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Avevano spento anche la luna - Il Circolo

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spazzo<strong>la</strong>. Dov’era finito il mio album da disegno? Afferrai<br />

dal<strong>la</strong> scrivania il blocco di carta avoriata, l’astuccio di penne<br />

e matite, il rotolo di rubli e li sistemai fra i mucchi di roba che<br />

avevamo buttato in valigia. Chiusi le serrature a scatto e corsi<br />

fuori dal<strong>la</strong> camera, le tende che si gonfiavano e sbattevano<br />

sul<strong>la</strong> pagnotta fresca rimasta sul<strong>la</strong> scrivania.<br />

Vidi il mio riflesso nel<strong>la</strong> porta a vetri del<strong>la</strong> panetteria e mi soffermai<br />

un momento. Avevo una macchia di vernice verde sul mento.<br />

La grattai via e spinsi <strong>la</strong> porta. Un campanello squillò sopra <strong>la</strong> mia<br />

testa. <strong>Il</strong> negozio era caldo e profumava di lievito.<br />

«Lina, che bello vederti.» La donna si precipitò al bancone per<br />

servirmi. «Che cosa ti posso dare?»<br />

La conoscevo? «Mi scusi, io non...»<br />

«Mio marito è professore all’università. Lavora per tuo padre»,<br />

mi spiegò. «Ti ho visto in città con i tuoi genitori.»<br />

Annuii. «Mia madre mi ha chiesto di comprare una pagnotta»,<br />

le dissi.<br />

«Certo», rispose <strong>la</strong> donna dandosi da fare dietro il bancone. Avvolse<br />

una pagnotta tonda nel<strong>la</strong> carta marrone e me <strong>la</strong> porse.<br />

Quando allungai i soldi, lei scosse <strong>la</strong> testa.<br />

«Ti prego», sussurrò <strong>la</strong> donna, «non potremo mai sdebitarci,<br />

davvero.»<br />

«Non capisco.» Allungai verso di lei <strong>la</strong> mano con le monete. Mi<br />

ignorò.<br />

<strong>Il</strong> campanello tintinnò e qualcuno entrò nel negozio. «Salutaci<br />

tanto i tuoi genitori», si raccomandò <strong>la</strong> donna prima di servire<br />

l’altro cliente.<br />

Più tardi, quel<strong>la</strong> sera, chiesi al papà chiarimenti sul pane.<br />

«È stato molto gentile da parte sua, però non era il caso», disse lui.<br />

«Ma cosa hai fatto?» gli domandai.<br />

«Niente, Lina. Hai finito i compiti?»<br />

«Ma devi aver fatto qualcosa per meritarti il pane gratis», insistetti.<br />

«Non mi merito niente. Si sta dal<strong>la</strong> parte del giusto, Lina, senza<br />

aspettarsi gratitudine né ricompense. Adesso va’ a finire i compiti.»<br />

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