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Dispense depurazione - Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di ...

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6.4.2. La stabilizzazione o <strong>di</strong>gestione del fango<br />

I fanghi estratti dalla linea trattamento liquami come fango <strong>di</strong> supero, sono<br />

ancora in genere caratterizzati da un elevato grado <strong>di</strong> putrescibilità; cioè, se lasciati<br />

all’aria, la notevole quantità <strong>di</strong> sostanze organiche ancora in essi presenti, in<br />

mancanza <strong>di</strong> sufficiente ossigeno <strong>di</strong>sponibile allo stato <strong>di</strong>sciolto nella massa del<br />

fango, entra in fermentazione settica, con sviluppo <strong>di</strong> odori modesti, e con<br />

l’acquisizione da parte dl fango <strong>di</strong> caratteristiche chimico-fisiche che male si<br />

adattano ai trattamenti successivi.<br />

Altro punto fondamentale, è che nel fango si concentra gran parte <strong>di</strong> quei<br />

microrganismi che sono presenti in enormi quantità nei liquami <strong>di</strong> origine civile, e<br />

quin<strong>di</strong> anche una grande quantità <strong>di</strong> microrganismi patogeni: ciò rende la<br />

manipolazione del fango notevolmente pericolosa per gli operatori degli impianti<br />

<strong>di</strong> <strong>depurazione</strong>, e anche per coloro che provvedono alla smaltimento finale.<br />

La stabilizzazione del fango può essere ottenuta o per via biologica, o per via<br />

chimica.<br />

Quando è ottenuta per via biologica, in con<strong>di</strong>zioni controllate, si parla <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>gestione del fango.<br />

La <strong>di</strong>gestione completa o totale comporta una elaborazione molto spinta<br />

<strong>delle</strong> sostanze organiche presenti nei fanghi; negli impianti <strong>di</strong> <strong>depurazione</strong>,<br />

interessa ottenere invece una <strong>di</strong>gestione tecnica, cioè anche non perfetta e<br />

completa, ma pur tale che il fango risulti con<strong>di</strong>zionato, si presenti cioè senza<br />

inconvenienti alle successive manipolazioni, e possa in particolare essere <strong>di</strong>sidratato<br />

me<strong>di</strong>ante span<strong>di</strong>mento all’aria aperta senza sviluppo <strong>di</strong> cattivi odori.<br />

La stabilizzazione biologica può essere effettuata o per via aerobica (cioè<br />

sfruttando l’azione dei microrganismi aerobi, che vivono e si sviluppano in<br />

presenza nel fango <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sciolto), o per via anaerobica (cioè utilizzando<br />

microrganismi anaerobi che vivono e si sviluppano in assenza <strong>di</strong> ossigeno<br />

<strong>di</strong>sciolto).<br />

Con la stabilizzazione biologica non solo si ottiene una riduzione della<br />

putrescibilità del fango e della carica batterica, ma anche una riduzione sostanziale<br />

della quantità <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> sospesi presenti inizialmente nel fango.<br />

In effetti, i soli<strong>di</strong> volatili, cioè la materia organica <strong>di</strong> cui è costituita il fango,<br />

sono in parte biodegradabili e in parte non biodegradabili: un fango è da<br />

considerarsi perfettamente stabile quando tutte le sostanze organiche<br />

biodegradabili, sono state appunto degradate, in quanto su un siffatto fango non<br />

possono più innescarsi reazioni biologiche, non essendovi più cibo <strong>di</strong>sponibile per i<br />

microrganismi. La degradazione <strong>delle</strong> sostanze organiche comporta la loro<br />

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