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di Marie Vida - Anafi

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«Un impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> cultura<br />

perito agrario», si descrive<br />

Lauro Ferrarini e nella<br />

definizione c’è l’essenza della<br />

sua storia <strong>di</strong> agricoltore che è<br />

passato alla produzione<br />

agroindustriale senza<br />

soluzione <strong>di</strong> continuità,<br />

mantenendo con il settore<br />

primario un contatto <strong>di</strong>retto e<br />

profondo <strong>di</strong> appartenenza.<br />

U<br />

na prestigiosa onorificenza<br />

come il Cavalierato del Lavoro<br />

della Repubblica Italiana at-<br />

tribuita ad una persona che opera<br />

nel mondo agricolo è un lustro che si<br />

riflette su tutta la categoria. Il titolo<br />

<strong>di</strong> Cavaliere del Lavoro decretato a<br />

Lauro Ferrarini, ne ha premiato il<br />

lavoro <strong>di</strong> industriale. Agricoltore ed<br />

allevatore <strong>di</strong> Reggio Emilia è un<br />

esempio <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tore che è arrivato<br />

alla trasformazione alimentare,<br />

senza tuttavia perdere l’orgoglio ed il<br />

contatto con le proprie ra<strong>di</strong>ci, ma arricchendo<br />

il senso <strong>di</strong> continuità del<br />

processo agricolo con il desiderio <strong>di</strong><br />

progre<strong>di</strong>re e <strong>di</strong> migliorarsi.<br />

Lauro Ferrarini questo lo esprime<br />

proprio con una metafora agricola:<br />

“Arare nei nostri campi”, ovvero rinnovare<br />

il terreno che si è esaurito<br />

con l’aratura, non rimanere fermo<br />

nelle tra<strong>di</strong>zioni, ma smuovere le zolle,<br />

per ridare loro un nuovo ciclo<br />

produttivo. Nella sua vita, ha applicato<br />

questa filosofia a tutte le imprese<br />

in cui s’è cimentato, applicando intuizioni<br />

geniali a pratiche antiche,<br />

al tempo stesso conservandone e rispettandone<br />

la tra<strong>di</strong>zione.<br />

Il cavalier Lauro Ferrarini possiede<br />

tutte le doti che si ritengono proprie<br />

dell’impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> successo:<br />

ingegno, coraggio, sete <strong>di</strong> sapere,<br />

COLLABORAZIONI<br />

IL CAVALIER FERRARINI<br />

<strong>di</strong> <strong>Marie</strong> <strong>Vida</strong><br />

creatività, lungimiranza, alle quali<br />

unisce umanità e sensibilità, valori<br />

che, quando coesistono nelle stesse<br />

persone, creano degli autentici leader,<br />

in grado <strong>di</strong> guadagnarsi rispetto<br />

ed affezione nei collaboratori ed essere<br />

punto <strong>di</strong> riferimento nel proprio<br />

settore.<br />

«Sono nato il 16 settembre 1930<br />

da una grande famiglia <strong>di</strong> agricoltori<br />

a Quattro Castella <strong>di</strong> Reggio Emilia.<br />

Mi sono <strong>di</strong>plomato all’Istituto Agrario<br />

“Zanelli” nel 1950. La mia attività<br />

impren<strong>di</strong>toriale iniziò nel 1951 in<br />

una piccola società <strong>di</strong> macellazione<br />

“Ilsa”, poi trasformata in salumificio<br />

Emiliano, dove acquisisco tutte le<br />

esperienze e il bagaglio tecnico che<br />

si rivelerà in<strong>di</strong>spensabile in futuro<br />

per tutte le innovazioni ed i brevetti<br />

da me apportati nel settore della trasformazione<br />

delle carni suine. Presto<br />

decisi <strong>di</strong> sciogliere la società e <strong>di</strong> intraprendere<br />

in proprio l’attività <strong>di</strong><br />

produttore, dando vita il 7 gennaio<br />

1957 al “Salumificio Ferrarini” adattando<br />

un antico stabile <strong>di</strong> famiglia a<br />

Rivaltella <strong>di</strong> Rivalta. La trasformazione<br />

inizialmente riguardava spalle<br />

cotte e prosciutti cotti. Durante gli<br />

anni cinquanta e sessanta le esigenze<br />

del mercato riguardavano i salumi<br />

<strong>di</strong> bassa qualità e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> basso<br />

prezzo: il consumatore infatti richiedeva<br />

prodotti come mortadella, salame,<br />

prosciutti e spalle cotte con polifosfati<br />

<strong>di</strong>ventati <strong>di</strong> largo consumo,<br />

proprio perché <strong>di</strong> basso costo. L’aggiunta<br />

del polifosfato è assai dannosa<br />

per qualità e gusto del prodotto,<br />

perché permette <strong>di</strong> cuocere senza<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter offrire<br />

sul mercato un prosciutto a<br />

prezzo molto contenuto.<br />

Decisi <strong>di</strong> andare “contromercato”,<br />

proponendo un prodotto sano e genuino,<br />

che aveva ovviamente un<br />

prezzo notevolmente maggiore, ma<br />

caratteristiche <strong>di</strong> gusto e qualità sorprendenti.<br />

Fu così che iniziai la produzione<br />

<strong>di</strong> prosciutti “cotti naturali<br />

senza polifosfati” ed in quel periodo<br />

la mia era l’unica azienda ad operare<br />

in quel modo.<br />

L’inizio fu molto <strong>di</strong>fficoltoso: durante<br />

la fase <strong>di</strong> cottura provocavamo<br />

un calo peso del 25% maggiore rispetto<br />

alla produzione con polifosfato,<br />

motivo questo che ci costringeva<br />

a commercializzarlo ad un prezzo<br />

del 30% superiore alla concorrenza.<br />

Fu allora un’altra innovazione fondamentale<br />

lo stampo <strong>di</strong> cottura a fondo<br />

mobile per agevolare la fuoriuscita<br />

del prodotto finito dallo stampo<br />

senza che la forma <strong>di</strong> questo venisse<br />

sciupata, idea che brevettai; brevettai<br />

inoltre una speciale tecnica <strong>di</strong> cottura<br />

in forni a vapore che mi permettesse<br />

<strong>di</strong> ottenere una cottura perfetta<br />

ed omogenea in tutti i punti del forno<br />

e per tutti i prosciutti in cottura:<br />

adottai poi un nuovo sistema <strong>di</strong> salagione<br />

sul prodotto <strong>di</strong>sossato, nuove<br />

linee <strong>di</strong> massaggio del prodotto e fui<br />

il primo a confezionare il prodotto<br />

in igienici e sicuri sacchi <strong>di</strong> laminato<br />

<strong>di</strong> alluminio.<br />

Ora tutte le aziende che producono<br />

prosciutto cotto lavorano con le<br />

Lauro Ferrarini<br />

BIANCO NERO 9/98 35


L’essiccatoio del fieno. Due terzi del fieno consumato nelle aziende Ferrarini viene prodotto in<br />

essiccatoio<br />

Tutto il fieno impiegato nell’alimentazione<br />

viene settacciato tramite questa apparecchiatura<br />

<strong>di</strong> fabbricazione svizzera<br />

tecniche che io brevettai negli anni<br />

sessanta e settanta.<br />

Nel 1976 nasce la Ferrarini S.p.A.,<br />

con capitale completamente appartenente<br />

a me ed alla mia famiglia. Tale<br />

società ora produce 20.000 prosciutti<br />

cotti alla settimana con 300 addetti<br />

alla produzione e 150 agenti monomandatari<br />

addetti alla ven<strong>di</strong>ta; il fatturato<br />

1997 è stato <strong>di</strong> 250 miliar<strong>di</strong> e<br />

siamo leader italiano nella produzione<br />

del prosciutto cotto senza polifosfati,<br />

con una quota del 10% del<br />

mercato <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta. Serviamo me<strong>di</strong>amente<br />

ogni anno 40.000 punti ven<strong>di</strong>ta<br />

in Italia e il 10% del nostro fatturato<br />

è <strong>di</strong>retto all’estero.<br />

A <strong>di</strong>rigere questa organizzazione<br />

si sono inseriti, dopo aver terminato<br />

gli stu<strong>di</strong>, tutti i miei cinque figli, con<br />

mansioni <strong>di</strong>verse.<br />

Nel 1977, al fine <strong>di</strong> affiancare al<br />

nostro cotto un altro classico della<br />

salumeria italiana, ho iniziato a Langhirano<br />

la costruzione dello stabilimento<br />

per la stagionatura del prosciutto<br />

<strong>di</strong> Parma, stabilimento che attualmente<br />

produce 3.000 pezzi la<br />

settimana, per un totale <strong>di</strong> 150.000<br />

all’anno. Nell’89, alla luce delle<br />

esperienze maturate, ho costruito un<br />

secondo stabilimento che produce<br />

18.000 prosciutti cru<strong>di</strong> la settimana e<br />

che ci pone come leader nel mercato<br />

dei prosciutti stagionati. Gli stabilimenti<br />

del prosciutto crudo sono<br />

completamente automatizzati e<br />

completamente pilotati elettronicamente,<br />

in modo che quando il clima<br />

esterno è quello ottimale questo viene<br />

sfruttato e si lascia che i prodotti<br />

stagionino naturalmente, mentre,<br />

quando le con<strong>di</strong>zioni esterne sono<br />

negative, tutte le finestre si chiudono<br />

automaticamente e, all’interno delle<br />

sale <strong>di</strong> stagionatura viene immessa<br />

una miscela <strong>di</strong> aria ed umi<strong>di</strong>tà uguale<br />

al giorno ottimale per la stagionatura<br />

nella zona <strong>di</strong> Langhirano. Questo<br />

sistema ci permette <strong>di</strong> mantenere<br />

costante il nostro tipo <strong>di</strong> produzione<br />

con uno scarto inferiore allo 0,2%».<br />

Attività <strong>di</strong> selezione<br />

«Negli anni ’70, contemporaneamente<br />

alla gestione dello stabilimento,<br />

avevo cominciato ad occuparmi<br />

anche dell’attività agricola, affiancando<br />

mio padre nella conduzione. Nel<br />

frattempo, dal dopoguerra l’originaria<br />

vacca Reggiana a triplice attitu<strong>di</strong>ne<br />

aveva lasciato il posto alle Frisone<br />

Olandesi che, nel nostro allevamento,<br />

verranno più tar<strong>di</strong> affiancate<br />

Il nuovo nucleo <strong>di</strong> allevamento dell’Azienda<br />

“Ca’ del Lupo”<br />

da importazioni delle ancor più produttive<br />

Holstein canadesi. Le innovazioni<br />

sperimentali alle aziende Ferrarini<br />

corrono sempre più avanti, pure<br />

in questo settore che vive un momento<br />

<strong>di</strong> grande crescita ed euforia.<br />

Viene compiuta in azienda una sperimentazione<br />

sull’uso dell’embryo<br />

transfer, tecnica allora mai praticata<br />

in Italia, con la quale si apre la strada<br />

alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> uno strumento<br />

potente <strong>di</strong> valorizzazione del patrimonio<br />

genetico. A questo compito<br />

mi sono de<strong>di</strong>cato con molta passione,<br />

sempre associandolo al miglioramento<br />

della gestione dei vari aspetti<br />

dell’azienda zootecnica.<br />

L’impegno <strong>di</strong> selezione è sostenuto<br />

dalla logica economica legata alla<br />

produzione dell’area <strong>di</strong> nicchia del<br />

Parmigiano Reggiano. Il nostro caseificio<br />

lavora 250 quintali <strong>di</strong> latte al<br />

giorno, producendo una cinquantina<br />

<strong>di</strong> forme al giorno ed è questa la terza<br />

linea industriale del gruppo Ferrarini,<br />

con la spaccatura della forma,<br />

confezionamento sotto vuoto e commercializzazione<br />

anche a pezzi del<br />

Parmigiano Reggiano. Abbiamo stu<strong>di</strong>ato<br />

il processo <strong>di</strong> produzione del<br />

Parmigiano Reggiano dotando il caseificio<br />

<strong>di</strong> un laboratorio dove ogni<br />

mattina si analizzano le partite <strong>di</strong> latte<br />

dalle stalle, se ne controllano le<br />

componenti qualitative, la carica batterica,<br />

la conta cellule somatiche e<br />

quella dei nemici numero 1 del formaggio:<br />

la conta delle spore. Lo stu<strong>di</strong>o<br />

comprende anche la cura dell’alimentazione:<br />

sotto la guida del professor<br />

Archimede Mordenti da circa<br />

quattro anni facciamo unifeed bagnato,<br />

per evitare la selezione da<br />

parte delle bovine.<br />

L’unifeed viene miscelato 2 volte<br />

al giorno e 2/3 del fieno utilizzato è<br />

prodotto dall’essiccatoio aziendale».<br />

Frisona e Jersey<br />

«La promozione della qualità è lo<br />

BIANCO NERO 9/98 36


Il personale tecnico dell’allevamento Jersey<br />

spirito con il quale mi sono de<strong>di</strong>cato<br />

anche come consigliere della Frisona<br />

per do<strong>di</strong>ci anni. L’<strong>Anafi</strong> è una organizzazione<br />

che ha una cultura industriale<br />

presieduta e <strong>di</strong>retta ottimamente.<br />

Penso al centro genetico e<br />

all’operazione Turchia, che quin<strong>di</strong>ci<br />

anni fa sembravano una pazzia.<br />

Guai a toccare la Frisona ma, nell’area<br />

del Parmigiano Reggiano, l’esperienza<br />

<strong>di</strong> 10 anni <strong>di</strong> introduzione<br />

della vacca Jersey mi ha portato ad<br />

apprezzare e valorizzare anche questa<br />

razza <strong>di</strong> vacche da latte, soprattutto<br />

per la presenza nel suo latte,<br />

per circa il 50-60%, della K-caseina<br />

<strong>di</strong> tipo bb. Nel latte prodotto dalle<br />

Jersey, grassi, proteine e lattosio sono<br />

presenti in misura maggiore del<br />

25% rispetto al latte prodotto dalle<br />

Frisone, dando un prodotto finale<br />

più ricco <strong>di</strong> sapori, profumi ed aromi<br />

propri. Attualmente lavoriamo il formaggio<br />

con un 25% <strong>di</strong> latte Jersey;<br />

l’obiettivo è arrivare alla proporzione<br />

50:50. Inoltre la vacca Jersey è un<br />

animale straor<strong>di</strong>nario, per le caratteristiche<br />

intrinseche <strong>di</strong> vacca da latte<br />

estremamente funzionale. Ritengo<br />

che il processo scientifico e culturale<br />

raggiunto dalla Frisona in Italia debba<br />

essere fatto nella Jersey e l’<strong>Anafi</strong>,<br />

per quello che ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> saper<br />

fare, è il soggetto più opportuno<br />

per incaricarsene.<br />

Ora che affrontiamo una fase <strong>di</strong><br />

globalizzazione dei mercati è importante<br />

tenere presente che l’impren<strong>di</strong>toria<br />

vince se arriva prima. Solo il<br />

mercato <strong>di</strong> nicchia, ovvero i prodotti<br />

<strong>di</strong> alta qualità, potranno sfidare la<br />

concorrenza europea e mon<strong>di</strong>ale. Il<br />

prodotto alimentare deve essere remunerativo,<br />

frutto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerca<br />

e senza sofisticazioni, perché in questo<br />

modo si fa l’interesse del consumatore,<br />

ma anche il proprio. Nel caso<br />

del Parmigiano Reggiano, in particolare,<br />

abbiamo un prodotto perfetto<br />

dal punto <strong>di</strong> vista nutrizionale,<br />

qualitativo, che potrebbe ulteriormente<br />

guadagnare quote <strong>di</strong> mercato,<br />

con una politica adeguata <strong>di</strong> promozione.<br />

Noi, ad esempio, stiamo lanciando<br />

la ven<strong>di</strong>ta del Parmigiano<br />

Reggiano <strong>di</strong> Ferrarini nei Duty Free<br />

Shop degli Aeroporti Italiani ed i risultati<br />

sono incoraggianti, con il consumo<br />

<strong>di</strong> circa 70 forme alla settimana.<br />

Abbiamo anche aperto nuovi<br />

mercati esteri, come Spagna, Francia,<br />

Argentina, Brasile e riteniamo che il<br />

mercato interno non sia del tutto saturo.<br />

Tre sono i nuclei aziendali <strong>di</strong> Frisone<br />

in lattazione, le aziende Il Longagnano,<br />

il Campolungo e la suggestiva<br />

Ca’ del Lupo in collina, che,<br />

con l’allevamento Jersey, formano<br />

un totale <strong>di</strong> 1100 vacche in mungitura.<br />

Ma le aziende agricole Ferrarini<br />

<strong>di</strong> Reggio Emilia comprendono anche<br />

10.000 suini a ciclo chiuso, 1.500<br />

ettari <strong>di</strong> terra, <strong>di</strong>visi tra le coltivazioni<br />

<strong>di</strong> mais, erba me<strong>di</strong>ca, foraggio per<br />

gli animali, che nelle zone collinari<br />

producono ogni tipo <strong>di</strong> coltura, dal<br />

tartufo, alla coltivazione <strong>di</strong> vigneti<br />

moderni per la produzione <strong>di</strong> Lambrusco<br />

d.o.c. e aceto balsamico tra<strong>di</strong>zionale.<br />

Tutte le espressioni dell’attività<br />

agricola sono presenti nei loro<br />

aspetti <strong>di</strong> produzione e trasformazio-<br />

Il gruppo tecnico dell’Azienda “Il Longagnano”<br />

BIANCO NERO 9/98 37<br />

ne».<br />

La comunità accademica e scientifica<br />

non ha mancato <strong>di</strong> tributare<br />

encomi alle attività ed ai successi ottenuti<br />

da Lauro Ferrarini, che sempre<br />

ha lavorato in stretta connessione<br />

il mondo della ricerca. Dalla<br />

“Laurea Honoris Causa” della Facoltà<br />

<strong>di</strong> Veterinaria <strong>di</strong> Bologna,<br />

all’“Uovo D’Oro 1995” dell’Associazione<br />

Italiana Allevatori, sono molte<br />

le onorificenze delle quali è stato insignito.<br />

La mente vulcanica <strong>di</strong> Lauro Ferrarini<br />

è una fucina <strong>di</strong> nuove idee e<br />

progetti, degna espressione <strong>di</strong> figlio<br />

<strong>di</strong> quella terra emiliana che un poeta<br />

non noto descrive come “...<strong>di</strong><br />

frontiera e <strong>di</strong> apertura, <strong>di</strong> placido<br />

fluire e <strong>di</strong> impulsiva vitalità”.<br />

La nuova sala <strong>di</strong> mungitura parellela a 45° dell’Azienda<br />

“Ca’ del Lupo”

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