita a 

ceduo ed in parte mantenuta come matricina. La struttura complessiva è a ceduo sotto fustaia, con presenza 

di castagno nello strato ceduo e faggio e castagno nello strato a fustaia; sono presenti riserve di faggio di 

dimensioni medio grandi, con diametri variabili fra 35 e 55 cm. 

Nel sottobosco prevalgono leggermente specie tendenzialmente mesofile, secondariamente quelle 

mesoxerofile; si osserva come le specie tipicamente acidofile non costituiscono la prevalenza ma abbondano 

le specie eurifile tendenzialmente calcicole. Tutto ciò indica come le condizioni edafiche e di disponibilità 

idrica siano poco favorevoli al castagno e come, nel futuro, la specie avrà sempre più un ruolo subordinato. 

Molto interessante inoltre è la presenza dell’agrifoglio in rinnovazione al di sotto dei polloni di castagno; 

questa presenza è molto interessante in termini ecologici in quanto indica una ottima potenzialità per specie 

mesofile come faggio e altre latifoglie. 

Il Tipo strutturale principale è un ceduo invecchiato senza matricine, sotto una fustaia adulta monoplana a 

prevalenza di diametri medi. L’altezza dominante degli individui si attesta sui 17-18 m.

mc./ha 

num./ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 70 



44 

Agrifoglio 

Castagno 

Faggio 

Popolamento 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 70 


Agrifoglio 

Castagno 

Faggio 

Popolamento



Conservare Conservare per biodiversità 16 Altre latifogli S 



Conservare Conservare come elemento strutturante 24 Altre latifogli S 

Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 16 Castagno P 





































Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 12 Castagno P 







45





















































46
































Conservare Conservare per biodiversità 54 Faggio S 




















Abbattere Necromassa da asportare 8 Castagno ? 

47





















































48





















































49









La martellata è stata eseguita durante il cavallettamento; essa è stata finalizzata all’avviamento 

all’alto fusto del castagno, salvaguardando le altre specie presenti (faggio, rovere e agrifoglio) e 

migliorando le condizioni di illuminazione di alcune specie speradiche (ciavardello, melo, orniello); 

l’intervemto, oltre a favorire una migliore struttura verticale, attualmente monoplana, vuole evitare 

che la precaria stabilità delle piante (tendenzialmente filate) possa risultare pericolosa per il 

mantenimento del popolamento (sono già evidenti numerosi ribaltamenti delle ceppaie di castagno). 





di chioma sulla rovere, ove sono stati individuati i soggetti in concorrenza fra di loro ed il 

soprassuolo d’accompagnamento formato da individui indifferenti. Sul faggio, invece, sono stati 

individuati i soggetti più promettenti liberandoli dalla concorrenza diretta del castagno e della 

rovere: l’obietti sul faggio, infatti è di creare un aumentare decisamente il numero di portaseme, 

ridotti rispetto alle potenzialità per la specie. Il popolamento è stato suddiviso in due categorie 

principali 


Sui 781ggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti circa la metà: 

383 individui, pari al 49% dei soggetti e all’72% del volume. I soggetti da conservare sono stati 

a loro volta suddivisi in quelli strutturali, che costituiranno l’ossatura del popolamento alla 

maturità fisiologica (10%, pari al 34% del volume), quelli di accompagnamento (17%, pari al 

20% del volume) e per la biodiversità (2%, pari al 11% del volume); questi ultimi 

corrispondono soprattutto agli individui di faggio e agrifoglio. 




quella di favorire i soggetti d’avvenire, sia strutturanti che da conservare per la biodiversità, 

avviando all’alto fusto il castagno e lasciando intatto l’alto fusto delle altre specie presenti. 

50

Tipo 

intervento 

testato 

Avviamento all’alto fusto del castagno e diradamento 

puntiforme sulle altre specie. Contestualmente si è proceduto 

all’eliminazione di tutti i polloni morti di castagno. 

N G V 

totale 781 40 251 

prelevare 383 [49%] 13 [32%] 71 [28%] 

conservare 399 [51%] 27 [68%] 181 [72%] 

Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 

Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 







0 200 400 600 800 1000 1200 

numero/ha 


0 5 10 15 20 25 30 35 

mq/ha 

51 





Necromassa da asportare

Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 


0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 

mc/ha 

52 






In termini assoluti (individui vivi e necromassa) il castagno rappresenta circa il 70% della 

provvigione totale ed incide sul prelievo totale per circa il 90%; secondariamente i prelievi sugli 

alberi vivi interessano il faggio per favorire l’agrifoglio. 

La necromassa presente (7 m 3 ), totalmente di castagno, va asportata. 

I polloni e gli individui nati da seme si ripartiscono quasi equamente la massa anche se da un punto 

di vista numerico i polloni rappresentano circa l’80%; tale situazione è dovuta alla presenza di una 

vecchia matricina di faggio. 

S 

P 







0 20 40 60 80 100 120 140 160 

mc/ha 


come il prelievo ha interessato soprattutto quelle inferiori, rappresentate dai polloni di castagno 

spesso morti o deperenti. Il prelievo dei soggetti oltre i cm 30 corrisponde ad alcuni grossi polloni 

di castagno e di faggio (che raddoppia in termini di numero) per favorire il nucleo di agrifoglio.

num./ha 

500 

400 

300 

200 

100 

0 

mq/ha 

8,0 

7,0 

6,0 

5,0 

4,0 

3,0 

2,0 

1,0 

0,0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 70 



53 

Conservare 

Abbattere 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 70 


Conservare 

Abbattere

mc/ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 70 


54 

Conservare 

Prelevare 


della provvigione, raggiungerà il valore di 29 m 2 /ha. 

ANALISI DELLE PIANTE Agrifoglio Castagno Faggio tot 



elemento di 

186,3 46,6 232,9 

Conservare per biodiversità (B) 15,5 5,2 5,2 25,9 


(S) 

5,2 67,3 67,3 139,8 

Abbattere per 


favorire le piante 

0,0 352,0 31,1 383,1 

Necromassa da abbattere (M) 0,0 579,8 0,0 579,8 

N°/ha totale (solo piante vive) 21 611 150 782 

Piante al taglio (vive) 0 352 31 383 

Piante morte da asportare 0 580 0 580 

N°/ha dopo il taglio 21 259 119 399 

Faggio 

19% 


Agrifoglio 

3% 

Castagno 

78% 

Faggio 

30% 


Agrifoglio 

5% 

Castagno 

65%

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Agrifoglio Castagno Faggio tot 



elemento di 

0,0 8,6 0,5 9,0 


Conservare come elemento strutturante (S) 0,2 4,7 9,4 14,4 


(F) 

0,0 11,7 1,1 12,8 

Necromassa da abbattere (Na) 0,0 7,1 0,0 7,1 

G/ha totale (solo piante vive) 0,89 27,02 12,16 40,08 

Area basimetrica al taglio (viva) 0,00 11,73 1,07 12,80 

Piante morte da asportare 0,00 7,05 0,00 7,05 

G/ha dopo il taglio 0,89 15,29 11,10 27,28 

Faggio 

30% 


Agrifoglio 

2% 

Castagno 

68% 

55 

Faggio 

41% 


Agrifoglio 

3% 

Castagno 

56%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Agrifoglio Castagno Faggio tot 



elemento di 

0,0 53,3 1,5 54,7 


Conservare come elemento strutturante (S) 1,6 32,2 62,0 95,8 


(F) 

0,0 65,2 5,4 70,6 

Necromassa da abbattere (Na) 0,0 26,9 0,0 26,9 

Agrifoglio Castagno Faggio tot 

Provvigione totale (solo piante vive) 6,23 168,01 77,02 251,26 

Ripresa (viva) 0,00 65,25 5,36 70,60 

Piante morte da asportare 0,00 26,92 0,00 26,92 

Provvigione dopo il taglio 6,23 102,76 71,67 180,66 

Faggio 

31% 


Agrifoglio 

2% 

Castagno 

67% 

56 

Faggio 

40% 

Agrifoglio 

3% 


Castagno 

57%

PIOTA - LENERATA 



FAGGETA CON CASTAGNO 


CONVERSIONE 

57



Comune: Bosio 

Località: Piota_Lenerata 




Ubicazione, confini ed accesso: il popolamento occupa il basso versante a morfologia molto articolata in 

destra orografica del Torrente Piota, a valle della Cascina Lenerata. Esso è raggiungibile dalla pista forestale 

che, passando vicino alla suddetta cascina attraversa il torrente. 



CARTOGRAMMA 

58



Pendenza [gradi] media: 18 minima: 11 massima: 22 



NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) 



alto versante ripiano o terrazzo x 





























su 0 ha e/o sul 0 % rocce - acque - strade 


59


Tipo forestale FA10C 

Note: ceduo di faggio in mescolanza con castagno, presente sia come ceduo che con vecchi individui da 

frutto monumentali. 






sporadico sotto copertura X faggio 

diffuso X 



X rovere 

Gestione passata: si tratta di un castagneto da frutto abbandonato invaso successivamente da faggio e 

rovere, a loro volta sottoposte ad almeno in turno di ceduazione. 

60





con esposizione prevalente nord. La stazione presenta lievi effetti di erosione nelle zone più 

prossime all’impluvio, che passa a breve distanza dalla particella. 







del bosco. 

Tipo 

strutturale 



CS – cedui adulto con senza 

matricine 

Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 40 

Vol/ha (m 3 ) 258 



G/ha (m 2 ) 6 

Vol/ha (m 3 )) 36 

/ MM – fustaia adulta monoplana per gruppi a prevalenza 

di diametri medi. 

Il popolamento si presenta come un ceduo invecchiato di faggio e castagno, in mosaico con una fustaia 

adulta monoplana di rovere, faggio e relitti di castagni da frutto. Per quanto riguarda la componente a fustaia, 

dalla curva di distribuzione diametrica sono ben evidenti le matricine più vecchie del ceduo (costituite 

soprattutto dal faggio) e i nuclei di giovane fustaia che nel tempo di sono affermati, in particolare per la 

rovere. Il castagno, di origine prevelentemente aganica, presenta un’anomali diametrale tipica dei soprassuoli 

coetanei, anche se è interessante il numero consistente di individui nelle classi diametriche inferiori, 

prevalentemente da seme. 

L’elevata provvigione è da attribuire alla presenza di alcuni individui da frutto. 

Il rapporto percentuale fra ceduo e fustaia è paritetico: 51% polloni e 60% fustaia. 

Il diametro medio del popolamento è parti a 27 cm, ripartito fra polloni e seme come di seguito riportato. 

Specie P S Totale 

Altre latifoglie 9,7 94,6 16,0 

Castagno 18,6 77,0 32,1 

Faggio 16,3 100,1 20,9 

Rovere 14,5 83,5 22,2 

Totale 16,9 84,7 27,0 

61

mc./ha 

num./ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 

500 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 



62 


Castagno 

Faggio 

Rovere 

Popolamento 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 100 


Castagno 

Rovere 


Faggio 

Totale complessivo



















































63





















































64


















































Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 8 Altre latifoglie P 



65





















































66









Conservare Conservare come elemento strutturante 14 Altre latifoglie S 












































67





















































68





Conservare Conservare come elemento di accomplagnamento 9 Faggio P 

Conservare Conservare come elemento di accomplagnamento 9 Faggio P 

Conservare Conservare come elemento di accomplagnamento 11 Altre latifoglie S 











Conservare Conservare come elemento di accomplagnamento 9 Altre latifoglie P 




La martellata, eseguita durante il cavallettamento, ha avuto come obiettivo il diradamento del 

popolamento con selezione e messa in luce dei portaseme migliori (alberi strutturanti) di faggio, 

l’aumento di stabilità nei gruppi di fustaia giovane di rovere, l’avviamento all’alto fusto del faggio e 

del castagno; l’intervento non è stato realizzato in modo uniforme, ma sui gruppi già formati o in 

fase di differenziazione. 

Nell’esecuzione della martellata ha è stato valutato il ruolo di ogni singolo albero per il faggio o dei 

gruppi per la rovere, con particolare riferimento alla posizione sociale, alle caratteristiche della 

chioma e del fusto, alle condizioni fitosanitarie, alla presumibile tendenza evolutiva nel 

popolamento ed infine alla sua rilevanza nei rapporti di concorrenza. Il soprassuolo è stato 

suddiviso in tre insiemi. 


Sui poco più di 1200 soggetti ad ettaro presenti, di cui vive circa 1000, ne sono stati mantenuti 

circa la metà: 484 individui, pari al 48% dei soggetti e all’75% del volume. I soggetti da 

conservare sono stati a loro volta suddivisi in quelli strutturali (10% della composizione pari al 

19% del volume), che costituiranno l’ossatura del popolamento alla maturità fisiologica, quelli 

di accompagnamento (25%, pari al 14% del volume) e per la biodiversità (4%, pari al 33% del 

volume); questi ultimi corrispondono ad alcuni individui di castagno da frutto di grosse 

dimensioni. Fra gli individui strutturanti prevale il faggio (70%), secondartiamente rovere e 

alcuni polloni di castagno. 



(52 dei soggetti, pari al 25% del volume); la motivazione del prelievo di questi individui è 

quella di favorire i soggetti d’avvenire, secondariamente stabilità e miglioramento strutturale. 

• Necromassa 

La Necromassa presente nel popolamento è il 16% del numero, che in termini di massa 

69

corrisponde al 12%; essa è costituita quasi eslusivamente da polloni di castagno morti in piedi o 

in fase di schianto. Il 70% della necromassa viene asportata, la restante parte lasciata in bosco, 

abbattuta sia a terra che in piedi. 

Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento con selezione positiva sulla rovere e sul faggio 

e completamento dell’avviamento a fustaia del faggio e del 

castagno. 

N G V 

totale 1214 47 294 

prelevare 531 [52%] 13 [31%] 65 [25%] 

conservare 484 [48%] 28 [69%] 193 [75%] 

Nei grafici seguenti è riportata l’analisi della martellata secondo nei diversi ruoli in cui è stato 

suddiviso il popolamento. Il castagno, che rappresenta circa il 40% del numero complessivo di 

alberi e 68% del volume è stato oggetto di prelievo per il 25% (15% del volume), seguito da faggio. 

Rovere 

Faggio 

Castagno 








Necromassa da conservare 

Abbattere per aumentare stabilità/miglioramento strutturale 

0 100 200 300 400 500 600 

numero/ha 

70

Rovere 

Faggio 

Castagno 


Rovere 

Faggio 

Castagno 



0 5 10 15 20 25 30 

mq/ha 


71 








0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 

mc/ha 





Abbattere per aumentare stabilità/miglioramento 

strutturale 




quasi il 73% della provvigione e circa il 10% della ripresa.

S 

P 


0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 

mc/ha 

72 





Abbattere per aumentare stabilità/miglioramento 

strutturale 





faggio; questi prelievi spostano poco il diametro medio del popolamento, che rimane quasi 

invariato. 

num./ha 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 


Conservare 

Abbattere

mc/ha 

Vol./ha (mq) 

50 

40 

30 

20 

10 

8,0 

7,0 

6,0 

5,0 

4,0 

3,0 

2,0 

1,0 

0,0 

0 

Distribuzione area basimetrica 

10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 100 

Classi diametriche 


73 

Abbattere 

Conservare 

10 15 20 25 30 35 40 


Prelevare Conservare 

ANALISI DELLE PIANTE Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



110,4 147,2 36,8 304,9 25,1 




elemento 

21,0 89,4 21,0 131,4 10,8 



220,8 262,9 10,5 499,4 41,1 

Abbattere per aumentare 

stabilità/miglioramento 

strutturale (M) 

31,5 0,0 0,0 31,5 2,6 

Necromassa da conservare 99,9 5,3 0,0 105,1 8,7 

Necromassa da abbattere 89,4 0,0 5,3 94,6 7,8 

N°/ha totale (solo piante vive) 426 499 68 1015 84

Piante al taglio (vive) 252 263 11 531 44 

Piante morte da asportare 89 0 5 95 8 

N°/ha dopo il taglio 173 237 58 484 40 


21% 

Rovere 

51% 


Castagno 

25% 

Faggio 

3% 

74 

Rovere 

51% 



18% 

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



elemento di 

0,1 4,3 2,6 0,8 7,7 


Conservare come elemento strutturante (S) 0,0 1,4 6,3 1,1 8,8 


(F) 

0,0 6,4 4,4 0,2 11,0 


stabilità/miglioramento strutturale (M) 

0,0 1,5 0,0 0,0 1,5 



G/ha totale (solo piante vive) 0,22 24,87 13,25 2,07 40,41 

Area basimetrica al taglio (viva) 0,04 7,87 4,41 0,17 12,50 


G/ha dopo il taglio 0,18 17,00 8,84 1,89 27,91 

Rovere 

5% 

Faggio 

33% 



1% 

Castagno 

61% 

Faggio 

32% 

Rovere 

7% 



1% 

Castagno 

25% 

Faggio 

6% 

Castagno 

60%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Altre latifoglie Castagno Faggio Rovere Tot 



di 

0,2 25,1 10,8 4,2 40,3 


Conservare 


come elemento 

0,0 9,3 37,0 8,7 55,0 



0,1 36,4 18,3 0,6 55,3 


stabilità/miglioramento 

(M) 

strutturale 0,0 9,4 0,0 0,0 9,4 



Provvigione totale (solo piante vive) 0,69 177,22 66,10 13,45 257,46 

Ripresa (viva) 0,09 45,80 18,27 0,56 64,72 


Provvigione dopo il taglio 0,61 131,42 47,83 12,89 192,74 

Faggio 

26% 


Rovere 

5% 


0% 

Castagno 

69% 

75 

Rovere 

7% 

Faggio 

25% 



0% 

Castagno 

68%

BENEDICTA-SACRARIO 





CONVERSIONE 

77



Comune: Bosio 

Località: Sacrario 




Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione sull’alto versante nord, a valle della strada 

provinciale, in corrispondenza del parcheggio prima del Sacrario della Benedicta. 

. 



78


Quota [m s.l.m. ] media: 671 minima: - massima - 




NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) 



alto versante X ripiano o terrazzo x 

Litologia e suoli: rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. Suoli mediamente evoluti, 






























79



Note: querceto di rovere in mescolanza con faggio, castagno (relitto) e abbondate orniello. 


Strato arbustivo X ginepro 

Strato erbaceo X brachipodio 



sporadico X sotto copertura X faggio 

diffuso X orniello 



X rovere 

Gestione passata: ---- 

80













del bosco. 


IM – ceduo invecchiato con matricine / 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 16 

Vol/ha (m 3 ) 68 



G/ha (m 2 ) 2 

Vol/ha (m 3 )) 1 

Il popolamento si presenta come un ceduo invecchiato di rovere, con abbondante presenza di latifoglie 

eliofile, secondariamente faggio e acero opalo. La curva di distribuzione diametrica evidenzia la presenza di 

un popolamento di tipo disetaneo; tuttavia analizzando la curva si può dedurre che il soprassuolo attuale è 

dato dalla presenza di due popolamenti che da un punto di vista temporale sono sequenziali. Il primo è il 

soprassuolo più adulto, rado e coetaniforme (diametri maggiori di 20 cm), il secondo d’invasione e a 

Il diametro medio del popolamento è parti a 13 cm. 

81

mc./ha 

40 

30 

20 

10 

0 

num./ha 

1200 

1000 

800 

600 

400 

200 

0 


10 15 20 25 30 



82 

Agrifoglio 

Castagno 

Faggio 

maggiociondolo 

Orniello 

Rovere 

Sorbo montano 

Popolamento 

10 15 20 25 30 


Agrifoglio 

Castagno 

Rovere 

Orniello 

Faggio 


Sorbo montano 

Popolamento



Conservare Conservare per biodiversità 9 Faggio P 











Conservare Conservare per biodiversità 13 maggiociondolo S 

Conservare Conservare per biodiversità 9 Orniello P 

Conservare Conservare per biodiversità 9 Sorbo montano P 











































83


















































Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 9 Agrifoglio S 

Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 13 Sorbo montano S 


Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 11 Sorbo montano P 







84






Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 9 Orniello P 






















































85



















































Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 15 Sorbo montano S 

Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 8 Sorbo montano P 








86






































Morte da asportare 11 Rovere S 



















Morte da asportare 10 Castagno S 



87


La martellata, eseguita durante il cavallettamento, ha avuto come obiettivo il diradamentoconversione 

del popolamento con selezione e messa in luce dei portaseme migliori (alberi 

strutturanti) di rovere e la salvaguardia del faggio e delle altre specie mesofile. 


Sui poco più di 1550 soggetti ad ettaro presenti, di cui vive circa 1400, ne sono stati mantenuti 

poco meno della circa la metà: 654 individui, pari al 46% dei soggetti e al 62% del volume. I 

soggetti da conservare sono stati a loro volta suddivisi in quelli strutturali (14% della 

composizione pari al 40% del volume), che costituiranno l’ossatura del popolamento alla 

maturità fisiologica, quelli di accompagnamento (21%, pari al 17% del volume) e per la 

biodiversità (7%, pari al 5% del volume); questi ultimi corrispondono ad alcuni individui di 

faggio e agrifoglio. Fra gli individui strutturanti prevale la rovere (70%). 



(54 dei soggetti, pari al 38% del volume); la motivazione del prelievo di questi individui è 

quella di favorire i soggetti d’avvenire, secondariamente stabilità e miglioramento strutturale. 

• Necromassa 

La necromassa presente nel popolamento è il 7% del numero, che in termini di massa 

corrisponde al 3%; essa è costituita quasi eslusivamente da polloni di castagno morti in piedi e 

rovere. La necromassa viene asportata, la restante parte lasciata in bosco, abbattuta sia a terra 

che in piedi. 

Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento – conversione con selezione positiva sulla 

rovere e sul faggio e completamento dell’avviamento a 

fustaia del faggio e del castagno. 

N G V 

totale 1437 16 68 

prelevare 782 [54%] 6 [43%] 26 [38%] 

conservare 654 [46%] 10 [57%] 42 [62%] 

Nei grafici seguenti è riportata l’analisi della martellata secondo nei diversi ruoli in cui è stato 

suddiviso il popolamento. I prelievi sono stati realizzati soprattutto sui polloni malvenenti di rovere 

(55% dei soggetti prelevati) e sorbo montano (30% dei soggetti prelevati), secondariamente faggio e 

castagno. 

88

Sorbo montano 

Rovere 

Orniello 


Faggio 

Castagno 

Sorbo montano 

Rovere 

Orniello 


Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 


0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 

numero/ha 


89 











0 2 4 6 8 10 12 14 

mq/ha

Sorbo montano 

Rovere 

Orniello 


Faggio 

Castagno 

Agrifoglio 







0 20 40 60 

90 

mc/ha 


quasi il 54% della provvigione e circa il 10% della ripresa. 

S 

P 


0 20 40 

mc/ha 





Necromassa da abbattere

num./ha 

mc/ha 

1000 

900 

800 

700 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

30 

20 

10 

0 

0 

mq/ha 

7,0 

6,0 

5,0 

4,0 

3,0 

2,0 

1,0 

0,0 


10 15 20 25 30 



91 

Conservare 

Abbattere 

10 15 20 25 30 



Conservare 

Abbattere 

10 15 20 25 30 


Conservare 

Prelevare

NESPOLO 

SETTORE BENEDICTA-MONTE LECO 



INTERVENTO TESTATO – MONITORAGGIO 

93


Comune: Bosio 

Località: Cascina Nespolo 





Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione di intervento si trova sul versante con 

esposizione ovest-sud-ovest, in prossimità del bivio fra la provinciale e la pista a fondo naturale che 

porta a Cascina Nespolo, sul lato monte strada. 



94




Esposizione [gradi ] pianeggiante E (66°-122°) SO (203°-247°) X 


NE (26°-67°) X S (158°-202°) NO (293°-337°) 

Posizione fisiografica: crinale o cresta dosso o displuvio versante X 



Litologia e suoli: Rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. Suoli mediamente sono 

pressoché assenti, poco evoluti, caratterizzati da orizzonti superficiali di colore bruno in cui si nota un 

modesto contenuto in sostanza organica che arricchisce in elementi nutritivi solo i primi centimetri di suolo. 

La profondità del suolo è di circa 15-20 cm. 






















su ------ ha e/o sul 0,5 % rocce - acque - strade 

cespuglieti X - praterie - 

Descrizione ------ 

95



Note: popolamento a prevalenza di rovere, molto rado, sia per le difficili condizioni stazionali sia per il 

passaggio del fuoco. Oltre alla rovere sono presenti sorbo montano e orniello. 


Strato arbustivo X erica arborea 

Strato erbaceo X brachiopodio 


Novellame assente libero X 

sporadico X sotto copertura 

diffuso 


Rinnovazione X orniello 

Gestione passata nessun segno di interventi ad esclusione di prelievi delle ceppaie completamente bruciate. 

96




mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 50x40 metri disposto su un dosso, a doppia esposizione, 

ovvero sia verso S che verso nord ovest; la pendenza media dell’area si attesta sui 20°. La stazione 

presenta lievi effetti di erosione nelle zone più prossime alla pista forestale, che passa a breve 

distanza dalla particella. 


minima diametrica di 5 centimetri, al fine di determinare i principali parametri quanti-qualitativi del 

bosco. 

Non è stata eseguita la martellata in quanto il soprassuolo è lasciato alla libera evoluzione. 


VU – Vuoto per cause accidentali / 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 4 

Vol/ha (m 3 ) 61 


/ha 53 

G/ha (m 2 ) 0,4 

Vol/ha (m 3 )) 1 

Soprassuolo con copertura inferiore al 30%, con individui di diametro variabile fra 3 e 20 cm, ma in 

prevalenza inferiore a 10 cm. 

num./ha 

700 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

0 

Distribuzione diametrica (num./ha) 

5 10 15 20 


97 

Orniello 

Rovere 

Sorbo montano 

Popolamento

PIEDILISTA DI CAVALLETTAMENTO 


Conservare Conservare per biodiversità 3 Orniello S 
















































98





















































99



















































Morte Necromassa da conservare Rovere S 


100









101

102

MOLARE 

SETTORE BFORESTA CERRETO 

MOLARE (AL) 

CASTAGNETO 

INTERVENTO TESTATO – DIRADMENTO SELETTIVO 

103



Comune: Bosio 

Località: Piota_Lenerata 




Ubicazione, confini ed accesso: il popolamento si colloca sul medio versante a monte del sentiero, in 

corrispondenza di un impluvio marcato in cartografia. 



104



Pendenza [gradi] media: 15 minima: 11 massima: 22 



NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) 



alto versante ripiano o terrazzo x 































105


Tipo forestale CA40X 

Note: ceduo di castagno pressochè in purezza. 






sporadico sotto copertura X fcastagno 

diffuso X 


Rinnovazione X castagno 

Gestione passata: si tratta di un castagneto ceduo, sottoposto ad un leggero diradamento circa 15 anni fa. 













del bosco. 


AM – cedui adulto con matricine / 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 34 

Vol/ha (m 3 ) 171 


/ha 102 

G/ha (m 2 ) 2 

Vol/ha (m 3 )) 8 

106

Il popolamento si presenta come un ceduo invecchiato oltre il turno consuetudinario di castagno, pressoché 

in purezza e con scarse possibilità di ingresso di altre latifoglie per mancanza di portaseme. La distribuzione 

diametrica è quella tipica di soprassuoli coetanei con una concentrazione dei diametri fra 15 e 20 cm, con 

pochi soggetti di diametro superiore. Il popolamento è monoplano con altezza media fra 18 e 20 metri. 

In termini numerici il soprassuolo si divide in parti quasi uguali fra ceppaie e polloni affrancati. 

Il diametro medio del popolamento è parti a 26 cm. 

mc./ha 

70 

60 

50 

40 

30 

20 

10 

num./ha 

0 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

0 


10 15 20 25 30 35 40 



107 

Castagno 

Robinia 

Popolamento 

10 15 20 25 30 35 40 


Castagno 

Robinia 

Popolamento


Classe 

Motiv 

Motivazione Diametro Specie Qualità 

















































108





















































109





















































110



















































Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 39 Robinia S 


111









































Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 15 Robinia S 

Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 13 Robinia S 

Abbattere Necromassa da asportare 12 Castagno P 










112












La martellata, eseguita durante il cavallettamento, ha avuto come obiettivo il diradamento del 

popolamento con selezione e messa in luce dei portaseme migliori (alberi strutturanti) di faggio, 

l’aumento di stabilità nei gruppi di fustaia giovane di rovere, l’avviamento all’alto fusto del faggio e 

del castagno; l’intervento non è stato realizzato in modo uniforme, ma sui gruppi già formati o in 

fase di differenziazione. 

Nell’esecuzione della martellata ha è stato valutato il ruolo di ogni singolo albero per il faggio o dei 

gruppi per la rovere, con particolare riferimento alla posizione sociale, alle caratteristiche della 

chioma e del fusto, alle condizioni fitosanitarie, alla presumibile tendenza evolutiva nel 

popolamento ed infine alla sua rilevanza nei rapporti di concorrenza. Il soprassuolo è stato 

suddiviso in due gruppi. 


Sui poco più di 1200 soggetti ad ettaro presenti, di cui vivi circa 1000, ne sono stati mantenuti la 

metà: 484 individui, pari al 48% dei soggetti e all’75% del volume. I soggetti da conservare 

sono stati a loro volta suddivisi in quelli strutturali (10% della composizione pari al 19% del 

volume), che costituiranno l’ossatura del popolamento alla maturità fisiologica, quelli di 

accompagnamento (25%, pari al 14% del volume) e per la biodiversità (4%, pari al 33% del 

volume); questi ultimi corrispondono ad alcuni individui di castagno da frutto di grosse 

dimensioni. Fra gli individui strutturanti sono stati scelti polloni già affrancati, secondariamente 

polloni più stabili e meglio conformati selezionandoli dalle ceppaie. 


Nel popolamento oggetto di intervento sono stati individuati circa 620 soggetti ad ettaro da 

abbattere (50 dei soggetti, pari al 66% del volume); la motivazione del prelievo di questi 

individui è quella di favorire i soggetti d’avvenire. 

La Necromassa presente nel popolamento è il 7% del numero e poco meno dell’8% del volume: 

essa è costituita quasi esclusivamente da polloni di castagno morti in piedi o in fase di schianto. 

Tutta la necromassa viene asportata. 

113

Tipo 

intervento 

testato 

Secondo intervento di diradamento/conversione con 

selezione dall’alto 

N G V 

totale 1249 34 294 

prelevare 624 [50%] 14 [42%] 66 [39%] 

conservare 624 [50%] 19 [58%] 105 [61%] 

Nei grafici seguenti è riportata l’analisi del popolamento suddiviso in base al ruolo che ad ogni 

individuo è stato attribuito. Evidente il dimezzamento in termini numerici del popolamento. 

Robinia 

Castagno 







0 200 400 600 800 1000 1200 1400 

numero/ha 

114

Seme 

Polloni 

Distribuzione dell'area basimetrica Abbattere per favorire piante d'avvenire 





Robinia 

Castagno 

0 5 10 15 20 

numero/ha 







0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 

mc/ha 


come il prelievo non ha interessato in prevalenza alcune classi diametriche, ma si è trattato di una 

mera riduzione del numero, senza modificare di fatto l’andamento della curva di distribuzione 

diametrica: il diradamento ha avuto come obiettivo l’individuazione dei soggetti più promettenti, da 

valorizzare e da portare alla maturità fisiologica. 

115

num./ha 

600 

500 

400 

300 

200 

100 

0 

mq/ha 

14,0 

12,0 

10,0 

8,0 

6,0 

4,0 

2,0 

0,0 


10 15 20 25 30 35 



116 

Prelevare 

Conservare 

10 15 20 25 30 35 40 


Abbattere 

Conservare

mc/ha 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 


117 

Prelevare 

Conservare 

ANALISI DELLE PIANTE Castagno Robinia Tot 



elemento di 

416,3 5,1 421,4 

Conservare per biodiversità (B) 10,2 0,0 10,2 

Conservare come elemento strutturante (S) 192,9 0,0 192,9 

Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 614,3 10,2 624,5 

Necromassa da abbattere (M) 101,5 0,0 101,5 

N°/ha totale (solo piante vive) 1234 15 1249 

Piante al taglio (vive) 614 10 624 

Piante morte da asportare 102 0 102 

N°/ha dopo il taglio 619 5 624 

Robinia 

1% 


Castagno 

99% 

Robinia 

1% 


Castagno 

99%

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Castagno Robinia Tot 



elemento di 

9,6 0,6 10,2 



Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 

13,6 0,2 13,7 

Necromassa da abbattere (Na) 1,6 0,0 1,6 

G/ha totale (solo piante vive) 31,75 0,76 32,51 

Area basimetrica al taglio (viva) 13,59 0,16 13,74 

Piante morte da asportare 1,62 0,00 1,62 

G/ha dopo il taglio 18,16 0,61 18,77 


Robinia 

2% 

Castagno 

98% 

118 


Robinia 

3% 

Castagno 

97%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Castagno Robinia Tot 



119 

46,9 6,1 46,9 



Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 65,8 0,5 65,8 


Castagno Robinia Tot 

Provvigione totale (solo piante vive) 164,45 6,57 164,45 

Ripresa (viva) 65,78 0,48 65,78 


Provvigione dopo il taglio 98,67 6,09 98,67 


Robinia 

4% 

Castagno 

96% 

Robinia 

6% 


Castagno 

94%

120

CASCINA CRAVI 

SETTORE BENEDICTA-MONTE LECO 

VOLTAGGIO (AL) 

CASTAGNETO 

INTERVENTO TESTATO – Diradamento – conversione con 

locali tagli di rigenerazione sul castagno 

121

LOCALIZZAZIONE E CARATTERI STAZIONALI 


Comune: Voltaggio 

Località: Cascina Cravi 




Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione di intervento a valle dalla strada a fondo 

naturale che dalla provinciale del Passo della Bocchetta porta a Cascina Cravi, a circa 200 metri 

prima della stessa. 



122


Quota [m s.l.m. ] media: 696 minima: - massima: - 




NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) X 

Posizione fisiografica: crinale o cresta dosso o displuvio versante X 





organica che arricchisce in elementi nutritivi solo i primi centimetri di suolo. 








Descrizione di eventuali altri fattori: ------ 
















Descrizione di eventuali altre superfici incluse: ------- 

123


Tipo forestale CA40X 

Note: l’area di Monte Leco si caratterizza, oltre che per estesi popolamenti di origine artificiale di Abete 

rosso e Pino nero, anche per la presenza di elevate superfici a castagneto, di cui grandi aree sono state colpite 

da fenomeni di collasso e schianti a causa della galaverna, in particolare riferita al dicembre 1997, i cui 

effetti sono sempre più disastrosi a causa dell’invecchiamento dei soprassuoli. In questa situazione, inoltre, 

vi è anche una carenza di latifoglie quali faggio e rovere che possano, a tempo brevi o medi, portare alla 

creazione di soprassuoli misti, più stabili. 

La particella in esame si caratterizza per la presenza di un Castagneto acidofilo a Physospermum cornubiense 

dell’Appennino e dei rilievi collinari interni. Si nota ancora nei pressi dell’area in oggetto, la vecchia 

gestione a castagneto da frutto per la presenza di alcuni portaseme, ormai abbandonata da decenni; sono 

presenti inoltre diversi individui adulti di faggio e una discreta rinnovazione della stessa specie. 


Strato arbustivo X agrifoglio 




sporadico sotto copertura X 

diffuso X 


Rinnovazione X castagno 

X frassino maggiore 

Gestione passata: un diradamento da basso di debole intensità dei primi anni ’80 del secolo scorso, prima 

della galaverna del 2000. 

124




mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 30x40 metri. 







del bosco. 


AM – cedui adulti con matricine / --- 

All’abbandono dell’attività colturale da frutto è seguito un periodo di gestione a ceduo, più o meno 

regolare. La struttura complessiva della parcella in esame è a ceduo matricinato adulto, soggetto a 

diradamento leggero circa 15 anni prima e fortemente colpito dalla galaverna circa 5 anni dopo 

(40% degli individui), con molte piante stroncate ad una altezza media di 10-12 metri. Nel 

sottobosco prevalgono leggermente specie tendenzialmente mesofile, secondariamente quelle 

mesoxerofile; Molto interessante inoltre è la presenza dell’agrifoglio sia in piante di 3-5 metri sia in 

rinnovazione al di sotto dei polloni di castagno; questa presenza è molto interessante in termini 

ecologici in quanto indica una ottima potenzialità per specie mesofile come faggio e altre latifoglie. 

Altre specie in rinnovazione con buona diffusione sono frassino maggiore e castagno. 

L’altezza dominante degli individui, perlomeno quelli che hanno resistito agli effetti della 

galaverna, si attesta sui 16-17 m. 


Altezza 

media 

Alberi vivi 

Necromassa 

m castagno 16-17 


G/ha (m 2 ) 53 

Vol/ha (m 3 ) 322 


piante /ha 34 

G/ha (m 2 ) 12 

Vol/ha (m 3 )) 2 

Il diametro medio del popolamento è pari a 22 cm, così ripartito. 

125

num./ha 

500 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 


126 

Agrifoglio 

Castagno 

Popolamento 

La curva di distribuzione diametrica evidenza la presenza di un soprassuolo coetaneo, tipico dei cedui 

matricinati, con una concentrazione dei soggetti nella calsse diametrica dei 20cm. 






























Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 18 Castagno P


















































Morte da asportare 12 Castagno P 

Morte da asportare 14 Castagno P 

127


Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento/conversione per piccoli gruppi con 

selezione del castagno, liberazione della 

rinnovazione affermata delle latifoglie diverse dal 

castagno e taglio di rigenerazione sulle ceppaie 

collassate 

N G V 

totale 1317 53 322 

prelevare 

753 

[57%] 

27 

[50%] 

152 

[47%] 

conservare 

564 

[43%] 

27 

[50%] 

168 

[53%] 

Durante l’esecuzione della martellata è stato valutato il ruolo di ogni singolo gruppo ed in tal modo 

è stato possibile individuare 753 soggetti ad ettaro da asportare (56% del totale in numero) che 

rappresentano il 47% della massa viva in piedi. 

Popolamento da conservare 

Sui 1317 soggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti 564 (ovvero il 

44% dei soggetti) pari al 53% del volume; di questi il 42% è stato conservato come elemento di 

accompagnamento (codice “A”), il 50% come elemento strutturante (codice “S”) ed il rimanente 

8% in favore della biodivesità (codice “B”). 

Codice B Piante da conservare per la biodiversità: rientrano in questo caso gli esemplari di 

castagno con portamenti e forme del fusto tali da poter essere considerate probabili siti di 

nidificazione, piuttosto che piante da portare ad invecchiamento indefinito e morte naturale. 

Codice S Piante da conservare come elemento strutturante stabile: riguardano quelle piante 

che presentano pochi danni alla struttura, o che hanno reagito in maniera tale da ricostituire 

rapidamente una chioma ampia e profonda; tendenzialmente sono stati selezionati 

prevalentemente per gruppi o insieme a quelle di accompagnamento. 

Codice A Piante da conservare come elemento di accompagnamento; ovvero piante 

accessorie, prevalentemente nello strato dominato, che non presentano grandi danni ma che 

potrebbero anche essere destinate a sostituire le piante strutturanti in caso di eventuali altri danni 

al popolamento. Sono inoltre utili a mantenere una discreta stabilità della ceppaia su cui sono stati 

selezionati i polloni strutturanti. 

Popolamento da abbattere 


(56% dei soggetti), pari al 47% del volume. La necromassa presente è pari allo 0,5% del volume 

complessivo, e deve essere eliminata. 

Codice F Abbattere per favorire le piante d'avvenire: l’intervento di selezione negativa ha 

inciso sulle piante a scarsa stabilità, che oltre a poter essere di disturbo per lo sviluppo diametrico 

128

dei soggetti d’avvenire, possono inoltre incidere sulla stabilità complessiva della ceppaia. In tale 

ambito ricadono anche i gruppi di piante abbattute per fare luce alla rinnovazione. 

Codice Na Necromassa da abbattere: piante morte in piedi che non presentano rilevanti 

caratteristiche ecologiche, soprattutto a causa del piccolo diametro. Si tratta esclusivamente di 

esemplari dominati e tendenzialmente possono essere pericolosi in caso di incendio, essendo 

facilmente infiammabili e per la loro disposizione verticale possono essere uno dei veicoli per il 

passaggio in chioma del fuoco. 


Castagno 

Agrifoglio 

Castagno 

Agrifoglio 


0 200 400 600 800 1000 1200 1400 

numero/ha 

129 











Necromassa da lasciare 

0 10 20 30 40 50 60 

mq/ha

Castagno 

Agrifoglio 







0 20 40 60 80 100 120 140 160 

mc/ha 



“Compresa D – Castagneti cedui o fustaie sopra ceduo, fortemente degradati, da migliorare e 

ricostituire”. 

La carta degli interventi di piano prevede, per il tipo di popolamento in oggetto, l’avviamento a 

fustaia, abbinato a locali tagli di rigenerazione nel caso di ceppaie di castagno completamente 

collassate o dove non sono individuabili polloni d’avvenire. 


evidenzia che come il taglio è andato a distribuirsi su quasi tutte le classi diametriche, in particolare 

sui polloni dominati o selezionando i migliori; il taglio nelle classi diametriche più grandi è stato 

per mettere in luce l’agrifoglio e su alcune ceppaie senza polloni d’avvenire. 

num./ha 

500 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 


130 

Conservare 

Abbattere

MONTE LECO-BOCCHETTA 


COMUNE DI VOLTAGGIO (AL) 

RIMBOSCHIMENTO DI ABETE ROSSO 

131



Comune: Bosio 

Località: Monte Leco 





1500 m 2 : sul medio versante di Monte Leco, al di sopra della località “Cave di pietra”. La particella 

è stata definita contrassegnando i vertici con vernice rossa e le prime piante al di fuori lungo i lati 

del quadrato. 


Insufficiente su 0% e buona su 100 % 

132






NE (26°-67°) X S (158°-202°) NO (293°-337°) 




Litologia e Suoli: Rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. 








Descrizione di eventuali altri fattori: nella parte centrale della particella è presente un piccolo impluvio ed 

una zona di risorgiva. 










Fattori particolari nessuno usi civici 


sorgenti o fonti X altro 




Descrizione di eventuali altre superfici incluse: ---------- 

133


Tipo forestale RI10D 

Note: rimboschimento di abete rosso in purezza, con età variabile fra 45 e 55 anni. Nei dintorni sono presenti 

nuclei di nocciolo d’invasione, isolate ceppaie di faggio e qualche individuo di ciliegio, acero di monte e 

cerro. La rinnovazione di faggio al di sotto del rimboschimento è di origine artificiale. 






sporadico sotto copertura X d’impianto 

diffuso 


Rinnovazione X faggio d’impianto 

Gestione passata: sono stati realizzati leggeri diradamenti, asportando prevalentemente gli individui 

deperienti o morti in piedi di abete rosso, con sotto impianti di faggio. Nei dintorni è stata realizzata una 

busca ed una striscia per eliminare gruppi di abeti colpiti dagli scolitidi. 

134




mq: essa è costituita da un rettangolo di lati 30x50 metri disposta all’interno di un piccolo impluvio, 

con espsizone nord. 

Contemporaneamente al cavallettamento totale è stata realizzata la martellata, individundo le piante 

da abbattere con vernice gialla; il limite dell’area è definito da limiti segnati con vernice rossa 

fosforescente. Il cavallettamento totale del popolamento forestale è stato eseguito con soglia 


del bosco. 


MG – Fustaia adulta a prevalenza di diametri grandi / 

La composizione attuale, vede la prevalenza pressoché totale dell’abete rosso, con alberi 

mediamente stabili, ma potenzialmente a rischio di attacco da parte di scolitidi. Le condizioni per la 

rinnovazione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti relativi alla lettiera, molto lontane da quelle 

ideali o semplicemente favorevoli. La possibile evoluzione del popolamento in assenza degli 

scolitidi, porterebbe alla progressiva riduzione della copertura con ingresso massiccio del nocciolo, 

ovvero il passaggio ad una fase di blocco dinamico di durata difficilmente valutabile; la presenza 

degli scolitidi, porta ad un accelerazione di tale processo. Le sporadiche e giovani latifoglie arboree 

difficilmente nelle attuali situzioni evolutivo-colturali possono essere in grado di modificare le 

suddette tendenze; si ritiene pertanto necessario intervenire con il sottoimpianto o la semina, sia di 

latifoglie arboree che di arbusti. 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 42 

Vol/ha (m 3 ) 288 


/ha 14 

G/ha (m 2 ) 1,1 

Vol/ha (m 3 )) 7,4 

Il diametro medio del popolamento è pari a 41,6 cm. 

135

num./ha 

80 

70 

60 

50 

40 

30 

20 

10 

0 

mc/ha 

90 

80 

70 

60 

50 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 40 45 50 

Abete rosso 

Pineo nero 

Popolamento 


Diastribuzione volumi (mc/ha) 

136 

Abete rosso 

Pino nero 

Popolamento 

20 25 30 35 40 45 50 55 60 

Classi diametriche (cm)



Conservare Conservare come elemento strutturante 45 Abete rosso S 

















Prelevare Abbattere per aumentare stabilità/miglioramento strutturale 43 Abete rosso S 








Prelevare Abbattere per messa in rinnovazione 34 Abete rosso S 




















Prelevare da asportare 22 Abete rosso S 

Prelevare da asportare 40 Abete rosso S 

137


Durante l’esecuzione della martellata è stato valutato il ruolo di ogni singolo albero, con particolare 



rapporti di concorrenza. Il popolamento è stato suddiviso in due categorie principali 


Sui 307 soggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti 116 (ovvero 

il 38% dei soggetti) pari al 46% del volume, con il ruolo di elemento strutturale. 



(62% dei soggetti), pari al 54% del volume, suddivisi in piante da abbattere per aumento della 

stabilità (17% del numero complessivo) e per la messa in rinnovazione (42% del numero 

complessivo) attraverso l’apertura di una buca. 

Tipo di intervento 

testato 

Diradamento selettivo con apertura di una fessura con rinfoltimento di 

latifoglie autoctone 

N G V 

totale 306 42 288 

prelevare 

191 

[62%] 

33 

[78%] 

154 [54%] 

conservare 116 [38%] 9 [22%] 134 [46%] 

138


Pino nero 

Abete rosso 

Pino nero 

Abete rosso 

Pino nero 

Abete rosso 



Abbattere per messa in rinnovazione 



0 50 100 150 200 250 300 350 

numero/ha 






0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 

mq/ha 






0 20 40 60 80 100 120 140 160 

mc/ha 

139



“Compresa C – Rimboschimenti di conifere esotiche inadatte alla stazione, in precarie condizioni 

fitosanitarie, da trasformare in popolamenti di latifoglie autoctone. 

La carta degli interventi prevede, per raggiungere il suddetto obiettivo, la trasformazione con 

sottoimpianto di latifoglie arboree ed arbustive autoctone, anche in relazione 

Tenuto conto delle caratteristiche del popolamento e della necessità di procedere alla rapida 

rinaturalizzazione de popolamento, sopperendo alla mancanza di latifoglie autoctone con 

sottoimpianti l’intervento si concretizza con due tipi di azioni: 

- diradamento a carico delle conifere 

- taglio a buche (apertura di una buca) con sottoimpinato di latifoglie fra cui, faggio, acero di 

monte. La realizzazione della posizione della buca è stata fatta in modo da garantire le 

necessarie condizioni di luce, nella fattispecie evitare eccessiva illuminazione durante le ore 

centrali. 


evidenzia che come il taglio è andato ad incidere prevalentemente sulle classi diametriche inferiori, 

ovvero sui soggetti dominanti, secondariamente su alcuni delle classi diametriche maggiori nel caso 

della buca. 

num./ha 

mq/ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 

10,0 

9,0 

8,0 

7,0 

6,0 

5,0 

4,0 

3,0 

2,0 

1,0 

0,0 


20 25 30 35 40 45 50 55 60 

Conservare Abbattere 

Distribuzione Area basimetrica/ha per classi dimatriche 

140 

Conservare Prelevare 

20 25 30 35 40 45 50 55 60

mc/ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 


20 25 30 35 40 45 50 55 60 

141 


ANALISI DELLE PIANTE Abete rosso Pino nero Tot 


Abbattere per aumentare stabilià/migliorameto 

54,5 0,0 54,5 


Abbattere per la messa in rinnovazione (R) 136,3 0,0 136,3 


Abete rosso Pino nero Tot 

N°/ha totale (solo piante vive) 293 14 307 

Piante al taglio (vive) 191 0 191 

Piante morte da asportare 293 14 307 

N°/ha dopo il taglio (vive) 102 14 116 


Pino nero 

8% 

Abete rosso 

92% 

Pino nero 

12% 


Abete rosso 

88% 

La martellata ha leggermente portato ad un aumento del pino nero, risparmiato al taglio in quanto ritenuta 

specie più stabile e meno soggetta attualmente a problemi patologici. Per altro la maggiore quantità di luce 

che arriva al suolo al di sotto del pino nero, è maggiore garanzia per la rinnovazione delle latifoglie.

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Abete rosso Pino nero Tot 


Abbattere per aumentare stabilià/migliorameto 

9,0 0,0 9,0 





G/ha totale (solo piante vive) 39,87 1,80 41,67 

Area basim. al taglio (solo piante vive) 22,50 0,00 22,50 


G/ha dopo il taglio 17,37 1,80 19,17 

Pino nero 

4% 

Area basim. prima della martellata 

Abete rosso 

96% 

142 

Area basim. dopo la martellata 

Pino nero 

9% 

Abete rosso 

91% 

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Abete rosso Pino nero Tot 


Abbattere per aumentare stabilià/migliorameto strutturale 

63,1 0,0 63,1 

(M) 




Provvigione totale (solo piante vive) 275,65 12,37 288,02 

Ripresa (viva) 429,75 12,37 442,12 


Provvigione dopo il taglio 275,65 12,37 288,02

Pino nero 

6% 

Vomumi prima della martellata 

Abete rosso 

94% 

Pino nero 

4% 


Abete rosso 

96%

144

BOSCO DEL GORELLO 

SETTORE PIANCASTAGNA 

COMUNE DI PONZONE (AL) 


145



Comune: Ponzone 

Località: Gorrello 





1800 m 2 in località “Gorrello”, su un alto versante nei pressi della borgata Abassi, lungo la pista 

forestale che permette di attraversare il Rio Miseria. La particella è stata definita contrassegnando i 

vertici con vernice rossa e le prime piante al di fuori lungo i lati del quadrato. 



146


Quota [m s.l.m. ] media: minima: 536 massima 750 

Pendenza [gradi] media: minima: 10 massima: 35 



NE (26°-67°) S (158°-202°) X NO (293°-337°) 













Erosione superf. o incanalata X X 





















147

Descrizione di eventuali altre superfici incluse:limitrofo alla particella è presente un piazzare con vasca 

antincendio. 


Tipo forestale QV60A 

Note: Querceto di rovere a Physospermum cornubiense dei substrati silicatici dell’Appennino. Si 

tratta di un popolamento appartenente all’Associazione Physospermo-Quercetum petraeae, a 

prevalenza di rovere, in mescolanza con castagno (Castanea sativa), orniello (Fraxinus ornus), 

ciliegio (Prunus avium), ciavardello (Sorbus torminalis) e pino strobo (Pinus strobus), originato 

spontaneamente da disseminazione di un vicino rimboschimento. Nel sottobosco prevalgono specie 

acidofile e si nota un fitto tappeto di graminoidi, oltre ad una presenza sporadica di ginepro comune. 






sporadico X sotto copertura X 

diffuso 


Rinnovazione X orniello 

X rovere 

Gestione passata: sono stati realizzati leggeri diradamenti e un taglio di avviamento non uniforme su tutta la 

superficie. Nei dintorni impianti di conifere. 

148














del bosco. 


MP – Fustaia adulta a prevalenza di diametri piccoli / 


Alberi vivi 

Necromassa 


G/ha (m 2 ) 27 

Vol/ha (m 3 ) 171 


/ha 37 

G/ha (m 2 ) 0,3 

Vol/ha (m 3 )) 1 

149

mc./ha 

50 

40 

30 

20 

10 

num./ha 

0 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


10 15 20 25 30 35 40 



150 

Castagno 

Ciavardello 

Orniello 

Pino strobo 

Rovere 

Popolamento 

10 15 20 25 30 35 40 


Castagno 

Rovere 

Ciavardello 

Pino strobo 

Orniello 

Totale complessivo






Conservare Conservare per biodiversità 38 Rovere S 

Conservare Conservare per biodiversità 16 Ciavardello S 

Conservare Conservare per biodiversità 12 Pino strobo S 

Conservare Conservare per biodiversità 11 Pino strobo S 










































151


Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 8 Ciavardello S 




Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 12 Orniello S 

Conservare Conservare come elemento di accompagnamento 8 Orniello S 





























Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 12 Pino strobo S 

Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 12 Ciavardello S 



Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 11 Ciavardello S 




Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 10 Orniello S 





Abbattere Abbattere per favorire piante d'avvenire 11 Orniello P 




152





















































153





















































154




Necromassa Necromassa da lasciare 10 Castagno P 

Necromassa Necromassa da lasciare 14 Ciavardello P 


Necromassa Necromassa da lasciare 9 Rovere S 





La martellata è stata eseguita durante il cavallettamento; essa è stata finalizzata al diradamento del 

popolamento con selezione per gruppi degli esemplari migliori, favorendo la mescolanza tra rovere 

e le altre specie, eliminando ove possibile la presenza del pino strobo e migliorando le condizioni di 

illuminazione del ciavardello; in diradamento, oltre a favorire una migliore struttura verticale, 

attualmente monoplana, vuole evitare che la precaria stabilità delle piante (tendenzialmente filate) 

possa risultare pericolosa per il mantenimento del popolamento. 





di chioma, ove sono stati individuati parti di gruppi (polloni ed individui nati da seme) in 

concorrenza ed il soprassuolo d’accompagnamento formato da individui indifferenti. Il 

popolamento è stato suddiviso in due categorie principali 


Sui poco più di 1140 soggetti ad ettaro presenti (escluse le piante morte) ne sono stati mantenuti 

circa la metà: 574 individui, pari al 51% dei soggetti e al 58% del volume. I soggetti da 

conservare sono stati a loro volta suddivisi in quelli strutturali, che costituiranno l’ossatura del 

popolamento alla maturità fisiologica, quelli di accompagnamento e per la biodiversità; questi 

ultimi corrispondono soprattutto agli individui di ciavardello da seme. 




quella di favorire i soggetti d’avvenire, sia strutturanti che da conservare per la biodiversità.. 

Tipo 

intervento 

testato 

Diradamento per gruppi con selezione positiva e 

mantenimento delle specie accessorie anche tramite 

liberazione della rinnovazione affermata 

N G V 

totale 1142 27 171 

prelevare 568 [49%] 11 [42%] 66 [38%] 

conservare 574 [51%] 16 [58%] 105 [62%] 

155

Rovere 

Pino strobo 

Orniello 

Ciavardello 

Castagno 

Rovere 

Pino strobo 

Orniello 

Ciavardello 

Castagno 


0 100 200 300 400 500 600 700 

numero/ha 

156 




Abbattere per favorire pinate d'avvenire 








0 5 10 15 20 

mq/ha

Rovere 

Pino strobo 

Orniello 

Ciavardello 

Castagno 







0 20 40 60 80 100 120 140 160 

In termini assoluti, la rovere, che rappresenta circa il 70% della provvigione totale, è oggetto di 

prelievo per poco più del 20%; secondariamente i prelievi interessano il 12% del castagno, che nel 

complesso rappresenta il 26% della provvigione totale. Ciò significa che il taglio ha esportato circa 

il 70% del castagno presente, soprattutto polloni, e il 30% della rovere. 

Di fatto il taglio si è concretizzato in un avviamento all’alto fusto del castagno e un diradamento 

selettivo sulla rovere. 

La necromassa presente, totalmente da asportare (1 mc/ha), è costituita quasi esclusivamente da 

polloni di castagno. 


quasi il 75% della provvigione ed il 61% della ripresa. 

157 

mc/ha

S 

P 


0 20 40 60 80 100 120 140 160 

mc/ha 

158 








dagli individui di mino diametro di rovere, presenti nel piano codominante o sottoposti. Il prelievo 

dei soggetti di rovere nelle classi 30 e 35 cm corrisponde all’apertura di una piccola buca per 

favorire l’affermazione di un nucleo di semenzali di orniello e di ciavardello. 

num./ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 40 


Abbattere Conservare 

La maggior parte della necromassa è presente nella prima e seconda classe diametrica (10 – 15 cm), 

ed un’altra piccola quantità nella seconda classe; essa è costituita da piante da seme o affrancate e 

da polloni che non hanno retto alla concorrenza o che sono morti per malattia. La specie più colpita 

è il castagno, seguita in minore misura da rovere e qualche raro esemplare di ciavardello.

mc/ha 

50 

40 

30 

20 

10 

0 


10 15 20 25 30 35 40 


159 


Se si analizza il popolamento forestale in base al volume distribuito per classi diametriche, si 

osserva come esso presenti un unico picco nella classe 20 cm, con decremento del volume sia verso 

i diametri più piccoli sia verso quelli più grossi. 

Dal grafico si evince inoltre che, una volta eseguiti gli interventi selvicolturali, la distribuzione dei 

volumi, all’interno del popolamento, rimarrà abbastanza simile con uno spostamento del picco dalla 

classe 20 alla classe 25 cm, quindi tendenzialmente più stabile nel rapporto diametri/altezze. 


della provvigione, raggiungerà il valore di 15,4 m 2 /ha. 

ANALISI DELLE PIANTE Castagno Ciavardello Orniello Pino strobo Rovere Tot 

Conservare come elemento di accompagnamento (A) 82,8 22,1 22,1 0,0 182,1 308,9 



Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 149,0 11,0 55,2 77,2 275,8 568,2 

Necromassa da abbattere (M) 27,6 5,5 0,0 0,0 5,5 38,6 

N°/ha totale (solo piante vive) 248 61 110 88 634 1142 

Piante al taglio (vive) 149 11 55 77 276 568 

Piante morte da asportare 28 6 0 0 6 39 

N°/ha dopo il taglio 99 50 55 11 359 574

Castagno 

22% 


Rovere 

55% 

Ciavardello 

5% 

Orniello 

10% 

Pino strobo 

8% 

160 

Castagno 

17% 


Rovere 

62% 

Ciavardello 

9% 

Orniello 

10% 

Pino strobo 

2% 

ANALISI DELL’AREA BASIMETRICA Castagno Ciavardello Orniello Pino strobo Rovere Tot 



elemento di 

1,6 0,2 0,2 0,0 4,1 6,2 




(F) 

3,6 0,1 0,5 0,5 6,8 11,5 


G/ha totale (solo piante vive) 5,62 0,81 1,00 0,58 19,45 27 

Area basimetrica al taglio (viva) 3,58 0,11 0,55 0,46 6,76 11,47 


G/ha dopo il taglio 2,04 0,70 0,46 0,11 12,68 15 


Castagno 

20% 

Rovere 

71% 

Ciavardello 

3% 

Orniello 

4% 

Pino strobo 

2% 


Ciavardello 

4% 

Castagno 

13% 

Rovere 

79% 

Orniello 

3% 

Pino strobo 

1%

ANALISI DELLA PROVVIGIONE Castagno Ciavardello Orniello Pino strobo Rovere Tot 


(A) 

9,1 1,3 1,0 0,0 22,1 33,5 



Abbattere per favorire le piante d'avvenire (F) 21,1 0,6 3,2 2,2 38,6 65,7 


Provvigione totale (solo piante vive) 32,59 4,94 5,52 2,80 125,55 171,40 

Ripresa (viva) 21,11 0,60 3,21 2,20 38,61 65,73 


Provvigione dopo il taglio 11,49 4,34 2,31 0,60 86,94 105,68 

Rovere 

73% 


Castagno 

19% 

Ciavardello 

3% 

Orniello 

3% 

Pino strobo 

2% 

161 

Castagno 

11% 

Ciavardello 

4% 

Rovere 

82% 


Orniello 

2% 

Pino strobo 

1%

162

PIANAZZI 

SETTORE PIANCASTAGNA 

COMUNE DI PONZONE (AL) 

RIMBOSCHIMENTO DI PINO MARITTIMO 

163



Comune: Ponzone 

Località: Gorrello 




Ubicazione, confini ed accesso: la particella campione di intervento l’alto versante in località 

Painazzi; la particella è raggiungibile dalla SS di Bric Berton, svoltando a sinistra in prossimità di 

un basso fabbricato di metallo; di qui proseguire fino al secondo bivio, ove è necessario svoltare a 

destra proseguendo fino al termine dei rimboschimenti. 



164




Esposizione [gradi ] pianeggiante E (66°-122°) SO (203°-247°) X 


NE (26°-67°) S (158°-202°) NO (293°-337°) 

Posizione fisiografica: crinale o cresta dosso o displuvio X versante 



Litologia e suoli: Rocce ignee basiche e ultrabasiche, loro derivati metamorfici. Suoli mediamente sono 

pressoché assenti, poco evoluti, caratterizzati da orizzonti superficiali di colore bruno in cui si nota un 

modesto contenuto in sostanza organica che arricchisce in elementi nutritivi solo i primi centimetri di suolo. 

La profondità del suolo è di circa 15-20 cm. 























cespuglieti X - praterie - 

Descrizione ------ 

165


Tipo forestale RI20B 

Note: rimboschimento di pino nero con relitti di pino marittimo, con copertura del 20%, soggetto a 

incendi e schianti per neve, soprattutto a carico del pino marittimo. La presenza di latifoglie 

pioniere è molto rara. L’altezza media varia fra 2 e 5 metri. 





Novellame assente libero X 

sporadico sotto copertura 

diffuso X 


Rinnovazione X Pino marittimo 

Gestione passata: rimboschimenti realizzati fra il 1960 e il 1965, prima con pino marittimo, poi rinfoltito 

con pino nero. Successivamente si è avito un passaggio d’incendio di cui non si conosce l’anno. 

166










del bosco. 

Non è stata eseguita la martellata in quanto il soprassuolo è lasciato alla libera evoluzione. 

Tipo 

strutturale 


Alberi vivi 

Necromassa 


SG – Senza gestione per condizionamenti 

stazionalii 


G/ha (m 2 ) 4 

Vol/ha (m 3 ) 21 


/ha -- 

G/ha (m 2 ) -- 

Vol/ha (m 3 )) - 

167 

/ 

AS – Ceduo adulto senza 

matricine 

Soprassuolo con copertura inferiore al 30%, con individui di diametro variabile fra 3 e 20 cm, ma in 

prevalenza inferiore a 10 cm. 

num./ha 

500 

450 

400 

350 

300 

250 

200 

150 

100 

50 

0 


5 10 15 20 


Pino marittimo 

Pino nero 

Rovere 

Popolamento

Volume/ha (mc/ha) 

8 

7 

6 

5 

4 

3 

2 

1 

0 


5 10 15 20 


168 

Rovere 

Pino marittimo 

Pino nero 

Popolamento 



Monitoraggio Monitoraggio 2 Pino marittimo S 




























Monitoraggio Monitoraggio 3 Pino marittimo S













Monitoraggio Monitoraggio 3 Rovere S 












Monitoraggio Monitoraggio 4 Pino nero S 


















Morte Necromassa 5 Pino nero S 










169





















































170





















171

Particelle campione d'intervento - Regione Piemonte

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