Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
I Quaderni del Teatro<br />
<strong>Eumenidi</strong><br />
di Eschilo<br />
traduzione di Manara Valgimigli<br />
diretto da Antonio Calenda
<strong>Eumenidi</strong><br />
di Eschilo<br />
diretto da Antonio Calenda
Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti
Note di regia<br />
Ogni confronto con la drammaturgia di Eschilo<br />
rappresenta un’imponente avventura sul piano<br />
delle idealità teatrali: in particolare ciò vale<br />
per l’Orestea che ci apprestiamo a concludere<br />
ora, con la messinscena di <strong>Eumenidi</strong>. Un lavoro<br />
che completa la splendida esperienza artistica,<br />
iniziata dallo Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
in collaborazione con l’Istituto Nazionale del<br />
Dramma Antico nel 2001, con l’allestimento di<br />
Agamennone e Coefore e che – come è accaduto<br />
per questi primi due fortunati spettacoli – dopo<br />
il debutto al Teatro Greco di Siracusa giunge ora<br />
sull’amato palcoscenico del Politeama <strong>Rossetti</strong>.<br />
Unica e preziosissima trilogia pervenutaci dal-<br />
l’antichità, l’Orestea è una trasposizione metafo-<br />
rica del cammino – irto di lacerazioni e tormenti<br />
– che l’uomo greco deve compiere per giungere<br />
a necessarie conquiste ideologiche, filosofiche, di<br />
conoscenza.<br />
In ciò il senso più alto della tragedia antica: che è<br />
paradossalmente un monumento d’immensa pre-<br />
gnanza poetica e concettuale, costruito per espri-<br />
mere la consapevolezza del non-senso dell’esisten-<br />
za umana e l’inabilità dell’uomo alla conoscenza,<br />
se non a prezzo di durissime sofferenze.<br />
L’intero dramma di Oreste e del suo genos è<br />
riconducibile, infatti, alla coesistenza di due<br />
opposte religioni: da un lato quella ctonia, gover-<br />
nata dalla dea Gea (di cui Zeus era solo paredro)<br />
che rifletteva il profilo d’una società primitiva e<br />
matriarcale, dall’altro la religione olimpica, pron-<br />
ta a rispondere alle nuove esigenze della polis,<br />
nella prospettiva della “responsabilità dell’indivi-<br />
duo” e della “certezza del diritto”.<br />
Costruito fin dall’inizio come indagine sulla nasci-<br />
ta del concetto di giustizia (linea cui si sono poi<br />
intrecciati altri temi di grande interesse, quale<br />
quello del “ritorno” nostos, della guerra, del-<br />
l’insensatezza dell’esistenza) il nostro progetto<br />
sull’Orestea, trova in <strong>Eumenidi</strong> una necessaria<br />
conclusione: la composizione di un dissidio che<br />
attanagliava l’uomo greco, il superamento di un<br />
empasse che salva la polis – e potremmo dire la<br />
civiltà occidentale – dall’incertezza del diritto, dal<br />
deinòn oscuro e antico della violenza incontrol-<br />
lata, dal perpetuarsi del delitto di sangue e della<br />
vendetta.<br />
<strong>Il</strong> “vivi uomo” che Atena rivolge a Oreste – esem-<br />
pio ante litteram dell’istituto giuridico di “aequi-<br />
tas”, che solo nel diritto romano troverà appli-<br />
cazione – libera per sempre l’individuo dal tor-<br />
mento di non sapere come sarà giudicato il suo<br />
agire e suggella uno dei fondamenti di ogni civiltà<br />
moderna.<br />
di Antonio Calenda<br />
Coefore si chiudeva in un clima d’angoscia:<br />
Oreste, seguendo il monito del dio olimpico<br />
Apollo, ha, infatti, compiuto vendetta e ucciso<br />
la propria madre, Clitemestra, rea dell’assassinio<br />
di Agamennone. Lo spargimento di sangue fem-<br />
minile è però una colpa che la religione ctonia<br />
condanna con la persecuzione delle Erinni, di cui<br />
intuivamo la presenza, sul finale dello spettacolo.<br />
In <strong>Eumenidi</strong> si conosce come Oreste, inseguito<br />
dalle terribili dee del rimorso, giunga a Delfi e<br />
riceva il conforto di Apollo, che però non può<br />
salvarlo attraverso un atto definitivo, perché l’im-<br />
pervio e contraddittorio percorso di Oreste può<br />
trovare una soluzione condivisa solo davanti ad<br />
Atena e all’istituzione dell’Areopago. Solo in que-<br />
sto modo, gli avvenimenti privati del suo genos<br />
5
6<br />
possono diventare emblematici per i cittadini<br />
ateniesi; solo così – terrorizzata dal deinòn, dalla<br />
paura che può servire da freno all’intolleranza<br />
e alla tracotanza dell’uomo – la polis può essere<br />
spinta a mutare, accogliendo il monito di Atena,<br />
e impegnandosi perché un dissidio simile a quello<br />
di Oreste non abbia più a ripetersi.<br />
Eschilo è in questo caso portatore di un messag-<br />
gio importante: insegna all’uomo – nonostante la<br />
percezione pessimistica della vita, nonostante la<br />
relatività di ogni conoscenza – il coraggio di vive-<br />
re con dignità.<br />
La tragedia antica esorcizza le paure della collet-<br />
tività e offre una via per guardare alla realtà con<br />
limpidità di giudizio: il teatro greco diviene in<br />
questo modo luogo di necessità esistenziale.<br />
E a tale dimensione dobbiamo guardare anche<br />
oggi nell’accingerci alla messinscena di questi<br />
testi: perciò la volontà di mettere in luce dati con-<br />
sostanziali alla sensibilità contemporanea. Perciò<br />
il riferimento iconografico al Novecento, che per-<br />
mette di guardare ai fatti rappresentati attraverso<br />
il filtro del tempo, ma contemporaneamente con la<br />
forza emotiva, trasmessa da immagini condivise.<br />
Mentre per le prime due parti dell’Orestea era<br />
stato possibile visualizzare concettualmente il<br />
luogo dell’ambientazione (la stazione monumen-<br />
tale per Agamennone, il sacrario di guerra per<br />
Coefore), per <strong>Eumenidi</strong> abbiamo sentito l’esigenza<br />
di una scelta differente.<br />
Con lo scenografo ho pensato a un luogo in cui<br />
si compongano molti e diversi elementi astratti,<br />
mentre l’unico elemento concreto è rappresen-<br />
tato da un enorme tavolo posto in proscenio. Un<br />
oggetto destinato ad assumere grande forza meta-<br />
forica: luogo di transazione morale, etica e civile<br />
(poiché su di esso si muovono i protagonisti del<br />
processo), luogo di convivenza divina e umana,<br />
luogo, infine, di proiezioni fantastiche, poiché<br />
da esso emerge la surrealtà delle Erinni, che ne<br />
fanno il loro palcoscenico evocando – con il loro<br />
misterioso apparire – le inquietudini di tanta pit-<br />
tura contemporanea, dei grandi surrealisti Ernst e<br />
Savinio o di Rops e Corcoz.<br />
Questo dunque lo spazio in cui si dibatterà del<br />
destino di Oreste: un personaggio che abbiamo<br />
ritratto come se fosse oppresso da una profonda
malinconia esistenziale, in cui si presagisce il<br />
disagio dell’eroe contemporaneo.<br />
Quasi adombrando la stanchezza, la disillusione di<br />
certe figure dostoevskiane, Oreste ci apparirà pro-<br />
vato: come se avesse colto – nel suo dolente itine-<br />
rario – l’insensatezza della vita, l’inutilità dell’agire<br />
umano e ne portasse ora il peso. Riecheggia in ogni<br />
suo gesto, nelle sue parole, un senso di disagio<br />
molto attuale che mi sembra riverberi con intensità<br />
nel suo monologo di congedo.<br />
Lo affiancano, in quest’atto della trilogia, due<br />
divinità olimpiche: Apollo, saggio e impetuoso, e<br />
Atena, una divinità pronta alla seduzione, pur di<br />
transarre, di trovare una soluzione positiva per la<br />
polis.<br />
La traduzione di chiara linearità di Manara<br />
Valgimigli ha rappresentato un cardine su cui<br />
impostare con limpidità questi ruoli e un forte<br />
punto di partenza per la creazione del coro.<br />
Non è osare troppo, il riconoscere nel coro di<br />
<strong>Eumenidi</strong>, come pure in quello de I Persiani, i veri<br />
protagonisti della tragedia di Eschilo, autore che<br />
forse più d’ogni altro ne ha esaltato il ruolo, affi-<br />
dandogli spesso non solo l’espressione del “senso<br />
comune”, ma anche il proprio stesso sentire.<br />
Come già in Coefore, anche in <strong>Eumenidi</strong> ho scel-<br />
to di affidare la complessa interpretazione delle<br />
Erinni al mistero di un ensemble maschile, gui-<br />
dato dall’intensità di una Corifea donna. Voci<br />
roche, canto di forte espressività – sulle musiche<br />
originali di Germano Mazzocchetti – e figurati-<br />
vamente l’immagine di donne nere, austere, la<br />
composta femminilità di madri mediterranee,<br />
portatrici di valori ancestrali che compongono un<br />
universo etico cui Eschilo sembra spesso aderire e<br />
il cui sradicamento procura un dolore atroce. Un<br />
mondo dalla dignità oppressiva, di donne antiche<br />
che sotto le gonne di stampo ottocentesco celano<br />
(e a momenti rivelano) l’orrore di tabù atavici.<br />
Molta cura è stata dedicata al movimento del<br />
gruppo: ancelle della Corifea, dietro alla quale si<br />
dispongono come un manto, ma anche individua-<br />
lità di tale dignità e forza concettuale da meritare<br />
il rispetto di Atena e Apollo.<br />
La loro trasformazione conclusiva in benevole<br />
<strong>Eumenidi</strong>, custodi della giustizia – che visiva-<br />
7
8<br />
mente renderemo con l’entrata in scena di un coro<br />
femminile – suggella una conquista democratica<br />
di grande maturità e coraggio.<br />
Ma in questo finale – in cui Eschilo propone un<br />
utopico modello di “bene trionfante”, un’iperbo-<br />
lica pacificazione esistenziale che ricompone dila-<br />
cerazioni primigenie – vi è un sottile sarcasmo.<br />
Davanti alla supplica di Atena al mutamento,<br />
è dunque “necessario” rispondere con enfasi,<br />
affinché la civiltà progredisca: così il corteo delle<br />
<strong>Eumenidi</strong> avanza inneggiante, ma sappiamo bene<br />
che – nella realtà – permangono l’insensatezza,<br />
l’ambizione, la tracotanza...<br />
Agli anziani che componevano il coro dell’Aga-<br />
mennone – così fortemente legati alla realtà, desi-<br />
derosi di capire – il compito di esprimere questa<br />
sensazione.<br />
La loro apparizione nel corso dell’ultima scena<br />
– oltre a chiudere idealmente la trilogia – rap-<br />
presenta una grande irrisione del popolo a que-<br />
sta conclusione: un’irrisione e, se vogliamo, una<br />
dura allusione alla contemporaneità, che dietro<br />
alla retorica d’illusorie pacificazioni, spesso cela<br />
il dissidio fra l’utopia di una civiltà illuminata e<br />
giusta, e la realtà.
Le <strong>Eumenidi</strong><br />
di Antonio Calenda<br />
di Caterina Barone
Alessandro Preziosi e Daniela Giovanetti<br />
durante le prove per la ripresa dello spettacolo al Politeama <strong>Rossetti</strong> di Trieste
Nell’accostarsi al teatro greco la meta più ambi-<br />
ziosa e impegnativa per un regista è certamente<br />
quella di poter mettere in scena l’Orestea - la tri-<br />
logia composta da Eschilo nel 458 a.C. allo scor-<br />
cio della sua carriera poetica - una delle opere più<br />
insigni e fondanti di tutto il teatro occidentale.<br />
Dopo aver realizzato nel 2001 i primi due “atti”,<br />
Agamennone e Coefore, Antonio Calenda ha alle-<br />
stito nella scorsa primavera, ancora per l’arcaico<br />
spazio del Teatro Greco di Siracusa, <strong>Eumenidi</strong>,<br />
la tragedia conclusiva della trilogia, quella meno<br />
teatrale, basata com’è sul dibattito e sulla specu-<br />
lazione etico-giuridica. Se Agamennone era incen-<br />
trato sull’omicidio del re al suo ritorno da Troia<br />
per mano della moglie Clitemestra a punizione<br />
del sacrificio di Ifigenia, e Coefore sulla vendet-<br />
ta di Oreste, che a sua volta uccide la madre in<br />
ottemperanza agli ordini di Apollo, <strong>Eumenidi</strong><br />
segna la fine dell’arcaica legge del taglione, che<br />
lava il sangue versato con altro sangue, e celebra<br />
la fondazione del diritto moderno.<br />
La frattura temporale intercorsa tra i due nuclei<br />
di spettacolo non ha scalfito l’intrinseca compat-<br />
tezza del disegno registico, anche se, diversamen-<br />
te da altri paradigmatici allestimenti del passato<br />
(penso all’Orestea siracusana di Vittorio Gassman<br />
e Luciano Lucignani -1960-, e a quella tedesca di<br />
Peter Stein -1980- e inglese di Peter Hall -1981-<br />
) caratterizzati da una più marcata uniformità<br />
formale, ci sono variazioni significative tra le tre<br />
messe in scena.<br />
<strong>Il</strong> fil rouge che collega strettamente tra loro le tre<br />
tragedie è il richiamo a una sensibilità e a un’at-<br />
mosfera novecentesche, sebbene nelle <strong>Eumenidi</strong><br />
questo richiamo appaia più sfumato rispetto alle<br />
due precedenti, soprattutto all’Agamennone. In<br />
quella realizzazione, infatti, gli echi beckettiani<br />
erano insistiti e scoperti, fin dalle battute d’ini-<br />
zio, sia nella figura della-Scolta, interpretata da<br />
Roberto Herlitzka con una recitazione antinatu-<br />
ralistica e accenti di metafisico dolore, sia nella<br />
connotazione del Coro con gli interpreti vestiti in<br />
frac con bombetta e ombrello, immersi in quel-<br />
l’atmosfera di attesa e di incertezza che caratte-<br />
rizza l’esordio della trilogia.<br />
<strong>Il</strong> cupo grigiore delle scenografie precedenti e i<br />
luoghi simbolo - la ferrigna stazione novecentesca<br />
nell’Agamennone e il sacrario militare con i loculi<br />
sovrapposti a formare alte pareti incombenti nelle<br />
Coefore - lasciano il campo nelle <strong>Eumenidi</strong> alla<br />
dorata luminosità della pietra dei templi greci.<br />
La scena è monumentale, ma stilizzata, priva di<br />
connotazioni archeologiche. <strong>Il</strong> tempio di Apollo<br />
a Delfi e quello di Atena ad Atene sono raffi-<br />
gurati in maniera antirealistica con lisce pareti<br />
scorrevoli che mostrano alla vista degli spettatori<br />
alternativamente le gigantografie delle statue di<br />
entrambi gli dèi: è un modo essenziale ed efficace<br />
di rendere il complesso cambio di scena tra le due<br />
parti della tragedia, dove si focalizza prima l’ora-<br />
colo delfico e poi l’Acropoli di Atene, uno spazio<br />
nel cui ambito si insedierà in ultimo l’Areopago,<br />
il tribunale istituito da Atena e deputato a giudi-<br />
care i delitti di sangue. I giudici con toga e tocco<br />
prenderanno posto sulla tribuna ad essi riservata<br />
di fronte a un enorme tavolo con ai lati due troni<br />
per gli dèi.<br />
È il “tavolo della legge”, come lo definisce lo<br />
scenografo, Bruno Buonincontri, ma nell’imma-<br />
ginario di quanti conoscono a fondo il mito dei<br />
11
12<br />
Tantalidi questo elemento scenografico assume<br />
un significato più ampio e complesso: diventa<br />
evocativo della “mensa”, l’elemento simbolo della<br />
lunga catena di delitti che ha insanguinato la<br />
stirpe degli Atridi a partire da Tantalo. Intorno<br />
alla mensa si sono consumati, infatti, i crimini<br />
più atroci ed efferati: dall’empietà del capostipite,<br />
che osò sfidare gli dèi per testarne l’onniscenza<br />
imbandendo ad essi le carni del figlio Pelope,<br />
alla feroce vendetta di Atreo, che offrì in pasto<br />
al fratello inconsapevole, Tieste, le membra e il<br />
sangue dei suoi figli da lui spietatamente trucida-<br />
ti. E dunque diventa semanticamente pregnante<br />
ambientare il dibattito intorno a un elemento<br />
che muta la sua valenza da negativa a positiva,<br />
emblema non più di violenza, ma di moderazione<br />
e giustizia.<br />
Così verso questo tavolo, centro visivo e ideolo-<br />
gico del dramma, convergono i protagonisti della<br />
vicenda: Oreste, l’omicida, incalzato dalle Erinni;<br />
Apollo, il dio che lo protegge, e Atena, chiamata<br />
a dirimere la complessa questione morale e giu-<br />
ridica del matricidio. E mentre per le Erinni il<br />
tavolo diventa palcoscenico delle loro inquietanti<br />
evoluzioni, della loro incombente presenza, a<br />
sottolineare l’implacabile rivendicazione dei pro-<br />
pri diritti, per gli dèi è spazio di civile, dialettico<br />
confronto.<br />
Punto nodale la questione spinosa della giustizia,<br />
della punizione della colpa al di fuori della spi-<br />
rale di violenza innescata e sostenuta dalla legge<br />
del taglione che percorre l’intera trilogia. “Sul<br />
tavolo” non c’è, infatti, il singolo caso, quello<br />
di Oreste, ma la fondazione di un nuovo diritto<br />
su base popolare, che neutralizzi le prerogative<br />
delle Erinni, le antiche dee, espressione di una<br />
società tribale, portatrici di contesa e sostenitrici<br />
di norme che privilegiano i rapporti interni alla<br />
stirpe.<br />
La conclusione della vicenda mitica dell’Ore-<br />
stea adombra le vicende storiche del suo tempo,<br />
scritta com’è a pochi anni di distanza dalla rifor-<br />
ma di Efialte. L’esponente democratico ateniese,<br />
alleato di Pericle, aveva ridimensionato i poteri<br />
dell’Areopago che, in quanto espressione dell’ari-<br />
stocrazia, dopo le guerre persiane aveva allargato<br />
le sue prerogative al di là dell’originaria funzione<br />
di tribunale dei processi di sangue. Le <strong>Eumenidi</strong><br />
“fotografano” la situazione successiva alla rifor-<br />
ma.<br />
Ma nelle parole pronunciate da Atena all’indirizzo<br />
dei giudici prima del voto non è difficile trovare<br />
materia per una riflessione sui problemi odierni<br />
della giustizia:<br />
Ascoltatemi o cittadini di Atene; udite<br />
che cosa è questo ordine da me isti-<br />
tuito, voi che per primi siete chiamati<br />
a giudicare una causa di sangue. Su<br />
questo colle Reverenza e Paura, che<br />
di Reverenza è cognata, impediranno<br />
ai cittadini di fare offesa a Giustizia,<br />
quando non vogliano essi stessi sov-<br />
vertire le leggi: chi di correnti impure<br />
e di fango intorbida limpide acque<br />
non troverà più da bere. Né anarchia<br />
né dispotismo: questa è la regola che<br />
ai cittadini amanti della patria, con-<br />
siglio di osservare; e di non scacciare<br />
del tutto dalla città il timore perché
senza il timore nessuno dei mortali<br />
opera secondo giustizia. E se voi, come<br />
dovete, avete timore e reverenza della<br />
maestà di questo istituto, il vostro paese<br />
e la vostra città avranno un baluardo<br />
di sicurezza quale nessun’altra gente<br />
conosce. Incorruttibile al lucro io voglio<br />
questo Consiglio, e rispettoso del giusto;<br />
e inflessibile e pronto, vigile scolta che,<br />
se anche gli altri dormono, è desta.<br />
Tuttavia Antonio Calenda non ha scelto la stra-<br />
da dell’attualizzazione con riferimento puntuale<br />
a eventi e a fatti dei nostri giorni, ritenendo, a<br />
ragione, parziale e fuorviante una lettura che<br />
abbatta il filtro del tempo. Né interviene mai<br />
sulla lettera del testo, reso fedelmente nella filolo-<br />
gica ma poetica traduzione di Manara Valgimigli.<br />
La regia cerca piuttosto di fornire allo spettato-<br />
re immagini note alla sensibilità e alla cultura<br />
contemporanee, tali da creare un ponte tra noi e<br />
l’antico.<br />
Così le Erinni evocano col loro apparire “le<br />
inquietudini di tanta pittura contemporanea, dei<br />
grandi surrealisti Max Ernst e Alberto Savinio,<br />
o di Rops e Corcoz”. Come già nelle Coefore,<br />
si tratta di un Coro en travestì, composto da<br />
uomini abbigliati con lunghi abiti neri di foggia<br />
ottocentesca, che richiamano le arcaiche divinità<br />
mediterranee, le dee multimammie, simbolo di<br />
valori ancestrali e atavici. Li guida una Corifea<br />
donna (Daniela Giovanetti) dalla voce profonda<br />
e inquietante, dalle movenze feline e aggressive,<br />
dietro la quale quegli strani esseri si dispongono<br />
quasi a formare uno strascico della gonna, una<br />
sorta di manto strisciante al suolo, ma dotato di<br />
una vita propria.<br />
È stata l’ombra di Clitemestra (Piera Degli<br />
Esposti) a spingerle all’inseguimento di Oreste nel<br />
momento in cui sembravano lasciarselo sfuggire.<br />
La regina è apparsa portando evidenti sul suo<br />
corpo i segni della violenza subita e animata da<br />
sdegnoso furore ha aizzato le Erinni sulle tracce<br />
della loro preda.<br />
Alle antiche dee si contrappone Apollo (Osvaldo<br />
Ruggieri), un signore elegante nel suo paltò nero<br />
ornato di pelliccia, pomposo e sicuro delle proprie<br />
ragioni, che affonta il confronto con fredda deter-<br />
minazione, certo di vincere. Di fronte a lui Atena<br />
(Anita Bartolucci), consapevole della difficoltà<br />
di dirimere la contesa e di dare un giudizio su<br />
“un’uccisione che suscita così acute collere vendi-<br />
catrici”. Sarà il suo voto, tuttavia, a decidere l’as-<br />
soluzione di Oreste a parità di voti. Ma altrettanto<br />
determinante sarà la sua opera di persuasione<br />
volta a placare le Erinni, a impedire che il loro<br />
orgoglio offeso si scateni contro la città, a trasfor-<br />
marle in dee benevole, in <strong>Eumenidi</strong>. E la musica,<br />
martellante e incisiva nel corso della rappresen-<br />
tazione, diviene ampia e distesa, con melodie da<br />
operetta ad accompagnare i movimenti, divenuti<br />
ora armonici e soavi, delle dee ctonie, che da<br />
uomini si sono tramutate in donne indicando un<br />
ritorno alla normalità.<br />
Tuttavia la conclusione della tragedia lascia spa-<br />
zio a una molteplicità di letture, come a più ripre-<br />
se è stato messo in luce dalla critica filologica. E<br />
Calenda coglie in pieno l’ambiguità del finale,<br />
che non appare pacificante e risolutivo, ma irto<br />
di interrogativi e denso di questioni irrisolte.<br />
13
14<br />
L’atmosfera “idilliaca” viene bruscamente inter-<br />
rotta dalla comparsa del popolo ateniese, quello<br />
stesso del Coro dell’Agamennone, che denuncia<br />
con una sonora risata il suo scetticismo sull’esito<br />
del dibattito e la trasformazione delle Erinni in<br />
<strong>Eumenidi</strong>: la soluzione socialmente pacificatrice<br />
e giuridicamente dirimente è precaria e fittizzia<br />
e lo è sia a livello collettivo che individualistico,<br />
come vuole indicare l’immagine che Calenda dà<br />
di Oreste (Alessandro Preziosi): non quella di un<br />
eroe che tragga vigore dalla positiva conclusione<br />
della sua dolorosa esperienza umana ed esisten-<br />
ziale, ma quella di un individuo piagato nel-<br />
l’intimo, conscio dell’insensatezza dell’esistenza,<br />
oppresso dal “male di vivere”.<br />
Caterina Barone è professore associato di<br />
Drammaturgia antica all’Università di Padova.<br />
Traduttrice di testi teatrali antichi per la scena e<br />
pubblicista, collabora con riviste specializzate di<br />
critica e studi teatrali e con il Corriere della Sera.
<strong>Il</strong> progetto Orestea<br />
del Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia<br />
di <strong>Il</strong>aria Lucari
16<br />
Immagini del backstage<br />
del Teatro Graco di Siracusa
Sala Bartoli del Politeama <strong>Rossetti</strong>, 6 marzo<br />
2001: prima convocazione di compagnia.<br />
Un incontro molto significativo per il direttore<br />
Antonio Calenda, per gli attori e i dipendenti del<br />
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che da<br />
quel momento si aprivano all’avventura entu-<br />
siasmante e coraggiosa di un grande progetto<br />
di messinscena: quello dell’Orestea di Eschilo.<br />
Agamennone e Coefore, i primi due allestimenti,<br />
nascono assieme. Grazie all’opportunità offerta<br />
dalla collaborazione con l’Istituto Nazionale del<br />
Dramma Antico – che fin dall’inizio crede nel<br />
progetto dello Stabile e lo sostiene – le due tra-<br />
gedie debuttano con successo al Teatro Greco di<br />
Siracusa, in una cornice di prestigio, fascino e<br />
significato irraggiungibili.<br />
15 ottobre 2003: i riflettori illuminano l’impo-<br />
nente scenografia di <strong>Eumenidi</strong>. È con enorme<br />
emozione e orgoglio, che quegli stessi attori, il<br />
regista, lo staff dello Stabile ascoltano vibrare le<br />
prime battute della Pizia, nella sala gremita del-<br />
l’antico Politeama triestino.<br />
<strong>Il</strong> compimento – in poco più di due anni – del<br />
grande ciclo dell’Orestea, segna un traguardo fon-<br />
damentale per il nostro Teatro: una “sfida vinta”<br />
non solo dal punto di vista estetico o artistico, ma<br />
anche sul piano della politica teatrale, delle idea-<br />
lità, come pure su quello dell’impegno economico<br />
dedicato all’impresa, nient’affatto scontato per<br />
un Ente di grande tradizione e competenza (ma<br />
non troppo “ricco” finanziariamente) qual’è lo<br />
Stabile del Friuli-Venezia Giulia. La soddisfazio-<br />
ne maggiore però, deriva soprattutto da un altro<br />
genere di ricchezza: dal patrimonio di tensioni,<br />
generosità, entusiasmi che si è consolidato attorno<br />
al progetto.<br />
A partire dal gruppo “stabile” di attori e collabo-<br />
ratori che si sono impegnati a dare vita e sostanza<br />
alle tre tragedie. Piera Degli Esposti, Roberto<br />
Herlitzka e Daniela Giovanetti, Osvaldo Ruggieri,<br />
Alessandro Preziosi, Anita Bartolucci, Giancarlo<br />
Cortesi, Antonietta Carbonetti e il notevole coro;<br />
poi i collaboratori del regista, lo scenografo Bruno<br />
Buonincontri, la costumista Elena Mannini,<br />
Germano Mazzocchetti creatore delle musiche,<br />
Micha Van Hoecke e Catherine Pantigny per le<br />
coreografie… il loro, con il procedere dell’iter<br />
creativo, è diventato un assieme vigoroso, forte<br />
di un’intesa “al respiro” che può nascere solo dal<br />
tempo condiviso, dalla comune crescita artistica e<br />
umana.<br />
È il loro lavoro a creare il sortilegio che permette<br />
al messaggio di Eschilo di perpetuarsi, di indurre<br />
il pubblico alla commozione, alla riflessione… In<br />
questo irripetibile concerto di comunicazione ed<br />
emozione, che si instaura fra palcoscenico e pla-<br />
tea, è da ravvisare il significato ultimo del proget-<br />
to, il senso profondo del nostro “fare teatro”.<br />
Gli applausi del pubblico regionale – nostro primo<br />
committente – il consenso degli spettatori che<br />
hanno affollato a migliaia la cavea del Teatro<br />
Greco di Siracusa (60.000 sono stati nell’estate<br />
2003, quelli registrati per <strong>Eumenidi</strong> e I Persiani),<br />
l’attenzione dei tanti giovani – che rispondendo<br />
un sorprendente passaparola – si sono lascia-<br />
ti conquistare da Coefore al Teatro Carcano di<br />
Milano, il calore riservato a ogni replica della<br />
trilogia nei maggiori teatri italiani: questo il risul-<br />
tato fondamentale e più atteso, questa la vera<br />
“sfida vinta”.<br />
17
Coerentemente al filone di ricerca sui nostoi a cui<br />
lo Stabile regionale si dedica da molti anni, il<br />
progetto legato all’Orestea si è delineato con l’in-<br />
tento di mettere in luce – nel confronto con l’an-<br />
tica e meravigliosa drammaturgia eschilea – plau-<br />
sibilità consostanziali alla sensibilità attuale. Una<br />
scelta che trova nitida espressione nel riferimento<br />
iconografico al XX secolo, fil rouge fra gli allesti-<br />
menti di Agamennone, Coefore ed <strong>Eumenidi</strong>.<br />
La medesima compattezza si riflette sul piano<br />
delle idealità: Antonio Calenda infatti ha letto<br />
nell’Orestea un metaforico itinerario nella nasci-<br />
ta di un ideale di giustizia. Un percorso irto di<br />
contraddizioni e sofferenze che l’uomo greco deve<br />
patire, prima di giungere alla “conoscenza”, alla<br />
“certezza del diritto”, all’utopica “norma defi-<br />
nitiva” su cui misurare il proprio agire, trop-<br />
po a lungo diviso fra il concetto arcaico di giu-<br />
stizia della religione ctonia, legato all’ “occhio<br />
per occhio”, e gli antesignani e limpidi principi<br />
democratici della religione olimpica, espressione<br />
della polis ateniese. Una lotta fra ragione e istin-<br />
to, fra etica e “violenza che genera violenza”, che<br />
– come testimoniano costantemente e con asprez-<br />
za, i drammatici eventi riportati dalle cronache<br />
mondiali e private – continua, oggi come allora,<br />
ad essere combattuta e che – oggi come allora<br />
– è importante raccontare a teatro, irrinunciabile<br />
“luogo di necessità esistenziale”, raro punto d’as-<br />
semblea e di riflessione comune, in una società<br />
sempre più alienata e smarrita.<br />
19
Note dei collaboratori<br />
di Bruno Buonincontri, Elena Mannini<br />
Germano Mazzocchetti, Catherine Pantigny
24<br />
Note sulla scenografia di Bruno Buonincontri<br />
È un privilegio per chi fa teatro, potersi confron-<br />
tare con il meraviglioso spazio del Teatro Greco<br />
di Siracusa. Le sue splendide prospettive, le sue<br />
vastità, le antiche pietre, regalano ogni volta<br />
suggestioni nuove, nuove induzioni, ma anche<br />
grandi complessità da risolvere e da superare.<br />
Ogni scenografia nata per quel luogo, è il segno<br />
d’un’avventura immensa, unica, affrontata con<br />
profonda passione. È uno spazio che dona intense<br />
emozioni a chi si appresta alla messinscena, e che<br />
non appare mai “terra conquistata”: nemmeno<br />
quando – come nel mio caso – ci si ritorna per la<br />
quarta volta, nemmeno se alle spalle c’è l’espe-<br />
rienza di sette spettacoli concepiti per quest’affa-<br />
scinante cornice.<br />
Con questo spirito ho affrontato l’impegno della<br />
scenografia di <strong>Eumenidi</strong> , nuova tragedia eschilea<br />
firmata da Antonio Calenda: in più, la soddi-<br />
sfazione di poter chiudere un ciclo significativo<br />
del nostro lavoro, che – dopo gli allestimenti di<br />
Agamennone e Coefore nel 2001 – vede nella<br />
messinscena di <strong>Eumenidi</strong> il raggiungimento d’una<br />
meta importantissima e che – dopo il debutto<br />
nella cornice del prezioso antico teatro siracusa-<br />
no – ritrova ancora una volta il senso e le atmo-<br />
sfere di un grande teatro di tradizione, come il<br />
Politeama <strong>Rossetti</strong> di Trieste.<br />
Come già per Agamennone e Coefore, anche per<br />
il nuovo allestimento ho seguito il regista in un<br />
percorso che – lontano dalla ricostruzione archeo-<br />
logica o strettamente realistica – offrisse alla tra-<br />
gedia, anche sul piano iconografico, nuova forza<br />
allusiva e ne rinvigorisse senso e problematicità.<br />
Si è dunque scelto di ambientare pure <strong>Eumenidi</strong><br />
secondo un’iconografia novecentesca, in spazi che<br />
trovano un’ispirazione in sale museali (fil rouge<br />
questo, che unisce l’idea scenografica dell’ulti-<br />
ma tragedia dell’Orestea, a quella de I Persiani,<br />
entrambi presentati dal Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia nella scorsa estate a Siracusa)<br />
<strong>Il</strong> museo, dunque, inteso come luogo della memo-<br />
ria, dove la storia dell’uomo è conservata e pre-<br />
servata, e dove sono possibili interessanti trasla-<br />
zioni di tempo e di spazio…<br />
Un’ampia parete di fondo chiude la scenogra-<br />
fia che ho creato per <strong>Eumenidi</strong>, citando l’antica<br />
“skené” del teatro greco, ma delineando uno<br />
spazio complesso, sebbene molto stilizzato, che<br />
rimanda, per i materiali, al travertino usato in<br />
tanta architettura romana, ed evoca le sale di un<br />
museo moderno, sicuramente novecentesco.<br />
La “skené”, connotata da due portali scorrevoli,<br />
ci indica metaforicamente gli spostamenti del-<br />
l’azione, ospitando inizialmente un’imponente<br />
immagine del dio Apollo – quando la vicenda si<br />
svolge a Delfi – e successivamente una raffigura-<br />
zione di Atena.<br />
Entrambi scompaiono per dare spazio alla tribu-<br />
na su cui siederanno i giudici dell’Areopago, col-<br />
legata al grande piedistallo che sostiene il “tavolo<br />
della legge”: ai suoi estremi saranno due troni per<br />
gli dei. Su questo piano – posto proprio davanti<br />
alla platea – si tiene il processo, hanno luogo i<br />
discorsi di Apollo, i moniti di Atena, le accuse<br />
delle Erinni, figure quasi astratte che popolano<br />
le sale del museo di inquietudini che apparten-<br />
gono alla pittura moderna, ben reinterpretate dai<br />
costumi di Elena Mannini.
Note sui costumi di Elena Mannini<br />
Dopo l’esperienza di Coefore e Agamennone<br />
(Siracusa 2001, sempre con la regia di Calenda),<br />
eccomi di fronte a quest’altro capolavoro eschileo.<br />
Per <strong>Eumenidi</strong>, e in particolare per il coro delle<br />
Erinni, ho dovuto scandagliare, su suggerimen-<br />
to del regista, quell’immaginario nero, lugubre,<br />
inconfessabile dell’inconscio femminile che ha<br />
popolato tanta letteratura “maledetta” a cavallo<br />
fra Ottocento e Novecento e che è stato effigiato<br />
dalla grande pittura e grafica surrealista di Rops,<br />
di Max Ernst e dei nostri Corcoz e Martini, solo<br />
per citare a caso.<br />
La difficoltà, come al solito, è stata quella di dare<br />
la “quarta dimensione” a una suggestione non più<br />
soltanto pittorica, ma piuttosto rappresentazione<br />
concreta di quelle fantasie orribili che a volte ci<br />
attraversano, e che Eschilo ci ha restituito con<br />
tutta la loro potenza devastante.<br />
Si chiude, con <strong>Eumenidi</strong>, quest’avventura della<br />
trilogia eschilea che ho condiviso con Antonio<br />
Calenda e Bruno Buonincontri. E’ la terza volta,<br />
nelle mie vicende di costumista, che ho dovuto<br />
affrontarla: e ogni volta con un’ottica diversa.<br />
Ricordo l’edizione di Monaco, con la regia di<br />
Franco Enriquez (dirigeva allora il Teatro bava-<br />
rese Ingmar Bergman): là l’atmosfera era tutta<br />
orientaleggiante, i personaggi portavano masche-<br />
re, le divinità erano dei grandi idoli ieratici.<br />
Dell’altra edizione con la regia di Salveti, rap-<br />
presentata all’Olimpico di Vicenza allora appena<br />
restaurato, ricordo ancora l’emozionante con-<br />
fronto con l’architettura dello Scamozzi, avendo<br />
anche la responsabilità degli arredi scenografici.<br />
Infine, non posso dimenticare l’esperienza fatta<br />
con gli allievi della Bottega di Gassman: mi diede<br />
una specie di tenerezza, il confronto impari di<br />
quei giovani con il monumento di Eschilo.<br />
25
Note sulla composizione<br />
delle musiche<br />
26 <strong>Il</strong> coro tragico greco rappresenta uno dei più<br />
affascinanti misteri della storia del teatro: non<br />
ci è infatti concesso sapere con precisione quale<br />
fosse la sua espressione sul piano musicale.<br />
Un’impossibilità che, se da un lato condanna tale<br />
mistero a rimanere irrisolto, dall’altro pone un’af-<br />
fascinante sfida artistica a chi oggi si accinga a<br />
mettere in scena un antico coro tragico.<br />
Anche sulla base di tali riflessioni, quando nel<br />
2001 il regista Antonio Calenda mi ha chiesto di<br />
collaborare alla realizzazione dell’Agamennone<br />
e delle Coefore di Eschilo, ho affrontato la com-<br />
plessa e affascinante materia della composizione<br />
musicale, creando – coerentemente alle indicazio-<br />
ni registiche – una partitura ricca di suggestioni<br />
novecentesche, che coniugava riferimenti colti e<br />
polpolari.<br />
Questa linea interpretativa segna anche il lavoro<br />
di composizione per <strong>Eumenidi</strong> che lo Stabile del<br />
Friuli-Venezia Giulia ha proposto nell’ambito<br />
della nuova stagione al Teatro Greco di Siracusa,<br />
concludendo così l’importante impegno artistico<br />
legato all’Orestea eschilea.<br />
A fronte di una chiara continuità progettuale<br />
– che da Agamennone e Coefore a <strong>Eumenidi</strong>,<br />
naturalmente si estende pure al piano musicale<br />
(per tutti gli spettacoli ho lavorato ad esempio<br />
con il medesimo organico orchestrale di archi,<br />
fiati e percussioni, creando dei legami di fondo<br />
nelle sonorità) – ho desiderato fin dall’inizio che<br />
ognuna delle tragedie vivesse di una propria par-<br />
ticolarità, fosse connotata da un linguaggio musi-<br />
cale capace di contraddistinguerla.<br />
In <strong>Eumenidi</strong> ho voluto dare voce a un fluire di<br />
linguaggi diversi, a una ricchezza di riferimen-<br />
ti musicali molto vari, anche se tutti legati al<br />
Novecento. Ci sono da un lato i temi costruiti a<br />
sostegno di scene che dovevano trasmettere par-<br />
ticolari emozioni (come l’apparizione di Ermes,<br />
accompagnata da sonorità lievemente strawin-<br />
skiane e grottesche, oppure l’intervento dell’Om-<br />
bra di Clitemestra, per cui ho composto un adagio<br />
per soli archi), dall’altro, ovviamente, c’è il lavoro<br />
sugli stasimi del coro.<br />
L’ultima tragedia dell’Orestea, prevede un coro di<br />
furie, le Erinni, che il regista ha affidato a inter-<br />
preti maschili: ho chiesto loro un uso della voce<br />
sporco, mai chiaro né levigato. Tale dimensione<br />
di forte espressività, di violenza, è presente nella<br />
maggior parte dei momenti musicali: basta pen-<br />
sare al primo stasimo, incentrato su una sorta di<br />
danza tribale con cui le Erinni spaventano Oreste.<br />
Prima di abbandonarsi al canto, il coro recita rit-<br />
micamente su musiche in cui le percussioni hanno<br />
un ruolo di rilievo, mentre le sonorità degli archi<br />
e dei fiati, per certi accenti, potrebbero rimandare<br />
ad atmosfere da jungle-style.<br />
Le sonorità scarne di un organico privo d’ar-<br />
chi, caratterizzano il secondo stasimo, assieme<br />
alla concretezza bartokiana di un pianoforte che<br />
accompagna il coro in modo ritmico-percussivo.<br />
Nel brano “Umiliata e avvilita” che si sviluppa<br />
da una battuta della Corifea, ho invece usato una<br />
scansione da marcia funebre.<br />
di Germano Mazzocchetti<br />
Nello sviluppo dell’esodo, avviene la pacificazione<br />
delle Erinni trasformate nelle benevole <strong>Eumenidi</strong>.<br />
Nello spettacolo il segno di tale cambiamento è<br />
l’avvento in scena di dodici ragazze, che per un<br />
breve momento, assieme alle Erinni che poi scom-<br />
paiono, cantano un brano che inneggia a Pallade
Atena. E’ un episodio corale dalla forte resa foni-<br />
ca, con ventiquattro elementi in scena. <strong>Il</strong> brano<br />
finale poi – ispirato al melodramma fra Ottocento<br />
e Novecento – è costruito su melodie molto can-<br />
tabili ed eseguito a celebrazione del lieto fine. Ma<br />
la lettura registica mette in dubbio la positività di<br />
questa conclusione, facendo apparire sulla scena<br />
un gruppo di anziani – il coro dell’Agamennone<br />
– che chiuderà la tragedia nell’inquietudine di<br />
una risata mista al pianto.<br />
27
Note sulla coreografia di Catherine Pantigny<br />
28 “Sgretolamento di un mondo risucchiato per<br />
dare vita a un nuovo modo di pensiero, smarri-<br />
mento, paura, ansietà, affermazione disperata di<br />
un’identità destinata comunque a mutare, grandi<br />
momenti cardini dell’umanità che risvegliano<br />
un’infinità di energie, a volte antagoniste, deva-<br />
stanti, a volte purificatrici, unificatrici, in ogni<br />
essere umano”. Tutte riflessioni che hanno guida-<br />
to la ricerca del gesto, gesto ispirato dall’animali-<br />
tà larvata nel profondo delle viscere, o gesto che<br />
sorge dal cuore, dalla mente, dall’anima.<br />
Ho cercato di dare forma al travaglio della tra-<br />
sformazione delle Erinni, lavorando, in un primo<br />
momento, sulla sensazione intima prima ancora<br />
che il movimento prenda forma nello spazio, sugli<br />
impulsi della musica, della musicalità dei versi;<br />
poi, in un secondo momento, sulla forma stessa.
<strong>Il</strong> mito degli Atridi:<br />
sinossi degli eventi<br />
«Io sono argivo. E il padre mio lo conosci bene,<br />
Agamennone, che fu capo delle navi e dell’eserci-<br />
to acheo, e lo avesti alleato quando della troiana<br />
<strong>Il</strong>io facesti una città che città non è più. Appena<br />
ritornato mio padre a casa, in malo modo fu ucci-<br />
so; mia madre lo uccise, donna di nero cuore (…)<br />
Ritornato poi io, dopo il lungo esilio a casa, uccisi<br />
mia madre. Non nego questo: morte con morte,<br />
a vendetta del padre amato» Poche parole, sem-<br />
plici e dolenti, bastano ad Oreste per raccontare<br />
la propria storia ad Atena, la dea a cui affida la<br />
propria vita, con la speranza di essere salvato<br />
dalla persecuzione delle Erinni. <strong>Il</strong> “vivi uomo”<br />
pronunciato dalla dea olimpica, a favore del gio-<br />
vane principe argivo segna – oltre a un primo,<br />
chiarissimo esempio di “giustizia del caso singo-<br />
lo”, perfetta espressione della polis ateniese e del-<br />
l’equilibrio cui ambisce ogni civiltà democratica<br />
– la conclusione delle sofferenze terribili inflitte<br />
alla stirpe degli Atridi, di cui Eschilo nell’Orestea<br />
drammatizza soltanto le ultime vicende, legate<br />
alle conseguenze della Guerra di Troia.<br />
Un lungo antefatto precede dunque la storia di<br />
Oreste. Narrazione pregna di senso, ricca di dictat<br />
morali e di precetti sulla cui base gli antichi greci<br />
potevano fondare le loro scelte, ma capace di<br />
illuminare tuttora le pieghe più oscure dell’animo<br />
umano, il mito degli Atridi ha radici lontane e<br />
rappresenta un patrimonio di valore universa-<br />
le e vivissimo. Nel sangue e nella violenza cui è<br />
condannata la stirpe degli Atridi, riverberano le<br />
immagini delle tragedie di ogni tempo e di ogni<br />
luogo, sempre riconducibili alle medesime radici:<br />
alla follia, alla crudeltà, al sopruso.<br />
E’ destino degli Atridi essere strumenti e vittime<br />
di un’implacabile violenza: una sorte terribile<br />
voluta dal dio Hermes, che in tal modo vendica-<br />
va l’uccisione del proprio figlio Mirtilio ad opera<br />
di Pelope, capostipite del genos. Incurante della<br />
maledizione, egli sposa Ippodamia e diviene padre<br />
di Atreo e Tieste: presto però s’innesca l’inesora-<br />
bile meccanismo di sangue. I due uccidono infatti<br />
il loro fratellastro Crisippo e vengono esiliati dal<br />
regno paterno: si rifugiano a Micene, dove ini-<br />
ziano a rivaleggiare, giungono alfine a odiarsi e a<br />
contendersi la città, retta dal nobile Stenelo.<br />
Ottenuto il trono di Micene, Atreo subisce la cupa<br />
vendetta del fratello: Tieste seduce Erope, moglie<br />
di Atreo e dalla colpevole relazione nascono due<br />
gemelli. Erope viene punita, Tieste esiliato porta<br />
con sé Plistene un figlio di Atreo. Molti anni<br />
più tardi, Tieste fa di Plistene lo strumento del<br />
suo odio contro il fratello e convince il giovane<br />
– ignaro delle proprie origini – a recarsi a Micene<br />
per uccidere il re.<br />
di <strong>Il</strong>aria Lucari<br />
E’ impressa indelebilmente nell’immaginario col-<br />
lettivo, l’inquietante rivalsa di Atreo: fingendo<br />
una riappacificazione, invita Tieste a un ban-<br />
chetto dove gli vengono imbandite le carni dei<br />
suoi stessi figli. <strong>Il</strong> mito vuole che davanti a tanto<br />
scempio anche il Sole provasse orrore e fuggis-<br />
se col proprio carro dal percorso consueto. Ma<br />
l’inumano pasto, non soddisfa ancora la sete<br />
di vendetta dei micenei: mentre i figli di Atreo,<br />
Agamennone e Menelao, gli impediscono di<br />
lasciare la città, Tieste è condannato a morire per<br />
mano di Egisto (un suo figlio cresciuto alla corte<br />
di Atreo) in un assurdo ricadere di violenza in<br />
violenza. Un’insperata agnizione però, fa sì che la<br />
spada destinata al padre, sia volta da Egisto con-<br />
29
30<br />
tro lo zio Atreo: Tieste ottiene così il regno. Ma<br />
nulla sembra poter arginare più il fiume di ferocia<br />
e di odio che trascina gli Atridi e presto Menelao e<br />
Agamennone ripartono alla conquista di Micene.<br />
Una volta guadagnata la vittoria, i due si uni-<br />
scono a Elena e Clitemestra: sorelle a loro volta,<br />
sono figlie del re di Sparta Tindaro e di Leda,<br />
una donna talmente bella che Zeus, trasforma-<br />
tosi in cigno, si volle unire a lei nella notte delle<br />
sue nozze. Leda diede vita a quattro gemelli, i<br />
Dioscuri: le due fanciulle e Castore e Polluce. Di<br />
ogni coppia un figlio discendeva da Zeus e l’altro<br />
era sangue di Tindaro: un’armonia inscindibile di<br />
umano e divino. Elena – sposa di Menelao – era<br />
discendenza divina, come denunciava chiaramen-<br />
te il suo incantevole fascino; Clitemestra – moglie<br />
di Agamennone – esprimeva invece una cupezza<br />
misteriosa e terrena.<br />
Entrambe, inconsapevolmente, fanno sì che si<br />
perpetui la maledizione del dio Hermes contro<br />
il genos degli Atridi: Elena compiendo l’adulte-<br />
rio che scatena la Guerra di Troia; Clitemestra<br />
– in un affascinante parallelismo al destino della<br />
sorella – tradendo e uccidendo Agamennone.<br />
A questo punto si apre, con l’ Agamennone, la<br />
trilogia di Eschilo, incentrata sulle vicende del<br />
re argivo e soprattutto di Oreste, la cui figura è<br />
metafora dell’uomo greco, impegnato nell’itinera-<br />
rio, irto di difficoltà e contraddizioni, che lo porta<br />
a evolvere tutto il proprio sistema sociale, etico e<br />
di pensiero, dalla tradizione antica e matriarcale,<br />
all’illuminata realtà della polis.<br />
Nei lunghi anni di combattimenti contro Troia<br />
– in cui Agamennone si era battuto al fianco<br />
del fratello con la Lega Achea – Clitemestra ha<br />
trovato consolazione della propria solitudine fra<br />
le braccia di Egisto: quando il suo vero sposo<br />
torna vittorioso in patria, ella lo accoglie dunque<br />
con falsa gioia e con l’intento di ucciderlo. Così<br />
potrà governare assieme all’amante e vendicare<br />
Ifigenia, la figlia che Agamennone ha sacrificato<br />
pur di ottenere venti favorevoli per la sua flotta<br />
in partenza per la guerra. La medesima terribile<br />
sorte attende l’innocente Cassandra, principessa<br />
troiana prigioniera e concubina del re, cui il dio<br />
Apollo – da lei respinto – ha donato infallibili<br />
capacità divinatorie, condannandola però a non<br />
essere mai ascoltata. Compiuto il doppio delitto,<br />
i nuovi regnanti s’impegnano a riportare ordine<br />
e sicurezza: Clitemestra allontana da sé i prorpi<br />
stessi figli. Elettra è relegata a una vita da esclusa<br />
nella reggia e perde ogni privilegio di principessa;<br />
Oreste viene esiliato, nel timore che una volta<br />
adulto, possa rendersi strumento di vendetta con-<br />
tro Egisto e la madre.<br />
E’ questo terrore che connota Coefore, secondo<br />
atto della trilogia: in tale clima infatti gli usurpa-<br />
tori vivono i sette anni successivi, sufficienti ad<br />
Oreste per superare l’efebia e – incitato dal dio<br />
olimpico Apollo – per ritornare in patria a ven-<br />
dicare il padre. Dopo la commovente agnizione,<br />
sostenuto dalla sorella Elettra e dal fedele amico<br />
Pilade, il giovane s’introduce nella reggia fin-<br />
gendosi un messaggero incaricato di annunciare<br />
la morte di Oreste. Al sollievo di Clitemestra ed<br />
Egisto, segue velocissima l’angoscia: Oreste rivela<br />
la sua vera identità e uccide entrambi. La ven-<br />
detta è compiuta, come pure il destino del genos;<br />
ma nemmeno la protezione di Apollo assicura a<br />
Oreste la salvezza dalle Erinni, orribili divinità
ctonie, dee del rimorso, che perseguitano chi si<br />
macchia di matricidio e sparge sangue di consan-<br />
guinei.<br />
Oreste fugge a Delfi, per chiedere consiglio ad<br />
Apollo e fino al tempio, terrorizzandolo, lo inse-<br />
guono implacabili le Erinni: <strong>Eumenidi</strong> si apre con<br />
il monologo della Pizia (sacerdotessa che emetteva<br />
gli oracoli al tempio delfico) sconvolta dalle stra-<br />
ne creature che hanno invaso quel luogo sacro, e<br />
che si sono addormentate attorno all’uomo che<br />
attende, in atto di supplice, un rito di purifica-<br />
zione. Apollo consiglia ad Oreste di intraprendere<br />
il lungo viaggio verso Atene, di compiere i riti di<br />
purificazione lungo il cammino e di rifugiarsi nel<br />
tempio di Pallade, la sola che possa liberarlo dalla<br />
persecuzione delle dee ctonie.<br />
Mentre Oreste fugge, protetto nel viag-<br />
gio da Hermes, appare nel tempio l’Ombra di<br />
Clitemestra: senza pace anche nel mondo dell’al-<br />
dilà a causa delle sue colpe, ella desta le Erinni<br />
e le richiama al loro dovere di vendicatrici del<br />
matricidio. La Corifea tiene testa ad Apollo in<br />
un confronto in cui si evidenzia l’opposizione<br />
fra le divinità ctonie, legate all’antica tradizione<br />
matriarcale, e quelle “nuove”, olimpiche: poi<br />
assieme alle sue compagne si mette sulle tracce<br />
di Oreste. Lo raggiunge ad Atene, dove egli, già<br />
purificato, chiede protezione ai piedi del simu-<br />
lacro di Atena. La giovane dea della ragione,<br />
non teme le Erinni, le tratta con rispetto anche<br />
se – una volta ascoltate le loro parole e quelle di<br />
Oreste – decide di aiutare l’infelice principe argi-<br />
vo istituendo un tribunale composto dai migliori<br />
cittadini ateniesi. Sarà il loro voto assieme a quel-<br />
lo della dea a dare il giudizio definitivo, a decide-<br />
re sulla colpa di Oreste.<br />
In <strong>Eumenidi</strong> assistiamo al primo processo demo-<br />
cratico della storia dell’uomo, in cui Apollo e la<br />
Corifea, davanti ad Atena e all’Areopago, si scon-<br />
trano su una questione etica fondamentale. Trenta<br />
voti condannano Oreste e trenta lo salvano: ecco<br />
allora che il “vivi uomo” pronunciato dalla dea<br />
diviene decisivo. <strong>Il</strong> primo caso in cui antesigna-<br />
namente è applicato il concetto di aequitas, di<br />
“giustizia del caso singolo”.<br />
Oreste dunque è libero, fa voto di eterna devo-<br />
zione ad Atena e di lealtà degli argivi verso la<br />
polis ateneiese: ultimo compito della dea, quel-<br />
lo di scongiurare l’ira delle Erinni e della loro<br />
Corifea “umiliata ed offesa” dalla decisione del<br />
tribunale. Ma anche quest’ultima pacificazione<br />
riesce e le furie placate si trasformano in benevo-<br />
le <strong>Eumenidi</strong>, nuove custodi della giustizia della<br />
città.<br />
Una conclusione conciliata che celebra l’uto-<br />
pia eterna della giustizia, i valori della libertà,<br />
della democrazia, dell’uomo: ma che oggi sembra<br />
restare quasi sospesa e lasciare nello spettatore<br />
una qualche ombra, quasi una “nostalgia di tra-<br />
gedia”. Un’inquietudine a cui il regista dà effica-<br />
ce espressione, riportando in scena gli anziani del<br />
coro dell’Agamennone: testimoni della debolezza<br />
dell’uomo, dell’hybris che lo condanna a tragi-<br />
che conseguenze, consapevoli della durezza della<br />
realtà, essi irridono amari a una conclusione forse<br />
troppo perfetta e probabilmente illusoria.<br />
31
“<strong>Eumenidi</strong>”<br />
le fotografie<br />
di Tommaso Le Pera
diretto da Antonio Calenda<br />
<strong>Eumenidi</strong><br />
di Eschilo traduzione di Manara Valgimigli<br />
scene di Bruno Buonincontri costumi di Elena Mannini<br />
musiche di Germano Mazzocchetti coreografie di Catherine Pantigny<br />
regia di Antonio Calenda<br />
personaggi interpreti (in ordine di apparizione)<br />
Pizia Antonietta Carbonetti<br />
Oreste Alessandro Preziosi<br />
Apollo Osvaldo Ruggieri<br />
Ermes Laura Bussani<br />
L’ombra di Clitemestra Piera Degli Esposti<br />
Corifea Daniela Giovanetti<br />
Coro delle Erinni Stefano Alessandroni<br />
Francesco Benedetto<br />
Adriano Braidotti<br />
Laura Bussani<br />
Michele Carli<br />
Sebastiano Colla<br />
Stefano Galante<br />
Guglielmo Lentini<br />
Luciano Pasini<br />
Corrado Russo<br />
Claudio Tombini<br />
Atena Anita Bartolucci<br />
Coro delle <strong>Eumenidi</strong> Francesca Assanti, Paola Camber, Giada Colonna,<br />
Clara Costanzo, Daniela Ferletta, Annalisa Insardà,<br />
Tatiana Manzella, Gabriella Mazzone,<br />
Teresa Sadar, Alessandra Smeraldi<br />
luci Nino Napoletano suono Carlo Turetta<br />
aiuto regista Roberta Torcello assistente coreografo Luciano Pasini suggeritore Guido Penne<br />
assistente alle scenografie Marta Crivolini Malatesta<br />
aiuto costumista Giuseppe Avallone assistente costumista Chiara Solari<br />
direttore di palcoscenico Mauro Tognali amministratore Giampaolo Andreutti direzione allestimenti Paolo Giovanazzi<br />
capo macchinista Christian Cerne capo sarta Elena Caucci capo elettricista Salvo Manganaro fonico Umberto Fiore<br />
macchinisti Umberto Di Grazia, Massimo Tatarella, Giorgio Zardini, Radivoi Zobin sarta Elisabetta Schepis<br />
elettricisti Massimo Carli, Antonio Di Giuseppe, Roberto Starec, Borut Vidau<br />
realizzazione scene Teatrotecnica di Salvi e Tacconi snc, L’Aquila, Spazio Scenico srl, Roma, Sir.Co.M. srl, Siracusa,<br />
Gruppo Essediuno srl, Roma trasporti Globo srl<br />
i costumi sono stati realizzati dal laboratorio di sartoria della Scuola dell’Inda. Première Elsa Malandra<br />
calzature Sacchi snc, Firenze cappelli Pieroni Bruno Snc, Roma parrucche Rocchetti & Rocchetti srl gioielli Tharros,<br />
Firenze elementi in gommapiuma Christian Biasci, Arte Costume, Roma, Francesco Barni Spa, Prato<br />
prima rappresentazione Siracusa, Teatro Greco, 16 maggio 2003<br />
in collaborazione con<br />
Istituto Nazionale<br />
del Dramma Antico<br />
Fondazione Onlus<br />
35
Daniela Giovanetti
Anita Bartolucci
Osvaldo Ruggieri
Anita Bartolucci
Piera Degli Esposti
Daniela Giovanetti
Osvaldo Ruggieri
Alessandro Preziosi
<strong>Il</strong> Coro delle Erinni<br />
Stefano Alessandroni<br />
Francesco Benedetto<br />
Adriano Braidotti<br />
Laura Bussani<br />
Michele Carli<br />
Sebastiano Colla<br />
Stefano Galante<br />
Guglielmo Lentini<br />
Luciano Pasini<br />
Corrado Russo<br />
Claudio Tombini
Antonietta<br />
Carbonetti
Osvaldo Ruggieri,<br />
Laura Bussani
Daniela Giovanetti
<strong>Eumenidi</strong><br />
di Eschilo<br />
traduzione di Manara Valgimigli
62<br />
<strong>Il</strong> momento più alto della trilogia è sicuramente<br />
l’acme delle <strong>Eumenidi</strong>, quando Atena istituisce<br />
la prima assemblea democratica della storia.<br />
Nessuna vicenda, nessuna morte, nessuna ango-<br />
scia delle tragedie dà una commozione più pro-<br />
fonda e assoluta di questa pagina.<br />
La trama delle tre tragedie di Eschilo è questa:<br />
in una società primitiva dominano dei sentimenti<br />
che sono primordiali, istintivi, oscuri (le Erinni),<br />
sempre pronte a travolgere le rozze istituzioni<br />
(la monarchia di Agamennone), operanti sotto il<br />
segno uterino della madre, intesa appunto come<br />
forma informe e indifferente della natura. Ma<br />
contro tali sentimenti arcaici, si erge la ragione<br />
(ancora arcaicamente intesa come prerogativa<br />
virile: Atena è nata senza madre, direttamente dal<br />
padre), e li vince, creando per la società altre isti-<br />
tuzioni, moderne: l’assemblea, il suffragio.<br />
Tuttavia certi elementi del mondo antico, appena<br />
superato, non andranno del tutto repressi, igno-<br />
rati: andranno, piuttosto, acquisiti, riassimilati, e<br />
naturalmente modificati. (…)<br />
Questa, non altra, è la trama dell’Orestiade. E,<br />
come si vede, la sua allusività politica era quanto<br />
di più suggestivo si potesse dare in un testo classi-<br />
co, per un autore come io vorrei essere».<br />
Pier Paolo Pasolini<br />
da La lettera del traduttore di Pier Paolo Pasolini,<br />
prefazione all’Orestiade di Eschilo per il XVI Ciclo<br />
di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di<br />
Siracusa (1960)<br />
Daniela Giovanetti
<strong>Eumenidi</strong><br />
Persone della tragedia<br />
Pizia<br />
Oreste<br />
Ermes<br />
Apollo<br />
L’ombra di Clitemestra<br />
Corifea<br />
Coro delle Erinni<br />
Atena<br />
Coro delle <strong>Eumenidi</strong><br />
Pizia – La Terra anzi tutto, Gea, che fu la prima<br />
profetessa, con questa preghiera io adoro; e dopo<br />
lei Temide che seconda ebbe, com’è fama, il seg-<br />
gio profetico della madre, terza, adoro un’altra<br />
Titanide, che a Temide benevolmente successe,<br />
senza violenza, figlia anch’essa della Terra, Febe;<br />
e Febe trasmise il potere a Febo, come dono nata-<br />
le. Da Febe Febo ebbe nome. Lasciò egli Delo e il<br />
lago e le rupi del Cinto, approdò alle rive portuose<br />
di Pallade, e venne in questa terra e qui ebbe sua<br />
sede presso il monte Parnaso. Grande onore e<br />
corteggio gli fecero gli Ateniesi figli di Efesto, e gli<br />
aprirono la via sgomberando il terreno selvaggio.<br />
Devotamente mossero incontro al suo arrivo il<br />
popolo di Delfi e Delfo che di questa terra è il re.<br />
E a lui Zeus pose nel cuore la ispirazione profe-<br />
tica, e qui lo colloca, quarto profeta, sul trono.<br />
Interprete di Zeus suo padre è il Lossia Apollo.<br />
A queste divinità volli per prime innalzare le mie<br />
preghiere.<br />
E invocando le acque del Plisto e la forza di<br />
Poseidone e l’altissimo Zeus che tutto compie,<br />
ecco che io, ultima profetessa, siedo sul tripode<br />
sacro. Mi concedano ora gli dèi più propizia delle<br />
altre questa entrata nel tempio.<br />
di Eschilo<br />
traduzione di Manara Valgimigli<br />
Oh, terribile cosa a dire, spettacolo orrendo a<br />
vedere! Indietro mi scaccia dalla casa di Apollo.<br />
Non ho forza, non posso più reggermi in piedi.<br />
Carponi corro via, come legate ho le gambe. Non<br />
è più niente, è peggio di un bimbo una vecchia<br />
che trema. Vedo nel tempio, il tripode incoronato<br />
di bende, e là, presso l’òmfalo vedo un uomo; un<br />
uomo macchiato di colpa. Sta lì piegato in atto<br />
di supplice; le mani gli gocciano sangue; regge<br />
una spada che or ora ha ferito, e un lungo ramo<br />
63
64 di olivo; e il ramo è tutto ravvolto, come il rito<br />
vuole, di lana, di un candido vello di lana. E qui<br />
ascolta, ascolta. Davanti a quest’uomo c’è una<br />
strana torma di donne che dormono sopra i sedili.<br />
No, non donne, ma Gorgoni dico. No, nemmeno a<br />
forme di Gorgoni le posso rassomigliare. Già vidi<br />
un giorno, dipinte, quelle che a Fineo portavano<br />
via il mangiare. Ma sono senz’ali queste, e nere,<br />
e ripugnanti alla vista. E russano, ed esalano fiati<br />
che ammorbano, e sgradevoli umori stillano dagli<br />
occhi. E indosso hanno guarnimenti che nessuno<br />
potrebbe portare dinanzi a simulacri di dèi o in<br />
case di uomini. Mai vidi compagnia come questa;<br />
nessuna terra potrebbe gloriarsi di avere allevato<br />
tal gente senza suo danno, senza doverne pagare<br />
la pena. E ora che cosa accadrà? <strong>Il</strong> signore del<br />
santuario, il potentissimo Apollo dovrà provve-<br />
dere. Lui solo coi suoi oracoli può medicare e<br />
interpretare il prodigio, lui solo che anche le case<br />
degli altri può purificare.<br />
Apollo – Non ti tradirò, Fino alla fine veglierò su<br />
di te, da vicino e anche da lontano; ai tuoi nemi-<br />
ci non sarò benigno. Tu hai visto queste Furie già<br />
dome; cadute nel sonno hai visto le vergini male-<br />
dette, queste vecchie vergini nate in un tempo<br />
remoto. Nessuno si congiunge con loro, né dio né<br />
uomo né bestia selvatica.<br />
Per il male esse nacquero, e nell’ombra maligna<br />
del Tartaro, giù sotto terra vivono, odio degli<br />
uomini e degli dèi di Olimpo. E tu fuggi, non<br />
lasciarti cogliere da debolezza. Ti inseguiranno<br />
costoro, per tutta la terra quanto è grande, e tu<br />
dovrai sempre andare e dovunque segnare le tue<br />
vestigia errabonde, anche di là dal mare, anche<br />
fra genti circondate dal mare. Non essere mai<br />
stanco di pascere questa tua pena. E giunto nella<br />
città di Pallade, allora chinati a terra e abbraccia<br />
l’antico simulacro. Là io troverò i giudici della<br />
contesa, e le parole della persuasione e il mezzo di<br />
liberarti per sempre da questo travaglio. Fui io, lo<br />
so, che ti indussi a colpire il seno di tua madre.<br />
Oreste – Apollo signore, tu conosci che cosa<br />
è giusto; e poiché lo conosci, sappi anche non<br />
dimenticarti di me.<br />
La tua potenza è garanzia che mi sarai valido<br />
aiuto.<br />
Apollo – Ricordati, non ti vinca paura.E tu Erme,<br />
sangue fraterno, figlio di comune padre, veglia su<br />
lui. Come dice il tuo nome, siigli guida, proteggi<br />
questo mio supplice. La santità degli esuli anche<br />
Zeus vuole rispettata, e che una sorte propizia li<br />
accompagni per il mondo. Veglia su di lui.<br />
L’ombra di Clitemestra – Ah, voi dormite!<br />
Dormite pure. Che bisogno ho io di gente che<br />
dorme-? E così anche tra i morti voi mi oltraggia-<br />
te. Uccisi, è vero; e l’oltraggio dell’accusa neanche<br />
tra i morti mi lascia. E da tutti, vergognosamente,<br />
vo errando scacciata. I morti sono, questo vi dico,<br />
che più fieramente mi accusano. E io che dalla<br />
persona più cara ebbi a soffrire strazio così atroce,<br />
che fui da mano matricida sgozzata, nessun dio io<br />
ho che si sdegni per me. Guarda queste mie ferite.<br />
Dentro il tuo cuore le vedi. L’anima di chi dorme<br />
è tutta uno splendore di occhi che vedono, mentre<br />
di giorno ciechi sono per loro destino i mortali. E<br />
voi più volte mie libagioni avete lambito, libagio-<br />
ni di acqua e di miele a placarvi; e notturne cene<br />
di sacrifici vi offersi sul focolare acceso, in ora<br />
che non è comune agli altri dèi. E tutto questo<br />
voi lo calpestate. E Oreste è scampato. E fuggito
via come un cerbiatto, così, con un agile salto<br />
fra mezzo le reti tese, e vi deride e sogghigna. Mi<br />
udite? Di me, della mia vita vi parlo. Ascoltatemi,<br />
divinità sotterranee. Fantasma di sogno sono io.<br />
Clitemestra sono che vi chiamo.<br />
Coro – Un mugolio.<br />
Clitemestra – Mugolate, mugolate pure…<br />
E lui se n’è andato, è fuggito lontano.<br />
Divinità protettrici ha la mia gente, non io.<br />
Coro - Un mugolio ancora.<br />
Clitemestra – Tu dormi, un sonno profondo tu<br />
dormi.<br />
Non hai pietà di questo che mi accade.<br />
L’uccisore mio, di me, di sua madre, è fuggito.<br />
Coro - Un gemito.<br />
Clitemestra – Tu gemi, tu dormi...<br />
E dunque levati su, presto...<br />
Che altro hai da fare tu se non male?<br />
Coro - Ancora un gemito.<br />
Clitemestra – Sonno e stanchezza, congiurati<br />
insieme, si sono impadroniti di te e l’impeto della<br />
feroce idra lo hanno fiaccato.<br />
Coro - Un più lungo e acuto mugolio. Prendilo,<br />
prendilo, prendilo,prendilo, stai attenta!<br />
Clitemestra – In sogno tu insegui la bestia. Come<br />
un cane latri che mai cede all’affanno della fatica,<br />
Che fai? Levati su! Non ti vinca stanchezza! Non<br />
ignorare, stupidita dal sonno, lo scorno che hai<br />
subito. Non ti mordono il cuore giuste rampogne?<br />
Sono rimedio e stimolo ai saggi. Soffiagli contro<br />
a costui un tuo soffio di sangue; col tuo alito, col<br />
fuoco delle tue viscere, disseccalo, stagli dietro,<br />
consumalo, dagli addosso ancora una seconda<br />
volta!<br />
PARODO<br />
Corifea – Svegliati!<br />
E sveglia anche tu quest’altra, come io te. Ancora<br />
dormi? Levati.<br />
Dài un calcio al sonno.<br />
Vediamo se veramente la nostra prima caccia fu<br />
in vano.<br />
Coro – Ahimè ahimè, un guaio ci è capitato, com-<br />
pagne…<br />
- Oh sì, guai su guai patimmo e vani…<br />
- Tristissimo danno, ahimè, insopportabile danno!<br />
Fuori delle reti si è buttata la bestia, è fuggita.<br />
- <strong>Il</strong> sonno ci ha vinte, la preda l’abbiamo perdu-<br />
ta…<br />
Antistrofe<br />
- Ah figlio di Zeus, un predone tu sei…<br />
- E noi, antiche dee, tu giovane dio calpesti…<br />
-…per favorire il tuo supplice, uomo nemico agli<br />
dèi, funesto alla madre. Ce l’hai predato il matri-<br />
cida, tu dio.<br />
- Dove, dimmi, dove è giustizia? strofe<br />
Corifea – Contro di me si levò il rimprovero dal<br />
sogno. Pareva un auriga; afferrò per il mezzo la<br />
sferza, mi colpi sotto il fianco, nel cuore.<br />
Pareva un pubblico flagellatore feroce; ancora<br />
sento fin dentro le ossa il brivido freddo dei colpi.<br />
Antistrofe<br />
Coro - Questo sanno fare i novissimi dèi: gover-<br />
nano il mondo trascurando giustizia, da un trono<br />
ch’è tutto, al sommo e in basso, maculato di stra-<br />
ge. E qui puoi vedere insozzato di sangue l’altare<br />
della terra, orrenda sozzura.<br />
65
66 Strofe<br />
Del sangue di uccisi su focolare domestico Apollo<br />
profeta contaminò il suo santuario. Volle egli stes-<br />
so far questo. Passò oltre le leggi divine per ono-<br />
rare un mortale, e violò le antichissime Moire.<br />
Antistrofe<br />
E così anche a noi fece offesa. Ma non sarà salvo<br />
il supplice. Anche se fugga sotterra non sarà<br />
mai liberato. La sua colpa egli porta con sé.<br />
Dovunque egli vada, avrà sempre sul capo un<br />
altro vendicatore.<br />
EPISODIO PRIMO<br />
Apollo – Fuori di qui, obbedite! Fuori da que-<br />
sti luoghi, presto. Sgomberate il tempio se non<br />
volete che io vi colpisca con un mio alato bianco<br />
serpe vibrato dall’aurea corda dell’arco; se non<br />
volete nel dolore vomitare a grumi, a fiotti di<br />
nera schiuma, il sangue che avete succhiato agli<br />
uomini uccisi. A voi non è lecito avvicinare questa<br />
dimora. Là dove tagliano teste, dove strappano<br />
occhi, dove sgozzano; là dove seme di fecondità<br />
distruggono e fiore di giovinezza avvizzisce; là<br />
dove si vedono mutilazioni e lapidazioni, dove<br />
si odono mugghi e gemiti di gente trafitta per<br />
la schiena e confitta in terra da pali, là è vostra<br />
sede. Mi udite? Queste sono le orge che vi deli-<br />
ziano, tutta la vostra figura lo dice; per questo gli<br />
dèi vi maledicono. Antri di leoni insaziati di stra-<br />
ge voi dovete abitare, e non spargere su altri, in<br />
questo tempio fatidico, la vostra sozzura. Andate<br />
altrove a pascervi. Di tal mandra selvaggia nessun<br />
dio può essere pastore benigno.<br />
Corifea – Apollo. Signore, ascolta me adesso.. Del<br />
delitto di Oreste non basta dire che sei complice:<br />
tu solo ne fosti l’autore, tu solo ne sei il responsa-<br />
bile.<br />
Apollo – Come dici? A questo soltanto rispondi.<br />
Corifea – Col tuo vaticinio ordinasti all’ospite di<br />
uccidere sua madre.<br />
Apollo – Col mio vaticinio gli dissi “Vai a vendi-<br />
care tuo padre”.<br />
E allora?<br />
Corifea – E allora tu ti facesti autore e fautore<br />
del nuovo delitto.<br />
Apollo – E anche gli dissi di cercare in questa<br />
casa il suo rifugio di supplice.<br />
Corifea – Noi lo scortammo fin qui, e noi tu<br />
offendi?<br />
Apollo – Perché in questi luoghi a voi non è lecito<br />
né venire né stare.<br />
Corifea – A noi questo fu comandato.<br />
Apollo – Per quale compito? quale vantate così<br />
onorevole ufficio?<br />
Corifea – Scacciare i matricidi dalle loro case.<br />
Apollo – E come? e la donna che uccise il suo<br />
sposo?<br />
Corifea – Non versò ella, uccidendo, sangue di<br />
consanguinei.<br />
Apollo – Tu fai ben poco conto, assai poco rispet-<br />
to tu hai dei patti di fedeltà della pronuba Era<br />
e di Zeus.E poi da questo tuo ragionare è come<br />
vilipesa e scacciata Cipride, benché da lei venga-<br />
no agli uomini le gioie più care. <strong>Il</strong> talamo nuziale<br />
a cui il destino lega l’uomo e la donna, è vincolo<br />
assai più grave del giuramento, e giustizia lo pro-<br />
tegge. Se dunque tu, quando l’uno dei due uccide<br />
l’altro, sei indulgente con l’uccisore e non lo puni-
sci e nemmeno lo guardi con ira, io dico che tu<br />
ingiustamente perseguiti Oreste: perché vedo che<br />
della colpa di lui sei fortemente sdegnata, l’altra<br />
invece è palese a tutti che tu la giudichi con molto<br />
minore severità. Comunque, dove sia fra le due<br />
parti il diritto vedrà Pallade Atena.<br />
Corifea – Non sarà mai che quel tuo uomo io me<br />
lo lasci sfuggire.<br />
Apollo – E tu inseguilo e prenditi pure altre fati-<br />
che ancora.<br />
Corifea – Con queste parole tu distruggi ogni mio<br />
onore.<br />
Apollo – I tuoi onori io non li vorrei avere.<br />
Corifea – Lo sappiamo tutti che grande rinoman-<br />
za tu godi presso il trono di Zeus. Ma io – il san-<br />
gue d’una madre m’incita – farò giustizia di lui,<br />
non cesserò di dargli, come cane, la caccia.<br />
Apollo – E io darò aiuto al mio supplice, e difesa<br />
e salvezza.<br />
È terribile cosa fra uomini e dèi l’ira del supplice<br />
contro chi lo voglia tradire.<br />
Oreste – Atena signora! Per ordine di Apollo<br />
sono giunto qui; e tu accogli benigna l’uomo<br />
perseguitato dal demone della vendetta. Ma io<br />
più non sono macchiato di colpa, non ho più<br />
le mani impure. Ha perso la punta oramai, si è<br />
consumata la mia spada colpevole nelle case che<br />
ho visitato e tra gli uomini che ho incontrato nel<br />
mio cammino. Mari e terre ho percorso, fedele<br />
agli ordini profetici di Apollo. E ora sono qui nel<br />
tuo santuario, o dea; e qui pròno davanti al tuo<br />
simulacro aspetto che giustizia si compia.<br />
EPIPARODO<br />
Corifea – Oh, bene!Ecco qui dell’uomo un chiaro<br />
segno. Siamo come cani dietro un cerbiatto ferito.<br />
Pozze di sangue, gocce di sangue, sono la nostra<br />
pista. Molto affaticate siamo e stanche, e anelan-<br />
te il cuore. Tutta la terra abbiamo percorsa, Di<br />
là dal mare, con voli senz’ali, venimmo e inse-<br />
guimmo. Nave non è più veloce. Qui deve essersi<br />
appiattato colui. È un riso per me questo odore di<br />
umano sangue.<br />
Coro – Guarda, guarda ancora, cerca bene dap-<br />
pertutto, che non ci scappi impunito il matricida.<br />
Corifea – Oh, eccolo là! Ancora una volta ha<br />
trovato aiuto. Èabbandonato davanti alla dea<br />
immortale. Della sua azione vuole avere giustizia.<br />
Coro – No, non è possibile! Sangue di madre<br />
caduto a terra non si raccatta, non si riscatta.<br />
Vivido sangue caduto a terra è perduto per sem-<br />
pre.<br />
Corifea – Sei tu che dalle tue vene vive mi devi in<br />
cambio dar da succhiare il rosso libame. Da te io<br />
voglio di feroce bevanda pascere mia sete. Anche<br />
vivo, dopo averti prosciugato, ti trarrò laggiù<br />
dove pagherai la pena che ti spetta dello scempio<br />
materno.<br />
Coro – E laggiù vedrai altre genti che commisero<br />
sacrilegi, chi contro dèi chi contro ospiti chi con-<br />
tro genitori; e ciascuno ha da giustizia sua pena.<br />
Grande giustiziere degli uomini è laggiù sotto<br />
terra il dio Ade, che nel libro della memoria tutto<br />
ha scritto e tutto sorveglia.<br />
Oreste – Esperto di mali, più modi conosco di<br />
purificazione, e so quando è lecito parlare e quan-<br />
do tacere. In questa vicenda un maestro sapiente<br />
mi ordinò di fare udire la mia voce. Non è più<br />
vivo nella mia mano il sangue, s’è spento; del<br />
67
68 sangue di mia madre è lavata la macchia. Era<br />
ancor fresca quando sull’ara domestica di Febo il<br />
sacrificio di un verro la portò via, la purificò.<br />
Lungo sarebbe noverare quanti avvicinai, con<br />
quanti potei stare insieme senza loro danno. Tutto<br />
cancella il tempo che passa. E ora con pure lab-<br />
bra, senza empietà, posso invocare colei ch’è<br />
padrona di questa terra, Atena, e pregarla di<br />
venire in mio soccorso. Senza battaglia la dea<br />
conquisterà me e la mia terra e tutto il popolo<br />
di Argo che le sarà lealmente fedele e alleato per<br />
sempre. Dovunque ella sia, soccorritrice dei suoi<br />
qui venga – anche di lontano un dio ascolta – e<br />
me da queste persecutrici liberi e salvi.<br />
Corifea – No, né Apollo né la forza di Atena ti<br />
salveranno. Tu perirai abbandonato da tutti.<br />
Nessuna gioia rallegrerà il tuo cuore. Dissanguata<br />
ombra, il tuo sangue noi disseterà. Neppure<br />
rispondi? E sputi sulle nostre parole? Per noi fosti<br />
nutrito, alle Erinni fosti consacrato. E così ancor<br />
vivo, senza neppure essere sgozzato sull’ara, sarai<br />
il nostro convito. E ora odi l’inno che sarà tuo<br />
incanto e tua catena.<br />
PRIMO STASIMO<br />
Coro - Una danza, una danza vogliamo danzare,<br />
un canto di orrore vogliamo cantare; e dire in che<br />
modo alle sorti degli uomini la nostra congrega dà<br />
ordine e legge. Giustizia che diritto colpisce, que-<br />
sto è il compito nostro. Contro chi pure distende<br />
le mani, nessuna di nostra ira lo assale e immune<br />
trascorre sua vita.<br />
Ma chi colpa commise e, come quest’uomo, le<br />
mani nasconde insanguinate, contro costui ci<br />
leviamo in difesa del morto, e fino all’estremo<br />
testimoni presenti il debito suo di sangue gli fac-<br />
ciamo pagare.<br />
Strofe<br />
Notte a me madre, notte che mi generasti a ven-<br />
detta dei vivi e dei morti, ascoltami. <strong>Il</strong> figlio di<br />
Latona mi tiene in dispregio; e mi ha tolto costui,<br />
cerbiatto che trema e si appiatta, unica offerta<br />
che sangue materno possa espiare.<br />
Efimnio<br />
Vittima a noi sacra è Oreste: tale è il nostro canto<br />
su lui: canto che dissenna, canto che travolge<br />
e sconvolge la mente; inno delle Erinni che la<br />
mente incatena: inno senza lira che brucia e pro-<br />
sciuga i mortali.<br />
Antistrofe<br />
Questa è la sorte che a me stabilmente filò l’ ine-<br />
sorabile Moira: chi dei mortali per sua follia pre-<br />
cipita in colpe di sangue fraterno, seguire costui<br />
fino al giorno che scende sotterra; e anche morto<br />
rimane in nostro potere.<br />
Efimnio<br />
Vittima a noi sacra è Oreste; tale è il nostro canto<br />
su lui: canto che dissenna, canto che travolge<br />
e sconvolge la mente; inno delle Erinni che la<br />
mente incatena: inno senza lira che brucia e pro-<br />
sciuga i mortali.<br />
Strofe<br />
Questa sorte sul nascere a noi fu assegnata; né
avere contatto con gli immortali; nessun dio ci<br />
può essere compagno di mensa; lungi da noi com-<br />
pagnie liete in letizia di candide vesti…<br />
Efimnio<br />
Distruzioni di case eleggemmo, là dove alcuno,<br />
domestico Ares, un proprio congiunto uccida: e<br />
allora costui nella sua lordura di sangue è da noi<br />
inseguito e se anche potente, ombra tra ombre<br />
annientato.<br />
Strofe<br />
Oh le glorie degli uomini! Anche quelle che più<br />
solenni si levano al cielo, cadono senza onore e si<br />
spengono all’impeto delle nostre nere vesti e sotto<br />
il maleficio del nostro piede che danza e calpesta.<br />
Efimnio<br />
Perché in alto saltando la forza del piede pesan-<br />
te in basso sferriamo; vacilla il fuggiasco in sua<br />
corsa veloce e cade, miseranda rovina.<br />
Strofe<br />
Immutabile è la Erinni. Abili e tenaci al compi-<br />
to nostro, memori delle colpe e sorde al pianto<br />
degli uomini, noi siamo le Venerande; e nostra<br />
sorte seguiamo indifferenti all’onore e al dispre-<br />
gio, e tenute dagli dèi in disparte, fra barlumi di<br />
tenebra, per un cammino orrido ed aspro a chi è<br />
senza occhi e a chi vede.<br />
Antistrofe<br />
Corifea – Chi c’è dunque tra gli uomini che non<br />
abbia reverenza e tremore di me udendo la legge<br />
che la Moira ha stabilito e gli dèi sanzionato?<br />
Privilegio antico è il mio.Ho anch’io qualche<br />
parte di onore, se pure costretta laggiù sottoterra<br />
in una notte perenne senza sole.<br />
EPISODIO SECONDO<br />
Atena – Da lungi, dal lontano Scamandro, udii il<br />
richiamo di una voce. Prendevo possesso di una<br />
terra che a me del loro bottino avevano assegnato<br />
i capi e i guerrieri Achei; ora quel pezzo di terra<br />
è tutto e totalmente mio, mio e dei discendenti<br />
di Teseo. Di là io venni; e venni rapidamente,<br />
senz’ali, fremendo e nitrendo i venti nel seno<br />
dell’egida come polledri giovani aggiogati al mio<br />
carro. E qui, a vedere così strana turba, il mio<br />
cuore non trema, ma gli occhi stupiscono.Chi<br />
siete voi? A tutti insieme io parlo: a questo fore-<br />
stiero abbracciato al mio simulacro e a voi…Ma<br />
voi a nessun essere generato somigliate, non foste<br />
mai viste dagli dèi tra le dee, e nemmeno avete<br />
aspetto di creature mortali…Non è bello, lo so,<br />
rinfacciare così una vostra deformità, non è giu-<br />
sto né equo.<br />
Corifea – Tutto saprai, o vergine figlia di<br />
Zeus. Noi siamo le lugubri figlie della Notte.<br />
Maledizioni, è giù sotto la terra il nostro nome.<br />
Atena – Ora so chi siete e il vostro nome qual è.<br />
Corifea – E subito anche saprai qual è il compito<br />
nostro.<br />
Atena – Parla e lo saprò.<br />
Corifea – Scacciamo in bando gli omicidi dalle<br />
loro case.<br />
Atena – E dove il bando finisce?<br />
Corifea – Dove più nessuna gioia esiste.<br />
Atena – Dunque a tale meta con le vostre grida<br />
69
70 voi inseguite quest’uomo?<br />
Corifea – La madre sua uccise: questo egli osò<br />
Atena – Forse glielo impose qualcuno di cui<br />
temeva la collera?<br />
Corifea – E quale pungolo può avere tal forza da<br />
trarre uno a uccidere sua madre?<br />
Atena – Accusatore e accusato vedo qui presenti,<br />
ma di uno solo odo la voce.<br />
Corifea – Perché costui né potrebbe accettare né<br />
vuole dare giuramento.<br />
Atena – Tu preferisci aver nome di persona giusta<br />
anziché praticare giustizia.<br />
Corifea – E come? Dimmelo.Tu non manchi di<br />
saggezza.<br />
Atena – Io dico che non debbono valere giura-<br />
menti a far vincere una causa non giusta.<br />
Corifea – Allora, esamina tu la causa, giudica tu<br />
direttamente.<br />
Atena – A me volete affidare la decisione della<br />
contesa?<br />
Corifea – Così sia. Come tu meriti noi ti onoria-<br />
mo.<br />
Atena – Tu, ospite, che cosa hai da dire? Ma<br />
prima dimmi di che paese sei e di quale gente, e<br />
i tuoi casi.Dopo ti difenderai dall’accusa. Se hai<br />
fede nella giustizia e sei supplice al mio focolare,<br />
bene, rispondi con chiarezza su tutto.<br />
Oreste – Atena signora, io voglio per prima cosa<br />
rimovere il grave dubbio che era nelle tue ultime<br />
parole. Io non sono un supplice macchiato di<br />
colpa. Non sono impure le mani che toccano il<br />
tuo simulacro. Ti darò prova sicura di questo. È<br />
norma che l’omicida rimanga in silenzio fino a<br />
che un sacerdote non gli abbia versato sopra il<br />
sangue purificatore di un verro lattante immolato.<br />
Già da tempo presso altri focolari purificai la mia<br />
colpa con vittime espiatorie e con acque correnti.<br />
Togliti, dunque dall’anima questo timore. Sappi<br />
ora piuttosto della mia gente. Io sono argivo. E il<br />
padre mio lo conosci bene, Agamennone, che fu<br />
capo delle navi e dell’esercito acheo, e lo avesti<br />
alleato quando della troiana <strong>Il</strong>io facesti una città<br />
che città non è più. Appena ritornato mio padre a<br />
casa, in malo modo fu ucciso; mia madre lo ucci-<br />
se, donna di nero cuore. Lo ravviluppò in una rete<br />
insidiosa; e fu quella rete che diede a me testimo-<br />
nianza dell’eccidio del bagno. Ritornato poi io,<br />
dopo il lungo esilio, a casa, uccisi mia madre.<br />
Non nego questo: morte con morte, a vendetta del<br />
padre amato. Di ciò che feci fu mio complice il<br />
Apollo: pungoli erano al mio cuore le sue profezie<br />
che mi predicevano dolori atroci se non avessi<br />
eseguito i suoi ordini contro i colpevoli. Era giu-<br />
sto? Non era giusto? Tu giudica. Quale sia la mia<br />
sorte, nelle tue mani sono e l’accetterò.<br />
Atena – È troppo grave per uomini mortali giu-<br />
dicare questa contesa, nè a me conviene dare<br />
giudizio di una uccisione che suscita così acute<br />
collere vendicatrici. D’altra parte, poiché tu sei<br />
pur venuto qui supplice compiutamente purifica-<br />
to, senza danno per la mia dimora e anche senza<br />
biasimo alcuno che a te possa fare la mia città, io<br />
ti accolgo. Ma queste hanno un loro privilegio che<br />
non è facile rifiutare, e se non riescono nella causa<br />
a riportare vittoria, temo che dai loro precordi<br />
cadranno su questo paese i dardi avvelenati di un<br />
triste intollerabile flagello. Ora, che io le accolga<br />
costoro o che le respinga, sono cose ambedue dif-<br />
ficili per me e cagione di dolore. E poiché la lite<br />
a questo punto è precipitata, io eleggerò giudici
giurati e fonderò un istituto di giustizia che reste-<br />
rà saldo per sempre. Voi intanto raccogliete prove<br />
e testimonianze, che sono, consacrate da giura-<br />
mento, gli aiuti della giustizia. Io ritornerò appe-<br />
na eletti i migliori dei cittadini, i quali definiscano<br />
con verità la contesa e non vìolino, iniquamente, i<br />
giuramenti.<br />
SECONDO STASIMO<br />
Strofe<br />
Corifea – Vedrete voi ora a quali rovine porteran-<br />
no le nuove leggi se la causa -il delitto!- di questo<br />
matricida dovrà prevalere. Agli uomini sarà facile<br />
ogni audacia. Dai propri figli i genitori ferite e<br />
morti si dovranno d’ora innanzi aspettare.<br />
Antistrofe<br />
Coro – Nessuna vigilanza avranno più le Menadi<br />
sui mortali; nessuna ira punitrice inseguirà<br />
misfatti come questo. Ad ogni morte, libera stra-<br />
da. E quante pene dai congiunti patite! Invano si<br />
chiederanno gli uomini quale fine alle sventure<br />
trovare, quale tregua, e non troveranno, infelici,<br />
che vane blandizie di vani rimedi.<br />
Strofe<br />
Né alcuno più, percosso da sventura, implori soc-<br />
corso levando il grido «O Giustizia, o Troni delle<br />
Erinni!». Sarà forse un padre, sarà forse una<br />
madre or ora uccisa, che così gemeranno gemiti<br />
di pietà. Invano! La casa di Giustizia è crollata.<br />
Antistrofe<br />
E bene talvolta il terrore. E bene che sul cuore<br />
degli uomini abbia il suo posto di guardia. <strong>Il</strong> dolo-<br />
re giova a saggezza. Chi mai, o città o uomo mor-<br />
tale, che nessun’ansia, finché vivo, abbia avuto<br />
nel cuore, potrà tuttavia venerare Giustizia?<br />
Strofe<br />
Corifea – Senza freno di leggi non lodare la vita,<br />
né senza libertà. Sempre il giusto mezzo prevalga.<br />
Questo volle il dio, che i casi diversi diversamente<br />
sorveglia e dirige. E sia qui ripetuto il detto:«Di<br />
Empietà verissima figlia è Tracotanza». Da equi-<br />
librio di mente nasce felicità a tutti cara, da tutti<br />
desiderata.<br />
Antistrofe<br />
Anche ripeto, ed è legge suprema: «Rispetta<br />
l’altare di Giustizia. Non ti seduca guadagno a<br />
rovesciarlo con piede sacrilego, perché il castigo<br />
sopravverrà». Abbia ciascuno per i genitori la<br />
reverenza dovuta, e sia rispettoso degli ospiti che<br />
frequentano la sua casa.<br />
Strofe<br />
Chi per suo volere, e non costretto da necessità,<br />
ama Giustizia, non sarà infelice né potrà mai<br />
perire del tutto. Ma chi per sua ribellione tra-<br />
sgredisce ogni norma, costui io dico che con tutta<br />
la sua nave, con tutto il suo carico di ricchezze<br />
contro giustizia accumulate, per forza un giorno<br />
dovrà precipitare nel mare quando il vento della<br />
tempesta gli prenda le vele e gli spezzi l’albero.<br />
Antistrofe<br />
Chiama egli al soccorso, ma nessuno gli dà ascolto<br />
in mezzo al turbine che lo travolge. Ride il demo-<br />
71
72 ne su l’orgoglio dell’uomo, a vederlo dal suo orgo-<br />
glio ormai caduto. E ora è come un fuscello tra<br />
gorghi di calamità, né si regge sul filo dell’onda.<br />
Con la sua lunga e felice opulenza di un tempo<br />
egli ha cozzato nello scoglio di Giustizia, e quivi si<br />
è spento, nessuno lo piange, niente è più.<br />
EPISODIO TERZO<br />
Atena – Radunato è il Consiglio. In silenzio deve<br />
la città tutta quanta e debbono costoro appren-<br />
dere le leggi che qui per sempre io stabilisco.Con<br />
giustizia il giudizio ha da esser pronunciato. E tu,<br />
nume Apollo, esercita l’ufficio tuo. Esponi quale<br />
parte tu hai in questa contesa.<br />
Apollo – Qui io venni per fare testimonianza.<br />
Quest’ uomo è supplice, com’è costume, del mio<br />
santuario, è ospite del mio focolare. Del sangue<br />
del matricidio fu già da me purificato. E venni<br />
per farne la difesa io stesso. Della uccisione di sua<br />
madre io sono responsabile. E tu apri il giudizio;<br />
segui saggezza e risolvi la causa.<br />
Atena – A voi la parola. <strong>Il</strong> giudizio è aperto. Parli<br />
per primo l’accusatore. E innanzi tutto ci informi<br />
esattamente come furono i fatti.<br />
Corifea – In molte siamo, ma poche e brevi le<br />
nostre parole.<br />
Oreste! rispondi punto per punto alle mie doman-<br />
de. A questa, per prima, uccidesti tua madre?<br />
Oreste – La uccisi; non nego.<br />
Corifea – Già uno intanto dei tre assalti l’ho<br />
vinto.<br />
Oreste – Ma ancora non sono a terra; non gloriar-<br />
ti troppo.<br />
Corifea Dimmi ora come la uccidesti.<br />
Oreste – Trassi la spada e le tagliai la gola.<br />
Corifea – E chi ti consigliò, chi ti persuase?<br />
Oreste – Gli oracoli di Apollo. E Apollo è qui,<br />
mio testimone.<br />
Corifea – Lui fu, l’indovino, che ti guidò a ucci-<br />
dere la madre?<br />
Oreste – Né ho ragione, fin qui, di maledire la<br />
mia sorte.<br />
Corifea – Ma se ti coglie voto di condanna, non<br />
dirai, credo, altrettanto.<br />
Oreste – Verrà su mio padre dalla tomba a recar-<br />
mi soccorso. Ne ho fede certa.<br />
Corifea – Abbi pur fede nei morti, tu che hai<br />
fatto morire tua madre.<br />
Oreste – La vergogna di due colpe ella aveva<br />
sopra di sé.<br />
Corifea – Come? Chiarisci bene ai giudici questo.<br />
Oreste – Uccidendo il marito uccise mio padre.<br />
Corifea – Ma tu vivi, e lei si liberò dalla colpa<br />
morendo.<br />
Oreste – E perché lei, quand’ancora era viva, tu<br />
non la perseguitasti?<br />
Corifea – Non era dello stesso suo sangue l’uomo<br />
che uccise.<br />
Oreste – E sono io dello stesso sangue di mia<br />
madre?<br />
Corifea – E come ti nutrì ella, sciagurato, dentro<br />
il suo ventre?<br />
Tu rinneghi il dolce sangue della madre!<br />
Oreste – Fammi tu ora, Apollo, testimonianza,<br />
dimmi tu se con diritto io la uccisi. <strong>Il</strong> fatto, qual<br />
è, non lo nego. Ma se giusta fu, a giudizio tuo, la<br />
uccisione o no, questo mi devi dire, ché io lo dica<br />
a questi giudici.<br />
Apollo – Parlerò io a voi, che siete il grande
tribunale qui costituito da Atena. Giusta fu l’uc-<br />
cisione. Né io, profeta, posso mentire.Non mai,<br />
dal mio seggio profetico, su uomo o donna o<br />
città, pronuncia oracoli che non m’avesse Zeus<br />
comandato di pronunciare, il padre degli dèi<br />
d’Olimpo. Quale forza abbiano in loro giustizia<br />
questi comandi di Zeus vi invito a considerare, e<br />
a seguire i voleri del padre. Non c’è giuramento<br />
che valga più della parola di Zeus.<br />
Corifea – Fu dunque Zeus, tu dici, che dettò a te<br />
quest’oracolo e fu l’oracolo che intimò a Oreste<br />
di vendicare la morte del padre senza fare nessun<br />
conto del rispetto dovuto alla madre?<br />
Apollo – Oh, non è la medesima cosa la morte<br />
di un nobile eroe onorato da Zeus dello scettro<br />
regale! Ed è anche peggio che questo eroe sia<br />
morto per mano di donna, e non in guerra col-<br />
pito dall’arco di un’Amazzone veloce. Com’egli<br />
morì, udirete ora, tu Pallade e voi che qui siete<br />
seduti per definire col vostro voto questa contesa.<br />
Ritornava dalla guerra. La sua maggiore impresa<br />
l’aveva compiuta felicemente. Con lieto volto la<br />
sua donna l’accolse. Gli preparò un bagno. Poi,<br />
nella vasca, lo avvolse di un mantello, lo chiuse<br />
nell’artificio di un peplo, lo impigliò in una rete<br />
inestricabile, e lo colpì. Questa fu, questa che vi<br />
ho detto, la morte dell’eroe sopra tutti venerato,<br />
del duce che guidò a <strong>Il</strong>io l’armata navale; e tale<br />
qual dissi la sua donna. Non si sentono i giudici<br />
mordere il cuore di collera e il popolo che qui è<br />
chiamato a fare giustizia?<br />
Corifea – Secondo il tuo ragionare maggiore cura<br />
si prenderebbe Zeus della sorte dei padri. E non<br />
incatenò egli suo padre, il vecchio Crono? Come<br />
le metti d’accordo tu queste cose fra loro? Siatemi<br />
voi, giudici, testimoni di ciò ch’egli dice.<br />
Apollo – O mostri da tutti esecrati, abbominio<br />
dei numi! Ma si possono sciogliere le catene, c’è<br />
rimedio a questo, mezzi assai numerosi ci sono<br />
di liberazione. Ma una volta che il sangue di un<br />
uomo ucciso la polvere lo abbia succhiato, non c’è<br />
più risurrezione per lui. Non inventò per questo<br />
mio padre gli incantesimi, lui che tutto il mondo,<br />
e cielo e terra, e senza fatica né affanno, ordina e<br />
volge.<br />
Corifea – Bada a come difendi costui dalla con-<br />
danna. È il sangue delle sue stesse vene, è il<br />
sangue di sua madre che costui versò a terra;<br />
ed egli resterà in Argo ad abitare la casa di suo<br />
padre?A quali altari della sua gente potrà acco-<br />
starsi? Quale amico lo potrà accogliere e dargli<br />
l’acqua lustrale?<br />
Apollo – Anche questo ti dirò; e tu vedi se ret-<br />
tamente io parlo. Non è la madre la generatrice<br />
di colui che si dice da lei generato, di suo figlio,<br />
bensì è la nutrice del feto appena in lei semina-<br />
to. Generatore è chi getta il seme; e la madre è<br />
come ospite ad ospite, che accoglie e custodisce il<br />
germoglio, almeno finché ai due non rechi danno<br />
qualche iddio. Posso darvi la prova di ciò che<br />
dico. Padre, uno può essere anche senza madre.<br />
Qui stesso ne è testimone Atena, la figlia di Zeus<br />
olimpio, che non fu allevata nel buio di un grem-<br />
bo materno; ed è tale rampollo che nessuna dea<br />
avrebbe potuto generare. Pallade Atena, e per<br />
quanto è in me, io voglio far grande la tua città<br />
e la tua gente; come già mandando costui suppli-<br />
ce al focolare del tuo santuario volli che ti fosse<br />
fedele per sempre e in lui tu acquistassi, o dea, un<br />
alleato ed alleati i suoi discendenti, e che quindi<br />
73
74 tra Ateniesi e i figli dei figli di Oreste un patto di<br />
fedeltà rimanesse stabilito in eterno.<br />
Atena – È tempo ormai che io inviti costoro a<br />
deporre nell’urna, secondo coscienza, il loro voto.<br />
Abbastanza fu detto.<br />
Corifea – Si, ogni dardo da noi fu scagliato. Non<br />
ci resta che udire come sarà giudicata la lite.<br />
Atena – Bene: ma come potrò fare per non essere<br />
da voi biasimata?<br />
Corifea – Quello che c’era da udire, giudici, lo<br />
udiste. Portando il voto nell’urna, vi sia sacro nel<br />
cuore il giuramento.<br />
Atena – Ascoltatemi, o cittadini di Atene; udite<br />
che cosa è questo ordine da me qui istituito, voi<br />
che per primi siete chiamati a giudicare in una<br />
causa di sangue. Anche per l’avvenire resterà<br />
al popolo di Egeo, e sempre rinnovato, questo<br />
Consiglio di giudici. <strong>Il</strong> colle di Ares è questo: dove<br />
già le Amazzoni ebbero loro sedi e tende quando<br />
per odio a Teseo qui si accamparono in guerra e<br />
di fronte all’Acropoli antica questa città nuova<br />
munirono di alte torri; e qui fecero sacrifici ad<br />
Ares, ond’ebbero il nome di Ares la rupe ed il<br />
colle. Su questo colle Reverenza e Paura, che di<br />
Reverenza è sorella, impediranno ai cittadini di<br />
fare offesa a Giustizia, quando non vogliano essi<br />
stessi sovvertire le leggi: chi di correnti impure e<br />
di fango intorbida limpide acque non troverà più<br />
da bere. Né anarchia né dispotismo: questa è la<br />
regola che ai cittadini amanti della patria consi-<br />
glio di osservare; e di non scacciare del tutto dalla<br />
città il timore perché senza timore nessuno dei<br />
mortali opera secondo giustizia. E se voi, come<br />
dovete, avete timore e reverenza della maestà di<br />
questo istituto, il vostro paese e la vostra città<br />
avranno un baluardo di sicurezza quale nessu-<br />
n’altra gente conosce, né fra gli Sciti né nella<br />
terra di Pelope. Incorruttibile al lucro io voglio<br />
questo Consiglio, e rispettoso del giusto; e infles-<br />
sibile e pronto, vigile scolta che se anche gli altri<br />
dormono è desta. Questi sono gli avvertimenti<br />
che ai miei cittadini, pensando al futuro, mi sono<br />
indugiata a dare. E ora levatevi, o giudici, recate<br />
all’urna, i vostri suffragi e, rispettando il giura-<br />
mento, definite la causa. Non ho altro da dire.<br />
Corifea – Badate, la nostra presenza può esse-<br />
re funesta a questo paese. Non ci disprezzate.<br />
Ascoltate il nostro consiglio.<br />
Apollo – E io vi dico che gli oracoli miei sono<br />
anche gli oracoli di Zeus. Osservarli dovete, e<br />
temere che restino senza frutto.<br />
Corifea – Ma di fatti di sangue a te non spetta<br />
occuparti; non più potrai altrimenti profetare<br />
oracoli puri.<br />
Apollo – Errò dunque nei suoi consigli il padre<br />
mio quando del primo delitto di sangue purificò il<br />
supplice Issione?<br />
Corifea – Errò. E io e la mia torma, se non otte-<br />
niamo giustizia, saremo ancora implacabili a que-<br />
sto paese.<br />
Apollo – Ma tu né fra le nuove divinità sei onora-<br />
ta né fra le antiche. Io vincerò la causa.<br />
Corifea – Seguiti a calpestarmi, me antica, tu<br />
nuovo. Aspetto di udire la sentenza, poi vedrò se<br />
ancora infierire su questa città oppure no.<br />
Atena – Tocca a me ora di dare per ultima il mio<br />
giudizio.Io voto in favore di Oreste. Madre che mi<br />
abbia generato io non l’ho. <strong>Il</strong> mio cuore è tutto<br />
per l’uomo. Io sono solamente del padre. E così il<br />
destino di una donna omicida del proprio sposo
a me non importa: lo sposo m’importa, custode<br />
del focolare domestico. La vittoria sarà di Oreste<br />
anche se uguale il numero dei voti. Ora traete<br />
fuori i voti dalle urne.<br />
Oreste – Febo Apollo, quale sarà il giudizio?<br />
Corifea – O nera Notte, madre mia, vedi tu quel-<br />
lo che accade?<br />
Oreste – O un laccio di morte o ancora la luce!<br />
Corifea – E noi, o scomparire per sempre o pos-<br />
sedere ancora i nostri onori.<br />
Apollo – Esatto sia, ospiti il calcolo dei voti; non<br />
ci sia frode nella divisione. Un voto che manca<br />
può essere grave danno. Basta un voto a raddriz-<br />
zare una casa, o ad abbatterla.<br />
Atena – Assolto è quest’uomo dall’accusa di<br />
matricidio.<br />
<strong>Il</strong> calcolo dei voti dà due numeri eguali.<br />
Oreste – Pallade Atena, tu hai salvato la mia<br />
casa. Me, bandito dalla terra dei padri, hai resti-<br />
tuito al mio focolare. E tutti diranno per tutta<br />
l’Ellade: “Ecco, nuovamente quest’uomo è citta-<br />
dino di Argo, nuovamente dei beni paterni ritor-<br />
na padrone, per volere di Pallade, per volere di<br />
Apollo, e, terzo, per volere di Zeus Salvatore, che<br />
tutto compie”. Zeus fu che la morte del padre mio<br />
pienamente commiserando, e vedendo costoro<br />
difendere la madre, mi diede salvezza. Ora io, sul<br />
punto di ritornare alla mia casa, a questa terra<br />
e alle sue genti faccio giuramento che valga per<br />
tutta la pienezza dei tempi avvenire. Giuro che<br />
mai uomo argivo verrà qui a capitanare un eser-<br />
cito in guerra. Io sarò morto allora ma contro chi<br />
osasse violare il giuramento anche dalla tomba<br />
insorgerò, e gli porrò innanzi difficoltà inestrica-<br />
bili, e invalicabili strade, e a ogni passo presagi<br />
di sventura finché quello disanimato e stanco<br />
dovrà mutare pensiero. Se invece i miei cittadini<br />
al giuramento resteranno fedeli e a questa città<br />
di Pallade faranno onore con alleanza di armi, io<br />
sarò a costoro benevolente. Salute a te, Atena, e<br />
a te, popolo di Atene. Invincibili siano ai nostri<br />
nemici le nostre battaglie; e a noi e a voi salvezza<br />
e vittoria.<br />
ESODO<br />
Strofe<br />
Corifea – Ahi giovani dèi, voi siete che le leggi<br />
antiche avete calpeste e a me dalle mani la preda<br />
avete strappata! Umiliata, avvilita mi avete!<br />
Ahime!Ahime!Ma collere gravi su questa terra<br />
cadranno! Veleno, veleno, a pagarmi il dolore<br />
patito, gocce di veleno che brucino ogni germe<br />
fecondo spremerò dal mio cuore. Sarà come una<br />
lebbra che a chiazze divoratrici salta e si spande<br />
sul suolo – giustizia giustizia! – e dissecca alle<br />
piante il fogliame, seme di figli inaridisce alle<br />
madri. Gemiti vani! Operare bisogna! Rovina<br />
e morte a questa città! Assai danni soffrimmo,<br />
ahimè, oltraggi e vergogne patimmo, ahimè, noi<br />
miserabili figlie della Notte!<br />
Atena – Datemi ascolto, cessate lamenti così dolo-<br />
rosi. Non foste vinte. Con voti uguali la sentenza<br />
uscì dalle urne, e con verità di giustizia, e senza<br />
disonore per voi. Chiari segni c’erano del volere<br />
di Zeus. E c’era testimone lo stesso dio dell’oraco-<br />
lo che non doveva del fatto Oreste avere castigo.<br />
E dunque voi non infierite col vostro corruccio,<br />
non vogliate infecondo questo suolo gettandovi<br />
sopra gocce letali che a modo di punte dal morso<br />
75
76 feroce corrodono ogni seme. Io vi prometto, o dee,<br />
e terrò fede alla promessa, che in questa terra<br />
devota a giustizia avrete la vostra sede, avrete il<br />
vostro adito sacro, e quivi sedute presso gli altari<br />
su lucidi seggi, da tutti i cittadini avrete devozio-<br />
ne e onori.<br />
Antistrofe<br />
Corifea – Ahi giovani dèi, voi siete che le leggi<br />
antiche avete calpestate e a me dalle mani la<br />
preda avete strappata! Umiliata, avvilita mi<br />
avete! Ahime! Ahime! Ma collere gravi su questa<br />
terra cadranno! Veleno, veleno, a pagarmi il dolo-<br />
re patito, gocce di veleno che brucino ogni germe<br />
fecondo spremerò dal mio cuore. Sarà come una<br />
lebbra che a chiazze divoratrici salta e si spande<br />
sul suolo – vendetta vendetta! – e dissecca alle<br />
piante il fogliame, seme di figli inaridisce alle<br />
madri. Gemiti vani! Operare bisogna! Rovina e<br />
morte a questa città!<br />
Assai danni soffrimmo, ahimè, oltraggi e vergogne<br />
patimmo, ahimè, noi miserabili figlie della Notte!<br />
Atena – Dei vostri diritti non foste prive. Non<br />
vogliate, o dee, perché troppo adirate con gli<br />
uomini, che questo suolo diventi insensibile ai<br />
loro richiami. Io ho fiducia in Zeus. E anche<br />
conosco – che giova dirlo? io sola degli dèi cono-<br />
sco le chiavi della stanza dove il fulmine di Zeus<br />
sta suggellato. Ma non c’è bisogno del fulmine.<br />
Lasciati persuadere. Dalla tua bocca furente non<br />
gettare maledizioni che su ogni frutto della terra<br />
portino sterilità e morte. Placa la veemenza di<br />
questa tua nera onda di odio. Sii anche tu qui<br />
venerata e sacra e qui rimani ad abitare con me.<br />
Da questo copioso paese avrai anche tu primizie<br />
sacrificali, offerte di nascite e offerte di nozze; e<br />
allora e sempre loderai il mio consiglio.<br />
Strofe<br />
Corifea – Io patire quest’onta? Io, dea di antica<br />
saggezza, dei giovani dèi odio e abbominio, abi-<br />
tare con te questa terra? Oh no! Furore e collera,<br />
nessun altro respiro è in me. Ahi, terra, quale<br />
dolore acuto mi penetra il fianco, mi lacera il<br />
cuore! Ascoltami, o Notte madre, ascolta! I miei<br />
privilegi di un tempo perfidia di giovani dèi vitto-<br />
riosi me li tolse, nel nulla sono caduti.<br />
Atena – Compatisco alle tue collere. Tu sei più<br />
antica di me. E certo sei anche più saggia, ben-<br />
ché diede anche a me Zeus qualche saggezza.<br />
E se andrete presso altre genti, in altro paese, vi<br />
prenderà desiderio di questo. Udite ora ciò che vi<br />
predico. Scorrendo gli anni gli uni su altri, sem-<br />
pre più onorata e gloriosa sarà questa mia città.<br />
E tu dalla gloriosa tua sede presso la dimora di<br />
Eretteo vedrai processioni di uomini, processioni<br />
di donne, venirti a offrire onori e doni quanti da<br />
altre genti non potrai mai avere. Tu dunque su<br />
questa mia terra non spargere lime insanguinate<br />
che affilino armi e cuori di giovani a contese e<br />
rovine furenti, e il furore un’ebbrezza senza vino;<br />
e i miei cittadini non aizzarli, come si aizzano i<br />
galli, a guerre civili, a violenze di fratelli contro<br />
fratelli. Con nemici di fuori sia, se ha da essere,<br />
la guerra, che allora non è penosa, e un nobile<br />
amore di gloria muove i guerrieri; non è una zuffa<br />
di uccelli domestici dentro la gabbia. Questo puoi<br />
scegliere e avere da me: benefattrice ed insieme<br />
beneficata; e benedetta e onorata in un paese<br />
che sopra tutti gli altri è devoto agli dèi. Se a te
è sacra la maestà di Peito, di colei che alle mie<br />
parole aggiunge dolcezza e incanto tu devi resta-<br />
re.<br />
Corifea – Atena signora, quale tu dici sarà qui la<br />
mia dimora?<br />
Atena – Immune da ogni molestia. Accettala dun-<br />
que.<br />
Corifea – L’accetto. E quali onori mi saranno<br />
dovuti?<br />
Atena – Nessuna casa potrà avere floridezza<br />
senza di te.<br />
Corifea – E tu farai questo, che io abbia così<br />
grande potere?<br />
Atena – Solo a chi ti onora noi in alto dirigeremo<br />
fortuna.<br />
Corifea – E di ciò mi darai tu garanzia per sem-<br />
pre?<br />
Atena – Nessuno mi costringe a promettere ciò<br />
che io non potrei mantenere.<br />
Corifea – L’incanto di Peito mi sembra tu usi con<br />
me. La mia ira è caduta.<br />
Atena – Restando in questa terra avrai amici<br />
fedeli.<br />
Corifea – Dimmi dunque, quale inno di grazia tu<br />
vuoi che per questa terra io canti?<br />
Atena – L’inno che apre le vie alla più bella vitto-<br />
ria. Che tutte le brezze che vengono su dalla terra<br />
e dal rorido mare e dal cielo, spirando nell’aria<br />
serena, trascorrano sul nostro paese; che tutte le<br />
messi dei campi e i parti delle greggi non cessino<br />
mai in perenne vicenda di dare ai cittadini flori-<br />
dezza abbondante; che sempre sia sana e feconda<br />
la procreazione di esseri umani. Ma le male erbe<br />
degli empi sii tu sollecita a sradicarle dal suolo:<br />
la pianta del giusto non deve aver danno dalla<br />
sterpaglia; così agisce il buon giardiniere. Questo<br />
è il tuo compito. Per le gesta insigni dei valorosi<br />
in guerra, sempre sia riconosciuto tra gli uomini<br />
l’onore della mia città vittoriosa; e a questo io<br />
provvederò.<br />
CANTO COMMATICO FINALE<br />
Strofe<br />
Corifea – Mi è cara questa comunità con Pallade<br />
Atena. Amo questa città che anche il potentissimo<br />
Zeus e Ares vollero asilo dei numi e che dei numi<br />
di Grecia protegge gli altari col suo diadema di<br />
torri. Per lei io prego, e siano le preghiere vaticinii<br />
propizi: rampollino su dalla terra, con impulsi<br />
fecondi, le sue letizie vitali alla luce raggiante del<br />
sole.<br />
Coro – Cara è la comunità che qui creò Pallade<br />
Atena. Amo la città che il grande Zeus volle asilo<br />
di quei numi di Grecia e protegge i suoi altari e le<br />
sue torri. Per lei io prego e siano le preghiere vati-<br />
cinii propizi. Vengan sopra dalla terra con impulsi<br />
assai fecondi le letizie sue vitali che creò. Alla luce<br />
raggiante, alla luce del sole che ci donò.<br />
Atena – A beneficio di questa città provvidi che<br />
così grandi e inesorabili dee avessero qui la loro<br />
dimora. Esse sono che ebbero in sorte il governo<br />
di tutte le cose umane. Chi non sperimentò le loro<br />
collere ignora donde provengono certe ferite che<br />
affliggono la vita. Sono anche le colpe dei padri<br />
che traggono i figli dinanzi al loro giudizio. Vanta<br />
taluno a gran voce se stesso, e una silenziosa<br />
morte ferocemente lo annienta.<br />
Antistrofe<br />
77
78 Coro – Sarà mia grazia che venti maligni non<br />
rechino danno alle piante; che il soffio dell’arsura<br />
non bruci alle viti e agli ulivi le gemme e si arresti<br />
alle soglie del nostro paese; che non serpeggi tra<br />
le messi il triste morbo che fa morire le spighe;<br />
che le floride greggi nutrite dai prati partoriscano<br />
al tempo dovuto i loro parti gemelli; e che le ric-<br />
chezze scavate dalla terra, dono di Ermes, sempre<br />
dimostrino agli dèi riconoscenza del dono.<br />
Atena – Grande è delle venerande Erinni il potere,<br />
presso gli dèi d’Olimpo e presso gli dèi di sotterra;<br />
e per gli uomini sono le Erinni che manifestamen-<br />
te e compiutamente distribuiscono agli uni gioia di<br />
canti e ad altri una vita offuscata di pianto.<br />
Antistrofe<br />
Coro – Anche fo voti che mai nella nostra città si<br />
odano fremiti di discordia civile, insaziata di mali.<br />
Né mai la polvere delle nostre strade si abbeve-<br />
ri di nero sangue di cittadini per strappare alle<br />
case, in collere vendicatrici di morti, altri morti.<br />
E scambio ci sia di gioie nella comune concordia;<br />
e unanime odio ai nemici: delle molte calamità<br />
unica medicina è questa ai mortali.<br />
Atena – Tenete lontano di qui il male che acceca,<br />
mandateci il bene per il trionfo della città. E voi,<br />
signori di Atene, queste abitatrici nuove acco-<br />
gliete e guidate. Propositi buoni di buone opere<br />
abbiano sempre i miei cittadini.<br />
Antistrofe<br />
Corifea – E ancora a voi tutti ripeto il mio saluto,<br />
a voi tutti di questa città, mortali e immortali.<br />
Sacra a Pallade Atena è la città di Atene. Le<br />
nuove ospiti proteggete e onorate della vostra cit-<br />
tadinanza, e non avrete da maledire la fortuna e<br />
la vita.<br />
Atena – Mi piacciono le vostre parole, i vostri voti<br />
mi allietano; io voglio accompagnarvi fino giù<br />
sotto terra alla vostra sede. Seguitemi: e alle dee<br />
Benigne, alle <strong>Eumenidi</strong>, fate corteggio di onore.<br />
Propizia sia a questa terra la loro presenza, sì che<br />
ne splenda nei secoli fortuna gloriosa di eroi<br />
Strofe<br />
Coro – Benigne siate e a questa terra amiche o<br />
venerande; e lungo il cammino vi diano allegrezza<br />
le torce infuocate. E voi levate il giubilo che al<br />
nostro canto si intoni<br />
Antistrofe<br />
Siano libagioni di pace, e sia perenne felicità su<br />
tutti i focolari per tutti i cittadini della città di<br />
Pallade. E così pace siano e concordia fra Zeus<br />
che tutto vede e la Moira. E voi levate il grido di<br />
giubilo che al nostro canto si intoni.
i protagonisti
Piera Degli Esposti<br />
L’ombra di Clitemestra<br />
80 La sua ricca e lunga attività teatrale ha avuto inizio negli Dopo un brillante esordio sul palcoscenico in qualità di<br />
anni ’60 a fianco del regista Antonio Calenda, al Teatro<br />
Centouno di Roma, uno dei centri più vivaci della ricer-<br />
ca e sperimentazione italiana. Da allora ha lavorato con<br />
i più importanti registi italiani. Tra le sue interpretazioni<br />
ricordiamo: Operetta di Gombrowicz (regia di Antonio<br />
Calenda), Le serve di Genet (regia di Maurizio Scaparro),<br />
Antonio e Cleopatra di Shakespeare e La figlia di Iorio di<br />
D’Annunzio (regia di Giancarlo Cobelli), Rosmersholm di<br />
Ibsen (regia di Massimo Castri), Medea di Alvaro (regia<br />
di Werner Schroeter), Molly Bloom di Joyce (regia di<br />
Ida Bassignano), Zoo di vetro di Williams (regia di Furio<br />
Bordon), Madre Coraggio di Brecht (regia di Antonio<br />
Calenda).<br />
Eventi, nel teatro più recente, sono stati i suoi spettacoli<br />
Stabat mater di Tarantino, per la regia di Cherif, Antigone<br />
con l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia di Roma diretta<br />
da Marcello Panni, Berenice con la regia di Sandro Sequi,<br />
Edipo a Colono di Sofocle e Rappresentazione della Passione,<br />
diretti da Antonio Calenda. E recentemente, sempre con<br />
la stessa regia, è stata protagonista di un “dittico” dedi-<br />
cato ad Achille Campanile, in cui ha rivelato - dopo tanti<br />
intensi ruoli drammatici - insospettabili e travolgenti doti<br />
comiche.<br />
Nel 2001 è stata un’intensa Clitemestra in Agamennone e<br />
Coefore di Eschilo, che – per la regia di Antonio Calenda –<br />
il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha messo in scena<br />
in collaborazione con l’Istituto Nazionale del Dramma<br />
Antico al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2003, a Siracusa<br />
ha ricevuto il prestigioso Premio “Eschilo d’oro” quale<br />
interprete di tante eroine tragiche.<br />
Va naturalmente segnalata un’importante attività cinema-<br />
tografica, diretta da registi come Zampa, Moretti, Mingozzi,<br />
Wertmüller, Pasolini e recentemente Marco Bellocchio ne<br />
L’ora di religione, film che le è valso il Premio David di<br />
Donatello. Notevole è anche l’impegno in qualità di regi-<br />
sta nella lirica e come scrittrice-sceneggiatrice, di cui si<br />
ricorda soprattutto l’autobiografico Storia di Piera, firmato<br />
assieme a Dacia Maraini, a cui è seguito recentemente<br />
Piera e gli assassini.<br />
Daniela Giovanetti<br />
Corifea<br />
danzatrice, inizia la sua carriera di attrice con Le ragazze<br />
di Lisistrata per la regia di Antonio Calenda. Vanno ricor-<br />
dati inoltre: Alta distensione di Campanile, regia di Antonio<br />
Calenda, Zoo di vetro di Williams, regia di Vanna Polverosi,<br />
<strong>Il</strong> sistema Ribadier di Feydeau, regia di Gigi Proietti, La tana<br />
di Bassetti, per cui ha ottenuto il Premio IDI, Arcobaleno di<br />
Dino Verde, regia di Gino Landi, <strong>Il</strong> volo del gallo di Bassetti,<br />
regia di Marco Maltauro, Rosanero di Cavosi, regia di<br />
Antonio Calenda (Premio Critica Italiana 1995) e sempre<br />
con lo stesso regista Le due sorelle di Bassetti (Premio<br />
Randone 1997). Nell’estate 1997 a Taormina Arte ha par-<br />
tecipato allo spettacolo Heroides.<br />
In una coproduzione dell’Ente lirico Giuseppe Verdi di<br />
Trieste con il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia è<br />
stata protagonista dell’oratorio Giovanna d’Arco al rogo<br />
di Arthur Honegger e Paul Claudel, regia di Antonio<br />
Calenda, direzione del M° Julian Kovatchev. Fra gli ulti-<br />
mi spettacoli teatrali di cui è stata protagonista vanno<br />
ricordati Irma la dolce di Alexandre Breffort e Margherite<br />
Monnot e Antigone di Jean Anouilh nella versione italiana<br />
e regia di Furio Bordon: produzione del Teatro Stabile del<br />
Friuli-Venezia Giulia.<br />
<strong>Il</strong> regista Alfredo Arias l’ha scelta nel 2002 quale pro-<br />
tagonista di Pallido oggetto del desiderio di René de<br />
Ceccatty, interpretazione che – assieme a quelle recenti<br />
di Cassandra nell’Agamennone e di Elettra in Coefore,<br />
diretti da Antonio Calenda – le è valsa nel 2003 il Premio<br />
dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. <strong>Il</strong> ruolo di<br />
Corifea in <strong>Eumenidi</strong> le è valso il premio della stampa sici-<br />
liana quale miglior interprete femminile dell’intero Ciclo<br />
di Spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa 2003.
Osvaldo Ruggieri<br />
Apollo<br />
Diplomato presso l’Accademia Nazionale di Arte<br />
Drammatica Silvio D’Amico nel 1956, debutta come<br />
Cassio nell’Otello di Shakespeare con Gassman e Randone.<br />
È stato Nanni Lasca ne La lupa di Verga con Anna Magnani,<br />
Tebaldo in Giulietta e Romeo, il Conte di Leicester nella<br />
Maria Stuarda di Schiller, per le regie di Franco Zeffirelli.<br />
È stato inoltre Giasone nella Medea di Anouilh per la<br />
regia di Giancarlo Menotti, Ernesto Roma nell’Arturo Ui di<br />
Brecht, regia di Gianfranco De Bosio, Oreste nell’Elettra<br />
di Sofocle per la regia di Franco Enriquez, il Diavolo-<br />
Mendoza in Uomo e Superuomo di G.B. Shaw. Da ricordare,<br />
soprattutto, la sua intensa collaborazione con Aldo Trionfo:<br />
Arden di Ferversham, Candelaio di Bruno, Ettore Fieramosca<br />
di D’Azeglio. È stato diretto da registi come Visconti,<br />
Strehler, Ronconi, Ferrero, Patroni Griffi, Salveti, Capitani,<br />
Missiroli, Crivelli, Fenoglio, Menegatti, Brissoni, Maiano, De<br />
Martino, Marcucci, Danza, Barino, De Ponticelli, Zanussi,<br />
Cottafavi, Luisi, Susan Sontag, Zampieri, Blasi, Bisonti, De<br />
Fusco, Venturi. È recente l’incontro con Antonio Calenda<br />
e il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: ha interpretato<br />
il ruolo dello spettro nell’Amleto con Kim Rossi Stuart,<br />
andato in scena nella stagione 1998-’99, poi l’Agamennone<br />
e le Coefore di Eschilo nel 2001, progetto realizzato al<br />
Teatro Greco di Siracusa in collaborazione con l’INDA.<br />
Anita Bartolucci<br />
Atena<br />
Diplomata all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica<br />
Silvio D’Amico, Anita Bartolucci fin dai primi impegni<br />
sulla scena, si è conquistata l’attenzione del pubblico e<br />
di registi di rilievo: i primi ruoli importanti infatti le sono<br />
affidato subito, da un maestro dello spessore di De Lullo<br />
(sostiene ad esempio la parte di Silvia nel pirandelliano<br />
<strong>Il</strong> gioco delle parti). Ha poi lavorato con i maggiori registi<br />
del teatro italiano, fra cui vanno almeno ricordati Luca<br />
Ronconi (che l’ha diretta nello shakespeariano Misura per<br />
misura, nell’Orestea, ove ha dato vita a Cassandra e Atena,<br />
in Mirra e ne La commedia della seduzione), Mario Missiroli<br />
(con cui ha lavorato ne La cantatrice calva di Ionesco e in<br />
Vetri rotti), Giuseppe Patroni Griffi (che l’ha scelta per ben<br />
quattro spettacoli, fra i quali menzioniamo La governante<br />
di Brancati), Antonio Calenda che le ha affidato personaggi<br />
importanti ne <strong>Il</strong> balcone di Genet, ne Le liaisons dangereuses<br />
e nel Riccardo III di Shakespeare, in cui era un’ineccepibile<br />
Elisabetta), Massimo Castri (che l’ha diretta nel ruolo di<br />
Madame in Le serve) e Maurizio Scaparro che l’ha scelta<br />
quale protagonista femminile de Le memorie di Adriano. Per<br />
il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha interpretato il<br />
personaggio del Coro nell’Antigone di Jean Anouilh, per la<br />
regia di Furio Bordon. A proprio agio nelle interpretazio-<br />
ni drammatiche come nei personaggi più lievi, capace di<br />
affrontare con sensibilità la drammaturgia contemporanea<br />
come quella dei grandi classici, Anita Bartolucci alterna<br />
agli impegni teatrali esperienze televisive e cinematografi-<br />
che: diretta da Albertazzi ha lavorato il film quali Dr. Jekyll<br />
e Gradiva; ha preso parte a <strong>Il</strong> Messia di Rossellini; fra i titoli<br />
più recenti Un posto freddo in fondo al cuore di Scavolini,<br />
Perdiamoci di vista di Verdone e Avvocati di Giorgio Ferrara.<br />
81
Alessandro Preziosi<br />
Oreste<br />
82 Nato a Napoli il 19 aprile del 1973, Alessandro Preziosi si Si forma all’Accademia d’Arte drammatica “Silvio<br />
è laureato in Giurisprudenza presso l’Università Federico<br />
II di Napoli con 110 e lode. Lasciato lo studio legale dove<br />
lavorava, si è trasferito a Milano, dove si è diplomato<br />
all’Accademia dei Filodrammatici.<br />
Ha cominciato a lavorare in teatro nel 1998: è stato scel-<br />
to per il ruolo di Laerte nell’ Amleto che Antonio Calenda<br />
ha allestito pe ril Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia;<br />
ha poi affrontato il personaggio di Cristiano nel Cyrano<br />
di Corrado De Liadi e, successivamente, ha prodotto e<br />
interpretato il monologo Le ultime ore di A.I., tratto da<br />
un testo originale di Tommaso Mattei (rappresentato in<br />
molte città italiane, fra cui Milano, Napoli, Bari e Salerno).<br />
Sempre con lo Stabile del Friuli-Venezia Giulia, e diret-<br />
to da Antonio Calenda, ha recitato nell’Agamennone di<br />
Eschilo ed è stato molto applaudito nel ruolo di Oreste in<br />
Coefore, entrambi rappresentati a Teatro Greco di Siracusa<br />
e poi in tournée nazionale.<br />
Dopo aver partecipato alla fiction televisiva Città sot-<br />
terranee, è stato scelto per interpretare l’ispettore<br />
Pietro Foschi nella fortunata soap di Mediaset Vivere,<br />
diventando ben presto uno dei protagonisti più amati.<br />
Contemporaneamente è stato richiesto come guest-star<br />
nella seconda edizione di Una donna per amico e, sem-<br />
pre per la televisione, nell’estate 2000 ha condotto con<br />
Simona Ventura “Moda Mare Capri”. Fra i suoi impegni più<br />
recenti vanno menzionati, in ambito teatrale, Tango di una<br />
vita per la regia di Patrick Rossi Gastaldi e Un ducato rosso<br />
sangue di Sabina Neri, regia di Franco Martini. E’ stato<br />
protagonista per Mediaset della fiction in costume Elisa<br />
di Rivombrosa diretta da Cinzia P.H. Torrini, mentre per il<br />
cinema ha interpretato il film Vaniglia e cioccolato, per la<br />
regia di Ciro Ippoliti.<br />
Antonietta Carbonetti<br />
Pizia<br />
D’Amico”, dove si diploma nel 1967. Affronta subito il pal-<br />
coscenico e il professionismo guidata dai maggiori registi<br />
italiani e alternando nel suo repertorio testi classici anti-<br />
chi, Shakespeare, autori del Novecento.<br />
Fra i primi impegni di rilievo vanno ricordati i ruoli della<br />
Corifea in Medea di Euripide e quello della Prima Strega<br />
nel Macbeth shakespeariano, entrambi spettacoli firmati da<br />
Franco Enriquez. Interessante la collaborazione con Aldo<br />
Trionfo che la volle in spettacoli quali il Tito Andronico di<br />
Shakespeare e Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht,<br />
con Giancarlo Cobelli (La figlia di Iorio di D’Annunzio,<br />
La Venexiana), con Tonino Conte (La festa delle donne di<br />
Aristofane, <strong>Il</strong> Gran Teatro del mondo di Calderon Della<br />
Barca), con Sandro Sequi nell’Alcesti euripidea. Attrice di<br />
intensità drammatica, interprete versatile e duttile, ha<br />
saputo – nel corso della carriera – dare sostanza a perso-<br />
naggi molto diversi.<br />
Massimo Castri l’ha scelta per il ruolo di Marta nell’Ur-<br />
faust di Goethe e per il pirandelliano <strong>Il</strong> berretto a sonagli,<br />
con Luca Ronconi ha affrontato il repertorio dei classici<br />
greci interpretando la Corifea ne Le rane di Aristofane, e<br />
prendendo parte agli allestimenti dell’eschileo Prometeo<br />
e di Baccanti di Euripide, mentre è stata la nutrice Cilissa<br />
nelle Coefore dirette da Giorgio Pressburger.<br />
Fra i ruoli che ama ricordare figurano anche quello di<br />
Viola ne La dodicesima notte di Shakespeare, di Dafne<br />
nell’Aminta del Tasso, di Medea nell’omonima tragedia di<br />
Seneca (tutti diretti da Marco Gagliardo).
<strong>Il</strong> Coro delle Erinni<br />
Stefano Alessandroni<br />
Studia recitazione con Vanna<br />
Polverosi, studia canto da basso-<br />
baritono con il M° Manno, batte-<br />
rista e percussionista, inizia la sua<br />
carriera teatrale con Solitudini di<br />
P. Crepet per Riccione Arteteatro.<br />
L’anno successivo inizia la sua collaborazione con il Teatro<br />
Stabile del Friuli- Venezia Giulia: è il prete nell’Amleto di W.<br />
Shakespeare per la regia di Antonio Calenda, Pietro nella<br />
Rappresentazione della Passione, sempre per la medesima<br />
regia, spettacolo inserito nelle manifestazioni per il grande<br />
Giubileo 2000. Successivamente – con lo stesso regista –<br />
è nel coro di Agamennone e Coefore di Eschilo e interpreta<br />
il ruolo di Brabanzio nell’Otello di William Shakespeare.<br />
E’ stato protagonista di una puntata della fiction di Rai Tre<br />
La squadra, regia di A.Gaudino.<br />
Francesco Benedetto<br />
Siciliano, si diploma all’Accade-<br />
mia d’Arte Drammatica di Torino.<br />
Tra le esperienze più importanti<br />
da ricordare quelle con Emilia-<br />
Romagna Teatro per la regia<br />
di Giancarlo Corbelli: Troilo e<br />
Cressida e il recente Macbeth e<br />
per la regia di Cesare Lievi Donna Rosita nubile e Caterina<br />
di Heillbron. Importante anche la collaborazione con Luca<br />
Ronconi: da Gli ultimi giorni dell’umanità a Venezia salva,<br />
Sturm und Drang. Con la regia di Cobelli ancora Vita e<br />
morte di Re Giovanni, per la regia di Walter Pagliaro <strong>Il</strong><br />
Timone d’Atene e per la regia di Elio De Capitani La sposa<br />
di Messina. Ha fatto parte del cast degli ultimi e più signi-<br />
ficativi allestimenti del Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />
Giulia: Agamennone e Coefore di Eschilo per la regia di<br />
Antonio Calenda e per la medesima regia, ha interpretato<br />
il ruolo di Montano nell’Otello di Shakespeare.<br />
Adriano Braidotti<br />
Triestino, si diploma alla scuo-<br />
la Galante Garrone di Bologna.<br />
I suoi primi lavori in teatro:<br />
Elogio al progresso di G. Motton,<br />
regia di Walter Le Moli, Ligabue<br />
di C. Zavattini, regia di Vittorio<br />
Franceschi, La Locandiera di C. Goldoni, regia di Andrea<br />
Taddei, Bene finisce bene da W. Shakespeare, regia di<br />
Alessandro Marinuzzi, Pinne di Angela Giassi, regia di Fulvio<br />
Falzarano. È intensa la sua attività come mimo di strada<br />
per diversi Comuni. Per il Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />
Giulia è stato Pilade in Coefore di Eschilo, ha preso parte<br />
all’Agamennone e sempre per la regia di Antonio Calenda,<br />
nel 2002, ha interpretato Cassio nell’Otello shakespeareia-<br />
no.<br />
Laura Bussani<br />
Nata a Trieste nel 1971, si è diplo-<br />
mata presso la Civica Accademia<br />
d’Arte Drammatica Nico Pepe.<br />
Si è perfezionata seguendo semi-<br />
nari e laboratori con Eugenio<br />
Allegri, Juri Alshitz, Alessandro<br />
Marinuzzi, Judith Malina e Hanon Reznikov, Egisto<br />
Marcucci, Gabriele Ferzetti.<br />
Ha preso parte in qualità di allieva attrice alla messa in<br />
scena di produzioni teatrali fra cui La patria del Friuli con<br />
la regia di Eugenio Allegri, Mistero contadino, con la regia di<br />
Claudio De Maglio, Streghe, con la regia di Fernanda Hrelia<br />
e Cechov drammaturgia originale di Anton Cechov, con la<br />
regia di Juri Alshitz.<br />
Da professionista ha al suo attivo A291 scritto e inter-<br />
pretato con Angela Giassi, Minetti, ritratto di un artista<br />
da vecchio con la regia di Monica Conti, presentato con<br />
la Compagnia di prosa Gianrico Tedeschi e la A.Artisti<br />
Associati, La mostra di Claudio Magris, con la regia di<br />
Antonio Calenda.<br />
Michele Carli<br />
E’ nato a Firenze nel 1966; fra le<br />
esperienze formative ricorda in<br />
particolare nel 1990 lo stage con<br />
Giorgio Albertazzi sul teatro di<br />
Ennio Flaiano e il biennio di for-<br />
mazione professionale frequen-<br />
tato fino al 1992 presso la scuola di teatro dell’Istituto<br />
Nazionale Dramma Antico. Nello stesso anno prende<br />
parte all’Alcesti con la regia di Sandro Sequi messa in<br />
scena al Teatro Greco di Siracusa e – nella stessa cornice<br />
– all’Edipo re per la regia di Giancarlo Sepe.<br />
Successivamente ha interpretato assieme a Piera degli<br />
83
84 Esposti L’ultima notte (Le grandi tragiche); ha lavorato Nello stesso teatro, in occasione di Centocinquanta la<br />
con registi quali Egisto Marcucci (Acarnesi), Giancarlo<br />
Sammartano (<strong>Il</strong> Ciclope, Le nozze dei piccolo-borghesi di<br />
B.Brecht, I due Menecmi di T.M.Plauto, Galantuomo e Cafone<br />
di Biagio Belfiore con Vincenzo Salemme, Le donne a<br />
Parlamento di Aristofane, Rudens di Plauto), Franco Ruffini<br />
(Otello di W.Shakespeare), Augusto Zucchi (Decameron).<br />
Nel 2003 ha interpretato l’operina teatrale La balla-<br />
ta dell’amore disonesto di Augusto Fornari e Germano<br />
Mazocchetti.<br />
Per la radio ha interpretato Gino Bartali in Un naso in sali-<br />
ta (miti e miserie nell’Italia piccola e felice di Gino Bartali) di<br />
Massimo Guglielmi. In televisione ha preso parte a <strong>Il</strong> com-<br />
missario regia di A.Capone, Carabinieri 2, Casa famiglia.<br />
Sebastiano Colla<br />
Sebastiano Colla, nato a Velltri, si<br />
è formato presso un laborato-<br />
rio teatrale della sua cittadina nei<br />
primi anni ’90, sotto la guida di<br />
Gianmaria Volontè, che ha anche<br />
firmato la regia di uno dei suoi<br />
primi spettacoli: Tra le rovine di Velletri dal libro P.L.La<br />
Racca. Da tredici anni lavora in teatro, citiamo qui alcune<br />
delle sue interpretazioni: L’agnello del povero di Zweig con<br />
la regia di Franco Però per il Festival di Spoleto del 1997;<br />
La voce nella tempesta di Beppe Fenoglio con la regia di<br />
Antonio Salines; Sogno di una notte di mezza estate di<br />
William Shakespeare con la regia di Alighiero; Chi ha paura<br />
di Virginia Wolf? di Edward Albee, con la regia di I.Ghione.<br />
<strong>Il</strong> suo impegno lo si riconosce anche nel mondo della<br />
televisione: lo ricordiamo fra i protagonisti della serie di<br />
Rai Uno:Ricominciare, ne <strong>Il</strong> Maresciallo Rocca, ne <strong>Il</strong> bello delle<br />
donne e ancora in Incantesimo. Fra le partecipazioni cine-<br />
matografiche: Compagna di viaggio di P. del Monte, L’odore<br />
della notte di C.Calligari e Giro lune tra terra e mare di<br />
G.Gandino in concorso a Venezia nel 1997 in cui interpre-<br />
tava il ruolo di Nerone.<br />
Stefano Galante<br />
Inizia la sua carriera teatrale al<br />
Teatro Popolare La Contrada di<br />
Trieste con Quasi d’amore, uno<br />
spettacolo su testi di Bontempelli<br />
per la regia di Orietta Crispino.<br />
gallina canta, avviene l’incontro con Antonio Calenda e<br />
l’inizio di una lunga collaborazione con il Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia: Giovanna d’Arco al rogo di Claudel-<br />
Honneger, il dittico di Campanile Un’indimenticabile serata<br />
e Un’(altra) indimenticabile serata, Rappresentazione della<br />
Passione e lo spettacolo musicale Fin de Siècle per la<br />
regia di Antonio Calenda. Di recente ha partecipato agli<br />
spettacoli Agamennone, Coefore e Otello, sempre diretto<br />
da Calenda e ha sostenuto il ruolo di Andrea, diretto da<br />
Alfredo Arias nel recente Pallido oggetto del desiderio.<br />
Guglielmo Lentini<br />
Siciliano, laureato in architettura,<br />
consegue il diploma di attore-<br />
regista presso la scuola di tea-<br />
tro diretta da Michele Perriera<br />
nel biennio 1997/99. Frequenta<br />
seminari sul teatro comico con<br />
Beatrice Monroy, su Pirandello<br />
con Nino Romeo, sul teatro di<br />
regia con Roberto Guicciardini e Franco Scaldati. È pro-<br />
tagonista in Finale di partita diretto da M. Graffeo, mentre<br />
cura anche la regia in Sangue del mio sangue di Francesco<br />
Vinci per la selezione Giovani Artisti indetta dal Teatro<br />
Libero di Palermo. Sempre con il Teatro Libero di Palermo<br />
prende parte al laboratorio sui personaggi di Delitto e<br />
castigo di Dostoevskij, con Ludwik Flaszen.<br />
E’ stato nel cast di Agamennone e Coefore di Eschilo, messi<br />
in scena nel 2001 per la regia di Antonio Calenda.<br />
Luciano Pasini<br />
Studia recitazione con Carla<br />
Bizzarri al Teatro dell’Elfo, ma la<br />
sua passione è la danza. Studia<br />
con il M° Borsic ed è solista e<br />
primo ballerino al Teatro Bellini<br />
di Catania e al Comunale di<br />
Bologna. Nel 1987 inizia la sua<br />
collaborazione con il Teatro Verdi,<br />
ed è proprio a Trieste il suo ritorno alla prosa. Con il<br />
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha recitato in Irma<br />
la dolce, Fin de Siècle e Rappresentazione della Passione per<br />
la regia di Antonio Calenda; in Antigone di Anouilh per<br />
la regia di Furio Bordon, in Agamennone e Coefore per la
egia di Calenda. Recentemente è stato assistente alla<br />
regia di Alfredo Arias nel Pallido oggetto del desiderio messo<br />
in scena dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.<br />
Corrado Russo<br />
Diplomato alla scuola dell’Istitu-<br />
to del Dramma Antico, frequenta<br />
molti laboratori di teatro-danza e<br />
frequenta seminari vocali su canto<br />
e ritmo tenuti da Moni Ovadia,<br />
Bruno De Franceschi. Lavora con<br />
Remondi e Caporossi, interpre-<br />
ta Acarnesi di Aristofane per la<br />
regia di Egisto Marcucci, si impegna con Carla Cassola ne<br />
Le serve di J.Genet, progetto ETI, nell’Ubu re per la regia<br />
di Claudio Morganti. Da ricordare inoltre la presenza in<br />
Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare,<br />
coreografie di Lindsay Kemp, regia di David Haughton.<br />
Recente l’impegno in Agamennone e Coefore che Antonio<br />
Calenda ha messo in scena al Teatro Greco di Siracusa.<br />
Claudio Tombini<br />
Dal 1990 al 1994 frequenta<br />
i corsi di recitazione presso il<br />
Transteatro di Fano unitamen-<br />
te a svariati laboratori: dal Living<br />
Theatre, a Ferruccio Soleri, al<br />
Teatro Nô, al teatro-danza con<br />
Marie Cool. Per due stagioni è<br />
stato il becchino nell’Amleto di Shakespeare con la regia<br />
di Antonio Calenda prodotto dal Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia e sempre per la stessa produzione, la<br />
seconda guardia nell’Antigone di Anouilh con la regia di<br />
Furio Bordon. Recentemente è stato il ricco mercante ne<br />
<strong>Il</strong> mestiere delle armi di Ermanno Olmi, a teatro ha lavorato<br />
in La bottega del caffè, di Fassbinder, regia di Massimo Belli,<br />
in Agamennone, Coefore e nell’Otello shakespeareiano, ulti-<br />
me produzioni del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia,<br />
per la regia di Calenda.<br />
<strong>Il</strong> Coro delle <strong>Eumenidi</strong><br />
Francesca Assanti Paola Camber<br />
Giada Colonna Clara Costanzo<br />
Daniela Ferletta Annalisa Insardà<br />
Tatiana Manzella Gabriella Mazzone<br />
Teresa Sadar Alessandra Smeraldi<br />
85
Bruno Buonincontri<br />
Scene<br />
86 Nato a Napoli, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, Nata a Firenze, ha studiato pittura murale all’Istituto<br />
dove è stato allivo di Giuseppe Caporossi.<br />
Ha cominciato la carriera di scenografo e costumista nel<br />
1968. Dal 1973 ha collaborato con la Cooperativa Teatrale<br />
Gli Ipocriti, della quale è socio fondatore. Nel 1987 ha<br />
tenuto corsi speciali di scenografia per allievi registi<br />
presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico<br />
di Roma. Fra i registi con cui ha collaborato ricordiamo:<br />
Bruno Cirino, Lorenzo Salvati, Gianfranco De Bosio, Enzo<br />
Muzii, Ugo Gregoretti, Augusto Zucchi, Manlio Santarelli,<br />
Marzio Scaparro, Giorgio Ferrara, Giancarlo Nanni, Luigi<br />
De Filippo, Andrea Camilleri, Sergio Fantoni, Armando<br />
Pugliese, Walter Le Moli, Marco Lucchesi, Marco Parodi,<br />
Pietro Maccarinelli.<br />
Notevole il suo sodalizio artistico con Antonio Calenda,<br />
per il quale ha firmato le scenografie di spettacoli di suc-<br />
cesso, quali Prometeo incatenato di Eschilo, Musica dei ciechi<br />
di Raffaele Viviani, <strong>Il</strong> visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt,<br />
Giovanna d’Arco al rogo di Honegger-Claudel, Anima e corpo<br />
di Vittorio Gassman. Recenti, sempre per Calenda le sce-<br />
nografie da lui create per Agamennone e Coefore di Eschilo<br />
e per Otello di Shakespeare.<br />
Elena Mannini<br />
Costumi<br />
d’Arte. <strong>Il</strong> suo debutto come costumista è avvenuto a<br />
diciassette anni, nel film Giovanna di Gillo Pontecorvo. Da<br />
allora ha lavorato ininterrottamente alternando l’attività<br />
professionale con l’insegnamento della sua materia all’Isti-<br />
tuto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha<br />
collaborato a quasi duecento produzioni, tra film, opere<br />
liriche, spettacoli di prosa e di balletto, in teatri italiani<br />
ed europei, con registi italiani e stranieri. Si ricordano<br />
le importanti collaborazioni con Luca Ronconi (1969-<br />
Orlando Furioso), Mario Missiroli (Tartufo di Molière con<br />
Ugo Tognazzi, Lulù di Wedekind con Stefania Sandrelli),<br />
Franco Enriquez (Orestea al Residenz Theater di Monaco,<br />
diretto da Ingmar Bergman). Negli anni ’80 è chiamata in<br />
Olanda da Orazio Costa e collabora con Guido De Moor<br />
(regista e direttore del Teatro Reale dell’Aja).<br />
Dal ’90 partecipa a tutte le messe in scena di Armand<br />
Delcampe (regista e direttore del più prestigioso teatro<br />
belga, ossia lo Jean Vilar di Lovaine). Molte le sue colla-<br />
borazioni con il teatro lirico, di cui si ricordano: Didone<br />
ed Enea di Purcell ed Orfeo ed Euridice di Monteverdi<br />
con la regia di Eric Vos. A seguire un Rigoletto, con la regia<br />
di Micha Van Hoecke, con cui si riapre il Teatro Verdi di<br />
Busseto. Sempre per la lirica ha firmato i costumi anche<br />
per Antonio Calenda: Attila di Verdi e con la stessa regia<br />
è da ricordare anche <strong>Il</strong> visitatore di Schmitt, con Turi<br />
Ferro e – sempre nella prosa – Agamennone e Coefore di<br />
Eschilo (per il Teatro Greco di Siracusa nel 2001), Otello<br />
di Shakespeare con michele Placido e Giulio Cesare di<br />
Shakespeare per Giorgio Albertazzi. Ultimamente ha firmato<br />
i costumi di Dio salvi la regina, balletto con Carla Fracci,<br />
all’Opera di Roma. Con il marito Italo Dall’Orto, dirige<br />
una compagnia che ha prodotto <strong>Il</strong> Piccolo Principe di Saint-<br />
Exupéry. Da segnalare, inoltre, una grande attività nel<br />
cinema, di cui ricordiamo Profondo rosso di Dario Argento<br />
e Yuppi du di Celentano e Un viaggio chiamato amore con<br />
la regia di Michele Placido.
Germano Mazzocchetti<br />
Musiche<br />
Dapprima studia fisarmonica poi, dopo il liceo, si laurea<br />
in Musicologia con una tesi sulla storia del jazz. Nel 1978<br />
l’incontro con Antonio Calenda che lo avvicina alla com-<br />
posizione di musiche di scena e, con la sua regia, debutta<br />
nella Rappresentazione della Passione.<br />
Ha così iniziato così una lunga collaborazione che lo porta<br />
a sperimentarsi nei più diversi generi teatrali, dal varietà<br />
(Cinecittà), alla commedia musicale (Le ragazze di Lisistrata),<br />
dai classici al teatro del Novecento e contemporaneo,<br />
alla nuova drammaturgia italiana. Oltre a questa più che<br />
ventennale collaborazione, vanno ricordate le musiche di<br />
scena per spettacoli di Vittorio Gassman, Egisto Marcucci,<br />
Beppe Navello, Vincenzo Salemme, Giancarlo Sammartano,<br />
Attilio Corsini, Vittorio Franceschi, Renato Carpentieri,<br />
Walter Pagliaro.<br />
Sue le musiche degli spettacoli Otello di Shakespeare e<br />
soprattutto Agamennone e Coefore di Eschilo, produzioni<br />
recenti del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia per la<br />
regia di Calenda.<br />
Ha scritto, su testi di Dino e Gustavo Verde, la commedia<br />
musicale Arcobaleno per la regia di Gino Landi e l’operina<br />
La ballata dell’amore disonesto. Per il cinema ha composto<br />
la colonna sonora di film di Sergio Rubini (<strong>Il</strong> viaggio della<br />
sposa presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 1997).<br />
<strong>Il</strong> suo concerto Musica e figure, che comprende una scelta<br />
di musiche per il teatro è stato eseguito in vari Festival<br />
e stagioni concertistico-teatrali. Ha pubblicato i dischi:<br />
Musica e figure, <strong>Il</strong> viaggio della sposa e Cabaret da viaggio.<br />
Recentemente, per le sue musiche di scena ha ricevuto il<br />
Premio della Critica Teatrale assegnato dall’Associazione<br />
Nazionale dei Critici di Teatro e il prestigioso Premio<br />
“Olimpico” Eti.<br />
Catherine Pantigny<br />
Coreografa<br />
Nata a Lille (Francia), segue una formazione di danza<br />
classica e moderna in Francia, America, Belgio e Italia. Dal<br />
1976 al 1979 frequenta la Scuola Multidisciplinare ESEC di<br />
Parigi e studia musicologia alla Sorbonne. Nel 1979 ottie-<br />
ne una borsa di studio per la danza al Ted Shawn Festival,<br />
all’Università di Lee (Massachusetts) in America. Dal 1979<br />
al 1981 frequenta a Bruxelles la Scuola Internazionale<br />
Multidisciplinare MUDRA creata da Maurice Bejart, sotto<br />
la direzione di Micha Van Hoecke, assieme al quale par-<br />
tecipa alla fondazione, nell’ottobre 1981, della compagnia<br />
L’Ensemble.<br />
Da allora partecipa a tutte le creazioni della compagnia<br />
e a tutte le tournée all’estero (Taiwan, Brasile, Columbia,<br />
Russia). Nell’estate del 1981 ottiene una borsa di studio<br />
per il corso di coreografia in collaborazione con musici-<br />
sti-compositori, all’Università di Guildford (Londra). Nel<br />
1993 è assistente di Micha Van Hoecke alla Scala di Milano<br />
per la creazione <strong>Il</strong> bacio della fata di Igor Strawinsky. Tra<br />
il 1992 e il 1994 partecipa come docente ai corsi di for-<br />
mazione professionale organizzati dall’Atelier della costa<br />
Ovest e dal Teatro Verdi di Pisa.<br />
87
Antonio Calenda<br />
Regia<br />
88 Direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia dal<br />
maggio 1995, Antonio Calenda si è laureato in Filosofia del<br />
Diritto e ha iniziato la propria attività teatrale nell’ambito<br />
del Teatro Universitario di Roma. Nel 1965 ha fonda-<br />
to insieme a Virginio Gazzolo e Luigi Proietti il Teatro<br />
Centouno che ha rappresentato per l’attività di ricerca<br />
e sperimentazione di quegli anni uno dei primi punti di<br />
riferimento. Successivamente ha lavorato per il Teatro di<br />
Roma e ha diretto in due riprese, e per un periodo di<br />
nove anni, il Teatro Stabile dell’Aquila le cui produzioni<br />
hanno circuitato all’estero, in paesi quali Australia, Francia<br />
e Canada. Ha fondato la Compagnia Teatro d’Arte per la<br />
quale, dal 1982, ha diretto spettacoli ospitati sovente da<br />
festival internazionali, e organizzato numerose manifesta-<br />
zioni culturali in Italia.<br />
Ha curato la regia dei seguenti spettacoli<br />
1965 Iperipotesi di Giorgio Manganelli con Virginio<br />
Gazzolo. Scene di Franco Nonnis (Teatro<br />
Centouno)<br />
<strong>Il</strong> Rumore di Boris Vian con Virginio Gazzolo,<br />
Piera Degli Esposti, Lidia Biondi, Lisa Pancrazi. Scene<br />
di Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />
Direzione memorie di Corrado Augias con Luigi<br />
Proietti, Maurizio Gueli, Virginio Gazzolo. Scene di<br />
Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />
1966 Le conferenze di John Cage con Sylvano Bussotti<br />
(Teatro Centouno)<br />
1967 <strong>Il</strong> desiderio preso per la coda di Pablo<br />
Picasso con Luigi Proietti, Paila Pavese, Manuela<br />
Kustermann. Scene di Franco Nonnis (produzione<br />
Centouno - Teatro Valle di Roma)<br />
Un leggero malessere di Harold Pinter con<br />
Francesca Benedetti e Virginio Gazzolo. Scene di<br />
Franco Nonnis<br />
10 minuti fino a Buffalo di G. Grass con Piera<br />
Degli Esposti, Virginio Gazzolo. Scene di Franco<br />
Nonnis<br />
Le mammelle di Tiresia di G. Apollinaire con<br />
Virginio Gazzolo, Paila Pavese, Maurizio Gueli.<br />
Scene di Franco Nonnis (produzione Centouno -<br />
Teatro Valle)<br />
1968 La Celestina di De Rojas con Laura Adani, Luigi<br />
Proietti, Paila Pavese, Micaela Esdra, Marisa Belli.<br />
Scene di Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />
Riflessi di conoscenza di Corrado Augias con<br />
Luigi Proietti, Paila Pavese. Scene di Franco Nonnis<br />
(Teatro Centouno)<br />
1969 Nella giungla della città di Bertolt Brecht con<br />
Ferruccio De Ceresa, Paila Pavese, Luigi Proietti,<br />
<strong>Il</strong>eana Ghione e Mino Bellei. Scene di Franco<br />
Nonnis (Centouno in coproduzione con il Teatro di<br />
Roma)<br />
<strong>Il</strong> Dio Kurt di Alberto Moravia con Luigi Proietti,<br />
Alida Valli, Luigi Diberti. Scene di Franco Nonnis<br />
(Teatro Stabile dell’Aquila)<br />
Coriolano di William Shakespeare con Luigi<br />
Proietti, Mario Scaccia, Edda Albertini, Roberto<br />
Herlitzka. Scene di Franco Nonnis (Teatro Romano<br />
di Verona)<br />
Operetta di W. Gombrowicz con Luigi Proietti,<br />
Piera Degli Esposti, Virginio Zernitz. Scene di<br />
Franco Nonnis (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />
1970 Agamennone, Coefore ed <strong>Eumenidi</strong> da Eschilo<br />
Scene di Franco Nonnis. Con Piera Degli Esposti,<br />
Carlo Valli, Armando Bandini, Lucia Negrini e<br />
Virginio Zernitz<br />
La cortigiana dell’Aretino con Piera Degli Esposti,<br />
Gabriele Lavia. Scene di Franco Nonnis (Teatro<br />
Stabile dell’Aquila)<br />
1971 <strong>Il</strong> balcone di Genet con Sergio Tofano, Franca<br />
Valeri, Mariano Rigillo, Milena Vukotic, Roberto<br />
Herlitzka. Scene di Franco Nonnis (Compagnia<br />
Nuovo Teatro)<br />
1975 Antigone di Sofocle con Claudia Giannotti e<br />
Giampiero Fortebraccio. Scene di Nicola Rubertelli<br />
Herr Brecht di Bertolt Brecht con Giampiero<br />
Fortebraccio e Claudia Giannotti. Scene di G.<br />
Gentilucci<br />
Lear di Edward Bond con Giampiero Fortebraccio<br />
e Claudia Giannotti. Scene di Mario Ceroli, costumi<br />
di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />
1977 A piacer vostro di William Shakespeare con<br />
Giampiero Fortebraccio, Cloris Brosca, Roberto<br />
Herlitzka, Andrea Giordana, Carlo Simoni. Scene di<br />
Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon (Teatro<br />
Stabile dell’Aquila)<br />
1978 Rappresentazione della passione, con Elsa<br />
Merlini. Scene di Francescangelo Ciarletta, costumi
di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />
La madre di Bertolt Brecht con Pupella Maggio e<br />
Giampiero Fortebraccio. Scene di Nicola Rubertelli,<br />
costumi di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aqui-<br />
la)<br />
1979 Riccardo III di William Shakespeare con Glauco<br />
Mauri, Elsa Merlini, Giampiero Fortebraccio, Rosa<br />
Di Lucia e Leda Negroni. Scene di Nicola Rubertelli,<br />
costumi di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aqui-<br />
la)<br />
1980 Operetta di W. Gombrowicz con Pino Micol, Maria<br />
Monti, Cochi Ponzoni, Giampiero Fortebraccio.<br />
Scene di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra<br />
Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />
1981 Farsa di Antonio Petito con Pupella Maggio e<br />
Pietro De Vico. Scene di Nicola Rubertelli, costumi<br />
di Ambra Danon (Compagnia Sala Umberto)<br />
Enrico IV di Luigi Pirandello con Giorgio<br />
Albertazzi, Marisa Mantovani, Luigi Pistilli. Scene di<br />
Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon (Plexus<br />
s.r.l.)<br />
1982 Sogno di una notte di mezza estate di William<br />
Shakespeare con Mario Scaccia, Eros Pagni, Roberto<br />
Herlitzka. Scene e costumi di Paolo Tommasi<br />
(Teatro Romano di Verona)<br />
L’inventore del cavallo di Achille Campanile con<br />
Pietro De Vico, Anna Campori. Scene e costumi di<br />
Riccardo Berlingeri (Compagnia Teatro d’Arte)<br />
1983 ‘Na sera e maggio di Antonio Calenda con<br />
Pupella, Beniamino e Rosalia Maggio. Scene di<br />
Nicola Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri<br />
(Compagnia Teatro d’Arte)<br />
Sior Todero Brontolon di Carlo Goldoni<br />
con Gastone Moschin, Maddalena Crippa. Scene<br />
di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon<br />
(Compagnia Teatro d’Arte)<br />
1984 Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller con<br />
Gastone Moschin, Graziano Giusti e Paila Pavese.<br />
Scene di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra<br />
Danon (Compagnia Teatro d’Arte)<br />
Cinecittà di Pier Benedetto Bertoli e Antonio<br />
Calenda, con Pietro De Vico, Anna Campori, Rosalia<br />
Maggio e Dino Valdi. Scene di Nicola Rubertelli,<br />
costumi di Ambra Danon, musiche di Mario Pagano<br />
e Germano Mazzocchetti<br />
1985 Questa sera... Amleto di M. Prosperi e Antonio<br />
Calenda, con Pupella Maggio, Aldo Tarantino,<br />
Gianni Musy e Gabriella Poliziano. Scene di Nicola<br />
Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri, musiche<br />
di Germano Mazzocchetti<br />
1986 Le ragazze di Lisistrata di Pier Benedetto<br />
Bertoli e Antonio Calenda, con Maddalena Crippa,<br />
Gigi Bonos, Aldo Tarantino. Scene di Nicola<br />
Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri, musiche<br />
di Germano Mazzocchetti e Mario Pagano<br />
Tartufo di Molière con Anita Bartolucci, Angiola<br />
Baggi, Antonio Maschini, Gastone Moschin. Scene di<br />
Nicola Rubertelli, costumi di Germano Monteverdi<br />
1987 Aspettando Godot di Samuel Beckett con Mario<br />
Scaccia, Pietro De Vico, Pupella Maggio e Aldo<br />
Tarantino, Fiorenzo Fiorentino, Sergio Castellitto<br />
e Cesare Gelli. Scene e costumi di Riccardo<br />
Berlingeri, musiche di Germano Mazzocchetti<br />
Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg<br />
con Maddalena Crippa. Scene di Nicola Rubertelli,<br />
costumi di Ambra Danon<br />
<strong>Il</strong> sindaco del rione Sanità di Eduardo de Filippo<br />
con Turi Ferro. Scene di Nicola Rubertelli<br />
1988 Alta distensione da Achille Campanile con Pietro<br />
De Vico e Anna Campori. Scene e costumi di<br />
Riccardo Berlingeri<br />
L’aria del continente di Nino Martoglio con<br />
Nino Frassica, Pietro De Vico e Anna Campori.<br />
Scene di Nicola Rubertelli<br />
Les liaisons dangereuses di C. Hampton con<br />
Umberto Orsini. Scene e costumi di Paolo Tommasi<br />
Amanda Amaranda di P. Shaffer con Rossella<br />
Falk e Marina Confalone. Scene di Nicola Rubertelli,<br />
costumi di Ambra Danon.<br />
1989 Le sedie di Eugene Ionesco con Mario Scaccia.<br />
Scene e costumi di Nicola Rubertelli<br />
Svenimenti testi di Anton Cechov con Giorgio<br />
Albertazzi. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />
Ambra Danon<br />
1990 Plautus ipotesi scenica di Alberto Bassetti<br />
e Antonio Calenda. Con Pietro De Vico e Anna<br />
Camporti. Scene e costumi di Nicola Rubertelli<br />
Giorni felici di Samuel Beckett con Anna<br />
89
90 Proclemer. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />
Ambra Danon<br />
<strong>Il</strong> medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta con<br />
Carlo Giuffrè e Angela Pagano. Scene di Nicola<br />
Rubertelli, costumi di Ambra Danon<br />
1991 Le rose del lago di Franco Brusati con Gabriele<br />
Ferzetti, Pietro De Vico e Anna Campori. Scene di<br />
Nicola Rubertelli. Costumi di Guido Schlinkert.<br />
Tradimenti di Harold Pinter con Ivana Monti<br />
e Andrea Giordana. Scene e costumi di Ambra<br />
Danon<br />
Madre Coraggio di Bertolt Brecht con Piera<br />
Degli Esposti. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />
Guido Schlinkert<br />
1992 Danza di morte di August Strindberg con Anna<br />
Proclemer e Gabriele Ferzetti. Scene e costumi di<br />
Ambra Danon<br />
1993 La tana di Alberto Bassetti con Sandra Collodel,<br />
Daniela Giovanetti, Daniela Giordano, Maria Paiato<br />
e Alvia Reale. Scene e costumi di Guido Schlinkert<br />
L’onorevole, il poeta e la signora di Aldo<br />
De Benedetti con Ivana Monti, Andrea Giordana<br />
e Gianpiero Bianchi. Scene e costumi di Nicola<br />
Rubertelli<br />
1994 La musica dei ciechi di Raffaele Viviani con Piera<br />
Degli Esposti e Nello Mascia. Scene e costumi di<br />
Bruno Buonincontri<br />
Prometeo di Eschilo con Roberto Herlitzka, Piera<br />
Degli Esposti e Gabriele Ferzetti. Scene di Bruno<br />
Buonincontri, costumi di Guido Schlinkert<br />
Rosanero di Roberto Cavosi con Daniela<br />
Giovanetti, Alvia Reale. Scene di Bruno<br />
Buonincontri<br />
1996 <strong>Il</strong> visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt, traduzione<br />
di Enzo Siciliano, con Turi Ferro e Kim Rossi Stuart.<br />
Scene di Bruno Buonincontri, costumi di Elena<br />
Mannini. Coproduzione Plexus T. Srl, Teatro Stabile<br />
di Catania, Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
<strong>Il</strong> maresciallo Butterfly di Roberto Cavosi,<br />
con Virginio Gazzolo. Scene di Pier Paolo Bisleri.<br />
Produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
Un’indimenticabile serata da Achille Campanile,<br />
con Piera Degli Esposti. Scene e costumi di Pier<br />
Paolo Bisleri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia<br />
1997 Edipo a Colono elaborazione drammaturgica<br />
di Ruggero Cappuccio, con Roberto Herlitzka,<br />
Piera Degli Esposti. Scene e costumi di Bruno<br />
Buonincontri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia<br />
Irma la dolce di Alexandre Breffort e Marguerite<br />
Monnot, con Daniela Giovanetti, Fabio Camilli,<br />
Paolo Triestino, Gian. Scene e costumi di Bruno<br />
Buonincontri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia<br />
Riccardo III di William Shakespeare, traduzione<br />
di Patrizia Valduga, con Franco Branciaroli. Scene<br />
e costumi di Bruno Buonincontri. Coproduzione<br />
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia/Teatro de gli<br />
Incamminati<br />
1998 Amleto di William Shakespeare, con Kim Rossi<br />
Stuart. Scene di Francesco Calcagnini, costu-<br />
mi di Nanà Cecchi. Musiche di Goran Bregovic.<br />
Produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
Rappresentazione della passione elaborazione<br />
drammaturgica di Antonio Calenda, con Piera Degli<br />
Esposti. Scene e costumi di Bruno Buonincontri.<br />
Coproduzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />
Giulia/Teatro Stabile Abruzzese<br />
1999 Ma che c’entra Peter Pan? di Alberto Bassetti,<br />
con Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti, Riccardo<br />
Peroni. Coproduzione Teatro Stabile del Friuli-<br />
Venezia Giulia/Compagnia Stabile Attori e Tecnici<br />
Fin de Siècle di Gianni Borgna, spettacolo musi-<br />
cale con Piera Degli Esposti<br />
2001 Bentornato Politeama spettacolo a cura di<br />
Antonio Calenda per la riapertura del Politeama<br />
<strong>Rossetti</strong> di Trieste. Con Giorgio Albertazzi, Max<br />
René Cosotti, Giancarlo Giannini, Andrea Jonasson,<br />
Kataklò, Daniela Mazzucato, Rita Pavone, Michele<br />
Placido, Gigi Proietti, Teddy Reno; presentato da<br />
Pippo Baudo<br />
Agamennone di Eschilo, con Mariano Rigillo,<br />
Piera Degli Esposti, Roberto Herlitzka, Daniela<br />
Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Giampiero<br />
Fortebraccio, Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi,<br />
Alessandro Preziosi<br />
Coefore di Eschilo, con Piera Degli Esposti, Daniela
Giovanetti, Alessandro Preziosi, Osvaldo Ruggieri,<br />
Giampiero Fortebraccio, Pino Michienzi, Giancarlo<br />
Cortesi<br />
2002 Otello di William Shakespeare, con Michele Placido,<br />
e con Pino Michienzi, Giorgio Lanza, Giancarlo<br />
Cortesi, Rossana Mortara, Valentina Valsania.<br />
Giulio Cesare di Shakespeare per Giorgio<br />
Albertazzi, di Nicola Fano e Antonio Calenda da<br />
William Shakespeare, con Giorgio Albertazzi.<br />
2003 La mostra di Claudio Magris, con Roberto<br />
Herlitzka e con la partecipazione di Mario<br />
Maranzana, scene e costumi di Pier Paolo Bisleri.<br />
Persiani di Eschilo con Piera Degli Esposti,<br />
Roberto Herlitzka, Osvaldo Ruggieri, Luca<br />
Lazzareschi - al Teatro Greco di Siracusa<br />
<strong>Eumenidi</strong> di Eschilo con Piera Degli Esposti,<br />
Daniela Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Anita<br />
Bartolucci, Hossein Taheri - al Teatro Greco di<br />
Siracusa<br />
Ha diretto inoltre le seguenti opere liriche<br />
Herodiade di Jules Massenet con Monserrat Caballé,<br />
José Carreras e Juan Pons (Teatro dell’Opera di Roma)<br />
Agnese di Hohenstaufen di Gaspare Spontini, con<br />
Monserrat Caballé, Sergio Frontali, Veriano Luchetti<br />
(Teatro dell’Opera di Roma)<br />
Semiramide di Gioacchino Rossini, con Monserrat<br />
Caballè e Rockwell Blake (Teatro San Carlo di Napoli)<br />
<strong>Il</strong> turco in Italia di Gioacchino Rossini, con R. Blake e<br />
M. Devia (Inaugurazione stagione 1994/95 del Teatro del-<br />
l’Opera di Bologna)<br />
Giovanna d’Arco al rogo testo di Paul Claudel, musi-<br />
ca di Arthur Honegger, direttore Julian Kovatchev, con<br />
Daniela Giovanetti, Virginio Gazzolo (Coproduzione<br />
Teatro Verdi di Trieste-Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />
Giulia)<br />
Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart,<br />
con Mariella Devia, Michele Pertusi (Teatro Massimo di<br />
Palermo)<br />
<strong>Il</strong> Trovatore di Giuseppe Verdi (Oper Frankfurt), diretore<br />
Paolo Carignani<br />
Attila di Giuseppe Verdi, inaugurazione della stagione ver-<br />
diana 2000-2001 della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe<br />
Verdi di Trieste, direttore Donato Renzetti, con Ferruccio<br />
Furlanetto<br />
Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, per la<br />
stagione 2000-2001 del Teatro Massimo di Palermo con<br />
Daniela Mazzuccato<br />
Ha realizzato numerose regie radiofoniche e televisive. Tra<br />
queste, La vedova Fioravanti di M. Moretti, L’agente<br />
segreto di J. Conrad, La signora Ava di F. Iovine.<br />
Nel 1971 ha diretto il film <strong>Il</strong> giorno del furore, scritto<br />
con Edward Bond e interpretato da Claudia Cardinale,<br />
Oliver Reed e John Mc Enery.<br />
91
il Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia<br />
dal 1954 al 2003
Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia<br />
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Accademici Intronati di Siena Gli Ingannati 1963/64 Fulvio TOLUSSO Adriana Innocenti, Lino Savorani,<br />
Egisto Marcucci, Marisa Fabbri,<br />
Vittorio Franceschi<br />
Vittorio ALFIERI Antigone 1960/61 Giuseppe DI MARTINO Anna Miserocchi, Luciano Alberici,<br />
Ottorino Guerrini, Marisa Fabbri<br />
Antonio ANIANTE La rosa di zolfo 1958/59 Franco ENRIQUEZ Paola Borboni, Gianmaria Volontè,<br />
Cesco Ferro, Ottorino Guerrini,<br />
Enrica Corti<br />
Jean ANOUILH Leocadia 1954/55 G. Cesare CASTELLO Laura Solari, Piero De Santis, Pietro<br />
Privitera<br />
Jean ANOUILH Antigone 1999/00 Furio BORDON Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti,<br />
Anita Bartolucci, Giampiero<br />
Fortebraccio, Umberto Raho<br />
Alexey ARBUZOV Vecchio mondo 1978/79 Francesco MACEDONIO Lina Volonghi, Ferruccio De Ceresa<br />
Luca ARCHIBUGI La notte della vigilia 1995/96 Guglielmo Ferro Federico Grassi, Fulvio D’Angelo,<br />
Nicoletta Corradi, Maurizio Rapotec,<br />
Luisa Vermiglio<br />
John ARDEN La danza del serg. Musgrave 1966/67 Luciano DAMIANI Egisto Marcucci, Giampiero<br />
Becherelli, Mariangela Melato, Lino<br />
Savorani<br />
ARISTOFANE Le donne a parlamento 1963/64 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Nicoletta Rizzi,<br />
Adriana Innocenti, Vittorio<br />
Franceschi, Lino Savorani Giorgio<br />
Valletta<br />
Jean Pierre AUMONT Incontro 1957/58 Carlo LODOVICI Ottorino Guerrini, Antonio<br />
Pierfederici, Enrica Corti<br />
Alfredo BALDUCCI I dadi e l’archibugio 1959/60 Sergio VELITTI Leonardo Cortese, Pina Cei, Omero<br />
Antonutti, Carlo Bagno, Lino<br />
Savorani<br />
Alberto BASSETTI Le due sorelle 1996/97 Antonio CALENDA Claudia Poggiani, Daniela Giovanetti<br />
Alberto BASSETTI Sopra e sotto il ponte 1996/97 Maurizio PANICI Ivana Monti, Bruno Armando<br />
Alberto BASSETTI Ma che c’entra Peter Pan? 1998/99 Antonio CALENDA Gabriele Ferzetti, Daniela<br />
Giovanetti, Riccardo Peroni<br />
Samuel BECKETT Beckett concerto 1987/88 Marco SCIACCALUGA Vittorio Franceschi<br />
Angelo BEOLCO detto Ruzante Parlamento de Ruzante... 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Cesco Baseggio, Mario Bardella,<br />
Marisa Mantovani<br />
Angelo BEOLCO detto Ruzante Parlamento, Bilora 1971/72 Francesco MACEDONIO Gianfranco Saletta, Mimmo Lo<br />
Vecchio, Lidia Braico, Luciano<br />
D’Antoni, Orazio Bobbio<br />
Carlo BERTOLAZZI Lulù 1956/57 Fernando DE CERESA Laura Solari, Ottorino Guerrini,<br />
Cesco Ferro, Giulio Bosetti<br />
Carlo BERTOLAZZI L’egoista 1972/73 Fulvio TOLUSSO Mario Feliciani, Mimmo Lo Vecchio,<br />
AngioIa Baggi, Lino Savorani,<br />
Gianfranco Saletta<br />
Ugo BETTI <strong>Il</strong> paese delle vacanze 1954/55 Carlo LODOVICI Laura Solari, Isabella Riva, Giuseppe<br />
Caldani<br />
Ugo BETTI La fuggitiva 1955/56 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Marisa Mantovani,<br />
Mario Bardella, Lino Savorani,<br />
Renato Lupi, Micbele Riccardini<br />
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Le produzioni dal 1954<br />
95
96 Ugo BETTI Una bella domenica 1957/58 Sergio VELITTI Enrica Corti, Antonio Pierfederici,<br />
di settembre Carlo Bagno, Lino Troisi, Maria<br />
Grazia Francia, Marisa Bartoli,<br />
Rina Centa, Dario Mazzoli, Michele<br />
Riccardini<br />
Francesco Augusto BON <strong>Il</strong> matrimonio di Ludro 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Cesco Baseggio, Lino Savorani,<br />
Isabella Riva<br />
Furio BORDON Canto e controcanto 1966/67 Giovanni POLI Mariangela Melato, Oreste Rizzini,<br />
Werner Di Donato, Edda Valente<br />
Furio BORDON (a cura di) <strong>Il</strong> mio Carso (da S. Slataper) 1968/69 Francesco MACEDONIO Franco Mezzera, Mimmo Lo Vecchio,<br />
Orazio Bobbio, Franco Jesurum,<br />
Cip Barcellini, Marianella Lazlo,<br />
Giampiero Becherelli, Lino Savorani<br />
Furio BORDON (a cura di) <strong>Il</strong> maggio francese 1969/70 Furio BORDON Orazio Bobbio, Mimmo Lo Vecchio,<br />
LinoSavorani, Giorgio Valletta,<br />
Giampiero Becherelli<br />
Furio BORDON Le avventure di Fiordinando 1970/71 Francesco MACEDONIO Giorgio Valletta, Orazio Bobbio, Lino<br />
Savorani, Mimmo Lo Vecchio, Lidia<br />
Braico, Gianfranco Saletta, Saverio<br />
Moriones, Elisabetta lonino<br />
Furio BORDON (a cura di) Teatro medioevale 1970/71 Furio BORDON Elisabetta Bonino, Orazio Bobbio,<br />
Lino Savorani, Ariella Reggio, Lidia<br />
Braico, Mimmo Lo Vecchio<br />
Furio BORDON Amico Sciacallo 1970/71 Aldo TRIONFO Giulio Bosetti, Mario Scaccia, Leda<br />
Negroni<br />
Furio BORDON (a cura di) Per l’anima in tormento 1972/73 Francesco MACEDONIO Lidia Braico, Riccardo Canali, Elvia<br />
che ci hai dato Dudine, Franco Jesurum, Mimmo Lo<br />
Vecchio<br />
Furio BORDON (a cura di) La commedia dell’arte 1973/74 Furio BORDON Nico Pepe, Ada Prato, Franco Però<br />
Furio BORDON (a cura di) Lezione documento: Estate 75 Furio BORDON Registrazione su nastro<br />
Trieste 1919-1945<br />
Furio BORDON (a cura di) Lontani da tutto 1975/76 Furio BORDON Mimmo Lo Vecchio, Lidia Braico,<br />
Daniele Griggio, Giorgio Valletta<br />
Furto BORDON (testo) <strong>Il</strong> viaggio incantato 1989/90 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />
Angelo BRANDUARDI (musiche originali)<br />
Furio BORDON In confidenza 1990/91 Furio BORDON Nicoletta Corradi, Marionette di<br />
siamo marionette Podrecca<br />
Furio BORDON Oblomov (da GONCAROV) 1991/92 Furio BORDON Glauco Mauri, Tino Schirinzi,<br />
Barbara Valmorin, Laura Ferrari,<br />
Silvio Fiore, Giorgio Lanza, Beatrice<br />
Visibelli, Claudio Marchione,<br />
Nicoletta Corradi<br />
Furio BORDON (a cura di) Amici devo dirvi 1992/93 Furio BORDON Roberto Sturno, Gianni De Lellis,<br />
Poesie e prose di David Maria Turoldo Stefania Barca<br />
Furio BORDON L’idiota (da DOSTOEVSKIJ) 1993/94 Glauco MAURI Roberto Sturno, Massimo Do Rossi,<br />
Miriam Crotti, Gianni De Lellis,<br />
Elena Ghiaurov, Stefania Micheli,<br />
Amerigo Fontani, Patrizia Burul,<br />
Cesare Lanzoni, Nicoletta Corradi,<br />
Giulia Monte, Matteo Chioatto
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Giuseppe Antonio BORGESE L’arciduca 1957/58 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Enrica Corti,<br />
Antonio Pierfederici, Lino Troisi,<br />
Carlo Bagno<br />
Gianni BORGNA Fin de Siècle 1999/00 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti<br />
Viaggio nella canzone italiana del Novecento<br />
Bertolt BRECHT Un uomo è un uomo 1962/63 Fulvio TOLUSSO Renzo Montagnani, Marisa Fabbri,<br />
Lino Savorani, Oreste Rizzini,<br />
Vittorio Franceschi<br />
Bertolt BRECHT L’Antigone di Sofocle 1963/64 Fulvio TOLUSSO Nicoletta Ruzi, Marisa Fabbri,<br />
Franco Mezzera, Massimo De Vita<br />
Bertolt BRECHT Baal 1985/86 Roberto GUICCIARDINI Giulio Brogi, Giancarlo Dettori, Anna<br />
Teresa Rossini, Margherita Guzzinati<br />
Alexandre BREFFORT Irma la dolce 1996/97 Antonio CALENDA Daniela Giovanetti, Fabio Camilli,<br />
Paolo Triestino, Gian<br />
Antonio CALENDA (a cura di) Rappresentazione 1997/98 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Giampiero<br />
della Passione Fortebraccio, Maximilian Nisi,<br />
dal Codice V.E. 361 della Biblioteca Nazionale di Roma, curato dalla copista Maria Jacoba Fioria Giancarlo Cortesi<br />
Andrea CALMO <strong>Il</strong> Saluzza 1961/62 Giovanni POLI Gino Cavalieri, Gina Sammarco,<br />
Marisa Fabbri, Gianni Musy, Carlo<br />
Bagno<br />
Achille CAMPANILE Un’indimenticabile serata 1996/97 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Stefano Galante<br />
Albert CAMUS I giusti 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Germana Paolieri, Mariangela<br />
Melato, Egisto Marcucci<br />
Lino CARPINTERI La pignatta 1965/66 Ugo AMODEO Oreste Rizzini, Lino Savorani, Caria<br />
e Mariano FARAGUNA (da L’AULULARIA di Plauto) Colosimo, Vittorio Francescbi<br />
Lino CARPINTERI Le maldobrie 1970/71 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Orazio Bobbio, Ariella<br />
e Mariano FARAGUNA Reggio, Giorgio Valletta, Mimmo Lo<br />
Vecchio, Gianfranco Saletta, Lidia<br />
Braico<br />
Lino CARPINTERI Noi delle vecchie province 1972/73 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Orazio Bobbio, Ariella<br />
e Mariano FARAGUNA Reggio, Giorgio Valletta, Mimmo Lo<br />
Vecchio, Gianfranco Saletta, Lidia<br />
Braico<br />
Lino CARPINTERI L’Austria era 1974/75 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Giorgio Valletta, Lidia<br />
e Mariano FARAGUNA un paese ordinato Braico, Riccardo Canali, Franco<br />
Jesurum, Luciano D’Antoni,<br />
Gianfranco Saletta, Ariella Reggio,<br />
Orazio Bobbio<br />
Roberto CAVOSI <strong>Il</strong> maresciallo Butterfly 1995/96 Antonio CALENDA Virginio Gazzolo, Andreja Blagojevic,<br />
Sergio Pierattini, Lucka Pockaj,<br />
Silvano Torrieri<br />
Anton CECOV <strong>Il</strong> tabacco fa male, 1954/55 Luchino VISCONTI Memo Benassi<br />
La villeggiatura, <strong>Il</strong> canto del cigno<br />
Anton CECOV Ivanov 1968/69 Orazio COSTA Giulio Bosetti, Ottavia Piccolo, Mario<br />
Pisu, Massimo De Francovich, Lino<br />
Savorani, Paola Bacci<br />
Anton CECOV Zio Vania 1970/71 Giulio BOSETTI Ferruccio De Ceresa, Paola Bacci,<br />
Mario Erpichini, Giulia Lazzarini<br />
97
98 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Dante CICOGNANI <strong>Il</strong> gatto con gli stivali 1956/57 Spiro DALLA PORTA Allievi Scuola di Recitazione e Maria<br />
Grazia Spinazzi<br />
Tonino CONTE e Aldo TRIONFO (Vedi Aldo TRIONFO)<br />
Roberto DAMIANI La vita xe fiama 1991/92 Furio BORDON Gastone Moschin<br />
(da Biagio Marin)<br />
Ezio D’ERRICO L’amante in città 1954/55 Carlo LODOVICI Mimmo Lo Vecchio, Giorgio Valletta,<br />
Gianni Mantesi, Laura Solari<br />
René DE CECCATY Pallido oggetto del desiderio 2001/02 Alfredo ARIAS Pino Micol, Daniela<br />
Giovanetti, Francesca Benedetti<br />
Ghigo DE CHIARA Un capriccio 1996/97 Nino MANGANO Valeria Ciangottini, Andreja<br />
Blagojevic<br />
Salvatore DI GIACOMO Assunta Spina 1958/59 Sandro BOLCHI Lorica Corti, Gianmaria Volonté,<br />
Ottorino Guerrini, Margherita<br />
Guzzinati, Lino Savorani<br />
Feodor DOSTOEVSKIJ Delitto e castigo 1955/56 Fernando DE CRUCCIATI Lino Savorani, Giorgio Valletta, Lidia<br />
Riduzione teatrale di Gaston Baty Braico, Marisa Mantovani<br />
Mario DRSIC-DARSA I nobili ragusei 1969/70 Coita SPAIC Gianrico Tedeschi, Franco Mezziera,<br />
Giampiero Becherelli, Lino Savorani,<br />
Gianni Musy, Nicoletta Rizzi,<br />
Friedricb DÜRRENMATT Romolo il Grande 1983/84 Giovanni PAMPIGLIONE Mario Scaccia, Jerzi Stuhr, CarIa<br />
Cassola, Lidia Koslovich<br />
Massimo DURSI La giostra 1958/59 Massimo DURSI Carlo Bagno, Ottorino Guerrini,<br />
Umberto Raho, Enrica Corti,<br />
Gianmaria Volontè<br />
Tbomas S. ELIOT Assassinio nella cattedrale 1956/97 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Giulio Bosetti,<br />
Lino Savorani, Cesco Ferro, Lino<br />
Troisi, Marisa Mantovani<br />
ESCHILO Prometeo incatenato Estate 65 Aldo TRIONFO Franco Mezzera, Egisto Marcucci.<br />
Angela Cardile, Nicoletta Rizzi,<br />
Enrico D’Amato<br />
ESCHILO Agamennone 2000/01 Antonio CALENDA Mariano Rigillo, Piera Degli Esposti,<br />
Roberto Herlitzka, Daniela<br />
Giovanetti, Osvaldo Ruggieri,<br />
Giampiero Fortebraccio,<br />
Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi,<br />
Alessandro Preziosi<br />
ESCHILO Coefore 2000/01 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Alessandro<br />
Preziosi, Daniela Giovanetti, Osvaldo<br />
Ruggieri, Giampiero Fortebraccio,<br />
Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi<br />
ESCHILO <strong>Eumenidi</strong> 2002/03 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Daniela<br />
Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Anita<br />
Bartolucci, Hossein Taheri<br />
ESCHILO I Persiani 2002/03 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Roberto<br />
Herlitzka, Luca Lazzareschi, Osvaldo<br />
Ruggieri, Giancarlo Cortesi<br />
Diego FABBRI Inquisizione 1997/98 Sergio VELITTI Ottorino Guerrini, Antonio<br />
Pierfederici, Enrica Corti, Lino Troisi
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Diego FABBRI Processo a Gesù 1962/63 Fulvio TOLUSSO Fosco Giachetti, Marisa Fabbri,<br />
Mario Pisu, Lino Savorani, Oreste<br />
Rizzini<br />
Mariana FARAGUNA e Lino CARPINTERI (Vedi Lino CARPINTERI)<br />
Silvio FIORE La coscienza di Ulisse 1996/97 Silvio FIORE Giulio Pizzirani, Fernando Pannullo<br />
Vittorio FRANCESCHI Pinocchio minore 1963/64 Massimo de VITA Vittorio Franceschi, Sonia Gessner,<br />
Lino Savorani, Carlo Montagna,<br />
Adriana Innocenti<br />
Vittorio FRANCESCHI Gorizia 1916 1966/67 Francesco MACEDONIO Mimmo Lo Vecchio, Oreste Rizzini,<br />
Lino Savorani, Vittorio Franceschi,<br />
Nicoletta Rizzi, Alessandro Galante<br />
Garrone<br />
Vittorio FRANCESCHI Scacco pazzo 1990/91 Nanny LOY Alessandro Haber, Vittorio<br />
Franceschi, Monica Scattini<br />
Vittorio FRANCESCHI Jack lo sventratore 1992/93 Nanni GARELLA Alessandro Haber, Gianna Piaz,<br />
Mariella Valentini, Nicola Pistoia,<br />
Vittorio Franceschi<br />
Carlo Emilio GADDA <strong>Il</strong> guerriero, l’amazzone, 1996/97 Virginio GAZZOLO Virginio Gazzolo, Angela Cardile<br />
lo spirito della poesia nel verso<br />
immortale del Foscolo<br />
Dodo GAGLIARDE Ma cos’è questa crisi? 1996/97 Enrico PROTTI Dodo Gagliarde, Sara Alzetta, Livia<br />
Enrico PROTTI Bonifazi, Paolo Fagiolo,<br />
Maurizio Zacchigna<br />
Vittorio GASSMAN Anima e corpo 1996/97 Vittorio GASSMAN Vittorio Gassman, Luciano Lucignani,<br />
talk show d’addio Attilio Cucari, Marco Alotto,<br />
Emanuele Salce, Antonetta<br />
Capriglione<br />
Vittorio GASSMAN Bugie Sincere 1997/98 Vittorio GASSMAN Ugo Pagliai, Paola Gassman,<br />
Virgilio Zernitz, Michela Cadel,<br />
Alessandra Celi, Lamberto Consani,<br />
Paolo Fagiolo, Gianluigi Fogacci,<br />
Paolo Giovannucci, Tiziano Pelanda,<br />
Enzo Saturni<br />
Giuseppe GIACOSA Tristi amori 1961/62 Sandro BOLCHI Ottorino Guerrini, Marisa Fabbri,<br />
Omero Antonutti, Carlo Bagno<br />
Silvio GIOVANINETTI Gli ipocriti 1956/57 Carlo LODOVICI Giulio Bosetti, Ottorino Guerrini,<br />
Laura Solari, Marisa Mantovani<br />
Nikolaj GOGOL L’ispettore generale 1959/60 Giacomo COLLI Leonardo Cortese, Carlo Bagno,<br />
Cesco Ferro, Pina Cei, Anna<br />
Menichetti, Omero Antonutti<br />
Carlo GOLDONI La donna di garbo 1954/55 Carlo LODOVICI Laura Solari, Luigi Almirante<br />
Carlo GOLDONI La donna di garbo 1978/79 Francesco MACEDONIO Lucilla Morlacchi, Gianni Galavotti,<br />
Carlo Montagna, Franco Mezzera<br />
Carlo GOLDONI La bottega del caffe 1956/57 Carlo LODOVICI Memo Benassi, Ottorino Guerrini,<br />
Giulio Bosetti<br />
Carlo GOLDONI La vedova scaltra 1960/61 Giovanni POLI Anna Miserocchi, Margherita<br />
Guzzinati, Giorgio Valletta, Carlo<br />
Bagno, Omero Antonutti<br />
Carlo GOLDONI Arlecchino 1961/62 Fulvio TOLUSSO Lino Savorani, Margherita<br />
servitore di due padroni Guzzinati, Omero Antonutti, Marisa<br />
Fabbri<br />
99
100 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Carlo GOLDONI Arleccbino 1972/73 Fulvio TOLUSSO Lino Savorani, Giorgio Valletta,<br />
servitore di due padroni Mimmo Lo Vecchio, Gianfranco<br />
Saletta, Ariella Reggio<br />
Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> teatro comico 1964/65 Eriprando VISCONTI Franco Mezzera, Marisa Fabbri,<br />
Nicoletta Rizzi, Egisto Marcucci,<br />
Adriana Innocenti, Vittorio<br />
Franceschi, Lino Savorani<br />
Carlo GOLDONI Tonin Bella grazia 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Lino Toffolo, Mariangela Melato,<br />
Fulvia Gasser, Lino Savorani<br />
Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> bugiardo 1967/68 Gianfranco DE BOSIO Paola Bacci, Elisabetta Bonino,<br />
Leda Palma, Gabriele Lavia, Giulio<br />
Bosetti, Claudio Cassinelli<br />
Carlo GOLDONI Le massere 1970/71 Giovanni POLI Giusy Carrara, Lidia Braico,<br />
Donatella Ceccarello, Anna Maestri,<br />
Lino Savorani, Ariella Reggio<br />
Carlo GOLDONI Sior Todero Brontolon 1975/76 Francesco MACEDONIO Corrado Gaipa, Elsa Vazzoler,<br />
Umberto D’Orsi, Marina Dolfin<br />
Carlo GOLDONI La famiglia dell’antiquario 1976/77 Furio BORDON Regina Bianchi, Michele Abruzzo,<br />
Gianni Galavotti, Anna Bonaiuto,<br />
Geppy Glejeses<br />
Carlo GOLDONI Le donne gelose 1977/78 Francesco MACEDONIO Maria Dolfin, Paolo Bonacelli,<br />
Donatella Ceccarello<br />
Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> mondo della Luna 1982/83 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />
Carlo GOLDONI I Rusteghi 1985/86 Francesco MACEDONIO Giulio Brogi, Valeria Ciangottini,<br />
Anna Teresa Rossini, Margherita<br />
Guzzinati, Giampiero Becherelli,<br />
Alvise Battain, Riccardo Peroni,<br />
Barbara Cupisti<br />
Carlo GOLDONI L’Arcadia in Brenta 1985/86 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />
Carlo GOLDONI L’adulatore 1986/87 Giorgio PRESSBURGER Giulio Brogi, Anna Teresa Rossini,<br />
Anna Campori, Franco Angrisano,<br />
Riccardo Peroni<br />
Carlo GOZZI L ‘augellin belverde 1962/63 Giovanni POLI Renzo Montagnani, Marisa Fabbri,<br />
Oreste Rizzini, Lino Savorani<br />
Carlo COZZI Re Cervo 1965/66 Spiro DALLA PORTA Allievi Scuola di Recitazione<br />
Carlo GOZZI L’amore delle tre melarance 1984/85 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />
Franz GRILLPARZER Medea 1994/95 Nanni GARELLA Ottavia Piccolo, Gianni De Lellis,<br />
Dorotea Aslanidis, Graziano<br />
Piazza, Sara D’Amario, Riccardo<br />
Maranzana, Valeria D’Onofrio<br />
Claudio GRISANCICH Alida Valli che nel 1996/97 Mario LICALSI Orazio Bobbio, Ariella Reggio<br />
Quaranta iera putela<br />
Slavko GRUM Avvenimento 1971/72 Francesco MACEDONIO Franca Nuti, Gina Sammarco,<br />
nella città di Goga Gabriele Lavia, Franco Mezzera<br />
Dante GUARDAMAGNA Delitto e castigo 1972/73 Sandro BOLCHI Ugo Pagliai, Angiola Baggi, Lino<br />
(da DOSTOEVSKIJ) Savorani, Orazio Bobbio, Giorgio<br />
Valletta, Saverio Moriones
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Dante GUARDAMAGNA La breccia 1963/64 Ruggero JACOBBI Oreste Rizzini, Nicoletta Rizzi, Lino<br />
e-Maria Silvia CODECASA Savorani, Franco Mezzera, Massimo<br />
De Vita, Vittorio Franceschi, Marisa<br />
Fabbri<br />
Peter HANDKE Attraverso i villaggi 1984/85 Roberto GUICCIARDINI Marisa Fabbri, Giancarlo Dettori,<br />
Giulio Brogi, Regina Bianchi, Anna<br />
Teresa Rossini<br />
Peter HANDKE L’ora in cui non sapevamo 1994/95 Giorgio PRESSBURGER Livio Bogatec, Patrizia Burul, Stojan<br />
niente l’uno dell’altro Colja, Andreina Garella, Alojz Milic,<br />
Lucka Pockaj, Riccardo Maranzana,<br />
Monica Samassa, Maurizio Soldà, e<br />
con Mariano Rigillo (voce recitante)<br />
Vaclav HAVEL L’opera dello straccione 1975/76 Fulvio TOLUSSO Corrado Gaipa, Marina Dolfin,<br />
Umberto D’Orsi<br />
Hugo von HOFFMANSTHAL La leggenda di Ognuno 1957/58 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Umberto Raho,<br />
Carlo Bagno, Mario Verdani,<br />
Lino Troisi, Marisa Bartoli, Lidia<br />
Lagonegro, Lino Savorani, Mario<br />
Adorf<br />
Arthur HONEGGER Giovanna d’Arco al rogo 1995-96 Antonio CALENDA Daniela Giovanetti, Virginio Gazzolo<br />
e Paul CLAUDEL<br />
Odön von HORVATH Storie del bosco viennese 1977-78 Franco ENRIQUEZ Valeria Moriconi, Corrado Pani, Pina<br />
Cei, Micaela Esdra, Nestor Garay<br />
Odön von HORVATH Fräulein Pollinger 1984-85 Giorgio PRESSBURGER Daniela Mazzucato, Sandro<br />
Massimini, Franco Nebbia<br />
Bohumil HRABAL Una solitudine 1992-93 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Patrizia Burul,<br />
troppo rumorosa Paolo Meloni, Franco Noè, Tiziano<br />
Pelandi<br />
Albert HUSSON La cucina degli angeli 1954-55 Alessandro BRISSONI Laura Solari, Gianni Mantesi, Pietro<br />
Privitera<br />
Henrik IBSEN <strong>Il</strong> piccolo Eyolf 1967/68 Aldo TRIONFO Giulio Bosetti, Franca Nuti, Paola<br />
Bacci, Massimo Gridolfi<br />
Henrik IBSEN Casa di bambola 1973/74 Francesco MACEDONIO Ludovica Modugno, Carlo Montagna,<br />
Mario Maranzana, Delia Bertolucci,<br />
Franco Mezzera<br />
Eugene JONESCO Sicario senza paga 1968/69 Josè QUAGLIO Giulio Bosetti, Marina Bonfigli, Alvise<br />
Battain, Josè Quaglio<br />
Georg KAISER Davide e Golia 1957/58 Sandro BOLCHI Ottorino Guerrini, Enrica Corti,<br />
Carlo Bagno<br />
Georg KAISER <strong>Il</strong> funzionario Krehler 1979/80 Paolo MAGELLI Cecilia Polizzi, Flavio Bucci, Gianni<br />
Galavotti, Micaela Pignatelli<br />
Tullio KEZICH La coscienza di Zeno 1978/79 Franco GIRALDI Renzo Montagnani, Marina Dolfin,<br />
(da I. SVEVO) Gianni Galavotti<br />
Tullio KEZICH Bouvard e Peuchet 1982/83 Giovanni PAMPIGLIONE Mario Maranzana, Vittorio<br />
e Luigi SQUARZINA (da G. FLAUBERT) Franceschi<br />
Heinrich von KLEIST La brocca rotta 1977/78 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Marina Dolfin,<br />
Lino Savorani, Franco Jesurum,<br />
Francesca Muzio<br />
Pavel KOHOUT Roulette 1976/77 Roberto GUICCIARDINI Regina Bianchi, Paolo Graziosi,<br />
Lorenza Guerrieri, Daniele Griggio<br />
101
102 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
Franz Xavier KROETZ Renzo e Anna 1974/75 Furio BORDON Orazio Bobbio, Ariella Reggio<br />
Eugene LABICHE La Cagnotte 1959/60 Giacomo COLLI Leonardo Cortese, Omero Antonutti,<br />
Lino Savorani, Pina Cei<br />
Stefano LAURI Hänsel e Gretel 1967/68 Ugo AMODEO Edoardo Zammarchi, Maria Pia<br />
(dai F.lli Grimm) Bellizzi, Mimmo Lo Vecchio, Mariella<br />
Terragni<br />
Vladimiro LISIANI Un buso in mia contrada 1969/70 Francesco MACEDONIO Lidia Braico, Ariella Reggio, Cip<br />
Barcellini, Franco Rossi, Giorgio<br />
Valletta, Giusy Carrara, Fulvia<br />
Gasser, Gianfranco Saletta<br />
Enrico LUTTMANN Sonno 2002/03 Marco CASAZZA Paola Bonesi, Marco Casazza,<br />
Adriano Giraldi, Enrico Luttmann,<br />
Lorenzo Michelli, Alessandro Mizzi,<br />
Andrea Orel, Mariella Terragni<br />
Giuseppe MAFFIOLI Del povaro soldato 1965/66 Giuseppe MAFFIOLI Vittorio Franceschi, Oreste Rizzini,<br />
(da RUZANTE) Nicoletta Rizzi<br />
Claudio MAGRIS Stadelmann 1990/91 Egisto MARCUCCI Tino Schirinzi, Barbara Valmorin,<br />
Gianni De Lellis<br />
Claudio MAGRIS La mostra 2002/03 Antonio CALENDA Roberto Herlitzka, Mario Maranzana<br />
Curzio MALAPARTE Das Kapital 1981/82 Franco GIRALDI Mario Maranzana, Vittorio<br />
Franceschi, Margherita Guzzinati<br />
Libero MAZZI Trieste con tanto amore 1968/69 Giulio BOSETTI Cesco Baseggio, Giulio Bosetti,<br />
Franca Nuti, Luigi Vannucchi<br />
Libero MAZZI Omaggio ai poeti triestini: 1971/72 Franca Nuti, Franco Mezzera<br />
Camber Barni<br />
Arthur MILLER <strong>Il</strong> crogiuolo 1974/75 Sandro BOLCHI Marina Dolfin, Giorgio Valletta, Lino<br />
Troisi, Ludovica Modugno, Franco<br />
Mezzera<br />
Sergio MINIUSSI L’anno della peste 1959/60 Ugo AMODEO Dario Mazzoli, Mario Licalsi, Giorgio<br />
Valletta, Dario Penne, Franco<br />
Jesurum<br />
Sergio MINIUSSI Dialoghi con Leucò 1963/64 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Egisto Marcucci,<br />
e Aldo TRIONFO (da PAVESE) Nicoletta Rizzi, Franco Mezzera,<br />
Oreste Rizzini<br />
MOLIERE Don Giovanni 1971/72 Giulio BOSETTI Giulio Bosetti, Lino Savorani, Paola<br />
Bacci, Giampiero Becherelli, Cesare<br />
Gelli<br />
Ferenc MOLNAR La leggenda di Liliom 1959/60 Leonardo CORTESE Leonardo Cortese, Anna Menichetti,<br />
Lidia Lagonegro, Omero Antonutti,<br />
Pina Cei, Lino Savorani<br />
Robert MUSIL Vinzenz e l’amica 1963/64 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Vittorio Franceschi,<br />
degli uomini importanti Franco Mezzera<br />
Alfred de MUSSET I capricci di Marianna 1956/57 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Giulio Bosetti, Cesco<br />
Ferro, Ottorino Guerrini<br />
Aldo NICOLAI Gli asini magri 1960/61 Sandro BOLCHI Luciano Alberici, Marisa Fabbri,<br />
Anna Miserocchi, Margherita<br />
Guzzinati, Omero Antonutti, Rino<br />
Romano, Carlo Bagno<br />
Clifford ODETS La ragazza di campagna 1958/59 Franco ENRIQUEZ Gianmaria Volontè, Ottorino<br />
Guerrini, Enrica Corti
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
John OSBORNE Motivo di scandalo 1965/66 Raffaele MAIELLO Egisto Marcucci, Nicoletta Rizzi, Lino<br />
e riflessione Savorani, Vittorio Franceschi<br />
John OSBORNE Un patriota per me 1996/97 Giancarlo COBELLI Massimo Belli<br />
Alcide PAOLINI Lezione di tiro 1973/74 Furio BORDON Giampiero Becherelli, Antonella<br />
Marchi, Stefano Lescovelli<br />
Pier Paolo PASOLINI Calderon 1979/80 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Marina Dolfin,<br />
Gianni Galavotti, Francesca Muzio<br />
Pier Paolo PASOLINI I Turcs tal Friùl 1994/95 Elio DE CAPITANI Lucilla Morlacchi, Fabiano Fantini,<br />
Renato Rinaldi, Giovanni Visentin<br />
John PATRICK Attimo fermati, sei bello! 1954/55 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Pietro Privitera, Grazia<br />
Migneco, Gianni Mantesi<br />
Franco PERO’ Winckelmann: “Finalmente 1996/97 Franco PERO’ Giulio Brogi, Massimo De Rossi<br />
verrà la quiete”<br />
Aldo PERRINI Non si dorme a Kirkwall 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Pietro Privitera, Isabella Riva,<br />
Marisa Mantovani, Mario Bardella,<br />
Lino Savorani<br />
Harold PINTER Tradimenti 1988/89 Furio BORDON Paola Bacci, Giampiero Bianchi,<br />
Paolo Bonacelli<br />
Luigi PIRANDELLO Lumie di Sicilia 1955/56 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Marisa Mantovani,<br />
Isabella Riva<br />
Luigi PIRANDELLO Ma non è una cosa seria 1956/57 Carlo LODOVICI Ottorino Guerrini, Giulio Bosetti,<br />
Marisa Mantovani, Cesco Ferro, Lino<br />
Savorani<br />
Luigi PIRANDELLO Questa sera 1958/59 Franco ENRIQUEZ Paola Borboni, Gianmaria Volontè,<br />
si recita a soggetto Margherita Guzzinati<br />
Luigi PIRANDELLO Questa sera 1986/87 Giuseppe Mariano Rigillo, Paola Bacci,<br />
si recita a soggetto PATRONI GRIFFI Leopoldo Mastelloni, nella ripresa<br />
Vittorio Caprioli, Giovanni Crippa,<br />
Laura Marinoni<br />
Luigi PIRANDELLO L’imbecille-La patente 1959/60 Fulvio TOLUSSO Carlo Bagno, Dario Mazzoli, Lino<br />
La giara Savorani, Mimmo Lo Vecchio, Giorgio<br />
Valletta<br />
Luigi PIRANDELLO Sei personaggi 1960/61 Giuseppe DI MARTINO Marisa Fabbri, Anna Miserocchi,<br />
in cerca d’autore Margherita Guzzinati, Lino Savorani,<br />
Carlo Bagno<br />
Luigi PIRANDELLO Sei personaggi 1987/88 Giuseppe Vittoriti Caprioli, Mariano Rigillo,<br />
in cerca d’autore PATRONI GRIFFI <strong>Il</strong>aria Occhini, Giovanni Crippa,<br />
Laura Marinoni, Caterina Boratto<br />
Luigi PIRANDELLO Così è se vi pare 1961/62 Sandro BOLCHI Gianni Musy, Gina Sammarco, Mario<br />
Pisu, Margherita Guzzinati, Marisa<br />
Fabbri, Omero Antonutti<br />
Luigi PIRANDELLO Enrico IV 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Renzo Ricci, Eva Magni, Mariangela<br />
Melato<br />
Luigi PIRANDELLO Non si sa come 1969/70 Josè QUAGLIO Giulio Bosetti, Anna Maria Gherardi,<br />
Giampiero Becherelli<br />
Luigi PIRANDELLO Ciascuno a modo suo 1988/89 Giuseppe Mariano Rigillo, <strong>Il</strong>aria Occhini,<br />
PATRONI GRIFFI Giovanni Crippa, Laura<br />
Marinoni,Vittorio Caprioli<br />
Stefano PIRANDELLO La scuola dei padri 1954/55 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Carla Bizzarri,<br />
Gianni Mantesi<br />
103
104 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
PLAUTO Anfitrione 1955/56 Ottavio SPADARO Mario Mariani, Marisa Mantovani,<br />
Mario Bardella<br />
Giovanni POLI La commedia degli Zanni 1967/68 Giovanni POLI Franco Jesurum, Mimmo Lo Vecchio,<br />
Orazio Bobbio, Giorgio Valletta,<br />
Gabriele Lavia, Lidia Braico, Mario<br />
Valgoi, Salvo Anselmo, Leda Palma<br />
Giovanni POLI L’alfabeto dei villani 1971/72 Giovanni POLI Aldo Bonato, Daniela Foà, Michela e<br />
Sandra Martni, Mario Zanotto<br />
Marco PRAGA Le vergini 1955/56 Ottavio SPADARO Mario Mariani, Mario Bardella,<br />
Marisa Mantovani, Lino Savorani<br />
Giorgio PRESSBURGER Karl Valentin Kabarett 1980/81 Giorgio PRESSBURGER Vittorio Caprioli, Gianni Galavotti,<br />
Paolo Rossi, Jole Si/vani<br />
Giorgio PRESSBURGER Eroe di scena 1985/86 Giorgio PRESSBURGER Carlo Simoni, Lea Padovani, Aldo<br />
fantasma d’amore (Moissi) Reggiani, Claudio Gora, Lidia<br />
Kozlovich, Gian Paolo Poddighe<br />
Stanislawa PRZYBYZEWSKA L’affare Danton 1982-83 Maciej KARPlNSKY Mario Maranzana, Vittorio Franceschi<br />
e Andrzej WAJDA<br />
RECITAL di Paola Borboni 1958/59<br />
RECITAL di Diana Torrieri 1959/69<br />
RECITAL di Paola Borboni Fantasia in nero 1959/69<br />
RECITAL di Paola Borboni 1960/61<br />
RECITAL di Marisa Fabbri 1963/64<br />
Antonio RICCARDINI L’ultimo de carneval 1971/72 Francesco MACEDONIO Mimmo Lo Vecchio, Orazio Bobbio,<br />
Ariella Reggio, Giorgio Valletta<br />
Franco Jesurum, Luciano Virgilio,<br />
Marino Masè<br />
Renzo ROSSO <strong>Il</strong> pianeta indecente 1983/84 Roberto GUICCIARDINI Giulio Brogi, Leda Negroni, Anna<br />
Teresa Rossini<br />
William SAROYAN I giorni della vita 1956/57 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Marisa<br />
Mantovani, Cesco Ferro, Camillo<br />
Milli, Giulio Bosetti, Vittorio Congia,<br />
Lino Troisi<br />
Jean-Paul SARTRE Nekrassov 1969/70 Ernesto GUIDA Giulio Bosetti, Mario Pisu,<br />
Marianella Laszlo, Lino Savorani,<br />
Gianni Musy<br />
Friedrich SCHILLER Intrigo e amore 1993/94 Nanni GARELIA Ottavia Piccolo, Dorotea Aslanidis,<br />
Gianni De Lellis, Graziano Piazza,<br />
Virginio Gazzolo<br />
Eric-Emmanuel SCHMITT <strong>Il</strong> visitatore 1995/96 Antonio CALENDA Turi Ferro, Kim Rossi Stuart, Sabina<br />
(traduzione: Enzo SICILIANO) Vannucchi, Sergio Tardioli<br />
Arthur SCHNITZLER Anatol 1975/76 Roberto GUICCIARDINI Gabriele Lavia, Manuela<br />
Kustermann, Virgilio Zernitz<br />
Arthur SCHNITZLER Anatol 1992/93 Nanni GARELLA Roberto Sturno, Gianni De Lellis,<br />
Sara Alzetta, Monica Bucciantini,<br />
Nicoletta Corradi, Alvia Reale,<br />
Stefania Barca<br />
Arthur SCHNITZLER Casanova a Spa 1987/88 Luca de FUSCO Mariano Rigillo, Vittorio Franceschi,<br />
Anna Teresa Rossini, Giampiero<br />
Becherelli
Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
William SHAKESPEARE Molto rumore per nulla 1957/58 Franco ENRIQUEZ Enrica Corti, Antonio Pierfederici<br />
Lino Troisi, Ottorino Guerrini, Carlo<br />
Bagno<br />
William SHAKESPEARE La bisbetica domata 1958/59 Franco ENRIQUEZ Enrica Corti, Ottorino Guerrini,<br />
Carlo Bagno, Gianmaria Volontè,<br />
Lino Savorani, Cesco Ferro,<br />
Margherita Guzzinati<br />
William SHAKESPEARE La dodicesima notte 1960/61 Giovanni POLI Carlo Bagno, Ottorino Guerrini,<br />
Marisa Fabbri, Anna Miserocchi,<br />
Margherita Guzzinati, Omero<br />
Antonutti<br />
William SHAKESPEARE Come vi garba 1964/65 Eriprando VISCONTI Marisa Fabbri, Nicoletta Rizzi,<br />
Franco Mezzera, Lino Savorani,<br />
Vittorio Franceschi<br />
William SHAKESPEARE Otello 1965/66 Beppe MENEGATTI Luigi Vannucchi, Nicoletta Rizzi,<br />
Egisto Marcucci, Vittorio Franceschi,<br />
Oreste Rizzini<br />
William SHAKESPEARE Otello 2001/02 Antonio CALENDA Michele Placido, Sergio Romano,<br />
Giancarlo Cortesi, Giorgio Lanza,<br />
Rossana Mortara, Valentina Valsania<br />
William SHAKESPEARE Macbeth 1966/67 Tino BUAZZELLI Tino Buazzelli, Paola Mannoni,<br />
Egisto Marcucci<br />
William SHAKESPEARE Riccardo III 1989/90 Gabriele LAVIA Gabriele Lavia, Monica Guerritore,<br />
Dorotea Aslanidis, Gianni De Lellis,<br />
Barbara Valmorin, Giorgio Crisafi<br />
William SHAKESPEARE Riccardo II 1991/92 Glauco MAURI Roberio Sturno, Gianni Galavotti,<br />
Ireneo Petruzzi, Donatello Falchi<br />
William SHAKESPEARE Riccardo III 1996/97 Antonio CALENDA Franco Branciaroli, Lucilla<br />
Morlacchi, Anita Bartolucci, Giorgio<br />
Bonino, Gea Lionello, Antonio Zanol<br />
etti<br />
William SHAKESPEARE Amleto 1998/99 Antonio CALENDA Kim Rossi Stuart, Gianni Musy,<br />
Osvaldo Ruggieri, Alvia Reale, Gianfr<br />
anco Varetto, Rossana Mortara<br />
George Bernard SHAW L’uomo del destino 1956/57 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Giulio Bosetti, Cesco<br />
Ferro<br />
Georges SHEHADE La storia di Vasco 1962/63 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Renzo Montagnani,<br />
Vittorio Franceschi, Massimo De Vita<br />
Valeria SISTO COMAR La santa calce 1965/66 Anna GRUBER Nicoletta Rizzi, Ottavio Di Donato,<br />
Giorgio Valletta, Lino Savorani,<br />
Tonino Pavan, Stella Migliore<br />
SOFOCLE Elettra Estate ’64 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Fosco Giacchetti,<br />
Adriana Innocenti, Franco Mezzera,<br />
Egisto Marcucci, Nicoletta Rizzi,<br />
Paola Boccardo<br />
SOFOCLE Edipo a Colono Estate ’66 Edmo FENOGLIO Tino Buazzelli, Roldano Lupi, Giulia<br />
Lazzarini, Raul Grassilli, Paola<br />
Mannoni, Tino Bianchi, Omero<br />
Antonutti<br />
105
106 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />
SOFOCLE Edipo a Colono 1996/97 Antonio CALENDA Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti,<br />
scrittura rievocativa Ester Galazzi, Dodo Gagliarde,<br />
di Ruggero CAPPUCCIO Gino Monteleone, Paolo Fagiolo,<br />
Stefano Galante, Antonio Tallura, M<br />
aurizio Zacchigna<br />
SOFOCLE Edipo Re 1967/68 Orazio COSTA Giulio Bosetti, Franca Nuti, Mario<br />
Valgoi, Gabriele Lavia<br />
Marko SOSIC Ballerina Ballerina 1996/97 Branko ZAVRSAN Lucka Pockaj<br />
Luigi SQUARZINA Tre quarti di lana 1961/62 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Gianni Musy, Omem<br />
Antonutti, Mario Maranzana, Omera<br />
Lazzari<br />
Luigi SQUARZINA Romagnola 1964/65 Eriprando VISCONTI Adriana Innocenti, Vittorio<br />
Franceschi, Franco Mezzera<br />
Luigi SQUARZINA e Tullio KEZICH (Vedi Tullio KEZICH)<br />
August STRINDBERG <strong>Il</strong> pellicano 1980/81 Gabriele LAVIA Gabriele Lavia, Lea Padovani, Carlo<br />
Simoni, Paola Pitagora<br />
Italo SVEVO Inferiorità 1955/56 Ottavio SPADARO Filippo Scelzo, Mario Bardella<br />
Italo SVEVO Un marito 1960/61 Sandro BOLCHI Luciano Alberici, Anna Miserocchi,<br />
Omero Antonutti, Marisa Fabbri,<br />
Margherita Guzzinati<br />
Italo SVEVO L’avventura di Maria 1968/69 Aldo TRIONFO Franca Nuti, Gianni Galavotti,<br />
Massimo De Francovich, Paola Bacci<br />
Italo SVEVO Terzetto spezzato 1973/74 Furio BORDON Giampiero Becherelli, Stefano<br />
Lescovelli, Antonella Marchi<br />
Italo SVEVO Caro bonbon 1990/91 Marco SCIACCALUGA Massimo De Francovich<br />
Italo SVEVO L’avventura di Maria 1995/96 Nanni GARELLA Gabriele Ferzetti, Patrizia Zappa<br />
Mulas, Gianni De Lellis, Giorgio<br />
Lanza, Umberto Raho, Stefania<br />
Stefanin, Riccardo Maranzana,<br />
Barbara Trost, Daniele Bonnes<br />
Italo SVEVO Senilità 1997/98 Francesco MACEDONIO Roberto Herlitzka, Lucka Pockaj, Alvia<br />
adattamento di Alberto BASSETTI Reale<br />
John Milhngton SYNGE <strong>Il</strong> furfantello dell’ovest 1961/62 Fulvio TOLUSSO Gino Cavalieri, Gianni Musy, Carlo<br />
Bagno, Gina Sammarco, Marisa<br />
Fabbri, Omero Antonutti<br />
Carlo TERRON Avevo più stima dell’idrogeno 1959/60 Mario MARANZANA Pina Cei, Omero Antonutti, Dario<br />
Penne<br />
Charles THOMAS Jenny nel frutteto 1955/56 Ottavio SPADARO Marisa Mantovani, Mario Bardella<br />
Sergio TOFANO (Stò) Una losca congiura 1955/56 Spiro DALLA PORTA Allievi della Scuola di Recitazione<br />
ovvero Barbariccia contro Bonaventura<br />
Sergio TOFANO (Stò) L’isola dei pappagalli 1956/57 Spiro DALLA PORTA Maria Grazia Spinazzi, Cesco Ferro<br />
Sergio TOFANO (Stò) Bonaventura, 1957/58 Spiro DALLA PORTA Allievi<br />
veterinario per forza della Scuola di Recitazione<br />
Fulvio TOMIZZA Vera Verk 1962/63 Fulvio TOLUSSO Paola Borboni, Fosco Giachetti,<br />
Marisa Fabbri, Edda Valente, Renzo<br />
Montagnani, Lino Savorani<br />
Fulvio TOMIZZA La storia di Bertoldo 1968/69 Giovanni POLI Franco Mezzera, Marina Bonfigli,<br />
Alvise Battain, Lino Savorani
Fulvio TOMIZZA L’idealista (da I. CANKAR) 1976/77 Francesco MACEDONIO Corrado Pani, Leda Negroni, Carlo<br />
Cattaneo, Nestor Garay<br />
Aldo TRIONFO e Sergio MINIUSSI (vedi Sergio MINIUSSI)<br />
Aldo TRIONFO Sandokan, Yanez e i tigrotti 1969/70 Aldo TRIONFO Giulio Brogi, Claudia Giannotti,<br />
e Tonino CONTE della Malesia alla conquista Lino Savorani, Franco Mezzera,<br />
della Perla di Labuan (da Salgari) Antonio Francioni, Franco Jesurum,<br />
Orazio Bobbio, Saverio Moriones,<br />
Mimmo Lo Vecchio<br />
Aldo TRIONFO Margherita Gautier: 1970/71 Aldo TRIONFO Valeria Moriconi, Lia Zoppelli,<br />
e Tonino CONTE la dame aux camelias (da Dumas) Gianni Agus, Ennio Balbo, Rodolfo<br />
Baldini<br />
David Maria TUROLDO <strong>Il</strong> martirio di Lorenzo 1965/66 Giuseppe MAFFIOLI Egisto Marcucci, Vittorio Franceschi,<br />
Enrico d’Amato<br />
Heinrich von KLEIST Anfitrione 2001/02 Shahroo KHERADMAND Roberto Herlitzka,<br />
Giorgio Lanza, Rossana Mortara<br />
Franz WEDEKIND <strong>Il</strong> Marchese von Keith 1979/80 Nino MANGANO Luigi Diberti, Valeria Ciangottini,<br />
Pietro Biondi, Gianni Galavotti<br />
Tennessee WILLIAMS Zoo di vetro 1979/80 Tatiana PAVLOVA Tatiana Pavlova, Marisa Mantovani,<br />
Paolo Privitera, Mario Mariani<br />
Tennessee WILLIAMS Lo zoo di vetro 1989/90 Furio BORDON Piera Degli Esposti, Franco<br />
Castellano, Diego Ribon, Beatrice<br />
Visibelli<br />
Carl ZUCKMAYER <strong>Il</strong> capitano di Köpenik 1973/74 Sandro BOLCHI Renato Rascel, Lino Savorani, Elio<br />
Crovetto, Nino Pavese<br />
107
108<br />
Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia<br />
«Teatro Copioni»: la prima collana di volumi del Teatro Stabile<br />
Del Bianco Editore<br />
1. “<strong>Il</strong> piccolo Eyolf”<br />
di Henrik Ibsen. Versione di Gennaro Pistilli. Note di Francesco Macedonio alla regia di Aldo Trionfo<br />
2. “La storia di Bertoldo”<br />
di Fulvio Tomizza (da Giulio Cesare Croce). Note di regia di Giovanni Poll<br />
3. “<strong>Il</strong> mio Carso”<br />
4. “I nobili ragusei”<br />
di Scipio Slataper. Riduzione per le scene di Furio Bordon. Note di regia di Francesco Macedonio<br />
di Marino Darsa. Prima versione italiana di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna<br />
5. “Sandokan Yanez e i tigrotti della Malesia alla conquista della Perla di Labuan”<br />
di Aldo Trionfo e Tonino Conte (da Emilio Salgari)<br />
6. “Margherita Gautier la Dame aux camélias”<br />
di Aldo Trionfo e Tonino Conte (da Alessandro Dumas figlio).<br />
Note di Alessandro Giupponi alla regia di Aldo Trionfo<br />
7. “Don Giovanni”<br />
di Molière. Traduzione di Giulio Bosetti.<br />
8. “Amico sciacallo. Canto e controcanto”<br />
Due commedie di Furio Bordon<br />
9. “Delitto e castigo”<br />
da Dostoevskij.<br />
Riduzione teatrale in 2 tempi di Dante Guardamagna<br />
10. “<strong>Il</strong> capitano di Köpenick”<br />
di Zuckmayer.<br />
Versione italiana di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna<br />
I «Quaderni» pubblicati dal Teatro Stabile<br />
12. Svevo “per noi” oggi<br />
La coscienza di Zeno<br />
13. Arbuzov: la santa ingenuità del teatro<br />
Vecchio mondo<br />
14. Carlo Goldoni “Una donna di garbo”<br />
15. Georg Kaiser <strong>Il</strong> funzionario Krehler: alla ricerca dell’tiomo nuovo<br />
16. Franz Wedekind “<strong>Il</strong> marchese von Keith”<br />
17. L’uso della vita<br />
Calderon di Pasolini<br />
Le pubblicazioni
18. August Strindberg: la bellezza tragica della vita<br />
<strong>Il</strong> pellicano<br />
19. Karl Valentin “Cabaret”<br />
20. Eduardo: vita di un attore comico<br />
21. Le marionette di Vittorio Podrecca<br />
22. Curzio Malaparre “Das Kapital”<br />
23. “L’affare Danton” di Stanislava Przbyzewska<br />
24. Le marionette di Podrecca<br />
<strong>Il</strong> mondo della luna di C. Goldoni<br />
25. “Bouvard e Pouchet” di Tullio Kezich e Luigi Squarzina (da Gustave Flaubert)<br />
26. Dürrenmatt “Romolo il grande”<br />
27. “<strong>Il</strong> pianeta indecente”<br />
28. “L’amore delle tre melarance”<br />
29. “Fraulein Pollinger”<br />
30. “Attraverso i villaggi”<br />
31. “I Rusteghi” di Carlo Goldoni<br />
32. “Eroe di scena fantasma d’amore (Moissi)”<br />
33. “Baal”<br />
34. “L’adulatore”<br />
35. “Questa sera si recita a soggetto”<br />
36. “Casanova a Spa”<br />
37. “Beckett concerto”<br />
38. “Sei personaggi in cerca d’autore”<br />
39. “Ciascuno a suo modo”<br />
40. Harold Pinter “Tradimenti”<br />
41. “Riccardo III”<br />
I «Quaderni» del Teatro Stabile - Art& e Arti Grafiche Friulane<br />
42. America del ‘900<br />
Lo zoo di vetro<br />
43. “<strong>Il</strong> viaggio incantato”<br />
109
110 44. Vittorio Franceschi “Scacco pazzo”<br />
45. <strong>Il</strong> pianeta degli ultimi anni<br />
Stadelmann di Claudio Magris<br />
45 bis. “Caro bonbon”<br />
dall’Epistolario e dall’Album di famiglia di Italo Svevo<br />
46. William Shakespeare “Riccardo II”<br />
47. “Oblomov” di Ivan Goncarov, adattamento teatrale di Furio Bordon<br />
48. “Jack lo sventratore”<br />
di Vittorio Franceschi<br />
49. “Una solitudine troppo rumorosa”<br />
di Bobumil Hrabal, versione teatrale di Giorgio Pressburger<br />
50. “Anatol”<br />
51. “L’idiota”<br />
di Arthur Schnitzler, versione italiana di Furio Bordon<br />
di F. M. Dostoevskij, adattamento teatrale di Furio Bordon su un’ipotesi drammaturgica di Padre D. Maria Turoldo<br />
52. “Intrigo e amore”<br />
di Friedrich Schiller, traduzione di Aldo Busi<br />
53. “Medea”<br />
di Franz Grillparzer, traduzione di Claudio Magris<br />
54. “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro”<br />
di Peter Handke, testi di Mario Brandolin, Peter Handke, Giorgio Pressburger, Sabrina Morena, Rolando Zorzi<br />
55. “I Turcs tal Friúl”<br />
di Pier Paolo Pasolini, testi di Pier Paolo Pasolini, Gianfranco Contini, Novella Cantarutti, Nico Naldini, Elio De<br />
Capitani<br />
56. “L’avventura di Maria”<br />
di Italo Svevo, testi di Antonio Calenda, Nanni Garella, Franca Nuti, Ruggero Rimini, Italo Svevo, Patrizia Zappa Mulas<br />
I «Quaderni» del Teatro pubblicati dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
57. “Anima e Corpo” (2 ediz.)<br />
di Vittorio Gassman, testi di Antonio Calenda, Roberto De Monticelli, Giacomo Gambetti, Vittorio Gassman, Maria<br />
Grazia Gregori, Rita Sala<br />
58. Gigi Proietti: un attore e il suo teatro<br />
testi di Mario Brandolin, Antonio Calenda, Roberto De Monticelli, Rita Sala<br />
59. “Un’indimenticabile serata ovvero gli asparagi e l’immortalità dell’anima”<br />
da Achille Campanile, testi di Carlo Bo, Antonio Calenda, Oreste Del Buono, Franco Quadri, Enzo Siciliano
60. “Edipo a Colono”<br />
di Sofocle, scrittura rievocativa di Ruggero Cappuccio, testi di Antonio Calenda, Ruggero Cappuccio<br />
61. “Bugie Sincere”<br />
di Vittorio Gassman, testi di Vittorio Gassman, Ruggero Cappuccio, Peter Brown<br />
62. “Irma la dolce”<br />
di Alexandre Breffort - Marguerite Monnot, testi di Rita Sala, Danilo Soli, Didier C. Deutsch<br />
63. “Senilità”<br />
da Italo Svevo, adattamento teatrale di Alberto Bassetti, testi di Italo Svevo, Alberto Bassetti, Daniele Del Giudice,<br />
Mario Brandolin<br />
64. “Riccardo III” di William Shakespeare, traduzione di Patrizia Valduga, testi di Mario Brandolin, Alessandro Serpieri, Giovanna<br />
65. “Amleto”<br />
Mochi, Patrizia Valduga<br />
di William Shakespeare, traduzione di Agostino Lombardo, testi di Mario Brandolin, Agostino Lombardo, Alessandro<br />
Serpieri, Roberta Gefter Wondrich, Renzo S. Crivelli, Giuseppina Restivo, Guido Botteri<br />
66. “Ma che c’entra Peter Pan?”<br />
di Alberto Bassetti<br />
67. “Rappresentazione della Passione”<br />
elaborazione drammaturgica di Antonio Calenda, testi di Odoardo Bertani, Guido De Monticelli, Angelo Mandorlo,<br />
Renzo Tian<br />
68. “Antigone” di Jean Anouilh, versione italiana di Furio Bordon, testi di Furio Bordon, Antonio Calenda, <strong>Il</strong>aria Lucari<br />
69. I Piccoli di Podrecca<br />
70. “Agamennone” e “Coefore”<br />
di Eschilo, traduzione di Manara Valgimigli, testi di Antonio Calenda, Caterina Barone, <strong>Il</strong>aria Lucari<br />
Edizioni speciali<br />
“<strong>Il</strong> nuovo vecchio <strong>Rossetti</strong>”<br />
a cura di Guido Botteri e Stefano Curti<br />
111
112<br />
Teatro Stabile<br />
del Friuli-Venezia Giulia<br />
Arnaldo NINCHI<br />
presidente<br />
Rodolfo CASTIGLIONE<br />
vicepresidente<br />
Tiziana BENUSSI<br />
Francesco MARANGON<br />
Piero MARTINUZZI<br />
Antonio PAOLETTI<br />
Rossana POLETTI<br />
consiglieri<br />
collegio dei revisori<br />
Cosimo CECERE<br />
presidente<br />
Giuseppe DI BARTOLO ZUCCARELLO<br />
Paolo MUSOLLA<br />
soci<br />
Comune di Trieste<br />
Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia<br />
Provincia di Gorizia<br />
Provincia di Pordenone<br />
Provincia di Trieste<br />
Provincia di Udine<br />
Camera di Commercio Industria<br />
Artigianato e Agricoltura di Trieste<br />
Unicredit Banca Spa Divisione CRTrieste<br />
Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />
Viale XX Settembre, 45<br />
34126 TRIESTE<br />
tel. 040.3593511<br />
fax 040.3593555<br />
www.ilrossetti.it<br />
e-mail info@ilrossetti.it<br />
Antonio CALENDA<br />
direttore<br />
Sergio DOVGAN<br />
responsabile amministrazione<br />
Paolo GIOVANAZZI<br />
responsabile tecnico<br />
Stefano CURTI<br />
responsabile marketing e comunicazione<br />
Roberta TORCELLO<br />
responsabile produzione<br />
Lucia DUSSI<br />
Diego PECAR<br />
Daniela SFERCO<br />
ufficio amministrazione<br />
Massimo CARLI<br />
Flavio DOGANI<br />
Giuliano GIONCHETTI<br />
Rosaria SCHIRALDI<br />
Roberto STAREC<br />
Massimo TATARELLA<br />
Carlo TURETTA<br />
Giorgio ZARDINI<br />
Radivoi ZOBIN<br />
ufficio tecnico<br />
Emmanuele BONNES<br />
Oriana CRESSI<br />
Marzia GALANTE<br />
<strong>Il</strong>aria LUCARI<br />
ufficio marketing e comunicazione<br />
Giampaolo ANDREUTTI<br />
Alida PECCHIAR<br />
ufficio produzione<br />
Ada D’ACCOLTI<br />
Bruno BOBINI<br />
ufficio segreteria<br />
L’organigramma 2003-2004