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Per conoscere il progetto nei dettagli presentiamo l ... - Discoveryalps

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WALSER EXPRESS<br />

Sogno o realtà?<br />

Intervista agli ideatori del <strong>progetto</strong> di Beba Schranz<br />

Ormai ogni persona che incontro quando sa che sono di Macugnaga mi fa la stessa domanda: “ma è vero<br />

che fate <strong>il</strong> treno?” per “treno” intendono <strong>il</strong> collegamento con la vicina Svizzera, notizia letta ormai su molti<br />

giornali. <strong>Per</strong> la verità l’idea di collegare Macugnaga al Vallese non è un’idea così nuova e peregrina, se ne era<br />

già parlato nella prima parte del secolo scorso, <strong>il</strong> <strong>progetto</strong> di allora contemplava anche una linea ferroviaria<br />

da Domodossola a Macugnaga. Alla fine degli anni settanta, sempre del ‘900 fu la Cooperativa Macugnaga<br />

2000 che promosse un incontro con tutti i sindaci della vicina Saas Tall per tentare di risvegliare l’interesse al<br />

collegamento, ma in quel caso l’Amministrazione comunale e buona parte dei professionisti della neve di<br />

allora bocciarono l’idea. Un ulteriore tentativo venne ancora portato avanti nel 2003, quella volta furono<br />

l’Amministrazione comunale e la Comunità Montana che all’hotel La Poste di Visp presentarono a tutte le<br />

autorità del vicino Cantone un ambizioso <strong>progetto</strong> di fattib<strong>il</strong>ità, redatto dai tecnici ingegner Giorgio Chieu di<br />

Domodossola e dall’Architetto Verner Blotzer. Alla conclusione dei lavori significativo fu <strong>il</strong> commento del<br />

presidente cantonale Snyder <strong>il</strong> quale affermò “Questo è <strong>il</strong> più importante <strong>progetto</strong> Interreg tra <strong>il</strong> Vallese e<br />

l’Italia che consentirà non solo di realizzare <strong>il</strong> collegamento ma di intraprendere e rinsaldare legami storici e<br />

culturali che <strong>nei</strong> secoli ha visto protagonisti i due versanti”.Anche <strong>il</strong> sindaco di Macugnaga Teresio Valsesia<br />

dichiarò:”Pur consapevole di dover conservare i sentieri e la memoria storica del Passo del Monte Moro e<br />

della fondazione di Macugnaga da parte dei Walser;tutto ciò oggi non è più sufficiente. L’opera è<br />

fondamentale per lo sv<strong>il</strong>uppo e <strong>il</strong> futuro di Macugnaga e della Valle Anzasca poiché con <strong>il</strong> coinvolgimento dei<br />

Laghi, la Regione Insubrica che interessa anche <strong>il</strong> Canton Ticino e l’aereoporto della Malpensa si<br />

dimezzeranno da M<strong>il</strong>ano i tempi per arrivare nella valle di Saas “.<br />

Avendo l’opportunità di parlare personalmente con Roberto Sala l’ideatore del nuovo <strong>progetto</strong> di<br />

collegamento e con <strong>il</strong> dottor Siro Treu che lo ha affiancato nell’intricato compito di mettere sulla carta tutte<br />

le idee che Sala da circa vent’anni rimuginava e elaborava dentro di se, oltre ad ideare e verificare un piano<br />

economico che le supportasse. Ne ho approfittato per porre loro quelle domande che sorgono spontanee<br />

dopo aver ascoltato e visto la presentazione alla Kongresshause di Macugnaga e dopo aver letto alcuni<br />

articoli sui giornali e ascoltato i relativi commenti. E’ nata così una piacevole chiacchierata-intervista alla<br />

quale entrambi hanno partecipato con entusiasmo.<br />

D. Qual’è <strong>il</strong> motivo che vi ha spinto a pensare a questo <strong>progetto</strong> e quando avete iniziato<br />

concretamente a lavorarci ?<br />

R. Abbiamo iniziato nel marzo del 2006 quando con una valigia piena di cartine geologiche, mappe di<br />

montagna, libri tecnici, ritagli stampa, e documentazione di vario tipo siamo andati a Zermatt per incontrare<br />

<strong>il</strong> presidente degli impianti a fune ed <strong>il</strong> vice sindaco; dopo un’ora di “monologo” e dopo che l’intero tavolo<br />

della sala riunioni era stato coperto da ogni genere immaginab<strong>il</strong>e di documentazione, ci hanno fatto i<br />

complimenti per l’idea e come essa era argomentata da evidenze precise e <strong>dettagli</strong>ate, asserendo che, in<br />

tanti anni, era la prima volta che si trovavano di fronte ad un <strong>progetto</strong> “sensato e ben costruito”.<br />

Ci hanno incoraggiato a proseguire e questa è stata la spinta fondamentale per preparare un primo<br />

documento che è servito per sintetizzare le idee e presentare lo stesso come un elemento fondamentale del<br />

programma elettorale che sarebbe stato realizzato se la lista fosse stata eletta, <strong>il</strong> che avvenne con una<br />

maggioranza netta.<br />

Riguardo ai motivi che ci hanno spinto sono molto semplici: Macugnaga, tutta la Valle Anzasca e l’Ossola<br />

intera da oltre venti anni sta regredendo a vista d’occhio; in molti mesi all’anno <strong>il</strong> paese è completamente<br />

deserto, le seconde case sono vuote, girano meno quattrini e quindi non vengono più fatti investimenti, così<br />

tutto va in rovina…Pensi soltanto che siamo passati da oltre trecentom<strong>il</strong>a presenze degli anni<br />

settanta/ottanta e poco più di 40 m<strong>il</strong>a all’anno.<br />

Avevamo alberghi, luoghi di ritrovo, discoteche, 3 funivie turisti inglesi, francesi e tedeschi durante l’inverno<br />

ed una miriade di olandesi, belgi, svizzeri d’estate…..ed ora quasi più nessuno...ma anche tanti italiani ora<br />

non vengono più…perché?? …”perchè MACUGNAGA è bella …ma non c’è niente…” e pensare che negli anni<br />

trenta all’Albergo Monte Moro si ballava in frak.<br />

D. Ritenete quindi <strong>il</strong> vostro un buon <strong>progetto</strong> per rigenerare <strong>il</strong> turismo nella valle di Macugnaga<br />

e dintorni?


R. Certo, era necessario trovare un idea che fosse in grado di far ritornare i “turisti ad alta propensione di<br />

spesa” tutto l’anno e quindi indipendentemente dalla stagione dello sci.<br />

Il Walser Express (cosi abbiamo chiamato <strong>il</strong> nostro collegamento in omaggio ai nostri antenati Walser che<br />

dalla Svizzera e dall’Austria a piedi hanno valicato i passi alpini e si sono fermati in “alto” per vivere la<br />

montagna più diffic<strong>il</strong>e) darà la possib<strong>il</strong>ità a molti di vedere da vicino una bellezza unica al mondo andando in<br />

quota senza inquinare e di rivivere i diversi aspetti della cultura Walser nelle differenti vallate. Un esempio a<br />

questo proposito e l’architettura: se prendiamo una nostra vecchia abitazione o fien<strong>il</strong>e “stadalt” vediamo<br />

come pur avendo un’origine comune, nel corso dei secoli si siano modificati a seconda dei luoghi quelli di<br />

Macugnaga sono diversi da quelli di Zermatt o Saas Fee, da quelli di Alagna o di Gressoney. Ma vi è un’altra<br />

ragione ed è quella economica. Se per esempio analizziamo le valli di Grindewald, Wengen e di Zermatt<br />

vediamo che dove sono stati realizzati impianti per portare i turisti in quota, come ad esempio sulla<br />

Jungrfrau, o al Gornergrat, o dove sono stati costruiti collegamenti fra valli come ad esempio fra<br />

Grindenwald e Wengen lo sv<strong>il</strong>uppo economico si è diffuso a macchia d’olio nelle valli e <strong>nei</strong> fondo valle ed in<br />

tutte le regioni sottostanti apportando quella ricchezza e quelle risorse che consentono ora a quelle<br />

amministrazioni di sostenere gli alti costi di mantenimento dell’ambiente e dando lavoro non solo ai residenti<br />

ma richiamando molte forze produttive da fuori.<br />

D. Quindi <strong>il</strong> motivo più importante è quello economico?<br />

R. Senza ombra di dubbio, questo è uno tra i più importanti, ed è cosi chiaro che non solo la popolazione di<br />

Macugnaga lo ha ben compreso, ma ha trovato immediatamente la solidarietà della Comunità Montana del<br />

Monte Rosa e di tutti i Comuni della valle Anzasca e di quelli delle valli intorno al Monte Rosa; lei pensi solo<br />

a questo dato, a Macugnaga nel 1951 i residenti erano 997 mentre nel 2006 sono scesi a 639 con un tasso<br />

natalità/mortalità di uno a cinque. A Macugnaga oggi <strong>il</strong> 51% della popolazione è compreso nella fascia d’età<br />

dai 30 ai 65 anni ed <strong>il</strong> 15% dai 12 ai 25 anni, quindi o troviamo una “chiave di volta”, o anche queste forze<br />

dovranno lasciare <strong>il</strong> paese ed andare a cercarsi un lavoro altrove, indebolendo ulteriormente un economia<br />

ormai asfittica, divenendo un costo in più per l’economia dello Stato che, oltre a mantenere i “pensionati”,<br />

dovrà provvedere per le strutture ed i servizi necessari a fondo valle per assorbire i flussi di spopolamento<br />

dalle montagne. Inoltre, fra due anni scadrà per vetustà la seggiovia che porta al ghiacciaio del Belvedere e<br />

entro pochi anni anche la funivia del Monte Moro dovrà essere rifatta (con finanziamenti pubblici) infine, i<br />

cambiamenti climatici rendono “di fatto” superati gli impianti solo sciistici. Abbiamo calcolato che <strong>il</strong> Walser<br />

Express creerà ex novo più di 500 posti di varo qualificati, di cui, solo un quinto a Macugnaga ed <strong>il</strong> resto in<br />

Valle Anzasca ed in tutta la Provincia.<br />

D. Ho letto che <strong>il</strong> Presidente della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri, ha dichiarato “ Martedì<br />

riceverò gli amministratori di Macugnaga, per cortesia e per i legami con la comunità Walser,<br />

ma ho l’impressione che si facciano i conti senza l’oste. Già in passato Macugnaga aveva<br />

avanzato un <strong>progetto</strong> sim<strong>il</strong>e e all’epoca incontrai le autorità vallesane che rinviarono l’iniziativa<br />

al mittente, consigliando Macugnaga di rifare prima i loro impianti del tutto obsoleti. Bisogna<br />

prima pensare a finire <strong>il</strong> collegamento con Alagna. Proprio in questi giorni si sta concludendo<br />

l’iter della Monterosa s.p.a. per la costruzione del troncone di funivia da Punta Indren al Dente<br />

del Bors”.<br />

Mi pare molto tranchant una dichiarazione del genere, cosa ne pensate?<br />

R. Il giorno dopo questa dichiarazione siamo stati ricevuti dal Presidente e da tutti i Sindaci delle Valli<br />

intorno al Monte Rosa ed in quella circostanza lo stesso Caveri ha dichiarato che se tale <strong>progetto</strong> verrà<br />

realizzato potrà avere delle conseguenze economiche positive per tutta la Valle d’Aosta auspicando che <strong>il</strong><br />

collegamento generale possa essere presto completato. <strong>Per</strong> quanto riguarda i consensi, noi abbiamo in mano<br />

le lettere di entusiastica adesione al nostro <strong>progetto</strong> da parte della totalità dei Comuni interessati al<br />

collegamento. Tutti hanno inteso e condiviso <strong>il</strong> concetto che “l’unione fa la forza” e l’importanza di<br />

considerate turisticamente <strong>il</strong> comprensorio a sud delle Alpi un tutt’uno solidale. Riguardo invece la vetustà<br />

dei nostri impianti di risalita, non possiamo che essere d’accordo, ma rispondiamo che se si riuscirà ad<br />

attuare <strong>il</strong> nostro <strong>progetto</strong>, l’attuale funivia che sale al Monte Moro sarà smantellata e lassù si arriverà con un<br />

metrò che viaggiando sotto terra sarà ad impatto zero, inoltre potrà funzionare con qualsiasi condizione di<br />

tempo, anche di notte, inoltre la Società si ripropone, appena superati i primi più pressanti ammortamenti, di<br />

riqualificare l’area sciistica del Belvedere con un piccolo impianto ad agganciamento automatico di tipo misto<br />

per evitare che la strada sterrata, che ora è una passeggiata, divenga un nastro di asfalto percorso da ogni<br />

genere di veicoli a motore!


D. Un’altra dichiarazione decisamente sfavorevole l’ho letta su La Stampa, dove si diceva,<br />

più o meno, che la generazione che sta proponendo questo <strong>progetto</strong> è quella che ha vissuto<br />

sulle spalle di quelle precedenti e che brucerà così <strong>il</strong> patrimonio di quelle future.<br />

R. Questo <strong>progetto</strong> è stato studiato nel concetto di eco-compatib<strong>il</strong>ità da persone che l’hanno pensato,<br />

prima nell’interesse degli elementi e dopo della gente, se non fossimo stati così attenti alla salvaguardia<br />

del territorio prima e dei suoi abitanti poi i costi sarebbero inferiori di almeno 1/3. Noi amiamo la nostra<br />

montagna, ma vogliamo che Macugnaga e tutta la Valle Anzasca vivano. L’unico modo per far si che la<br />

montagna non si depauperi è che la sua gente possa viverla continuativamente e non stagionalmente, e<br />

questa è una buona opportunità che va in quella direzione. Comunque ciò che ci conforta e ci induce a<br />

proseguire è che la gente questo impianto lo vuole prima di ogni cosa nel rispetto totale degli elementi.<br />

D. Macugnaga è un paese Walser dalle antichissime origini, la sua storia comincia proprio<br />

dal Dorf, lo testimoniano Chiesa Vecchia, la cui edificazione risale al XIII sec. e l’adiacente<br />

Tiglio secolare, perché farete partire proprio da lì <strong>il</strong> primo tratto dell’impianto? Vi rendete<br />

conto che potrebbe sembrare una provocazione?<br />

R. Le ragioni per cui la partenza del Walser Express deve essere fatta lì sono di tipo tecnico/turistico,<br />

nessuna intenzione provocatoria. L’entrata (5,98 m di diametro) sarà completamente mimetizzata dalla<br />

costruzione di un vecchio “stadalt”,e invece dell’ imbocco della galleria si vedrà un piccolo chalet sim<strong>il</strong>e<br />

agli altri del vecchio Dorf. Le persone lo raggiungeranno attraverso un camminamento sotterraneo di<br />

circa 180 mt. che sarà, più o meno, dove attualmente ci sono la funivia e la scuola di sci, inoltre la<br />

società farà rifare a sue spese i tre tetti di lamiera che attualmente deturpano <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio di chiesa<br />

vecchia, farà interrare tutti i cavi elettrici e risistemare i selciati dei sentieri. Le ragioni tecniche invece<br />

sono che, non vogliamo far passare la galleria sotto al torrente Tambach e nemmeno sotto l’Horlowono,<br />

per evitare eventuali inf<strong>il</strong>trazioni, mentre più a Est/Ovest ci sono conoidi di valanghe.<br />

D. Non temete che la popolazione di Macugnaga e delle valli intorno al Monte Rosa possano<br />

non condividere la vostra idea e magari far nascere qualche movimento sim<strong>il</strong>e a quello della<br />

TAV, per intenderci ?<br />

R. Nel programma di lista che quest’Amministrazione comunale aveva proposto quando si era presentata<br />

alle elezioni, questo <strong>progetto</strong> era uno degli obbiettivi qualificanti, se hanno avuto <strong>il</strong> consenso del 55,8%<br />

della popolazione riteniamo che almeno quella percentuale sia d’accordo, inoltre la valle Anzasca e la sua<br />

amministrazione si è espressa favorevolmente e lo ha dimostrato sostenendoci in qualsiasi incontro<br />

istituzionale. Anche la Regione valle d’Aosta, con le dichiarazioni del suo presidente unitamente a tutti i<br />

sindaci, hanno espresso parere favorevole. La Provincia del VCO lo ha definito un <strong>progetto</strong> strategico, la<br />

Saas Tall ci ha scritto una lettera assolutamente favorevole. Sarebbe anacronistico pensare che nel terzo<br />

m<strong>il</strong>lennio ci si possa spostare ancora e solo a piedi ma è assolutamente realistico pensare di unirsi con<br />

degli impianti <strong>il</strong> cui obiettivo non è quello di sfruttare la montagna solo sciisticamente per sei mesi<br />

all’anno, ma di farla vivere di transito turistico per 365 giorni all’anno con corse anche notturne. Non<br />

quindi un collegamento per lo sci ma anche per lo sci. Ma ci pensate: dalla valle d’Otro in Val Sesia<br />

attraverso lo spettacolo della Nord del Cervino fino a raggiungere la Est del Monte Rosa!<br />

Aggiungiamo anche che per anni, in passato, a Macugnaga si è scavato; ch<strong>il</strong>ometri e ch<strong>il</strong>ometri di<br />

gallerie (più di 80 km!) per cercare l’oro, è stato “<strong>il</strong> più importante giacimento in Italia” e molti dei nostri<br />

vecchi ci hanno lavorato per una vita intera. Forse oggi vale la pena di scavare ancora per otto<br />

ch<strong>il</strong>ometri e realizzare un opera che sarà un vanto per tutti e darà la possib<strong>il</strong>ità “di ammirare <strong>il</strong> creato e<br />

lodare <strong>il</strong> Creatore” ; questo è un impegno che dobbiamo proprio a coloro che sono vissuti in miniera e<br />

che per essa hanno donato la vita.<br />

D. E se Zermatt non dovesse collegarsi?<br />

R. Non è necessario che loro si colleghino, <strong>il</strong> <strong>progetto</strong> è concepito economicamente per funzionare senza<br />

collegamento. I Turisti stranieri ad alta propensione di spesa che in parte sono già presenti sul lago<br />

Maggiore verrebbero qui ad ammirare <strong>il</strong> paesaggio, ed <strong>il</strong> loro numero sarebbe sim<strong>il</strong>e a quello dei turisti<br />

che già venivano e si fermavano a Macugnaga negli anni 70 ed 80, per ospitarli non è necessario<br />

“deturpare” <strong>il</strong> paese ma basta recuperare tute quelle strutture già esistenti e ora chiuse, che stanno<br />

andando in degrado . Macugnaga e Alagna hanno in questo momento le chiavi in mano per chiudere <strong>il</strong>


giro del Monte Rosa senza che nessuno faccia niente. Viceversa se dovessero collegarsi si aprirebbe <strong>il</strong><br />

più ecologico e bel valico esistente oggi sulle Alpi rendendo possib<strong>il</strong>e quello che oggi sembra un sogno.<br />

Raggiungere i ghiacciai del Plateau Rosà in poco più di un’ora senza bruciare un solo litro di benzina?<br />

D. Cosa succederà della Macugnaga che tutti conosciamo, con l’avvento di un impianto così<br />

“importante e futuristico”?<br />

R. Dovrete avere pazienza per alcuni anni, <strong>il</strong> tempo di aprire e chiudere i cantieri, ma poi Macugnaga<br />

tornerà quella che avete sempre visto, solo migliorata e con qualche sorriso in più; <strong>il</strong> sorriso di chi potrà<br />

guardare al futuro ed alla montagna con l’entusiasmo della consapevolezza di poter disporre delle risorse<br />

economiche per conservarla anche per le generazioni future, quelle che oggi quel sorriso non possono<br />

permetterselo.<br />

D. Non temete un’esplosione ed<strong>il</strong>izia e un’eccessiva lottizzazione?<br />

R. Naturalmente bisogna da subito che si intraprenda una corretta politica di gestione del territorio, ma<br />

l’Amministrazione si è già attivata e a questo proposito verrà rivisto <strong>il</strong> piano regolatore attuale<br />

(garantendo cosi <strong>il</strong> concetto di Macugnaga paese Walser e non città fra le Alpi) per prevedere l’aumento<br />

della capienza alberghiera, anche se, ripeto, basta ristrutturare quanto è stato lasciato andare in disuso<br />

in questi ultimi anni per tornare ai 1800 posti letto degli anni ’70, senza stravolgere <strong>il</strong> paese. Nessuno<br />

intende aumentare sconsideratamente la capienza logistica. L’ideale sarebbe che si riuscisse ad ospitare<br />

1000 perone a Macugnaga e altre 1000 distribuite lungo la valle, anch’essa bisognosa di riqualificazione.<br />

D’altra parte se non si interviene con qualche cosa che riesca ad auto finanziarsi, è impensab<strong>il</strong>e che lo<br />

Stato annualmente intervenga a ripianare i conti, ma è altrettanto inconfutab<strong>il</strong>e che se non si fa qualche<br />

cosa l’emorragia di giovani che si è già avviata sarà inarrestab<strong>il</strong>e. Allora si che la montagna diventerà<br />

pericolosa! ed <strong>il</strong> degrado della stessa risulterà incontrollab<strong>il</strong>e.<br />

D. Possiamo quindi stare tranqu<strong>il</strong>li che Macugnaga non verrà barattata e deturpata?<br />

R. Siamo coscienti di quanto delicata possa essere un’ impresa di questo genere per l’equ<strong>il</strong>ibrio locale,<br />

anche se non bisogna dimenticare che la Macugnaga che vedete ora è l’opera degli antichi Walser e di<br />

tutti quelli che a loro sono succeduti fino ad oggi, se di generazione in generazione si è riusciti a<br />

tramandare l’amore e <strong>il</strong> rispetto per la nostra montagna fino alle soglie del terzo m<strong>il</strong>lennio, siamo certi<br />

che sapremo infondere anche alle prossime generazioni sensib<strong>il</strong>ità e amore per la bellezza del paese e<br />

che a loro volta si attiveranno per mantenerla nel tempo. D’altra parte non si deve pensare che debbano<br />

essere sempre gli altri con leggi e divieti a regolamentarci, anche noi come i vecchi Walser dobbiamo<br />

prendere coscienza di come continuare a salvaguardare <strong>il</strong> nostro territorio.<br />

D. Ho sentito dire, riguardo alla ricezione alberghiera, che sarà chi realizzerà l’opera che si<br />

occuperà di costruire nuovi alberghi e quant’altro?<br />

R. Noi abbiamo sempre e soltanto preso in considerazione la realizzazione dell’impianto, riguardo<br />

all’ospitalità e alla riqualificazione alberghiera, come accennavamo prima, saranno gli abitanti di<br />

Macugnaga, che dovranno adeguare i loro locali e la loro professionalità alle esigenze di una clientela<br />

abituata all’accoglienza e all’ospitalità che trovano nel resto dell’arco alpino, e dalla quale Macugnaga si<br />

è progressivamente allontanata. Ciascuno dovrà fare la sua parte, nessuno escluso. Inoltre<br />

l’Amministrazione nel piano regolatore prevederà dei minimi qualitativi per la realizzazione di nuove<br />

strutture alberghiere.<br />

D. Quanto deturperanno le aree cantieristiche e per quanto tempo?<br />

R. No, poco! Si apriranno due cantieri, uno inferiore e uno superiore. <strong>Per</strong> quello inferiore ci sarà una<br />

macchina TBM dal peso di 4120 tonnellate, lunga 120 mt. che rimarrà all’esterno per circa 1 o 2 mesi,<br />

dopo di che entrerà nella montagna. Fino a quando non sarà terminato <strong>il</strong> cantiere si vedrà un foro di 6<br />

metri di diametro, dopo gli verrà costruito davanti lo “stadalt” di cui parlavamo prima. Il materiale<br />

estratto, per <strong>il</strong> 66% verrà ut<strong>il</strong>izzato per <strong>il</strong> parcheggio multipiano di Pestarena, non visib<strong>il</strong>e dal v<strong>il</strong>laggio<br />

perché sotto <strong>il</strong> livello della strada e che a lavori ultimati permetterà di bloccare laggiù la circolazione<br />

veicolare del paese. Il rimanente 34% dei detriti verrà ritirato dal costruttore e portato all’esterno del<br />

Comune, macinato e venduto sul mercato come materiale inerte. Riguardo al cantiere superiore invece,


<strong>il</strong> 70% dei detriti varrà ut<strong>il</strong>izzato per la costruzione su due livelli della stazione del Monte Moro, dove <strong>il</strong><br />

piano terra sarà destinato ai servizi e quello superiore al pubblico. Il rimanete 30% verrà ut<strong>il</strong>izzato per <strong>il</strong><br />

riassetto delle piste esistenti in quota e di quella che scende, la Moro/B<strong>il</strong>l.<br />

D. Il materiale che verrà estratto e quindi ut<strong>il</strong>izzato per ripianare le piste è materiale sicuro,<br />

non inquinante?<br />

R. Si tratta di parag<strong>nei</strong>ss a metamorfismo pre-granitico, da graniti porfirici intrusivi, lo stesso materiale<br />

che i nostri vecchi hanno da sempre ut<strong>il</strong>izzato per le coperture dei tetti o per i muri delle case ed è<br />

quanto di più sicuro e puro si possa trovare.<br />

D. E lassù come sarà impatto ambientale?<br />

R. A parte che adesso la stazione del Monte Moro non è certo un esempio di ordine e cura della<br />

montagna, se si pensa al materiale in disuso, ai cavi elettrici e all’immondizia che si vedono quando si<br />

arriva! Quello che abbiamo previsto è invece una stazione a monte concepita per <strong>il</strong> massimo recupero<br />

ecologico, in quanto le acque di risulta delle gallerie verranno riut<strong>il</strong>izzate per creare energia elettrica<br />

all’interno della montagna. I liquami e le immondizie verranno portate a valle e immesse nel depuratore<br />

e nella raccolta rifiuti. Il riscaldamento di tutte le gallerie sarà creato per induzione, come in un camino,<br />

praticamente sarà la natura stessa a scaldare le sottostazioni. Tutto quest’apparato sarà costruito con la<br />

tecnologia più avanzata, in massima sicurezza e con <strong>il</strong> massimo confort, praticamente un’eccellenza<br />

tecnologica. Questo sistema è in grado di produrre ¼ dell’energia che consuma ut<strong>il</strong>izzando la discesa<br />

dei treni e della funicolare a valle.<br />

D. L’alimentazione dei treni come verrà effettuata ?<br />

R. Tutto <strong>il</strong> sistema non consumerà un grammo di prodotti inquinanti, è tutto elettrico, non solo, la messa<br />

in funzione dell’impianto bloccherà <strong>il</strong> traffico a motore in tutto <strong>il</strong> Comune di Macugnaga che da quel<br />

momento diventerà <strong>il</strong> primo paese di montagna in Italia totalmente chiuso a veicoli a motore e a<br />

scoppio, ed anche questo sarà un primato.<br />

D. Quanto saranno ut<strong>il</strong>izzati gli elicotteri nella costruzione di quest’opera, qualche anno fa<br />

quando hanno rifatto <strong>il</strong> rifugio al Monte Moro li abbiamo sentiti volare per molto tempo,<br />

anche quello è inquinamento ?<br />

R. Una teleferica di supporto partirà da Pecetto e arriverà al Monte Moro permettendo di trasportare a<br />

monte tutto <strong>il</strong> materiale necessario e riportare a valle quello inut<strong>il</strong>izzato. Possiamo assicurare fin d’ora<br />

che gli elicotteri saranno a disposizione solo per l’assistenza e la sicurezza e per i trasporti di emergenza<br />

ma non verranno ut<strong>il</strong>izzati per la costruzione della stazione del Monte Moro. Certamente per alcuni anni<br />

bisognerà convivere con <strong>il</strong> disordine che qualsiasi cantiere produce, è impensab<strong>il</strong>e che si possa portare a<br />

termine un’impresa di questo tipo senza recare disturbo, anche a casa vostra se mettete in ordine un<br />

armadio dovrete per un po’ sopportare del disordine, tutto sarà limitato al periodo necessario per la<br />

realizzazione dei lavori, garantiamo che al termine Macugnaga tornerà più bella e viva di prima.<br />

L’attivazione stessa del cantiere farà arrivare in paese un centinaio di operai che vivranno qui con le loro<br />

famiglie per tutto l’anno, anche questo è un indotto di cui tutti avranno beneficio e siamo convinti che<br />

molti si fermeranno definitivamente qui.

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