Neurofisiologia del sonno e tecniche di analisi - E-Noos.It
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Nella transizione dalla veglia al <strong>sonno</strong> si osserva una anteriorizzazione <strong>del</strong><br />
ritmo alfa (8-12 Hz) che si riduce a valori inferiori al 50%; durante lo sta<strong>di</strong>o<br />
1 le onde alfa sono quin<strong>di</strong> sostituite prevalentemente da onde theta (4-7.5<br />
Hz) e da alcune onde beta (16-28 Hz), accompagnate da lenti movimenti<br />
rotatori oculari (Slow Eye Movements, SEMs); l’attività EEG è <strong>di</strong> bassa<br />
ampiezza ed irregolare e compaiono grafoelementi aguzzi sul vertice (onde<br />
al vertice). Nello sta<strong>di</strong>o 2, su un ritmo <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> bassa ampiezza e <strong>di</strong> frequenza<br />
theta, compaiono treni <strong>di</strong> onde sincrone con frequenza <strong>di</strong> 12-16 Hz<br />
(spindles o fusi <strong>del</strong> <strong>sonno</strong>) e grafoelementi polifasici <strong>di</strong> alto voltaggio (complessi<br />
K). Nello sta<strong>di</strong>o 3 le onde <strong>del</strong>ta (0,3-3,5 Hz) <strong>di</strong> alto voltaggio (superiore<br />
a 75 µV) <strong>di</strong>vengono più frequenti e comprendono dal 20 al 49% <strong>di</strong> un’epoca.<br />
Quando le onde <strong>del</strong>ta compongono almeno il 50% <strong>di</strong> un’epoca viene<br />
identificato lo sta<strong>di</strong>o 4. L’insieme degli sta<strong>di</strong> 3 e 4 viene definito anche<br />
<strong>sonno</strong> ad onde lente (Slow Wave Sleep, SWS) o <strong>sonno</strong> <strong>del</strong>ta e corrisponde<br />
alle fasi <strong>di</strong> <strong>sonno</strong> più profondo, in quanto l’intensità <strong>del</strong>lo stimolo necessaria<br />
per risvegliare un in<strong>di</strong>viduo risulta più elevata.<br />
Il <strong>sonno</strong> REM, infine, occupa il 20-25% <strong>del</strong> tempo totale <strong>di</strong> <strong>sonno</strong>, ed è stato<br />
descritto per la prima volta da Aserinsky e Kleitman nel 1953 7 . Esso è uno<br />
stato fisiologico eccezionale nel quale il cervello <strong>di</strong>viene attivo elettricamente<br />
e metabolicamente ed è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> scoppi <strong>di</strong> movimenti<br />
oculari rapi<strong>di</strong>, da una riduzione marcata <strong>del</strong> tono muscolare e dalla<br />
comparsa <strong>di</strong> treni costituiti da onde theta a dente <strong>di</strong> sega nel contesto <strong>di</strong><br />
un’attività EEG desincronizzata, rapida e <strong>di</strong> basso voltaggio simile a quella<br />
presente in veglia; per tale motivo il <strong>sonno</strong> REM è anche denominato <strong>sonno</strong><br />
paradossale. Il <strong>sonno</strong> REM può a sua volta essere <strong>di</strong>stinto in due componenti:<br />
tonica e fasica. EEG desincronzzato, ipotonia o atonia dei principali gruppi<br />
muscolari e depressione dei riflessi mono e polisinaptici caratterizzano il<br />
REM tonico. La componente fasica è <strong>di</strong>scontinua e si sovrappone alla componente<br />
tonica. Gli eventi fasici sono contrassegnati da scariche <strong>di</strong> movimenti<br />
oculari rapi<strong>di</strong>, contrazioni miocloniche e miochimiche dei muscoli<br />
facciali, linguali e degli arti, irregolarità <strong>del</strong>la frequenza car<strong>di</strong>aca e respiratoria<br />
con pressione sanguigna variabile.<br />
Dall’<strong>analisi</strong> macrostrutturale è possibile ottenere un <strong>di</strong>agramma <strong>del</strong> <strong>sonno</strong><br />
che viene definito ipnogramma, il quale fornisce informazioni relative alla<br />
cosiddetta architettura <strong>del</strong> <strong>sonno</strong>, ossia alla composizione, rappresentazione<br />
e successione dei vari sta<strong>di</strong> e cicli <strong>del</strong> <strong>sonno</strong> (figura 1).<br />
Il <strong>sonno</strong> non può essere ascritto ad un singolo sistema neurotrasmettitoriale o<br />
ad un’unica localizzazione anatomica. I sistemi in grado <strong>di</strong> attivare il <strong>sonno</strong> e<br />
la veglia interagiscono reciprocamente e sembrano controllati da <strong>di</strong>versi neurotrasmettitori<br />
e neurome<strong>di</strong>atori 8 . Il <strong>sonno</strong> NREM sembra essere controllato<br />
dal prosencefalo basale, dall’area che circonda il nucleo <strong>del</strong> tratto solitario a<br />
livello <strong>del</strong> midollo e dai nuclei dorsali <strong>del</strong> rafe (costituiti da cellule serotoninergiche).<br />
Altre aree cerebrali come la formazione reticolare ascendente e la<br />
parte posteriore <strong>del</strong>l’ipotalamo facilitano la veglia. Il nucleo soprachiasmatico<br />
<strong>del</strong>l’ipotalamo funziona come un pace-maker per la maggior parte dei<br />
ritmi circa<strong>di</strong>ani ed è coinvolto nel ciclo <strong>sonno</strong>-veglia 9 .<br />
Il <strong>sonno</strong> REM è controllato da un sistema <strong>di</strong> neuroni e trasmettitori che rive-<br />
I DISTURBI DEL SONNO<br />
(PARTE I)<br />
NÓOς<br />
1:2004; 7-14<br />
9