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Dispense depurazione - Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di ...

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I primi sono quelli che separano dal liquame tutte le sostanze che possono<br />

eliminarsi con mezzi meccanici; comprendono i trattamenti preliminari (griglie<br />

grosse e sottili, <strong>di</strong>ssabbiatori, eliminatori <strong>di</strong> grassi) e la se<strong>di</strong>mentazione che serve a<br />

separare il fango fresco <strong>di</strong> fogna.<br />

I trattamenti biologici, detti anche trattamenti ossidativi, valgono a separare<br />

dal liquame le sostanze organiche semi<strong>di</strong>sciolte e <strong>di</strong>sciolte. In realtà nei trattamenti<br />

ossidativi la maggior parte <strong>delle</strong> sostanze organiche vengono trasformate, per<br />

mezzo dell’azione dei microrganismi aerobi, in sostanze se<strong>di</strong>mentabili, ed una parte<br />

minore rimane nell’effluente in forma <strong>di</strong>sciolta, dopo essere stata ossidata e perciò<br />

resa imputrescibile.<br />

Ogni trattamento biologico richiede quin<strong>di</strong> una successiva se<strong>di</strong>mentazione,<br />

detta se<strong>di</strong>mentazione finale.<br />

Trattamenti chimici sono quelli che richiedono l’aggiunta <strong>di</strong> prodotti che<br />

svolgono determinate attività quali la flocculazione con l’utilizzo <strong>di</strong> cloruro ferrico,<br />

che agevola la formazione dei fiocchi prima della se<strong>di</strong>mentazione, o ipoclorito <strong>di</strong><br />

so<strong>di</strong>o utilizzato nella <strong>di</strong>sinfezione.<br />

La crescente necessità <strong>di</strong> migliorare ulteriormente la qualità degli effluenti<br />

ossidati, sia per un loro eventuale uso quali fonti <strong>di</strong> approvvigionamento non<br />

convenzionale, sia per migliorare le con<strong>di</strong>zioni dei relativi recapiti finali, ha<br />

portato a considerare l’opportunità <strong>di</strong> sottoporre gli effluenti del trattamento<br />

ossidativo ad ulteriori processi: nell’insieme definiti <strong>di</strong> terzo sta<strong>di</strong>o o terziari.<br />

A seconda <strong>delle</strong> finalità che si vogliono raggiungere, <strong>di</strong>versi sono i processi da<br />

considerare. Per l’abbattimento dei soli<strong>di</strong> sospesi si impiegano la microstacciatura,<br />

la filtrazione lenta, la chiariflocculazione. Si noti che in maniera proporzionale,<br />

all’abbattimento dei soli<strong>di</strong> sospesi corrisponde anche un abbattimento del BOD<br />

grazie proprio ai processi <strong>di</strong> separazione dei materiali in sospensione, e<br />

proporzionalmente della carica batterica (si ricorda che il processo specificamente<br />

finalizzato a tal fine è però quello della <strong>di</strong>sinfezione degli effluenti).<br />

Altra finalità da raggiungere può essere l’abbattimento dei cosiddetti<br />

nutrienti: composti dall’azoto e/o dal fosforo, al fine <strong>di</strong> contenere l’eccessivo<br />

sviluppo algale (eutrofizzazione) nel corpo ricettore.<br />

Per l’abbattimento dell’azoto si ricorre alla cosiddetta denitrificazione.<br />

L’effluente ossidato presenta una notevole concentrazione <strong>di</strong> nitrati; portando tali<br />

acque a passare attraverso un apposito comparto, privo <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong> aerazione, si<br />

crea una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> deficit d’ossigeno (zona anossica) che facilita lo sviluppo dei<br />

batteri denitrificanti.<br />

L’azoto formatosi dalle reazioni <strong>di</strong> denitrificazione, si libera nell’atmosfera<br />

per un processo <strong>di</strong> “stripping” facilitato da un’agitazione che interviene nella zona<br />

anossica. I processi <strong>di</strong> denitrificazione vengono effettuati su acque preventivamente<br />

sottoposte a nitrificazione. Grazie ai due processi in serie l’effluente sarà altamente<br />

mineralizzato (stabile) e povero <strong>di</strong> sali <strong>di</strong> azoto.<br />

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