Radiochimica - Università degli Studi della Basilicata
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Se hanno stesso numero atomico, vuol dire che hanno uguale<br />
numero di elettroni e quindi coincidono le proprietà chimiche: èquesta<br />
la caratteristica che consente l’utilizzo di isotopi come TRACCIANTI<br />
BIOLOGICI, in quanto la materia vivente riconosce, utilizza e trasforma<br />
sostanze esclusivamente per le proprietà chimiche, e quindi non può<br />
differenziare e riconoscere due isotopi;<br />
tuttavia, a causa del differente numero di neutroni, possiedono<br />
diverse proprietà fisiche, e per questo possono essere differenziati in<br />
laboratorio con semplici metodiche, consentendo di seguire il destino<br />
biologico di moltissime molecole con essi marcati.<br />
ISOTOPI<br />
Elementi che occupano lo stesso posto nella tavola periodica.<br />
Occupando la medesima posizione, COINCIDERÀ, per gli isotopi di un<br />
elemento, il NUMERO ATOMICO (Z), che si riferisce al numero di protoni.<br />
Differiscono, invece, per il NUMERO DI MASSA (A), che si riferisce alla<br />
somma del numero di protoni e del numero di neutroni che costituiscono il<br />
nucleo.<br />
Rappresentazione dei NUCLIDI (stabili o instabili): M<br />
A<br />
Rappresentazione dei NUCLIDI (stabili o instabili):<br />
Z M<br />
12<br />
6<br />
C<br />
13<br />
6<br />
C,<br />
16<br />
8<br />
O<br />
17<br />
8<br />
O<br />
18<br />
8<br />
O<br />
STABILITA’ ATOMICA E RADIAZIONE<br />
Negli elementi più leggeri, in numero di massa A dell’isotopo più<br />
16<br />
abbondante è generalmente il doppio del numero atomico ( ); vuol<br />
8 O<br />
dire che il rapporto tra il numero di protoni e neutroni è sostanzialmente<br />
UGUALE A 11;<br />
man mano che aumenta il numero di protoni, aumenta tale rapporto;<br />
se ho elementi il cui rapporto protoni/neutroni è basso basso, i loro isotopi<br />
saranno STABILI (nuclidi);<br />
se ho un elevato rapporto protoni/neutroni protoni/neutroni, tali isotopi INSTABILI<br />
andranno incontro a trasmutazioni nucleari spontanee (decadimento),<br />
che comportano emissione di radiazioni (isotopi radioattivi radioattivi, radionuclidi);
Si differenziano per il numero di massa;<br />
ISOTOPI STABILI<br />
Per ogni isotopo di un determinato elemento si indica la percentuale presente in<br />
natura, ovvero la Normal Abundance;<br />
Occorre arricchire l’isotopo di un elemento se la sua normal abundance è<br />
scarsa;<br />
Offrono, rispetto agli isotopi radioattivi, il vantaggio di poter essere manipolati<br />
con calma, di poter essere recuperati e riutilizzati; gli svantaggi sono che le<br />
misurazioni sono più complesse e non ce ne sono tanti disponibili;<br />
Radiazioni beta<br />
N° Atomico (Z): n° protoni<br />
N° Massa (A): n° protoni + n° neutroni<br />
Generalmente costituite da elettroni (β- , conversione di un neutrone in un protone +<br />
un elettrone); più rara è la formazione di positroni (β + , conversione di un protone in un<br />
neutrone + un positrone (elettrone positivo e + neutrone + un positrone (elettrone positivo, e );<br />
dotate di forza di penetrazione <strong>della</strong> materia più alta rispetto alle radiazioni alfa,<br />
ma la loro capacità di ionizzazione è molto più bassa;<br />
l’emissione di una particella β - da parte di un radionuclide comporta la formazione<br />
di un nuovo nucleo l atomico t i aumentato t t di una unità ità ( (spostamento t t di un posto t verso<br />
destra nella tavola periodica); nel caso dell’emissione di un positrone, avviene il<br />
contrario.<br />
Le trasmutazioni nucleari comportano<br />
PERDITA DELL’IDENTITA’ CHIMICA ORIGINARIA<br />
Radiazioni nucleari<br />
Radiazioni alfa<br />
ISOTOPI RADIOATTIVI<br />
Corpuscolari<br />
Raggi alfa<br />
Raggi beta<br />
Elettromagnetiche Raggi gamma<br />
N° N Atomico (Z): n° n protoni<br />
N° Massa (A): n° protoni + n° neutroni<br />
4<br />
Costituite da 2 protoni e 2 neutroni (nuclei di He ): quindi l’elemento lelementoche che<br />
emette una particella α si trasforma in un nuovo elemento con numero di<br />
massa inferiore di 4 unità e numero atomico inferiore di 2;<br />
dotate di energia cinetica alta, e nel passaggio dentro la materia<br />
perdono d rapidamente id t energia, i ttrasferendola f d l agli li elettroni l tt i con cuii<br />
collidono, producendo elevata ionizzazione; non sono molto penetranti.<br />
Radiazioni gamma<br />
Costituite da radiazioni elettromagnetiche di elevata frequenza;<br />
si originano per cattura di un elettrone (E.C.) o per transizione isomerica (I.T.): nel<br />
primo caso, un protone è trasformato in neutrone per la cattura di un elettrone, e il<br />
nucleo l eccitato it t ttende d ariportarsi i t i add uno stato t t ffondamentale d t l emettendo tt d energia i<br />
come raggi gamma; nel secondo caso, si ha transizione da uno stato eccitato ad<br />
uno stazionario con emissione di energia elettromagnetica;<br />
con la cattura di un elettrone il numero di massa resta invariato, ma si ha<br />
diminuzione di numero atomico; con la transizione isomerica isomerica, il nucleo metastabile si<br />
trasforma in un isomero con egual numero atomico ed egual numero di massa;<br />
ddotate t t di fforza di penetrazione t i d<strong>della</strong> ll materia t i ddecisamente i t superiore i rispetto i tt alle ll<br />
radiazioni alfa e beta (altamente penetranti);<br />
2
Energia delle radiazioni<br />
Una particella di massa m e dotata di velocità v avrà un’energia pari a :<br />
E <br />
1 2<br />
m<br />
2<br />
Per le radiazioni corpuscolari alfa e beta, lavelocitàconcuilaparticellaè<br />
espulsa dal nucleo determina la sua velocità iniziale; ma non tutte le<br />
particelle sono espulse con la medesima velocità, per cui si specifica la Emax delle radiazioni emesse da un isotopo.<br />
Per le radiazioni elettromagnetiche gamma, l’energia dipende dalla<br />
frequenza:<br />
E h <br />
L’energia di una radiazione (alfa, beta e gamma) è espressa in elettronvolt (eV)<br />
v<br />
Decadimento<br />
Un isotopo radioattivo si disintegra con una velocità proporzionale alla<br />
costituzione del suo nucleo e seguendo una cinetica di primo ordine<br />
(d (decadimento di t esponenziale): i l )<br />
dI<br />
v - - k I<br />
dt<br />
kt<br />
<br />
I I 0 e<br />
I radioattiv ità<br />
0,693<br />
(t 1/2 )<br />
k<br />
t tempo<br />
k costante di velocità di disintegra zione, o costante di decadiment o,<br />
indipenden te da parametri fisici (temperatu ra, pressione, ecc) o chimici<br />
Unità di misura<br />
Nel SI, l’unità lunità di misura <strong>della</strong> radioattività è il BECQUEREL (Bq),<br />
corrispondente alla quantità di materiale radioattivo che va incontro ad<br />
una disintegrazione g al secondo (1 ( d.p.s.); p ) tuttavia,èpiù p frequente q l’uso del<br />
Curie (Ci), definito come la quantità di materiale radioattivo che dà lo<br />
stesso numero di disintegrazioni di 1g di radio, e cioè 3,7 x 10 10<br />
disintegrazioni al secondo.<br />
L’unità Lunità <strong>della</strong> radiazione gamma è il Roentgen Roentgen, che corrisponde alla<br />
quantità di radiazione che, passando in 1,293 x 10-3 gdiaria,produce<br />
un’unità di elettricità elettrostatica per cm3 un unità di elettricità elettrostatica per cm ; misura la cosiddetta dose di<br />
esposizione, cioè la capacità di una radiazione di provocare ionizzazione.
Applicazioni biologiche dei radioisotopi<br />
La radioterapia si basa sulle azioni biologiche delle radiazioni ionizzanti<br />
ed è attuata con raggi emessi da elementi radioattivi. Le indicazioni piùù<br />
importanti <strong>della</strong> radioterapia sono rappresentate da alcune lesioni<br />
malformative lf ti ( (ad d es. angiomi), i i) dda certe t fforme iinfiammatorie fi t i e<br />
degenerative (artriti e artrosi), da alcune endocrinopatie (ipertiroidismo) e<br />
soprattutto da lesioni neoplastiche<br />
neoplastiche.<br />
La cura consiste in un vero e proprio bombardamento di radioattività<br />
mirato sul target d'interesse d interesse (es (es. cellule tumorali) tumorali). Tale bombardamento<br />
può provenire sia dall'esterno dell'organismo che dall'interno, dove il<br />
radioisotopo radioisotopo, opportunamente camuffato in forma di biomolecola<br />
specifica per il riconoscimento di determinati sistemi biologici, viene<br />
portato direttamente sull'obiettivo o target (es. 186/188 portato direttamente sull obiettivo o target (es. Re illustrato in seguito).<br />
Metodi di misura <strong>della</strong> radioattività<br />
La diagnostica in Medicina Nucleare ha il compito di stabilire gli aspetti<br />
radiologici dell'organismo dell organismo normale e in stato di malattia così da<br />
raccogliere e vagliare tutti quegli elementi che possono comunque<br />
giovare all'identificazione all identificazione e al chiarimento <strong>degli</strong> stati patologici patologici.<br />
Si sfruttano, perciò, i radioisotopi come traccianti utili per l'osservazione di<br />
determinate regioni interne all'organismo. Le immagini del corpo umano<br />
(o di parte di esso), ottenute tramite rilevamento dei fotoni o delle<br />
particelle emessi dal radionuclide iniettato, trovano dunque<br />
importantissime possibilità di applicazione come occasione di frequenti<br />
iindagini d i i clinico-diagnostiche li i di ti h nell'ottica ll' tti di una sempre più iù specifica ifi e<br />
risolutiva problematica di ricerca clinica e terapeutica su soggetti umani.
L' L'ambito bit di utilizzo tili d<strong>degli</strong> li iisotopi t i radioattivi di tti i iin medicina di i sii ddecide id iin ffunzione i<br />
delle specifiche proprietà nucleari <strong>degli</strong> stessi. Si utilizzano, in particolare,<br />
radionuclidi in grado di emettere:<br />
Radiazioni β - per la TERAPIA. Un esempio di particolare interesse è quello del 186/188 Re, emettitore<br />
bbeta-gamma: t se llegato t aspecifici ifi i anticorpi ti i oaltre lt sostanze t add attività tti ità recettoriale, tt i l esso puòò<br />
consentire sia il trattamento in loco di masse tumorali che studi di biodistribuzione. In base alla<br />
localizzazione del radiofarmaco mediante imaging in vivo, è possibile inoltre studiare il danno<br />
genotossico in particolari distretti corporei, come per esempio quello emopoietico.<br />
Un'altra possibilità di applicazione dei radiofarmaci a base di 188Re riguarda la terapia dell'artrite<br />
reumatoide.<br />
Radiazioni gamma o β + per la DIAGNOSI, cioè la visualizzazione (scintigrafia) di tessuti e strutture<br />
anatomiche che consente di evidenziarne eventuali anomalie morfologiche o funzionali. Un<br />
esempio molto importante di radioisotopo gamma emittente è il 99mTc, ampiamente utilizzato nei<br />
più comuni test diagnostici (SPECT); un noto emettitore di positroni è, invece, il fluoro-18,<br />
radioisotopo artificiale su cui si fonda il meccanismo di funzionamento <strong>della</strong> PET PET.<br />
Radioisotopo Impiego<br />
Tecnezio 99m<br />
Fluoro 18<br />
In vivo. Viene usato per scintigrafie scheletriche, epatiche, renali, cerebrali,<br />
tiroidee, funzionalità epatica. Tempo di dimezzamento: 6 ore.<br />
In vivo vivo. Usato per la visualizzazione scintigrafica in campo oncologico<br />
oncologico,<br />
cardiologico (metabolismo cardiaco, del flusso coronario, etc.) e neurologico<br />
(diagnosi Alzheimer, epilessia, lesioni cerebrali traumatiche, etc.). Tempo di<br />
dimezzamento: 110 min.<br />
In vivo. Impiegato come agente terapeutico nella cura di tumori e artriti e<br />
Renio 188<br />
come tracciante analogo al 99mTc. Tempo di dimezzamento: 17 ore.<br />
Cobalto 60 In vivo. Usato nella radioterapia dei tumori. Tempo di dimezzamento: 5 anni.<br />
In vivo. Usato per la diagnostica tiroidea e la cura dei tumori <strong>della</strong> tiroide, le<br />
Iodio i 131 renografie fi e l'indagine i i cosiddetta i total-body. Tempo dii dimezzamento: i<br />
8<br />
giorni.<br />
Tallio 201 In vivo. Serve per scintigrafie del miocardio. Tempo di dimezzamento: 3 giorni.<br />
Iodio 125<br />
In vitro. Serve per tutte le analisi di radioimmunologia (RIA) per il dosaggio<br />
<strong>degli</strong> ormoni tiroidei. Tempo di dimezzamento: 60 giorni.<br />
Trizio Usato raramente. Tempo di dimezzamento: 12 anni circa.<br />
Carbonio 14 Usato raramente.<br />
La diagnostica medico-nucleare in vivo si fonda essenzialmente sulla possibilità di studiare<br />
fenomeni fisiopatologici utilizzando dei radiocomposti, i quali, una volta somministrati nell'organismo<br />
umano sottoforma di semplici radionuclidi o di molecole radiomarcate, si comportano come<br />
traccianti di un particolare p fenomeno biologico, g , permettendo, p , attraverso l'impiego p g di appositi pp<br />
rivelatori, di produrre immagini diagnostiche.<br />
La tecnologia che ne concretizza la realizzazione prende il nome di "Diagnostica per Immagini"<br />
(imaging) e si basa sull'impiego di particolari apparecchiature dotate di cristalli caratterizzati dalla<br />
proprietà di emettere fotoni quando colpiti da radiazioni γ di energia superiore a qualche decina di<br />
KeV (gamma (gamma-camera). camera) La radiazione emergente dall'organo dall organo e contenente le informazioni relative<br />
al suo stato clinico, viene così restituita sotto forma di immagine.<br />
L'immagine L immagine finale (scintigrafia) èè, quindi quindi, totalmente generata dalla radiazione emessa dal<br />
radionuclide che si è localizzato nell'organo bersaglio, sfruttando un ben preciso meccanismo<br />
biologico: il suo contenuto diagnostico avrà una valenza funzionale e non un semplice carattere<br />
morfologico. f i<br />
Perciò la Medicina Nucleare si differenzia dalle altre discipline come la Radiologia, l'Ecografia e<br />
lla Ri Risonanza MMagnetica ti NNucleare l perché hé non sii li limita it afornire f i iinformazioni f i i di ti tipo morfologico, f l i ma<br />
rappresenta le funzioni biochimiche e fisiologiche dell'organo in esame.
L'informazione diagnostica o l'effetto terapeutico è legato all'utilizzo di<br />
radionuclidi :<br />
• in forma chimica molto semplice: ad esempio il catione 210 TI + è trattenuto dalle<br />
cellule del miocardio come analogo del potassio e permette di evidenziare<br />
fenomeni ischemici; gli isotopi radioattivi dello iodio, sotto forma di ioduri, si<br />
localizzano nella tiroide e vengono utilizzati come traccianti nella sintesi di ormoni<br />
tiroidei.<br />
• iinseriti iti iin composti ti più iù o meno complessi l i ttramite it una serie i di particolari ti l i<br />
manipolazioni chimiche. Ciò riguarda la maggior parte dei radioelementi utilizzati in<br />
Medicina Nucleare. Le tecniche di sintesi utilizzate consentono di ottenere sistemi<br />
biologicamente stabili e compatibili con l'organismo nel quale vengono iniettati.<br />
In entrambi i casi questi radiocomposti vengono detti radiofarmaci e,<br />
attualmente in base al D.L.vo n.178 del 29/5/91, sono classificati come<br />
specialità medicinali<br />
I radiofarmaci vengono somministrati direttamente al paziente, per via<br />
orale o endovenosa. Tali somministrazioni non causano danni in quanto<br />
le dosi impiegate sono basse e i radioisotopi impiegati hanno tossicità<br />
ed energia molto bassa. Inoltre i nuclidi hanno tempi di vita media<br />
piuttosto ridotti e nel radiofarmaco sono generalmente presenti<br />
quantitàà di atomi inattivi che diminuiscono l’attivitàà specifica del<br />
prodotto (radioattività per unità di massa dell’elemento, generalmente<br />
espressa iin MB MBq oGBq GB / grammo). )<br />
La localizzazione del radiofarmaco, dopo somministrazione nei pazienti,<br />
e le informazioni o l'effetto l effetto terapeutico da essi derivanti sono<br />
determinati dalle caratteristiche del radiofarmaco nel suo insieme:<br />
• Caratteristiche chimico chimico-fisiche: fisiche: tipo di emissione del radioisotopo radioisotopo, carica carica, lipofilia lipofilia,<br />
dimensione del complesso radioattivo.<br />
• Possibili interazioni con componenti biologici (tessuto ematico, cellule, membrane, enzimi,<br />
recettori).<br />
Un radiofarmaco, quindi, è caratterizzato, oltre che dalla struttura chimica e dalla<br />
forma farmaceutica, anche dal radionuclide con cui è marcato, dalle cui proprietà<br />
dipende non solo la possibilità di sintesi del radiofarmaco e la sua stabilità, ma anche<br />
l'efficienza di rilevazione e la radioesposizione al paziente.<br />
Pertanto, le caratteristiche ideali di un radionuclide destinato alla preparazione di un<br />
radiofarmaco possono essere considerate le seguenti:<br />
emissione monoenergetica di sole radiazioni gamma di energia compresa fra i 100 e i 200 keV;<br />
breve tempo di dimezzamento;<br />
trasformazione in un nuclide stabile;<br />
alta purezza radionuclidica;<br />
pronta disponibilità;<br />
basso costo di produzione;<br />
proprietà chimiche che permettono di legarsi facilmente a molecole di interesse biologico.