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Partecipando - Gennaio 2012 - Parrocchia San Sebastiano Martire ...

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partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 1<br />

<strong>Partecipando</strong><br />

Mensile della comunità parrocchiale di Ussana Anno VIII - Numero 1 - <strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong><br />

Fotocronaca dei momenti<br />

più importanti della festa<br />

di <strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong>.<br />

a pagina<br />

4<br />

Crisi, povertà, solidarietà<br />

A Ussana un corso per<br />

conoscere i "segreti" del<br />

pane fatto in casa.<br />

a pagina<br />

6<br />

Michele Contini è il primo<br />

magistrato nella storia del<br />

nostro paese<br />

a pagina<br />

9<br />

Personaggi illustri: Donna<br />

Elena Sedda, nobile possidente<br />

terriera.<br />

a pagina<br />

10


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2<br />

In questo primo numero<br />

del mensile parrocchiale,<br />

che inaugura il suo ottavo<br />

anno di pubblicazione, ho<br />

pensato di soffermarmi su<br />

un tema tristemente<br />

attuale: quello della<br />

povertà.<br />

Certamente si tratta di un<br />

argomento che oggi è frequentemente<br />

preso in considerazione,<br />

soprattutto a<br />

motivo della crisi economica<br />

in atto. Ma voglio leggere<br />

l'attuale problema della<br />

povertà non solo in riferimento<br />

alla crisi, ma anche<br />

nella prospettiva della solidarietà<br />

che da sempre<br />

vede la comunità ecclesiale<br />

coinvolta in prima linea.<br />

Già alla fine del 2010, l'Ufficio<br />

Statistico dell'Unione Europea<br />

(Eurostat) rilevava, in Italia, un<br />

dato allarmante: il 18,2% delle persone<br />

residenti è a "rischio di<br />

povertà"; il 6,9% si trova in condizioni<br />

di "grave deprivazione materiale"<br />

e il 10,2% vive in famiglie<br />

caratterizzate da una bassa intensità<br />

di lavoro. Come ben sappiamo,<br />

i dati definitivi del 2011, di prossima<br />

definitiva elaborazione, non<br />

potranno che essere ancor più<br />

sconfortanti.<br />

La Caritas regionale evidenzia il<br />

fatto che in Sardegna l’incidenza<br />

della povertà relativa è superiore<br />

alla media nazionale. E gli indicatori<br />

di povertà e disagio socio-economico<br />

parlano chiaro. In Sardegna il<br />

15,3% arriva a fine mese con molta<br />

difficoltà (stesso dato a livello<br />

nazionale), l'8,9% non riesce a fare<br />

un pasto adeguato almeno ogni<br />

due giorni (dato nazionale 6,6%), il<br />

21% non riesce a riscaldare la casa<br />

adeguatamente (dato nazionale<br />

10,6%), il 46,1% non riesce a sostenere<br />

spese impreviste di 750 euro<br />

(dato nazionale 33,3%). E anche<br />

questi sono dati provvisori, in attesa<br />

delle elaborazioni definitive per<br />

il 2011.<br />

Nel grigiore di questi dati la comunità<br />

ecclesiale cerca sempre di portare<br />

un po' di luce e di colore. Nel<br />

biennio 2009-2010, a livello nazionale,<br />

c'è stato un aumento del 25%<br />

del numero di persone che si rivolgono<br />

alla Caritas per un aiuto. E a<br />

nessuno è stato mai negato. Anche<br />

nella nostra parrocchia, da due<br />

anni, è attivo un servizio di animazione<br />

della carità reso operativo<br />

dalla Conferenza di <strong>San</strong> Vincenzo.<br />

Prima pagina<br />

Anche nella popolazione<br />

ussanese si riscontrano<br />

percentuali di disagio<br />

socio-economico non<br />

lontane da quelle regionali,<br />

e l'azione caritativa<br />

della Conferenza costituisce<br />

un servizio di solidarietà<br />

di grande rilevanza.<br />

Il servizio di solidarietà<br />

della nostra parrocchia<br />

vuole essere un "no" convinto<br />

alla rassegnazione e<br />

allo scoraggiamento che<br />

possono derivare dall'attuale<br />

situazione socioeconomica.<br />

Di recente<br />

Andrea Riccardi, fondatore<br />

della Comunità di<br />

<strong>San</strong>t'Egidio e ministro per<br />

la cooperazione internazionale e<br />

l'integrazione, ha affermato: «La<br />

conoscenza diretta dei dolori dei<br />

poveri porta a non accettare il<br />

mondo com'è senza provare a<br />

cambiarlo: fa nascere una visione.<br />

Chi sta vicino al povero non accetta<br />

il colore grigio della rassegnazione».<br />

Mi sento dunque di ringraziare<br />

quanti nella nostra parrocchia, a<br />

nome dell'intera comunità, rendono<br />

questo servizio di solidarietà. La<br />

nostra parrocchia non ha elevati<br />

mezzi economici, ma con gioia, per<br />

mezzo della Conferenza Vincenziana,<br />

rimette nel circuito del servizio<br />

della carità il frutto della condivisione<br />

di tanti fedeli attenti alle<br />

povertà dei fratelli.<br />

Il prossimo tempo di Quaresima è<br />

un'occasione concreta per farci più<br />

attenti alle necessità di coloro che


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3<br />

hanno di meno. Il frutto del digiuno<br />

che siamo chiamati a compiere in<br />

questo tempo di preparazione alla<br />

Pasqua sia la nostra partecipazione<br />

alle fatiche economiche e sociali di<br />

chi attraversa il dramma delle<br />

attuali povertà.<br />

Concludo riportando una nota di<br />

cronaca. Nel mese di gennaio la<br />

Conferenza Episcopale Italiana ha<br />

nominato il nuovo direttore della<br />

Caritas nazionale. è un sacerdote<br />

sardo. Si tratta di don Francesco<br />

Soddu, della diocesi di Sassari. Sarà<br />

perchè la Chiesa sarda, forse più di<br />

altre, si è dovuta attrezzare efficacemente<br />

viste le condizioni di<br />

povertà locale, ma non può che<br />

farci piacere il fatto che un nostro<br />

"testimone di carità" sia stato chiamato<br />

a rendere questo importante<br />

servizio a livello nazionale.<br />

E anche questa notizia ha dato un<br />

po' di colore alla momento di precarietà<br />

che stiamo attraversando.<br />

don Giulio<br />

In questo numero<br />

Prima pagina<br />

Intensa partecipazione all'annuale festa di <strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong><br />

pagina 4<br />

Il pane fatto in casa: una tradizione da gustare e riscoprire<br />

di Elena Corongiu pagina 6<br />

L'Oratorio parrocchiale festeggia<br />

<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> e <strong>San</strong> Giovanni Bosco<br />

di Elena Corongiu pagina 8<br />

Michele Contini: il primo magistrato<br />

nella storia della nostra comunità<br />

di Andrea Pala pagina 9<br />

Donna Elena Sedda<br />

di Terenzio Puddu pagina 10<br />

Riflettiamo insieme<br />

a cura di Claudia Orgiano e Raffaela Coghe pagina 11<br />

Liturgia e spiritualità<br />

Vita della comunità parrocchiale<br />

La pagina del relax<br />

pagina 12<br />

pagina 14<br />

pagina 15<br />

Il calendario pastorale<br />

I battesimi, i matrimoni e i defunti della nostra parrocchia<br />

pagina 16<br />

ParteciPando - Mensile della coMunità <strong>Parrocchia</strong>le di ussana<br />

Autorizzazione del Tribunale di Cagliari n° 1/05 del 31/01/2005<br />

direttore resPonsabile: Giulio Madeddu<br />

Vicedirettore: Elena Corongiu<br />

redazione: Barbara Zonnedda, Terenzio Puddu, Dante Serra, Andrea Pala<br />

collaboratori: Cristian Moi, Silvio Moi, Fotostudio Rita, Claudia Orgiano, Raffaela<br />

Coghe, Marco Palmas, Anna Maria Coghe<br />

FotoGraFie: Archivio parrocchiale<br />

sede: c/o <strong>Parrocchia</strong> <strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> <strong>Martire</strong> - Via Chiesa - 09020 Ussana - CA - Tel.<br />

070.918.93.16 - Email: partecipando@parrocchiaussana.it<br />

staMPa presso Grafiche Ghiani - Monastir - 070.916.52.22


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4<br />

Intensa partecipazione<br />

La festa del Patrono<br />

all'annuale festa di san <strong>Sebastiano</strong><br />

La festa del patrono, come ogni anno, è stata una bella occasione per vivere un forte<br />

senso di identità ussanese, nella cosapevolezza che le antiche tradizioni religiose<br />

costituiscono oltre che una genuina espressione di fede, anche un momento di<br />

costruttiva adesione sociale.<br />

Lunedì 16 gennaio, alla fine della prima celebrazione del triduo, il nuovo presidente<br />

dei festegigamenti, Antonio Serra, riceve la fascia dal presidente uscente.<br />

La suggestiva vestizione del simulacro di san <strong>Sebastiano</strong> avvenuta il 18 gennaio,<br />

ultmo giorno del triduo di preparazione alla festa patronale.<br />

Sempre il 16 gennaio, il presidente riceve la bandiera, segno del culto attribuito<br />

a san <strong>Sebastiano</strong> da tutta la comunità per mezzo del comitato.<br />

Dopo il solenne vespro del 19 gennaio, accesa una fiaccola al cero pasquale, il<br />

presidene dei festeggiamenti si accinge a far ardere il falò.


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5<br />

L'imponente pira di fuoco arde nel sagrato attiguo alla chiesa di san Saturnino e<br />

illumina e riscalda la fredda serata.<br />

Alla processione, presieduta dal parroco, prendono parte anche alcuni sacerdoti<br />

e un diacono. Numerosi i fedeli, nonostante la fredda mattinata.<br />

Alla concelebrazione hanno preso parte numerosi sacerdoti provenienti dalle<br />

parrocchie vicine e originari o amici della nostra comunità.<br />

La festa del Patrono<br />

Alle ore 10 del 20 gennaio inizia la processione per le strade di Ussana. Di fronte<br />

al simulacro il presidente e il comitato dei festeggiamenti.<br />

La messa solenne con l'omelia è stata presieduta da padre Arcangelo Atzei, rettore<br />

del santuario di san Salvatore da Horta presso la chiesa di <strong>San</strong>ta Rosalia.<br />

Alla fine della celebrazione tradizonale di gruppo, non solo con il comitato ma<br />

anche con il sindaco e i sacerdoti presenti.


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6<br />

di Elena Corongiu<br />

Preparare il lievito naturale, conoscere le farine, impastare<br />

e infornare a temperatura giusta. Non è semplice preparare<br />

il buon pane sardo e c’è il rischio che la tradizione si<br />

perda negli anni. L’assessore all’agricoltura Dario Murtas ha<br />

così pensato di organizzare un’intensiva tre giorni presso il<br />

Monte Granatico per apprendere le tecniche di un prodotto<br />

genuino e tra i più consumati. Destinatari del corso sono<br />

stati ventidue partecipanti, in buona parte provenienti da<br />

famiglie con un passato e presente agricolo. Il “maestro del<br />

pane” è Gerardo Piras di Senorbì e dipendente dell’agenzia<br />

Antiche tradizioni ussanesi<br />

Il pane fatto in casa: una tradizione<br />

da gustare e riscoprire<br />

Dal 24 al 26 gennaio i locali dell'ex<br />

Monte Granatico hanno ospitato<br />

il corso di panificazione. Negli<br />

stessi giorni sono stati proposti<br />

anche incontri dedicati al settore<br />

vitivinicolo e olivicolo.<br />

Foto di gruppo dei partecipanti al corso di panificazione.<br />

promotrice dell’evento, la Laore.<br />

Così si è articolata l’attività. Il primo giorno, martedì 24<br />

gennaio, Piras ha insegnato come impastare il pane esclusivamente<br />

a mano, proprio come si faceva un tempo. è stata<br />

utilizzata la farina di grano duro sarda ma poco conosciuta,<br />

poiché solitamente si usa la “00” che viene importata. In<br />

questo giorno i corsisti hanno conosciuto e provato a stendere<br />

da soli su fromentu, il lievito madre preparato con un<br />

impasto di acqua, farina e zuccheri come miele o un frutto<br />

marcio. Hanno poi prodotto e lasciato a riposare il cifraxiu.<br />

Nel frattempo veniva allestito il forno prima di inserirvi il<br />

pane, con la giusta legna e temperatura, nel cortile di Casa<br />

Fontana.<br />

Mercoledì 25 gennaio i corsisti si sono aiutati col lavoro grazie<br />

all’impastatrice a bracci. Hanno creato gli sfarinati di<br />

semola mista a farina di grano duro. Con le proprie mani<br />

hanno invece preparato la fregola.<br />

Nell’ultimo giorno, giovedì 26, è stata insegnata la lavorazione<br />

de su coccoi e la decorazione dei pani cerimoniali,<br />

prima mostrata dal maestro e poi provata dagli alunni. Piras<br />

ha fatto conoscere il pane usando i cinque sensi perché,<br />

come ha detto ai suoi allievi, «un pane come quello sardo<br />

si distingue per i suoi colori, il suo profumo, i sapori che ci<br />

lascia nel palato, i rumori che il nostro pane ci racconta. A<br />

suo modo, infatti, parla di noi».<br />

Un corso breve ma intenso, che ha lasciato un’eredità<br />

importante ai suoi partecipanti, che così commentano.<br />

«Preparo da anni il pane in casa, ma ho imparato qualcosa<br />

di nuovo anche io», dice Graziella Ortu. «Mi piacerebbe<br />

organizzare personalmente degli incontri in futuro, perché<br />

voglio valorizzare il pane di una volta con vera farina sarda.<br />

Proprio per dare continuità alla tradizione il maestro ci ha<br />

mostrato un pezzo di lievito madre rinnovato, cioè rigenerato<br />

con acqua e farina, che è stato iniziato ben trecento<br />

anni fa».<br />

Anche Luisa Vargiu è una veterana del pane. «Adesso so<br />

molto di più del pane cerimoniale. Il corso per me ha avuto<br />

in sostanza quattro obiettivi: riscoprire e valorizzare i nostri<br />

prodotti a partire dal grano duro, di qualità eccellente; produrre<br />

e consumare i prodotti sardi, nostri; tramandare le<br />

tradizioni che ci contraddistinguono; la possibilità di aprire<br />

un panificio, vista anche la presenza di qualche giovane che<br />

vuole crearsi un lavoro».


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7 Antiche tradizioni ussanesi<br />

Una delle giovani partecipanti è Anna Spada, che vive a<br />

Monastir. «Imparando a fare il pane ho avuto l’opportunità<br />

di compiere un viaggio nel passato. Abbiamo cotto il nostro<br />

lavoro nel forno tipico sardo e con attrezzi creati artigianalmente<br />

al momento, ad esempio sa scovixedda (scopetta)<br />

con foglie di murdegu (cisto). Ho scoperto anche i sistemi di<br />

un tempo per verificare il momento giusto dell’infornatura.<br />

Siamo una terra ricca di tradizioni da difendere e coltivare,<br />

senza queste non saremmo Sardi».<br />

Per Silvia Farci ha rappresentato un’occasione di grande<br />

apprendimento e divertimento. «Proprio come a scuola, il<br />

maestro ci spiegava la lezione prima della pratica e poi ci<br />

dava i compiti una volta andati via: provare a stendere il lievito<br />

madre, cuocere a casa il pane impastato la mattina e<br />

gustarlo insieme il giorno dopo».<br />

«Credo di aver svolto il corso di panificazione per eccellenza»<br />

dice Barbara Cugia, una delle corsiste più piccole. «Ho<br />

cercato di apprendere quante più cose possibili, perché<br />

occasioni come queste sono rare e bisogna coglierle al volo.<br />

Per far sì che la tradizione continui servono persone che<br />

abbiano voglia di impararla, insegnarla e promuoverla.<br />

Anche io contribuirò a non far dimenticare un patrimonio<br />

che rappresenta da secoli generazioni di famiglie».<br />

Il corso è stato il frutto di quanto l’assessore Murtas sta portando<br />

avanti con la petizione popolare "Compra Sardo",<br />

che promuove e valorizza l’acquisto di prodotti con materie<br />

prime locali. Da due anni questo movimento è inoltre protagonista<br />

nella festa de “S’AgriCultura”, la cui ultima edizione<br />

si è tenuta a Ussana lo scorso ottobre. «Riassumo nella<br />

parola “successone” la mia opinione sull’evento» sostiene<br />

Murtas. «Si sono insegnate tante cose, ma soprattutto ho<br />

notato una grande coesione tra i partecipanti che tuttora si<br />

scambiano le esperienze di quanto hanno vissuto. Credo<br />

che a Ussana siano mancate in questi ultimi anni iniziative<br />

simili che sono motivo di crescita, economica ed umana. I<br />

Un'infornata di pane decorato a mano dai partecipanti al corso.<br />

corsisti l’hanno vissuta bene e creato un vero gruppo di<br />

lavoro che darà vita a degli interessanti sviluppi.<br />

Fondamentale è stato anche l'aiuto dell’associazione turistica<br />

“Pro Loco” di Ussana, che devo ringraziare per il recupero<br />

del materiale e delle attrezzature», come il forno<br />

mobile a legna da Siurgus Donigala.<br />

La Laore sta tenendo in questi mesi anche il corso di olivicoltura<br />

il cui referente è un compaesano, il dottor Enrico<br />

Contini. Settanta gli iscritti tra ussanesi, cittadini dei comuni<br />

confinanti e anche cagliaritani. Cifra e componenti<br />

importanti per una piccola realtà locale. Le lezioni si tengono<br />

in aula con la teoria e in campagna con prove pratiche<br />

come la potatura. Il corso chiuderà con una degustazione<br />

guidata (panel test), fondamentale per capire se un olio è<br />

buono. Non solo pane e ulivi: parallelamente al Monte<br />

Granatico si sta svolgendo il corso di vitivinicoltura e a<br />

breve inizierà anche quello di caseificazione. Il tutto marchiato<br />

rigorosamente sardo.<br />

Una delle fasi della lavorazione del pane fatto in casa. Un'infornata di "civraxiu", pane fatto in casa molto apprezzato.


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8 Vita della comunità parrocchiale<br />

L'Oratorio parrocchiale festeggia<br />

san <strong>Sebastiano</strong> e <strong>San</strong> Giovanni Bosco<br />

Tanti gli appuntamenti promossi nel<br />

mese di gennaio dall'Oratorio. Non<br />

solo attività dedicate al nostro <strong>San</strong>to<br />

Patrono, ma anche una domenica in<br />

trasferta a Sinnai, ospiti della parrocchia<br />

di <strong>San</strong>t'Isidoro.<br />

di E.C.<br />

Il <strong>2012</strong> è iniziato con un mese ricco di attività destinate ai<br />

ragazzi della nostra parrocchia. Dopo il campo-scuola per i<br />

cresimati a fine dicembre, gli animatori hanno organizzato la<br />

prima giornata del nuovo anno domenica 8 gennaio, immediatamente<br />

successiva all’Epifania, che corrisponde al<br />

Battesimo del Signore. L’acqua, la cancellazione del peccato<br />

originale e la colomba sono stati i simboli dei giochi sui quali<br />

gli animatori hanno costruito i giochi per approfondire il<br />

primo sacramento che ricevono i Cristiani.<br />

L’Oratorio ha inserito due giornate nella settimana dei festeg-<br />

I bambini e i ragazzi che hanno preso parte alla giornata di Sinnai.<br />

giamenti riservati al patrono della comunità ussanese, san<br />

<strong>Sebastiano</strong>. La prima si è tenuta giovedì 19 per i cresimati,<br />

l’altra per i piccoli dai 6 ai 12 anni domenica 22 dopo la Messa<br />

delle 9:30. Entrambe le attività hanno riguardato la difesa<br />

della fede cristiana a costo della propria vita, proprio come<br />

fece il martire: i giochi si sono basati sul passaggio del<br />

Vangelo da un punto all’altro del salone formando una catena<br />

umana, rispondere alle domande dei quiz sulla Chiesa e la<br />

trasmissione di una preghiera.<br />

Domenica 29 si è svolta la prima uscita ufficiale dell’Oratorio.<br />

Animatori e bambini accompagnati da qualche genitore, per<br />

un totale di trenta persone circa, hanno trascorso una giornata<br />

intera a Sinnai, partecipando al gemellaggio con la parrocchia<br />

locale e il gruppo di <strong>San</strong>ta Margherita di Pula. La Messa<br />

delle 9:30 è stata presieduta nella chiesa di <strong>San</strong>t’Isidoro da<br />

don Walter Onano il quale, durante l’omelia, ha spiegato la<br />

vita di san Giovanni Bosco. Il sacerdote piemontese vissuto<br />

nell’ottocento divenne un apostolo per i fanciulli, in particolare<br />

quelli disadattati, che cercò di levare dalla strada per farli<br />

diventare buoni cristiani ed onesti cittadini. «Non è stato facile<br />

per don Bosco evangelizzare i meno fortunati, perché non<br />

ha avuto spesso l’appoggio necessario, ma lui non ha ascoltato<br />

le voci che lo dissuadevano ed è andato sempre avanti con<br />

la sua opera di apostolato», ha detto in sintesi su don Bosco,<br />

invocato dai ragazzi, studenti ed educatori . «E come lui non<br />

fermatevi agli ostacoli, ma cercate di perseguire con nobiltà i<br />

vostri obiettivi».<br />

Dopo la Messa i bambini hanno vissuto diverse ore di giochi<br />

insieme al pranzo offerto dai volontari dell’Oratorio sinnaese<br />

nei locali attigui alla parrocchia. Tutti si sono sentiti coinvolti<br />

e protagonisti e hanno preso parte a ogni singola attività. In<br />

serata i gruppi si sono spostati nell’oratorio a <strong>San</strong>t’Isidoro e si<br />

sono esibiti con cabaret sulla scia dei vari format attualmente<br />

trasmessi in televisione. Ospite anche la scuola locale di<br />

launeddas, ai primi mesi di vita con iscritti di tutte le età.<br />

Tutto il gruppo di Ussana è salito sul palco e ha mostrato due<br />

balli guidati dagli animatori, ma ha gestito buona parte dell’animazione<br />

di tutta la giornata mostrando la sua esperienza<br />

pluriennale agli altri gruppi alle prime armi. Nuove conoscenze<br />

e una domenica diversa dall’appuntamento solito a <strong>San</strong><br />

Saturnino per bambini e animatori, che hanno avuto l’opportunità<br />

di confrontarsi e si augurano la possibilità di incontrarsi<br />

in futuro per ulteriori gemellaggi e crescere insieme.


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9 Storie di vita<br />

Michele Contini: il primo magistrato<br />

nella storia della nostra comunità<br />

Si è laureato in giurisprudenza nel<br />

2001 e ha deciso di mettere la sua vita<br />

al servizio della giustizia. Ha superato<br />

il concorso nel 2008 e a maggio<br />

lascerà la Sardegna per diventare giudice<br />

penale in Sicilia, ad Agrigento.<br />

di Andrea Pala<br />

I componenti della Magistratura formano il cosiddetto potere<br />

giurisdizionale, elemento portante di ogni democrazia<br />

insieme al legislativo e all’esecutivo. Ne fa parte anche un<br />

nostro concittadino, Michele Contini, da tre uno dei tanti<br />

magistrati che ogni giorno sono chiamati ad applicare le leggi<br />

esistenti nel nostro Stato.<br />

«Ho sempre pensato – racconta Michele – di diventare un<br />

magistrato. Già al liceo classico avevo intenzione di prendere<br />

questa strada. Dopo l’esame di maturità, nel 1996 mi sono<br />

infatti iscritto in giurisprudenza. Presa la laurea, dopo un<br />

Michele Contini, con indosso la toga di magistrato.<br />

periodo di praticantato, ho esercitato la professione di avvocato<br />

nel settore amministrativo. Quando davvero stava iniziando<br />

a piacermi questo tipo di percorso, ho deciso però di<br />

lasciare e di iniziare a studiare per il concorso nazionale per<br />

l’accesso alla magistratura, bandito proprio in quel periodo».<br />

Superare il concorso non è semplice e talvolta è necessario<br />

ripeterlo. «A me – spiega Michele – sono serviti otto anni per<br />

vincerlo, ma dipende molto da come ci si organizza. C’è chi<br />

infatti si concentra solo sul concorso per la magistratura,<br />

rischiando però tantissimo, perché si preclude altre possibilità.<br />

E chi invece contemporaneamente percorre altre strade.<br />

Proprio quando mi stavo preparando per gli orali, per cinque<br />

mesi ho lavorato nella Polizia di Stato perché nel frattempo<br />

avevo superato le selezioni previste per farne parte».<br />

Una volta superata con successo anche la fase orale, per<br />

Michele si sono aperte le porte della carriera nella magistratura.<br />

«Per legge – dice – ogni vincitore di concorso viene inserito,<br />

per 18 mesi, come magistrato ordinario in tirocinio, quello<br />

che una volta veniva definito uditore giudiziario. In questo<br />

periodo si svolgono tutte le diverse funzioni previste dal sistema<br />

giudiziario. Alla fine di questo periodo, viene chiesto a<br />

tutti cosa si vuole fare “da grande”. Io fin dall’inizio ero orientato<br />

verso la carriera nel sistema penale. Questo comporta<br />

due possibilità: diventare pubblico ministero oppure giudice<br />

di tribunale. Alla fine ho scelto questa seconda strada».<br />

Questa decisione porterà presto Michele lontano da Ussana e<br />

dalla Sardegna. Ha scelto infatti come prima destinazione<br />

ufficiale la Sicilia. «Se anche avessi preso la decisione di restare<br />

in Sardegna - spiega Michele – comunque non avrei potuto<br />

perché al momento l’unica sede dove ci sono posti liberi è<br />

Tempio Pausania. Penso che la Sicilia sia un po’ la “terra<br />

madre” per chi come me vuole iniziare la carriera nel sistema<br />

penale, anche se la situazione fortunatamente non è più<br />

quella di una volta alla luce dei tanti cambiamenti che hanno<br />

interessato questa regione».<br />

Dal primo maggio Michele presterà dunque servizio presso il<br />

tribunale di Agrigento, diventando quindi il primo magistrato<br />

effettivo nella storia del nostro paese. «Ero a conoscenza di<br />

essere finora l’unico – racconta – e devo dire di essere molto<br />

contento. Nonostante abbia quasi sempre studiato e lavorato<br />

a Cagliari in tutti questi anni, sono stato avvicinato da molti in<br />

paese per avere conferma di questa notizia. Spero comunque<br />

di essere il primo di tanti magistrati ussanesi, dato che so che<br />

ci sono alcuni ragazzi che hanno scelto giurisprudenza per<br />

proseguire i propri studi».


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 10<br />

10<br />

Donna Elena Sedda<br />

Aristocratica ussanese, fu dedita<br />

alla gestione e all’incremento del<br />

proprio patrimonio. Appassionata<br />

di musica si dilettava a suonare<br />

il pianoforte.<br />

di Terenzio Puddu<br />

Elena Rita Sedda nacque a Ussana il 14 novembre 1867 da<br />

Sisinnio e Raffaela Carta. Il padre, il più ricco proprietario terriero<br />

del paese, volle che fosse istruita in un importante collegio<br />

di Cagliari frequentato dalle figlie della borghesia e della<br />

nobiltà cittadina. Durante i suoi studi imparò a suonare il pianoforte,<br />

passione che coltivò per<br />

tutta la vita.<br />

Nel 1880 Sisinnio Sedda, sindaco di<br />

Ussana per lungo mandato, aveva<br />

ottenuto dal re l’importante nomina<br />

a cavaliere della Corona d’Italia suggellando<br />

così un prestigio indiscusso<br />

di cui la famiglia già godeva non solo<br />

a livello locale. L’ascesa sociale dei<br />

Sedda si consolidò con le nozze di<br />

Elena andata in sposa ad un esponente<br />

della piccola nobiltà: don<br />

Vincenzo Guiso, avvocato nativo del<br />

vicino centro di Monastir. Le nozze<br />

furono celebrate a Ussana il 24 settembre<br />

del 1885; con l’unione<br />

coniugale Elena entrò di diritto a far<br />

parte della nobiltà con il titolo di<br />

“donna”.<br />

La famiglia Guiso, originaria di<br />

Orosei, trasferitasi a Monastir nella<br />

seconda metà del Settecento, ottenne<br />

dal re il privilegio di nobiltà nel<br />

Personaggi illustri<br />

1768.<br />

Cavalier Sedda in occasione delle nozze della sua prima figlia<br />

ampliò la già grande casa padronale di Ussana, dove i novelli<br />

sposi stabilirono la propria residenza, ma a causa degli impegni<br />

professionali di don Vincenzo la famiglia divideva il tempo<br />

tra la città e il paese. A Cagliari nacquero i due figli: donna<br />

Zaira (1887) e don Giuseppe (1888).<br />

Con la morte del padre cav. Sisinnio Sedda, avvenuta nel<br />

1914, Elena si trovò erede di una notevole fortuna composta<br />

da oltre 206 ettari di terreni seminativi, pascoli e orti, dislocati<br />

tra i territori di Ussana, Donori e Monastir, oltre a diverse<br />

case, il frantoio delle olive, numerosi animali da lavoro e da<br />

pascolo.<br />

Con dedizione e tempra d’imprenditrice, amministrò la propria<br />

azienda agricola e, per un certo periodo, anche quella del<br />

fratello Giovanni che fu interdetto a causa della sua infermità<br />

mentale, finendo i suoi giorni ricoverato nel manicomio di<br />

Cagliari.<br />

Nel 1918 la primogenita donna Zaira si sposò con Efisio<br />

Contini, agiato perito agrario di Sorgono che per lavoro dimorava<br />

a Ussana, dove era stato chiamato a dirigere ed innovare,<br />

con le prime macchine agricole<br />

meccaniche, l’azienda del marchese<br />

Amat di <strong>San</strong> Filippo; dalle loro nozze<br />

nacquero tre figli.<br />

Il figlio don Peppino Guiso conseguì<br />

la laurea in ingegneria trovando<br />

impiego come dirigente nel Genio<br />

Civile; si trasferì nel nord-est Italia,<br />

dove si sposò ed ebbe una figlia:<br />

Elena.<br />

I rapporti sentimentali tra donna<br />

Elena e don Vincenzo si logorarono<br />

nel tempo tanto che fu inevitabile<br />

una drastica separazione; decisione<br />

certamente non facile per quei tempi<br />

soprattutto per la reputazione di<br />

entrambe le famiglie.<br />

Elena Sedda sopravvisse qualche<br />

mese al figlio Peppino, deceduto a<br />

Bolzano nel 1936. Settantenne morì<br />

a Cagliari il 28 marzo del 1937 e il suo<br />

corpo fu tumulato nel cimitero di<br />

Bonaria.


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 11<br />

11<br />

Dipendenza da TV<br />

di Raffaela Coghe<br />

L’articolo che di seguito sarà riportato è tratto da un sito web<br />

per “la formazione e aggiornamento per psicologi”. La scelta<br />

di soffermarsi su quest’ articolo deriva da un fenomeno reale<br />

che sempre più spesso si ritrova nei discorsi di alcune persone:<br />

l’incapacità di sentirsi liberi e invece totalmente dipendenti<br />

da qualcosa che non riescono a controllare. Il fenomeno<br />

in esame che è diventato oggetto di studio da qualche<br />

anno, riguarda la dipendenza da soap opera o “telenovela”,<br />

che si differenzia dalla semplice passione per la tv, poiché agisce<br />

profondamente sull’inconscio dell’individuo, favorendo<br />

una dipendenza dalla quale non è facile liberarsi. Tali persone,<br />

infatti, risentono nelle loro situazioni reali di vita dell’incapacità<br />

di differenziare tra ciò che è reale e necessario e ciò<br />

che invece viene creato per esigenze televisive e di spettacolo.<br />

Dal punto di vista narrativo, le soap opera sono riconducibili<br />

al genere del melodramma, dove i sentimenti, come il<br />

dramma familiare, la competizione professionale sono poste<br />

al centro della narrazione. Gli attori sono spesso condizionati<br />

nelle loro azioni da sentimenti caratterizzati da infelicità e<br />

incapacità a realizzarsi sentimentalmente. Non sono questi<br />

però gli elementi, che secondo l’autore dello studio, favoriscono<br />

la dipendenza dello spettatore. La “dipendenza da telenovela”<br />

si determina dalla regolarità delle trasmissioni e si<br />

comincia a manifestare durante le sospensioni nei giorni in<br />

cui il programma non è trasmesso. Questo tipo di serialità ha<br />

lo scopo infatti, di tenere accesa l’attenzione degli telespettatori,<br />

creando in loro una forte tensione; puntate che vanno in<br />

onda regolarmente, ogni giorno, alla stessa ora e la narrazione<br />

si interrompe sistematicamente nel punto culminante,<br />

quando l’attesa dei telespettatori diventa affannosa. La<br />

dipendenza quindi sarebbe sollecitata proprio dalla regolarità<br />

con la quale si svolgono le puntate. La perdita di una sola<br />

puntata può provocare dei sintomi di privazione. Lo spettatore<br />

più organizzato ricorre oramai al videoregistratore, rivedendo<br />

cosi l’episodio perso e “ricollegandosi” con il suo<br />

oggetto di dipendenza. In tali soggetti la trama della soap<br />

opera sarà sempre al centro dei loro pensieri, perché più<br />

semplici da gestire mentalmente rispetto alle preoccupazioni<br />

di tutti i giorni. Il mettersi nei panni degli attori (empatia)<br />

potrebbe, far pensare agli spettatori che i personaggi dello<br />

schermo vivano davvero ciò che accade in tv, finendo quindi<br />

per partecipare emozionalmente alle loro avversità, più di<br />

quanto faccia uno spettatore comune. Tanto più se, chi guarda,<br />

s’identifica con la storia della soap e s’identifica con uno<br />

dei personaggi.<br />

Un libro al mese<br />

Riflettiamo insieme<br />

di Claudia Orgiano<br />

Alberto Marvelli. Ingegnere manovale della carità<br />

Fausto Lanfranchi<br />

L'ingegnere Alberto Marvelli, nel periodo bellico e post-bellico<br />

della seconda guerra mondiale, nella Rimini martoriata<br />

e distrutta dai bombardamenti, fu figura di grande rilievo,<br />

non solo per l'integrità di vita, ma anche per l'impegno<br />

sociale e politico. Visse da protagonista i grandi avvenimenti<br />

storici dell'epoca, anticipando profeticamente il<br />

ruolo e la vocazione del laico cristiano proposti poi dal<br />

Concilio Vaticano II.<br />

Cattolico fervente, uomo di fede e di profonda interiorità,<br />

si dedicò alla costruzione della "città terrena" con competenza,<br />

onestà, rettitudine, impegnandosi a fondo soprattutto<br />

nel servizio dei poveri e dei bisognosi. Scomparso a<br />

soli 28 anni in un incidente stradale, è diventato beato della<br />

Chiesa cattolica.<br />

L'autore del libro, anch'egli riminese, si è laureato in lettere<br />

e filosofia presso l'Università di Bologna. Dopo alcuni<br />

anni di insegnamento, ha iniziato gli studi teologici presso il<br />

Seminario Diocesano di Rimini ed è stato ordinato sacerdote<br />

nel 1959. Ha conosciuto personalmente Alberto<br />

Marvelli: legato a lui da sincera amicizia, ne ha condiviso gli<br />

ideali e l'impegno laicale nelle sue molteplici iniziative.


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 12<br />

12<br />

In ascolto della Parola di Dio<br />

Domenica 5 febbraio <strong>2012</strong><br />

5 a del tempo ordinario<br />

Colore liturgico: verde / Salterio: I settimana<br />

1 a Lettura: Gb 7,1-4.6-7<br />

Notti di affanno mi sono state assegnate.<br />

Salmo responsoriale: dal Salmo 146<br />

Risanaci, Signore, Dio della vita.<br />

2 a lettura: 1Cor 9,16-19.22-23<br />

Guai a me se non annuncio il Vangelo.<br />

Vangelo: Mc 1,29-39<br />

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.<br />

Liturgia e spiritualità<br />

Il mistero della malattia e della sofferenza emerge dalle letture di questa domenica. Ma non c'è male che Dio non possa sconfiggere,<br />

non c'è limete umano che la grazia divina non possa trasformare in salvezza. Gesù ci viene presentato come colui che<br />

manifesta la potenza di Dio guarendo l'uomo nel corpo e nello spirito.<br />

Domenica 12 febbrao <strong>2012</strong><br />

6 a del tempo ordinario<br />

Colore liturgico: verde / Salterio: II settimana<br />

1 a Lettura: Lv 13,1-2.45-46<br />

Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.<br />

Salmo responsoriale: dal Salmo 31<br />

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.<br />

2 a lettura: 1Cor 10,31-11,1<br />

Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.<br />

Vangelo: Mc 1,40-45<br />

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.<br />

La guarigione di un malato di lebbra svela, ancora una volta, la potenza di Gesù. Egli sente compassione per quest'uomo, tanto<br />

che allunga la mano e lo tocca. Questo equivale a dire che lo fa entrare nella sua vita accettando il rischio del contagio e, soprattutto,<br />

sfidando le consuetudini di emarginazione sociale e religiosa riservate ai malati di lebbra.<br />

Domenica 19 febbraio <strong>2012</strong><br />

7 a del tempo ordinario<br />

Colore liturgico: verde / Salterio: III settimana<br />

1 a Lettura: Is 43,18-19.21-22.24-25<br />

Per amore di me stesso non ricordo più i tuoi peccati.<br />

Salmo responsoriale: dal Salmo 40<br />

Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.<br />

2 a lettura: 2Cor 1,18-22<br />

Gesù non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».<br />

Vangelo: Mc 2,1-12<br />

Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.<br />

Attraverso la guarigione del paralitico di Cafarnao, preceduta dal perdono dei peccati, Gesù afferma che il peccato è il più grande<br />

male degli uomini, la radice e l’origine di tutti i mali. Egli annuncia apertamente che Dio solo può liberare l’uomo dal suo male<br />

radicale: egli si manifesta come Dio, come colui nel quale tutte le promesse divine hanno ricevuto un “sì” assoluto e definitivo.


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 13<br />

13 Liturgia e spiritualità<br />

Domenica 26 febbraio 2011<br />

1 a di Quaresima<br />

Colore liturgico: viola / Salterio: I settimana<br />

1 a Lettura: Gen 9,8-15<br />

L’alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio.<br />

Salmo responsoriale: dal Salmo 24<br />

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.<br />

2 a lettura: 1Pt 3,18-22<br />

Quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.<br />

Vangelo: Mc 1,12-15<br />

Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.<br />

Iniziamo il tempo di Quaresima, periodo di riflessione sui misteri della nostra redenzione, al cui centro sono l’insegnamento e la<br />

persona di Gesù Cristo. Il Salvatore ha assunto forma umana, cioè quella che è la nostra condizione, e non è nemmeno stato<br />

risparmiato dall’esperienza della tentazione.<br />

Il <strong>San</strong>to del mese<br />

<strong>San</strong> Pier Damiani<br />

21 febbraio<br />

Pietro nacque a Ravenna da agiata<br />

famiglia nel 1007. Rimasto orfano,<br />

ancora bambino, per la morte del<br />

padre, fu ripudiato dalla madre onerata<br />

da troppi figli. Raccolto da una vicina<br />

di casa fu preso in custodia da un<br />

suo fratello maggiore di nome<br />

Damiano, il quale si affezionò al bimbo,<br />

lo crebbe e lo fece studiare: Pietro,<br />

divenuto adulto, per gratitudine<br />

aggiunse al proprio nome quello del<br />

fratello e si chiamò per sempre Petrus<br />

Damiani.<br />

Passò agli studi superiori a Ravenna,<br />

quindi a Faenza, infine a Parma dove<br />

studiò Filosofia e Retorica con grande profitto. Nel 1034 ebbe occasione<br />

di avvicinarsi a due monaci di Fonte Avellana di passaggio a Parma:<br />

attratto dalla loro umile e composta modestia, li seguì nel loro eremo<br />

e vi si fece monaco.<br />

A Fonte Avellana Pietro visse la quasi totalità della sua vita, ad eccezione<br />

di alcuni intervalli a causa di incarichi ricevuti da Papi suoi contemporanei.<br />

<strong>San</strong> Pier Damiani prese sul serio la vita eremitica e si iniziò con ardore<br />

a svariate forme di ascesi. Riusciva a dedicarsi ad una preghiera, quasi<br />

incessante, che prolungava vegliando senza tralasciare le pratiche del<br />

digiuno e l'osservanza del silenzio che esigevano le usanze eremitiche.<br />

Proseguì a dedicarsi allo studio, aiutato dalle sue spiccate doti di intelligenza<br />

e preparazione, impegnandosi abbastanza presto nella compilazione<br />

di quelle Opere che ne fecero un maestro "dell'arte spirituale".<br />

I progressi si rivelarono talmente notevoli che, a soli cinque anni dal<br />

suo ingresso a Fonte Avellana, nel 1039 l'abate Guido di Pomposa lo<br />

richiese per alcune istruzioni ai suoi monaci che Pietro portò avanti<br />

con vera competenza per quasi due anni.<br />

Nel 1057 scrisse la Regula vitae eremiticae in cui espose i principi ascetico-teologici<br />

della "conversazione monastica", oltre le necessarie<br />

applicazioni di carattere organizzativo e disciplinare. Si può dire che fu<br />

lui il vero iniziatore della Congregazione Avellanita. Sempre nel 1057,<br />

fu eletto vescovo di Ostia e creato cardinale da Stefano IX, fatto che,<br />

se da una parte si rivelò quale meritato riconoscimento delle doti spirituali<br />

e intellettuali del Damiano, dall'altro alterò notevolmente i suoi<br />

ritmi di vita da eremita. Suo malgrado, verrà a trovarsi sempre più<br />

coinvolto nei gravissimi problemi della Chiesa a lui contemporanea: la<br />

simonia, la corruzione del clero, mercato vile di vescovadi e abbazie<br />

ceduti al migliore offerente, con l'inevitabile decadenza morale a vantaggio<br />

di una vita ecclesiastica licenziosa. Chi maggiormente ne veniva<br />

a risentire era il popolo di Dio che cresceva ignorante, abbandonato,<br />

lacerato dai molti scandali. Pier Damiano, pur sentendosi sempre<br />

monaco ed eremita fino al midollo, non intese mai sottrarsi ai nuovi<br />

compiti nei riguardi della Chiesa che si rivelava sempre più bisognosa<br />

di aiuto tempestivo, di uomini autentici, di voci profetiche che si spendessero<br />

in una serie improcrastinabile di riforme in alto e in basso.<br />

Certi suoi scritti, specie le lettere, rivelano il tormento di un animo<br />

combattuto dal duplice amore fra la solitudine amata e l'urgenza di<br />

portare fuori la sua parola infuocata, fra la ricerca di Dio e il servizio<br />

pastorale.<br />

Monaco, vescovo e cardinale gridò con la sua vita austera e la forza<br />

della sua virtù, prima che con l'eloquenza infuocata del retore. La<br />

prima comparsa del Damiano sulla ribalta di questa situazione della<br />

Chiesa fu in occasione dello scisma provocato da Benedetto X (+ 1059),<br />

l'antipapa che alla morte di Stefano IX si era insediato nel Laterano.<br />

Grande amico e confratello del monaco Ildebrando, il futuro Gregorio<br />

VII (+ 1073), si valse del suo grande appoggio e, di comune accordo,<br />

lavorarono indefessamente perché venisse eletto il nuovo legittimo<br />

Pontefice nella persona di Niccolò II.<br />

L'apprezzamento e l'ammirazione degli storici riguardo all'azione del<br />

Damiano sono unanimi ed ampiamente positivi ma vale soprattutto<br />

ciò che di lui disse il Papa Alessandro II nel presentarlo ai vescovi francesi<br />

quale legato al sinodo di Chalon: «poiché occupati in moltissimi<br />

negozi della Chiesa non possiamo venire Noi stessi, vi mandiamo un<br />

uomo di cui non è chi abbia maggiore autorità nella Chiesa dopo di<br />

Noi. E' Pier Damiani, vescovo di Ostia: l'occhio nostro e l'immobile fondamento<br />

della Sede Apostolica».<br />

Fu studioso attento, scrittore fecondo ed autore di Opere e Trattati di<br />

interesse e valore teologico che gli valsero il titolo di Dottore della<br />

Chiesa, riconosciutogli ufficialmente da Leone XIII nel 1872.<br />

La morte lo colse a Faenza, sulla via del ritorno alla diletta solitudine<br />

di Fonte Avellana, dopo la legazione nella città natale, Ravenna.<br />

Era il vespro del 22 febbraio 1072. Le sue spoglie sono venerate nella<br />

Cattedrale di Faenza dove è riconosciuto quale compatrono della città<br />

e diocesi.


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 14<br />

14<br />

Fotocronaca<br />

Sabato 7 gennaio, dopo una notte di forte vento, alcuni frammenti sono caduti dal<br />

campanile della chiesa parrocchiale.<br />

Venerdì 20 gennaio, il gruppo parrocchiale teatrale ha messo in scena la commedia<br />

dialettale in tre atti "Maria Concepita" di Antonio Garau.<br />

Domenica 22 gennaio si tenuto il sesto Concerto Spirituale in onore di <strong>San</strong><br />

<strong>Sebastiano</strong>. I canti sono stati eseguiti da quattro corali.<br />

Vita della comunità parrocchiale<br />

Si è reso necessario l'intervento dei Vigili del fuoco per effettuare la messa in<br />

sicurezza della struttura. Nella foto un momento dell'operazione.<br />

Due delle attrici durante lo spettacolo. A sinistra Sonia Contini, nel ruolo di<br />

"signora Filomena", a destra Ignazia Contini, nei panni di "Zia Maria".<br />

Un momento dell'esecuzione da parte del coro polifonico della nostra parrocchia,<br />

promotore dell'annuale evento.


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15<br />

I personaggi del Vangelo<br />

ORIzzOntALI<br />

3. I re dell’Oriente che portarono i doni a Gesù<br />

Bambino.<br />

7. Gli abitanti di una regione della Palestina<br />

che erano considerati "stranieri".<br />

8. Il nome del prigioniero liberato dalla folla in<br />

occasione della festa di Pasqua.<br />

11. Si consideravano le persone rispettabili e<br />

superiori della Palestina del tempo di Gesù.<br />

12. La mamma di Gesù.<br />

14. L’apostolo che rinnegò Gesù.<br />

17. Lo compie Gesù quando libera gli indemoniati.<br />

18. La donna che stava per essere lapidata dai<br />

maestri della legge e dai farisei.<br />

19. L'apostolo che non credeva alla resurrezione<br />

di Gesù.<br />

21. Il procuratore romano che decretò la morte<br />

di Gesù.<br />

22. Il re che voleva uccidere Gesù Bambino.<br />

23. Una persona colpita da una malattia contagiosa,<br />

guarita da Gesù.<br />

24. Lazzaro lo era di Gesù<br />

25. L’abitante di Cirene che aiutò Gesù a portare<br />

la croce<br />

VERtICALI<br />

1. Il termine ebraico che significa "Cristo",<br />

"Unto".<br />

2. Il nome del sommo sacerdote che processò<br />

La pagina del relax<br />

Gesù.<br />

4. L’apostolo che tradì Gesù.<br />

5. L’angelo che annunciò a Maria la nascita di<br />

Gesù.<br />

6. La traduzione della parola "rabbì".<br />

9. Il cieco che si mise a gridare per essere guarito<br />

da Gesù.<br />

10. Uno dei personaggi presenti nella parabola<br />

del buon samaritano, che passò oltre<br />

13. Gesù ne scelse dodici<br />

15. Volevano liberare la Palestina dall’occupazione<br />

romana.<br />

16. Il rappresentante dei capi religiosi ebraici<br />

nella parabola del buon samaritano.<br />

20. Rassicurò le donne dopo la resurrezione di<br />

Gesù.


partecipando gennaio <strong>2012</strong>:<strong>Partecipando</strong> <strong>2012</strong> 15/02/<strong>2012</strong> 20:33 Pagina 16<br />

la vIta Della ParrocchIa<br />

febbraIo <strong>2012</strong><br />

1 Mercoledì<br />

2 Giovedì<br />

Presentazione del Signore<br />

16:30: Benedizione delle candele e processione (presso la chiesa dell’Angelo)<br />

17.00: Messa solenne (Chiesa parrocchiale)<br />

3 Venerdì<br />

<strong>San</strong> Biagio<br />

Primo venerdì del mese - 17.00: Adorazione eucaristica<br />

18.00: Messa solenne in onore di <strong>San</strong> Biagio e benedizione della gola<br />

4 Sabato<br />

5 Domenica<br />

5 a del tempo ordinario<br />

6 Lunedì<br />

7 Martedì<br />

8.30-12.00: Adorazione eucaristica settimanale (Chiesa dell'Angelo)<br />

8 Mercoledì<br />

Festa di S. Giuseppina Bakhita, Patrona del settore pastorale n. 1<br />

18.00: Messa solenne con omelia tenuta dal Diacono Ignazio Boi<br />

9 Giovedì<br />

10 Venerdì<br />

11 Sabato<br />

12 Domenica<br />

6 a del tempo ordinario<br />

13 Lunedì<br />

14 Martedì<br />

8.30-12.00: Adorazione eucaristica settimanale (Chiesa dell'Angelo)<br />

15 Mercoledì<br />

16 Giovedì<br />

17 Venerdì<br />

18 Sabato<br />

19 Domenica<br />

7 a del tempo ordinario<br />

20 Lunedì<br />

21 Martedì<br />

8.30-12.00: Adorazione eucaristica settimanale (Chiesa dell'Angelo)<br />

22 Mercoledì<br />

Le ceneri<br />

8.00: Messa e imposizione delle ceneri<br />

18.00: Messa e imposizione delle ceneri<br />

20.00: Liturgia della Parola e imposiz. delle ceneri (presso la chiesa dell’Angelo)<br />

23 Giovedì<br />

24 Venerdì<br />

17.00: Via Crucis in chiesa - 19.00: Via Crucis - Settore 2<br />

25 Sabato<br />

26 Domenica<br />

1 a di Quaresima<br />

27 Lunedì<br />

28 Martedì<br />

8.30-12.00: Adorazione eucaristica settimanale (Chiesa dell'Angelo)<br />

29 Mercoledì<br />

natI alla feDe nel batteSImo<br />

ELEONORA CUCCU<br />

Nata il 18 agosto 2011<br />

Battezzata l'8 gennaio <strong>2012</strong><br />

chIamatI alla PaSqua Del cIelo<br />

GIUSEPPA BOI<br />

20 marzo 1917<br />

28 dicembre 2011<br />

MARIA MANIS<br />

9 dicembre 1927<br />

15 gennaio <strong>2012</strong><br />

EVA PRUNER<br />

14 marzo 1923<br />

4 gennaio <strong>2012</strong><br />

GrazIe, Dante!<br />

DEFENZA MARTIS<br />

15 aprile 1920<br />

20 gennaio 2011<br />

ANTONIO CARTA<br />

21 settembre 1933<br />

5 gennaio <strong>2012</strong><br />

Dante Serra, collaboratore di "<strong>Partecipando</strong>" come curatore<br />

della rubrica "La pagina del relax", ha iniziato un'esperienza<br />

di discernimento vocazionale alla vita religiosa in Umbria. Lo<br />

ringraziamo di cuore per il servizio reso in questi anni e gli<br />

auguriamo un sereno e proficuo cammino.

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