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Eumenidi - Il Rossetti

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I Quaderni del Teatro<br />

<strong>Eumenidi</strong><br />

di Eschilo<br />

traduzione di Manara Valgimigli<br />

diretto da Antonio Calenda


<strong>Eumenidi</strong><br />

di Eschilo<br />

diretto da Antonio Calenda


Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti


Note di regia<br />

Ogni confronto con la drammaturgia di Eschilo<br />

rappresenta un’imponente avventura sul piano<br />

delle idealità teatrali: in particolare ciò vale<br />

per l’Orestea che ci apprestiamo a concludere<br />

ora, con la messinscena di <strong>Eumenidi</strong>. Un lavoro<br />

che completa la splendida esperienza artistica,<br />

iniziata dallo Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

in collaborazione con l’Istituto Nazionale del<br />

Dramma Antico nel 2001, con l’allestimento di<br />

Agamennone e Coefore e che – come è accaduto<br />

per questi primi due fortunati spettacoli – dopo<br />

il debutto al Teatro Greco di Siracusa giunge ora<br />

sull’amato palcoscenico del Politeama <strong>Rossetti</strong>.<br />

Unica e preziosissima trilogia pervenutaci dal-<br />

l’antichità, l’Orestea è una trasposizione metafo-<br />

rica del cammino – irto di lacerazioni e tormenti<br />

– che l’uomo greco deve compiere per giungere<br />

a necessarie conquiste ideologiche, filosofiche, di<br />

conoscenza.<br />

In ciò il senso più alto della tragedia antica: che è<br />

paradossalmente un monumento d’immensa pre-<br />

gnanza poetica e concettuale, costruito per espri-<br />

mere la consapevolezza del non-senso dell’esisten-<br />

za umana e l’inabilità dell’uomo alla conoscenza,<br />

se non a prezzo di durissime sofferenze.<br />

L’intero dramma di Oreste e del suo genos è<br />

riconducibile, infatti, alla coesistenza di due<br />

opposte religioni: da un lato quella ctonia, gover-<br />

nata dalla dea Gea (di cui Zeus era solo paredro)<br />

che rifletteva il profilo d’una società primitiva e<br />

matriarcale, dall’altro la religione olimpica, pron-<br />

ta a rispondere alle nuove esigenze della polis,<br />

nella prospettiva della “responsabilità dell’indivi-<br />

duo” e della “certezza del diritto”.<br />

Costruito fin dall’inizio come indagine sulla nasci-<br />

ta del concetto di giustizia (linea cui si sono poi<br />

intrecciati altri temi di grande interesse, quale<br />

quello del “ritorno” nostos, della guerra, del-<br />

l’insensatezza dell’esistenza) il nostro progetto<br />

sull’Orestea, trova in <strong>Eumenidi</strong> una necessaria<br />

conclusione: la composizione di un dissidio che<br />

attanagliava l’uomo greco, il superamento di un<br />

empasse che salva la polis – e potremmo dire la<br />

civiltà occidentale – dall’incertezza del diritto, dal<br />

deinòn oscuro e antico della violenza incontrol-<br />

lata, dal perpetuarsi del delitto di sangue e della<br />

vendetta.<br />

<strong>Il</strong> “vivi uomo” che Atena rivolge a Oreste – esem-<br />

pio ante litteram dell’istituto giuridico di “aequi-<br />

tas”, che solo nel diritto romano troverà appli-<br />

cazione – libera per sempre l’individuo dal tor-<br />

mento di non sapere come sarà giudicato il suo<br />

agire e suggella uno dei fondamenti di ogni civiltà<br />

moderna.<br />

di Antonio Calenda<br />

Coefore si chiudeva in un clima d’angoscia:<br />

Oreste, seguendo il monito del dio olimpico<br />

Apollo, ha, infatti, compiuto vendetta e ucciso<br />

la propria madre, Clitemestra, rea dell’assassinio<br />

di Agamennone. Lo spargimento di sangue fem-<br />

minile è però una colpa che la religione ctonia<br />

condanna con la persecuzione delle Erinni, di cui<br />

intuivamo la presenza, sul finale dello spettacolo.<br />

In <strong>Eumenidi</strong> si conosce come Oreste, inseguito<br />

dalle terribili dee del rimorso, giunga a Delfi e<br />

riceva il conforto di Apollo, che però non può<br />

salvarlo attraverso un atto definitivo, perché l’im-<br />

pervio e contraddittorio percorso di Oreste può<br />

trovare una soluzione condivisa solo davanti ad<br />

Atena e all’istituzione dell’Areopago. Solo in que-<br />

sto modo, gli avvenimenti privati del suo genos<br />

5


6<br />

possono diventare emblematici per i cittadini<br />

ateniesi; solo così – terrorizzata dal deinòn, dalla<br />

paura che può servire da freno all’intolleranza<br />

e alla tracotanza dell’uomo – la polis può essere<br />

spinta a mutare, accogliendo il monito di Atena,<br />

e impegnandosi perché un dissidio simile a quello<br />

di Oreste non abbia più a ripetersi.<br />

Eschilo è in questo caso portatore di un messag-<br />

gio importante: insegna all’uomo – nonostante la<br />

percezione pessimistica della vita, nonostante la<br />

relatività di ogni conoscenza – il coraggio di vive-<br />

re con dignità.<br />

La tragedia antica esorcizza le paure della collet-<br />

tività e offre una via per guardare alla realtà con<br />

limpidità di giudizio: il teatro greco diviene in<br />

questo modo luogo di necessità esistenziale.<br />

E a tale dimensione dobbiamo guardare anche<br />

oggi nell’accingerci alla messinscena di questi<br />

testi: perciò la volontà di mettere in luce dati con-<br />

sostanziali alla sensibilità contemporanea. Perciò<br />

il riferimento iconografico al Novecento, che per-<br />

mette di guardare ai fatti rappresentati attraverso<br />

il filtro del tempo, ma contemporaneamente con la<br />

forza emotiva, trasmessa da immagini condivise.<br />

Mentre per le prime due parti dell’Orestea era<br />

stato possibile visualizzare concettualmente il<br />

luogo dell’ambientazione (la stazione monumen-<br />

tale per Agamennone, il sacrario di guerra per<br />

Coefore), per <strong>Eumenidi</strong> abbiamo sentito l’esigenza<br />

di una scelta differente.<br />

Con lo scenografo ho pensato a un luogo in cui<br />

si compongano molti e diversi elementi astratti,<br />

mentre l’unico elemento concreto è rappresen-<br />

tato da un enorme tavolo posto in proscenio. Un<br />

oggetto destinato ad assumere grande forza meta-<br />

forica: luogo di transazione morale, etica e civile<br />

(poiché su di esso si muovono i protagonisti del<br />

processo), luogo di convivenza divina e umana,<br />

luogo, infine, di proiezioni fantastiche, poiché<br />

da esso emerge la surrealtà delle Erinni, che ne<br />

fanno il loro palcoscenico evocando – con il loro<br />

misterioso apparire – le inquietudini di tanta pit-<br />

tura contemporanea, dei grandi surrealisti Ernst e<br />

Savinio o di Rops e Corcoz.<br />

Questo dunque lo spazio in cui si dibatterà del<br />

destino di Oreste: un personaggio che abbiamo<br />

ritratto come se fosse oppresso da una profonda


malinconia esistenziale, in cui si presagisce il<br />

disagio dell’eroe contemporaneo.<br />

Quasi adombrando la stanchezza, la disillusione di<br />

certe figure dostoevskiane, Oreste ci apparirà pro-<br />

vato: come se avesse colto – nel suo dolente itine-<br />

rario – l’insensatezza della vita, l’inutilità dell’agire<br />

umano e ne portasse ora il peso. Riecheggia in ogni<br />

suo gesto, nelle sue parole, un senso di disagio<br />

molto attuale che mi sembra riverberi con intensità<br />

nel suo monologo di congedo.<br />

Lo affiancano, in quest’atto della trilogia, due<br />

divinità olimpiche: Apollo, saggio e impetuoso, e<br />

Atena, una divinità pronta alla seduzione, pur di<br />

transarre, di trovare una soluzione positiva per la<br />

polis.<br />

La traduzione di chiara linearità di Manara<br />

Valgimigli ha rappresentato un cardine su cui<br />

impostare con limpidità questi ruoli e un forte<br />

punto di partenza per la creazione del coro.<br />

Non è osare troppo, il riconoscere nel coro di<br />

<strong>Eumenidi</strong>, come pure in quello de I Persiani, i veri<br />

protagonisti della tragedia di Eschilo, autore che<br />

forse più d’ogni altro ne ha esaltato il ruolo, affi-<br />

dandogli spesso non solo l’espressione del “senso<br />

comune”, ma anche il proprio stesso sentire.<br />

Come già in Coefore, anche in <strong>Eumenidi</strong> ho scel-<br />

to di affidare la complessa interpretazione delle<br />

Erinni al mistero di un ensemble maschile, gui-<br />

dato dall’intensità di una Corifea donna. Voci<br />

roche, canto di forte espressività – sulle musiche<br />

originali di Germano Mazzocchetti – e figurati-<br />

vamente l’immagine di donne nere, austere, la<br />

composta femminilità di madri mediterranee,<br />

portatrici di valori ancestrali che compongono un<br />

universo etico cui Eschilo sembra spesso aderire e<br />

il cui sradicamento procura un dolore atroce. Un<br />

mondo dalla dignità oppressiva, di donne antiche<br />

che sotto le gonne di stampo ottocentesco celano<br />

(e a momenti rivelano) l’orrore di tabù atavici.<br />

Molta cura è stata dedicata al movimento del<br />

gruppo: ancelle della Corifea, dietro alla quale si<br />

dispongono come un manto, ma anche individua-<br />

lità di tale dignità e forza concettuale da meritare<br />

il rispetto di Atena e Apollo.<br />

La loro trasformazione conclusiva in benevole<br />

<strong>Eumenidi</strong>, custodi della giustizia – che visiva-<br />

7


8<br />

mente renderemo con l’entrata in scena di un coro<br />

femminile – suggella una conquista democratica<br />

di grande maturità e coraggio.<br />

Ma in questo finale – in cui Eschilo propone un<br />

utopico modello di “bene trionfante”, un’iperbo-<br />

lica pacificazione esistenziale che ricompone dila-<br />

cerazioni primigenie – vi è un sottile sarcasmo.<br />

Davanti alla supplica di Atena al mutamento,<br />

è dunque “necessario” rispondere con enfasi,<br />

affinché la civiltà progredisca: così il corteo delle<br />

<strong>Eumenidi</strong> avanza inneggiante, ma sappiamo bene<br />

che – nella realtà – permangono l’insensatezza,<br />

l’ambizione, la tracotanza...<br />

Agli anziani che componevano il coro dell’Aga-<br />

mennone – così fortemente legati alla realtà, desi-<br />

derosi di capire – il compito di esprimere questa<br />

sensazione.<br />

La loro apparizione nel corso dell’ultima scena<br />

– oltre a chiudere idealmente la trilogia – rap-<br />

presenta una grande irrisione del popolo a que-<br />

sta conclusione: un’irrisione e, se vogliamo, una<br />

dura allusione alla contemporaneità, che dietro<br />

alla retorica d’illusorie pacificazioni, spesso cela<br />

il dissidio fra l’utopia di una civiltà illuminata e<br />

giusta, e la realtà.


Le <strong>Eumenidi</strong><br />

di Antonio Calenda<br />

di Caterina Barone


Alessandro Preziosi e Daniela Giovanetti<br />

durante le prove per la ripresa dello spettacolo al Politeama <strong>Rossetti</strong> di Trieste


Nell’accostarsi al teatro greco la meta più ambi-<br />

ziosa e impegnativa per un regista è certamente<br />

quella di poter mettere in scena l’Orestea - la tri-<br />

logia composta da Eschilo nel 458 a.C. allo scor-<br />

cio della sua carriera poetica - una delle opere più<br />

insigni e fondanti di tutto il teatro occidentale.<br />

Dopo aver realizzato nel 2001 i primi due “atti”,<br />

Agamennone e Coefore, Antonio Calenda ha alle-<br />

stito nella scorsa primavera, ancora per l’arcaico<br />

spazio del Teatro Greco di Siracusa, <strong>Eumenidi</strong>,<br />

la tragedia conclusiva della trilogia, quella meno<br />

teatrale, basata com’è sul dibattito e sulla specu-<br />

lazione etico-giuridica. Se Agamennone era incen-<br />

trato sull’omicidio del re al suo ritorno da Troia<br />

per mano della moglie Clitemestra a punizione<br />

del sacrificio di Ifigenia, e Coefore sulla vendet-<br />

ta di Oreste, che a sua volta uccide la madre in<br />

ottemperanza agli ordini di Apollo, <strong>Eumenidi</strong><br />

segna la fine dell’arcaica legge del taglione, che<br />

lava il sangue versato con altro sangue, e celebra<br />

la fondazione del diritto moderno.<br />

La frattura temporale intercorsa tra i due nuclei<br />

di spettacolo non ha scalfito l’intrinseca compat-<br />

tezza del disegno registico, anche se, diversamen-<br />

te da altri paradigmatici allestimenti del passato<br />

(penso all’Orestea siracusana di Vittorio Gassman<br />

e Luciano Lucignani -1960-, e a quella tedesca di<br />

Peter Stein -1980- e inglese di Peter Hall -1981-<br />

) caratterizzati da una più marcata uniformità<br />

formale, ci sono variazioni significative tra le tre<br />

messe in scena.<br />

<strong>Il</strong> fil rouge che collega strettamente tra loro le tre<br />

tragedie è il richiamo a una sensibilità e a un’at-<br />

mosfera novecentesche, sebbene nelle <strong>Eumenidi</strong><br />

questo richiamo appaia più sfumato rispetto alle<br />

due precedenti, soprattutto all’Agamennone. In<br />

quella realizzazione, infatti, gli echi beckettiani<br />

erano insistiti e scoperti, fin dalle battute d’ini-<br />

zio, sia nella figura della-Scolta, interpretata da<br />

Roberto Herlitzka con una recitazione antinatu-<br />

ralistica e accenti di metafisico dolore, sia nella<br />

connotazione del Coro con gli interpreti vestiti in<br />

frac con bombetta e ombrello, immersi in quel-<br />

l’atmosfera di attesa e di incertezza che caratte-<br />

rizza l’esordio della trilogia.<br />

<strong>Il</strong> cupo grigiore delle scenografie precedenti e i<br />

luoghi simbolo - la ferrigna stazione novecentesca<br />

nell’Agamennone e il sacrario militare con i loculi<br />

sovrapposti a formare alte pareti incombenti nelle<br />

Coefore - lasciano il campo nelle <strong>Eumenidi</strong> alla<br />

dorata luminosità della pietra dei templi greci.<br />

La scena è monumentale, ma stilizzata, priva di<br />

connotazioni archeologiche. <strong>Il</strong> tempio di Apollo<br />

a Delfi e quello di Atena ad Atene sono raffi-<br />

gurati in maniera antirealistica con lisce pareti<br />

scorrevoli che mostrano alla vista degli spettatori<br />

alternativamente le gigantografie delle statue di<br />

entrambi gli dèi: è un modo essenziale ed efficace<br />

di rendere il complesso cambio di scena tra le due<br />

parti della tragedia, dove si focalizza prima l’ora-<br />

colo delfico e poi l’Acropoli di Atene, uno spazio<br />

nel cui ambito si insedierà in ultimo l’Areopago,<br />

il tribunale istituito da Atena e deputato a giudi-<br />

care i delitti di sangue. I giudici con toga e tocco<br />

prenderanno posto sulla tribuna ad essi riservata<br />

di fronte a un enorme tavolo con ai lati due troni<br />

per gli dèi.<br />

È il “tavolo della legge”, come lo definisce lo<br />

scenografo, Bruno Buonincontri, ma nell’imma-<br />

ginario di quanti conoscono a fondo il mito dei<br />

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12<br />

Tantalidi questo elemento scenografico assume<br />

un significato più ampio e complesso: diventa<br />

evocativo della “mensa”, l’elemento simbolo della<br />

lunga catena di delitti che ha insanguinato la<br />

stirpe degli Atridi a partire da Tantalo. Intorno<br />

alla mensa si sono consumati, infatti, i crimini<br />

più atroci ed efferati: dall’empietà del capostipite,<br />

che osò sfidare gli dèi per testarne l’onniscenza<br />

imbandendo ad essi le carni del figlio Pelope,<br />

alla feroce vendetta di Atreo, che offrì in pasto<br />

al fratello inconsapevole, Tieste, le membra e il<br />

sangue dei suoi figli da lui spietatamente trucida-<br />

ti. E dunque diventa semanticamente pregnante<br />

ambientare il dibattito intorno a un elemento<br />

che muta la sua valenza da negativa a positiva,<br />

emblema non più di violenza, ma di moderazione<br />

e giustizia.<br />

Così verso questo tavolo, centro visivo e ideolo-<br />

gico del dramma, convergono i protagonisti della<br />

vicenda: Oreste, l’omicida, incalzato dalle Erinni;<br />

Apollo, il dio che lo protegge, e Atena, chiamata<br />

a dirimere la complessa questione morale e giu-<br />

ridica del matricidio. E mentre per le Erinni il<br />

tavolo diventa palcoscenico delle loro inquietanti<br />

evoluzioni, della loro incombente presenza, a<br />

sottolineare l’implacabile rivendicazione dei pro-<br />

pri diritti, per gli dèi è spazio di civile, dialettico<br />

confronto.<br />

Punto nodale la questione spinosa della giustizia,<br />

della punizione della colpa al di fuori della spi-<br />

rale di violenza innescata e sostenuta dalla legge<br />

del taglione che percorre l’intera trilogia. “Sul<br />

tavolo” non c’è, infatti, il singolo caso, quello<br />

di Oreste, ma la fondazione di un nuovo diritto<br />

su base popolare, che neutralizzi le prerogative<br />

delle Erinni, le antiche dee, espressione di una<br />

società tribale, portatrici di contesa e sostenitrici<br />

di norme che privilegiano i rapporti interni alla<br />

stirpe.<br />

La conclusione della vicenda mitica dell’Ore-<br />

stea adombra le vicende storiche del suo tempo,<br />

scritta com’è a pochi anni di distanza dalla rifor-<br />

ma di Efialte. L’esponente democratico ateniese,<br />

alleato di Pericle, aveva ridimensionato i poteri<br />

dell’Areopago che, in quanto espressione dell’ari-<br />

stocrazia, dopo le guerre persiane aveva allargato<br />

le sue prerogative al di là dell’originaria funzione<br />

di tribunale dei processi di sangue. Le <strong>Eumenidi</strong><br />

“fotografano” la situazione successiva alla rifor-<br />

ma.<br />

Ma nelle parole pronunciate da Atena all’indirizzo<br />

dei giudici prima del voto non è difficile trovare<br />

materia per una riflessione sui problemi odierni<br />

della giustizia:<br />

Ascoltatemi o cittadini di Atene; udite<br />

che cosa è questo ordine da me isti-<br />

tuito, voi che per primi siete chiamati<br />

a giudicare una causa di sangue. Su<br />

questo colle Reverenza e Paura, che<br />

di Reverenza è cognata, impediranno<br />

ai cittadini di fare offesa a Giustizia,<br />

quando non vogliano essi stessi sov-<br />

vertire le leggi: chi di correnti impure<br />

e di fango intorbida limpide acque<br />

non troverà più da bere. Né anarchia<br />

né dispotismo: questa è la regola che<br />

ai cittadini amanti della patria, con-<br />

siglio di osservare; e di non scacciare<br />

del tutto dalla città il timore perché


senza il timore nessuno dei mortali<br />

opera secondo giustizia. E se voi, come<br />

dovete, avete timore e reverenza della<br />

maestà di questo istituto, il vostro paese<br />

e la vostra città avranno un baluardo<br />

di sicurezza quale nessun’altra gente<br />

conosce. Incorruttibile al lucro io voglio<br />

questo Consiglio, e rispettoso del giusto;<br />

e inflessibile e pronto, vigile scolta che,<br />

se anche gli altri dormono, è desta.<br />

Tuttavia Antonio Calenda non ha scelto la stra-<br />

da dell’attualizzazione con riferimento puntuale<br />

a eventi e a fatti dei nostri giorni, ritenendo, a<br />

ragione, parziale e fuorviante una lettura che<br />

abbatta il filtro del tempo. Né interviene mai<br />

sulla lettera del testo, reso fedelmente nella filolo-<br />

gica ma poetica traduzione di Manara Valgimigli.<br />

La regia cerca piuttosto di fornire allo spettato-<br />

re immagini note alla sensibilità e alla cultura<br />

contemporanee, tali da creare un ponte tra noi e<br />

l’antico.<br />

Così le Erinni evocano col loro apparire “le<br />

inquietudini di tanta pittura contemporanea, dei<br />

grandi surrealisti Max Ernst e Alberto Savinio,<br />

o di Rops e Corcoz”. Come già nelle Coefore,<br />

si tratta di un Coro en travestì, composto da<br />

uomini abbigliati con lunghi abiti neri di foggia<br />

ottocentesca, che richiamano le arcaiche divinità<br />

mediterranee, le dee multimammie, simbolo di<br />

valori ancestrali e atavici. Li guida una Corifea<br />

donna (Daniela Giovanetti) dalla voce profonda<br />

e inquietante, dalle movenze feline e aggressive,<br />

dietro la quale quegli strani esseri si dispongono<br />

quasi a formare uno strascico della gonna, una<br />

sorta di manto strisciante al suolo, ma dotato di<br />

una vita propria.<br />

È stata l’ombra di Clitemestra (Piera Degli<br />

Esposti) a spingerle all’inseguimento di Oreste nel<br />

momento in cui sembravano lasciarselo sfuggire.<br />

La regina è apparsa portando evidenti sul suo<br />

corpo i segni della violenza subita e animata da<br />

sdegnoso furore ha aizzato le Erinni sulle tracce<br />

della loro preda.<br />

Alle antiche dee si contrappone Apollo (Osvaldo<br />

Ruggieri), un signore elegante nel suo paltò nero<br />

ornato di pelliccia, pomposo e sicuro delle proprie<br />

ragioni, che affonta il confronto con fredda deter-<br />

minazione, certo di vincere. Di fronte a lui Atena<br />

(Anita Bartolucci), consapevole della difficoltà<br />

di dirimere la contesa e di dare un giudizio su<br />

“un’uccisione che suscita così acute collere vendi-<br />

catrici”. Sarà il suo voto, tuttavia, a decidere l’as-<br />

soluzione di Oreste a parità di voti. Ma altrettanto<br />

determinante sarà la sua opera di persuasione<br />

volta a placare le Erinni, a impedire che il loro<br />

orgoglio offeso si scateni contro la città, a trasfor-<br />

marle in dee benevole, in <strong>Eumenidi</strong>. E la musica,<br />

martellante e incisiva nel corso della rappresen-<br />

tazione, diviene ampia e distesa, con melodie da<br />

operetta ad accompagnare i movimenti, divenuti<br />

ora armonici e soavi, delle dee ctonie, che da<br />

uomini si sono tramutate in donne indicando un<br />

ritorno alla normalità.<br />

Tuttavia la conclusione della tragedia lascia spa-<br />

zio a una molteplicità di letture, come a più ripre-<br />

se è stato messo in luce dalla critica filologica. E<br />

Calenda coglie in pieno l’ambiguità del finale,<br />

che non appare pacificante e risolutivo, ma irto<br />

di interrogativi e denso di questioni irrisolte.<br />

13


14<br />

L’atmosfera “idilliaca” viene bruscamente inter-<br />

rotta dalla comparsa del popolo ateniese, quello<br />

stesso del Coro dell’Agamennone, che denuncia<br />

con una sonora risata il suo scetticismo sull’esito<br />

del dibattito e la trasformazione delle Erinni in<br />

<strong>Eumenidi</strong>: la soluzione socialmente pacificatrice<br />

e giuridicamente dirimente è precaria e fittizzia<br />

e lo è sia a livello collettivo che individualistico,<br />

come vuole indicare l’immagine che Calenda dà<br />

di Oreste (Alessandro Preziosi): non quella di un<br />

eroe che tragga vigore dalla positiva conclusione<br />

della sua dolorosa esperienza umana ed esisten-<br />

ziale, ma quella di un individuo piagato nel-<br />

l’intimo, conscio dell’insensatezza dell’esistenza,<br />

oppresso dal “male di vivere”.<br />

Caterina Barone è professore associato di<br />

Drammaturgia antica all’Università di Padova.<br />

Traduttrice di testi teatrali antichi per la scena e<br />

pubblicista, collabora con riviste specializzate di<br />

critica e studi teatrali e con il Corriere della Sera.


<strong>Il</strong> progetto Orestea<br />

del Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia<br />

di <strong>Il</strong>aria Lucari


16<br />

Immagini del backstage<br />

del Teatro Graco di Siracusa


Sala Bartoli del Politeama <strong>Rossetti</strong>, 6 marzo<br />

2001: prima convocazione di compagnia.<br />

Un incontro molto significativo per il direttore<br />

Antonio Calenda, per gli attori e i dipendenti del<br />

Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che da<br />

quel momento si aprivano all’avventura entu-<br />

siasmante e coraggiosa di un grande progetto<br />

di messinscena: quello dell’Orestea di Eschilo.<br />

Agamennone e Coefore, i primi due allestimenti,<br />

nascono assieme. Grazie all’opportunità offerta<br />

dalla collaborazione con l’Istituto Nazionale del<br />

Dramma Antico – che fin dall’inizio crede nel<br />

progetto dello Stabile e lo sostiene – le due tra-<br />

gedie debuttano con successo al Teatro Greco di<br />

Siracusa, in una cornice di prestigio, fascino e<br />

significato irraggiungibili.<br />

15 ottobre 2003: i riflettori illuminano l’impo-<br />

nente scenografia di <strong>Eumenidi</strong>. È con enorme<br />

emozione e orgoglio, che quegli stessi attori, il<br />

regista, lo staff dello Stabile ascoltano vibrare le<br />

prime battute della Pizia, nella sala gremita del-<br />

l’antico Politeama triestino.<br />

<strong>Il</strong> compimento – in poco più di due anni – del<br />

grande ciclo dell’Orestea, segna un traguardo fon-<br />

damentale per il nostro Teatro: una “sfida vinta”<br />

non solo dal punto di vista estetico o artistico, ma<br />

anche sul piano della politica teatrale, delle idea-<br />

lità, come pure su quello dell’impegno economico<br />

dedicato all’impresa, nient’affatto scontato per<br />

un Ente di grande tradizione e competenza (ma<br />

non troppo “ricco” finanziariamente) qual’è lo<br />

Stabile del Friuli-Venezia Giulia. La soddisfazio-<br />

ne maggiore però, deriva soprattutto da un altro<br />

genere di ricchezza: dal patrimonio di tensioni,<br />

generosità, entusiasmi che si è consolidato attorno<br />

al progetto.<br />

A partire dal gruppo “stabile” di attori e collabo-<br />

ratori che si sono impegnati a dare vita e sostanza<br />

alle tre tragedie. Piera Degli Esposti, Roberto<br />

Herlitzka e Daniela Giovanetti, Osvaldo Ruggieri,<br />

Alessandro Preziosi, Anita Bartolucci, Giancarlo<br />

Cortesi, Antonietta Carbonetti e il notevole coro;<br />

poi i collaboratori del regista, lo scenografo Bruno<br />

Buonincontri, la costumista Elena Mannini,<br />

Germano Mazzocchetti creatore delle musiche,<br />

Micha Van Hoecke e Catherine Pantigny per le<br />

coreografie… il loro, con il procedere dell’iter<br />

creativo, è diventato un assieme vigoroso, forte<br />

di un’intesa “al respiro” che può nascere solo dal<br />

tempo condiviso, dalla comune crescita artistica e<br />

umana.<br />

È il loro lavoro a creare il sortilegio che permette<br />

al messaggio di Eschilo di perpetuarsi, di indurre<br />

il pubblico alla commozione, alla riflessione… In<br />

questo irripetibile concerto di comunicazione ed<br />

emozione, che si instaura fra palcoscenico e pla-<br />

tea, è da ravvisare il significato ultimo del proget-<br />

to, il senso profondo del nostro “fare teatro”.<br />

Gli applausi del pubblico regionale – nostro primo<br />

committente – il consenso degli spettatori che<br />

hanno affollato a migliaia la cavea del Teatro<br />

Greco di Siracusa (60.000 sono stati nell’estate<br />

2003, quelli registrati per <strong>Eumenidi</strong> e I Persiani),<br />

l’attenzione dei tanti giovani – che rispondendo<br />

un sorprendente passaparola – si sono lascia-<br />

ti conquistare da Coefore al Teatro Carcano di<br />

Milano, il calore riservato a ogni replica della<br />

trilogia nei maggiori teatri italiani: questo il risul-<br />

tato fondamentale e più atteso, questa la vera<br />

“sfida vinta”.<br />

17


Coerentemente al filone di ricerca sui nostoi a cui<br />

lo Stabile regionale si dedica da molti anni, il<br />

progetto legato all’Orestea si è delineato con l’in-<br />

tento di mettere in luce – nel confronto con l’an-<br />

tica e meravigliosa drammaturgia eschilea – plau-<br />

sibilità consostanziali alla sensibilità attuale. Una<br />

scelta che trova nitida espressione nel riferimento<br />

iconografico al XX secolo, fil rouge fra gli allesti-<br />

menti di Agamennone, Coefore ed <strong>Eumenidi</strong>.<br />

La medesima compattezza si riflette sul piano<br />

delle idealità: Antonio Calenda infatti ha letto<br />

nell’Orestea un metaforico itinerario nella nasci-<br />

ta di un ideale di giustizia. Un percorso irto di<br />

contraddizioni e sofferenze che l’uomo greco deve<br />

patire, prima di giungere alla “conoscenza”, alla<br />

“certezza del diritto”, all’utopica “norma defi-<br />

nitiva” su cui misurare il proprio agire, trop-<br />

po a lungo diviso fra il concetto arcaico di giu-<br />

stizia della religione ctonia, legato all’ “occhio<br />

per occhio”, e gli antesignani e limpidi principi<br />

democratici della religione olimpica, espressione<br />

della polis ateniese. Una lotta fra ragione e istin-<br />

to, fra etica e “violenza che genera violenza”, che<br />

– come testimoniano costantemente e con asprez-<br />

za, i drammatici eventi riportati dalle cronache<br />

mondiali e private – continua, oggi come allora,<br />

ad essere combattuta e che – oggi come allora<br />

– è importante raccontare a teatro, irrinunciabile<br />

“luogo di necessità esistenziale”, raro punto d’as-<br />

semblea e di riflessione comune, in una società<br />

sempre più alienata e smarrita.<br />

19


Note dei collaboratori<br />

di Bruno Buonincontri, Elena Mannini<br />

Germano Mazzocchetti, Catherine Pantigny


24<br />

Note sulla scenografia di Bruno Buonincontri<br />

È un privilegio per chi fa teatro, potersi confron-<br />

tare con il meraviglioso spazio del Teatro Greco<br />

di Siracusa. Le sue splendide prospettive, le sue<br />

vastità, le antiche pietre, regalano ogni volta<br />

suggestioni nuove, nuove induzioni, ma anche<br />

grandi complessità da risolvere e da superare.<br />

Ogni scenografia nata per quel luogo, è il segno<br />

d’un’avventura immensa, unica, affrontata con<br />

profonda passione. È uno spazio che dona intense<br />

emozioni a chi si appresta alla messinscena, e che<br />

non appare mai “terra conquistata”: nemmeno<br />

quando – come nel mio caso – ci si ritorna per la<br />

quarta volta, nemmeno se alle spalle c’è l’espe-<br />

rienza di sette spettacoli concepiti per quest’affa-<br />

scinante cornice.<br />

Con questo spirito ho affrontato l’impegno della<br />

scenografia di <strong>Eumenidi</strong> , nuova tragedia eschilea<br />

firmata da Antonio Calenda: in più, la soddi-<br />

sfazione di poter chiudere un ciclo significativo<br />

del nostro lavoro, che – dopo gli allestimenti di<br />

Agamennone e Coefore nel 2001 – vede nella<br />

messinscena di <strong>Eumenidi</strong> il raggiungimento d’una<br />

meta importantissima e che – dopo il debutto<br />

nella cornice del prezioso antico teatro siracusa-<br />

no – ritrova ancora una volta il senso e le atmo-<br />

sfere di un grande teatro di tradizione, come il<br />

Politeama <strong>Rossetti</strong> di Trieste.<br />

Come già per Agamennone e Coefore, anche per<br />

il nuovo allestimento ho seguito il regista in un<br />

percorso che – lontano dalla ricostruzione archeo-<br />

logica o strettamente realistica – offrisse alla tra-<br />

gedia, anche sul piano iconografico, nuova forza<br />

allusiva e ne rinvigorisse senso e problematicità.<br />

Si è dunque scelto di ambientare pure <strong>Eumenidi</strong><br />

secondo un’iconografia novecentesca, in spazi che<br />

trovano un’ispirazione in sale museali (fil rouge<br />

questo, che unisce l’idea scenografica dell’ulti-<br />

ma tragedia dell’Orestea, a quella de I Persiani,<br />

entrambi presentati dal Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia nella scorsa estate a Siracusa)<br />

<strong>Il</strong> museo, dunque, inteso come luogo della memo-<br />

ria, dove la storia dell’uomo è conservata e pre-<br />

servata, e dove sono possibili interessanti trasla-<br />

zioni di tempo e di spazio…<br />

Un’ampia parete di fondo chiude la scenogra-<br />

fia che ho creato per <strong>Eumenidi</strong>, citando l’antica<br />

“skené” del teatro greco, ma delineando uno<br />

spazio complesso, sebbene molto stilizzato, che<br />

rimanda, per i materiali, al travertino usato in<br />

tanta architettura romana, ed evoca le sale di un<br />

museo moderno, sicuramente novecentesco.<br />

La “skené”, connotata da due portali scorrevoli,<br />

ci indica metaforicamente gli spostamenti del-<br />

l’azione, ospitando inizialmente un’imponente<br />

immagine del dio Apollo – quando la vicenda si<br />

svolge a Delfi – e successivamente una raffigura-<br />

zione di Atena.<br />

Entrambi scompaiono per dare spazio alla tribu-<br />

na su cui siederanno i giudici dell’Areopago, col-<br />

legata al grande piedistallo che sostiene il “tavolo<br />

della legge”: ai suoi estremi saranno due troni per<br />

gli dei. Su questo piano – posto proprio davanti<br />

alla platea – si tiene il processo, hanno luogo i<br />

discorsi di Apollo, i moniti di Atena, le accuse<br />

delle Erinni, figure quasi astratte che popolano<br />

le sale del museo di inquietudini che apparten-<br />

gono alla pittura moderna, ben reinterpretate dai<br />

costumi di Elena Mannini.


Note sui costumi di Elena Mannini<br />

Dopo l’esperienza di Coefore e Agamennone<br />

(Siracusa 2001, sempre con la regia di Calenda),<br />

eccomi di fronte a quest’altro capolavoro eschileo.<br />

Per <strong>Eumenidi</strong>, e in particolare per il coro delle<br />

Erinni, ho dovuto scandagliare, su suggerimen-<br />

to del regista, quell’immaginario nero, lugubre,<br />

inconfessabile dell’inconscio femminile che ha<br />

popolato tanta letteratura “maledetta” a cavallo<br />

fra Ottocento e Novecento e che è stato effigiato<br />

dalla grande pittura e grafica surrealista di Rops,<br />

di Max Ernst e dei nostri Corcoz e Martini, solo<br />

per citare a caso.<br />

La difficoltà, come al solito, è stata quella di dare<br />

la “quarta dimensione” a una suggestione non più<br />

soltanto pittorica, ma piuttosto rappresentazione<br />

concreta di quelle fantasie orribili che a volte ci<br />

attraversano, e che Eschilo ci ha restituito con<br />

tutta la loro potenza devastante.<br />

Si chiude, con <strong>Eumenidi</strong>, quest’avventura della<br />

trilogia eschilea che ho condiviso con Antonio<br />

Calenda e Bruno Buonincontri. E’ la terza volta,<br />

nelle mie vicende di costumista, che ho dovuto<br />

affrontarla: e ogni volta con un’ottica diversa.<br />

Ricordo l’edizione di Monaco, con la regia di<br />

Franco Enriquez (dirigeva allora il Teatro bava-<br />

rese Ingmar Bergman): là l’atmosfera era tutta<br />

orientaleggiante, i personaggi portavano masche-<br />

re, le divinità erano dei grandi idoli ieratici.<br />

Dell’altra edizione con la regia di Salveti, rap-<br />

presentata all’Olimpico di Vicenza allora appena<br />

restaurato, ricordo ancora l’emozionante con-<br />

fronto con l’architettura dello Scamozzi, avendo<br />

anche la responsabilità degli arredi scenografici.<br />

Infine, non posso dimenticare l’esperienza fatta<br />

con gli allievi della Bottega di Gassman: mi diede<br />

una specie di tenerezza, il confronto impari di<br />

quei giovani con il monumento di Eschilo.<br />

25


Note sulla composizione<br />

delle musiche<br />

26 <strong>Il</strong> coro tragico greco rappresenta uno dei più<br />

affascinanti misteri della storia del teatro: non<br />

ci è infatti concesso sapere con precisione quale<br />

fosse la sua espressione sul piano musicale.<br />

Un’impossibilità che, se da un lato condanna tale<br />

mistero a rimanere irrisolto, dall’altro pone un’af-<br />

fascinante sfida artistica a chi oggi si accinga a<br />

mettere in scena un antico coro tragico.<br />

Anche sulla base di tali riflessioni, quando nel<br />

2001 il regista Antonio Calenda mi ha chiesto di<br />

collaborare alla realizzazione dell’Agamennone<br />

e delle Coefore di Eschilo, ho affrontato la com-<br />

plessa e affascinante materia della composizione<br />

musicale, creando – coerentemente alle indicazio-<br />

ni registiche – una partitura ricca di suggestioni<br />

novecentesche, che coniugava riferimenti colti e<br />

polpolari.<br />

Questa linea interpretativa segna anche il lavoro<br />

di composizione per <strong>Eumenidi</strong> che lo Stabile del<br />

Friuli-Venezia Giulia ha proposto nell’ambito<br />

della nuova stagione al Teatro Greco di Siracusa,<br />

concludendo così l’importante impegno artistico<br />

legato all’Orestea eschilea.<br />

A fronte di una chiara continuità progettuale<br />

– che da Agamennone e Coefore a <strong>Eumenidi</strong>,<br />

naturalmente si estende pure al piano musicale<br />

(per tutti gli spettacoli ho lavorato ad esempio<br />

con il medesimo organico orchestrale di archi,<br />

fiati e percussioni, creando dei legami di fondo<br />

nelle sonorità) – ho desiderato fin dall’inizio che<br />

ognuna delle tragedie vivesse di una propria par-<br />

ticolarità, fosse connotata da un linguaggio musi-<br />

cale capace di contraddistinguerla.<br />

In <strong>Eumenidi</strong> ho voluto dare voce a un fluire di<br />

linguaggi diversi, a una ricchezza di riferimen-<br />

ti musicali molto vari, anche se tutti legati al<br />

Novecento. Ci sono da un lato i temi costruiti a<br />

sostegno di scene che dovevano trasmettere par-<br />

ticolari emozioni (come l’apparizione di Ermes,<br />

accompagnata da sonorità lievemente strawin-<br />

skiane e grottesche, oppure l’intervento dell’Om-<br />

bra di Clitemestra, per cui ho composto un adagio<br />

per soli archi), dall’altro, ovviamente, c’è il lavoro<br />

sugli stasimi del coro.<br />

L’ultima tragedia dell’Orestea, prevede un coro di<br />

furie, le Erinni, che il regista ha affidato a inter-<br />

preti maschili: ho chiesto loro un uso della voce<br />

sporco, mai chiaro né levigato. Tale dimensione<br />

di forte espressività, di violenza, è presente nella<br />

maggior parte dei momenti musicali: basta pen-<br />

sare al primo stasimo, incentrato su una sorta di<br />

danza tribale con cui le Erinni spaventano Oreste.<br />

Prima di abbandonarsi al canto, il coro recita rit-<br />

micamente su musiche in cui le percussioni hanno<br />

un ruolo di rilievo, mentre le sonorità degli archi<br />

e dei fiati, per certi accenti, potrebbero rimandare<br />

ad atmosfere da jungle-style.<br />

Le sonorità scarne di un organico privo d’ar-<br />

chi, caratterizzano il secondo stasimo, assieme<br />

alla concretezza bartokiana di un pianoforte che<br />

accompagna il coro in modo ritmico-percussivo.<br />

Nel brano “Umiliata e avvilita” che si sviluppa<br />

da una battuta della Corifea, ho invece usato una<br />

scansione da marcia funebre.<br />

di Germano Mazzocchetti<br />

Nello sviluppo dell’esodo, avviene la pacificazione<br />

delle Erinni trasformate nelle benevole <strong>Eumenidi</strong>.<br />

Nello spettacolo il segno di tale cambiamento è<br />

l’avvento in scena di dodici ragazze, che per un<br />

breve momento, assieme alle Erinni che poi scom-<br />

paiono, cantano un brano che inneggia a Pallade


Atena. E’ un episodio corale dalla forte resa foni-<br />

ca, con ventiquattro elementi in scena. <strong>Il</strong> brano<br />

finale poi – ispirato al melodramma fra Ottocento<br />

e Novecento – è costruito su melodie molto can-<br />

tabili ed eseguito a celebrazione del lieto fine. Ma<br />

la lettura registica mette in dubbio la positività di<br />

questa conclusione, facendo apparire sulla scena<br />

un gruppo di anziani – il coro dell’Agamennone<br />

– che chiuderà la tragedia nell’inquietudine di<br />

una risata mista al pianto.<br />

27


Note sulla coreografia di Catherine Pantigny<br />

28 “Sgretolamento di un mondo risucchiato per<br />

dare vita a un nuovo modo di pensiero, smarri-<br />

mento, paura, ansietà, affermazione disperata di<br />

un’identità destinata comunque a mutare, grandi<br />

momenti cardini dell’umanità che risvegliano<br />

un’infinità di energie, a volte antagoniste, deva-<br />

stanti, a volte purificatrici, unificatrici, in ogni<br />

essere umano”. Tutte riflessioni che hanno guida-<br />

to la ricerca del gesto, gesto ispirato dall’animali-<br />

tà larvata nel profondo delle viscere, o gesto che<br />

sorge dal cuore, dalla mente, dall’anima.<br />

Ho cercato di dare forma al travaglio della tra-<br />

sformazione delle Erinni, lavorando, in un primo<br />

momento, sulla sensazione intima prima ancora<br />

che il movimento prenda forma nello spazio, sugli<br />

impulsi della musica, della musicalità dei versi;<br />

poi, in un secondo momento, sulla forma stessa.


<strong>Il</strong> mito degli Atridi:<br />

sinossi degli eventi<br />

«Io sono argivo. E il padre mio lo conosci bene,<br />

Agamennone, che fu capo delle navi e dell’eserci-<br />

to acheo, e lo avesti alleato quando della troiana<br />

<strong>Il</strong>io facesti una città che città non è più. Appena<br />

ritornato mio padre a casa, in malo modo fu ucci-<br />

so; mia madre lo uccise, donna di nero cuore (…)<br />

Ritornato poi io, dopo il lungo esilio a casa, uccisi<br />

mia madre. Non nego questo: morte con morte,<br />

a vendetta del padre amato» Poche parole, sem-<br />

plici e dolenti, bastano ad Oreste per raccontare<br />

la propria storia ad Atena, la dea a cui affida la<br />

propria vita, con la speranza di essere salvato<br />

dalla persecuzione delle Erinni. <strong>Il</strong> “vivi uomo”<br />

pronunciato dalla dea olimpica, a favore del gio-<br />

vane principe argivo segna – oltre a un primo,<br />

chiarissimo esempio di “giustizia del caso singo-<br />

lo”, perfetta espressione della polis ateniese e del-<br />

l’equilibrio cui ambisce ogni civiltà democratica<br />

– la conclusione delle sofferenze terribili inflitte<br />

alla stirpe degli Atridi, di cui Eschilo nell’Orestea<br />

drammatizza soltanto le ultime vicende, legate<br />

alle conseguenze della Guerra di Troia.<br />

Un lungo antefatto precede dunque la storia di<br />

Oreste. Narrazione pregna di senso, ricca di dictat<br />

morali e di precetti sulla cui base gli antichi greci<br />

potevano fondare le loro scelte, ma capace di<br />

illuminare tuttora le pieghe più oscure dell’animo<br />

umano, il mito degli Atridi ha radici lontane e<br />

rappresenta un patrimonio di valore universa-<br />

le e vivissimo. Nel sangue e nella violenza cui è<br />

condannata la stirpe degli Atridi, riverberano le<br />

immagini delle tragedie di ogni tempo e di ogni<br />

luogo, sempre riconducibili alle medesime radici:<br />

alla follia, alla crudeltà, al sopruso.<br />

E’ destino degli Atridi essere strumenti e vittime<br />

di un’implacabile violenza: una sorte terribile<br />

voluta dal dio Hermes, che in tal modo vendica-<br />

va l’uccisione del proprio figlio Mirtilio ad opera<br />

di Pelope, capostipite del genos. Incurante della<br />

maledizione, egli sposa Ippodamia e diviene padre<br />

di Atreo e Tieste: presto però s’innesca l’inesora-<br />

bile meccanismo di sangue. I due uccidono infatti<br />

il loro fratellastro Crisippo e vengono esiliati dal<br />

regno paterno: si rifugiano a Micene, dove ini-<br />

ziano a rivaleggiare, giungono alfine a odiarsi e a<br />

contendersi la città, retta dal nobile Stenelo.<br />

Ottenuto il trono di Micene, Atreo subisce la cupa<br />

vendetta del fratello: Tieste seduce Erope, moglie<br />

di Atreo e dalla colpevole relazione nascono due<br />

gemelli. Erope viene punita, Tieste esiliato porta<br />

con sé Plistene un figlio di Atreo. Molti anni<br />

più tardi, Tieste fa di Plistene lo strumento del<br />

suo odio contro il fratello e convince il giovane<br />

– ignaro delle proprie origini – a recarsi a Micene<br />

per uccidere il re.<br />

di <strong>Il</strong>aria Lucari<br />

E’ impressa indelebilmente nell’immaginario col-<br />

lettivo, l’inquietante rivalsa di Atreo: fingendo<br />

una riappacificazione, invita Tieste a un ban-<br />

chetto dove gli vengono imbandite le carni dei<br />

suoi stessi figli. <strong>Il</strong> mito vuole che davanti a tanto<br />

scempio anche il Sole provasse orrore e fuggis-<br />

se col proprio carro dal percorso consueto. Ma<br />

l’inumano pasto, non soddisfa ancora la sete<br />

di vendetta dei micenei: mentre i figli di Atreo,<br />

Agamennone e Menelao, gli impediscono di<br />

lasciare la città, Tieste è condannato a morire per<br />

mano di Egisto (un suo figlio cresciuto alla corte<br />

di Atreo) in un assurdo ricadere di violenza in<br />

violenza. Un’insperata agnizione però, fa sì che la<br />

spada destinata al padre, sia volta da Egisto con-<br />

29


30<br />

tro lo zio Atreo: Tieste ottiene così il regno. Ma<br />

nulla sembra poter arginare più il fiume di ferocia<br />

e di odio che trascina gli Atridi e presto Menelao e<br />

Agamennone ripartono alla conquista di Micene.<br />

Una volta guadagnata la vittoria, i due si uni-<br />

scono a Elena e Clitemestra: sorelle a loro volta,<br />

sono figlie del re di Sparta Tindaro e di Leda,<br />

una donna talmente bella che Zeus, trasforma-<br />

tosi in cigno, si volle unire a lei nella notte delle<br />

sue nozze. Leda diede vita a quattro gemelli, i<br />

Dioscuri: le due fanciulle e Castore e Polluce. Di<br />

ogni coppia un figlio discendeva da Zeus e l’altro<br />

era sangue di Tindaro: un’armonia inscindibile di<br />

umano e divino. Elena – sposa di Menelao – era<br />

discendenza divina, come denunciava chiaramen-<br />

te il suo incantevole fascino; Clitemestra – moglie<br />

di Agamennone – esprimeva invece una cupezza<br />

misteriosa e terrena.<br />

Entrambe, inconsapevolmente, fanno sì che si<br />

perpetui la maledizione del dio Hermes contro<br />

il genos degli Atridi: Elena compiendo l’adulte-<br />

rio che scatena la Guerra di Troia; Clitemestra<br />

– in un affascinante parallelismo al destino della<br />

sorella – tradendo e uccidendo Agamennone.<br />

A questo punto si apre, con l’ Agamennone, la<br />

trilogia di Eschilo, incentrata sulle vicende del<br />

re argivo e soprattutto di Oreste, la cui figura è<br />

metafora dell’uomo greco, impegnato nell’itinera-<br />

rio, irto di difficoltà e contraddizioni, che lo porta<br />

a evolvere tutto il proprio sistema sociale, etico e<br />

di pensiero, dalla tradizione antica e matriarcale,<br />

all’illuminata realtà della polis.<br />

Nei lunghi anni di combattimenti contro Troia<br />

– in cui Agamennone si era battuto al fianco<br />

del fratello con la Lega Achea – Clitemestra ha<br />

trovato consolazione della propria solitudine fra<br />

le braccia di Egisto: quando il suo vero sposo<br />

torna vittorioso in patria, ella lo accoglie dunque<br />

con falsa gioia e con l’intento di ucciderlo. Così<br />

potrà governare assieme all’amante e vendicare<br />

Ifigenia, la figlia che Agamennone ha sacrificato<br />

pur di ottenere venti favorevoli per la sua flotta<br />

in partenza per la guerra. La medesima terribile<br />

sorte attende l’innocente Cassandra, principessa<br />

troiana prigioniera e concubina del re, cui il dio<br />

Apollo – da lei respinto – ha donato infallibili<br />

capacità divinatorie, condannandola però a non<br />

essere mai ascoltata. Compiuto il doppio delitto,<br />

i nuovi regnanti s’impegnano a riportare ordine<br />

e sicurezza: Clitemestra allontana da sé i prorpi<br />

stessi figli. Elettra è relegata a una vita da esclusa<br />

nella reggia e perde ogni privilegio di principessa;<br />

Oreste viene esiliato, nel timore che una volta<br />

adulto, possa rendersi strumento di vendetta con-<br />

tro Egisto e la madre.<br />

E’ questo terrore che connota Coefore, secondo<br />

atto della trilogia: in tale clima infatti gli usurpa-<br />

tori vivono i sette anni successivi, sufficienti ad<br />

Oreste per superare l’efebia e – incitato dal dio<br />

olimpico Apollo – per ritornare in patria a ven-<br />

dicare il padre. Dopo la commovente agnizione,<br />

sostenuto dalla sorella Elettra e dal fedele amico<br />

Pilade, il giovane s’introduce nella reggia fin-<br />

gendosi un messaggero incaricato di annunciare<br />

la morte di Oreste. Al sollievo di Clitemestra ed<br />

Egisto, segue velocissima l’angoscia: Oreste rivela<br />

la sua vera identità e uccide entrambi. La ven-<br />

detta è compiuta, come pure il destino del genos;<br />

ma nemmeno la protezione di Apollo assicura a<br />

Oreste la salvezza dalle Erinni, orribili divinità


ctonie, dee del rimorso, che perseguitano chi si<br />

macchia di matricidio e sparge sangue di consan-<br />

guinei.<br />

Oreste fugge a Delfi, per chiedere consiglio ad<br />

Apollo e fino al tempio, terrorizzandolo, lo inse-<br />

guono implacabili le Erinni: <strong>Eumenidi</strong> si apre con<br />

il monologo della Pizia (sacerdotessa che emetteva<br />

gli oracoli al tempio delfico) sconvolta dalle stra-<br />

ne creature che hanno invaso quel luogo sacro, e<br />

che si sono addormentate attorno all’uomo che<br />

attende, in atto di supplice, un rito di purifica-<br />

zione. Apollo consiglia ad Oreste di intraprendere<br />

il lungo viaggio verso Atene, di compiere i riti di<br />

purificazione lungo il cammino e di rifugiarsi nel<br />

tempio di Pallade, la sola che possa liberarlo dalla<br />

persecuzione delle dee ctonie.<br />

Mentre Oreste fugge, protetto nel viag-<br />

gio da Hermes, appare nel tempio l’Ombra di<br />

Clitemestra: senza pace anche nel mondo dell’al-<br />

dilà a causa delle sue colpe, ella desta le Erinni<br />

e le richiama al loro dovere di vendicatrici del<br />

matricidio. La Corifea tiene testa ad Apollo in<br />

un confronto in cui si evidenzia l’opposizione<br />

fra le divinità ctonie, legate all’antica tradizione<br />

matriarcale, e quelle “nuove”, olimpiche: poi<br />

assieme alle sue compagne si mette sulle tracce<br />

di Oreste. Lo raggiunge ad Atene, dove egli, già<br />

purificato, chiede protezione ai piedi del simu-<br />

lacro di Atena. La giovane dea della ragione,<br />

non teme le Erinni, le tratta con rispetto anche<br />

se – una volta ascoltate le loro parole e quelle di<br />

Oreste – decide di aiutare l’infelice principe argi-<br />

vo istituendo un tribunale composto dai migliori<br />

cittadini ateniesi. Sarà il loro voto assieme a quel-<br />

lo della dea a dare il giudizio definitivo, a decide-<br />

re sulla colpa di Oreste.<br />

In <strong>Eumenidi</strong> assistiamo al primo processo demo-<br />

cratico della storia dell’uomo, in cui Apollo e la<br />

Corifea, davanti ad Atena e all’Areopago, si scon-<br />

trano su una questione etica fondamentale. Trenta<br />

voti condannano Oreste e trenta lo salvano: ecco<br />

allora che il “vivi uomo” pronunciato dalla dea<br />

diviene decisivo. <strong>Il</strong> primo caso in cui antesigna-<br />

namente è applicato il concetto di aequitas, di<br />

“giustizia del caso singolo”.<br />

Oreste dunque è libero, fa voto di eterna devo-<br />

zione ad Atena e di lealtà degli argivi verso la<br />

polis ateneiese: ultimo compito della dea, quel-<br />

lo di scongiurare l’ira delle Erinni e della loro<br />

Corifea “umiliata ed offesa” dalla decisione del<br />

tribunale. Ma anche quest’ultima pacificazione<br />

riesce e le furie placate si trasformano in benevo-<br />

le <strong>Eumenidi</strong>, nuove custodi della giustizia della<br />

città.<br />

Una conclusione conciliata che celebra l’uto-<br />

pia eterna della giustizia, i valori della libertà,<br />

della democrazia, dell’uomo: ma che oggi sembra<br />

restare quasi sospesa e lasciare nello spettatore<br />

una qualche ombra, quasi una “nostalgia di tra-<br />

gedia”. Un’inquietudine a cui il regista dà effica-<br />

ce espressione, riportando in scena gli anziani del<br />

coro dell’Agamennone: testimoni della debolezza<br />

dell’uomo, dell’hybris che lo condanna a tragi-<br />

che conseguenze, consapevoli della durezza della<br />

realtà, essi irridono amari a una conclusione forse<br />

troppo perfetta e probabilmente illusoria.<br />

31


“<strong>Eumenidi</strong>”<br />

le fotografie<br />

di Tommaso Le Pera


diretto da Antonio Calenda<br />

<strong>Eumenidi</strong><br />

di Eschilo traduzione di Manara Valgimigli<br />

scene di Bruno Buonincontri costumi di Elena Mannini<br />

musiche di Germano Mazzocchetti coreografie di Catherine Pantigny<br />

regia di Antonio Calenda<br />

personaggi interpreti (in ordine di apparizione)<br />

Pizia Antonietta Carbonetti<br />

Oreste Alessandro Preziosi<br />

Apollo Osvaldo Ruggieri<br />

Ermes Laura Bussani<br />

L’ombra di Clitemestra Piera Degli Esposti<br />

Corifea Daniela Giovanetti<br />

Coro delle Erinni Stefano Alessandroni<br />

Francesco Benedetto<br />

Adriano Braidotti<br />

Laura Bussani<br />

Michele Carli<br />

Sebastiano Colla<br />

Stefano Galante<br />

Guglielmo Lentini<br />

Luciano Pasini<br />

Corrado Russo<br />

Claudio Tombini<br />

Atena Anita Bartolucci<br />

Coro delle <strong>Eumenidi</strong> Francesca Assanti, Paola Camber, Giada Colonna,<br />

Clara Costanzo, Daniela Ferletta, Annalisa Insardà,<br />

Tatiana Manzella, Gabriella Mazzone,<br />

Teresa Sadar, Alessandra Smeraldi<br />

luci Nino Napoletano suono Carlo Turetta<br />

aiuto regista Roberta Torcello assistente coreografo Luciano Pasini suggeritore Guido Penne<br />

assistente alle scenografie Marta Crivolini Malatesta<br />

aiuto costumista Giuseppe Avallone assistente costumista Chiara Solari<br />

direttore di palcoscenico Mauro Tognali amministratore Giampaolo Andreutti direzione allestimenti Paolo Giovanazzi<br />

capo macchinista Christian Cerne capo sarta Elena Caucci capo elettricista Salvo Manganaro fonico Umberto Fiore<br />

macchinisti Umberto Di Grazia, Massimo Tatarella, Giorgio Zardini, Radivoi Zobin sarta Elisabetta Schepis<br />

elettricisti Massimo Carli, Antonio Di Giuseppe, Roberto Starec, Borut Vidau<br />

realizzazione scene Teatrotecnica di Salvi e Tacconi snc, L’Aquila, Spazio Scenico srl, Roma, Sir.Co.M. srl, Siracusa,<br />

Gruppo Essediuno srl, Roma trasporti Globo srl<br />

i costumi sono stati realizzati dal laboratorio di sartoria della Scuola dell’Inda. Première Elsa Malandra<br />

calzature Sacchi snc, Firenze cappelli Pieroni Bruno Snc, Roma parrucche Rocchetti & Rocchetti srl gioielli Tharros,<br />

Firenze elementi in gommapiuma Christian Biasci, Arte Costume, Roma, Francesco Barni Spa, Prato<br />

prima rappresentazione Siracusa, Teatro Greco, 16 maggio 2003<br />

in collaborazione con<br />

Istituto Nazionale<br />

del Dramma Antico<br />

Fondazione Onlus<br />

35


Daniela Giovanetti


Anita Bartolucci


Osvaldo Ruggieri


Anita Bartolucci


Piera Degli Esposti


Daniela Giovanetti


Osvaldo Ruggieri


Alessandro Preziosi


<strong>Il</strong> Coro delle Erinni<br />

Stefano Alessandroni<br />

Francesco Benedetto<br />

Adriano Braidotti<br />

Laura Bussani<br />

Michele Carli<br />

Sebastiano Colla<br />

Stefano Galante<br />

Guglielmo Lentini<br />

Luciano Pasini<br />

Corrado Russo<br />

Claudio Tombini


Antonietta<br />

Carbonetti


Osvaldo Ruggieri,<br />

Laura Bussani


Daniela Giovanetti


<strong>Eumenidi</strong><br />

di Eschilo<br />

traduzione di Manara Valgimigli


62<br />

<strong>Il</strong> momento più alto della trilogia è sicuramente<br />

l’acme delle <strong>Eumenidi</strong>, quando Atena istituisce<br />

la prima assemblea democratica della storia.<br />

Nessuna vicenda, nessuna morte, nessuna ango-<br />

scia delle tragedie dà una commozione più pro-<br />

fonda e assoluta di questa pagina.<br />

La trama delle tre tragedie di Eschilo è questa:<br />

in una società primitiva dominano dei sentimenti<br />

che sono primordiali, istintivi, oscuri (le Erinni),<br />

sempre pronte a travolgere le rozze istituzioni<br />

(la monarchia di Agamennone), operanti sotto il<br />

segno uterino della madre, intesa appunto come<br />

forma informe e indifferente della natura. Ma<br />

contro tali sentimenti arcaici, si erge la ragione<br />

(ancora arcaicamente intesa come prerogativa<br />

virile: Atena è nata senza madre, direttamente dal<br />

padre), e li vince, creando per la società altre isti-<br />

tuzioni, moderne: l’assemblea, il suffragio.<br />

Tuttavia certi elementi del mondo antico, appena<br />

superato, non andranno del tutto repressi, igno-<br />

rati: andranno, piuttosto, acquisiti, riassimilati, e<br />

naturalmente modificati. (…)<br />

Questa, non altra, è la trama dell’Orestiade. E,<br />

come si vede, la sua allusività politica era quanto<br />

di più suggestivo si potesse dare in un testo classi-<br />

co, per un autore come io vorrei essere».<br />

Pier Paolo Pasolini<br />

da La lettera del traduttore di Pier Paolo Pasolini,<br />

prefazione all’Orestiade di Eschilo per il XVI Ciclo<br />

di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di<br />

Siracusa (1960)<br />

Daniela Giovanetti


<strong>Eumenidi</strong><br />

Persone della tragedia<br />

Pizia<br />

Oreste<br />

Ermes<br />

Apollo<br />

L’ombra di Clitemestra<br />

Corifea<br />

Coro delle Erinni<br />

Atena<br />

Coro delle <strong>Eumenidi</strong><br />

Pizia – La Terra anzi tutto, Gea, che fu la prima<br />

profetessa, con questa preghiera io adoro; e dopo<br />

lei Temide che seconda ebbe, com’è fama, il seg-<br />

gio profetico della madre, terza, adoro un’altra<br />

Titanide, che a Temide benevolmente successe,<br />

senza violenza, figlia anch’essa della Terra, Febe;<br />

e Febe trasmise il potere a Febo, come dono nata-<br />

le. Da Febe Febo ebbe nome. Lasciò egli Delo e il<br />

lago e le rupi del Cinto, approdò alle rive portuose<br />

di Pallade, e venne in questa terra e qui ebbe sua<br />

sede presso il monte Parnaso. Grande onore e<br />

corteggio gli fecero gli Ateniesi figli di Efesto, e gli<br />

aprirono la via sgomberando il terreno selvaggio.<br />

Devotamente mossero incontro al suo arrivo il<br />

popolo di Delfi e Delfo che di questa terra è il re.<br />

E a lui Zeus pose nel cuore la ispirazione profe-<br />

tica, e qui lo colloca, quarto profeta, sul trono.<br />

Interprete di Zeus suo padre è il Lossia Apollo.<br />

A queste divinità volli per prime innalzare le mie<br />

preghiere.<br />

E invocando le acque del Plisto e la forza di<br />

Poseidone e l’altissimo Zeus che tutto compie,<br />

ecco che io, ultima profetessa, siedo sul tripode<br />

sacro. Mi concedano ora gli dèi più propizia delle<br />

altre questa entrata nel tempio.<br />

di Eschilo<br />

traduzione di Manara Valgimigli<br />

Oh, terribile cosa a dire, spettacolo orrendo a<br />

vedere! Indietro mi scaccia dalla casa di Apollo.<br />

Non ho forza, non posso più reggermi in piedi.<br />

Carponi corro via, come legate ho le gambe. Non<br />

è più niente, è peggio di un bimbo una vecchia<br />

che trema. Vedo nel tempio, il tripode incoronato<br />

di bende, e là, presso l’òmfalo vedo un uomo; un<br />

uomo macchiato di colpa. Sta lì piegato in atto<br />

di supplice; le mani gli gocciano sangue; regge<br />

una spada che or ora ha ferito, e un lungo ramo<br />

63


64 di olivo; e il ramo è tutto ravvolto, come il rito<br />

vuole, di lana, di un candido vello di lana. E qui<br />

ascolta, ascolta. Davanti a quest’uomo c’è una<br />

strana torma di donne che dormono sopra i sedili.<br />

No, non donne, ma Gorgoni dico. No, nemmeno a<br />

forme di Gorgoni le posso rassomigliare. Già vidi<br />

un giorno, dipinte, quelle che a Fineo portavano<br />

via il mangiare. Ma sono senz’ali queste, e nere,<br />

e ripugnanti alla vista. E russano, ed esalano fiati<br />

che ammorbano, e sgradevoli umori stillano dagli<br />

occhi. E indosso hanno guarnimenti che nessuno<br />

potrebbe portare dinanzi a simulacri di dèi o in<br />

case di uomini. Mai vidi compagnia come questa;<br />

nessuna terra potrebbe gloriarsi di avere allevato<br />

tal gente senza suo danno, senza doverne pagare<br />

la pena. E ora che cosa accadrà? <strong>Il</strong> signore del<br />

santuario, il potentissimo Apollo dovrà provve-<br />

dere. Lui solo coi suoi oracoli può medicare e<br />

interpretare il prodigio, lui solo che anche le case<br />

degli altri può purificare.<br />

Apollo – Non ti tradirò, Fino alla fine veglierò su<br />

di te, da vicino e anche da lontano; ai tuoi nemi-<br />

ci non sarò benigno. Tu hai visto queste Furie già<br />

dome; cadute nel sonno hai visto le vergini male-<br />

dette, queste vecchie vergini nate in un tempo<br />

remoto. Nessuno si congiunge con loro, né dio né<br />

uomo né bestia selvatica.<br />

Per il male esse nacquero, e nell’ombra maligna<br />

del Tartaro, giù sotto terra vivono, odio degli<br />

uomini e degli dèi di Olimpo. E tu fuggi, non<br />

lasciarti cogliere da debolezza. Ti inseguiranno<br />

costoro, per tutta la terra quanto è grande, e tu<br />

dovrai sempre andare e dovunque segnare le tue<br />

vestigia errabonde, anche di là dal mare, anche<br />

fra genti circondate dal mare. Non essere mai<br />

stanco di pascere questa tua pena. E giunto nella<br />

città di Pallade, allora chinati a terra e abbraccia<br />

l’antico simulacro. Là io troverò i giudici della<br />

contesa, e le parole della persuasione e il mezzo di<br />

liberarti per sempre da questo travaglio. Fui io, lo<br />

so, che ti indussi a colpire il seno di tua madre.<br />

Oreste – Apollo signore, tu conosci che cosa<br />

è giusto; e poiché lo conosci, sappi anche non<br />

dimenticarti di me.<br />

La tua potenza è garanzia che mi sarai valido<br />

aiuto.<br />

Apollo – Ricordati, non ti vinca paura.E tu Erme,<br />

sangue fraterno, figlio di comune padre, veglia su<br />

lui. Come dice il tuo nome, siigli guida, proteggi<br />

questo mio supplice. La santità degli esuli anche<br />

Zeus vuole rispettata, e che una sorte propizia li<br />

accompagni per il mondo. Veglia su di lui.<br />

L’ombra di Clitemestra – Ah, voi dormite!<br />

Dormite pure. Che bisogno ho io di gente che<br />

dorme-? E così anche tra i morti voi mi oltraggia-<br />

te. Uccisi, è vero; e l’oltraggio dell’accusa neanche<br />

tra i morti mi lascia. E da tutti, vergognosamente,<br />

vo errando scacciata. I morti sono, questo vi dico,<br />

che più fieramente mi accusano. E io che dalla<br />

persona più cara ebbi a soffrire strazio così atroce,<br />

che fui da mano matricida sgozzata, nessun dio io<br />

ho che si sdegni per me. Guarda queste mie ferite.<br />

Dentro il tuo cuore le vedi. L’anima di chi dorme<br />

è tutta uno splendore di occhi che vedono, mentre<br />

di giorno ciechi sono per loro destino i mortali. E<br />

voi più volte mie libagioni avete lambito, libagio-<br />

ni di acqua e di miele a placarvi; e notturne cene<br />

di sacrifici vi offersi sul focolare acceso, in ora<br />

che non è comune agli altri dèi. E tutto questo<br />

voi lo calpestate. E Oreste è scampato. E fuggito


via come un cerbiatto, così, con un agile salto<br />

fra mezzo le reti tese, e vi deride e sogghigna. Mi<br />

udite? Di me, della mia vita vi parlo. Ascoltatemi,<br />

divinità sotterranee. Fantasma di sogno sono io.<br />

Clitemestra sono che vi chiamo.<br />

Coro – Un mugolio.<br />

Clitemestra – Mugolate, mugolate pure…<br />

E lui se n’è andato, è fuggito lontano.<br />

Divinità protettrici ha la mia gente, non io.<br />

Coro - Un mugolio ancora.<br />

Clitemestra – Tu dormi, un sonno profondo tu<br />

dormi.<br />

Non hai pietà di questo che mi accade.<br />

L’uccisore mio, di me, di sua madre, è fuggito.<br />

Coro - Un gemito.<br />

Clitemestra – Tu gemi, tu dormi...<br />

E dunque levati su, presto...<br />

Che altro hai da fare tu se non male?<br />

Coro - Ancora un gemito.<br />

Clitemestra – Sonno e stanchezza, congiurati<br />

insieme, si sono impadroniti di te e l’impeto della<br />

feroce idra lo hanno fiaccato.<br />

Coro - Un più lungo e acuto mugolio. Prendilo,<br />

prendilo, prendilo,prendilo, stai attenta!<br />

Clitemestra – In sogno tu insegui la bestia. Come<br />

un cane latri che mai cede all’affanno della fatica,<br />

Che fai? Levati su! Non ti vinca stanchezza! Non<br />

ignorare, stupidita dal sonno, lo scorno che hai<br />

subito. Non ti mordono il cuore giuste rampogne?<br />

Sono rimedio e stimolo ai saggi. Soffiagli contro<br />

a costui un tuo soffio di sangue; col tuo alito, col<br />

fuoco delle tue viscere, disseccalo, stagli dietro,<br />

consumalo, dagli addosso ancora una seconda<br />

volta!<br />

PARODO<br />

Corifea – Svegliati!<br />

E sveglia anche tu quest’altra, come io te. Ancora<br />

dormi? Levati.<br />

Dài un calcio al sonno.<br />

Vediamo se veramente la nostra prima caccia fu<br />

in vano.<br />

Coro – Ahimè ahimè, un guaio ci è capitato, com-<br />

pagne…<br />

- Oh sì, guai su guai patimmo e vani…<br />

- Tristissimo danno, ahimè, insopportabile danno!<br />

Fuori delle reti si è buttata la bestia, è fuggita.<br />

- <strong>Il</strong> sonno ci ha vinte, la preda l’abbiamo perdu-<br />

ta…<br />

Antistrofe<br />

- Ah figlio di Zeus, un predone tu sei…<br />

- E noi, antiche dee, tu giovane dio calpesti…<br />

-…per favorire il tuo supplice, uomo nemico agli<br />

dèi, funesto alla madre. Ce l’hai predato il matri-<br />

cida, tu dio.<br />

- Dove, dimmi, dove è giustizia? strofe<br />

Corifea – Contro di me si levò il rimprovero dal<br />

sogno. Pareva un auriga; afferrò per il mezzo la<br />

sferza, mi colpi sotto il fianco, nel cuore.<br />

Pareva un pubblico flagellatore feroce; ancora<br />

sento fin dentro le ossa il brivido freddo dei colpi.<br />

Antistrofe<br />

Coro - Questo sanno fare i novissimi dèi: gover-<br />

nano il mondo trascurando giustizia, da un trono<br />

ch’è tutto, al sommo e in basso, maculato di stra-<br />

ge. E qui puoi vedere insozzato di sangue l’altare<br />

della terra, orrenda sozzura.<br />

65


66 Strofe<br />

Del sangue di uccisi su focolare domestico Apollo<br />

profeta contaminò il suo santuario. Volle egli stes-<br />

so far questo. Passò oltre le leggi divine per ono-<br />

rare un mortale, e violò le antichissime Moire.<br />

Antistrofe<br />

E così anche a noi fece offesa. Ma non sarà salvo<br />

il supplice. Anche se fugga sotterra non sarà<br />

mai liberato. La sua colpa egli porta con sé.<br />

Dovunque egli vada, avrà sempre sul capo un<br />

altro vendicatore.<br />

EPISODIO PRIMO<br />

Apollo – Fuori di qui, obbedite! Fuori da que-<br />

sti luoghi, presto. Sgomberate il tempio se non<br />

volete che io vi colpisca con un mio alato bianco<br />

serpe vibrato dall’aurea corda dell’arco; se non<br />

volete nel dolore vomitare a grumi, a fiotti di<br />

nera schiuma, il sangue che avete succhiato agli<br />

uomini uccisi. A voi non è lecito avvicinare questa<br />

dimora. Là dove tagliano teste, dove strappano<br />

occhi, dove sgozzano; là dove seme di fecondità<br />

distruggono e fiore di giovinezza avvizzisce; là<br />

dove si vedono mutilazioni e lapidazioni, dove<br />

si odono mugghi e gemiti di gente trafitta per<br />

la schiena e confitta in terra da pali, là è vostra<br />

sede. Mi udite? Queste sono le orge che vi deli-<br />

ziano, tutta la vostra figura lo dice; per questo gli<br />

dèi vi maledicono. Antri di leoni insaziati di stra-<br />

ge voi dovete abitare, e non spargere su altri, in<br />

questo tempio fatidico, la vostra sozzura. Andate<br />

altrove a pascervi. Di tal mandra selvaggia nessun<br />

dio può essere pastore benigno.<br />

Corifea – Apollo. Signore, ascolta me adesso.. Del<br />

delitto di Oreste non basta dire che sei complice:<br />

tu solo ne fosti l’autore, tu solo ne sei il responsa-<br />

bile.<br />

Apollo – Come dici? A questo soltanto rispondi.<br />

Corifea – Col tuo vaticinio ordinasti all’ospite di<br />

uccidere sua madre.<br />

Apollo – Col mio vaticinio gli dissi “Vai a vendi-<br />

care tuo padre”.<br />

E allora?<br />

Corifea – E allora tu ti facesti autore e fautore<br />

del nuovo delitto.<br />

Apollo – E anche gli dissi di cercare in questa<br />

casa il suo rifugio di supplice.<br />

Corifea – Noi lo scortammo fin qui, e noi tu<br />

offendi?<br />

Apollo – Perché in questi luoghi a voi non è lecito<br />

né venire né stare.<br />

Corifea – A noi questo fu comandato.<br />

Apollo – Per quale compito? quale vantate così<br />

onorevole ufficio?<br />

Corifea – Scacciare i matricidi dalle loro case.<br />

Apollo – E come? e la donna che uccise il suo<br />

sposo?<br />

Corifea – Non versò ella, uccidendo, sangue di<br />

consanguinei.<br />

Apollo – Tu fai ben poco conto, assai poco rispet-<br />

to tu hai dei patti di fedeltà della pronuba Era<br />

e di Zeus.E poi da questo tuo ragionare è come<br />

vilipesa e scacciata Cipride, benché da lei venga-<br />

no agli uomini le gioie più care. <strong>Il</strong> talamo nuziale<br />

a cui il destino lega l’uomo e la donna, è vincolo<br />

assai più grave del giuramento, e giustizia lo pro-<br />

tegge. Se dunque tu, quando l’uno dei due uccide<br />

l’altro, sei indulgente con l’uccisore e non lo puni-


sci e nemmeno lo guardi con ira, io dico che tu<br />

ingiustamente perseguiti Oreste: perché vedo che<br />

della colpa di lui sei fortemente sdegnata, l’altra<br />

invece è palese a tutti che tu la giudichi con molto<br />

minore severità. Comunque, dove sia fra le due<br />

parti il diritto vedrà Pallade Atena.<br />

Corifea – Non sarà mai che quel tuo uomo io me<br />

lo lasci sfuggire.<br />

Apollo – E tu inseguilo e prenditi pure altre fati-<br />

che ancora.<br />

Corifea – Con queste parole tu distruggi ogni mio<br />

onore.<br />

Apollo – I tuoi onori io non li vorrei avere.<br />

Corifea – Lo sappiamo tutti che grande rinoman-<br />

za tu godi presso il trono di Zeus. Ma io – il san-<br />

gue d’una madre m’incita – farò giustizia di lui,<br />

non cesserò di dargli, come cane, la caccia.<br />

Apollo – E io darò aiuto al mio supplice, e difesa<br />

e salvezza.<br />

È terribile cosa fra uomini e dèi l’ira del supplice<br />

contro chi lo voglia tradire.<br />

Oreste – Atena signora! Per ordine di Apollo<br />

sono giunto qui; e tu accogli benigna l’uomo<br />

perseguitato dal demone della vendetta. Ma io<br />

più non sono macchiato di colpa, non ho più<br />

le mani impure. Ha perso la punta oramai, si è<br />

consumata la mia spada colpevole nelle case che<br />

ho visitato e tra gli uomini che ho incontrato nel<br />

mio cammino. Mari e terre ho percorso, fedele<br />

agli ordini profetici di Apollo. E ora sono qui nel<br />

tuo santuario, o dea; e qui pròno davanti al tuo<br />

simulacro aspetto che giustizia si compia.<br />

EPIPARODO<br />

Corifea – Oh, bene!Ecco qui dell’uomo un chiaro<br />

segno. Siamo come cani dietro un cerbiatto ferito.<br />

Pozze di sangue, gocce di sangue, sono la nostra<br />

pista. Molto affaticate siamo e stanche, e anelan-<br />

te il cuore. Tutta la terra abbiamo percorsa, Di<br />

là dal mare, con voli senz’ali, venimmo e inse-<br />

guimmo. Nave non è più veloce. Qui deve essersi<br />

appiattato colui. È un riso per me questo odore di<br />

umano sangue.<br />

Coro – Guarda, guarda ancora, cerca bene dap-<br />

pertutto, che non ci scappi impunito il matricida.<br />

Corifea – Oh, eccolo là! Ancora una volta ha<br />

trovato aiuto. Èabbandonato davanti alla dea<br />

immortale. Della sua azione vuole avere giustizia.<br />

Coro – No, non è possibile! Sangue di madre<br />

caduto a terra non si raccatta, non si riscatta.<br />

Vivido sangue caduto a terra è perduto per sem-<br />

pre.<br />

Corifea – Sei tu che dalle tue vene vive mi devi in<br />

cambio dar da succhiare il rosso libame. Da te io<br />

voglio di feroce bevanda pascere mia sete. Anche<br />

vivo, dopo averti prosciugato, ti trarrò laggiù<br />

dove pagherai la pena che ti spetta dello scempio<br />

materno.<br />

Coro – E laggiù vedrai altre genti che commisero<br />

sacrilegi, chi contro dèi chi contro ospiti chi con-<br />

tro genitori; e ciascuno ha da giustizia sua pena.<br />

Grande giustiziere degli uomini è laggiù sotto<br />

terra il dio Ade, che nel libro della memoria tutto<br />

ha scritto e tutto sorveglia.<br />

Oreste – Esperto di mali, più modi conosco di<br />

purificazione, e so quando è lecito parlare e quan-<br />

do tacere. In questa vicenda un maestro sapiente<br />

mi ordinò di fare udire la mia voce. Non è più<br />

vivo nella mia mano il sangue, s’è spento; del<br />

67


68 sangue di mia madre è lavata la macchia. Era<br />

ancor fresca quando sull’ara domestica di Febo il<br />

sacrificio di un verro la portò via, la purificò.<br />

Lungo sarebbe noverare quanti avvicinai, con<br />

quanti potei stare insieme senza loro danno. Tutto<br />

cancella il tempo che passa. E ora con pure lab-<br />

bra, senza empietà, posso invocare colei ch’è<br />

padrona di questa terra, Atena, e pregarla di<br />

venire in mio soccorso. Senza battaglia la dea<br />

conquisterà me e la mia terra e tutto il popolo<br />

di Argo che le sarà lealmente fedele e alleato per<br />

sempre. Dovunque ella sia, soccorritrice dei suoi<br />

qui venga – anche di lontano un dio ascolta – e<br />

me da queste persecutrici liberi e salvi.<br />

Corifea – No, né Apollo né la forza di Atena ti<br />

salveranno. Tu perirai abbandonato da tutti.<br />

Nessuna gioia rallegrerà il tuo cuore. Dissanguata<br />

ombra, il tuo sangue noi disseterà. Neppure<br />

rispondi? E sputi sulle nostre parole? Per noi fosti<br />

nutrito, alle Erinni fosti consacrato. E così ancor<br />

vivo, senza neppure essere sgozzato sull’ara, sarai<br />

il nostro convito. E ora odi l’inno che sarà tuo<br />

incanto e tua catena.<br />

PRIMO STASIMO<br />

Coro - Una danza, una danza vogliamo danzare,<br />

un canto di orrore vogliamo cantare; e dire in che<br />

modo alle sorti degli uomini la nostra congrega dà<br />

ordine e legge. Giustizia che diritto colpisce, que-<br />

sto è il compito nostro. Contro chi pure distende<br />

le mani, nessuna di nostra ira lo assale e immune<br />

trascorre sua vita.<br />

Ma chi colpa commise e, come quest’uomo, le<br />

mani nasconde insanguinate, contro costui ci<br />

leviamo in difesa del morto, e fino all’estremo<br />

testimoni presenti il debito suo di sangue gli fac-<br />

ciamo pagare.<br />

Strofe<br />

Notte a me madre, notte che mi generasti a ven-<br />

detta dei vivi e dei morti, ascoltami. <strong>Il</strong> figlio di<br />

Latona mi tiene in dispregio; e mi ha tolto costui,<br />

cerbiatto che trema e si appiatta, unica offerta<br />

che sangue materno possa espiare.<br />

Efimnio<br />

Vittima a noi sacra è Oreste: tale è il nostro canto<br />

su lui: canto che dissenna, canto che travolge<br />

e sconvolge la mente; inno delle Erinni che la<br />

mente incatena: inno senza lira che brucia e pro-<br />

sciuga i mortali.<br />

Antistrofe<br />

Questa è la sorte che a me stabilmente filò l’ ine-<br />

sorabile Moira: chi dei mortali per sua follia pre-<br />

cipita in colpe di sangue fraterno, seguire costui<br />

fino al giorno che scende sotterra; e anche morto<br />

rimane in nostro potere.<br />

Efimnio<br />

Vittima a noi sacra è Oreste; tale è il nostro canto<br />

su lui: canto che dissenna, canto che travolge<br />

e sconvolge la mente; inno delle Erinni che la<br />

mente incatena: inno senza lira che brucia e pro-<br />

sciuga i mortali.<br />

Strofe<br />

Questa sorte sul nascere a noi fu assegnata; né


avere contatto con gli immortali; nessun dio ci<br />

può essere compagno di mensa; lungi da noi com-<br />

pagnie liete in letizia di candide vesti…<br />

Efimnio<br />

Distruzioni di case eleggemmo, là dove alcuno,<br />

domestico Ares, un proprio congiunto uccida: e<br />

allora costui nella sua lordura di sangue è da noi<br />

inseguito e se anche potente, ombra tra ombre<br />

annientato.<br />

Strofe<br />

Oh le glorie degli uomini! Anche quelle che più<br />

solenni si levano al cielo, cadono senza onore e si<br />

spengono all’impeto delle nostre nere vesti e sotto<br />

il maleficio del nostro piede che danza e calpesta.<br />

Efimnio<br />

Perché in alto saltando la forza del piede pesan-<br />

te in basso sferriamo; vacilla il fuggiasco in sua<br />

corsa veloce e cade, miseranda rovina.<br />

Strofe<br />

Immutabile è la Erinni. Abili e tenaci al compi-<br />

to nostro, memori delle colpe e sorde al pianto<br />

degli uomini, noi siamo le Venerande; e nostra<br />

sorte seguiamo indifferenti all’onore e al dispre-<br />

gio, e tenute dagli dèi in disparte, fra barlumi di<br />

tenebra, per un cammino orrido ed aspro a chi è<br />

senza occhi e a chi vede.<br />

Antistrofe<br />

Corifea – Chi c’è dunque tra gli uomini che non<br />

abbia reverenza e tremore di me udendo la legge<br />

che la Moira ha stabilito e gli dèi sanzionato?<br />

Privilegio antico è il mio.Ho anch’io qualche<br />

parte di onore, se pure costretta laggiù sottoterra<br />

in una notte perenne senza sole.<br />

EPISODIO SECONDO<br />

Atena – Da lungi, dal lontano Scamandro, udii il<br />

richiamo di una voce. Prendevo possesso di una<br />

terra che a me del loro bottino avevano assegnato<br />

i capi e i guerrieri Achei; ora quel pezzo di terra<br />

è tutto e totalmente mio, mio e dei discendenti<br />

di Teseo. Di là io venni; e venni rapidamente,<br />

senz’ali, fremendo e nitrendo i venti nel seno<br />

dell’egida come polledri giovani aggiogati al mio<br />

carro. E qui, a vedere così strana turba, il mio<br />

cuore non trema, ma gli occhi stupiscono.Chi<br />

siete voi? A tutti insieme io parlo: a questo fore-<br />

stiero abbracciato al mio simulacro e a voi…Ma<br />

voi a nessun essere generato somigliate, non foste<br />

mai viste dagli dèi tra le dee, e nemmeno avete<br />

aspetto di creature mortali…Non è bello, lo so,<br />

rinfacciare così una vostra deformità, non è giu-<br />

sto né equo.<br />

Corifea – Tutto saprai, o vergine figlia di<br />

Zeus. Noi siamo le lugubri figlie della Notte.<br />

Maledizioni, è giù sotto la terra il nostro nome.<br />

Atena – Ora so chi siete e il vostro nome qual è.<br />

Corifea – E subito anche saprai qual è il compito<br />

nostro.<br />

Atena – Parla e lo saprò.<br />

Corifea – Scacciamo in bando gli omicidi dalle<br />

loro case.<br />

Atena – E dove il bando finisce?<br />

Corifea – Dove più nessuna gioia esiste.<br />

Atena – Dunque a tale meta con le vostre grida<br />

69


70 voi inseguite quest’uomo?<br />

Corifea – La madre sua uccise: questo egli osò<br />

Atena – Forse glielo impose qualcuno di cui<br />

temeva la collera?<br />

Corifea – E quale pungolo può avere tal forza da<br />

trarre uno a uccidere sua madre?<br />

Atena – Accusatore e accusato vedo qui presenti,<br />

ma di uno solo odo la voce.<br />

Corifea – Perché costui né potrebbe accettare né<br />

vuole dare giuramento.<br />

Atena – Tu preferisci aver nome di persona giusta<br />

anziché praticare giustizia.<br />

Corifea – E come? Dimmelo.Tu non manchi di<br />

saggezza.<br />

Atena – Io dico che non debbono valere giura-<br />

menti a far vincere una causa non giusta.<br />

Corifea – Allora, esamina tu la causa, giudica tu<br />

direttamente.<br />

Atena – A me volete affidare la decisione della<br />

contesa?<br />

Corifea – Così sia. Come tu meriti noi ti onoria-<br />

mo.<br />

Atena – Tu, ospite, che cosa hai da dire? Ma<br />

prima dimmi di che paese sei e di quale gente, e<br />

i tuoi casi.Dopo ti difenderai dall’accusa. Se hai<br />

fede nella giustizia e sei supplice al mio focolare,<br />

bene, rispondi con chiarezza su tutto.<br />

Oreste – Atena signora, io voglio per prima cosa<br />

rimovere il grave dubbio che era nelle tue ultime<br />

parole. Io non sono un supplice macchiato di<br />

colpa. Non sono impure le mani che toccano il<br />

tuo simulacro. Ti darò prova sicura di questo. È<br />

norma che l’omicida rimanga in silenzio fino a<br />

che un sacerdote non gli abbia versato sopra il<br />

sangue purificatore di un verro lattante immolato.<br />

Già da tempo presso altri focolari purificai la mia<br />

colpa con vittime espiatorie e con acque correnti.<br />

Togliti, dunque dall’anima questo timore. Sappi<br />

ora piuttosto della mia gente. Io sono argivo. E il<br />

padre mio lo conosci bene, Agamennone, che fu<br />

capo delle navi e dell’esercito acheo, e lo avesti<br />

alleato quando della troiana <strong>Il</strong>io facesti una città<br />

che città non è più. Appena ritornato mio padre a<br />

casa, in malo modo fu ucciso; mia madre lo ucci-<br />

se, donna di nero cuore. Lo ravviluppò in una rete<br />

insidiosa; e fu quella rete che diede a me testimo-<br />

nianza dell’eccidio del bagno. Ritornato poi io,<br />

dopo il lungo esilio, a casa, uccisi mia madre.<br />

Non nego questo: morte con morte, a vendetta del<br />

padre amato. Di ciò che feci fu mio complice il<br />

Apollo: pungoli erano al mio cuore le sue profezie<br />

che mi predicevano dolori atroci se non avessi<br />

eseguito i suoi ordini contro i colpevoli. Era giu-<br />

sto? Non era giusto? Tu giudica. Quale sia la mia<br />

sorte, nelle tue mani sono e l’accetterò.<br />

Atena – È troppo grave per uomini mortali giu-<br />

dicare questa contesa, nè a me conviene dare<br />

giudizio di una uccisione che suscita così acute<br />

collere vendicatrici. D’altra parte, poiché tu sei<br />

pur venuto qui supplice compiutamente purifica-<br />

to, senza danno per la mia dimora e anche senza<br />

biasimo alcuno che a te possa fare la mia città, io<br />

ti accolgo. Ma queste hanno un loro privilegio che<br />

non è facile rifiutare, e se non riescono nella causa<br />

a riportare vittoria, temo che dai loro precordi<br />

cadranno su questo paese i dardi avvelenati di un<br />

triste intollerabile flagello. Ora, che io le accolga<br />

costoro o che le respinga, sono cose ambedue dif-<br />

ficili per me e cagione di dolore. E poiché la lite<br />

a questo punto è precipitata, io eleggerò giudici


giurati e fonderò un istituto di giustizia che reste-<br />

rà saldo per sempre. Voi intanto raccogliete prove<br />

e testimonianze, che sono, consacrate da giura-<br />

mento, gli aiuti della giustizia. Io ritornerò appe-<br />

na eletti i migliori dei cittadini, i quali definiscano<br />

con verità la contesa e non vìolino, iniquamente, i<br />

giuramenti.<br />

SECONDO STASIMO<br />

Strofe<br />

Corifea – Vedrete voi ora a quali rovine porteran-<br />

no le nuove leggi se la causa -il delitto!- di questo<br />

matricida dovrà prevalere. Agli uomini sarà facile<br />

ogni audacia. Dai propri figli i genitori ferite e<br />

morti si dovranno d’ora innanzi aspettare.<br />

Antistrofe<br />

Coro – Nessuna vigilanza avranno più le Menadi<br />

sui mortali; nessuna ira punitrice inseguirà<br />

misfatti come questo. Ad ogni morte, libera stra-<br />

da. E quante pene dai congiunti patite! Invano si<br />

chiederanno gli uomini quale fine alle sventure<br />

trovare, quale tregua, e non troveranno, infelici,<br />

che vane blandizie di vani rimedi.<br />

Strofe<br />

Né alcuno più, percosso da sventura, implori soc-<br />

corso levando il grido «O Giustizia, o Troni delle<br />

Erinni!». Sarà forse un padre, sarà forse una<br />

madre or ora uccisa, che così gemeranno gemiti<br />

di pietà. Invano! La casa di Giustizia è crollata.<br />

Antistrofe<br />

E bene talvolta il terrore. E bene che sul cuore<br />

degli uomini abbia il suo posto di guardia. <strong>Il</strong> dolo-<br />

re giova a saggezza. Chi mai, o città o uomo mor-<br />

tale, che nessun’ansia, finché vivo, abbia avuto<br />

nel cuore, potrà tuttavia venerare Giustizia?<br />

Strofe<br />

Corifea – Senza freno di leggi non lodare la vita,<br />

né senza libertà. Sempre il giusto mezzo prevalga.<br />

Questo volle il dio, che i casi diversi diversamente<br />

sorveglia e dirige. E sia qui ripetuto il detto:«Di<br />

Empietà verissima figlia è Tracotanza». Da equi-<br />

librio di mente nasce felicità a tutti cara, da tutti<br />

desiderata.<br />

Antistrofe<br />

Anche ripeto, ed è legge suprema: «Rispetta<br />

l’altare di Giustizia. Non ti seduca guadagno a<br />

rovesciarlo con piede sacrilego, perché il castigo<br />

sopravverrà». Abbia ciascuno per i genitori la<br />

reverenza dovuta, e sia rispettoso degli ospiti che<br />

frequentano la sua casa.<br />

Strofe<br />

Chi per suo volere, e non costretto da necessità,<br />

ama Giustizia, non sarà infelice né potrà mai<br />

perire del tutto. Ma chi per sua ribellione tra-<br />

sgredisce ogni norma, costui io dico che con tutta<br />

la sua nave, con tutto il suo carico di ricchezze<br />

contro giustizia accumulate, per forza un giorno<br />

dovrà precipitare nel mare quando il vento della<br />

tempesta gli prenda le vele e gli spezzi l’albero.<br />

Antistrofe<br />

Chiama egli al soccorso, ma nessuno gli dà ascolto<br />

in mezzo al turbine che lo travolge. Ride il demo-<br />

71


72 ne su l’orgoglio dell’uomo, a vederlo dal suo orgo-<br />

glio ormai caduto. E ora è come un fuscello tra<br />

gorghi di calamità, né si regge sul filo dell’onda.<br />

Con la sua lunga e felice opulenza di un tempo<br />

egli ha cozzato nello scoglio di Giustizia, e quivi si<br />

è spento, nessuno lo piange, niente è più.<br />

EPISODIO TERZO<br />

Atena – Radunato è il Consiglio. In silenzio deve<br />

la città tutta quanta e debbono costoro appren-<br />

dere le leggi che qui per sempre io stabilisco.Con<br />

giustizia il giudizio ha da esser pronunciato. E tu,<br />

nume Apollo, esercita l’ufficio tuo. Esponi quale<br />

parte tu hai in questa contesa.<br />

Apollo – Qui io venni per fare testimonianza.<br />

Quest’ uomo è supplice, com’è costume, del mio<br />

santuario, è ospite del mio focolare. Del sangue<br />

del matricidio fu già da me purificato. E venni<br />

per farne la difesa io stesso. Della uccisione di sua<br />

madre io sono responsabile. E tu apri il giudizio;<br />

segui saggezza e risolvi la causa.<br />

Atena – A voi la parola. <strong>Il</strong> giudizio è aperto. Parli<br />

per primo l’accusatore. E innanzi tutto ci informi<br />

esattamente come furono i fatti.<br />

Corifea – In molte siamo, ma poche e brevi le<br />

nostre parole.<br />

Oreste! rispondi punto per punto alle mie doman-<br />

de. A questa, per prima, uccidesti tua madre?<br />

Oreste – La uccisi; non nego.<br />

Corifea – Già uno intanto dei tre assalti l’ho<br />

vinto.<br />

Oreste – Ma ancora non sono a terra; non gloriar-<br />

ti troppo.<br />

Corifea Dimmi ora come la uccidesti.<br />

Oreste – Trassi la spada e le tagliai la gola.<br />

Corifea – E chi ti consigliò, chi ti persuase?<br />

Oreste – Gli oracoli di Apollo. E Apollo è qui,<br />

mio testimone.<br />

Corifea – Lui fu, l’indovino, che ti guidò a ucci-<br />

dere la madre?<br />

Oreste – Né ho ragione, fin qui, di maledire la<br />

mia sorte.<br />

Corifea – Ma se ti coglie voto di condanna, non<br />

dirai, credo, altrettanto.<br />

Oreste – Verrà su mio padre dalla tomba a recar-<br />

mi soccorso. Ne ho fede certa.<br />

Corifea – Abbi pur fede nei morti, tu che hai<br />

fatto morire tua madre.<br />

Oreste – La vergogna di due colpe ella aveva<br />

sopra di sé.<br />

Corifea – Come? Chiarisci bene ai giudici questo.<br />

Oreste – Uccidendo il marito uccise mio padre.<br />

Corifea – Ma tu vivi, e lei si liberò dalla colpa<br />

morendo.<br />

Oreste – E perché lei, quand’ancora era viva, tu<br />

non la perseguitasti?<br />

Corifea – Non era dello stesso suo sangue l’uomo<br />

che uccise.<br />

Oreste – E sono io dello stesso sangue di mia<br />

madre?<br />

Corifea – E come ti nutrì ella, sciagurato, dentro<br />

il suo ventre?<br />

Tu rinneghi il dolce sangue della madre!<br />

Oreste – Fammi tu ora, Apollo, testimonianza,<br />

dimmi tu se con diritto io la uccisi. <strong>Il</strong> fatto, qual<br />

è, non lo nego. Ma se giusta fu, a giudizio tuo, la<br />

uccisione o no, questo mi devi dire, ché io lo dica<br />

a questi giudici.<br />

Apollo – Parlerò io a voi, che siete il grande


tribunale qui costituito da Atena. Giusta fu l’uc-<br />

cisione. Né io, profeta, posso mentire.Non mai,<br />

dal mio seggio profetico, su uomo o donna o<br />

città, pronuncia oracoli che non m’avesse Zeus<br />

comandato di pronunciare, il padre degli dèi<br />

d’Olimpo. Quale forza abbiano in loro giustizia<br />

questi comandi di Zeus vi invito a considerare, e<br />

a seguire i voleri del padre. Non c’è giuramento<br />

che valga più della parola di Zeus.<br />

Corifea – Fu dunque Zeus, tu dici, che dettò a te<br />

quest’oracolo e fu l’oracolo che intimò a Oreste<br />

di vendicare la morte del padre senza fare nessun<br />

conto del rispetto dovuto alla madre?<br />

Apollo – Oh, non è la medesima cosa la morte<br />

di un nobile eroe onorato da Zeus dello scettro<br />

regale! Ed è anche peggio che questo eroe sia<br />

morto per mano di donna, e non in guerra col-<br />

pito dall’arco di un’Amazzone veloce. Com’egli<br />

morì, udirete ora, tu Pallade e voi che qui siete<br />

seduti per definire col vostro voto questa contesa.<br />

Ritornava dalla guerra. La sua maggiore impresa<br />

l’aveva compiuta felicemente. Con lieto volto la<br />

sua donna l’accolse. Gli preparò un bagno. Poi,<br />

nella vasca, lo avvolse di un mantello, lo chiuse<br />

nell’artificio di un peplo, lo impigliò in una rete<br />

inestricabile, e lo colpì. Questa fu, questa che vi<br />

ho detto, la morte dell’eroe sopra tutti venerato,<br />

del duce che guidò a <strong>Il</strong>io l’armata navale; e tale<br />

qual dissi la sua donna. Non si sentono i giudici<br />

mordere il cuore di collera e il popolo che qui è<br />

chiamato a fare giustizia?<br />

Corifea – Secondo il tuo ragionare maggiore cura<br />

si prenderebbe Zeus della sorte dei padri. E non<br />

incatenò egli suo padre, il vecchio Crono? Come<br />

le metti d’accordo tu queste cose fra loro? Siatemi<br />

voi, giudici, testimoni di ciò ch’egli dice.<br />

Apollo – O mostri da tutti esecrati, abbominio<br />

dei numi! Ma si possono sciogliere le catene, c’è<br />

rimedio a questo, mezzi assai numerosi ci sono<br />

di liberazione. Ma una volta che il sangue di un<br />

uomo ucciso la polvere lo abbia succhiato, non c’è<br />

più risurrezione per lui. Non inventò per questo<br />

mio padre gli incantesimi, lui che tutto il mondo,<br />

e cielo e terra, e senza fatica né affanno, ordina e<br />

volge.<br />

Corifea – Bada a come difendi costui dalla con-<br />

danna. È il sangue delle sue stesse vene, è il<br />

sangue di sua madre che costui versò a terra;<br />

ed egli resterà in Argo ad abitare la casa di suo<br />

padre?A quali altari della sua gente potrà acco-<br />

starsi? Quale amico lo potrà accogliere e dargli<br />

l’acqua lustrale?<br />

Apollo – Anche questo ti dirò; e tu vedi se ret-<br />

tamente io parlo. Non è la madre la generatrice<br />

di colui che si dice da lei generato, di suo figlio,<br />

bensì è la nutrice del feto appena in lei semina-<br />

to. Generatore è chi getta il seme; e la madre è<br />

come ospite ad ospite, che accoglie e custodisce il<br />

germoglio, almeno finché ai due non rechi danno<br />

qualche iddio. Posso darvi la prova di ciò che<br />

dico. Padre, uno può essere anche senza madre.<br />

Qui stesso ne è testimone Atena, la figlia di Zeus<br />

olimpio, che non fu allevata nel buio di un grem-<br />

bo materno; ed è tale rampollo che nessuna dea<br />

avrebbe potuto generare. Pallade Atena, e per<br />

quanto è in me, io voglio far grande la tua città<br />

e la tua gente; come già mandando costui suppli-<br />

ce al focolare del tuo santuario volli che ti fosse<br />

fedele per sempre e in lui tu acquistassi, o dea, un<br />

alleato ed alleati i suoi discendenti, e che quindi<br />

73


74 tra Ateniesi e i figli dei figli di Oreste un patto di<br />

fedeltà rimanesse stabilito in eterno.<br />

Atena – È tempo ormai che io inviti costoro a<br />

deporre nell’urna, secondo coscienza, il loro voto.<br />

Abbastanza fu detto.<br />

Corifea – Si, ogni dardo da noi fu scagliato. Non<br />

ci resta che udire come sarà giudicata la lite.<br />

Atena – Bene: ma come potrò fare per non essere<br />

da voi biasimata?<br />

Corifea – Quello che c’era da udire, giudici, lo<br />

udiste. Portando il voto nell’urna, vi sia sacro nel<br />

cuore il giuramento.<br />

Atena – Ascoltatemi, o cittadini di Atene; udite<br />

che cosa è questo ordine da me qui istituito, voi<br />

che per primi siete chiamati a giudicare in una<br />

causa di sangue. Anche per l’avvenire resterà<br />

al popolo di Egeo, e sempre rinnovato, questo<br />

Consiglio di giudici. <strong>Il</strong> colle di Ares è questo: dove<br />

già le Amazzoni ebbero loro sedi e tende quando<br />

per odio a Teseo qui si accamparono in guerra e<br />

di fronte all’Acropoli antica questa città nuova<br />

munirono di alte torri; e qui fecero sacrifici ad<br />

Ares, ond’ebbero il nome di Ares la rupe ed il<br />

colle. Su questo colle Reverenza e Paura, che di<br />

Reverenza è sorella, impediranno ai cittadini di<br />

fare offesa a Giustizia, quando non vogliano essi<br />

stessi sovvertire le leggi: chi di correnti impure e<br />

di fango intorbida limpide acque non troverà più<br />

da bere. Né anarchia né dispotismo: questa è la<br />

regola che ai cittadini amanti della patria consi-<br />

glio di osservare; e di non scacciare del tutto dalla<br />

città il timore perché senza timore nessuno dei<br />

mortali opera secondo giustizia. E se voi, come<br />

dovete, avete timore e reverenza della maestà di<br />

questo istituto, il vostro paese e la vostra città<br />

avranno un baluardo di sicurezza quale nessu-<br />

n’altra gente conosce, né fra gli Sciti né nella<br />

terra di Pelope. Incorruttibile al lucro io voglio<br />

questo Consiglio, e rispettoso del giusto; e infles-<br />

sibile e pronto, vigile scolta che se anche gli altri<br />

dormono è desta. Questi sono gli avvertimenti<br />

che ai miei cittadini, pensando al futuro, mi sono<br />

indugiata a dare. E ora levatevi, o giudici, recate<br />

all’urna, i vostri suffragi e, rispettando il giura-<br />

mento, definite la causa. Non ho altro da dire.<br />

Corifea – Badate, la nostra presenza può esse-<br />

re funesta a questo paese. Non ci disprezzate.<br />

Ascoltate il nostro consiglio.<br />

Apollo – E io vi dico che gli oracoli miei sono<br />

anche gli oracoli di Zeus. Osservarli dovete, e<br />

temere che restino senza frutto.<br />

Corifea – Ma di fatti di sangue a te non spetta<br />

occuparti; non più potrai altrimenti profetare<br />

oracoli puri.<br />

Apollo – Errò dunque nei suoi consigli il padre<br />

mio quando del primo delitto di sangue purificò il<br />

supplice Issione?<br />

Corifea – Errò. E io e la mia torma, se non otte-<br />

niamo giustizia, saremo ancora implacabili a que-<br />

sto paese.<br />

Apollo – Ma tu né fra le nuove divinità sei onora-<br />

ta né fra le antiche. Io vincerò la causa.<br />

Corifea – Seguiti a calpestarmi, me antica, tu<br />

nuovo. Aspetto di udire la sentenza, poi vedrò se<br />

ancora infierire su questa città oppure no.<br />

Atena – Tocca a me ora di dare per ultima il mio<br />

giudizio.Io voto in favore di Oreste. Madre che mi<br />

abbia generato io non l’ho. <strong>Il</strong> mio cuore è tutto<br />

per l’uomo. Io sono solamente del padre. E così il<br />

destino di una donna omicida del proprio sposo


a me non importa: lo sposo m’importa, custode<br />

del focolare domestico. La vittoria sarà di Oreste<br />

anche se uguale il numero dei voti. Ora traete<br />

fuori i voti dalle urne.<br />

Oreste – Febo Apollo, quale sarà il giudizio?<br />

Corifea – O nera Notte, madre mia, vedi tu quel-<br />

lo che accade?<br />

Oreste – O un laccio di morte o ancora la luce!<br />

Corifea – E noi, o scomparire per sempre o pos-<br />

sedere ancora i nostri onori.<br />

Apollo – Esatto sia, ospiti il calcolo dei voti; non<br />

ci sia frode nella divisione. Un voto che manca<br />

può essere grave danno. Basta un voto a raddriz-<br />

zare una casa, o ad abbatterla.<br />

Atena – Assolto è quest’uomo dall’accusa di<br />

matricidio.<br />

<strong>Il</strong> calcolo dei voti dà due numeri eguali.<br />

Oreste – Pallade Atena, tu hai salvato la mia<br />

casa. Me, bandito dalla terra dei padri, hai resti-<br />

tuito al mio focolare. E tutti diranno per tutta<br />

l’Ellade: “Ecco, nuovamente quest’uomo è citta-<br />

dino di Argo, nuovamente dei beni paterni ritor-<br />

na padrone, per volere di Pallade, per volere di<br />

Apollo, e, terzo, per volere di Zeus Salvatore, che<br />

tutto compie”. Zeus fu che la morte del padre mio<br />

pienamente commiserando, e vedendo costoro<br />

difendere la madre, mi diede salvezza. Ora io, sul<br />

punto di ritornare alla mia casa, a questa terra<br />

e alle sue genti faccio giuramento che valga per<br />

tutta la pienezza dei tempi avvenire. Giuro che<br />

mai uomo argivo verrà qui a capitanare un eser-<br />

cito in guerra. Io sarò morto allora ma contro chi<br />

osasse violare il giuramento anche dalla tomba<br />

insorgerò, e gli porrò innanzi difficoltà inestrica-<br />

bili, e invalicabili strade, e a ogni passo presagi<br />

di sventura finché quello disanimato e stanco<br />

dovrà mutare pensiero. Se invece i miei cittadini<br />

al giuramento resteranno fedeli e a questa città<br />

di Pallade faranno onore con alleanza di armi, io<br />

sarò a costoro benevolente. Salute a te, Atena, e<br />

a te, popolo di Atene. Invincibili siano ai nostri<br />

nemici le nostre battaglie; e a noi e a voi salvezza<br />

e vittoria.<br />

ESODO<br />

Strofe<br />

Corifea – Ahi giovani dèi, voi siete che le leggi<br />

antiche avete calpeste e a me dalle mani la preda<br />

avete strappata! Umiliata, avvilita mi avete!<br />

Ahime!Ahime!Ma collere gravi su questa terra<br />

cadranno! Veleno, veleno, a pagarmi il dolore<br />

patito, gocce di veleno che brucino ogni germe<br />

fecondo spremerò dal mio cuore. Sarà come una<br />

lebbra che a chiazze divoratrici salta e si spande<br />

sul suolo – giustizia giustizia! – e dissecca alle<br />

piante il fogliame, seme di figli inaridisce alle<br />

madri. Gemiti vani! Operare bisogna! Rovina<br />

e morte a questa città! Assai danni soffrimmo,<br />

ahimè, oltraggi e vergogne patimmo, ahimè, noi<br />

miserabili figlie della Notte!<br />

Atena – Datemi ascolto, cessate lamenti così dolo-<br />

rosi. Non foste vinte. Con voti uguali la sentenza<br />

uscì dalle urne, e con verità di giustizia, e senza<br />

disonore per voi. Chiari segni c’erano del volere<br />

di Zeus. E c’era testimone lo stesso dio dell’oraco-<br />

lo che non doveva del fatto Oreste avere castigo.<br />

E dunque voi non infierite col vostro corruccio,<br />

non vogliate infecondo questo suolo gettandovi<br />

sopra gocce letali che a modo di punte dal morso<br />

75


76 feroce corrodono ogni seme. Io vi prometto, o dee,<br />

e terrò fede alla promessa, che in questa terra<br />

devota a giustizia avrete la vostra sede, avrete il<br />

vostro adito sacro, e quivi sedute presso gli altari<br />

su lucidi seggi, da tutti i cittadini avrete devozio-<br />

ne e onori.<br />

Antistrofe<br />

Corifea – Ahi giovani dèi, voi siete che le leggi<br />

antiche avete calpestate e a me dalle mani la<br />

preda avete strappata! Umiliata, avvilita mi<br />

avete! Ahime! Ahime! Ma collere gravi su questa<br />

terra cadranno! Veleno, veleno, a pagarmi il dolo-<br />

re patito, gocce di veleno che brucino ogni germe<br />

fecondo spremerò dal mio cuore. Sarà come una<br />

lebbra che a chiazze divoratrici salta e si spande<br />

sul suolo – vendetta vendetta! – e dissecca alle<br />

piante il fogliame, seme di figli inaridisce alle<br />

madri. Gemiti vani! Operare bisogna! Rovina e<br />

morte a questa città!<br />

Assai danni soffrimmo, ahimè, oltraggi e vergogne<br />

patimmo, ahimè, noi miserabili figlie della Notte!<br />

Atena – Dei vostri diritti non foste prive. Non<br />

vogliate, o dee, perché troppo adirate con gli<br />

uomini, che questo suolo diventi insensibile ai<br />

loro richiami. Io ho fiducia in Zeus. E anche<br />

conosco – che giova dirlo? io sola degli dèi cono-<br />

sco le chiavi della stanza dove il fulmine di Zeus<br />

sta suggellato. Ma non c’è bisogno del fulmine.<br />

Lasciati persuadere. Dalla tua bocca furente non<br />

gettare maledizioni che su ogni frutto della terra<br />

portino sterilità e morte. Placa la veemenza di<br />

questa tua nera onda di odio. Sii anche tu qui<br />

venerata e sacra e qui rimani ad abitare con me.<br />

Da questo copioso paese avrai anche tu primizie<br />

sacrificali, offerte di nascite e offerte di nozze; e<br />

allora e sempre loderai il mio consiglio.<br />

Strofe<br />

Corifea – Io patire quest’onta? Io, dea di antica<br />

saggezza, dei giovani dèi odio e abbominio, abi-<br />

tare con te questa terra? Oh no! Furore e collera,<br />

nessun altro respiro è in me. Ahi, terra, quale<br />

dolore acuto mi penetra il fianco, mi lacera il<br />

cuore! Ascoltami, o Notte madre, ascolta! I miei<br />

privilegi di un tempo perfidia di giovani dèi vitto-<br />

riosi me li tolse, nel nulla sono caduti.<br />

Atena – Compatisco alle tue collere. Tu sei più<br />

antica di me. E certo sei anche più saggia, ben-<br />

ché diede anche a me Zeus qualche saggezza.<br />

E se andrete presso altre genti, in altro paese, vi<br />

prenderà desiderio di questo. Udite ora ciò che vi<br />

predico. Scorrendo gli anni gli uni su altri, sem-<br />

pre più onorata e gloriosa sarà questa mia città.<br />

E tu dalla gloriosa tua sede presso la dimora di<br />

Eretteo vedrai processioni di uomini, processioni<br />

di donne, venirti a offrire onori e doni quanti da<br />

altre genti non potrai mai avere. Tu dunque su<br />

questa mia terra non spargere lime insanguinate<br />

che affilino armi e cuori di giovani a contese e<br />

rovine furenti, e il furore un’ebbrezza senza vino;<br />

e i miei cittadini non aizzarli, come si aizzano i<br />

galli, a guerre civili, a violenze di fratelli contro<br />

fratelli. Con nemici di fuori sia, se ha da essere,<br />

la guerra, che allora non è penosa, e un nobile<br />

amore di gloria muove i guerrieri; non è una zuffa<br />

di uccelli domestici dentro la gabbia. Questo puoi<br />

scegliere e avere da me: benefattrice ed insieme<br />

beneficata; e benedetta e onorata in un paese<br />

che sopra tutti gli altri è devoto agli dèi. Se a te


è sacra la maestà di Peito, di colei che alle mie<br />

parole aggiunge dolcezza e incanto tu devi resta-<br />

re.<br />

Corifea – Atena signora, quale tu dici sarà qui la<br />

mia dimora?<br />

Atena – Immune da ogni molestia. Accettala dun-<br />

que.<br />

Corifea – L’accetto. E quali onori mi saranno<br />

dovuti?<br />

Atena – Nessuna casa potrà avere floridezza<br />

senza di te.<br />

Corifea – E tu farai questo, che io abbia così<br />

grande potere?<br />

Atena – Solo a chi ti onora noi in alto dirigeremo<br />

fortuna.<br />

Corifea – E di ciò mi darai tu garanzia per sem-<br />

pre?<br />

Atena – Nessuno mi costringe a promettere ciò<br />

che io non potrei mantenere.<br />

Corifea – L’incanto di Peito mi sembra tu usi con<br />

me. La mia ira è caduta.<br />

Atena – Restando in questa terra avrai amici<br />

fedeli.<br />

Corifea – Dimmi dunque, quale inno di grazia tu<br />

vuoi che per questa terra io canti?<br />

Atena – L’inno che apre le vie alla più bella vitto-<br />

ria. Che tutte le brezze che vengono su dalla terra<br />

e dal rorido mare e dal cielo, spirando nell’aria<br />

serena, trascorrano sul nostro paese; che tutte le<br />

messi dei campi e i parti delle greggi non cessino<br />

mai in perenne vicenda di dare ai cittadini flori-<br />

dezza abbondante; che sempre sia sana e feconda<br />

la procreazione di esseri umani. Ma le male erbe<br />

degli empi sii tu sollecita a sradicarle dal suolo:<br />

la pianta del giusto non deve aver danno dalla<br />

sterpaglia; così agisce il buon giardiniere. Questo<br />

è il tuo compito. Per le gesta insigni dei valorosi<br />

in guerra, sempre sia riconosciuto tra gli uomini<br />

l’onore della mia città vittoriosa; e a questo io<br />

provvederò.<br />

CANTO COMMATICO FINALE<br />

Strofe<br />

Corifea – Mi è cara questa comunità con Pallade<br />

Atena. Amo questa città che anche il potentissimo<br />

Zeus e Ares vollero asilo dei numi e che dei numi<br />

di Grecia protegge gli altari col suo diadema di<br />

torri. Per lei io prego, e siano le preghiere vaticinii<br />

propizi: rampollino su dalla terra, con impulsi<br />

fecondi, le sue letizie vitali alla luce raggiante del<br />

sole.<br />

Coro – Cara è la comunità che qui creò Pallade<br />

Atena. Amo la città che il grande Zeus volle asilo<br />

di quei numi di Grecia e protegge i suoi altari e le<br />

sue torri. Per lei io prego e siano le preghiere vati-<br />

cinii propizi. Vengan sopra dalla terra con impulsi<br />

assai fecondi le letizie sue vitali che creò. Alla luce<br />

raggiante, alla luce del sole che ci donò.<br />

Atena – A beneficio di questa città provvidi che<br />

così grandi e inesorabili dee avessero qui la loro<br />

dimora. Esse sono che ebbero in sorte il governo<br />

di tutte le cose umane. Chi non sperimentò le loro<br />

collere ignora donde provengono certe ferite che<br />

affliggono la vita. Sono anche le colpe dei padri<br />

che traggono i figli dinanzi al loro giudizio. Vanta<br />

taluno a gran voce se stesso, e una silenziosa<br />

morte ferocemente lo annienta.<br />

Antistrofe<br />

77


78 Coro – Sarà mia grazia che venti maligni non<br />

rechino danno alle piante; che il soffio dell’arsura<br />

non bruci alle viti e agli ulivi le gemme e si arresti<br />

alle soglie del nostro paese; che non serpeggi tra<br />

le messi il triste morbo che fa morire le spighe;<br />

che le floride greggi nutrite dai prati partoriscano<br />

al tempo dovuto i loro parti gemelli; e che le ric-<br />

chezze scavate dalla terra, dono di Ermes, sempre<br />

dimostrino agli dèi riconoscenza del dono.<br />

Atena – Grande è delle venerande Erinni il potere,<br />

presso gli dèi d’Olimpo e presso gli dèi di sotterra;<br />

e per gli uomini sono le Erinni che manifestamen-<br />

te e compiutamente distribuiscono agli uni gioia di<br />

canti e ad altri una vita offuscata di pianto.<br />

Antistrofe<br />

Coro – Anche fo voti che mai nella nostra città si<br />

odano fremiti di discordia civile, insaziata di mali.<br />

Né mai la polvere delle nostre strade si abbeve-<br />

ri di nero sangue di cittadini per strappare alle<br />

case, in collere vendicatrici di morti, altri morti.<br />

E scambio ci sia di gioie nella comune concordia;<br />

e unanime odio ai nemici: delle molte calamità<br />

unica medicina è questa ai mortali.<br />

Atena – Tenete lontano di qui il male che acceca,<br />

mandateci il bene per il trionfo della città. E voi,<br />

signori di Atene, queste abitatrici nuove acco-<br />

gliete e guidate. Propositi buoni di buone opere<br />

abbiano sempre i miei cittadini.<br />

Antistrofe<br />

Corifea – E ancora a voi tutti ripeto il mio saluto,<br />

a voi tutti di questa città, mortali e immortali.<br />

Sacra a Pallade Atena è la città di Atene. Le<br />

nuove ospiti proteggete e onorate della vostra cit-<br />

tadinanza, e non avrete da maledire la fortuna e<br />

la vita.<br />

Atena – Mi piacciono le vostre parole, i vostri voti<br />

mi allietano; io voglio accompagnarvi fino giù<br />

sotto terra alla vostra sede. Seguitemi: e alle dee<br />

Benigne, alle <strong>Eumenidi</strong>, fate corteggio di onore.<br />

Propizia sia a questa terra la loro presenza, sì che<br />

ne splenda nei secoli fortuna gloriosa di eroi<br />

Strofe<br />

Coro – Benigne siate e a questa terra amiche o<br />

venerande; e lungo il cammino vi diano allegrezza<br />

le torce infuocate. E voi levate il giubilo che al<br />

nostro canto si intoni<br />

Antistrofe<br />

Siano libagioni di pace, e sia perenne felicità su<br />

tutti i focolari per tutti i cittadini della città di<br />

Pallade. E così pace siano e concordia fra Zeus<br />

che tutto vede e la Moira. E voi levate il grido di<br />

giubilo che al nostro canto si intoni.


i protagonisti


Piera Degli Esposti<br />

L’ombra di Clitemestra<br />

80 La sua ricca e lunga attività teatrale ha avuto inizio negli Dopo un brillante esordio sul palcoscenico in qualità di<br />

anni ’60 a fianco del regista Antonio Calenda, al Teatro<br />

Centouno di Roma, uno dei centri più vivaci della ricer-<br />

ca e sperimentazione italiana. Da allora ha lavorato con<br />

i più importanti registi italiani. Tra le sue interpretazioni<br />

ricordiamo: Operetta di Gombrowicz (regia di Antonio<br />

Calenda), Le serve di Genet (regia di Maurizio Scaparro),<br />

Antonio e Cleopatra di Shakespeare e La figlia di Iorio di<br />

D’Annunzio (regia di Giancarlo Cobelli), Rosmersholm di<br />

Ibsen (regia di Massimo Castri), Medea di Alvaro (regia<br />

di Werner Schroeter), Molly Bloom di Joyce (regia di<br />

Ida Bassignano), Zoo di vetro di Williams (regia di Furio<br />

Bordon), Madre Coraggio di Brecht (regia di Antonio<br />

Calenda).<br />

Eventi, nel teatro più recente, sono stati i suoi spettacoli<br />

Stabat mater di Tarantino, per la regia di Cherif, Antigone<br />

con l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia di Roma diretta<br />

da Marcello Panni, Berenice con la regia di Sandro Sequi,<br />

Edipo a Colono di Sofocle e Rappresentazione della Passione,<br />

diretti da Antonio Calenda. E recentemente, sempre con<br />

la stessa regia, è stata protagonista di un “dittico” dedi-<br />

cato ad Achille Campanile, in cui ha rivelato - dopo tanti<br />

intensi ruoli drammatici - insospettabili e travolgenti doti<br />

comiche.<br />

Nel 2001 è stata un’intensa Clitemestra in Agamennone e<br />

Coefore di Eschilo, che – per la regia di Antonio Calenda –<br />

il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha messo in scena<br />

in collaborazione con l’Istituto Nazionale del Dramma<br />

Antico al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2003, a Siracusa<br />

ha ricevuto il prestigioso Premio “Eschilo d’oro” quale<br />

interprete di tante eroine tragiche.<br />

Va naturalmente segnalata un’importante attività cinema-<br />

tografica, diretta da registi come Zampa, Moretti, Mingozzi,<br />

Wertmüller, Pasolini e recentemente Marco Bellocchio ne<br />

L’ora di religione, film che le è valso il Premio David di<br />

Donatello. Notevole è anche l’impegno in qualità di regi-<br />

sta nella lirica e come scrittrice-sceneggiatrice, di cui si<br />

ricorda soprattutto l’autobiografico Storia di Piera, firmato<br />

assieme a Dacia Maraini, a cui è seguito recentemente<br />

Piera e gli assassini.<br />

Daniela Giovanetti<br />

Corifea<br />

danzatrice, inizia la sua carriera di attrice con Le ragazze<br />

di Lisistrata per la regia di Antonio Calenda. Vanno ricor-<br />

dati inoltre: Alta distensione di Campanile, regia di Antonio<br />

Calenda, Zoo di vetro di Williams, regia di Vanna Polverosi,<br />

<strong>Il</strong> sistema Ribadier di Feydeau, regia di Gigi Proietti, La tana<br />

di Bassetti, per cui ha ottenuto il Premio IDI, Arcobaleno di<br />

Dino Verde, regia di Gino Landi, <strong>Il</strong> volo del gallo di Bassetti,<br />

regia di Marco Maltauro, Rosanero di Cavosi, regia di<br />

Antonio Calenda (Premio Critica Italiana 1995) e sempre<br />

con lo stesso regista Le due sorelle di Bassetti (Premio<br />

Randone 1997). Nell’estate 1997 a Taormina Arte ha par-<br />

tecipato allo spettacolo Heroides.<br />

In una coproduzione dell’Ente lirico Giuseppe Verdi di<br />

Trieste con il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia è<br />

stata protagonista dell’oratorio Giovanna d’Arco al rogo<br />

di Arthur Honegger e Paul Claudel, regia di Antonio<br />

Calenda, direzione del M° Julian Kovatchev. Fra gli ulti-<br />

mi spettacoli teatrali di cui è stata protagonista vanno<br />

ricordati Irma la dolce di Alexandre Breffort e Margherite<br />

Monnot e Antigone di Jean Anouilh nella versione italiana<br />

e regia di Furio Bordon: produzione del Teatro Stabile del<br />

Friuli-Venezia Giulia.<br />

<strong>Il</strong> regista Alfredo Arias l’ha scelta nel 2002 quale pro-<br />

tagonista di Pallido oggetto del desiderio di René de<br />

Ceccatty, interpretazione che – assieme a quelle recenti<br />

di Cassandra nell’Agamennone e di Elettra in Coefore,<br />

diretti da Antonio Calenda – le è valsa nel 2003 il Premio<br />

dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro. <strong>Il</strong> ruolo di<br />

Corifea in <strong>Eumenidi</strong> le è valso il premio della stampa sici-<br />

liana quale miglior interprete femminile dell’intero Ciclo<br />

di Spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa 2003.


Osvaldo Ruggieri<br />

Apollo<br />

Diplomato presso l’Accademia Nazionale di Arte<br />

Drammatica Silvio D’Amico nel 1956, debutta come<br />

Cassio nell’Otello di Shakespeare con Gassman e Randone.<br />

È stato Nanni Lasca ne La lupa di Verga con Anna Magnani,<br />

Tebaldo in Giulietta e Romeo, il Conte di Leicester nella<br />

Maria Stuarda di Schiller, per le regie di Franco Zeffirelli.<br />

È stato inoltre Giasone nella Medea di Anouilh per la<br />

regia di Giancarlo Menotti, Ernesto Roma nell’Arturo Ui di<br />

Brecht, regia di Gianfranco De Bosio, Oreste nell’Elettra<br />

di Sofocle per la regia di Franco Enriquez, il Diavolo-<br />

Mendoza in Uomo e Superuomo di G.B. Shaw. Da ricordare,<br />

soprattutto, la sua intensa collaborazione con Aldo Trionfo:<br />

Arden di Ferversham, Candelaio di Bruno, Ettore Fieramosca<br />

di D’Azeglio. È stato diretto da registi come Visconti,<br />

Strehler, Ronconi, Ferrero, Patroni Griffi, Salveti, Capitani,<br />

Missiroli, Crivelli, Fenoglio, Menegatti, Brissoni, Maiano, De<br />

Martino, Marcucci, Danza, Barino, De Ponticelli, Zanussi,<br />

Cottafavi, Luisi, Susan Sontag, Zampieri, Blasi, Bisonti, De<br />

Fusco, Venturi. È recente l’incontro con Antonio Calenda<br />

e il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: ha interpretato<br />

il ruolo dello spettro nell’Amleto con Kim Rossi Stuart,<br />

andato in scena nella stagione 1998-’99, poi l’Agamennone<br />

e le Coefore di Eschilo nel 2001, progetto realizzato al<br />

Teatro Greco di Siracusa in collaborazione con l’INDA.<br />

Anita Bartolucci<br />

Atena<br />

Diplomata all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica<br />

Silvio D’Amico, Anita Bartolucci fin dai primi impegni<br />

sulla scena, si è conquistata l’attenzione del pubblico e<br />

di registi di rilievo: i primi ruoli importanti infatti le sono<br />

affidato subito, da un maestro dello spessore di De Lullo<br />

(sostiene ad esempio la parte di Silvia nel pirandelliano<br />

<strong>Il</strong> gioco delle parti). Ha poi lavorato con i maggiori registi<br />

del teatro italiano, fra cui vanno almeno ricordati Luca<br />

Ronconi (che l’ha diretta nello shakespeariano Misura per<br />

misura, nell’Orestea, ove ha dato vita a Cassandra e Atena,<br />

in Mirra e ne La commedia della seduzione), Mario Missiroli<br />

(con cui ha lavorato ne La cantatrice calva di Ionesco e in<br />

Vetri rotti), Giuseppe Patroni Griffi (che l’ha scelta per ben<br />

quattro spettacoli, fra i quali menzioniamo La governante<br />

di Brancati), Antonio Calenda che le ha affidato personaggi<br />

importanti ne <strong>Il</strong> balcone di Genet, ne Le liaisons dangereuses<br />

e nel Riccardo III di Shakespeare, in cui era un’ineccepibile<br />

Elisabetta), Massimo Castri (che l’ha diretta nel ruolo di<br />

Madame in Le serve) e Maurizio Scaparro che l’ha scelta<br />

quale protagonista femminile de Le memorie di Adriano. Per<br />

il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha interpretato il<br />

personaggio del Coro nell’Antigone di Jean Anouilh, per la<br />

regia di Furio Bordon. A proprio agio nelle interpretazio-<br />

ni drammatiche come nei personaggi più lievi, capace di<br />

affrontare con sensibilità la drammaturgia contemporanea<br />

come quella dei grandi classici, Anita Bartolucci alterna<br />

agli impegni teatrali esperienze televisive e cinematografi-<br />

che: diretta da Albertazzi ha lavorato il film quali Dr. Jekyll<br />

e Gradiva; ha preso parte a <strong>Il</strong> Messia di Rossellini; fra i titoli<br />

più recenti Un posto freddo in fondo al cuore di Scavolini,<br />

Perdiamoci di vista di Verdone e Avvocati di Giorgio Ferrara.<br />

81


Alessandro Preziosi<br />

Oreste<br />

82 Nato a Napoli il 19 aprile del 1973, Alessandro Preziosi si Si forma all’Accademia d’Arte drammatica “Silvio<br />

è laureato in Giurisprudenza presso l’Università Federico<br />

II di Napoli con 110 e lode. Lasciato lo studio legale dove<br />

lavorava, si è trasferito a Milano, dove si è diplomato<br />

all’Accademia dei Filodrammatici.<br />

Ha cominciato a lavorare in teatro nel 1998: è stato scel-<br />

to per il ruolo di Laerte nell’ Amleto che Antonio Calenda<br />

ha allestito pe ril Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia;<br />

ha poi affrontato il personaggio di Cristiano nel Cyrano<br />

di Corrado De Liadi e, successivamente, ha prodotto e<br />

interpretato il monologo Le ultime ore di A.I., tratto da<br />

un testo originale di Tommaso Mattei (rappresentato in<br />

molte città italiane, fra cui Milano, Napoli, Bari e Salerno).<br />

Sempre con lo Stabile del Friuli-Venezia Giulia, e diret-<br />

to da Antonio Calenda, ha recitato nell’Agamennone di<br />

Eschilo ed è stato molto applaudito nel ruolo di Oreste in<br />

Coefore, entrambi rappresentati a Teatro Greco di Siracusa<br />

e poi in tournée nazionale.<br />

Dopo aver partecipato alla fiction televisiva Città sot-<br />

terranee, è stato scelto per interpretare l’ispettore<br />

Pietro Foschi nella fortunata soap di Mediaset Vivere,<br />

diventando ben presto uno dei protagonisti più amati.<br />

Contemporaneamente è stato richiesto come guest-star<br />

nella seconda edizione di Una donna per amico e, sem-<br />

pre per la televisione, nell’estate 2000 ha condotto con<br />

Simona Ventura “Moda Mare Capri”. Fra i suoi impegni più<br />

recenti vanno menzionati, in ambito teatrale, Tango di una<br />

vita per la regia di Patrick Rossi Gastaldi e Un ducato rosso<br />

sangue di Sabina Neri, regia di Franco Martini. E’ stato<br />

protagonista per Mediaset della fiction in costume Elisa<br />

di Rivombrosa diretta da Cinzia P.H. Torrini, mentre per il<br />

cinema ha interpretato il film Vaniglia e cioccolato, per la<br />

regia di Ciro Ippoliti.<br />

Antonietta Carbonetti<br />

Pizia<br />

D’Amico”, dove si diploma nel 1967. Affronta subito il pal-<br />

coscenico e il professionismo guidata dai maggiori registi<br />

italiani e alternando nel suo repertorio testi classici anti-<br />

chi, Shakespeare, autori del Novecento.<br />

Fra i primi impegni di rilievo vanno ricordati i ruoli della<br />

Corifea in Medea di Euripide e quello della Prima Strega<br />

nel Macbeth shakespeariano, entrambi spettacoli firmati da<br />

Franco Enriquez. Interessante la collaborazione con Aldo<br />

Trionfo che la volle in spettacoli quali il Tito Andronico di<br />

Shakespeare e Puntila e il suo servo Matti di Bertolt Brecht,<br />

con Giancarlo Cobelli (La figlia di Iorio di D’Annunzio,<br />

La Venexiana), con Tonino Conte (La festa delle donne di<br />

Aristofane, <strong>Il</strong> Gran Teatro del mondo di Calderon Della<br />

Barca), con Sandro Sequi nell’Alcesti euripidea. Attrice di<br />

intensità drammatica, interprete versatile e duttile, ha<br />

saputo – nel corso della carriera – dare sostanza a perso-<br />

naggi molto diversi.<br />

Massimo Castri l’ha scelta per il ruolo di Marta nell’Ur-<br />

faust di Goethe e per il pirandelliano <strong>Il</strong> berretto a sonagli,<br />

con Luca Ronconi ha affrontato il repertorio dei classici<br />

greci interpretando la Corifea ne Le rane di Aristofane, e<br />

prendendo parte agli allestimenti dell’eschileo Prometeo<br />

e di Baccanti di Euripide, mentre è stata la nutrice Cilissa<br />

nelle Coefore dirette da Giorgio Pressburger.<br />

Fra i ruoli che ama ricordare figurano anche quello di<br />

Viola ne La dodicesima notte di Shakespeare, di Dafne<br />

nell’Aminta del Tasso, di Medea nell’omonima tragedia di<br />

Seneca (tutti diretti da Marco Gagliardo).


<strong>Il</strong> Coro delle Erinni<br />

Stefano Alessandroni<br />

Studia recitazione con Vanna<br />

Polverosi, studia canto da basso-<br />

baritono con il M° Manno, batte-<br />

rista e percussionista, inizia la sua<br />

carriera teatrale con Solitudini di<br />

P. Crepet per Riccione Arteteatro.<br />

L’anno successivo inizia la sua collaborazione con il Teatro<br />

Stabile del Friuli- Venezia Giulia: è il prete nell’Amleto di W.<br />

Shakespeare per la regia di Antonio Calenda, Pietro nella<br />

Rappresentazione della Passione, sempre per la medesima<br />

regia, spettacolo inserito nelle manifestazioni per il grande<br />

Giubileo 2000. Successivamente – con lo stesso regista –<br />

è nel coro di Agamennone e Coefore di Eschilo e interpreta<br />

il ruolo di Brabanzio nell’Otello di William Shakespeare.<br />

E’ stato protagonista di una puntata della fiction di Rai Tre<br />

La squadra, regia di A.Gaudino.<br />

Francesco Benedetto<br />

Siciliano, si diploma all’Accade-<br />

mia d’Arte Drammatica di Torino.<br />

Tra le esperienze più importanti<br />

da ricordare quelle con Emilia-<br />

Romagna Teatro per la regia<br />

di Giancarlo Corbelli: Troilo e<br />

Cressida e il recente Macbeth e<br />

per la regia di Cesare Lievi Donna Rosita nubile e Caterina<br />

di Heillbron. Importante anche la collaborazione con Luca<br />

Ronconi: da Gli ultimi giorni dell’umanità a Venezia salva,<br />

Sturm und Drang. Con la regia di Cobelli ancora Vita e<br />

morte di Re Giovanni, per la regia di Walter Pagliaro <strong>Il</strong><br />

Timone d’Atene e per la regia di Elio De Capitani La sposa<br />

di Messina. Ha fatto parte del cast degli ultimi e più signi-<br />

ficativi allestimenti del Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />

Giulia: Agamennone e Coefore di Eschilo per la regia di<br />

Antonio Calenda e per la medesima regia, ha interpretato<br />

il ruolo di Montano nell’Otello di Shakespeare.<br />

Adriano Braidotti<br />

Triestino, si diploma alla scuo-<br />

la Galante Garrone di Bologna.<br />

I suoi primi lavori in teatro:<br />

Elogio al progresso di G. Motton,<br />

regia di Walter Le Moli, Ligabue<br />

di C. Zavattini, regia di Vittorio<br />

Franceschi, La Locandiera di C. Goldoni, regia di Andrea<br />

Taddei, Bene finisce bene da W. Shakespeare, regia di<br />

Alessandro Marinuzzi, Pinne di Angela Giassi, regia di Fulvio<br />

Falzarano. È intensa la sua attività come mimo di strada<br />

per diversi Comuni. Per il Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />

Giulia è stato Pilade in Coefore di Eschilo, ha preso parte<br />

all’Agamennone e sempre per la regia di Antonio Calenda,<br />

nel 2002, ha interpretato Cassio nell’Otello shakespeareia-<br />

no.<br />

Laura Bussani<br />

Nata a Trieste nel 1971, si è diplo-<br />

mata presso la Civica Accademia<br />

d’Arte Drammatica Nico Pepe.<br />

Si è perfezionata seguendo semi-<br />

nari e laboratori con Eugenio<br />

Allegri, Juri Alshitz, Alessandro<br />

Marinuzzi, Judith Malina e Hanon Reznikov, Egisto<br />

Marcucci, Gabriele Ferzetti.<br />

Ha preso parte in qualità di allieva attrice alla messa in<br />

scena di produzioni teatrali fra cui La patria del Friuli con<br />

la regia di Eugenio Allegri, Mistero contadino, con la regia di<br />

Claudio De Maglio, Streghe, con la regia di Fernanda Hrelia<br />

e Cechov drammaturgia originale di Anton Cechov, con la<br />

regia di Juri Alshitz.<br />

Da professionista ha al suo attivo A291 scritto e inter-<br />

pretato con Angela Giassi, Minetti, ritratto di un artista<br />

da vecchio con la regia di Monica Conti, presentato con<br />

la Compagnia di prosa Gianrico Tedeschi e la A.Artisti<br />

Associati, La mostra di Claudio Magris, con la regia di<br />

Antonio Calenda.<br />

Michele Carli<br />

E’ nato a Firenze nel 1966; fra le<br />

esperienze formative ricorda in<br />

particolare nel 1990 lo stage con<br />

Giorgio Albertazzi sul teatro di<br />

Ennio Flaiano e il biennio di for-<br />

mazione professionale frequen-<br />

tato fino al 1992 presso la scuola di teatro dell’Istituto<br />

Nazionale Dramma Antico. Nello stesso anno prende<br />

parte all’Alcesti con la regia di Sandro Sequi messa in<br />

scena al Teatro Greco di Siracusa e – nella stessa cornice<br />

– all’Edipo re per la regia di Giancarlo Sepe.<br />

Successivamente ha interpretato assieme a Piera degli<br />

83


84 Esposti L’ultima notte (Le grandi tragiche); ha lavorato Nello stesso teatro, in occasione di Centocinquanta la<br />

con registi quali Egisto Marcucci (Acarnesi), Giancarlo<br />

Sammartano (<strong>Il</strong> Ciclope, Le nozze dei piccolo-borghesi di<br />

B.Brecht, I due Menecmi di T.M.Plauto, Galantuomo e Cafone<br />

di Biagio Belfiore con Vincenzo Salemme, Le donne a<br />

Parlamento di Aristofane, Rudens di Plauto), Franco Ruffini<br />

(Otello di W.Shakespeare), Augusto Zucchi (Decameron).<br />

Nel 2003 ha interpretato l’operina teatrale La balla-<br />

ta dell’amore disonesto di Augusto Fornari e Germano<br />

Mazocchetti.<br />

Per la radio ha interpretato Gino Bartali in Un naso in sali-<br />

ta (miti e miserie nell’Italia piccola e felice di Gino Bartali) di<br />

Massimo Guglielmi. In televisione ha preso parte a <strong>Il</strong> com-<br />

missario regia di A.Capone, Carabinieri 2, Casa famiglia.<br />

Sebastiano Colla<br />

Sebastiano Colla, nato a Velltri, si<br />

è formato presso un laborato-<br />

rio teatrale della sua cittadina nei<br />

primi anni ’90, sotto la guida di<br />

Gianmaria Volontè, che ha anche<br />

firmato la regia di uno dei suoi<br />

primi spettacoli: Tra le rovine di Velletri dal libro P.L.La<br />

Racca. Da tredici anni lavora in teatro, citiamo qui alcune<br />

delle sue interpretazioni: L’agnello del povero di Zweig con<br />

la regia di Franco Però per il Festival di Spoleto del 1997;<br />

La voce nella tempesta di Beppe Fenoglio con la regia di<br />

Antonio Salines; Sogno di una notte di mezza estate di<br />

William Shakespeare con la regia di Alighiero; Chi ha paura<br />

di Virginia Wolf? di Edward Albee, con la regia di I.Ghione.<br />

<strong>Il</strong> suo impegno lo si riconosce anche nel mondo della<br />

televisione: lo ricordiamo fra i protagonisti della serie di<br />

Rai Uno:Ricominciare, ne <strong>Il</strong> Maresciallo Rocca, ne <strong>Il</strong> bello delle<br />

donne e ancora in Incantesimo. Fra le partecipazioni cine-<br />

matografiche: Compagna di viaggio di P. del Monte, L’odore<br />

della notte di C.Calligari e Giro lune tra terra e mare di<br />

G.Gandino in concorso a Venezia nel 1997 in cui interpre-<br />

tava il ruolo di Nerone.<br />

Stefano Galante<br />

Inizia la sua carriera teatrale al<br />

Teatro Popolare La Contrada di<br />

Trieste con Quasi d’amore, uno<br />

spettacolo su testi di Bontempelli<br />

per la regia di Orietta Crispino.<br />

gallina canta, avviene l’incontro con Antonio Calenda e<br />

l’inizio di una lunga collaborazione con il Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia: Giovanna d’Arco al rogo di Claudel-<br />

Honneger, il dittico di Campanile Un’indimenticabile serata<br />

e Un’(altra) indimenticabile serata, Rappresentazione della<br />

Passione e lo spettacolo musicale Fin de Siècle per la<br />

regia di Antonio Calenda. Di recente ha partecipato agli<br />

spettacoli Agamennone, Coefore e Otello, sempre diretto<br />

da Calenda e ha sostenuto il ruolo di Andrea, diretto da<br />

Alfredo Arias nel recente Pallido oggetto del desiderio.<br />

Guglielmo Lentini<br />

Siciliano, laureato in architettura,<br />

consegue il diploma di attore-<br />

regista presso la scuola di tea-<br />

tro diretta da Michele Perriera<br />

nel biennio 1997/99. Frequenta<br />

seminari sul teatro comico con<br />

Beatrice Monroy, su Pirandello<br />

con Nino Romeo, sul teatro di<br />

regia con Roberto Guicciardini e Franco Scaldati. È pro-<br />

tagonista in Finale di partita diretto da M. Graffeo, mentre<br />

cura anche la regia in Sangue del mio sangue di Francesco<br />

Vinci per la selezione Giovani Artisti indetta dal Teatro<br />

Libero di Palermo. Sempre con il Teatro Libero di Palermo<br />

prende parte al laboratorio sui personaggi di Delitto e<br />

castigo di Dostoevskij, con Ludwik Flaszen.<br />

E’ stato nel cast di Agamennone e Coefore di Eschilo, messi<br />

in scena nel 2001 per la regia di Antonio Calenda.<br />

Luciano Pasini<br />

Studia recitazione con Carla<br />

Bizzarri al Teatro dell’Elfo, ma la<br />

sua passione è la danza. Studia<br />

con il M° Borsic ed è solista e<br />

primo ballerino al Teatro Bellini<br />

di Catania e al Comunale di<br />

Bologna. Nel 1987 inizia la sua<br />

collaborazione con il Teatro Verdi,<br />

ed è proprio a Trieste il suo ritorno alla prosa. Con il<br />

Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia ha recitato in Irma<br />

la dolce, Fin de Siècle e Rappresentazione della Passione per<br />

la regia di Antonio Calenda; in Antigone di Anouilh per<br />

la regia di Furio Bordon, in Agamennone e Coefore per la


egia di Calenda. Recentemente è stato assistente alla<br />

regia di Alfredo Arias nel Pallido oggetto del desiderio messo<br />

in scena dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.<br />

Corrado Russo<br />

Diplomato alla scuola dell’Istitu-<br />

to del Dramma Antico, frequenta<br />

molti laboratori di teatro-danza e<br />

frequenta seminari vocali su canto<br />

e ritmo tenuti da Moni Ovadia,<br />

Bruno De Franceschi. Lavora con<br />

Remondi e Caporossi, interpre-<br />

ta Acarnesi di Aristofane per la<br />

regia di Egisto Marcucci, si impegna con Carla Cassola ne<br />

Le serve di J.Genet, progetto ETI, nell’Ubu re per la regia<br />

di Claudio Morganti. Da ricordare inoltre la presenza in<br />

Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare,<br />

coreografie di Lindsay Kemp, regia di David Haughton.<br />

Recente l’impegno in Agamennone e Coefore che Antonio<br />

Calenda ha messo in scena al Teatro Greco di Siracusa.<br />

Claudio Tombini<br />

Dal 1990 al 1994 frequenta<br />

i corsi di recitazione presso il<br />

Transteatro di Fano unitamen-<br />

te a svariati laboratori: dal Living<br />

Theatre, a Ferruccio Soleri, al<br />

Teatro Nô, al teatro-danza con<br />

Marie Cool. Per due stagioni è<br />

stato il becchino nell’Amleto di Shakespeare con la regia<br />

di Antonio Calenda prodotto dal Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia e sempre per la stessa produzione, la<br />

seconda guardia nell’Antigone di Anouilh con la regia di<br />

Furio Bordon. Recentemente è stato il ricco mercante ne<br />

<strong>Il</strong> mestiere delle armi di Ermanno Olmi, a teatro ha lavorato<br />

in La bottega del caffè, di Fassbinder, regia di Massimo Belli,<br />

in Agamennone, Coefore e nell’Otello shakespeareiano, ulti-<br />

me produzioni del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia,<br />

per la regia di Calenda.<br />

<strong>Il</strong> Coro delle <strong>Eumenidi</strong><br />

Francesca Assanti Paola Camber<br />

Giada Colonna Clara Costanzo<br />

Daniela Ferletta Annalisa Insardà<br />

Tatiana Manzella Gabriella Mazzone<br />

Teresa Sadar Alessandra Smeraldi<br />

85


Bruno Buonincontri<br />

Scene<br />

86 Nato a Napoli, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, Nata a Firenze, ha studiato pittura murale all’Istituto<br />

dove è stato allivo di Giuseppe Caporossi.<br />

Ha cominciato la carriera di scenografo e costumista nel<br />

1968. Dal 1973 ha collaborato con la Cooperativa Teatrale<br />

Gli Ipocriti, della quale è socio fondatore. Nel 1987 ha<br />

tenuto corsi speciali di scenografia per allievi registi<br />

presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico<br />

di Roma. Fra i registi con cui ha collaborato ricordiamo:<br />

Bruno Cirino, Lorenzo Salvati, Gianfranco De Bosio, Enzo<br />

Muzii, Ugo Gregoretti, Augusto Zucchi, Manlio Santarelli,<br />

Marzio Scaparro, Giorgio Ferrara, Giancarlo Nanni, Luigi<br />

De Filippo, Andrea Camilleri, Sergio Fantoni, Armando<br />

Pugliese, Walter Le Moli, Marco Lucchesi, Marco Parodi,<br />

Pietro Maccarinelli.<br />

Notevole il suo sodalizio artistico con Antonio Calenda,<br />

per il quale ha firmato le scenografie di spettacoli di suc-<br />

cesso, quali Prometeo incatenato di Eschilo, Musica dei ciechi<br />

di Raffaele Viviani, <strong>Il</strong> visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt,<br />

Giovanna d’Arco al rogo di Honegger-Claudel, Anima e corpo<br />

di Vittorio Gassman. Recenti, sempre per Calenda le sce-<br />

nografie da lui create per Agamennone e Coefore di Eschilo<br />

e per Otello di Shakespeare.<br />

Elena Mannini<br />

Costumi<br />

d’Arte. <strong>Il</strong> suo debutto come costumista è avvenuto a<br />

diciassette anni, nel film Giovanna di Gillo Pontecorvo. Da<br />

allora ha lavorato ininterrottamente alternando l’attività<br />

professionale con l’insegnamento della sua materia all’Isti-<br />

tuto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha<br />

collaborato a quasi duecento produzioni, tra film, opere<br />

liriche, spettacoli di prosa e di balletto, in teatri italiani<br />

ed europei, con registi italiani e stranieri. Si ricordano<br />

le importanti collaborazioni con Luca Ronconi (1969-<br />

Orlando Furioso), Mario Missiroli (Tartufo di Molière con<br />

Ugo Tognazzi, Lulù di Wedekind con Stefania Sandrelli),<br />

Franco Enriquez (Orestea al Residenz Theater di Monaco,<br />

diretto da Ingmar Bergman). Negli anni ’80 è chiamata in<br />

Olanda da Orazio Costa e collabora con Guido De Moor<br />

(regista e direttore del Teatro Reale dell’Aja).<br />

Dal ’90 partecipa a tutte le messe in scena di Armand<br />

Delcampe (regista e direttore del più prestigioso teatro<br />

belga, ossia lo Jean Vilar di Lovaine). Molte le sue colla-<br />

borazioni con il teatro lirico, di cui si ricordano: Didone<br />

ed Enea di Purcell ed Orfeo ed Euridice di Monteverdi<br />

con la regia di Eric Vos. A seguire un Rigoletto, con la regia<br />

di Micha Van Hoecke, con cui si riapre il Teatro Verdi di<br />

Busseto. Sempre per la lirica ha firmato i costumi anche<br />

per Antonio Calenda: Attila di Verdi e con la stessa regia<br />

è da ricordare anche <strong>Il</strong> visitatore di Schmitt, con Turi<br />

Ferro e – sempre nella prosa – Agamennone e Coefore di<br />

Eschilo (per il Teatro Greco di Siracusa nel 2001), Otello<br />

di Shakespeare con michele Placido e Giulio Cesare di<br />

Shakespeare per Giorgio Albertazzi. Ultimamente ha firmato<br />

i costumi di Dio salvi la regina, balletto con Carla Fracci,<br />

all’Opera di Roma. Con il marito Italo Dall’Orto, dirige<br />

una compagnia che ha prodotto <strong>Il</strong> Piccolo Principe di Saint-<br />

Exupéry. Da segnalare, inoltre, una grande attività nel<br />

cinema, di cui ricordiamo Profondo rosso di Dario Argento<br />

e Yuppi du di Celentano e Un viaggio chiamato amore con<br />

la regia di Michele Placido.


Germano Mazzocchetti<br />

Musiche<br />

Dapprima studia fisarmonica poi, dopo il liceo, si laurea<br />

in Musicologia con una tesi sulla storia del jazz. Nel 1978<br />

l’incontro con Antonio Calenda che lo avvicina alla com-<br />

posizione di musiche di scena e, con la sua regia, debutta<br />

nella Rappresentazione della Passione.<br />

Ha così iniziato così una lunga collaborazione che lo porta<br />

a sperimentarsi nei più diversi generi teatrali, dal varietà<br />

(Cinecittà), alla commedia musicale (Le ragazze di Lisistrata),<br />

dai classici al teatro del Novecento e contemporaneo,<br />

alla nuova drammaturgia italiana. Oltre a questa più che<br />

ventennale collaborazione, vanno ricordate le musiche di<br />

scena per spettacoli di Vittorio Gassman, Egisto Marcucci,<br />

Beppe Navello, Vincenzo Salemme, Giancarlo Sammartano,<br />

Attilio Corsini, Vittorio Franceschi, Renato Carpentieri,<br />

Walter Pagliaro.<br />

Sue le musiche degli spettacoli Otello di Shakespeare e<br />

soprattutto Agamennone e Coefore di Eschilo, produzioni<br />

recenti del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia per la<br />

regia di Calenda.<br />

Ha scritto, su testi di Dino e Gustavo Verde, la commedia<br />

musicale Arcobaleno per la regia di Gino Landi e l’operina<br />

La ballata dell’amore disonesto. Per il cinema ha composto<br />

la colonna sonora di film di Sergio Rubini (<strong>Il</strong> viaggio della<br />

sposa presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 1997).<br />

<strong>Il</strong> suo concerto Musica e figure, che comprende una scelta<br />

di musiche per il teatro è stato eseguito in vari Festival<br />

e stagioni concertistico-teatrali. Ha pubblicato i dischi:<br />

Musica e figure, <strong>Il</strong> viaggio della sposa e Cabaret da viaggio.<br />

Recentemente, per le sue musiche di scena ha ricevuto il<br />

Premio della Critica Teatrale assegnato dall’Associazione<br />

Nazionale dei Critici di Teatro e il prestigioso Premio<br />

“Olimpico” Eti.<br />

Catherine Pantigny<br />

Coreografa<br />

Nata a Lille (Francia), segue una formazione di danza<br />

classica e moderna in Francia, America, Belgio e Italia. Dal<br />

1976 al 1979 frequenta la Scuola Multidisciplinare ESEC di<br />

Parigi e studia musicologia alla Sorbonne. Nel 1979 ottie-<br />

ne una borsa di studio per la danza al Ted Shawn Festival,<br />

all’Università di Lee (Massachusetts) in America. Dal 1979<br />

al 1981 frequenta a Bruxelles la Scuola Internazionale<br />

Multidisciplinare MUDRA creata da Maurice Bejart, sotto<br />

la direzione di Micha Van Hoecke, assieme al quale par-<br />

tecipa alla fondazione, nell’ottobre 1981, della compagnia<br />

L’Ensemble.<br />

Da allora partecipa a tutte le creazioni della compagnia<br />

e a tutte le tournée all’estero (Taiwan, Brasile, Columbia,<br />

Russia). Nell’estate del 1981 ottiene una borsa di studio<br />

per il corso di coreografia in collaborazione con musici-<br />

sti-compositori, all’Università di Guildford (Londra). Nel<br />

1993 è assistente di Micha Van Hoecke alla Scala di Milano<br />

per la creazione <strong>Il</strong> bacio della fata di Igor Strawinsky. Tra<br />

il 1992 e il 1994 partecipa come docente ai corsi di for-<br />

mazione professionale organizzati dall’Atelier della costa<br />

Ovest e dal Teatro Verdi di Pisa.<br />

87


Antonio Calenda<br />

Regia<br />

88 Direttore del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia dal<br />

maggio 1995, Antonio Calenda si è laureato in Filosofia del<br />

Diritto e ha iniziato la propria attività teatrale nell’ambito<br />

del Teatro Universitario di Roma. Nel 1965 ha fonda-<br />

to insieme a Virginio Gazzolo e Luigi Proietti il Teatro<br />

Centouno che ha rappresentato per l’attività di ricerca<br />

e sperimentazione di quegli anni uno dei primi punti di<br />

riferimento. Successivamente ha lavorato per il Teatro di<br />

Roma e ha diretto in due riprese, e per un periodo di<br />

nove anni, il Teatro Stabile dell’Aquila le cui produzioni<br />

hanno circuitato all’estero, in paesi quali Australia, Francia<br />

e Canada. Ha fondato la Compagnia Teatro d’Arte per la<br />

quale, dal 1982, ha diretto spettacoli ospitati sovente da<br />

festival internazionali, e organizzato numerose manifesta-<br />

zioni culturali in Italia.<br />

Ha curato la regia dei seguenti spettacoli<br />

1965 Iperipotesi di Giorgio Manganelli con Virginio<br />

Gazzolo. Scene di Franco Nonnis (Teatro<br />

Centouno)<br />

<strong>Il</strong> Rumore di Boris Vian con Virginio Gazzolo,<br />

Piera Degli Esposti, Lidia Biondi, Lisa Pancrazi. Scene<br />

di Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />

Direzione memorie di Corrado Augias con Luigi<br />

Proietti, Maurizio Gueli, Virginio Gazzolo. Scene di<br />

Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />

1966 Le conferenze di John Cage con Sylvano Bussotti<br />

(Teatro Centouno)<br />

1967 <strong>Il</strong> desiderio preso per la coda di Pablo<br />

Picasso con Luigi Proietti, Paila Pavese, Manuela<br />

Kustermann. Scene di Franco Nonnis (produzione<br />

Centouno - Teatro Valle di Roma)<br />

Un leggero malessere di Harold Pinter con<br />

Francesca Benedetti e Virginio Gazzolo. Scene di<br />

Franco Nonnis<br />

10 minuti fino a Buffalo di G. Grass con Piera<br />

Degli Esposti, Virginio Gazzolo. Scene di Franco<br />

Nonnis<br />

Le mammelle di Tiresia di G. Apollinaire con<br />

Virginio Gazzolo, Paila Pavese, Maurizio Gueli.<br />

Scene di Franco Nonnis (produzione Centouno -<br />

Teatro Valle)<br />

1968 La Celestina di De Rojas con Laura Adani, Luigi<br />

Proietti, Paila Pavese, Micaela Esdra, Marisa Belli.<br />

Scene di Franco Nonnis (Teatro Centouno)<br />

Riflessi di conoscenza di Corrado Augias con<br />

Luigi Proietti, Paila Pavese. Scene di Franco Nonnis<br />

(Teatro Centouno)<br />

1969 Nella giungla della città di Bertolt Brecht con<br />

Ferruccio De Ceresa, Paila Pavese, Luigi Proietti,<br />

<strong>Il</strong>eana Ghione e Mino Bellei. Scene di Franco<br />

Nonnis (Centouno in coproduzione con il Teatro di<br />

Roma)<br />

<strong>Il</strong> Dio Kurt di Alberto Moravia con Luigi Proietti,<br />

Alida Valli, Luigi Diberti. Scene di Franco Nonnis<br />

(Teatro Stabile dell’Aquila)<br />

Coriolano di William Shakespeare con Luigi<br />

Proietti, Mario Scaccia, Edda Albertini, Roberto<br />

Herlitzka. Scene di Franco Nonnis (Teatro Romano<br />

di Verona)<br />

Operetta di W. Gombrowicz con Luigi Proietti,<br />

Piera Degli Esposti, Virginio Zernitz. Scene di<br />

Franco Nonnis (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />

1970 Agamennone, Coefore ed <strong>Eumenidi</strong> da Eschilo<br />

Scene di Franco Nonnis. Con Piera Degli Esposti,<br />

Carlo Valli, Armando Bandini, Lucia Negrini e<br />

Virginio Zernitz<br />

La cortigiana dell’Aretino con Piera Degli Esposti,<br />

Gabriele Lavia. Scene di Franco Nonnis (Teatro<br />

Stabile dell’Aquila)<br />

1971 <strong>Il</strong> balcone di Genet con Sergio Tofano, Franca<br />

Valeri, Mariano Rigillo, Milena Vukotic, Roberto<br />

Herlitzka. Scene di Franco Nonnis (Compagnia<br />

Nuovo Teatro)<br />

1975 Antigone di Sofocle con Claudia Giannotti e<br />

Giampiero Fortebraccio. Scene di Nicola Rubertelli<br />

Herr Brecht di Bertolt Brecht con Giampiero<br />

Fortebraccio e Claudia Giannotti. Scene di G.<br />

Gentilucci<br />

Lear di Edward Bond con Giampiero Fortebraccio<br />

e Claudia Giannotti. Scene di Mario Ceroli, costumi<br />

di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />

1977 A piacer vostro di William Shakespeare con<br />

Giampiero Fortebraccio, Cloris Brosca, Roberto<br />

Herlitzka, Andrea Giordana, Carlo Simoni. Scene di<br />

Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon (Teatro<br />

Stabile dell’Aquila)<br />

1978 Rappresentazione della passione, con Elsa<br />

Merlini. Scene di Francescangelo Ciarletta, costumi


di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />

La madre di Bertolt Brecht con Pupella Maggio e<br />

Giampiero Fortebraccio. Scene di Nicola Rubertelli,<br />

costumi di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aqui-<br />

la)<br />

1979 Riccardo III di William Shakespeare con Glauco<br />

Mauri, Elsa Merlini, Giampiero Fortebraccio, Rosa<br />

Di Lucia e Leda Negroni. Scene di Nicola Rubertelli,<br />

costumi di Ambra Danon (Teatro Stabile dell’Aqui-<br />

la)<br />

1980 Operetta di W. Gombrowicz con Pino Micol, Maria<br />

Monti, Cochi Ponzoni, Giampiero Fortebraccio.<br />

Scene di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra<br />

Danon (Teatro Stabile dell’Aquila)<br />

1981 Farsa di Antonio Petito con Pupella Maggio e<br />

Pietro De Vico. Scene di Nicola Rubertelli, costumi<br />

di Ambra Danon (Compagnia Sala Umberto)<br />

Enrico IV di Luigi Pirandello con Giorgio<br />

Albertazzi, Marisa Mantovani, Luigi Pistilli. Scene di<br />

Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon (Plexus<br />

s.r.l.)<br />

1982 Sogno di una notte di mezza estate di William<br />

Shakespeare con Mario Scaccia, Eros Pagni, Roberto<br />

Herlitzka. Scene e costumi di Paolo Tommasi<br />

(Teatro Romano di Verona)<br />

L’inventore del cavallo di Achille Campanile con<br />

Pietro De Vico, Anna Campori. Scene e costumi di<br />

Riccardo Berlingeri (Compagnia Teatro d’Arte)<br />

1983 ‘Na sera e maggio di Antonio Calenda con<br />

Pupella, Beniamino e Rosalia Maggio. Scene di<br />

Nicola Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri<br />

(Compagnia Teatro d’Arte)<br />

Sior Todero Brontolon di Carlo Goldoni<br />

con Gastone Moschin, Maddalena Crippa. Scene<br />

di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra Danon<br />

(Compagnia Teatro d’Arte)<br />

1984 Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller con<br />

Gastone Moschin, Graziano Giusti e Paila Pavese.<br />

Scene di Nicola Rubertelli, costumi di Ambra<br />

Danon (Compagnia Teatro d’Arte)<br />

Cinecittà di Pier Benedetto Bertoli e Antonio<br />

Calenda, con Pietro De Vico, Anna Campori, Rosalia<br />

Maggio e Dino Valdi. Scene di Nicola Rubertelli,<br />

costumi di Ambra Danon, musiche di Mario Pagano<br />

e Germano Mazzocchetti<br />

1985 Questa sera... Amleto di M. Prosperi e Antonio<br />

Calenda, con Pupella Maggio, Aldo Tarantino,<br />

Gianni Musy e Gabriella Poliziano. Scene di Nicola<br />

Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri, musiche<br />

di Germano Mazzocchetti<br />

1986 Le ragazze di Lisistrata di Pier Benedetto<br />

Bertoli e Antonio Calenda, con Maddalena Crippa,<br />

Gigi Bonos, Aldo Tarantino. Scene di Nicola<br />

Rubertelli, costumi di Riccardo Berlingeri, musiche<br />

di Germano Mazzocchetti e Mario Pagano<br />

Tartufo di Molière con Anita Bartolucci, Angiola<br />

Baggi, Antonio Maschini, Gastone Moschin. Scene di<br />

Nicola Rubertelli, costumi di Germano Monteverdi<br />

1987 Aspettando Godot di Samuel Beckett con Mario<br />

Scaccia, Pietro De Vico, Pupella Maggio e Aldo<br />

Tarantino, Fiorenzo Fiorentino, Sergio Castellitto<br />

e Cesare Gelli. Scene e costumi di Riccardo<br />

Berlingeri, musiche di Germano Mazzocchetti<br />

Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg<br />

con Maddalena Crippa. Scene di Nicola Rubertelli,<br />

costumi di Ambra Danon<br />

<strong>Il</strong> sindaco del rione Sanità di Eduardo de Filippo<br />

con Turi Ferro. Scene di Nicola Rubertelli<br />

1988 Alta distensione da Achille Campanile con Pietro<br />

De Vico e Anna Campori. Scene e costumi di<br />

Riccardo Berlingeri<br />

L’aria del continente di Nino Martoglio con<br />

Nino Frassica, Pietro De Vico e Anna Campori.<br />

Scene di Nicola Rubertelli<br />

Les liaisons dangereuses di C. Hampton con<br />

Umberto Orsini. Scene e costumi di Paolo Tommasi<br />

Amanda Amaranda di P. Shaffer con Rossella<br />

Falk e Marina Confalone. Scene di Nicola Rubertelli,<br />

costumi di Ambra Danon.<br />

1989 Le sedie di Eugene Ionesco con Mario Scaccia.<br />

Scene e costumi di Nicola Rubertelli<br />

Svenimenti testi di Anton Cechov con Giorgio<br />

Albertazzi. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />

Ambra Danon<br />

1990 Plautus ipotesi scenica di Alberto Bassetti<br />

e Antonio Calenda. Con Pietro De Vico e Anna<br />

Camporti. Scene e costumi di Nicola Rubertelli<br />

Giorni felici di Samuel Beckett con Anna<br />

89


90 Proclemer. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />

Ambra Danon<br />

<strong>Il</strong> medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta con<br />

Carlo Giuffrè e Angela Pagano. Scene di Nicola<br />

Rubertelli, costumi di Ambra Danon<br />

1991 Le rose del lago di Franco Brusati con Gabriele<br />

Ferzetti, Pietro De Vico e Anna Campori. Scene di<br />

Nicola Rubertelli. Costumi di Guido Schlinkert.<br />

Tradimenti di Harold Pinter con Ivana Monti<br />

e Andrea Giordana. Scene e costumi di Ambra<br />

Danon<br />

Madre Coraggio di Bertolt Brecht con Piera<br />

Degli Esposti. Scene di Nicola Rubertelli, costumi di<br />

Guido Schlinkert<br />

1992 Danza di morte di August Strindberg con Anna<br />

Proclemer e Gabriele Ferzetti. Scene e costumi di<br />

Ambra Danon<br />

1993 La tana di Alberto Bassetti con Sandra Collodel,<br />

Daniela Giovanetti, Daniela Giordano, Maria Paiato<br />

e Alvia Reale. Scene e costumi di Guido Schlinkert<br />

L’onorevole, il poeta e la signora di Aldo<br />

De Benedetti con Ivana Monti, Andrea Giordana<br />

e Gianpiero Bianchi. Scene e costumi di Nicola<br />

Rubertelli<br />

1994 La musica dei ciechi di Raffaele Viviani con Piera<br />

Degli Esposti e Nello Mascia. Scene e costumi di<br />

Bruno Buonincontri<br />

Prometeo di Eschilo con Roberto Herlitzka, Piera<br />

Degli Esposti e Gabriele Ferzetti. Scene di Bruno<br />

Buonincontri, costumi di Guido Schlinkert<br />

Rosanero di Roberto Cavosi con Daniela<br />

Giovanetti, Alvia Reale. Scene di Bruno<br />

Buonincontri<br />

1996 <strong>Il</strong> visitatore di Eric-Emmanuel Schmitt, traduzione<br />

di Enzo Siciliano, con Turi Ferro e Kim Rossi Stuart.<br />

Scene di Bruno Buonincontri, costumi di Elena<br />

Mannini. Coproduzione Plexus T. Srl, Teatro Stabile<br />

di Catania, Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

<strong>Il</strong> maresciallo Butterfly di Roberto Cavosi,<br />

con Virginio Gazzolo. Scene di Pier Paolo Bisleri.<br />

Produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

Un’indimenticabile serata da Achille Campanile,<br />

con Piera Degli Esposti. Scene e costumi di Pier<br />

Paolo Bisleri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia<br />

1997 Edipo a Colono elaborazione drammaturgica<br />

di Ruggero Cappuccio, con Roberto Herlitzka,<br />

Piera Degli Esposti. Scene e costumi di Bruno<br />

Buonincontri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia<br />

Irma la dolce di Alexandre Breffort e Marguerite<br />

Monnot, con Daniela Giovanetti, Fabio Camilli,<br />

Paolo Triestino, Gian. Scene e costumi di Bruno<br />

Buonincontri. Produzione Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia<br />

Riccardo III di William Shakespeare, traduzione<br />

di Patrizia Valduga, con Franco Branciaroli. Scene<br />

e costumi di Bruno Buonincontri. Coproduzione<br />

Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia/Teatro de gli<br />

Incamminati<br />

1998 Amleto di William Shakespeare, con Kim Rossi<br />

Stuart. Scene di Francesco Calcagnini, costu-<br />

mi di Nanà Cecchi. Musiche di Goran Bregovic.<br />

Produzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

Rappresentazione della passione elaborazione<br />

drammaturgica di Antonio Calenda, con Piera Degli<br />

Esposti. Scene e costumi di Bruno Buonincontri.<br />

Coproduzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />

Giulia/Teatro Stabile Abruzzese<br />

1999 Ma che c’entra Peter Pan? di Alberto Bassetti,<br />

con Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti, Riccardo<br />

Peroni. Coproduzione Teatro Stabile del Friuli-<br />

Venezia Giulia/Compagnia Stabile Attori e Tecnici<br />

Fin de Siècle di Gianni Borgna, spettacolo musi-<br />

cale con Piera Degli Esposti<br />

2001 Bentornato Politeama spettacolo a cura di<br />

Antonio Calenda per la riapertura del Politeama<br />

<strong>Rossetti</strong> di Trieste. Con Giorgio Albertazzi, Max<br />

René Cosotti, Giancarlo Giannini, Andrea Jonasson,<br />

Kataklò, Daniela Mazzucato, Rita Pavone, Michele<br />

Placido, Gigi Proietti, Teddy Reno; presentato da<br />

Pippo Baudo<br />

Agamennone di Eschilo, con Mariano Rigillo,<br />

Piera Degli Esposti, Roberto Herlitzka, Daniela<br />

Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Giampiero<br />

Fortebraccio, Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi,<br />

Alessandro Preziosi<br />

Coefore di Eschilo, con Piera Degli Esposti, Daniela


Giovanetti, Alessandro Preziosi, Osvaldo Ruggieri,<br />

Giampiero Fortebraccio, Pino Michienzi, Giancarlo<br />

Cortesi<br />

2002 Otello di William Shakespeare, con Michele Placido,<br />

e con Pino Michienzi, Giorgio Lanza, Giancarlo<br />

Cortesi, Rossana Mortara, Valentina Valsania.<br />

Giulio Cesare di Shakespeare per Giorgio<br />

Albertazzi, di Nicola Fano e Antonio Calenda da<br />

William Shakespeare, con Giorgio Albertazzi.<br />

2003 La mostra di Claudio Magris, con Roberto<br />

Herlitzka e con la partecipazione di Mario<br />

Maranzana, scene e costumi di Pier Paolo Bisleri.<br />

Persiani di Eschilo con Piera Degli Esposti,<br />

Roberto Herlitzka, Osvaldo Ruggieri, Luca<br />

Lazzareschi - al Teatro Greco di Siracusa<br />

<strong>Eumenidi</strong> di Eschilo con Piera Degli Esposti,<br />

Daniela Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Anita<br />

Bartolucci, Hossein Taheri - al Teatro Greco di<br />

Siracusa<br />

Ha diretto inoltre le seguenti opere liriche<br />

Herodiade di Jules Massenet con Monserrat Caballé,<br />

José Carreras e Juan Pons (Teatro dell’Opera di Roma)<br />

Agnese di Hohenstaufen di Gaspare Spontini, con<br />

Monserrat Caballé, Sergio Frontali, Veriano Luchetti<br />

(Teatro dell’Opera di Roma)<br />

Semiramide di Gioacchino Rossini, con Monserrat<br />

Caballè e Rockwell Blake (Teatro San Carlo di Napoli)<br />

<strong>Il</strong> turco in Italia di Gioacchino Rossini, con R. Blake e<br />

M. Devia (Inaugurazione stagione 1994/95 del Teatro del-<br />

l’Opera di Bologna)<br />

Giovanna d’Arco al rogo testo di Paul Claudel, musi-<br />

ca di Arthur Honegger, direttore Julian Kovatchev, con<br />

Daniela Giovanetti, Virginio Gazzolo (Coproduzione<br />

Teatro Verdi di Trieste-Teatro Stabile del Friuli-Venezia<br />

Giulia)<br />

Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart,<br />

con Mariella Devia, Michele Pertusi (Teatro Massimo di<br />

Palermo)<br />

<strong>Il</strong> Trovatore di Giuseppe Verdi (Oper Frankfurt), diretore<br />

Paolo Carignani<br />

Attila di Giuseppe Verdi, inaugurazione della stagione ver-<br />

diana 2000-2001 della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe<br />

Verdi di Trieste, direttore Donato Renzetti, con Ferruccio<br />

Furlanetto<br />

Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, per la<br />

stagione 2000-2001 del Teatro Massimo di Palermo con<br />

Daniela Mazzuccato<br />

Ha realizzato numerose regie radiofoniche e televisive. Tra<br />

queste, La vedova Fioravanti di M. Moretti, L’agente<br />

segreto di J. Conrad, La signora Ava di F. Iovine.<br />

Nel 1971 ha diretto il film <strong>Il</strong> giorno del furore, scritto<br />

con Edward Bond e interpretato da Claudia Cardinale,<br />

Oliver Reed e John Mc Enery.<br />

91


il Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia<br />

dal 1954 al 2003


Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia<br />

Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Accademici Intronati di Siena Gli Ingannati 1963/64 Fulvio TOLUSSO Adriana Innocenti, Lino Savorani,<br />

Egisto Marcucci, Marisa Fabbri,<br />

Vittorio Franceschi<br />

Vittorio ALFIERI Antigone 1960/61 Giuseppe DI MARTINO Anna Miserocchi, Luciano Alberici,<br />

Ottorino Guerrini, Marisa Fabbri<br />

Antonio ANIANTE La rosa di zolfo 1958/59 Franco ENRIQUEZ Paola Borboni, Gianmaria Volontè,<br />

Cesco Ferro, Ottorino Guerrini,<br />

Enrica Corti<br />

Jean ANOUILH Leocadia 1954/55 G. Cesare CASTELLO Laura Solari, Piero De Santis, Pietro<br />

Privitera<br />

Jean ANOUILH Antigone 1999/00 Furio BORDON Gabriele Ferzetti, Daniela Giovanetti,<br />

Anita Bartolucci, Giampiero<br />

Fortebraccio, Umberto Raho<br />

Alexey ARBUZOV Vecchio mondo 1978/79 Francesco MACEDONIO Lina Volonghi, Ferruccio De Ceresa<br />

Luca ARCHIBUGI La notte della vigilia 1995/96 Guglielmo Ferro Federico Grassi, Fulvio D’Angelo,<br />

Nicoletta Corradi, Maurizio Rapotec,<br />

Luisa Vermiglio<br />

John ARDEN La danza del serg. Musgrave 1966/67 Luciano DAMIANI Egisto Marcucci, Giampiero<br />

Becherelli, Mariangela Melato, Lino<br />

Savorani<br />

ARISTOFANE Le donne a parlamento 1963/64 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Nicoletta Rizzi,<br />

Adriana Innocenti, Vittorio<br />

Franceschi, Lino Savorani Giorgio<br />

Valletta<br />

Jean Pierre AUMONT Incontro 1957/58 Carlo LODOVICI Ottorino Guerrini, Antonio<br />

Pierfederici, Enrica Corti<br />

Alfredo BALDUCCI I dadi e l’archibugio 1959/60 Sergio VELITTI Leonardo Cortese, Pina Cei, Omero<br />

Antonutti, Carlo Bagno, Lino<br />

Savorani<br />

Alberto BASSETTI Le due sorelle 1996/97 Antonio CALENDA Claudia Poggiani, Daniela Giovanetti<br />

Alberto BASSETTI Sopra e sotto il ponte 1996/97 Maurizio PANICI Ivana Monti, Bruno Armando<br />

Alberto BASSETTI Ma che c’entra Peter Pan? 1998/99 Antonio CALENDA Gabriele Ferzetti, Daniela<br />

Giovanetti, Riccardo Peroni<br />

Samuel BECKETT Beckett concerto 1987/88 Marco SCIACCALUGA Vittorio Franceschi<br />

Angelo BEOLCO detto Ruzante Parlamento de Ruzante... 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Cesco Baseggio, Mario Bardella,<br />

Marisa Mantovani<br />

Angelo BEOLCO detto Ruzante Parlamento, Bilora 1971/72 Francesco MACEDONIO Gianfranco Saletta, Mimmo Lo<br />

Vecchio, Lidia Braico, Luciano<br />

D’Antoni, Orazio Bobbio<br />

Carlo BERTOLAZZI Lulù 1956/57 Fernando DE CERESA Laura Solari, Ottorino Guerrini,<br />

Cesco Ferro, Giulio Bosetti<br />

Carlo BERTOLAZZI L’egoista 1972/73 Fulvio TOLUSSO Mario Feliciani, Mimmo Lo Vecchio,<br />

AngioIa Baggi, Lino Savorani,<br />

Gianfranco Saletta<br />

Ugo BETTI <strong>Il</strong> paese delle vacanze 1954/55 Carlo LODOVICI Laura Solari, Isabella Riva, Giuseppe<br />

Caldani<br />

Ugo BETTI La fuggitiva 1955/56 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Marisa Mantovani,<br />

Mario Bardella, Lino Savorani,<br />

Renato Lupi, Micbele Riccardini<br />

Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Le produzioni dal 1954<br />

95


96 Ugo BETTI Una bella domenica 1957/58 Sergio VELITTI Enrica Corti, Antonio Pierfederici,<br />

di settembre Carlo Bagno, Lino Troisi, Maria<br />

Grazia Francia, Marisa Bartoli,<br />

Rina Centa, Dario Mazzoli, Michele<br />

Riccardini<br />

Francesco Augusto BON <strong>Il</strong> matrimonio di Ludro 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Cesco Baseggio, Lino Savorani,<br />

Isabella Riva<br />

Furio BORDON Canto e controcanto 1966/67 Giovanni POLI Mariangela Melato, Oreste Rizzini,<br />

Werner Di Donato, Edda Valente<br />

Furio BORDON (a cura di) <strong>Il</strong> mio Carso (da S. Slataper) 1968/69 Francesco MACEDONIO Franco Mezzera, Mimmo Lo Vecchio,<br />

Orazio Bobbio, Franco Jesurum,<br />

Cip Barcellini, Marianella Lazlo,<br />

Giampiero Becherelli, Lino Savorani<br />

Furio BORDON (a cura di) <strong>Il</strong> maggio francese 1969/70 Furio BORDON Orazio Bobbio, Mimmo Lo Vecchio,<br />

LinoSavorani, Giorgio Valletta,<br />

Giampiero Becherelli<br />

Furio BORDON Le avventure di Fiordinando 1970/71 Francesco MACEDONIO Giorgio Valletta, Orazio Bobbio, Lino<br />

Savorani, Mimmo Lo Vecchio, Lidia<br />

Braico, Gianfranco Saletta, Saverio<br />

Moriones, Elisabetta lonino<br />

Furio BORDON (a cura di) Teatro medioevale 1970/71 Furio BORDON Elisabetta Bonino, Orazio Bobbio,<br />

Lino Savorani, Ariella Reggio, Lidia<br />

Braico, Mimmo Lo Vecchio<br />

Furio BORDON Amico Sciacallo 1970/71 Aldo TRIONFO Giulio Bosetti, Mario Scaccia, Leda<br />

Negroni<br />

Furio BORDON (a cura di) Per l’anima in tormento 1972/73 Francesco MACEDONIO Lidia Braico, Riccardo Canali, Elvia<br />

che ci hai dato Dudine, Franco Jesurum, Mimmo Lo<br />

Vecchio<br />

Furio BORDON (a cura di) La commedia dell’arte 1973/74 Furio BORDON Nico Pepe, Ada Prato, Franco Però<br />

Furio BORDON (a cura di) Lezione documento: Estate 75 Furio BORDON Registrazione su nastro<br />

Trieste 1919-1945<br />

Furio BORDON (a cura di) Lontani da tutto 1975/76 Furio BORDON Mimmo Lo Vecchio, Lidia Braico,<br />

Daniele Griggio, Giorgio Valletta<br />

Furto BORDON (testo) <strong>Il</strong> viaggio incantato 1989/90 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />

Angelo BRANDUARDI (musiche originali)<br />

Furio BORDON In confidenza 1990/91 Furio BORDON Nicoletta Corradi, Marionette di<br />

siamo marionette Podrecca<br />

Furio BORDON Oblomov (da GONCAROV) 1991/92 Furio BORDON Glauco Mauri, Tino Schirinzi,<br />

Barbara Valmorin, Laura Ferrari,<br />

Silvio Fiore, Giorgio Lanza, Beatrice<br />

Visibelli, Claudio Marchione,<br />

Nicoletta Corradi<br />

Furio BORDON (a cura di) Amici devo dirvi 1992/93 Furio BORDON Roberto Sturno, Gianni De Lellis,<br />

Poesie e prose di David Maria Turoldo Stefania Barca<br />

Furio BORDON L’idiota (da DOSTOEVSKIJ) 1993/94 Glauco MAURI Roberto Sturno, Massimo Do Rossi,<br />

Miriam Crotti, Gianni De Lellis,<br />

Elena Ghiaurov, Stefania Micheli,<br />

Amerigo Fontani, Patrizia Burul,<br />

Cesare Lanzoni, Nicoletta Corradi,<br />

Giulia Monte, Matteo Chioatto


Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Giuseppe Antonio BORGESE L’arciduca 1957/58 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Enrica Corti,<br />

Antonio Pierfederici, Lino Troisi,<br />

Carlo Bagno<br />

Gianni BORGNA Fin de Siècle 1999/00 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti<br />

Viaggio nella canzone italiana del Novecento<br />

Bertolt BRECHT Un uomo è un uomo 1962/63 Fulvio TOLUSSO Renzo Montagnani, Marisa Fabbri,<br />

Lino Savorani, Oreste Rizzini,<br />

Vittorio Franceschi<br />

Bertolt BRECHT L’Antigone di Sofocle 1963/64 Fulvio TOLUSSO Nicoletta Ruzi, Marisa Fabbri,<br />

Franco Mezzera, Massimo De Vita<br />

Bertolt BRECHT Baal 1985/86 Roberto GUICCIARDINI Giulio Brogi, Giancarlo Dettori, Anna<br />

Teresa Rossini, Margherita Guzzinati<br />

Alexandre BREFFORT Irma la dolce 1996/97 Antonio CALENDA Daniela Giovanetti, Fabio Camilli,<br />

Paolo Triestino, Gian<br />

Antonio CALENDA (a cura di) Rappresentazione 1997/98 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Giampiero<br />

della Passione Fortebraccio, Maximilian Nisi,<br />

dal Codice V.E. 361 della Biblioteca Nazionale di Roma, curato dalla copista Maria Jacoba Fioria Giancarlo Cortesi<br />

Andrea CALMO <strong>Il</strong> Saluzza 1961/62 Giovanni POLI Gino Cavalieri, Gina Sammarco,<br />

Marisa Fabbri, Gianni Musy, Carlo<br />

Bagno<br />

Achille CAMPANILE Un’indimenticabile serata 1996/97 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Stefano Galante<br />

Albert CAMUS I giusti 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Germana Paolieri, Mariangela<br />

Melato, Egisto Marcucci<br />

Lino CARPINTERI La pignatta 1965/66 Ugo AMODEO Oreste Rizzini, Lino Savorani, Caria<br />

e Mariano FARAGUNA (da L’AULULARIA di Plauto) Colosimo, Vittorio Francescbi<br />

Lino CARPINTERI Le maldobrie 1970/71 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Orazio Bobbio, Ariella<br />

e Mariano FARAGUNA Reggio, Giorgio Valletta, Mimmo Lo<br />

Vecchio, Gianfranco Saletta, Lidia<br />

Braico<br />

Lino CARPINTERI Noi delle vecchie province 1972/73 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Orazio Bobbio, Ariella<br />

e Mariano FARAGUNA Reggio, Giorgio Valletta, Mimmo Lo<br />

Vecchio, Gianfranco Saletta, Lidia<br />

Braico<br />

Lino CARPINTERI L’Austria era 1974/75 Francesco MACEDONIO Lino Savorani, Giorgio Valletta, Lidia<br />

e Mariano FARAGUNA un paese ordinato Braico, Riccardo Canali, Franco<br />

Jesurum, Luciano D’Antoni,<br />

Gianfranco Saletta, Ariella Reggio,<br />

Orazio Bobbio<br />

Roberto CAVOSI <strong>Il</strong> maresciallo Butterfly 1995/96 Antonio CALENDA Virginio Gazzolo, Andreja Blagojevic,<br />

Sergio Pierattini, Lucka Pockaj,<br />

Silvano Torrieri<br />

Anton CECOV <strong>Il</strong> tabacco fa male, 1954/55 Luchino VISCONTI Memo Benassi<br />

La villeggiatura, <strong>Il</strong> canto del cigno<br />

Anton CECOV Ivanov 1968/69 Orazio COSTA Giulio Bosetti, Ottavia Piccolo, Mario<br />

Pisu, Massimo De Francovich, Lino<br />

Savorani, Paola Bacci<br />

Anton CECOV Zio Vania 1970/71 Giulio BOSETTI Ferruccio De Ceresa, Paola Bacci,<br />

Mario Erpichini, Giulia Lazzarini<br />

97


98 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Dante CICOGNANI <strong>Il</strong> gatto con gli stivali 1956/57 Spiro DALLA PORTA Allievi Scuola di Recitazione e Maria<br />

Grazia Spinazzi<br />

Tonino CONTE e Aldo TRIONFO (Vedi Aldo TRIONFO)<br />

Roberto DAMIANI La vita xe fiama 1991/92 Furio BORDON Gastone Moschin<br />

(da Biagio Marin)<br />

Ezio D’ERRICO L’amante in città 1954/55 Carlo LODOVICI Mimmo Lo Vecchio, Giorgio Valletta,<br />

Gianni Mantesi, Laura Solari<br />

René DE CECCATY Pallido oggetto del desiderio 2001/02 Alfredo ARIAS Pino Micol, Daniela<br />

Giovanetti, Francesca Benedetti<br />

Ghigo DE CHIARA Un capriccio 1996/97 Nino MANGANO Valeria Ciangottini, Andreja<br />

Blagojevic<br />

Salvatore DI GIACOMO Assunta Spina 1958/59 Sandro BOLCHI Lorica Corti, Gianmaria Volonté,<br />

Ottorino Guerrini, Margherita<br />

Guzzinati, Lino Savorani<br />

Feodor DOSTOEVSKIJ Delitto e castigo 1955/56 Fernando DE CRUCCIATI Lino Savorani, Giorgio Valletta, Lidia<br />

Riduzione teatrale di Gaston Baty Braico, Marisa Mantovani<br />

Mario DRSIC-DARSA I nobili ragusei 1969/70 Coita SPAIC Gianrico Tedeschi, Franco Mezziera,<br />

Giampiero Becherelli, Lino Savorani,<br />

Gianni Musy, Nicoletta Rizzi,<br />

Friedricb DÜRRENMATT Romolo il Grande 1983/84 Giovanni PAMPIGLIONE Mario Scaccia, Jerzi Stuhr, CarIa<br />

Cassola, Lidia Koslovich<br />

Massimo DURSI La giostra 1958/59 Massimo DURSI Carlo Bagno, Ottorino Guerrini,<br />

Umberto Raho, Enrica Corti,<br />

Gianmaria Volontè<br />

Tbomas S. ELIOT Assassinio nella cattedrale 1956/97 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Giulio Bosetti,<br />

Lino Savorani, Cesco Ferro, Lino<br />

Troisi, Marisa Mantovani<br />

ESCHILO Prometeo incatenato Estate 65 Aldo TRIONFO Franco Mezzera, Egisto Marcucci.<br />

Angela Cardile, Nicoletta Rizzi,<br />

Enrico D’Amato<br />

ESCHILO Agamennone 2000/01 Antonio CALENDA Mariano Rigillo, Piera Degli Esposti,<br />

Roberto Herlitzka, Daniela<br />

Giovanetti, Osvaldo Ruggieri,<br />

Giampiero Fortebraccio,<br />

Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi,<br />

Alessandro Preziosi<br />

ESCHILO Coefore 2000/01 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Alessandro<br />

Preziosi, Daniela Giovanetti, Osvaldo<br />

Ruggieri, Giampiero Fortebraccio,<br />

Pino Michienzi, Giancarlo Cortesi<br />

ESCHILO <strong>Eumenidi</strong> 2002/03 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Daniela<br />

Giovanetti, Osvaldo Ruggieri, Anita<br />

Bartolucci, Hossein Taheri<br />

ESCHILO I Persiani 2002/03 Antonio CALENDA Piera Degli Esposti, Roberto<br />

Herlitzka, Luca Lazzareschi, Osvaldo<br />

Ruggieri, Giancarlo Cortesi<br />

Diego FABBRI Inquisizione 1997/98 Sergio VELITTI Ottorino Guerrini, Antonio<br />

Pierfederici, Enrica Corti, Lino Troisi


Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Diego FABBRI Processo a Gesù 1962/63 Fulvio TOLUSSO Fosco Giachetti, Marisa Fabbri,<br />

Mario Pisu, Lino Savorani, Oreste<br />

Rizzini<br />

Mariana FARAGUNA e Lino CARPINTERI (Vedi Lino CARPINTERI)<br />

Silvio FIORE La coscienza di Ulisse 1996/97 Silvio FIORE Giulio Pizzirani, Fernando Pannullo<br />

Vittorio FRANCESCHI Pinocchio minore 1963/64 Massimo de VITA Vittorio Franceschi, Sonia Gessner,<br />

Lino Savorani, Carlo Montagna,<br />

Adriana Innocenti<br />

Vittorio FRANCESCHI Gorizia 1916 1966/67 Francesco MACEDONIO Mimmo Lo Vecchio, Oreste Rizzini,<br />

Lino Savorani, Vittorio Franceschi,<br />

Nicoletta Rizzi, Alessandro Galante<br />

Garrone<br />

Vittorio FRANCESCHI Scacco pazzo 1990/91 Nanny LOY Alessandro Haber, Vittorio<br />

Franceschi, Monica Scattini<br />

Vittorio FRANCESCHI Jack lo sventratore 1992/93 Nanni GARELLA Alessandro Haber, Gianna Piaz,<br />

Mariella Valentini, Nicola Pistoia,<br />

Vittorio Franceschi<br />

Carlo Emilio GADDA <strong>Il</strong> guerriero, l’amazzone, 1996/97 Virginio GAZZOLO Virginio Gazzolo, Angela Cardile<br />

lo spirito della poesia nel verso<br />

immortale del Foscolo<br />

Dodo GAGLIARDE Ma cos’è questa crisi? 1996/97 Enrico PROTTI Dodo Gagliarde, Sara Alzetta, Livia<br />

Enrico PROTTI Bonifazi, Paolo Fagiolo,<br />

Maurizio Zacchigna<br />

Vittorio GASSMAN Anima e corpo 1996/97 Vittorio GASSMAN Vittorio Gassman, Luciano Lucignani,<br />

talk show d’addio Attilio Cucari, Marco Alotto,<br />

Emanuele Salce, Antonetta<br />

Capriglione<br />

Vittorio GASSMAN Bugie Sincere 1997/98 Vittorio GASSMAN Ugo Pagliai, Paola Gassman,<br />

Virgilio Zernitz, Michela Cadel,<br />

Alessandra Celi, Lamberto Consani,<br />

Paolo Fagiolo, Gianluigi Fogacci,<br />

Paolo Giovannucci, Tiziano Pelanda,<br />

Enzo Saturni<br />

Giuseppe GIACOSA Tristi amori 1961/62 Sandro BOLCHI Ottorino Guerrini, Marisa Fabbri,<br />

Omero Antonutti, Carlo Bagno<br />

Silvio GIOVANINETTI Gli ipocriti 1956/57 Carlo LODOVICI Giulio Bosetti, Ottorino Guerrini,<br />

Laura Solari, Marisa Mantovani<br />

Nikolaj GOGOL L’ispettore generale 1959/60 Giacomo COLLI Leonardo Cortese, Carlo Bagno,<br />

Cesco Ferro, Pina Cei, Anna<br />

Menichetti, Omero Antonutti<br />

Carlo GOLDONI La donna di garbo 1954/55 Carlo LODOVICI Laura Solari, Luigi Almirante<br />

Carlo GOLDONI La donna di garbo 1978/79 Francesco MACEDONIO Lucilla Morlacchi, Gianni Galavotti,<br />

Carlo Montagna, Franco Mezzera<br />

Carlo GOLDONI La bottega del caffe 1956/57 Carlo LODOVICI Memo Benassi, Ottorino Guerrini,<br />

Giulio Bosetti<br />

Carlo GOLDONI La vedova scaltra 1960/61 Giovanni POLI Anna Miserocchi, Margherita<br />

Guzzinati, Giorgio Valletta, Carlo<br />

Bagno, Omero Antonutti<br />

Carlo GOLDONI Arlecchino 1961/62 Fulvio TOLUSSO Lino Savorani, Margherita<br />

servitore di due padroni Guzzinati, Omero Antonutti, Marisa<br />

Fabbri<br />

99


100 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Carlo GOLDONI Arleccbino 1972/73 Fulvio TOLUSSO Lino Savorani, Giorgio Valletta,<br />

servitore di due padroni Mimmo Lo Vecchio, Gianfranco<br />

Saletta, Ariella Reggio<br />

Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> teatro comico 1964/65 Eriprando VISCONTI Franco Mezzera, Marisa Fabbri,<br />

Nicoletta Rizzi, Egisto Marcucci,<br />

Adriana Innocenti, Vittorio<br />

Franceschi, Lino Savorani<br />

Carlo GOLDONI Tonin Bella grazia 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Lino Toffolo, Mariangela Melato,<br />

Fulvia Gasser, Lino Savorani<br />

Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> bugiardo 1967/68 Gianfranco DE BOSIO Paola Bacci, Elisabetta Bonino,<br />

Leda Palma, Gabriele Lavia, Giulio<br />

Bosetti, Claudio Cassinelli<br />

Carlo GOLDONI Le massere 1970/71 Giovanni POLI Giusy Carrara, Lidia Braico,<br />

Donatella Ceccarello, Anna Maestri,<br />

Lino Savorani, Ariella Reggio<br />

Carlo GOLDONI Sior Todero Brontolon 1975/76 Francesco MACEDONIO Corrado Gaipa, Elsa Vazzoler,<br />

Umberto D’Orsi, Marina Dolfin<br />

Carlo GOLDONI La famiglia dell’antiquario 1976/77 Furio BORDON Regina Bianchi, Michele Abruzzo,<br />

Gianni Galavotti, Anna Bonaiuto,<br />

Geppy Glejeses<br />

Carlo GOLDONI Le donne gelose 1977/78 Francesco MACEDONIO Maria Dolfin, Paolo Bonacelli,<br />

Donatella Ceccarello<br />

Carlo GOLDONI <strong>Il</strong> mondo della Luna 1982/83 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />

Carlo GOLDONI I Rusteghi 1985/86 Francesco MACEDONIO Giulio Brogi, Valeria Ciangottini,<br />

Anna Teresa Rossini, Margherita<br />

Guzzinati, Giampiero Becherelli,<br />

Alvise Battain, Riccardo Peroni,<br />

Barbara Cupisti<br />

Carlo GOLDONI L’Arcadia in Brenta 1985/86 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />

Carlo GOLDONI L’adulatore 1986/87 Giorgio PRESSBURGER Giulio Brogi, Anna Teresa Rossini,<br />

Anna Campori, Franco Angrisano,<br />

Riccardo Peroni<br />

Carlo GOZZI L ‘augellin belverde 1962/63 Giovanni POLI Renzo Montagnani, Marisa Fabbri,<br />

Oreste Rizzini, Lino Savorani<br />

Carlo COZZI Re Cervo 1965/66 Spiro DALLA PORTA Allievi Scuola di Recitazione<br />

Carlo GOZZI L’amore delle tre melarance 1984/85 Francesco MACEDONIO Marionette di Podrecca<br />

Franz GRILLPARZER Medea 1994/95 Nanni GARELLA Ottavia Piccolo, Gianni De Lellis,<br />

Dorotea Aslanidis, Graziano<br />

Piazza, Sara D’Amario, Riccardo<br />

Maranzana, Valeria D’Onofrio<br />

Claudio GRISANCICH Alida Valli che nel 1996/97 Mario LICALSI Orazio Bobbio, Ariella Reggio<br />

Quaranta iera putela<br />

Slavko GRUM Avvenimento 1971/72 Francesco MACEDONIO Franca Nuti, Gina Sammarco,<br />

nella città di Goga Gabriele Lavia, Franco Mezzera<br />

Dante GUARDAMAGNA Delitto e castigo 1972/73 Sandro BOLCHI Ugo Pagliai, Angiola Baggi, Lino<br />

(da DOSTOEVSKIJ) Savorani, Orazio Bobbio, Giorgio<br />

Valletta, Saverio Moriones


Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Dante GUARDAMAGNA La breccia 1963/64 Ruggero JACOBBI Oreste Rizzini, Nicoletta Rizzi, Lino<br />

e-Maria Silvia CODECASA Savorani, Franco Mezzera, Massimo<br />

De Vita, Vittorio Franceschi, Marisa<br />

Fabbri<br />

Peter HANDKE Attraverso i villaggi 1984/85 Roberto GUICCIARDINI Marisa Fabbri, Giancarlo Dettori,<br />

Giulio Brogi, Regina Bianchi, Anna<br />

Teresa Rossini<br />

Peter HANDKE L’ora in cui non sapevamo 1994/95 Giorgio PRESSBURGER Livio Bogatec, Patrizia Burul, Stojan<br />

niente l’uno dell’altro Colja, Andreina Garella, Alojz Milic,<br />

Lucka Pockaj, Riccardo Maranzana,<br />

Monica Samassa, Maurizio Soldà, e<br />

con Mariano Rigillo (voce recitante)<br />

Vaclav HAVEL L’opera dello straccione 1975/76 Fulvio TOLUSSO Corrado Gaipa, Marina Dolfin,<br />

Umberto D’Orsi<br />

Hugo von HOFFMANSTHAL La leggenda di Ognuno 1957/58 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Umberto Raho,<br />

Carlo Bagno, Mario Verdani,<br />

Lino Troisi, Marisa Bartoli, Lidia<br />

Lagonegro, Lino Savorani, Mario<br />

Adorf<br />

Arthur HONEGGER Giovanna d’Arco al rogo 1995-96 Antonio CALENDA Daniela Giovanetti, Virginio Gazzolo<br />

e Paul CLAUDEL<br />

Odön von HORVATH Storie del bosco viennese 1977-78 Franco ENRIQUEZ Valeria Moriconi, Corrado Pani, Pina<br />

Cei, Micaela Esdra, Nestor Garay<br />

Odön von HORVATH Fräulein Pollinger 1984-85 Giorgio PRESSBURGER Daniela Mazzucato, Sandro<br />

Massimini, Franco Nebbia<br />

Bohumil HRABAL Una solitudine 1992-93 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Patrizia Burul,<br />

troppo rumorosa Paolo Meloni, Franco Noè, Tiziano<br />

Pelandi<br />

Albert HUSSON La cucina degli angeli 1954-55 Alessandro BRISSONI Laura Solari, Gianni Mantesi, Pietro<br />

Privitera<br />

Henrik IBSEN <strong>Il</strong> piccolo Eyolf 1967/68 Aldo TRIONFO Giulio Bosetti, Franca Nuti, Paola<br />

Bacci, Massimo Gridolfi<br />

Henrik IBSEN Casa di bambola 1973/74 Francesco MACEDONIO Ludovica Modugno, Carlo Montagna,<br />

Mario Maranzana, Delia Bertolucci,<br />

Franco Mezzera<br />

Eugene JONESCO Sicario senza paga 1968/69 Josè QUAGLIO Giulio Bosetti, Marina Bonfigli, Alvise<br />

Battain, Josè Quaglio<br />

Georg KAISER Davide e Golia 1957/58 Sandro BOLCHI Ottorino Guerrini, Enrica Corti,<br />

Carlo Bagno<br />

Georg KAISER <strong>Il</strong> funzionario Krehler 1979/80 Paolo MAGELLI Cecilia Polizzi, Flavio Bucci, Gianni<br />

Galavotti, Micaela Pignatelli<br />

Tullio KEZICH La coscienza di Zeno 1978/79 Franco GIRALDI Renzo Montagnani, Marina Dolfin,<br />

(da I. SVEVO) Gianni Galavotti<br />

Tullio KEZICH Bouvard e Peuchet 1982/83 Giovanni PAMPIGLIONE Mario Maranzana, Vittorio<br />

e Luigi SQUARZINA (da G. FLAUBERT) Franceschi<br />

Heinrich von KLEIST La brocca rotta 1977/78 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Marina Dolfin,<br />

Lino Savorani, Franco Jesurum,<br />

Francesca Muzio<br />

Pavel KOHOUT Roulette 1976/77 Roberto GUICCIARDINI Regina Bianchi, Paolo Graziosi,<br />

Lorenza Guerrieri, Daniele Griggio<br />

101


102 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

Franz Xavier KROETZ Renzo e Anna 1974/75 Furio BORDON Orazio Bobbio, Ariella Reggio<br />

Eugene LABICHE La Cagnotte 1959/60 Giacomo COLLI Leonardo Cortese, Omero Antonutti,<br />

Lino Savorani, Pina Cei<br />

Stefano LAURI Hänsel e Gretel 1967/68 Ugo AMODEO Edoardo Zammarchi, Maria Pia<br />

(dai F.lli Grimm) Bellizzi, Mimmo Lo Vecchio, Mariella<br />

Terragni<br />

Vladimiro LISIANI Un buso in mia contrada 1969/70 Francesco MACEDONIO Lidia Braico, Ariella Reggio, Cip<br />

Barcellini, Franco Rossi, Giorgio<br />

Valletta, Giusy Carrara, Fulvia<br />

Gasser, Gianfranco Saletta<br />

Enrico LUTTMANN Sonno 2002/03 Marco CASAZZA Paola Bonesi, Marco Casazza,<br />

Adriano Giraldi, Enrico Luttmann,<br />

Lorenzo Michelli, Alessandro Mizzi,<br />

Andrea Orel, Mariella Terragni<br />

Giuseppe MAFFIOLI Del povaro soldato 1965/66 Giuseppe MAFFIOLI Vittorio Franceschi, Oreste Rizzini,<br />

(da RUZANTE) Nicoletta Rizzi<br />

Claudio MAGRIS Stadelmann 1990/91 Egisto MARCUCCI Tino Schirinzi, Barbara Valmorin,<br />

Gianni De Lellis<br />

Claudio MAGRIS La mostra 2002/03 Antonio CALENDA Roberto Herlitzka, Mario Maranzana<br />

Curzio MALAPARTE Das Kapital 1981/82 Franco GIRALDI Mario Maranzana, Vittorio<br />

Franceschi, Margherita Guzzinati<br />

Libero MAZZI Trieste con tanto amore 1968/69 Giulio BOSETTI Cesco Baseggio, Giulio Bosetti,<br />

Franca Nuti, Luigi Vannucchi<br />

Libero MAZZI Omaggio ai poeti triestini: 1971/72 Franca Nuti, Franco Mezzera<br />

Camber Barni<br />

Arthur MILLER <strong>Il</strong> crogiuolo 1974/75 Sandro BOLCHI Marina Dolfin, Giorgio Valletta, Lino<br />

Troisi, Ludovica Modugno, Franco<br />

Mezzera<br />

Sergio MINIUSSI L’anno della peste 1959/60 Ugo AMODEO Dario Mazzoli, Mario Licalsi, Giorgio<br />

Valletta, Dario Penne, Franco<br />

Jesurum<br />

Sergio MINIUSSI Dialoghi con Leucò 1963/64 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Egisto Marcucci,<br />

e Aldo TRIONFO (da PAVESE) Nicoletta Rizzi, Franco Mezzera,<br />

Oreste Rizzini<br />

MOLIERE Don Giovanni 1971/72 Giulio BOSETTI Giulio Bosetti, Lino Savorani, Paola<br />

Bacci, Giampiero Becherelli, Cesare<br />

Gelli<br />

Ferenc MOLNAR La leggenda di Liliom 1959/60 Leonardo CORTESE Leonardo Cortese, Anna Menichetti,<br />

Lidia Lagonegro, Omero Antonutti,<br />

Pina Cei, Lino Savorani<br />

Robert MUSIL Vinzenz e l’amica 1963/64 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Vittorio Franceschi,<br />

degli uomini importanti Franco Mezzera<br />

Alfred de MUSSET I capricci di Marianna 1956/57 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Giulio Bosetti, Cesco<br />

Ferro, Ottorino Guerrini<br />

Aldo NICOLAI Gli asini magri 1960/61 Sandro BOLCHI Luciano Alberici, Marisa Fabbri,<br />

Anna Miserocchi, Margherita<br />

Guzzinati, Omero Antonutti, Rino<br />

Romano, Carlo Bagno<br />

Clifford ODETS La ragazza di campagna 1958/59 Franco ENRIQUEZ Gianmaria Volontè, Ottorino<br />

Guerrini, Enrica Corti


Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

John OSBORNE Motivo di scandalo 1965/66 Raffaele MAIELLO Egisto Marcucci, Nicoletta Rizzi, Lino<br />

e riflessione Savorani, Vittorio Franceschi<br />

John OSBORNE Un patriota per me 1996/97 Giancarlo COBELLI Massimo Belli<br />

Alcide PAOLINI Lezione di tiro 1973/74 Furio BORDON Giampiero Becherelli, Antonella<br />

Marchi, Stefano Lescovelli<br />

Pier Paolo PASOLINI Calderon 1979/80 Giorgio PRESSBURGER Paolo Bonacelli, Marina Dolfin,<br />

Gianni Galavotti, Francesca Muzio<br />

Pier Paolo PASOLINI I Turcs tal Friùl 1994/95 Elio DE CAPITANI Lucilla Morlacchi, Fabiano Fantini,<br />

Renato Rinaldi, Giovanni Visentin<br />

John PATRICK Attimo fermati, sei bello! 1954/55 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Pietro Privitera, Grazia<br />

Migneco, Gianni Mantesi<br />

Franco PERO’ Winckelmann: “Finalmente 1996/97 Franco PERO’ Giulio Brogi, Massimo De Rossi<br />

verrà la quiete”<br />

Aldo PERRINI Non si dorme a Kirkwall 1955/56 Gianfranco DE BOSIO Pietro Privitera, Isabella Riva,<br />

Marisa Mantovani, Mario Bardella,<br />

Lino Savorani<br />

Harold PINTER Tradimenti 1988/89 Furio BORDON Paola Bacci, Giampiero Bianchi,<br />

Paolo Bonacelli<br />

Luigi PIRANDELLO Lumie di Sicilia 1955/56 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Marisa Mantovani,<br />

Isabella Riva<br />

Luigi PIRANDELLO Ma non è una cosa seria 1956/57 Carlo LODOVICI Ottorino Guerrini, Giulio Bosetti,<br />

Marisa Mantovani, Cesco Ferro, Lino<br />

Savorani<br />

Luigi PIRANDELLO Questa sera 1958/59 Franco ENRIQUEZ Paola Borboni, Gianmaria Volontè,<br />

si recita a soggetto Margherita Guzzinati<br />

Luigi PIRANDELLO Questa sera 1986/87 Giuseppe Mariano Rigillo, Paola Bacci,<br />

si recita a soggetto PATRONI GRIFFI Leopoldo Mastelloni, nella ripresa<br />

Vittorio Caprioli, Giovanni Crippa,<br />

Laura Marinoni<br />

Luigi PIRANDELLO L’imbecille-La patente 1959/60 Fulvio TOLUSSO Carlo Bagno, Dario Mazzoli, Lino<br />

La giara Savorani, Mimmo Lo Vecchio, Giorgio<br />

Valletta<br />

Luigi PIRANDELLO Sei personaggi 1960/61 Giuseppe DI MARTINO Marisa Fabbri, Anna Miserocchi,<br />

in cerca d’autore Margherita Guzzinati, Lino Savorani,<br />

Carlo Bagno<br />

Luigi PIRANDELLO Sei personaggi 1987/88 Giuseppe Vittoriti Caprioli, Mariano Rigillo,<br />

in cerca d’autore PATRONI GRIFFI <strong>Il</strong>aria Occhini, Giovanni Crippa,<br />

Laura Marinoni, Caterina Boratto<br />

Luigi PIRANDELLO Così è se vi pare 1961/62 Sandro BOLCHI Gianni Musy, Gina Sammarco, Mario<br />

Pisu, Margherita Guzzinati, Marisa<br />

Fabbri, Omero Antonutti<br />

Luigi PIRANDELLO Enrico IV 1966/67 Giuseppe MAFFIOLI Renzo Ricci, Eva Magni, Mariangela<br />

Melato<br />

Luigi PIRANDELLO Non si sa come 1969/70 Josè QUAGLIO Giulio Bosetti, Anna Maria Gherardi,<br />

Giampiero Becherelli<br />

Luigi PIRANDELLO Ciascuno a modo suo 1988/89 Giuseppe Mariano Rigillo, <strong>Il</strong>aria Occhini,<br />

PATRONI GRIFFI Giovanni Crippa, Laura<br />

Marinoni,Vittorio Caprioli<br />

Stefano PIRANDELLO La scuola dei padri 1954/55 Ottavio SPADARO Pietro Privitera, Carla Bizzarri,<br />

Gianni Mantesi<br />

103


104 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

PLAUTO Anfitrione 1955/56 Ottavio SPADARO Mario Mariani, Marisa Mantovani,<br />

Mario Bardella<br />

Giovanni POLI La commedia degli Zanni 1967/68 Giovanni POLI Franco Jesurum, Mimmo Lo Vecchio,<br />

Orazio Bobbio, Giorgio Valletta,<br />

Gabriele Lavia, Lidia Braico, Mario<br />

Valgoi, Salvo Anselmo, Leda Palma<br />

Giovanni POLI L’alfabeto dei villani 1971/72 Giovanni POLI Aldo Bonato, Daniela Foà, Michela e<br />

Sandra Martni, Mario Zanotto<br />

Marco PRAGA Le vergini 1955/56 Ottavio SPADARO Mario Mariani, Mario Bardella,<br />

Marisa Mantovani, Lino Savorani<br />

Giorgio PRESSBURGER Karl Valentin Kabarett 1980/81 Giorgio PRESSBURGER Vittorio Caprioli, Gianni Galavotti,<br />

Paolo Rossi, Jole Si/vani<br />

Giorgio PRESSBURGER Eroe di scena 1985/86 Giorgio PRESSBURGER Carlo Simoni, Lea Padovani, Aldo<br />

fantasma d’amore (Moissi) Reggiani, Claudio Gora, Lidia<br />

Kozlovich, Gian Paolo Poddighe<br />

Stanislawa PRZYBYZEWSKA L’affare Danton 1982-83 Maciej KARPlNSKY Mario Maranzana, Vittorio Franceschi<br />

e Andrzej WAJDA<br />

RECITAL di Paola Borboni 1958/59<br />

RECITAL di Diana Torrieri 1959/69<br />

RECITAL di Paola Borboni Fantasia in nero 1959/69<br />

RECITAL di Paola Borboni 1960/61<br />

RECITAL di Marisa Fabbri 1963/64<br />

Antonio RICCARDINI L’ultimo de carneval 1971/72 Francesco MACEDONIO Mimmo Lo Vecchio, Orazio Bobbio,<br />

Ariella Reggio, Giorgio Valletta<br />

Franco Jesurum, Luciano Virgilio,<br />

Marino Masè<br />

Renzo ROSSO <strong>Il</strong> pianeta indecente 1983/84 Roberto GUICCIARDINI Giulio Brogi, Leda Negroni, Anna<br />

Teresa Rossini<br />

William SAROYAN I giorni della vita 1956/57 Franco ENRIQUEZ Ottorino Guerrini, Marisa<br />

Mantovani, Cesco Ferro, Camillo<br />

Milli, Giulio Bosetti, Vittorio Congia,<br />

Lino Troisi<br />

Jean-Paul SARTRE Nekrassov 1969/70 Ernesto GUIDA Giulio Bosetti, Mario Pisu,<br />

Marianella Laszlo, Lino Savorani,<br />

Gianni Musy<br />

Friedrich SCHILLER Intrigo e amore 1993/94 Nanni GARELIA Ottavia Piccolo, Dorotea Aslanidis,<br />

Gianni De Lellis, Graziano Piazza,<br />

Virginio Gazzolo<br />

Eric-Emmanuel SCHMITT <strong>Il</strong> visitatore 1995/96 Antonio CALENDA Turi Ferro, Kim Rossi Stuart, Sabina<br />

(traduzione: Enzo SICILIANO) Vannucchi, Sergio Tardioli<br />

Arthur SCHNITZLER Anatol 1975/76 Roberto GUICCIARDINI Gabriele Lavia, Manuela<br />

Kustermann, Virgilio Zernitz<br />

Arthur SCHNITZLER Anatol 1992/93 Nanni GARELLA Roberto Sturno, Gianni De Lellis,<br />

Sara Alzetta, Monica Bucciantini,<br />

Nicoletta Corradi, Alvia Reale,<br />

Stefania Barca<br />

Arthur SCHNITZLER Casanova a Spa 1987/88 Luca de FUSCO Mariano Rigillo, Vittorio Franceschi,<br />

Anna Teresa Rossini, Giampiero<br />

Becherelli


Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

William SHAKESPEARE Molto rumore per nulla 1957/58 Franco ENRIQUEZ Enrica Corti, Antonio Pierfederici<br />

Lino Troisi, Ottorino Guerrini, Carlo<br />

Bagno<br />

William SHAKESPEARE La bisbetica domata 1958/59 Franco ENRIQUEZ Enrica Corti, Ottorino Guerrini,<br />

Carlo Bagno, Gianmaria Volontè,<br />

Lino Savorani, Cesco Ferro,<br />

Margherita Guzzinati<br />

William SHAKESPEARE La dodicesima notte 1960/61 Giovanni POLI Carlo Bagno, Ottorino Guerrini,<br />

Marisa Fabbri, Anna Miserocchi,<br />

Margherita Guzzinati, Omero<br />

Antonutti<br />

William SHAKESPEARE Come vi garba 1964/65 Eriprando VISCONTI Marisa Fabbri, Nicoletta Rizzi,<br />

Franco Mezzera, Lino Savorani,<br />

Vittorio Franceschi<br />

William SHAKESPEARE Otello 1965/66 Beppe MENEGATTI Luigi Vannucchi, Nicoletta Rizzi,<br />

Egisto Marcucci, Vittorio Franceschi,<br />

Oreste Rizzini<br />

William SHAKESPEARE Otello 2001/02 Antonio CALENDA Michele Placido, Sergio Romano,<br />

Giancarlo Cortesi, Giorgio Lanza,<br />

Rossana Mortara, Valentina Valsania<br />

William SHAKESPEARE Macbeth 1966/67 Tino BUAZZELLI Tino Buazzelli, Paola Mannoni,<br />

Egisto Marcucci<br />

William SHAKESPEARE Riccardo III 1989/90 Gabriele LAVIA Gabriele Lavia, Monica Guerritore,<br />

Dorotea Aslanidis, Gianni De Lellis,<br />

Barbara Valmorin, Giorgio Crisafi<br />

William SHAKESPEARE Riccardo II 1991/92 Glauco MAURI Roberio Sturno, Gianni Galavotti,<br />

Ireneo Petruzzi, Donatello Falchi<br />

William SHAKESPEARE Riccardo III 1996/97 Antonio CALENDA Franco Branciaroli, Lucilla<br />

Morlacchi, Anita Bartolucci, Giorgio<br />

Bonino, Gea Lionello, Antonio Zanol<br />

etti<br />

William SHAKESPEARE Amleto 1998/99 Antonio CALENDA Kim Rossi Stuart, Gianni Musy,<br />

Osvaldo Ruggieri, Alvia Reale, Gianfr<br />

anco Varetto, Rossana Mortara<br />

George Bernard SHAW L’uomo del destino 1956/57 Gianfranco DE BOSIO Laura Solari, Giulio Bosetti, Cesco<br />

Ferro<br />

Georges SHEHADE La storia di Vasco 1962/63 Aldo TRIONFO Marisa Fabbri, Renzo Montagnani,<br />

Vittorio Franceschi, Massimo De Vita<br />

Valeria SISTO COMAR La santa calce 1965/66 Anna GRUBER Nicoletta Rizzi, Ottavio Di Donato,<br />

Giorgio Valletta, Lino Savorani,<br />

Tonino Pavan, Stella Migliore<br />

SOFOCLE Elettra Estate ’64 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Fosco Giacchetti,<br />

Adriana Innocenti, Franco Mezzera,<br />

Egisto Marcucci, Nicoletta Rizzi,<br />

Paola Boccardo<br />

SOFOCLE Edipo a Colono Estate ’66 Edmo FENOGLIO Tino Buazzelli, Roldano Lupi, Giulia<br />

Lazzarini, Raul Grassilli, Paola<br />

Mannoni, Tino Bianchi, Omero<br />

Antonutti<br />

105


106 Autore Titolo Stagione Regia Interpreti principali<br />

SOFOCLE Edipo a Colono 1996/97 Antonio CALENDA Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti,<br />

scrittura rievocativa Ester Galazzi, Dodo Gagliarde,<br />

di Ruggero CAPPUCCIO Gino Monteleone, Paolo Fagiolo,<br />

Stefano Galante, Antonio Tallura, M<br />

aurizio Zacchigna<br />

SOFOCLE Edipo Re 1967/68 Orazio COSTA Giulio Bosetti, Franca Nuti, Mario<br />

Valgoi, Gabriele Lavia<br />

Marko SOSIC Ballerina Ballerina 1996/97 Branko ZAVRSAN Lucka Pockaj<br />

Luigi SQUARZINA Tre quarti di lana 1961/62 Fulvio TOLUSSO Marisa Fabbri, Gianni Musy, Omem<br />

Antonutti, Mario Maranzana, Omera<br />

Lazzari<br />

Luigi SQUARZINA Romagnola 1964/65 Eriprando VISCONTI Adriana Innocenti, Vittorio<br />

Franceschi, Franco Mezzera<br />

Luigi SQUARZINA e Tullio KEZICH (Vedi Tullio KEZICH)<br />

August STRINDBERG <strong>Il</strong> pellicano 1980/81 Gabriele LAVIA Gabriele Lavia, Lea Padovani, Carlo<br />

Simoni, Paola Pitagora<br />

Italo SVEVO Inferiorità 1955/56 Ottavio SPADARO Filippo Scelzo, Mario Bardella<br />

Italo SVEVO Un marito 1960/61 Sandro BOLCHI Luciano Alberici, Anna Miserocchi,<br />

Omero Antonutti, Marisa Fabbri,<br />

Margherita Guzzinati<br />

Italo SVEVO L’avventura di Maria 1968/69 Aldo TRIONFO Franca Nuti, Gianni Galavotti,<br />

Massimo De Francovich, Paola Bacci<br />

Italo SVEVO Terzetto spezzato 1973/74 Furio BORDON Giampiero Becherelli, Stefano<br />

Lescovelli, Antonella Marchi<br />

Italo SVEVO Caro bonbon 1990/91 Marco SCIACCALUGA Massimo De Francovich<br />

Italo SVEVO L’avventura di Maria 1995/96 Nanni GARELLA Gabriele Ferzetti, Patrizia Zappa<br />

Mulas, Gianni De Lellis, Giorgio<br />

Lanza, Umberto Raho, Stefania<br />

Stefanin, Riccardo Maranzana,<br />

Barbara Trost, Daniele Bonnes<br />

Italo SVEVO Senilità 1997/98 Francesco MACEDONIO Roberto Herlitzka, Lucka Pockaj, Alvia<br />

adattamento di Alberto BASSETTI Reale<br />

John Milhngton SYNGE <strong>Il</strong> furfantello dell’ovest 1961/62 Fulvio TOLUSSO Gino Cavalieri, Gianni Musy, Carlo<br />

Bagno, Gina Sammarco, Marisa<br />

Fabbri, Omero Antonutti<br />

Carlo TERRON Avevo più stima dell’idrogeno 1959/60 Mario MARANZANA Pina Cei, Omero Antonutti, Dario<br />

Penne<br />

Charles THOMAS Jenny nel frutteto 1955/56 Ottavio SPADARO Marisa Mantovani, Mario Bardella<br />

Sergio TOFANO (Stò) Una losca congiura 1955/56 Spiro DALLA PORTA Allievi della Scuola di Recitazione<br />

ovvero Barbariccia contro Bonaventura<br />

Sergio TOFANO (Stò) L’isola dei pappagalli 1956/57 Spiro DALLA PORTA Maria Grazia Spinazzi, Cesco Ferro<br />

Sergio TOFANO (Stò) Bonaventura, 1957/58 Spiro DALLA PORTA Allievi<br />

veterinario per forza della Scuola di Recitazione<br />

Fulvio TOMIZZA Vera Verk 1962/63 Fulvio TOLUSSO Paola Borboni, Fosco Giachetti,<br />

Marisa Fabbri, Edda Valente, Renzo<br />

Montagnani, Lino Savorani<br />

Fulvio TOMIZZA La storia di Bertoldo 1968/69 Giovanni POLI Franco Mezzera, Marina Bonfigli,<br />

Alvise Battain, Lino Savorani


Fulvio TOMIZZA L’idealista (da I. CANKAR) 1976/77 Francesco MACEDONIO Corrado Pani, Leda Negroni, Carlo<br />

Cattaneo, Nestor Garay<br />

Aldo TRIONFO e Sergio MINIUSSI (vedi Sergio MINIUSSI)<br />

Aldo TRIONFO Sandokan, Yanez e i tigrotti 1969/70 Aldo TRIONFO Giulio Brogi, Claudia Giannotti,<br />

e Tonino CONTE della Malesia alla conquista Lino Savorani, Franco Mezzera,<br />

della Perla di Labuan (da Salgari) Antonio Francioni, Franco Jesurum,<br />

Orazio Bobbio, Saverio Moriones,<br />

Mimmo Lo Vecchio<br />

Aldo TRIONFO Margherita Gautier: 1970/71 Aldo TRIONFO Valeria Moriconi, Lia Zoppelli,<br />

e Tonino CONTE la dame aux camelias (da Dumas) Gianni Agus, Ennio Balbo, Rodolfo<br />

Baldini<br />

David Maria TUROLDO <strong>Il</strong> martirio di Lorenzo 1965/66 Giuseppe MAFFIOLI Egisto Marcucci, Vittorio Franceschi,<br />

Enrico d’Amato<br />

Heinrich von KLEIST Anfitrione 2001/02 Shahroo KHERADMAND Roberto Herlitzka,<br />

Giorgio Lanza, Rossana Mortara<br />

Franz WEDEKIND <strong>Il</strong> Marchese von Keith 1979/80 Nino MANGANO Luigi Diberti, Valeria Ciangottini,<br />

Pietro Biondi, Gianni Galavotti<br />

Tennessee WILLIAMS Zoo di vetro 1979/80 Tatiana PAVLOVA Tatiana Pavlova, Marisa Mantovani,<br />

Paolo Privitera, Mario Mariani<br />

Tennessee WILLIAMS Lo zoo di vetro 1989/90 Furio BORDON Piera Degli Esposti, Franco<br />

Castellano, Diego Ribon, Beatrice<br />

Visibelli<br />

Carl ZUCKMAYER <strong>Il</strong> capitano di Köpenik 1973/74 Sandro BOLCHI Renato Rascel, Lino Savorani, Elio<br />

Crovetto, Nino Pavese<br />

107


108<br />

Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia<br />

«Teatro Copioni»: la prima collana di volumi del Teatro Stabile<br />

Del Bianco Editore<br />

1. “<strong>Il</strong> piccolo Eyolf”<br />

di Henrik Ibsen. Versione di Gennaro Pistilli. Note di Francesco Macedonio alla regia di Aldo Trionfo<br />

2. “La storia di Bertoldo”<br />

di Fulvio Tomizza (da Giulio Cesare Croce). Note di regia di Giovanni Poll<br />

3. “<strong>Il</strong> mio Carso”<br />

4. “I nobili ragusei”<br />

di Scipio Slataper. Riduzione per le scene di Furio Bordon. Note di regia di Francesco Macedonio<br />

di Marino Darsa. Prima versione italiana di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna<br />

5. “Sandokan Yanez e i tigrotti della Malesia alla conquista della Perla di Labuan”<br />

di Aldo Trionfo e Tonino Conte (da Emilio Salgari)<br />

6. “Margherita Gautier la Dame aux camélias”<br />

di Aldo Trionfo e Tonino Conte (da Alessandro Dumas figlio).<br />

Note di Alessandro Giupponi alla regia di Aldo Trionfo<br />

7. “Don Giovanni”<br />

di Molière. Traduzione di Giulio Bosetti.<br />

8. “Amico sciacallo. Canto e controcanto”<br />

Due commedie di Furio Bordon<br />

9. “Delitto e castigo”<br />

da Dostoevskij.<br />

Riduzione teatrale in 2 tempi di Dante Guardamagna<br />

10. “<strong>Il</strong> capitano di Köpenick”<br />

di Zuckmayer.<br />

Versione italiana di Lino Carpinteri e Mariano Faraguna<br />

I «Quaderni» pubblicati dal Teatro Stabile<br />

12. Svevo “per noi” oggi<br />

La coscienza di Zeno<br />

13. Arbuzov: la santa ingenuità del teatro<br />

Vecchio mondo<br />

14. Carlo Goldoni “Una donna di garbo”<br />

15. Georg Kaiser <strong>Il</strong> funzionario Krehler: alla ricerca dell’tiomo nuovo<br />

16. Franz Wedekind “<strong>Il</strong> marchese von Keith”<br />

17. L’uso della vita<br />

Calderon di Pasolini<br />

Le pubblicazioni


18. August Strindberg: la bellezza tragica della vita<br />

<strong>Il</strong> pellicano<br />

19. Karl Valentin “Cabaret”<br />

20. Eduardo: vita di un attore comico<br />

21. Le marionette di Vittorio Podrecca<br />

22. Curzio Malaparre “Das Kapital”<br />

23. “L’affare Danton” di Stanislava Przbyzewska<br />

24. Le marionette di Podrecca<br />

<strong>Il</strong> mondo della luna di C. Goldoni<br />

25. “Bouvard e Pouchet” di Tullio Kezich e Luigi Squarzina (da Gustave Flaubert)<br />

26. Dürrenmatt “Romolo il grande”<br />

27. “<strong>Il</strong> pianeta indecente”<br />

28. “L’amore delle tre melarance”<br />

29. “Fraulein Pollinger”<br />

30. “Attraverso i villaggi”<br />

31. “I Rusteghi” di Carlo Goldoni<br />

32. “Eroe di scena fantasma d’amore (Moissi)”<br />

33. “Baal”<br />

34. “L’adulatore”<br />

35. “Questa sera si recita a soggetto”<br />

36. “Casanova a Spa”<br />

37. “Beckett concerto”<br />

38. “Sei personaggi in cerca d’autore”<br />

39. “Ciascuno a suo modo”<br />

40. Harold Pinter “Tradimenti”<br />

41. “Riccardo III”<br />

I «Quaderni» del Teatro Stabile - Art& e Arti Grafiche Friulane<br />

42. America del ‘900<br />

Lo zoo di vetro<br />

43. “<strong>Il</strong> viaggio incantato”<br />

109


110 44. Vittorio Franceschi “Scacco pazzo”<br />

45. <strong>Il</strong> pianeta degli ultimi anni<br />

Stadelmann di Claudio Magris<br />

45 bis. “Caro bonbon”<br />

dall’Epistolario e dall’Album di famiglia di Italo Svevo<br />

46. William Shakespeare “Riccardo II”<br />

47. “Oblomov” di Ivan Goncarov, adattamento teatrale di Furio Bordon<br />

48. “Jack lo sventratore”<br />

di Vittorio Franceschi<br />

49. “Una solitudine troppo rumorosa”<br />

di Bobumil Hrabal, versione teatrale di Giorgio Pressburger<br />

50. “Anatol”<br />

51. “L’idiota”<br />

di Arthur Schnitzler, versione italiana di Furio Bordon<br />

di F. M. Dostoevskij, adattamento teatrale di Furio Bordon su un’ipotesi drammaturgica di Padre D. Maria Turoldo<br />

52. “Intrigo e amore”<br />

di Friedrich Schiller, traduzione di Aldo Busi<br />

53. “Medea”<br />

di Franz Grillparzer, traduzione di Claudio Magris<br />

54. “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro”<br />

di Peter Handke, testi di Mario Brandolin, Peter Handke, Giorgio Pressburger, Sabrina Morena, Rolando Zorzi<br />

55. “I Turcs tal Friúl”<br />

di Pier Paolo Pasolini, testi di Pier Paolo Pasolini, Gianfranco Contini, Novella Cantarutti, Nico Naldini, Elio De<br />

Capitani<br />

56. “L’avventura di Maria”<br />

di Italo Svevo, testi di Antonio Calenda, Nanni Garella, Franca Nuti, Ruggero Rimini, Italo Svevo, Patrizia Zappa Mulas<br />

I «Quaderni» del Teatro pubblicati dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

57. “Anima e Corpo” (2 ediz.)<br />

di Vittorio Gassman, testi di Antonio Calenda, Roberto De Monticelli, Giacomo Gambetti, Vittorio Gassman, Maria<br />

Grazia Gregori, Rita Sala<br />

58. Gigi Proietti: un attore e il suo teatro<br />

testi di Mario Brandolin, Antonio Calenda, Roberto De Monticelli, Rita Sala<br />

59. “Un’indimenticabile serata ovvero gli asparagi e l’immortalità dell’anima”<br />

da Achille Campanile, testi di Carlo Bo, Antonio Calenda, Oreste Del Buono, Franco Quadri, Enzo Siciliano


60. “Edipo a Colono”<br />

di Sofocle, scrittura rievocativa di Ruggero Cappuccio, testi di Antonio Calenda, Ruggero Cappuccio<br />

61. “Bugie Sincere”<br />

di Vittorio Gassman, testi di Vittorio Gassman, Ruggero Cappuccio, Peter Brown<br />

62. “Irma la dolce”<br />

di Alexandre Breffort - Marguerite Monnot, testi di Rita Sala, Danilo Soli, Didier C. Deutsch<br />

63. “Senilità”<br />

da Italo Svevo, adattamento teatrale di Alberto Bassetti, testi di Italo Svevo, Alberto Bassetti, Daniele Del Giudice,<br />

Mario Brandolin<br />

64. “Riccardo III” di William Shakespeare, traduzione di Patrizia Valduga, testi di Mario Brandolin, Alessandro Serpieri, Giovanna<br />

65. “Amleto”<br />

Mochi, Patrizia Valduga<br />

di William Shakespeare, traduzione di Agostino Lombardo, testi di Mario Brandolin, Agostino Lombardo, Alessandro<br />

Serpieri, Roberta Gefter Wondrich, Renzo S. Crivelli, Giuseppina Restivo, Guido Botteri<br />

66. “Ma che c’entra Peter Pan?”<br />

di Alberto Bassetti<br />

67. “Rappresentazione della Passione”<br />

elaborazione drammaturgica di Antonio Calenda, testi di Odoardo Bertani, Guido De Monticelli, Angelo Mandorlo,<br />

Renzo Tian<br />

68. “Antigone” di Jean Anouilh, versione italiana di Furio Bordon, testi di Furio Bordon, Antonio Calenda, <strong>Il</strong>aria Lucari<br />

69. I Piccoli di Podrecca<br />

70. “Agamennone” e “Coefore”<br />

di Eschilo, traduzione di Manara Valgimigli, testi di Antonio Calenda, Caterina Barone, <strong>Il</strong>aria Lucari<br />

Edizioni speciali<br />

“<strong>Il</strong> nuovo vecchio <strong>Rossetti</strong>”<br />

a cura di Guido Botteri e Stefano Curti<br />

111


112<br />

Teatro Stabile<br />

del Friuli-Venezia Giulia<br />

Arnaldo NINCHI<br />

presidente<br />

Rodolfo CASTIGLIONE<br />

vicepresidente<br />

Tiziana BENUSSI<br />

Francesco MARANGON<br />

Piero MARTINUZZI<br />

Antonio PAOLETTI<br />

Rossana POLETTI<br />

consiglieri<br />

collegio dei revisori<br />

Cosimo CECERE<br />

presidente<br />

Giuseppe DI BARTOLO ZUCCARELLO<br />

Paolo MUSOLLA<br />

soci<br />

Comune di Trieste<br />

Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia<br />

Provincia di Gorizia<br />

Provincia di Pordenone<br />

Provincia di Trieste<br />

Provincia di Udine<br />

Camera di Commercio Industria<br />

Artigianato e Agricoltura di Trieste<br />

Unicredit Banca Spa Divisione CRTrieste<br />

Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia<br />

Viale XX Settembre, 45<br />

34126 TRIESTE<br />

tel. 040.3593511<br />

fax 040.3593555<br />

www.ilrossetti.it<br />

e-mail info@ilrossetti.it<br />

Antonio CALENDA<br />

direttore<br />

Sergio DOVGAN<br />

responsabile amministrazione<br />

Paolo GIOVANAZZI<br />

responsabile tecnico<br />

Stefano CURTI<br />

responsabile marketing e comunicazione<br />

Roberta TORCELLO<br />

responsabile produzione<br />

Lucia DUSSI<br />

Diego PECAR<br />

Daniela SFERCO<br />

ufficio amministrazione<br />

Massimo CARLI<br />

Flavio DOGANI<br />

Giuliano GIONCHETTI<br />

Rosaria SCHIRALDI<br />

Roberto STAREC<br />

Massimo TATARELLA<br />

Carlo TURETTA<br />

Giorgio ZARDINI<br />

Radivoi ZOBIN<br />

ufficio tecnico<br />

Emmanuele BONNES<br />

Oriana CRESSI<br />

Marzia GALANTE<br />

<strong>Il</strong>aria LUCARI<br />

ufficio marketing e comunicazione<br />

Giampaolo ANDREUTTI<br />

Alida PECCHIAR<br />

ufficio produzione<br />

Ada D’ACCOLTI<br />

Bruno BOBINI<br />

ufficio segreteria<br />

L’organigramma 2003-2004

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