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Calcolosi delle ghiandole salivari. Caso clinico e ... - Dott. Mandelli

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ANNO 27 • NUMERO 3 • LUGLIO-SETTEMBRE 2011<br />

Copyright by<br />

Not for Publication<br />

Raffaele Vinci*, Federico <strong>Mandelli</strong>*, Giuliana Cremaschini*, Gabriele Gori*,<br />

Enrico F. Gherlone*<br />

<strong>Calcolosi</strong> <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong><br />

<strong>salivari</strong>. <strong>Caso</strong> <strong>clinico</strong><br />

e revisione della Letteratura<br />

abstract<br />

La calcolosi <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong> è una patologia<br />

descritta in Letteratura a partire dalla fine<br />

dell’ottocento. Sebbene la comprensione esatta<br />

della patogenesi dei calcoli <strong>salivari</strong> resti ancora<br />

sconosciuta, diversi Autori concordano sul fatto<br />

che intervengano alterazioni a carico della<br />

composizione della saliva, della funzionalità<br />

<strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong> o dei dotti escretori. Gli<br />

esami diagnostici per l’individuazione dei calcoli<br />

sono rappresentati da radiografie convenzionali,<br />

esami tomografici computerizzati, risonanze<br />

magnetiche ed ecografie. Si presenta alla nostra<br />

osservazione un paziente di 55 anni lamentando<br />

sensazione di ingombro a livello del pavimento<br />

orale. L’esame radiografico evidenzia due aree<br />

radiopache con margini definiti. Si rimuovono<br />

chirurgicamente due calcoli a livello del dotto<br />

escretore della ghiandola sottomandibolare<br />

destra.<br />

Parole chiave: Ghiandole <strong>salivari</strong>, Calcoli, Parologia<br />

orale, Trattamento.<br />

IntroduzIone<br />

I primi dati letterari <strong>delle</strong> patologie<br />

ostruttive <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong> risalgono<br />

al 1896 con il lavoro di Küttner1 che descrive<br />

pazienti affetti da un gonfiore cronico<br />

a livello <strong>delle</strong> logge sottomandibolari inquadrato<br />

erroneamente come segno di<br />

neoplasia maligna. L’Autore ipotizzò che il<br />

gonfiore fosse causato da un’infiammazione<br />

cronica associata a fibrosi: la diagnosi venne<br />

confermata dal ritrovamento di un calcolo<br />

all’interno del parenchima ghiandolare. Nel<br />

corso del secolo seguente le ricerche di diversi<br />

Autori vennero focalizzate sulla comprensione<br />

dell’eziologia e della patogenesi.<br />

La fisiopatologia della sciaoadenite e della<br />

scialolitiasi progredisce dall’infiammazione<br />

all’atrofia e fibrosi tissutale. Alcuni Autori2,3 ,<br />

in uno studio su cadavere, repertarono la<br />

presenza di scialomicroliti con segni di scialoadeniti<br />

ostruttive focali a livello di tutte<br />

le <strong>ghiandole</strong> sottomandibolari analizzate.<br />

Scialomicroliti si definiscono concrezioni,<br />

quasi sempre calcificate, intraparenchimali,<br />

che possono essere rilevabili con un esame<br />

Copyright by QUINTESSENZA EDIZIONI s.r.l. Tutti i diritti sono riservati in ogni sua parte è sono ad uso strettamente personale.<br />

È severamente vietata ogni tipo di riproduzione, copia, duplicazione, traduzione e trasmissione elettronica.<br />

Quintessenza<br />

* IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita Salute, Clinica Odontoiatrica,<br />

Direttore Prof. Enrico F. Gherlone.<br />

Indirizzo per la corrispondenza:<br />

Federico <strong>Mandelli</strong><br />

Via Leonardo da Vinci, 31<br />

20063 Cernusco sul Naviglio (MI)<br />

Tel. 3389391414<br />

E-mail: federico.mandelli@gmail.com<br />

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C h i r u r g i a<br />

microscopico, mentre per scialoliti si inten-<br />

dono formazioni visibili a occhio nudo 4,5 :<br />

presentano un nucleo di sostanze organiche<br />

e inorganiche come tappi mucosi, colonie<br />

batteriche, cellule epiteliali esfoliate, corpi<br />

estranei6 circondato da strati di fosfati di<br />

calcio7,8 . Studi con raggi x e analisi al diffrattometro<br />

hanno evidenziato come siano 4 i<br />

fosfati di calcio maggiormente rappresentati:<br />

idrossiapatite [Ca (PO ) (OH) ], bruscite<br />

10 4 6 2<br />

[CaHPO -2H O], whitlokite [beta-Ca (PO ) ],<br />

4 2 3 4 2<br />

ottacalcio fosfato [Ca H (PO )6-5H O] 8 2 4 2 9,10 .<br />

Sebbene la comprensione esatta della<br />

formazione dei calcoli <strong>salivari</strong> sia tutt’ora<br />

sconosciuta11-14 , le cause identificate per lo<br />

sviluppo di scialoadeniti ostruttive croniche<br />

e scialolitiasi possono essere suddivise<br />

schematicamente in quattro gruppi (Fig. 1):<br />

1. Ostruzione causata da infiammazione:<br />

l’inattività secretoria di una ghiandola<br />

normale porta all’accumulo di scialomicroliti<br />

e alla possibile risalita di microbi<br />

lungo il dotto escretore della ghiandola<br />

stessa. L’accumulo dei calcoli porta a<br />

un’atrofia ostruttiva focale e facilita la<br />

proliferazione batterica che causa infiammazione.<br />

Si determina una progres-<br />

siva ostruzione e dilatazione del dotto<br />

con ristagno di materiale ricco di calcio<br />

che può precipitare e formare un calcolo.<br />

Anche un malfunzionamento dei muscoli<br />

che circondano i dotti secretori della parotide<br />

e della ghiandola sottomandibolare<br />

può portare ad un ristagno di fluidi<br />

che facilita lo svilupparsi di un’infezione<br />

retrograda. Raramente si trovano calcoli<br />

a livello <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong> minori.<br />

2. Ostruzione non causata da infiammazione: si<br />

riscontra in presenza di anse e invaginazioni<br />

duttali, polipi duttali e altre anomalie strutturali.<br />

In alcuni casi è stata riscontrata un’ostruzione<br />

dovuta all’ipertono dei muscoli scheletrici<br />

adiacenti ai dotti escretori 15,16 .<br />

3. Autoimmunità: sono rare, ma possibili,<br />

le scialoadeniti e scialolitiasi dovute a<br />

malattie autoimmuni correlate a IgG4.<br />

4. Correlazione con altre patologie: i pazienti<br />

affetti da scialolitiasi soffrono più frequentemente<br />

di calcoli renali rispetto al resto della<br />

popolazione e i pazienti affetti da iperparatiroidismo<br />

soffrono più frequentemente<br />

di scialolitiasi. Questo riscontro indica che<br />

l’ipercalcemia può essere un fattore predisponente<br />

allo sviluppo di calcoli <strong>salivari</strong>.<br />

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Fig. 1<br />

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esami diagnostici<br />

<strong>Calcolosi</strong> <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong>. <strong>Caso</strong> <strong>clinico</strong> e revisione della Letteratura<br />

I segni e i sintomi <strong>delle</strong> calcolosi posso-<br />

no variare. Se il calcolo, anche di grandi di-<br />

mensioni, non occlude completamente il<br />

dotto escretore della ghiandola coinvolta,<br />

il paziente spesso non manifesta sintomatologia<br />

algica. Può riscontrare tumefazione<br />

intermittente ai pasti per l’aumentata<br />

produzione di saliva con deflusso rallentato<br />

oppure una sensazione di ingombro<br />

quando il calcolo è voluminoso. Se il dotto<br />

intra- o extra parenchimale è ostruito<br />

completamente di frequente si verifica un<br />

quadro algico (colica salivare): talvolta è<br />

esacerbato dall’assunzione di cibi mentre<br />

talvolta persiste anche lontano dai pasti.<br />

Le scialografie convenzionali sono state<br />

descritte fin dal 1904 e, anche se i materiali<br />

e i fluidi di contrasto sono cambiati da allora,<br />

la tecnica in sè è rimasta grossomodo<br />

invariata: si identifica l’orifizio duttale che<br />

viene successivamente dilatato e incannulato.<br />

L’infusione di liquido di contrasto<br />

prevede una fase duttale e una acinare:<br />

generalmente per una parotide vengono<br />

iniettati circa 1-2 mL di liquido mentre per<br />

una ghiandola sottomandibolare si iniettano<br />

3-5 mL. Tale pratica ad oggi è pressoché<br />

scomparsa a causa dell’introduzione<br />

di mezzi diagnostici più sensibili e meno<br />

invasivi (possibilità di reazioni allergiche<br />

al mezzo di contrasto). L’introduzione di<br />

scansioni assiali ha permesso una miglior<br />

definizione <strong>delle</strong> immagini diagnostiche.<br />

L’individuazione di calcoli è più frequente<br />

a livello del dotto di Warthon perché la<br />

saliva della ghiandola sottomandibolare ha<br />

un pH più elevato, una maggiore concentrazione<br />

di calcio, fosfati e mucine. L’anatomia<br />

e il decorso del dotto di Warthon<br />

rende ragione del fatto che la zona più<br />

colpita sia quella del lobo profondo della<br />

sottomandibolare. È infatti presente una<br />

curva a circa 90° del dotto che favorisce<br />

la stasi salivare. Una tomografia computerizzata<br />

fornisce dati più precisi riguardo le<br />

dimensioni dei calcoli ed è uno degli esami<br />

di prima scelta per la valutazione del pa-<br />

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renchima ghiandolare. Ostruzioni dovute<br />

a calcoli sono evidenziabili come masse<br />

iperdense che presentano una densità<br />

in unità Hounsfield simile a quella <strong>delle</strong><br />

strutture ossee. È frequente osservare una<br />

dilatazione del dotto associata.<br />

L’introduzione della risonanza magnetica<br />

nei primi anni ’80 ha migliorato la capacità<br />

diagnostica dei disordini <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong><br />

<strong>salivari</strong> perché fornisce un contrasto<br />

migliore dei tessuti e un’eccellente discriminazione<br />

tra le strutture parenchimali e<br />

duttali; è possibile ottenere una scialografia<br />

non invasiva utilizzando sequenze pulsate<br />

sensibili ai fluidi. L’esame dirimente<br />

per la diagnosi di scialolitiasi è rappresentato<br />

dall’ecografia. Gli ultrasuoni forniscono<br />

una diagnosi immediata permettendo<br />

di distinguere tra patologia infiammatoria<br />

acuta e cronica <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong><br />

ed è possibile individuare scialoliti fino a<br />

0,4 mm di diametro. È inoltre un esame<br />

semplice, non invasivo e ben tollerato, anche<br />

dai bambini.<br />

L’attuale incidenza annua della scialolitiasi<br />

è di circa il 12% 7,8 . Di questi casi l’80-<br />

95% sono a carico <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> sottomandibolari,<br />

il 5-20% a carico <strong>delle</strong> parotidi<br />

e raramente (1-2%) vengono coinvolte<br />

le <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong> minori17 . I pazienti più<br />

colpiti risultano essere di sesso maschile<br />

tra la terza e la sesta decade di età. I<br />

pazienti in età pediatrica sono raramente<br />

colpiti da questa patologia perché è probabile<br />

che l’elevato flusso salivare tenda a<br />

dislocare calcoli in formazione18 . Grases19 ha dimostrato come, nei pazienti affetti da<br />

calcolosi, la concentrazione di calcio nella<br />

saliva fosse significativamente maggiore<br />

rispetto ai valori dei pazienti sani. Sebbene<br />

non siano state proposte classificazioni<br />

sistematiche, alcuni Autori affermano che<br />

mediamente vengano repertati scialoliti<br />

di 5-10 mm, misura oltre la quale si può<br />

parlare di dimensioni non comuni. Ad oggi<br />

solo 16 casi in Letteratura riguardano formazioni<br />

di oltre 35 mm, tutte in pazienti di<br />

sesso maschile20,21 .<br />

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C h i r u r g i a<br />

Mentre il 20-30% dei calcoli di picco-<br />

le dimensioni può essere radiotrasparente22<br />

, gli scialoliti di grandi dimensioni sono<br />

quasi sempre radiopachi perché il lungo<br />

periodo di formazione ne permette la calcificazione<br />

completa: è per questo motivo<br />

che degli esami radiografici di primo livello<br />

come l’ortopantomografia sono quasi<br />

sempre sufficienti per diagnosticare tale<br />

patologia7,23 . Solo in rari casi in cui abbiano<br />

una morfologia particolare, come riportato<br />

da Boffano9 , possono essere inizialmente<br />

misdiagnosticati come elementi dentari<br />

inclusi. La calcolosi <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong><br />

minori viene spesso misdiagnosticata:<br />

quando non è possibile porre diagnosi tramite<br />

un esame tomografico o ecografico,<br />

è indicata l’escissione chirurgica per poi<br />

eseguire una diagnosi24 . Questa patologia<br />

deve essere inclusa nella diagnosi differenziale<br />

tutte le volte che si nota un gonfiore<br />

dei tessuti orali.<br />

Fig. 2 Ortopantomografia iniziale: ben visibile un’area<br />

radiopaca a livello del corpo mandibolare destro.<br />

Fig. 4 Incisione del pavimento orale ed isolamento<br />

del calcolo.<br />

report di un caso<br />

Un paziente di 55 anni si presentava alla<br />

nostra attenzione per una visita di controllo<br />

odontoiatrica generica.<br />

L’esame radiografico ortopantomografico<br />

mostrava un’area radiopaca ben definita<br />

localizzata all’emiarcata inferiore di<br />

destra, parzialmente sovrapposta al profilo<br />

del corpo mandibolare (Fig. 2). La formazione<br />

sembrava composta da due segmenti<br />

adiacenti. Indagando alla ricerca di dati<br />

anamnestici di rilievo, riferiva di avvertire<br />

una “sensazione di ingombro sotto la lingua”<br />

e di non avere sintomatologia algica.<br />

All’esame obiettivo il colore della mucosa<br />

del pavimento orale appariva fisiologico e<br />

lievemente rilevato a livello del decorso<br />

del dotto escretore destro (Fig. 3).<br />

Diagnosticata la presenza di un calcolo<br />

a carico del dotto di Warthon, con il<br />

consenso del paziente, si decideva di procedere<br />

con la rimozione chirurgica della<br />

Fig. 3 Visione intraorale preoperatoria.<br />

Fig. 5 Enucleazione del frammento superficiale.<br />

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<strong>Calcolosi</strong> <strong>delle</strong> <strong>ghiandole</strong> <strong>salivari</strong>. <strong>Caso</strong> <strong>clinico</strong> e revisione della Letteratura<br />

formazione. Dopo infiltrazione plessica<br />

di una soluzione anestetica (articaina 4%<br />

vc 1:100000) si eseguiva un’incisione della<br />

mucosa a livello del pavimento orale<br />

sovrastante la “neoformazione”. In prossimità<br />

dello sbocco del dotto di Warthon<br />

il calcolo risultava molto superficiale e di<br />

facile isolamento; per ottenere un migliore<br />

accesso alla neoformazione veniva ampliato<br />

l’accesso con forbice smussa in direzione<br />

postero-caudale (Figg. 4, 5). Si rimuoveva<br />

un primo frammento di dimensioni<br />

maggiori e, successivamente, un secondo<br />

frammento più piccolo (Figg. 6, 7). Verifi-<br />

Fig. 6 Visione del secondo frammento.<br />

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cata la pervietà del dotto, questo veniva<br />

suturato con punti staccati, mantenendo<br />

la porzione anteriore aperta per permettere<br />

il deflusso salivare (Fig. 9). L’esame<br />

macroscopico <strong>clinico</strong> evidenziava un rapporto<br />

simile ad una pseudo artrosi tra le<br />

due componenti del calcolo che misurava<br />

30 mm circa di asse maggiore (Fig. 8).<br />

Al paziente veniva prescritta una terapia<br />

antalgica (Naprossene sodico 550mg<br />

due volte al giorno) e antibiotica.<br />

A distanza di 7 giorni dall’intervento, il<br />

paziente non riferiva alcun tipo di fastidio<br />

né segni o sintomi di xerostomia (Fig. 10).<br />

Fig. 7 Enucleazione del secondo frammento.<br />

Fig. 8 Visione d’insieme del calcolo. Fig. 9 Sutura con filo riassorbibile Vicryl 4/0.<br />

Fig. 10 Guarigione della ferita a 15 giorni dall’intervento.<br />

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C h i r u r g i a<br />

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Salivary glands sialolithiasis is a pathology described<br />

in literature since the last years of 1800.<br />

Although an exact pathogenesis comprehension<br />

of salivary calculi is still unknown, at present a<br />

common agreement between authors exists on<br />

main factors such as saliva composition, salivary<br />

glands or secretory ducts function. Main diagnostic<br />

procedures to work out a glandular or<br />

ductal calculus are plane x-rays, tomographic<br />

images, ultrasounds and MRI sonography. A 55<br />

years old man, was seen in our outpatient clinic,<br />

complaining of an unpainful mouth floor swelling.<br />

Radiographic plane x-rays showed two well<br />

defined radiopaque lesions. Two calculi were<br />

surgically removed from the right submandibular<br />

salivary gland’s duct.<br />

Key Words: Salivary glands, Calculi, Oral pathology,<br />

Treatment.

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