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7° Congresso Nazionale della Pneumologia<br />

Organizzato da SIMeR<br />

Firenze, 04/10/2006 - 07/10/2006<br />

ABSTRACT<br />

COMUNICAZIONI POSTER<br />

1


INDICE<br />

TOPIC PG<br />

ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA 3<br />

INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE<br />

ED INTENSIVOLOGIA 30<br />

CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA 52<br />

EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA 77<br />

ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA 90<br />

FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA 114<br />

MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO<br />

CONTINUO DELLA QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA,<br />

FARMACOLOGIA CLINICA 133<br />

PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE 159<br />

2


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

Analisi della regolazione del ciclo cellulare e della regolazione delle proteine dopo esposizione di cellule<br />

di derivazione polmonare a dosi sub-letali di raggi g.<br />

Authors:<br />

D. Trani (1), R. Di Matteo (2), A. Mancini (2), A. Giordano (1), M. Caputi (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine, College of Science and Technology, Temple<br />

University Philadelphia, Pennsylvania U.S.A., (2) Dip. di Scienze Cardio-Toraciche e Respiratorie, Facoltà di<br />

Medicina e Chirurgia, II Università degli Studi di Napoli Napoli Italia<br />

Body:<br />

Introduzione. Sin dal secolo scorso il genere umano è stato sottoposto ad un aumento dell'esposizione alle<br />

radiazioni prodotte dall'uomo e alle radiazioni naturali. Le radiazioni rappresentano uno strumento terapeutico<br />

per i cancri radiosensibili così come è un agente citotossico per i tessuti umani normali. Gli effetti di una<br />

esposizione prolungata a basse dosi di radiazioni ad alta energia non sono ancora ben noti sia a livello<br />

molecolare che clinico. Obiettivo dello studio. Lo scopo generale di questo studio è stato quello di valutare la<br />

suscettibilità e la risposta delle cellule epiteliali polmonari al danno del DNA indotto dalle radiazioni ionizzanti.<br />

L'obiettivo specifico del nostro studio è stato quello di valutare dal punto di vista quantitativo e semiquantitativo<br />

le complicazioni ed il comportamento in geni selezionati di danni del DNA, di meccanismi di riparazione del DNA<br />

e dell'apoptosi che seguono l'esposizione a radiazioni, con lo scopo di determinare il coinvolgimento di targets<br />

per la diagnosi precoce del danno polmonare mediato dalle radiazioni prima dello sviluppo della malattia<br />

cronica.<br />

Metodi. Sono state selezionate 4 linee cellulari epiteliali (1 normale e 3 neoplastiche) allo scopo di valutare e di<br />

paragonare la sopravvivenza, le differenze nel ciclo cellulare e nell'espressione delle proteine in relazione al loro<br />

differente assetto genetico e/o all'espressione di patterns della linea di base. La linea cellulare umana bronchiale<br />

epiteliale non neoplastica NL20 e le linee cellaulari del carcinoma del polmone non a piccolo cellule (NSCLC)<br />

A549, H368 e H23 sono state ricavate dall' American Type Culture Collection.<br />

Risultati. E' stata osservata una risposta marcatamente differente alle radiazioni (4 Gy di raggi- g da una fonte<br />

di 137Cs) per tutto il tempo tra la linea cellulare epiteliale polmonare NL20 e le 3 linee cellulari neoplastiche.<br />

Questo evento era parallelo con l'arresto della crescita nella fase GO/G1 del ciclo cellulare, misurato dall'analisi<br />

FACS e alla riduzione della vitalità cellulare. L'analisi di p53 e di RB/pl05 mediante Western Blotting ha<br />

dimostrato una correlazione positiva tra i livelli di espressione e la percentuale di cellule apoptotiche.<br />

Conclusioni. Le cellule polmonari normali e neoplastiche rispondono in maniera differente all'esposizione delle<br />

radiazioni ionizzanti attraverso distinti metodi di modulazione di geni regolatori del ciclo cellulare.<br />

3


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

APPLICAZIONE DI UN PROTOCOLLO PER LA SEDAZIONE TERMINALE A PAZIENTI CON DISPNEA<br />

REFRATTARIA IN UNITA' DI CURE PALLIATIVE<br />

Authors:<br />

S. Vernocchi (1), E. Nicolin (2), S. Colombo (2), G. Durante (2), A. Sinigaglia (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituto Clinco Mater Domini Castellanza ITALY, (2) 3 SG Camelot Gallarate ITALY<br />

Body:<br />

La sedazione è uno stato più o meno profondo indotto e mantenuto farmacologicamente, non anticipa la morte<br />

ma impedisce al paziente di bere, mangiare, parlare, comunicare. Viene attuato quando uno o più sintomi come<br />

la dispnea, l'impossiblità a riposare, l'agitazione con delirio ed il dolore, divengono intollerabili, e nessuna terapia<br />

risulta efficace.<br />

Nella nostra esperienza in 15 mesi di apertura dell'unità di cure palliative Altachiara di Gallarate, 8 posti letto,<br />

abbiamo ricoverato consecutivemente 106 pazienti (52 uomini e 54 donne), di età media 69,7 anni (range 22-<br />

101). Per 17 di essi abbiamo utilizzato la sedazione terminale. In tutti i casi il protocollo prevedeva l'acquisizione<br />

del consenso informato e la stesura -con la collaborazione della equipe terapeutica e dello psicologo- delle<br />

direttive anticipate. Decisivo in tutti i casi è stato il rapporto costruito con la famiglia del malato tramite i colloqui<br />

dall'ammissione, alla preparazione al lutto, alla illustrazione delle terapie, fino alla stesura delle direttive<br />

anticipate.<br />

Il sintomo cardine che ha richiesto la sedazione è stata la dispnea non controllata presente come sintomo unico<br />

o associato in tutti e 17 i malati. In 8 pazienti abbiamo riscontrato l'agitazione ed in 9 l'insonnia come sintomo<br />

associato. Le patologie che hanno richiesto la sedazione sono neoplastiche in 12 pazienti, (con tumore del<br />

polmone primitivo o metastatico, associato in 8 pazienti a BPCO con enfisema); in 5 pazienti tracheostomizzati<br />

patologie neurologiche (SLA, Duchenne, esiti di emorragia cerebrale).<br />

Il farmaco cardine utilizzato è stata la morfina a dosi di 60-120 mg/die, associata a midazolam nella posologia di<br />

0,1mg/kg/h in pompa elastomerica (da 0,03 a 0,3 mg/kg/h dopo induzione con 5 mg iniettati lentamente per ev<br />

in bolo), oppure associata a diazepam 40-60 mg/die frazionato in 3-4 dosi.<br />

Nei tracheostomizzati ed in 2 pazienti con neoplasia abbiamo attuato la sedazione ad ore fisse, per facilitare da<br />

parte dei parenti il distacco e la elaborazione del lutto.<br />

La durata della sedazione è stata in media 6 giorni (1-13), per la sedazione ad ore fisse 50 giorni (16-60). Le<br />

famiglie sono state seguite dalla psicologa con incontri di sostegno successivi al decesso per aiutarle nella<br />

elaborazione del lutto.<br />

4


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

I TUMORI POLMONARI PRIMITIVI SINCRONI IN STADIO PRECOCE SONO UNA EVENIENZA RARA?<br />

Authors:<br />

M.C. Ronchi (1, 7), A. Lopes Pegna (1), F. Perri (1), C. SantomAggio (1), M. Falchini (2), M. Bartolucci (2), G.<br />

Picozzi (2), S. Foresti (2), M. Mascalchi (2), A. De Francisci (3), C. Comin (4), A. Janni (5), L..Vaggelli (6), C.<br />

Maddau (7), G. Cordopatri (7), E..Paci (7)<br />

Affiliations:<br />

(1) SOD Pneumologia 1- AOU Careggi- Firenze ITALY, (2) Istituto di Radiologia- Università degli Studi Firenze<br />

ITALY, (3) SOD Radiodiagnostica 1 -AOU Careggi Firenze ITALY, (4) Istituto di Anatomia Patologia- Università<br />

degli Studi- Firenze ITALY, (5) SOD Chirurgia Toraciaca- AOU Careggi- Firenze ITALY, (6) SOD Medicina<br />

Nucleare 2- AOU Careggi- FIrenze ITALY, (7) CSPO Firenze ITALY<br />

Body:<br />

Lo stadio tumorale è il fattore predittivo e prognostico più importante per i pazienti affetti da tumore del polmone.<br />

L'osservazione di tumori polmonari primitivi sincroni in stadio precoce appare un'evenenzia rara dalla rassegna<br />

della letteratura, tuttavia le modalità attualmente disponibili per la diagnosi precoce potrebbero rendere<br />

l'osservazione di tumori sincroni più frequente. In questo ambito si inseriscono i protocolli di screening con Tc a<br />

basso dosaggio, che hanno lo scopo di anticipare la diagnosi del tumore del polmone con l'obiettivo di<br />

modificarne la prognosi.<br />

Dai risultati preliminari dello studio randomizzato controllato (ITALUNG CT) per la diagnosi precoce del tumore<br />

polmonare con Tc a basso dosaggio, condotto dal gennaio 2004 presso la SOD Pneumologia 1 (AOU Careggi),<br />

emerge una prevalenza di tumore polmonare pari all'1.7%. Di questi, i tumori primitivi sincroni in stadio precoce<br />

rappresentano il 22%: 2 dei 9 tumori diagnosticati in seguito al primo esame di screening eseguito in 531<br />

soggetti. In 1 caso, relativo ad un soggetto di 61 anni, è stato diagnosticato un adenocarcinoma misto acinare e<br />

solido (pT1N0) nel lobo superiore destro; un 2° nod ulo, presente nel lobo superiore sinistro e sottoposto a<br />

follow-up, si è rivelato un carcinoma a piccole cellule combinato con adenocarcinoma (pT1N2). Un secondo<br />

soggetto di 69 anni presentava 3 lesioni: 2 a destra (lobo superiore ed inferiore) ed 1 nel lobo superiore sinistro.<br />

L'esame istologico risultava positivo per adenocarcinoma di tipo misto (acinare, bronchiolo-alveolare, e solido<br />

(pT1N0) per la lesione del lobo superiore destro, per carcinoma bronchiolo-alveolare (pT1N0) per il nodulo del<br />

lobo inferiore destro e per adenocarcinoma (T1N0), compatibile con carcinoma bronchiolo-alveolare a sinistra.<br />

I risultati preliminari del nostro studio sembrano indicare che la diagnosi differenziale fra tumori polmonari<br />

primitivi multipli sincroni, tumori polmonari metacroni (pT1m) o metastasi intrapolmonari pT4 o pM1) potrebbe<br />

rappresentare una difficoltà nella corretta stadiazione dei pazienti con tumore del polmone più frequente di<br />

quanto atteso dalla revisione della letteratura e suggeriscono la necessità di specifiche metodiche di biologia<br />

molecolare per la diagnosi accurata di forme tumorali primitive sincrome o metacrone. La corretta definizione dei<br />

tumori polmonari infine, è fondamentale per il successivo iter terapeutico.<br />

5


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

STUDIO MULTICENTRICO DI FASE III IN PAZIENTI (PZ) AFFETTI DA CARCINOMA POLMONARE NON A<br />

PICCOLE CELLULE (NSCLC) IN STADIO IV NON PRECEDENTEMENTE CHEMIOTRATTATI<br />

Authors:<br />

S. NOVELLO (1), C. BARONE (2), A. MASOTTI (3), R. BUOSI (4), G. MICHETTI (5), M. FIORETTI (6), S.<br />

BARBERA (7), L. GARETTO (8), A. MAESTRI (9), M. SPATAFORA (10), G. SELVAGGI (1), M. LONGO (1), M.<br />

GIAJ LEVRA (1), GV. SCAGLIOTTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UNIVERSITA' DI TORINO-DIPARTIMENTO DI SCIENZE CLINICHE E BIOLOGICHE ORBASSANO (TO)<br />

ITALY, (2) ONCOLOGIA MEDICA-OSPEDALE MOLINETTE TORINO ITALY, (3) PNEUMOLOGIA-<br />

IST.OSPEDALIERI DI VERONA VERONA ITALY, (4) POLO PNEUMO-ONCOLOGICO DI NOVARA NOVARA<br />

ITALY, (5) PNEUMOLOGIA-OSPEDALI RIUNITI DI BERGAMO BERGAMO ITALY, (6) PNEUMOLOGIA<br />

VARESE ITALY, (7) PNEUMOLOGIA COSENZA ITALY, (8) IRCC CANDIOLO TORINO ITALY, (9)<br />

ONCOLOGIA MEDICA OSPEDALE BELLARIA BOLOGNA ITALY, (10) PNEUMOLOGIA OSPEDALE<br />

CERVELLO PALERMO ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE Il cisplatino è il farmaco cardine nel trattamento del NSCLC, tuttavia il beneficio reale è limitato<br />

e spesso contrastato da un'elevata tossicità. Diventa pertanto rilevante stabilire la durata ottimale della<br />

chemioterapia. Dati pubblicati evidenziano che nel NSCLC in stadio localmente avanzato o metastatico la<br />

massima risposta è osservabile dopo 2-3 cicli di terapia. PAZIENTI E METODI Pz affetti da NSCLC in stadio IV,<br />

dopo due cicli con cisplatino (C) (75 mg/mq g2) più gemcitabina (G) (1250 mg/mq gg1,8) ogni 21 giorni, in caso<br />

di risposta o malattia stabile, venivano randomizzati a ricevere altri 3 cicli con la stessa combinazione (braccio A)<br />

o con sola gemcitabina (G) alla stessa dose e schedula (braccio B). Lo studio è stato disegnato come trial di<br />

non-inferiorità (HR 0.75). RISULTATI I pz arruolati sono stati 320; i randomizzati 250 (gennaio 2001-febbraio<br />

2004). L'età media è 62 anni, 78% di sesso maschile, 94% con PS 0/1, 54% adenocarcinomi, 13% con<br />

metastasi cerebrali asintomatiche. Dopo 2 cicli di CG le risposte sono : 1% CR, 28% PR, 47% SD, 17% PD e<br />

7% NE. Nella popolazione randomizzata il tasso di risposte dopo 5 cicli è: braccio A 1%/53%/43%/3%; braccio B<br />

2%/35%/60%/3%. Per i pz non randomizzati la sopravvivenza mediana è stata di 4.9 mesi, mentre quella della<br />

popolazione globale, del braccio A e del braccio B, è stata rispettivamente di 11.7, 15.6 e 13.5 mesi (braccio A<br />

vs B, p=0.87).Il tempo alla progressione è stato di 1.5 mesi nei pz non randomizzati, 5.8 mesi nella popolazione<br />

lobale e 6.6 e 7.4 mesi rispettivamente nel braccio A e B. La sopravvivenza ad 1 anno nei pz non randomizzati è<br />

stata pari al 17%; 42%, 54% e 50% rispettivamente nella popolazione generale, nel braccio A e nel braccio B.<br />

Ad Aprile 2006 291 pz sono deceduti e 315 progrediti. Pur in presenza di una buona tollerabilità per entrambe i<br />

bracci esiste un trend in favore del braccio B. CONCLUSIONI I risultati evidenziano una non-inferiorità del<br />

trattamento standard rispetto al braccio B, che può pertanto essere considerato una valida alternativa<br />

terapeutica in casi selezionati di NSCLC in stadio IV.<br />

6


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

REPERTI RADIOLOGICI EXTRAPOLMONARI RISCONTRATI NELL'AMBITO DI PROGRAMMA DI<br />

DIAGNOSI PRECOCE DI TUMORE POLMONARE CON L'IMPIEGO DI TC SPIRALE (SCT) IN<br />

POPOLAZIONE AD ALTO RISCHIO<br />

Authors:<br />

S. NOVELLO (1), M. LONGO (1), M. GIAJ LEVRA (1), P. LAUSI (1), S. GIORIO (1), L. CARDINALE (1), P.<br />

SPERONE (1), P. BORASIO (1), A. PRIOLA (1), L. DOGLIOTTI (1), C. FAVA (1), G. SELVAGGI (1), GV.<br />

SCAGLIOTTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UNIVERSITA' DI TORINO, DIPARTIMENTO DI SCIENZE CLINICHE E BIOLOGICHE ORBASSANO (TO)<br />

ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE Nel 2001 presso la nostra istituzione veniva intrapreso lo studio di fattibilità con l'impiego della<br />

sCT annuale per la diagnosi precoce di tumore polmonare in soggetti asintomatici ad alto rischio, seguiti per un<br />

periodo complessivo di 5 anni. SOGGETTI E METODI Nelllo studio sono stati inclusi 520 soggetti, di cui 73% di<br />

sesso maschile, in età uguale o superiore a 55 anni (età mediana 59 anni), forti fumatori (almeno 20 pacchetti<br />

sigarette/anno) senza pregressa diagnosi di patologia tumorale maligna. RISULTATI All'esame basale sono stati<br />

riscontrati 144 reperti radiologici extrapolmonari (28%). I più frequenti sono stati: iperplasia surrenalica (19%);<br />

struma tiroideo (8%); alterazioni epatiche, quali angiomi, cisti, calcificazioni, steatosi (29%); altereazioni renali,<br />

quali cisti, litiasi, calcificazioni vascolari e un caso di carcinoma renale in stadio I (21%); alterazioni spleniche,<br />

quali cisti, calcificazioni, presenza di milza accessoria (5%); colelitiasi (4%); alterazioni pancreatiche (1%); noduli<br />

timici (1%); adenopatie ascellari (5%); ectasia o aneurisma aortico (5%) e un caso di carcinoma mammario. Nei<br />

due pazienti con diagnosi di malignità (renale e mammaria) è stata eseguita resezione chirurgica. Una lettera<br />

informativa indirizzata al medico di base è stata preparata in tutti i casi in cui sono stati riscontrati reperti<br />

radiologici anormali a livello extrapolmonare. Per 62 soggetti sono stati ritenuti indicati ulteriori esami di<br />

approfondimento diagnostico (radiografia mirata, ecografia, esami ematochimici per valutazione di funzionalità<br />

d'organo, ecc). Negli altri 82 casi, il reperto è risultato essere già noto al paziente da dati anamnestici e/o<br />

precedenti accertamenti. Il numero complessivo di reperti radiologici extrapolmonari riscontrati poi dal secondo<br />

al quinto anno dello studio è stato di 275 ed i più comuni sono stati: cisti (renali 13%, epatiche 9%), litiasi (renale<br />

1%, epatica 5%), struma tiroideo 4%, iperplasia surrenalica 3%, calcificazioni vascolari 37%, aneurismi 3%,<br />

artropatia vertebrale 2%. CONCLUSIONI Per una corretta valutazione del rapporto costo-beneficio nell'utilizzo<br />

della sCT come indagine diagnostica per la diagnosi precoce del tumore del polmone, il riscontro di reperti<br />

radiologici extrapolmonari va tenuto in considerazione in quanto comporta un incremento nell'impiego di risorse<br />

umane e nel numero di esami da effettuare.<br />

7


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

MARKERS NEOPLASTICI NELL ESPETTORATO INDOTTO DI SOGGETTI AFFETTI DA NEOPLASIA<br />

POLMONARE<br />

Authors:<br />

S. Mariotta (1), A. Proietti (1), P. Bruno (1), D. Ceccarelli (1), P. Cardelli (1), S. Giovagnoli (1), G. Gencarelli (1),<br />

A. Ricci (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Azienda Ospedaliera Sant Andrea Roma ITALY<br />

Body:<br />

L espettorato indotto è una metodica di semplice esecuzione che permette di ottenere materiale biologico<br />

proveniente direttamente dalle vie aeree, sicchè l eventuale determinazione di parametri bioumorali potrebbe<br />

essere più affidabile.<br />

D altra parte il ruolo dei markers tumorali polmonari sierici è tuttora controverso. Il presente studio ha come<br />

obbiettivo quello di verificare la possibilità di una determinazione di tali markers (CEA, NSE) nell espettorato<br />

indotto.<br />

L espettorato è stato indotto mediante inalazione di una soluzione ipertonica (3%) con un nebulizzatore ad<br />

ultrasuoni ed è stato trattato con ditiotreitolo (1:5) prima delle determinazioni. Sono stati reclutati 67 soggetti di<br />

cui 54 affetti da neoplasia polmonare (44 NSCLC, 10 SCLC) e 18 controlli.<br />

Le determinazioni del CEA nel sangue hanno dato i seguenti risultati: controlli non fumatori (10 pts) 1,97 + 0,95,<br />

NSCLC non fumatori (21 pts) 12 + 17, controlli fumatori (8 pts) 3,2 + 1,3, NSCLC fumatori (23 pts) 41 + 93,1.<br />

Le determinazioni del CEA nell’espettorato indotto hanno dato i seguenti risultati: controlli non fumatori (10 pts)<br />

139 + 117, NSCLC non fumatori (21 pts) 309 + 266, controlli fumatori (8 pts) 310,7 + 154,2, NSCLC fumatori (23<br />

pts) 439,8 + 360,5.<br />

Le determinazioni dell’NSE nel sangue hanno dato i seguenti risultati: controlli non fumatori (10 pts) 9,8 + 3,3,<br />

controlli fumatori (8 pts) 12,5 + 8,6, SCLC (10 pts) 69 + 120.<br />

Le determinazioni dell’NSE nell espettorato indotto hanno dato i seguenti risultati: controlli non fumatori (10 pts)<br />

6,9 + 10, controlli fumatori (8 pts) 2,98 + 2,2, SCLC (10 pts) 88,6 + 178,2.<br />

I dati dimostrano che è possibile eseguire le determinazioni dei markers tumorali (CEA ed NSE) sull espettorato<br />

indotto. I valori ottenuti nell espettorato indotto sono marcatamente maggiori per il CEA nei soggetti neoplstici e<br />

nei soggetti fumatori rispetto al siero e ai controlli mentre le differenze sono meno evidenti per l NSE.<br />

8


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

IL PAGAMENTO DELLA PRESTAZIONE COME RINFORZO MOTIVAZIONALE GLOBALE NEL<br />

TRATTAMENTO ANTITABAGISMO<br />

Authors:<br />

M. MUSSO, E. DE PASCALE, G P. IVALDI<br />

Affiliations:<br />

(1) A.O. VILLA SCASSI GENOVA ITALY, (2) A.O. VILLA SCASSI GENOVA ITALY, (3) A.O. VILLA SCASSI<br />

GENOVA ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE presso l'A.O. Villa Scassi di Genova si è istituito un Ambulatorio Antifumo. Nel 2001 l'accesso<br />

era istituzionalizzato con ticket. Nel 2002 per nuove disposizioni regionali e aziendali si è convertito a<br />

conduzione intra moenia. Gli AA valutano i risultati ottenuti con i vari trattamenti eseguiti confrontando la<br />

percentuale di successo ottenuta nei 2 differenti regimi di pagamento.<br />

METODI si confrontano i dati ottenuti durante la gestione istituzionalizzata con quelli successivi della gestione<br />

dove i soggetti pagavano 130 euro per la 1° prestaz ione.<br />

In entrambi i gruppi, i pz. sono stati sottoposti dal medesimo personale, a visita pneumologica, visita psicologica<br />

con test psicometrici per valutare motivazione a smettere e dipendenza da nicotina, spirometria, saturimetria<br />

arteriosa, monitoraggio clinico e del CO espirato per 1 anno.<br />

RISULTATI nel periodo di gestione istituzionalizzata (2001/2002) sono stati trattati 114 pazienti di cui 47 con<br />

farmaci, 45 con agopuntura, 22 con terapia psicologica. Durante la gestione intra moenia (2002/2005) sono stati<br />

valutati 142 soggetti , di cui 12 non ritenuti idonei a trattamento, 42 trattati con farmaci, 29 con agopuntura, 19<br />

con terapia psicologica, 16 persi al follow up, 11 interruzioni, 13 in reclutamento.<br />

Il test psicometrico sulla motivazione a smettere di fumare nel 1° gruppo era di media 13,75 (DS 1,65) , nel<br />

gruppo intra moenia è risultato in media (DS 3,18).<br />

CONCLUSIONI i dati ottenuti evidenziano differenze statisticamente significative.I soggetti in intra moenia<br />

mostrano un grado medio di motivazione superiore (p


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

PEMETREXED E CARBOPLATINO NEL TRATTAMENTO DEL MESOTELIOMA PLEURICO AVANZATO<br />

Authors:<br />

E. PICCOLINI (1), O.A. FILIERI (1), M.P. CASAZZA (1), B. CASTAGNETO (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) OSPEDALE S.SPIRITO - SOC PNEUMOLOGIA CASALE MONFERRATO (AL) ITALY, (2) OSPEDALE<br />

S.SPIRITO -SOC ONCOLOGIA CASALE MONFERRATO (AL) ITALY<br />

Body:<br />

RIASSUNTO: LO SCOPO DI QUESTO STUDIO E' STATO VALUTARE L'ATTIVITA' E LA TOSSICITA' DELLA<br />

COMBINAZIONE DI PEMETREXED + CARBOPLATINO COME CHEMIOTERAPIA DI PRIMA LINEA NEL<br />

MESOTELIOMA PLEURICO MALIGNO AVANZATO.<br />

METODI: SONO STATI PRESI IN CONSIDERAZIONE PAZIENTI MAI CHEMIOTRATTATI CON DIAGNOSI<br />

ISTOLOGICA E CON PERFORMANCE STATUS TRA 0 E 2 E MESOTELIOMA PLEURICO MALIGNO<br />

AVANZATO MISURABILE. LO SCHEMA DI SOMMINISTRAZIONE E' STATO: PEMETREXED 500 MG/M2 IN<br />

ASSOCIAZIONE A CARBOPLATINO AUC 5, UNA VOLTA OGNI 21 GIORNI PER 8 CICLI.<br />

RISULTATI: DAL LUGLIO 2003 AL MARZO 2005 SONO STATI TRATTATI CON QUESTA CHEMIOTERAPIA<br />

COMBINATA 76 PAZIENTI (54 MASCHI E 22 FEMMINE). LA MEDIANA DELL'ETA' E' STATA 62,7 ANNI (CON<br />

UN RANGE COMPRESO TRA 40 E 70); LA MEDIANA DEL PS E' STATA 0 (RANGE COMPRESO TRA 0 E 3);<br />

IN 57 CASI (75%) E' STATO RISCONTRATO IL TIPO ISTOLOGICO EPITELIALE, IL MISTO IN 13 CASI<br />

(17,1%), IL SARCOMATOSO IN 3 (3,9%) ED IN 3 CASI NON E' STATO SPECIFICATO. SONO STATI<br />

SOMMINISTRATI 537 CICLI TOTALI (MEDIANA 7, RANGE DA 1 A 13). E' STATA OSSERVATA TOSSICITA'<br />

EMATOLOGICA DI GRADO 3, SECONDO I CRITERI WHO, IN 43 PZ (56,6%), (NEUTROPENIA IN 30,<br />

TROMBOCITOPENIA IN 8 E ANEMIA IN 5); TOSSICITA' EMATOLOGICA DI GRADO 4 IN 5 PZ (66%). I PIU'<br />

COMUNI EFFETTI COLLATERALI NON EMATOLOGICI SONO STATI NAUSEA/VOMITO DI GRADO 3 IN 10<br />

PZ (13,1%) E FEBBRE IN 4 PZ (5,3%). PER LA RISPOSTA CLINICA SONO STATI VALUTATI 74 PZ. CI<br />

SONO STATE 16 RISPOSTE PARZIALI (21%) (PR) E 3 RISPOSTE COMPLETE (3,9%) (CR) PER UNA<br />

RISPOSTA GLOBALE DEL 23,9%. 29 PAZIENTI HANNO RIPORTATO MALATTIA STABILE (SD). LA<br />

SOPRAVVIVENZA GLOBALE E' STATA CALCOLATA DALLA DATA DELLA DISGNOSI ALLA DATA DELLA<br />

MORTE PER QUALSIASI CAUSA O ALLA DATA DELL'ULTIMO FOLLOW-UP. LA MEDIANA DI<br />

SOPRAVVIVENZA PER L'INTERO GRUPPO E' STATA STIMATA A 23 MESI.<br />

CONCLUSIONI: I RISULTATI DI QUESTO STUDIO DI FASE II INDICANO CHE,CON QUESTO SCHEMA E A<br />

QUESTO DOSAGGIO, LA COMBINAZIONE DI CARBOPLATINO ED PEMETREXED E' MODERATAMENTE<br />

ATTIVA E CHE IL PROFILO DI TOSSICITA' E' ACCETTABILE IN PZ CON MESOTELIOMA PLEURICO<br />

MALIGNO AVANZATO.<br />

10


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

DIVERSA PREVALENZA DI POSITIVITÀ PER TRASCRITTI DI MAMMAGLOBINA UMANA (HMAM) NEL<br />

LIQUIDO PLEURICO DI PAZIENTI CON PLEUROPATIA NEOPLASTICA E NON NEOPLASTICA.<br />

Authors:<br />

A.M. Carletti (1), S. Roncella (2), L. Prattico' (1), R. Maggiani (1), B. Bacigalupo (2), P. Ferro (2), F. Fedeli (2),<br />

P.A. Canessa<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia - Ospedale S. Bartolomeo Sarzana (SP) ITALY, (2) Sez. Biologia Molecolare, Anatomia<br />

Patologica - Ospedale S. Bartolomeo Sarzana (SP) ITALY<br />

Body:<br />

Abbiamo recentemente dimostrato che la mammaglobina umana (hMAM), descritta originalmente come<br />

marcatore specifico per il tumore della mammella, è espressa anche nel liquido pleurico di pazienti con<br />

mesotelioma maligno (Carletti et al., Thorax, 2006). Nel tentativo di valutare il ruolo potenziale di hMAM nell'iter<br />

diagnostico di pazienti con veramento pleurico di origine sconosciuta, abbiamo ricercato trascritti di hMAM nel<br />

liquido pleurico di 114 pazienti da noi sottoposti a toracentesi. Di questi, 38 erano affetti da mesotelioma<br />

pleurico, 27 avevano metastasi da tumori in altra sede (mammella 3, polmone 14, ovaio 2, altri organi 8) e 49<br />

avevano pleuropatie non neoplastiche (infiammazione pleurica, iperplasia mesoteliale, TBC, antracosi). Trascritti<br />

di hMAM sono stati identificati in 12/38 pazienti con mesotelioma (32%), 11/27 pazienti con metastasi di tumori<br />

di altri organi (41%) e 5/49 pazienti affetti da pleuropatie non neoplastiche (8%). Considerando insieme tutti i<br />

pazienti con pleuopatia maligna (sia primitiva che metastatica), trascritti per hMAM sono stati trovati in 23/65<br />

pazienti (35%). Questa percentuale è differente in modo statisticamente significativo rispetto a quella dei<br />

pazienti non neoplastici (p


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

STUDIO DELLA FUNZIONE RESPIRATORIA IN PAZIENTI CON CARCINOMA DIFFERENZIATO DELLA<br />

TIROIDE (CTD) TRATTATI CON DOSE CUMULATIVA DI 131 IODIO >= 500 MCI (RAI).<br />

Authors:<br />

M. Pedreschi (1), P. Fazzi (2), F. Lippi (3), F. Santini (3), S. Strambi (1), G. Alderighi (1), A. Pinchera (3), N.<br />

Ambrosino (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia pisa ITALY, (2) Fisiopatologia respiratoria universitaria pisa ITALY, (3) Dip Endocrinologia<br />

pisa ITALY, (4) Dip Endocrinologia pisa ITALY, (5) U.O. Pneumologia pisa ITALY, (6) U.O. Pneumologia pisa<br />

ITALY, (7) Dip Endocrinologia pisa ITALY, (8) U.O. Pneumologia pisa ITALY<br />

Body:<br />

Scopo: valutare i possibili effetti negativi del 131I sulla funzione respiratoria di pz con CTD dopo tiroidectomia<br />

totale e terapia radiometabolica, trattati con successive dosi di 131I per la persistenza di malattia. Materiali e<br />

metodi: 39 pazienti (18 m, 21 f) con et¨¤ media 45,5+/-14,5 sottoposti a terapia con 131I per una dose<br />

cumulativa > 500mCi, 67% dei quali con evidenza di metastasi polmonari. I parametri di funzionalit¨¤ respiratoria<br />

sono stati correlati con et¨¤ alla diagnosi (>20;10,20,


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

Ruolo prognostico di bcl-2, bax e p53 nei tumori polmonari a piccole cellule<br />

Authors:<br />

A. De Luca (1), W. Vessella (2), A. Mancini (2), M. Caputi (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Pubblica e Preventiva. Facoltà di Medicina e Chirurgia. II Università degli Studi di<br />

Napoli Napoli Italia, (2) Dip. di Scienze Cardio-Toraciche e Respiratorie, Facoltà di Medicina e Chirurgia, II<br />

Università degli Studi di Napoli Napoli Italia<br />

Body:<br />

Negli ultimi dieci anni si è capito che la vitalità cellulare è un importante meccanismo di controllo per la<br />

sopravvivenza e il mantenimento del differenziamento della cellula stessa. Le più recenti conoscenze sulla<br />

genesi dei tumori dimostrano che questi non solo possono avere origine come conseguenza di una incontrollata<br />

proliferazione, ma anche come conseguenza dell'alterato controllo dei geni regolatori dei fenomeni apoptotici.<br />

Ad oggi il tumore del polmone è curato con tecniche e terapie sempre più avanzate, ma rimane ancora da<br />

migliorare la prognosi delle caratteristiche molecolari del tumore. Tali informazioni correlate con le più<br />

tradizionali informazioni relative al tipo istologico di tumore e al differente grado di aggressività rivestono un ruolo<br />

fondamentale nella scelta della terapia più appropriata.<br />

In considerazione di queste premesse informazioni relative al grado di proliferazione e ai fenomeni apoptotici in<br />

atto nel tumore esaminato giocano un ruolo ormai fondamentale per definire la possibile evoluzione del tumore<br />

a lungo termine e quindi per determinare una terapia più appropiata.<br />

A tale scopo abbiamo valutato l'espressione immunoistochimica, in un gruppo di 94 tumori polmonari a piccole<br />

cellule, di proteine coinvolte nei fenomeni apoptotici (bax e bcl-2) e nei fenomeni proliferativi (p53) per<br />

esaminare il loro valore prognostico.<br />

I nostri risultati dimostrano che l'espressione di Bcl-2 correlava con una diminuita sopravvivenza dei pazienti<br />

esaminati. Inoltre non vi era correlazione tra l'espressione di Bcl-2 o Bax e la presenza di p53.<br />

Questi studi confermano un ruolo dei geni regolatori dei fenomeni apoptotici nella patogenesi dei tumori<br />

polmonari ma sottolineano l'importanza di questi geni come informazione prognostica dell'evoluzione tumore a<br />

lungo termine. Ulteriori studi richiedono un maggior approfondimento del valore prognostico dei geni coinvolti nei<br />

fenomeni apoptotici della cellula.<br />

13


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

Il ciclo cellulare correlate alle proteine come parametri prognostici in tumori del polmone non a piccole<br />

cellule radically resected .<br />

Authors:<br />

V. Esposito (1), A. Frangipane (2), A. Annunziata (2), M. Caputi (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) III Divisione Ospedale Cotugno Napoli Italia, (2) Dip. di Scienze Cardio-Toraciche e Respiratorie, Facoltà di<br />

Medicina e Chirurgia, II Università degli Studi di Napoli Napoli Italia<br />

Body:<br />

BACKGROUND: Una evidenza sperimentale suggerisce che lo sviluppo e l'evoluzione del cancro del polmone<br />

può essere associate ad un incremento del tasso di proliferazione.<br />

SCOPI/METODI: Valutare l'espressione immunoistochimica delle sette componenti del ciclo cellulare in una<br />

serie di tipi di carcinomi polmonari non a piccole cellule ben differenziate (n=105). RESULTATI: Un'analisi<br />

multivariata ha rilevato che la perdita simultanea di espressione di tre di questi fattori ciclina D1, l'inibitore<br />

chinasi ciclica dipendente p16, e la proteina soppressore del retinoblastoma Rb2/p130- correlata con la<br />

sopravvivenza conferma l'ipotesi che la linea ciclina D1-p16-soppressore tumorale del retinoblastoma è<br />

inattivata in molti campioni di carcinoma polmonare.<br />

CONCLUSIONI: Questi risultati suggeriscono che la perdita di controllo delle tappe del ciclo cellulare è un<br />

evento comune nel cancro polmonare e sostiene l'idea che la cooperazione funzionale tra differenti proteine<br />

regolatrici del ciclo cellulare costituiscono un altro livello di controllo della crescita cellulare e della soppressione<br />

tumorale.<br />

14


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

NEOFORMAZIONI DELLE ALTE VIE RESPIRATORIE RILEVATE IN CORSO DI ENDOSCOPIA<br />

BRONCHIALE<br />

Authors:<br />

A.S. Scaramozzino (1), G.P. Porcino (1), G.G. Grippaldi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Medicina Respiratoria Policlinico M.d.C. Reggio Calabria ITALY<br />

Body:<br />

Nel presente lavoro retrospettivo vengono riportate 99 neoformazioni,alcune benigne,rilevate a carico delle alte<br />

vie respiratorie durante endoscopie bronchiali , effettuate su altrettanti pazienti , perche’ affetti da patologia o da<br />

sintomatologia respiratoria.Le neoformazioni sono state rilevate nei seguenti distretti:<br />

naso: poliposi n.42,ca metast. orbita six n.1;<br />

lingua:angioma base linguan.1,lifoma base lingua n.1 ca ulcerato palato duro n.1;<br />

epiglottide :granuloma sottoepiglot. n.1,ca epiglottide n.1,infiltrazione metast.n.1;<br />

faringe: papillomatosi n.3,carcinoma n.1,ca metast.n.1;<br />

laringe: carcinoma n.5, ca metast.n.3;<br />

corde vocali: polipi n.10,noduli n.13,leucoplachia n.2,cisti n.1,granuloma TBC n.1,angioma n 3, carcinoma n.8.<br />

La fibrobroncoscopia riveste notevole importanza perche’ , con l’esatta localizzazione anatomica e la<br />

tipizzazione istologica delle neoformazioni , la metodica fornisce, insieme alla TC, precise indicazioni<br />

sull’approccio terapeutico piu’ corretto da intraprendere ( chirurgico,laserterapico,chemioterapico),rendendo piu’<br />

razionale la gestione del paziente, sia sotto il profilo sanitario che economico.Cio’ presuppone una maggiore<br />

collaborazione tra pneumologi ed otorini e conferisce notevole competenza all’endoscopista.<br />

15


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

INTUBAZIONI DIFFICILI:L'IMPORTANZA DELLA FIBROBRONCOSCOPIA.CASISTICA OSPEDALIERA<br />

Authors:<br />

A. Scaramozzino, G. Grippaldi, G. Porcino, G. Albanese, D. Siclari, D. Quagliata, D. Marciano', E. Battaglia, G.<br />

Pizzi, R. Squillaci<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O.Medicina Respiratoria Policlinico M.d.C. Reggio Calabria ITALY, (2) U.O.Medicina Respiratoria<br />

Policlinico M.d.C. Reggio Calabria ITALY, (3) U.O.Medicina Respiratoria Policlinico M.d.C. Reggio Calabria<br />

ITALY, (4) Anestesia e Sala operatoria Policlinico M.d.C. Reggio Calabria ITALY, (5) Anestesia e Sala<br />

operatoria Policlinico M.d.C Reggio Calabria ITALY, (6) Anestesia e Sala operatoria Policlinico M.d.C Reggio<br />

Calabria ITALY, (7) Anestesia e Sala operatoria Policlinico M.d.C Reggio Calabria ITALY, (8) Anestesia e Sala<br />

operatoria Policlinico M.d.C Reggio Calabria ITALY, (9) Anestesia e Sala operatoria Policlinico M.d.C Reggio<br />

Calabria ITALY, (10) Anestesia e Sala operatoria Policlinico M.d.C Reggio Calabria ITALY<br />

Body:<br />

Nel presente lavoro retrospettivo viene sottolineata l’importanza che riveste la fibrobroncoscopia nelle<br />

intubazioni difficili in una casistica ospedaliera di 479 interventi chirurgici effettuati nei primi tre mesi dell’anno<br />

2006 nelle nostre sale operatorie e riguardanti la chirurgia generale, l’ostetricia e ginecologia, la chirurgia<br />

vascolare, la chirurgia pediatrica, l’otorinolaringoiatria , la chirurgia plastica e ricostruttiva .Poiche’ di questi<br />

interventi circa il 70% (335) ha richiesto l’anestesia generale o l’anestesia blended e, di conseguenza,<br />

l’intubazione orotracheale o nasotracheale,i pazienti alla visita preoperatoria, sono stati valutati secondo la<br />

classificazione di Mallapati e suddivisi in due gruppi.<br />

Il primo gruppo comprendeva 218 pazienti appartenenti alla 1° e 2° classe di Mallapati giudicati facil i da<br />

intubare.<br />

Il secondo gruppo comprendeva 117 pazienti appartenenti alla 3°e 4°classe Mallapati giudicati diffic ili da<br />

intubare.<br />

Durante le manovre di intubazione poi, i due gruppi di pazienti venivano rivalutati in laringoscopia diretta,<br />

secondo la classificazione di Cormak e Lehan.<br />

Si riportano i seguenti risultati: dei 335 pazienti intubati , 218 appartenevano al primo gruppo ( prevista una<br />

intubazione facile), ma di questi, 30 pazienti ( 15%), hanno presentato difficoltà di intubazione inattese avendo<br />

richiesti più di due tentativi di intubazione ed una valutazione fibrobroncoscopica.<br />

Dei 117 pazienti appartenenti al secondo gruppo(prevista una intubazione difficile), 25( 22%) non hanno<br />

richiesto un secondo tentativo di intubazione; nei rimanenti 92 casi l’intubazione è riuscita dopo 2 – 3 tentativi: in<br />

quattro casi si è dovuto ricorrere alla intubazione mediante fibroscopio flessibile.<br />

16


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

RUOLO DELLA TORACOSCOPIA NELL'EMPIEMA PLEURICO<br />

Authors:<br />

L. Pratticò (1), M. Sivori (1), R. Maggiani (1), PA. Canessa (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UO Pneumologia - Osp S. Bartolomeo sarzana ITALY<br />

Body:<br />

L’empiema è un versamento pleurico in cui l’accumulo di leuocociti diventa macrospcopicamente evidente sotto<br />

forma di liquido denso e torbido (pus).<br />

Nel 50% dei casi l’empiema è di origine parapneumonica.<br />

Lo spettro dei trattamenti è ampio e va dai trattamenti conservativi (terapia antibiotica) alla toracentesi<br />

evacuativa, fino a tecniche terapeutiche più invasive (toracoscopia)<br />

La risoluzione del processo pleuritico dipenderà della qualità del liquido pleurico e dalla sua eziologia oltre che<br />

della condizione della cavità pleurica più o meno ricca di briglie aderenziali e saccature.<br />

Sulla base di queste considerazioni si può raccomandare un percorso multimodale che preveda, in associazione<br />

alla terapia antibiotica, come approccio precoce la toracoscopia che permette l’elisione delle aderenze, il<br />

drenaggio del liquido pleurico e la detersione del cavo pleurico con un precoce miglioramento del quadro clinico<br />

e remissione della sintomatologia algica, dispnoica e successivamente, ma sempre precocemente, febbrile.<br />

17


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

ENOXAPARINA NON AUMENTA LE COMPLICANZE EMORRAGICHE DOPO L'ESECUZIONE DI BIOPSIE<br />

POLMONARI TRANSBRONCHIALI (TBLB)<br />

Authors:<br />

C. MICHELETTO (1), F. FACCHINI (1), S. TOGNELLA (1), F. TREVISAN (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSP. ORLANDI BUSSOLENGO VR ITALY<br />

Body:<br />

La biopsia polmonare transbronchiale (TBLB) mediante broncoscopio flessibile è una procedure comunemente<br />

eseguita in Pneumologia a scopo diagnostico. Tale metodica viene eseguita anche in pazienti con particolari<br />

concomitanze morbose, in particolare cardio-vascolari, per le quali i soggetti assumono farmaci anti-aggreganti<br />

(es. esempio ASA) e/o anticoagulanti (dicumarolici, eparina, ed eparine a basso peso molecolare). Allo stato<br />

attuale vi sono poche osservazioni riguardanti il rischio emorragico di tale procedura in pazienti che sono<br />

regolarmente trattati con farmaci anticoagulanti. Scopo: verificare se il rischio di sanguinamento dopo TBLB<br />

aumenta in relazione a trattamento regolare con enoxaparin sottocutanea (ES) o Warfarin per os (W). Metodi:<br />

dopo aver escluso soggetti con disordini coagulativi noti, sono stati valutati 184 pazienti che assumevano una<br />

terapia anticoagulante e che sono stati sottoposti a TBLB nell’arco di 1,5 anni. 84 pazienti (60 maschi, 42-81<br />

anni) assumevano al momento della broncoscopia W (dosato secondo i valori di INR), mentre 96 pazienti (68<br />

maschi, 43–80 anni) assumevano ES (40 o 60 mg). La severità del sanguinamento è stata definita secondo le<br />

indicazioni di Herth et al (Chest 2002;122:1461-4). Statistiche: Mann-Whitney U test, accettando p


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

THORACOSCOPIC COLLAGEN PLEURODESIS IN THE TREATMENT OF MALIGNANT PLEURAL<br />

EFFUSIONS<br />

Authors:<br />

P. Maietta (1), C. Cecere (1), S. Griffo (1), L. Leoncini<br />

Affiliations:<br />

(1) Università di Napoli, Federico II Napoli ITALY, (2) Dipartimento di clinical pathology università di Siena Siena<br />

ITALY<br />

Body:<br />

Objective: Pleurodesis is of a potential benefit in pleural carcinomatosis and symptomatic malignant effusions,<br />

but the best way of achieving this is still uncertain. The aim of this prospective study was to analyse the results<br />

of pleurodesis after intra-pleural thoracoscopic administration of collagen powder. Methods: 45 patients (19 men<br />

and 26 women; median age of 64 years, range from 36 to 73 years) with malignant pleural effusions underwent<br />

thoracoscopic collagen pleurodesis. The procedure involved thoracoscopic drainage of pleural effusion and<br />

intra-pleural insufflation of 1g of bovine dermal collagen powder under general anaesthesia. Assessment of the<br />

immediate side effects and pH estimation of drained pleural fluid took place whilst inpatient. The patients were<br />

subsequently followed up for 1 year at 3-monthly intervals including outpatient clinical review and chest<br />

radiography. Prognostic value of pleural fluid pH in relation to the outcome of pleurodesis and patients' survival<br />

was statistically analysed. Results: The procedure was well tolerated and there were no serious complications or<br />

deaths. Thoracoscopic collagen pleurodesis resulted in immediate resolution of malignant pleural effusion and<br />

all patients remained free of re-accumulated fluid for at least 1month. Only 5 (11%) patients later developed<br />

recurrent effusion and required its repeat drainage at some point during the follow-up period. In the vast majority<br />

(89%) patients, thoracoscopic collagen pleurodesis proved successful in complete and permanent resolution of<br />

pleural fluid collection. Acid medium (pH


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

IL TRATTAMENTO MULTIMODALE DEL MESOTELIOMA PLEURICO MALIGNO: LA NOSTRA<br />

ESPERIENZA.<br />

Authors:<br />

M. Lucchi (1), F. Melfi (1), A. Chella (2), M. Ambrogi (1), P. Dini (1), F. Davini (1), A. Viti (1), A. Mussi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UO Chirurgia Toracica - Dip. Cardiotoracico Pisa ITALY, (2) UO Pneumologia - Dip. Cardiotoracico Pisa<br />

ITALY<br />

Body:<br />

OBIETTIVI: Il mesotelioma pleurico maligno (MPM) è una neoplasia altamente aggressiva ad origine dalla<br />

pleura e poco responsiva alle comuni terapie. Riportiamo di seguito i risultati della nostra esperienza nel<br />

trattamento multimodale del MPM.<br />

MATERIALE E METODI: dal 1999 al 2004, 73 pazienti con diagnosi istologica di MPM (International<br />

Mesothelioma Interest <strong>Group</strong>: IMIG 1-3) sono stati sottoposti a trattamento multimodale. Tale trattamento<br />

consiste nell'iniezione endocavitaria di IL-2, nell'intervento chirurgico di pleurectomia/decorticazione (P/D) o di<br />

pleuro-pneumonectomia extrapleurica (EPP), nell'iniezione intracavitaria di epidoxorubicina e di IL-2 postoperatoria,<br />

nella radioterapia adiuvante sui tramiti chirurgici, chemioterapia sistemica (cisplatino-gencitabina),<br />

nella terapia di mantenimento con IL-2 sottocute fino a ripresa di malattia.<br />

RISULTATI: 56 pazienti erano uomini con età media di 61,5 anni. La diagnosi istologica è stata ottenuta da<br />

prelievi toracoscopici in tutti i casi: 58 (79%) sono epiteliomorfi, 5 (6,8%) sarcomatosi, 10 (13,7%) bifasici.<br />

Sessantaquattro pazienti sono stati sottoposti a P/D (87,7%) mentre 9 a EPP (12,3%). Secondo la stadiazione<br />

IMIG abbiamo avuto: 4 pazienti con stadio di malattia IB (5,5%); 19 allo stadio II (26%); 50 allo stadio III (68,5%).<br />

Nessun paziente è deceduto nel periodo peri-operatorio. Abbiamo avuto 5 fistole bronco-pleuriche; 2 infarti<br />

miocardici, 2 episodi di embolia polmonare. Al dicembre 2005, 25 pazienti sono ancora vivi. La sopravvivenza<br />

attuariale a 3 anni è stata del 26,7%, con una mediana di 24,4 mesi. la sopravvivenza è stata influenzata<br />

significativamente dall'istotipo, dallo stadio della malattia e dal performance status del paziente.<br />

CONCLUSIONI: il trattamento multimodale da noi proposto ai pazienti con MPM allo stadio I-III è stato ben<br />

tollerato dai pazienti con soddisfacenti risultati in termini di sopravvivenza. Nuovi farmaci, nuove vie di<br />

somministrazione e nuove integrazioni terapeutiche sono comunque fortemente richieste e necessarie per<br />

migliorare i risultati.<br />

20


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

CRIPTOCOCCOSI: UN CASO CLINICO DI UNA RARA LOCALIZZAZIONE A CARICO DELL'APPARATO<br />

RESPIRATORIO<br />

Authors:<br />

A. Fabbri (1), R. Culli (2), A. Dragotto (4), M. Grazzini (1), M. Guerrini (1), A. Sanna (1), G. Toscano (3), F.<br />

Vannucci (1), F. Innocenti (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità Operativa Pneumologia Pistoia ITALY, (2) Unità Operativa Anatomia Patologica Pistoia ITALY, (3)<br />

Unità Operativa Nefrologia e Dialisi Pistoia ITALY, (4) Unità Operativa Chirurgia Toracica Firenze Careggi ITALY<br />

Body:<br />

Un soggetto di 49 anni di sesso maschile, ex fumatore, sottoposto a trapianto renale quattro anni prima, affetto<br />

da insufficienza renale secondaria a rigetto cronico, in terapia con tacrolimus, steroidi e micofenolato, è giunto<br />

alla nostra osservazione per dispnea da sforzo ingravescente con cornage e tirage; l'Rx torace standard, l'ECG,<br />

la saturazione ossiemoglobinica in aria ambiente risultavano normali. Alla fibrobroncoscopia, al di sotto delle<br />

corde vocali, a livello della regione cricoidea, si apprezzava una neoformazione vegetante minimamente mobile<br />

con gli atti respiratori che determinava ostruzione quasi completa del lume tracheale; trasferito con urgenza<br />

presso Centro di Chirurgia Toracica il paziente è stato sottoposto a broncoscopia rigida in anestesia generale<br />

con asportazione della neoformazione e successiva bonifica della base di impianto con laser a bassa potenza;<br />

la restante parte dell'albero tracheo-bronchiale è risultata indenne da lesioni; il ripristino della funzione<br />

ventilatoria è stato immediato; i prelievi effettuati sia in corso di fibrobroncoscopia che sulla lesione in toto hanno<br />

evidenziato reperti riconducibili a criptococcosi e assenza di tessuto neoplastico. Il paziente è stato<br />

successivamente ricoverato in Divisione di Malattie Infettive per il riscontro di ascesso in regione inguinale e<br />

addensamento polmonare sinistro per cui è stata nuovamente eseguita una fibrobroncoscopia con riscontro nel<br />

broncolavaggio di CMV. Sono stati quindi prescritti fluconazolo orale 300 mg/dì per 2 mesi e terapia antivirale;<br />

un successivo controllo fibrobroncoscopico effettuato presso la nostra U.O. 8 mesi dopo il primo esame ha<br />

dimostrato assenza di alterazioni significative; la radiografia del torace si era negativizzata; il paziente è tuttora<br />

vivente, effettua terapia emodialitica per ulteriore deterioramento della funzione renale; non riferisce sintomi a<br />

carico dell'apparato respiratorio.<br />

La criptococcosi è prevalentemente una patologia opportunistica e quindi attesa nel soggetto in esame; tuttavia,<br />

la localizzazione tracheale isolata e la conseguente sintomatologia clinica di esordio sono da considerare<br />

eccezionali ed hanno reso necessario un trattamento disostruttivo endoscopico che è risultato curativo.<br />

21


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

STENOSI TRACHEALI POST-INTUBAZIONE: TRATTAMENTO CHIRURGICO<br />

Authors:<br />

F. Davini (1), M.C. Ambrogi (1), M. Lucchi (1), P. Dini (1), F.M.A. Melfi (1), O. Fanucchi (1), A. Mussi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università di Pisa, Dipartimento Cardio-Toracico Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione<br />

Le stenosi tracheali costituiscono o meglio costituivano, la più frequente complicanza per i pazienti sottoposti a<br />

ventilazione meccanica prolungata trans laringea o tracheotomica.<br />

Sono nella maggior parte dei casi conseguenti al danno indotto dalla cuffia. In questo studio riportiamo la nostra<br />

piu recente esperienza sul trattamento chirurgico delle stenosi tracheali.<br />

Materiale e Metodi<br />

Dal Gennaio 2000 al dicembre 2005 abbiamo trattato 10 pazienti (5 maschi e 5 femmine) con età media di 52.4<br />

anni (range 22-81). L intervento chirurgico è consistito nella resezione a manicotto della trachea (media 3.4 cm,<br />

range 2.1-5). L accesso chirurgico è stato in 9 casi una cervicotomia, 1 caso ha richiesto una toracotomia dx.<br />

Risultati<br />

Tre pazienti sono stati sottoposti ad un trattamento pre-operatorio endoscopico (laser, endoprotesi). Non<br />

abbiamo avuto mortalità peri post-operatoria. Abbiamo avuto una deiscenza anastomotica in IV giornata, trattata<br />

con reintervento immediato.<br />

Al follow-up, media 33 mesi (range 6-60) non abbiamo avuto casi di restenosi.<br />

Conclusioni<br />

La nostra esperienza conferma che l approccio chirurgico alle stenosi tracheali post-intubazione rappresenta il<br />

trattamento di scelta, importante è il timing, talvolta può essere necessario un pre-trattamento endoscopico.<br />

22


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

EFFETTI CLINICI E FUNZIONALI A LUNGO TERMINE DELLA TROMBOENDOARTERECTOMIA<br />

POLMONARE (TEAP)<br />

Authors:<br />

G. Cervio (1), R. Niniano (1), E. Ansaldo (1), P. Quaresima (1), A. Corsico (1), M C. Zoia (1), I. Cerveri (1), A M.<br />

D'Armini (1), M. Viganò (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) , IRCCS Policlinico San Matteo - Università di Pavia Pavia ITALY<br />

Body:<br />

L'ipertensione polmonare cronica post-tromboembolica può essere trattata con successo mediante TEAP ma ci<br />

sono pochi studi prospettici sugli effetti a lungo termine sulla funzionalità cardiopolmonare, in particolare sulla<br />

tolleranza allo sforzo.<br />

Tra il 1994 e il 2006, sono stati trattati con TEAP, presso il Policlinico S.Matteo di Pavia 140 pazienti; durante il<br />

periodo di follow-up 3 pazienti sono stati sottoposti ad un secondo intervento di TEAP, 3 a trapianto d'organo e<br />

27 sono deceduti (16 dei quali entro i primi 3 mesi).<br />

Nella tabella sono riportati i dati clinici e funzionali di 41 pazienti seguiti con un follow-up di almeno 4 anni<br />

(media 5.5±1.3). Il miglioramento quasi completo della sintomatologia clinica,<br />

dell'emodinamica e degli scambi gassosi si riscontra nei primi 3 mesi e persiste alla fine del follow-up. La<br />

capacità vitale e la distanza percorsa al test da sforzo migliorano ulteriormente nel tempo. In conclusione la<br />

TEAP determina un persistente miglioramento clinico e funzionale in pazienti con ipertensione polmonare<br />

cronica post-tromboembolica.<br />

Classe NYHA e dati funzionali* durante il periodo di follow-up.<br />

Pre-TEAP 3 mesi Fine ANOVA<br />

Classe NYHA III-IV (%) 100 5 5<br />

m. percorsi (test da sforzo) 195±171 455±278 636±339 p


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

LA BIOPSIA TRANSBRONCHIALE NEL TRAPIANTO DI POLMONE: CORRELAZIONI CLINICO-<br />

PATOLOGICHE NEL CENTRO DI TRAPIANTO DI TORINO<br />

Authors:<br />

S. Baldi (1), P. Solidoro (1), D. Libertucci (1), L. Del Sedime (2), E.. Scappaticci (1), M. Mancuso (3), M. Rinaldi<br />

(4)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumologia Osp. S. Giovanni Battista Torino ITALY, (2) Ist. Anatomia Pat. Università di Torino Torino<br />

ITALY, (3) Ist. Chirurgia Toracica Università di Torino Torino ITALY, (4) Ist. Cardiochirugia Università di Torino<br />

Torino ITALY<br />

Body:<br />

Il ruolo della biopsia transbronchiale (TBB) nel trapianto di polmone è ben definito e la sua sensibilità<br />

diagnostica in questo contesto è piuttosto elevata. Presentiamo la casistica relativa al trapianto di polmone del<br />

Centro di Torino da settembre 1993 a maggio 2006 basata su 108 trapianti effettuati in 105 pazienti, di cui 78<br />

singoli e 30 bilaterali. Complessivamnete sono state esaminate 454 TBB di cui l'83% di sorveglianza eseguite<br />

nei primi 2 anni del trapianto.<br />

I risultati sono stati i seguenti:<br />

Rigetto acuto: 29% Polmonite interstiziale: 11.8%<br />

BO: 5% DAD: 4.2%<br />

CMV-polmonite: 3% PTLD: 0.6%<br />

CMV-inclusi: 4% Sarcoidosi recid. 0.2%<br />

LBB: 10% Materiale insuff. 0.4%<br />

Polmonite da HSV: 1.3% Negative: 32%<br />

E' interessante notare come solo il 32% dei dati presenta un reperto di normalità. Nel 29% è emerso un quadro<br />

di rigetto acuto (distribuito tra A1 e A4) mentre nel 10% abbiamo riscontrato un quadro di bronchite- bronchiolite<br />

linfocitica (LBB) che sembra correlare con la succesiva comparsa di sindrome della bronchiolite obliterante<br />

(BOS). Un altro dato di rilievo è la comparsa di polmonite interstiziale aspecifica in quasil 12 % dei casi ; mentre<br />

il numero e la gravità dei rigetti acuti correla con la futura comparsa di BOS, ancora poco chiao è il significato<br />

della polmonite interstiziale che, almeno nella nostra esperienza, non è da considerare un elemento prognostico<br />

negativo. Infatti la BOS si presenta nel 22% dei casi di polmonite interstiziale e nel 40% dei casi senza<br />

polmonite interstiziale.<br />

Il numero di polmoniti da CMV è piuttosto contenuto considerando che abbiamo sempre attuato una politica di<br />

prevenzione , attraverso trattamenti preventivi con ganciclovir e successivamente con l'uso di immunoglobuline<br />

specifiche, e pertanto questo dato non ci permette una valutazione di tipo prognostico.<br />

24


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

LOCALIZZAZIONE DI PICCOLI NODULI POLMONARI IN CORSO DI RESEZIONE TORACOSCOPICA<br />

Authors:<br />

P. Dini (1), MC. Ambrogi (1), F. Melfi (1), M. Lucchi (1), F. Davini (1), L. Duranti (1), A. Mussi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Cardio-Toracico Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione.<br />

Per ridurre la necessità di conversione in toracotomia nella resezione toracosopica dei piccoli noduli polmonari<br />

sono solitamente necessarie procedure pre-operatorie che ne permettano una sicura localizzazione. Scopo di<br />

questo studio è quello di descrivere la strategia che abbiamo sviluppato per limitare il ricorso a queste<br />

procedure, senza ridurre il successo della localizzazione e quindi resezione toracoscopica di noduli polmonari.<br />

Metodi.<br />

Tra gennaio 2000 e dicembre 2003, abbiamo sottoposto 183 pazienti a resezione toracoscopica di piccoli noduli<br />

polmonari. I pazienti sono stati distinti in due gruppi sulla base delle caratteristiche radiologiche del nodulo. I<br />

pazienti del primo gruppo sono stati sottoposti direttamente ad intervento chirurgico ed abbiamo utilizzato una<br />

sonda ecografica intra-cavitaria quando necessario. I pazienti del secondo gruppo sono stati sottoposti preoperatoriamente<br />

a marcatura con Tc-99 del nodulo TC-guidata.<br />

Risultati.<br />

Nel primo gruppo sono stati localizzati 112 noduli di 119 (94%), dei quali 25, non visibili né palpabili, sono stati<br />

localizzati grazie all ausilio dell ecografia intra-operatoria. Nel secondo gruppo sono stati localizzati 62 di 64<br />

noduli (97%).<br />

Conclusioni.<br />

Attualmente le tecniche di marcatura pre-operatoria per la localizzazione toracoscopica di piccoli noduli<br />

polmonari non possono essere completamente abbandonate. Tuttavia, se l ecografia intra-toracica è<br />

disponibile, una corretta selezione dei pazienti può limitare la necessità di ricorrere a marcature pre-operatorie,<br />

senza aumentare il rischio di conversione in toracotomia.<br />

25


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

LACERAZIONI TRACHEALI IATROGENE: RUOLO DELLA CHIRURGIA<br />

Authors:<br />

MC. Ambrogi (1), M. Lucchi (1), F. Melfi (1), P. Dini (1), F. Davini (1), A. Viti (1), A. Mussi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Cardio-Toracico Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione.<br />

Le lacerazioni tracheali sono più spesso nella pars membranacea e secondarie a manovre anestesiologicorianimatorie.<br />

Quelle più piccole e paucisintomatiche sono spesso misconosciute, quelle maggiori vanno<br />

prontamente riconosciute e trattate. Analizzando i dati della letteratura e la nostra esperienza si cerca di<br />

puntualizzarne modalità di diagnosi e soprattutto di trattamento.<br />

Materiale e Metodi.<br />

Nel periodo 1993 - 2005 abbiamo trattato 18 pazienti con lacerazione della membranacea tracheale postintubazione.<br />

Si è trattato di 15 femmine e 3 maschi con età media di 65 anni (range di 21 - 92). Tre pazienti sono<br />

stati trattati in modo conservativo per la presenza di piccole lesioni scarsamente sintomatiche. In 15 casi si è<br />

invece proceduto alla riparazione chirurgica della lesione che è avvenuta per via toracotomica in 5 casi e per via<br />

cervicotomica trans-tracheale negli altri 10.<br />

Risultati.<br />

Tutte le procedure chirurgiche hanno condotto alla corretta riparazione della lesione senza mortalità o morbilità<br />

peri-operatoria. Nessun paziente ha mostrato, al follow-up endoscopico, segni di stenosi tracheale.<br />

Conclusioni.<br />

Il trattamento conservativo delle lacerazioni della parete posteriore della trachea va riservato esclusivamente alle<br />

piccole lesioni superficiali con scarsa o assente sintomatologia. In tutti gli altri casi la pronta riparazione<br />

chirurgica resta il trattamento di scelta. La scelta dell approccio chirurgico dipende dalla sede della lesione. Per<br />

quelle dei 2/3 prossimali della trachea è oggi da preferire l accesso cervicotomico trans-tracheale. Nel caso di<br />

lesioni della trachea distale, soprattutto se con interessamento di un bronco principale, la toracotomia posterolaterale<br />

resta quello di scelta.<br />

26


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

CONFRONTO TRA BIOPSIE POLMONARI TORACOSCOPICHE EFFETTUATE CON PINZA O CON<br />

SUTURATRICE MECCANICA NELLE INTERSTIZIOPATIE POLMONARI<br />

Authors:<br />

PL. ALIPRANDI (1), PG. CACCIA (1), P. BOTTA (1), AS. LANZAFAME (1), GF. TASSI (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) PNEUMOLOGIA INTERVENTISTICA A.O. G. SALVINI GARBAGNATE MILANESE RHO ITALY, (2)<br />

PNEUMOLOGIA SPEDALI CIVILI BRESCIA ITALY<br />

Body:<br />

La biopsia polmonare toracoscopica del parenchima è una metodica la cui utilità nella diagnosi delle patologie<br />

interstiziali polmonari può dirsi ormai acquisita. Meno unanime resta il consenso circa le tecniche da adottare,<br />

essendo oggi praticabili sia i prelievi con pinza elettrificata (possibili in toracoscopia medica con 2 accessi anche<br />

in anestesia locale) che la resezione di parenchima con suturatrice meccanica (sempre in VATS con anestesia<br />

generale e 3 accessi). Scopo del nostro lavoro è stato il confronto tra le due metodiche, in base ai dati presenti<br />

in letteratura e alla nostra casistica, con particolare riguardo, oltre che alla sensibilità diagnostica, alle eventuali<br />

complicanze ad esse legate. Abbiamo sottoposto a biopsia polmonare 24 soggetti affetti da interstiziopatia<br />

polmonare, 11 con suturatrice meccanica e 13 con pinza elettrificata. Tutti i soggetti esaminati hanno ottenuto<br />

una precisa diagnosi istologica dimostrando l'ottima sensibilità diagnostica delle 2 metodiche. Tra i 13 soggetti<br />

sottoposti a biopsia con pinza elettrificata si sono però verificate più complicanze (p=0.02) con ricoveri di<br />

maggior durata: 5 casi di perdite aeree protratte con enfisema sottocutaneo. Tali problematcihe non sono state<br />

riscontrate negli 11 soggetti sottoposti a biopsia polmonare con suturatrice in VATS. Secondo la nostra<br />

esperienza ed i dati raccolti in letteratura, la biopsia polmonare con suturatrice in VATS sembra essere oggi il<br />

gold standard nella diagnosi istologia delle interstiziopatie polmonari.<br />

27


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

L’UTILITÀ DELLA BIOPSIA LINFONODALE TRANSBRONCHIALE (TBNA) NEL TUMORE POLMONARE.<br />

Authors:<br />

A. Saglia (1), A. Romano (1), G. Beatrice (1), A. Micco (1), A. Russo (1), A. Starace (1), V. Guarriello (1), M. Del<br />

Donno (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia - A.O. G. Rummo Benevento ITALY<br />

Body:<br />

Nella diagnostica e stadiazione del tumore del polmone, il perfezionamento di tecniche sempre meno invasive,<br />

ha consentito l’affermarsi di nuove e fondamentali metodiche come la biopsia linfonodale transbronchiale<br />

(TBNA). Nel nostro Servizio di Endoscopia toracica, da ottobre 2005 ad aprile 2006, la TBNA è stata eseguita in<br />

8 pazienti (maschi, con età media di 67.7 anni, range 46-90 anni) che presentavano alla TAC del torace lesioni<br />

sospette per neoplasia polmonare. La procedura diagnostica, effettuata in corso di esame fibrobroncoscopico,<br />

veniva eseguita con ago di Wang (22-gauge) su linfonodi ilo-mediastinici in 7 pazienti ed in un caso su un<br />

nodulo peribronchiale a livello del bronco intermedio. In base al quadro TAC, il materiale citologico è stato<br />

prelevato in almeno due sedi endobronchiali, stazioni linfonodali n° 3 e 8 secondo Wang, corrispondent i alle<br />

stazioni n° 4R e 7 dell’ATS, effettuando in ogni se de almeno n° 4 prelievi. Solo in un paziente il mat eriale non è<br />

risultato adeguato ai fini diagnostici, mentre nei restanti 7 pazienti ha dato esito positivo per: microcitoma (5/7),<br />

adenocarcinoma (1/7) e ca. epidermoide (1/7), con una resa diagnostica pari all’87.5%. Inoltre, la biopsia<br />

bronchiale (BB) eseguita in tutti i pazienti, ad eccezione del paziente con il nodulo peribronchiale nel quale non<br />

erano evidenti lesioni endoluminali, è risultata positiva per neoplasia in 5 e non risolutiva in 2. Nessun paziente<br />

ha manifestato complicanze in corso o al termine dell’esame. In conclusione, anche nella nostra pur esigua<br />

casistica ed in accordo con i dati della letteratura, è possibile confermare che la TBNA risulti una metodica<br />

relativamente semplice, sicura, con elevata sensibilità ed in grado di ottenere una diagnosi ed una stadiazione<br />

altrimenti ottenibili solo con procedure più invasive.<br />

28


Topic: ONCOLOGIA, ENDOSCOPIA E CHIRURGIA TORACICA<br />

Title:<br />

LOBECTOMIA VIDEO-ROBOT ASSISTITA<br />

Authors:<br />

F. Melfi (1), M. Lucchi (1), MC. Ambrogi (1), P. Dini (1), F. Davini (1), O. Fanucchi (1), A. Mussi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Chirurgia Toracica Dipartimento Cardio Toracico Universita di Pisa Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione la chirurgia ha subito negli ultimi due decenni una profonda trasformazione grazie alla applicazione<br />

di biotecnologie in campo chirurgico. Dopo un periodo di training e di valutazione della fattibilita della tecnica in<br />

chirurgia toracica, abbiamo utilizzato il sistema da Vinci (Intuitive Surgical, Inc, CA, USA) per il trattamento<br />

chirurgico di varie patologie polmonari, tra cui neoplasie polmonari NSCLC Stadio I.<br />

Materiale e Metodi: Dal Febbraio 2001, 102 pazienti (65 m 38 f ; eta media 59 range 16 80).sono stati sottoposti<br />

a chirurgia robotica, da semplici procedure come enucleazioni di condromi asportazione di neurinomi, fino ad<br />

interventi piu complessi come timectomie e lobectomie. La lobectomia video robotica e sta effettuata in 23<br />

pazienti (15 M ed 8 M con eta media di 64.4 aa (range 41 78) con neoplasia polmonare NSCLC Stadio I,<br />

normale broncoscopia ed ottimo performance status (PS). Come per la chirurgia convenzionale gli interventi<br />

sono state effettuati in anestesia generale con intubazione selettiva. Sono stati utilizzati 3 accessi chirurgici ed<br />

una minitoracotomia di servizio al V spazio intercostale, in sede anterolaterale , nei primi casi trattati (3); con 2<br />

accessi chirurgici di circa 1 cm, ed una minitoracotomia di servizio (V spazio sede anterolaterale) attraverso cui<br />

e stato introdotto il terzo braccio robotico.<br />

Risultati: Non vi sono state complicanze correlate ai bracci robotici, ne con la strumentazione ad essi<br />

connessi. In 2 pazienti la procedura e stata convertita in minitoracotomia per impossibilita di effettuare la<br />

dissezione dei vasi arteriosi a causa di piccoli linfonodi calcifici aderenti alla parete vasale. In altri 2 pazienti vi<br />

e stata una persistente perdita d aria. I drenaggi sono stati rimmossi in media in II giornata po ed i pazienti sono<br />

stati dimessi in media in V giornata postoperatoria. La durata del tempo operatorio e variato da un minimo di 2.5<br />

a 5 h. di cui 1 h e stata utilizzato per il selftest della macchina ed il set up degli strumenti.<br />

Conclusione: la lobectomia costituisce una delle precedure robotiche piu impegnative ma piu agevole se<br />

confrontata con la Videochirurgia convenzionale (VATS) particolarmente per le manovre di dissezione vasale.<br />

29


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE NELLE INFEZIONI POLMONARI: DUE CASI<br />

Authors:<br />

L. Pratticò (1), M. Sivori (1), R. Maggiani (1), PA. Canessa (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UO Pneumologia - Osp S. Bartolomeo Sarzana ITALY<br />

Body:<br />

I tempi della diagnosi nelle infezioni polmonari sono importanti in quanto modificano le scelte terapeutiche, ma<br />

anche l’iter diagnostico conseguente.<br />

Il ritrovamento con varie tecniche dell’agente eziologico di un’infezione polmonare permette la corretta scelta<br />

dell’agente chemioterapico più appropriato tanto più se si è in possesso ell’antibiogramma, ciò permette di<br />

ottenere un miglioramento clinico e una guarigione più precoce con riduzione dei tempi di ospedalizzazione e<br />

della spesa sanitaria e sociale. Evita l’utilizzo della terapia empirica responsabile dell’aumento di resistenze,<br />

limita inutili effetti collaterali e ulteriori inutili accertamenti<br />

Il primo caso riguarda una donna che giunge alla nostra osservazione con febbre, tosse non produttiva, astenia<br />

profonda, resistente a terapia antibiotica con cefalosporine di terza generazione.<br />

Una radiografia del torace mostra lesioni nodulari multiple bilaterali confermate ad una TC del torace fatta in<br />

terza giornata di ricovero. Le immagini TC sono suggestive di una forma neoplastica secondaria, ipotesi<br />

avvalorata dal riscontro di elevati valori di CA 19-9 e CA 125. sempre in terza giornata sono stati ricercati Ag di<br />

pneumococco e legionella, e Ab anti clamidia e micoplasma. Nella stessa mattina venne comunicato la positività<br />

dell’Ag legionella.<br />

Alla pz venne somministrata terapia antibiotica mirata con drammatico e precoce beneficio.<br />

Il controllo TC dopo una settimana mostrò una quasi completa risoluzione del quadro plurinodulare.<br />

Il secondo caso riguarda un giovane uomo di 40 anni che si presenta alla nostra osservazione per versamento<br />

pleurico con febbre e tosse.<br />

Gli esami preliminari sul liquido pleurico non mostrarono cellule atipiche e non venne trovato nessun germe<br />

responsabile di tale quadro clinico. Il pz venne sottoposto a terapia antibiotica empirica con lieve miglioramento.<br />

Successivamente il pz si ripresenta alla nostra osservazione con versamento pleurico recidivato che dopo<br />

posizionamento di un drenaggio e terapia antibiotica empirica si risolse.<br />

Dopo un altro periodo di non pieno benessere il pz andò incontro ad una sincope. Una TC cerebrale mostrò<br />

plurime lesioni nodulari cerebrali interpretate come metastasi visto il quadro il complesso quadro e la resistenza<br />

alle terapie.<br />

Nel corso della programmazione della radioterapia cerebrale giunse la diagnosi di actinomicosi rilevata suo<br />

liquido pleurico.<br />

Il pz iniziò quindi terapia antibiotica mirata<br />

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Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

IL TRATTAMENTO ANTIBIOTICO DI PRIMA SCELTA NELLE RIACUTIZZAZIONI GRAVI DI BRONCOPATIA<br />

CRONICA OSTRUTTIVA IN TRATTAMENTO CON VENTILAZIONE MECCANICA NON INVASIVE<br />

Authors:<br />

R. Serini (1), G. Cappiello (1), MR. De Carlo (1), C. Casolari (2), MT. Franzè (2), M. Monelli (1), LM. Fabbri (1),<br />

M. Moretti (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituto di Malattie Malattie dell'Apparato Respiratorio , (2) Laboratorio di Microbiologia e Virologia Azienda<br />

Integrata Ospedaliero-Universitaria di Mod<br />

Body:<br />

E' stato condotto uno studio microbiologico delle vie aeree inferiori in pazienti con grave riacutizzazione infettiva<br />

della broncopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed insufficienza respiratoria acuta (IRA) trattati con ventilazione<br />

meccanica non invasiva (VMNI) allo scopo di definire il quadro infettivo microbiologico e la strategia antibiotica<br />

ottimale. All'ammissione, in ciascun paziente è stato eseguito un esame quali-quantitativo dei patogeni isolati<br />

dall'aspirato tracheotonchiale, dal lavaggio broncolaveolare e dal brushing protetto, in assenza di un precedente<br />

trattamento antibiotico domiciliare. Ventidue pazienti (età media 78± 8 anni, 11 maschi) sono stati esaminati in<br />

modo prospettico. I batteri potenzialmente patogeni (BPP) sono stati rilevati in 16 (72%) dei 22 pazienti,<br />

includendo 8 (36%) casi di polimicrobismo.<br />

Sono stati isolati fra i BPP enterobatteri in 8 (50%) su 16 pazienti, Pseudomonas/ Stenotrophomonas spp. in 5<br />

(31%), S. aureus in 5 (31%), patogeni acquisiti in comunità (Moraxella catarrhalis, Haemophilus influenzae) in 3<br />

(19%) casi. Sei pazienti non presentavano BPP negli isolamenti colturali. Valori serici ridotti di albumina hanno<br />

rivelato un potere predittivo relativo alla presenza di enterobatteri e Pseudomonas/ Stenotrophomonas spp.<br />

Pseudomonas/Stenotrophomonas spp. ed enterobatteri hanno mostrato una resistenza alle betalattamine antipseudomonas<br />

associate ad inibitori delle beta-lattamasi nel 7% degli isolamenti, ai carbapenemi nel 7%, alle<br />

cefalosporine di III generazione nel 7%, agli aminoglicosidi nel 15%, ai chinoloni nel 20%, alle aminopenicilline<br />

associate ad inibitori delle beta-lattamasi nel 73% dei casi.<br />

Lo studio evidenzia che Pseudomonas/ Stenotrophomonas spp, enterobatteri e S. aureus sono i patogeni più<br />

comunemente isolati nelle vie aeree inferiori in pazienti con IRA e BPCO riacutizzata in trattamento con VMNI.<br />

L'iniziale trattamento antibiotico dovrebbe considerare l'impiego di cefalosporine di III generazione o<br />

betalattamine anti-pseudomonas associate ad inibitori delle beta-lattamasi, modificando successivamente il<br />

trattamento antibiotico in base all'isolamento microbiologico.<br />

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Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

QUANTIFERON TB GOLD : UN NUOVO STRUMENTO PER LA DIAGNOSI DELL'INFEZIONE<br />

TUBERCOLARE<br />

Authors:<br />

P. CHIARADONNA (1), S. NATILI (1), R. SORRENTINO (2), M. TRONCI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O.C. MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA AZIENDA OSPEDALIERA S.CAMILLO-FORLANINI,ROMA ITALY,<br />

(2) S.S. MEDICO COMPETENTE AZIENDA OSPEDALIERA S.CAMILLO-FORLANINI, ROMA ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE:<br />

le Linee Guida del CDC del Dicembre 2005 riportano le indicazioni per l'uso del QuantiFERON TB Gold (QF) per<br />

la rilevazione dell'infezione tubercolare (TB) sia attiva che latente (LTBI), anche in alternativa<br />

all'intradermoreazione di Mantoux (TST).<br />

OBIETTIVI:<br />

1) Valutare la concordanza tra QF e TST nella diagnosi di LTBI<br />

2) Valutare la sensibilità di QF nella diagnosi di TB attiva, confrontando i risultati del test con i riscontri<br />

microbiologici e clinico-radiologici.<br />

MATERIALI E METODI:<br />

Dal maggio 2005 all'aprile 2006 sono stati studiati circa 300 soggetti appartenenti alle seguenti categorie: 1)<br />

Operatori sanitari ad alto/medio rischio e a basso rischio; 2) Contatti di casi di TB bacillifera; 3) Pazienti con<br />

sospetta TB; 4) Pazienti da sottoporre a terapia con gli inibitori di TNFalfa o in trattamento con farmaci<br />

immunosoppressori.<br />

Tutti sono stati sottoposti a prelievo di sangue venoso per l'esecuzione di QF. Il TST è stato preticato agli<br />

operatori sanitari e, ove possibile, ai soggetti appertenti alle altre categorie.<br />

Nei pazienti con sospetta TB attiva sono stati effettuati gli esami microbiologici e strumentali necessari.<br />

RISULTATI:<br />

Lo studio sugli operatori sanitari (147 arruolati), ha evidenziato una concordanza tra i test in 83/147 casi<br />

(56.5%). I 64/147 casi discordanti sono rappresentati da 63 (42.8%) soggetti con QF negativo e TST positivo (<br />

tra questi 42 erano vaccinati) e da 1 caso QF positivo e TST negativo (0,7%).<br />

Nei contatti abbiamo registrato una concordanza del 63%; nel 5.5% non è stato possibile eseguire il TST.<br />

In 44 pazienti con sospetta TB è stato completato l'iter diagnostico, mentre per altri sono in corso accertamenti<br />

microbiologici. In 13/44 è stata documentata una TB in fase attiva (11 colturali positive e 2 diagnosi su base<br />

istologica e clinico radiologica). Il QF, positivo in 11 casi su 13, ha mostrato una sensibilità di 84.6%, TST è<br />

risultato positivo in 9 casi su 13, con una sensibilità di 69.2%<br />

L'ultima categoria di pazienti è in via di valutazione.<br />

CONCLUSIONI:<br />

QF ha mostrato un'ottima sensibilità nei pazienti con TB attiva accertata; negli operatori sanitari e nei contatti c'è<br />

stata una modesta concordanza con TST, probabilmente attribuibile alla vaccinazione con BCG, all'effetto<br />

booster nonchè alla maggiore specificità del QF.<br />

32


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

GLI ESITI DEL TRATTAMENTO ANTI-TUBERCOLARE IN PIEMONTE NEL PERIODO 2001-04<br />

Authors:<br />

I. Baussano (1), E. Miglioere (1), R. Raso (2), P. Piccioni (3), M. Cavallero (3), M. Bugiani (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) 1Unità di Epidemiologia dei Tumori, Università di Torino Torino ITALY, (2) Servizio Sovrazonale di<br />

Epidemiologia (SSEPI) Alessandria ITALY, (3) CPA-ASL 4 Torino ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione Il sistema di sorveglianza degli esiti del trattamento anti-tubercolare, proposto dal “European<br />

framework for tuberculosis (TB) control and elimination” (WHO, IUATLD e KNCV), è considerato uno dei prerequisiti<br />

essenziali per l’eliminazione della tubercolosi nei paesi a bassa incidenza.<br />

Nell’anno 2000, il centro di riferimento per la prevenzione ed il controllo della tubercolosi della Regione<br />

Piemonte (popolazione residente nel 2001: 4.214.677 abitanti) ha sviluppato un sistema di sorveglianza degli<br />

esiti del trattamento anti-tubercolare. Descriviamo i principali risultati ottenuti analizzando i dati raccolti<br />

attraverso il sistema di sorveglianza nel periodo 2001-04.<br />

Metodi I medici che trattano casi di tubercolosi polmonare sono tenuti a notificare l’inizio e l’esito della terapia<br />

insieme ad altre selezionate informazioni demografiche e cliniche. I dati raccolti sono analizzati utilizzando un<br />

approccio di coorte in base alle raccomandazioni internazionali.<br />

Risultati Nel corso dei quattro anni sono stati riportati 1.326 casi di tubercolosi polmonare, 1.068 (80%) erano<br />

nuovi casi, questa proporzione non è variata nel corso degli anni. I successi terapeutici sono


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

LA VENTILAZIONE MECCANICA NEL TRATTAMENTO DI FORME SEVERE DI POLMONITE DA<br />

LEGIONELLA PNEUMOFILA. UN CASO CLINICO.<br />

Authors:<br />

V. Bocchino (1), F. Squillante (1), C. Calabrese (2), A. Laviano (1), S. Ubaldi (1), S. Martufi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Terapia Sub-Intensiva Respiratoria - Osp. V. Monaldi Napoli ITALY, (2) Dipartimento di Scienze<br />

Cardio-Toraciche e Respiratorie - Seconda Università degli Studi Napoli ITALY<br />

Body:<br />

Uomo di 53 anni, forte fumatore, afferito presso la nostra azienda ospedaliera per dispnea acuta e iperpiressia<br />

(max TC 40° C). La RX e TC del torace evidenziavan o addensamenti multipli diffusi a carico del polmone destro<br />

con modico versamento pleurico bilaterale. Gli esami ematochimici mostravano valori di creatinina sierica di 4.2<br />

mg/dl. La diagnosi di ammissione era: polmonite dx con versamento pleurico bilaterale associati ad insufficienza<br />

renale acuta. Veniva iniziata terapia antibiotica empirica. Dopo 24 ore circa il quadro clinico-funzionale subiva un<br />

significativo peggioramento con la comparsa di severa insufficienza respiratoria associata a confusione mentale.<br />

I valori emogasanalitici erano: pH 7.47, pCo2 35.1 mmHg, pO2 60.4 mmHg con una FiO2 del 50%. Il<br />

coinvolgimento di altri organi associato al quadro polmonare faceva ipotizzare una diagnosi di malattia del<br />

legionario. Veniva immediatamente iniziato trattamento con ventilazione meccanica non-invasiva in modalità C-<br />

PAP (5 cmH2O) ed infusione iv di levofloxacina 500 mg/die ed emodialisi. Dopo 24 ore circa di trattamento<br />

continuo, le condizioni cliniche ed emogasanalitiche miglioravano drammaticamente e la diagnosi di legionellosi<br />

veniva confermata dalla positività del test urinario. Il paziente veniva dimesso dopo tre settimane circa con valori<br />

emogasanalitici e di funzionalità renale nella norma. La polmonite da legionella pneumonia è caratterizzata da<br />

una alta mortalità. In pazienti immunocompetenti la percentuale di mortalità delle polmoniti da legionella varia<br />

dal 5% al 25% ed aumenta drammaticamente negli immunocompromessi. Il presente caso clinico suggerisce<br />

che la ventilazione meccanica non-invasiva utilizzata nelle fasi precoci della malattia ed associata allla specifica<br />

terapia antibiotica nel trattamento di forme severe di legionellosi, può prevenire il ricovero in terapia intensiva e<br />

migliorare l'outcome della malattia.<br />

34


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

APLASIA MIDOLLARE ASSOCIATA A POLMONITE DA LEGIONELLA<br />

Authors:<br />

E. BATTAGLIA (1), A. IULIANO (1), A. PIETRA (1), S. AMADUCCI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. PNEUMOLOGIA, OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO MILANO ITALY<br />

Body:<br />

In letteratura sono documentate alterazoni dei limfociti T associate ad infezioni, ma rarissimi sono i dati inerenti i<br />

quadri di leucopenia ed aplasia midollare associati a Legionellosi; si ritiene che queste alterazioni siano dovute<br />

all'espressione sierica di un fattore di soppressione della granulopoiesi. Uomo di 38 anni, rumeno, forte<br />

fumatore, senza precedenti anamnestici di rilievo. Riferiva la comparsa di iperpiressia, toracoalgia sinistra e<br />

tosse secca. All'rx torace presenza di un addensamento sovradiaframmatico sinistro; agli esami ematochimici<br />

severa leucopenia (300000/uL) in quadro di pancitopenia, emoglobina 9.4 g/dL, aumento della VES (69 mm/1h),<br />

dei valori di funzionalità epatica; esame urine alterato (proteine 4.17 g/L). Il paziente si presentava iperpirettico,<br />

confuso e rallentato, in assenza di segni neurologici focali.<br />

L'antigenuria per Legionella è risultata positiva. Durante la degenza è stata eseguita tipizzazione linfocitaria su<br />

sangue periferico, che non ha evidenziato la presenza di forme immature; sierologia per HIV, emocolture,<br />

markers epatitici, virologia, ricerca Pneumocystis carinii su broncoaspirato, ricerca BK ed esame colturale su<br />

escreato e broncoaspirato negativi. Immunoglobuline e frazioni complementari nella norma.<br />

Il decorso è stato caratterizzato da severa leucopenia con anemia normocitica, che hanno richiesto<br />

emotrasfusioni e terapia con fattori di crescita; ulteriore estensione dell'addensamento sinistro, con comparsa di<br />

multipli addensamenti controlaterali da diffusione broncogena e quadro di insufficienza respiratoria severa. Alla<br />

terapia antibiotica intrapresa (levofloxacina + azitromicina) sono stati associati cotrimossazolo e teicoplanina, a<br />

scopo anche profilattivo. Nonostante la terapia, la risposta della crasi ematica si è rilevata scarsa; solo dopo due<br />

settimane di trattamento si è assistito ad un progressivo miglioramento della conta dei globuli bianchi. Si è<br />

pertanto proceduto a steroidoterapia con progressivo, seppur lento, miglioramento del quadro clinico (risoluzione<br />

dell'ipossiemia ed iniziale regressione degli addensamenti).<br />

Il consulente Ematologo ha posto diagnosi di aplasia midollare secondaria ad infezione da Legionella pn.<br />

Alla dimissione paziente in discrete condizioni generali; persistenza di leucopenia (2400000/uL), anemia (9 g/dL)<br />

e piastrinopenia (112000). All'rx torace: completa risoluzione degli addensamenti a destra ed avanzata fase di<br />

risoluzione dell'addensamento sinistro. Dopo dieci giorni dalla dimissione si è effettuata una rivalutazione del<br />

quadro ematico (GB 2900000/uL, emoglobina 11.6 g/dL, piastrine 113000) e di quello radiografico, con ulteriore<br />

miglioramento.<br />

35


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

RIDOTTA SELEZIONE DI EPITOPI DI MYCOBACTERIUM TUBERCULOSIS DA PARTE DI ALLELI HLA<br />

SUSCETTIBILI: ANALISI IN SILICO<br />

Authors:<br />

A. Comandini (1), M. Pallante (1), F. Berretta (1), S. Contini (1), S. Serafino (1), C. Saltini (1), M. Amicosante (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Interna, Unibersità di Roma Tor Vergata Roma ITALY<br />

Body:<br />

La suscettibilità a sviluppare tubercolosi attiva è stata associata a geni coinvolti nella modulazione della risposta<br />

immunitaria, tra i quali i geni che codificano per le proteine del maggior complesso di istocompatibilità (Human<br />

Leukocyte Antigen, HLA). La capacità degli alleli HLA di legare gli antigeni peptidici con una diversa affinità e di<br />

presentarli in modo specifico ai linfociti T sta alla base della suscettibilità o resistenza del individuo alla<br />

tubercolosi.<br />

Lo scopo di questo studio è stato quello di individuare, attraverso metodi immuno-informatici, alleli HLA-DRB1<br />

associati positivamente e negativamente alla tubercolosi attiva, sulla base della loro capacità di legare epitopi<br />

derivanti da proteine di M. tuberculosis.<br />

È stato, quindi, sviluppato un software in grado di svolgere la analisi dei motivi di legame dei peptidi derivanti dal<br />

proteoma di M. tuberculosis (3927 proteine) al HLA-DRB1, utilizzando una matrice quantitativa dei motivi di<br />

legame relativa a 51 alleli. In questo modo è stata analizzata la capacità di legame di tutti i peptidi antigenici agli<br />

alleli HLA per i 404.155 epitopi putativi di M. tuberculosis capaci di legarsi alle molecole di istocompatibilità.<br />

Quindi, sono stati analizzati in maniera differenziale gli alleli associati positivamente alla suscettibilità a<br />

sviluppare tubercolosi (HLA-DRB1*0801, *0802, *1401, *1501, *1502) ed altri associati negativamente alla<br />

tubercolosi (HLA-DRB1*0701, *1101, *1102, *1301,*1302).<br />

È stato osservato che gli alleli HLA-DR associati a suscettibilità riconoscono ad alti livelli di affinità un numero<br />

significativamente minore di epitopi (7062+1406) rispetto agli alleli associati a resistenza (11376+887; p=0.031).<br />

Anche il numero di proteine di M. tuberculosis riconosciute dagli alleli HLA-DR associati con suscettibilità alla<br />

tubercolosi è significativamente ridotto (2689+304) rispetto a quelle riconosciute dagli alleli associati a resistenza<br />

(3181+107; p=0.0458).<br />

La marcata differenza negli antigen binding patterns tra gli alleli HLA-DR associati positivamente e<br />

negativamente con la suscettibilità alla tubercolosi indica che la presentazione di un limitato numero di antigeni è<br />

alla base della suscettibilità genetica alla tubercolosi.<br />

36


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

Infezione tubercolare latente: 2 metodiche diagnostiche a confronto.<br />

Authors:<br />

G. Gencarelli (1), P. Chiaradonne (2), G.M. Alma (3), F. Antonelli (3), A.M. Altieri (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) I° Scuola di Specializzazione in Malattie dell' Apparato Respiratorio, Università di Roma "La Sapienza" Roma<br />

Italy, (2) Servizio di Microbiologia dell' Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini Roma Italy, (3) IV U.O:C di<br />

Broncopneumologia e Tisiologia dell' Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini Roma Italy<br />

Body:<br />

La corretta diagnosi di infezione tubercolare latente è uno degli strumenti per il controllo delle microepidemie<br />

nella fase di eradicazione della tubercolosi. La diagnosi d'infezione tubercolare latente è sempre stata affidata al<br />

test cutaneo tubercolinico, che pur essendo un test semplice ed economico, in uso da circa 100 anni, ha una<br />

sensibilità e una specificità lontano dal 100%, essendoci una variabilità di risposta che va da un possibile 10%<br />

nella tubercolosi attiva ai falsi positivi da NTM e nei soggetti BCG vaccinati.<br />

Attualmente sono disponibili nuovi test in vitro (Quantiferon-Tb-Gold), per la diagnosi di infezione tubercolare,<br />

che misurano la quantità di interferone gamma prodotto dai linfociti T dopo stimolazione con antigeni specifici<br />

del Mycobacterium Tuberculosis ma non presenti nel BCG.Scopo del lavoro è stato quello di valutare la<br />

concordanza tra le 2 metodiche al fine di evidenziare meglio i soggetti con Infezione Tubercolare Latente,<br />

realmente canditati alla chemioprofilassi antitubercolare<br />

Materiali e Metodi<br />

Abbiamo studiato, nell'ambito dell'ambulatorio di chemioprofilassi della 4 UOC di Broncopneumologia e<br />

Tisiologia dell'Azienda Ospedaliera S. Camillo-Forlanini, 80 pazienti, contatti stretti di soggetti con tubercolosi<br />

polmonare, (25 donne e 55 maschi), d'età compresa tra 17 e 78 anni, HIV negativi, non sottoposti a terapia<br />

steroidea e con radiografia del torace negativa per lesioni tubercolari, allo scopo di poter meglio discernere la<br />

positività del TST da contatto da quella da BCG.<br />

26 soggetti erano italiani, tutti non BCG vaccinati, 54 erano stranieri, di cui 38 vaccinati e 16 non vaccinati. Ogni<br />

soggetto è stato sottoposto prima al Quantiferon-Tb-Gold e poi al Test di Mantoux (5U.I).<br />

Risultati (80 pazienti):<br />

TST + TST - QT + QT -<br />

59 21 61 19<br />

Italiani (26 pazienti):<br />

TST+ TST-<br />

8 8 QT+<br />

- 18 QT-<br />

Stranieri BCG vaccinati (38 pazienti):<br />

TST+ TST-<br />

29 - QT+<br />

9 - QT-<br />

Stranieri NON BCG vaccinati (16 pazienti):<br />

TST+ TST-<br />

9 2 QT+<br />

4 1 QT-<br />

37


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

STUDIO META-ANALITICO SULL'IMPATTO DEI SUPERTIPI HLA-DR NELLA PATOGENESI DELLA<br />

TUBERCOLOSI<br />

Authors:<br />

S. GRECO (1), S. CONTINI (2), V. GRANESE (2), M. RULLI (1), M. AMICOSANTE (2), C. SALTINI (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIP.TO DI MALATTIE POLMONARI, AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO-FORLANINI ROMA ITALY,<br />

(2) CATTEDRA E SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO ROMA<br />

ITALY<br />

Body:<br />

La molecola HLA-DR (human leucocyte antigen DR) è responsabile della presentazione dell'antigene ai linfociti<br />

T e potrebbe giocare un ruolo nella suscettibilità e/o nella resistenza dell'ospite umano all'infezione tubercolare,<br />

sebbene gli studi condotti fino ad oggi abbiano fornito risultati conflittuali.<br />

A dispetto del notevole polimorfismo genetico, le proteine HLA-DR presentano un numero limitato di specificità<br />

di legame all'interno della tasca in cui è accolto il peptide. Ciò ha consentito di raggruppare i diversi alleli in<br />

poche classi, definite supertipi ed in parte corrispondenti ai sierotipi.<br />

Abbiamo condotto una revisione sistematica ed una meta-analisi degli articoli pubblicati per valutare se le<br />

modalità di presentazione degli antigeni di Mycobacterium tuberculosis nel contesto della molecola di HLA-DR<br />

possano influenzare l'evoluzione dell'infezione.<br />

Abbiamo cercato in Medline ed Embase gli articoli di lingua inglese che riportavano le frequenze alleliche o<br />

sierotipiche (qualora i sierotipi corrispondessero ad un singolo supertipo) di HLA-DR in pazienti con tubercolosi<br />

ed in soggetti di controllo e abbiamo analizzato le voci bibliografiche degli articoli selezionati. Dopo aver estratto<br />

i dati ricalcolando il numero di alleli e di sierotipi presenti nei due gruppi, abbiamo calcolato per ciascun sierotipo<br />

gli odds ratio e gli intervalli di confidenza, utilizzando il metodo di Dr Simonian e Laird.<br />

Abbiamo identificato 21 articoli, pubblicati tra il 1983 ed il 2004, che analizzavano complessivamente 2100<br />

pazienti affetti da tubercolosi e 2624 controlli. solo il supertipo 3 dimostrava un modesto effetto protettivo (17<br />

studi, 2003 pazienti tubercolari e 2532 controlli, pooled odds ratio 0.739, intervallo di confidenza al 95% 0,6-<br />

0,91). Viceversa, i valori di odds ratio non risultavano significativi per i supertipi DR1, DR4, DR7 e DR8.<br />

In conclusione, il nostro studio non supporta un ruolo del polimorfismo delle molecole HLA-DR, relativamente ai<br />

supertipi analizzati, nella patogenesi della malattia tubercolare.<br />

38


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

COMPARAZIONE TRA TEST GAMMA-INTERFERONICI E TEST CUTANEO TUBERCOLINICO NELLA<br />

IMMUNODIAGNOSI DELLA INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE IN SOGGETTI CANDIDATI A<br />

TRATTAMENTO CON INFLIXIMAB.<br />

Authors:<br />

M. Bocchino (1), A. Matarese (1), B. Bellofiore (1), I. Esposito (1), F. Castiglione (2), R. Scarpa (3), N. Balato (4),<br />

F. Perna (1), P. Giacomelli (1), A. Sanduzzi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Malattie Respiratorie, Universita degli Studi Federico II Napoli ITALY, (2) Divisione di<br />

Gastroenterologia, Universita degli Studi Federico II Napoli ITALY, (3) Divisione di Reumatologia, Universita<br />

degli Studi Federico II Napoli ITALY, (4) Divisione di Dermatologia, Universita degli Studi Federico II Napoli<br />

ITALY<br />

Body:<br />

Premessa: Il trattamento con infliximab aumenta il rischio di tubercolosi attiva, sia a seguito di una recente<br />

esposizione e sia quale riattivazione di una pregressa infezione tubercolare latente (ITL). Lo screening con test<br />

cutaneo tubercolinico (TCT) è raccomandato in soggetti candidati al trattamento nonostante la resa diagnostica<br />

possa venire compromessa da una eventuale condizione di immunodepressione/anergia, esito di prolungati<br />

trattamenti con farmaci corticosteroidei ed immunosoppressori.<br />

Obiettivo: Analisi comparativa con il TCT dei test gamma-interferonici commerciali, QuantiFERON-TB GOLD “In<br />

Tube” (Cellestis, Carnegie, Australia) e T-SPOT.TB (Oxford Immunotech, Abingdon, UK), nella diagnosi di ITL in<br />

soggetti candidati a terapia con infliximab.<br />

Materiali e Metodi: Tra settembre 2005-maggio 2006 sono stati arruolati 41 soggetti di nazionalità italiana<br />

candidati a trattamento con infliximab (età media 44±12 anni; M:F=25:16), di cui 15 affetti da artrite psoriasica,<br />

14 da morbo di Crohn, 9 da artrite reumatoide e 3 da rettocolite ulcerosa. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a<br />

TCT con tecnica Mantoux (Biocine PPD, Chiron, Siena, I) e a prelievo di sangue venoso periferico per<br />

esecuzione dei test su sangue.<br />

Risultati: Escludendo i risultati indeterminati (6% con T-SPOT.TB), la concordanza tra TCT ed entrambi i test su<br />

sangue è stata del 76% (18% con esito positivo e 59% con esito negativo). Nel 9% dei casi un test TCT negativo<br />

si associava a test su sangue con esito+, mentre in un altro 9% il TCT concordava con uno solo dei test gammainterferonici.<br />

La concordanza del TCT con il QuantiFERON-TB GOLD è stata dello 83% e del 78% con il test T-<br />

SPOT.TB (p=ns). La concordanza tra i due test interferonici è stata dello 86%. Nei due soggetti vaccinati con<br />

BCG e TCT+, i test su sangue erano negativi.<br />

Conclusioni: I risultati preliminari dimostrano una buona concordanza tra TCT e test gamma-interferonici in una<br />

selezionata categoria di pazienti, tuttavia in assenza di particolari condizioni di rischio e fattori confondenti. Studi<br />

su casistiche più ampie sono necessari per la definizione più accurata della sensibilità e specificità di questi test,<br />

oltre che del loro valore predittivo, quale indicatore del rischio di ITL e di progressione di questa verso la malattia<br />

attiva.<br />

39


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

Quantiferon TB gold vs intradermoreazione di Mantoux nella diagnosi di Infezione Latente Tubercolare<br />

in una popolazione ad alta endemia tubercolare<br />

Authors:<br />

A. Ponticello (1), P. Marchione (1), A. Tligui (1), A. Matarese (1), B. Bellofiore (1), A. Sanduzzi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) II Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio, Università Federico II di Napoli Napoli Italy<br />

Body:<br />

Una delle strategie più efficaci nella lotta contro la Tubercolosi consiste nella corretta identificazione e<br />

trattamento dei soggetti con Infezione Latente Tubercolare (ILT). Il test di Mantoux, fino a pochi anni fa l'unico<br />

test diagnostico per la ILT, è gravato da bassa specificità e sensibilità che si manifestano maggiormente proprio<br />

nelle situazioni in cui è ancora più importante avere un test affidabile, come ad es. immunodeficienze, età<br />

estreme della vita e soggetti precedentemente vaccinati con il BCG. Recentemente sono state proposte per<br />

questa diagnosi alcune metodiche basate su presupposti immunologici. Queste identificano l'interferone gamma<br />

rilasciato da linfociti T antigeni-specifici a seguito di stimolazione antigenica specifica per infezione da M.<br />

Tuberculosis, come il Quantiferon Tb Gold effettuato su campione di sangue. Queste metodiche sono ritenute<br />

più affidabili della Mantoux anche nello screening di popolazioni extracomunitarie già vaccinate perché con<br />

cross-reagiscono con il BCG. Per valutare l'affidabilità del test, sono stati sottoposti a Test intradermico e al<br />

Quantiferon una popolazione di soggetti immigrati da Paesi ad alta endemia tubercolare afferenti ad alcuni centri<br />

di accoglienza dell'area napoletana. Il test su sangue è stato effettuato nel laboratorio della II Clinica di<br />

Pneumologia dell'Università Federico II di Napoli. Metodologia: 59 soggetti consecutivi, tutti extracomunitari (34<br />

sud americani, 13 africani e 12 dell'est europeo), 24 maschi e 35 femmine di età media 37,7 (mediana 38), tutti<br />

vaccinati alla nascita con BCG, sono stati sottoposti a prelievo di sangue per il dosaggio dell'interferone gamma<br />

mediante tecnica Quantiferon e subito dopo a test di Mantoux, che è stato quantificato in mm dopo 72 ore.<br />

40


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

VENTILAZIONE NON-INVASIVA CON CASCO E CPAP IN RSA (RESIDENZA SANITARIA ASSISTITA) PER<br />

IL TRATTAMENTO PRECOCE DELL'INSUFFICIENZA RESPIRATORIA DA SCOMPENSO DI CIRCOLO CON<br />

PH


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

DOSAGGIO DEL PRO-BNP IN PAZIENTI CON ARF TRATTATI CON CPAP IN PRONTO SOCCORSO<br />

Authors:<br />

F. STEA (1), R. MELODIA (1), L.M. ADDANTE (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) MEDICINA E CHIRURGIA D'URGENZA ED ACCETTAZIONE AZIENDA OSPEDALIERA POLICLINICO<br />

BARI BARI ITALY<br />

Body:<br />

E' SEMPRE PIU' DIFFUSO NEI DIPARTIMENTI DI EMERGENZA L'UTILIZZO DI METODICHE VENTILATORIE<br />

NON INVASIVE PER IL TRATTAMENTO DI PAZIENTI CHE PRESENTANO SEGNI E SINTOMI DI<br />

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA.<br />

SI SEGNALA ALTRESI' IN LETTERATURA UN INCREMENTO DELL'UTILIZZO DEI PEPTIDI NATIURETICI<br />

CARDIACI NEI PAZIENTI ACUTI PER LA DIGNOSTICA DIFFERENZIALE DELLE DISPNEE.<br />

SULLA BASE DI QUESTE OSSERVAZIONI ABBIAMO MONITORIZZATO, AD INTERVALLI REGOLARI DI<br />

TEMPO (BASE, TERMINE CPAP,12H,24H,48H), IL PRO-BNP (PRECURSORE DEL BRAIN NATRURETIC<br />

PEPTIDE), I GAS DISCIOLTI NEL SANGUE ARTERIOSO, L'ELETTROCARDIOGRAMMA ED I PARAMETRI<br />

VITALI IN PAZIENTI CHE GUNGEVANO IN PRONTO SOCCORSO PER INSUFFICIENZA RESPIRATORIA<br />

ACUTA E CHE VENIVANO TRATTATI CON CPAP (LO STUDIO INZIAVA CON UN NUMERO ELEVATO DI<br />

PAZIENTI, MA DI QUESTI SOLO ALCUNI SONO STATI MONITORIZZATI INTEGRALMENTE ANCHE NEI<br />

REPARTI DI RICOVERO).<br />

ABBIAMO INOLTRE MONITORIZZATO LA TROPONINA I PER VALUTARE LA EVENTUALE SINDROME<br />

CORONARICA ACUTA ASSOCIATA.<br />

DALL'ANALISI DEI DATI SI EVINCE CHE L'APPLICAZIONE PRECOCE DELLA CPAP IN PAZIENTI AFFETTI<br />

DA EDEMA POLMONARE ACUTO DETERMINA, OLTRE AD UN NATURALE MIGLIORAMENTO DEL<br />

PATTERN RESPIRATORIO (ALLEGATI GRAFICI 1,2,3), ANCHE UN BLOCCO DELLANATURALE TENDENZA<br />

AD AUMENTARE DEL PRO-BNP (GRAFICO 4), DATO QUESTO FISIOPATOLOGICAMENTE SCONTATO<br />

DATO CHE SI TRATTA DI PAZIENTI IN EDEMA POLMONARE ACUTO.<br />

A CONFERMA DEGLI EFFETTI DELLA CPAP SUI LIVELLI DI ESPRESSIONE DEL PRO-BNP E'<br />

EVIDENZIABILE UNA RIPRESA, ANCHE SE DI MINORE ENTITA', DELL'INCREMENTO DEL PEPTIDE<br />

NELLE 12 ORE SUCCESSIVE ALLA SOSPENSIONE DELLA CPAP (GRAFICO 4).<br />

L'EFFETTO DELLA CPAP SUL PRO-BNP E' SPIEGABILE SE CONSIDERIAMO L'EFFETTO PRESSIONE<br />

DELLA VENTILAZIONE A PRESSIONE POSITIVA CONTINUA.<br />

LA CONCLUSIONE CI PORTA CONSIDERARE AD UN IPOTIZZABILE PROLUNGAMENTO DEL<br />

TRATTAMENTO VENTILATORIO NON INVASIVO, CONSIDERANDO PERTANTO COME OUT-COME NONO<br />

PIU' SOLO IL MIGLIORAMENTO DEL PATTERN RESPIRATORIO, MA ANCHE UNA STABILIZZAZIONE DEI<br />

VALORI DEL PRO-BNP.<br />

42


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

LA CPAP NEL PAZIENTE CON IPOSSIEMIA ACUTA DA POLMONITE ESTESA<br />

Authors:<br />

R. Del Giudice (1), V. Bocchino (2), E. Cavallo (1), S. Martufi (2), S.A. Marsico (1), F. Squillante (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumologia S.U.N. Napoli , (2) UTSIR A.O.Monaldi Napoli<br />

Body:<br />

Introduzione. L'ipossiemia acuta, refrattaria alla ossigenoterapia, è una temibile complicanza delle fasi iniziali di<br />

polmonite estesa e può richiedere il ricorso a Ventilazione Meccanica Invasiva.<br />

Obiettivo. Valutare l'efficacia della CPAP in pazienti con polmonite estesa ed ipossiemia refrattaria alla solo<br />

ossigenoterapia.<br />

Materiali e Metodi. Sono stati studiati 10 pazienti con ipossiemia acuta secondaria a polmonite contratta in<br />

comunità. Sono stati esclusi pazienti con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, Neoplasie, trattamenti<br />

farmacologici immunosoppressivi. La gravità della polmonite è stata valutata con SAPS II, presenza di altre<br />

patologie associate ( diabete mellito, malattie cardiovascolari, insufficienza renale), grado di dispnea,<br />

funzionalità respiratoria ( FVC e FEV1), fatica muscolare (PiMax), impegno parenchimale (Rx, TCHR torace),<br />

broncoscopia con broncoaspirato per esame batteriologico.Tutti i pazienti iniziavano trattamento empirico<br />

secondo le Linee Guida.<br />

La refrattarietà alla O2 terapia veniva valutata con somministrazione di ossigeno attraverso Maschera di Venturi<br />

partendo con FiO2 del 40% fino ad arrivare al 60% monitorando la Saturazione.<br />

Se la Saturazione rimaneva < 90% veniva applicata la CPAP secondo tali modalità: venturimetro, circuito con<br />

reservoire dell'O2, e due tipi di interfaccia( casco, maschera facciale). La FiO2 veniva stabilita per ottenere una<br />

Saturazione>92% e a distanza di due ore e quotidianamente veniva eseguito controllo emogasanalitico. Inoltre<br />

veniva valutata la tolleranza all'interfaccia, la frequenza respiratoria, il grado di dispnea e l'eventuale insorgenza<br />

di effetti indesiderati legati alla CPAP.<br />

Risultati. La CPAP ha permesso di raggiungere una saturazione > 92% con l'applicazione di una Pressione<br />

Positiva Continua di 7.5 cmH2O in tutti i pazienti studiati. Infatti per nessuno si è ricorsi alla intubazione<br />

endotracheale.<br />

Tutti i pazienti hanno raggiunto la guarigione clinica con risoluzione dell'impegno polmonare.<br />

Conclusioni. L'applicazione della CPAP trova il suo impiego nei pazienti con ipossiemia acuta secondaria a<br />

polmonite consentendo di raggiungere la risoluzione della patologia infettiva senza ricorso alla VM invasiva.<br />

43


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

INCIDENZA E FATTORI DI RISCHIO DELLE INFEZIONI RESPIRATORIE IN UNA UNITA' DI TERAPIA SUB<br />

INTENSIVA RESPIRATORIA<br />

Authors:<br />

E. Cavallo (2), C. Calabrese (1), V. Bocchino (2), S. Martufi (2), SA. Marsico (1), A. Mattei (3), F. Squillante (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) I Pneumologia - SUN Prof. S.Marsico Napoli ITALY, (2) UTSIR-I Pneumpologia A.O. Monaldi Napoli ITALY,<br />

(3) Rianimazione CardioRespiratoria A.O.Monaldi Napoli ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione. Le infezione respiratorie rappresentano una delle cause più frequenti e gravi che modificano la<br />

morbilità e la mortalità dei pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive.<br />

Obiettivo.Descrivere l'incidenza ed i fattori di rischio associati alle infezioni delle vie aeree in pazienti ricoverati in<br />

Unità di Terapia Sub Intensiva respiratoria (UTSIR).<br />

Metodo.La popolazione studiata è rappresentata da 217 pazienti ricoverati in UTSIR dal 01.01.2005 al<br />

31.12.2005 per insufficienza respiratoria acuta o acuta su cronica. Le caratteristiche cliniche sono le<br />

seguenti:età 68+/-12,sesso (56F,161M),BPCO 145,Tromboembolia polmonare 16, cardiopatie 19, neoplasie<br />

8,m. neuromuscolari 12,polmoniti 22,fibrosi 18, tracheo 48, NIV 90,SAPS II 46+/-16<br />

I pazienti sono stati sottoposti alle seguenti indagini: Rx torace, TC torace, EGA, broncoscopia, esami<br />

batteriologici su espettorato, broncoaspirato, catetere venoso centrale, urine, sangue, indici di flogosi,<br />

rilevazione dei parametri vitali e temperatura corporea. Inoltre vengono analizzati i seguenti fattori di rischio:<br />

tracheostomia, Ventilazione Meccanica Non Invasiva (NIV) ed invasiva (VM), durata del ricovero in Reparto di<br />

Degenza Ordinaria, UTSIR e Rianimazione Cardio Respiratoria, presenza di accesso Venoso centrale o<br />

periferico, catetere vescicale, SAPS II.<br />

Risultati.I maggiori fattori di rischio associati ad infezioni delle vie aeree da noi individuati sono:<br />

broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), tracheostomia, durata del ricovero ospedaliero, pregressa<br />

terapia antibiotica e la presenza di patologie associate. I principali microrganismi isolati sono stati:<br />

Pseudomonas Ae., Acinetobacter Bau. e Staphylococcus Aur. nei pazienti tracheostomizzati;Strptococcus Pn. e<br />

Pseudomonas Ae. nei pazienti in NIV, la mortalità èstata del12%.<br />

Conclusioni. I pazienti con BPCO, tracheostomizzati, con degenza >10 giorni e con SAPS II elevato hanno una<br />

maggiore probabilità di sviluppare una infezione delle vie aeree.Questi pazienti richiedono sia una particolare<br />

attenzione per una precoce individuazione di eventi infettivi che l'utilizzo di procedure di prevenzione adeguate.<br />

44


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI AMMESSI ALL' UNITA' DI TERAPIA INTERMEDIA RESPIRATORIA<br />

(UTIR) ATTIVATA PRESSO UNA UO DI RIABILITAZIONE CARDIORESPIRATORIA<br />

Authors:<br />

C. SCARDUELLI (1), V. DI COMITE (1), C. PINZI (1), R. GHIRARDI (1), O. TORTELLI (1), R. FRIZZELLI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) RIABILITAZIONE CARDIORESPIRATORIA BOZZOLO-MN ITALY<br />

Body:<br />

L' unita' operativa (UO) consta di 34 posti letto, 31 dei quali adibiti a degenza ordinaria, presso i quali sono<br />

ricoverati pazienti recentemente sottoposti ad interventi cardiochirurgici(CCH), pazienti con scompenso<br />

cardiaco, cardiopatia ischemica, BPCO. Tre posti letto costituiscono la UTIR dotata di monitor multiparametrico,<br />

monitoraggio con videocamera e ventilatore pressometrico e/o volumetrico per ciascun letto. Nell' UTIR il<br />

rapporto infermieri/pazienti e' di 1:6 durante il giorno e 1:12 durante la notte. C'e' un medico di guardia 24 ore su<br />

24 all' interno del presidio ospedaliero. I pazienti ricoverati presso la UTIR nei 4 mesi dalla sua attivazione<br />

erano cosi' caratterizzati: 14 uomini e 3 donne, eta' media 75 +/- 5,4 anni, provenienza(5 da rianimazioni, 5 da<br />

cardiochirurgie, 3 da cardiologie, 2 da chirurgia toracica, 2 da medicina d' urgenza), la patologia di base era (8<br />

BPCO, 2 sindromi obesita' ipoventilazione, 4 recenti CCH, 2 recenti interventi chirurgici toracici, 1 ipertensione<br />

polmonare cronica tromboembolica), APACHE II 17,6 +/- 2,7, PaO2 51 +/- 7 mmHg, PaCO2 49 +/- 16 mmHg,<br />

degenza 20 +/-11 giorni. 6 pazienti sono stati trattati con ventilazione non invasiva, 2 sono stati ventilati per via<br />

tracheostomica, in un paziente la tracheostomia e' stata chiusa. Tre pazienti sono stati dimessi con indicazione a<br />

ventilazione meccanica domiciliare, 4 pazienti sono stati trasferiti( 2 per insuff. renale severa e 1 per deiscenza<br />

della ferita sternale, 1 per severa insuff mitralica), 1 paziente e' deceduto.<br />

In conclusione l' attivazione dell' UTIR ha permesso di trattare con efficacia ed a costi contenuti: a) pazienti<br />

trasferiti dalle rianimazioni con persistente dipendenza dalla ventilazione meccanica o con necessita' di stretto<br />

monitoraggio dopo recente svezzamento, liberando quindi posti letto per pazienti che possono essere trattati<br />

solo presso tali unita', b) pazienti che sviluppano insufficienza. respiratoria o cardiorespiratoria durante la<br />

riabilitazione post acuta da interventi cardiochirurgici o chirurgici toraci, c) pazienti affetti da insufficienza<br />

respiratoria cronica in fase di instabilita' clinico funzionale. Questi dati confermano la necessita' sottolineata nel<br />

documento AIPO del febbraio 2004 ( Unita' di Terapia Intensiva Respiratoria: update) di sviluppare centri di<br />

svezzamento presso centri di riabilitazione respiratoria al di fuori degli ospedali per acuti.<br />

45


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

RAZIONALIZZAZIONE ED APPROPRIATEZZA DELL'USO DELLE RISORSE IN MEDICINA GENERALE:<br />

BRONCOPATA CRONICA OSTRUTTIVA<br />

Authors:<br />

L.G. PULCINO (1), A. DELL'AQUILA (1), A. CAMPANILE (1), P. CORVINO (1), N. D'ACUNZO (1), G. DE<br />

CESARE (1), F. MINGIONE (1), V. PERONE (1), L.C. SAVIGNANO (1), F. ZICCARDI (1), P. DE CHIARA (1), O.<br />

DE MATTEIS (1), G. DE SIRE (1), C. DI ZAZZO (1), A. GRECO (1), A. GUIDA (1), A. LONARDO (1), V.<br />

ORLANDO (1), A. SIBILLO (1), M. STRANGES (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) SOCIETA ITALIANA MEDICINA GENERALE CASERTA ITALY<br />

Body:<br />

Razionale<br />

Migliorare l'appropriatezza e la razionalizzazione dell'uso delle risorse nei processi di cura a forte impetto<br />

sociale, attraverso l'utilizzo di percorsi formativi su specifiche tematiche: BPCO<br />

Obiettivo<br />

Migliorare le capacità del medico di medicina generale nel riconoscere e disgnosticare correttamente una BPCO<br />

attaverso il supporto formativo di corsi specifici basati sull'EBM e linee guida nazionali ed internazionali<br />

Obiettivo specifico1<br />

Ricercare nei database di 20 mmg, omogenei per età, assistibili, anzianità lavorativa, territorialità, i pazienti che<br />

hanno una diagnosi codificata di BPCO ed analizzare a quanti di questi è stato effettuato un esame<br />

spirometrico, strumento esenziale per porre tale diagnosi<br />

Obiattivo specifico 2<br />

Dimostrare che, dopo una dopo una specifica formazione, le performance del gruppo A migliorano rispetto a<br />

quello B che non ha fatto formazione<br />

Metodo<br />

Formare due gruppi da dieci, proporre ad uno solo di essi la formazione e dopo sei mesi verificare, replicando la<br />

ricerca sui database, se e come cambia l'approccio diagnostico alla BPCO<br />

Risultati<br />

I 20 mmg assistono una popolazione di circa 25.000 pazienti, distribuiti equamente tra i due gruppi ( A e B9 per<br />

numero, sesso ed età.<br />

All'inozio delo studio, la diagnosi di BPCO aveva una prevalenza del 4,55 nei due gruppi e le diagnosi corredate<br />

di esame spirometrico erano del 45% dei casi.<br />

I dati parziali, attualmente in nostro possesso, mostrano un miglioramento del processo diagnostico, della sua<br />

stadiazione, e della terapia nel gruppo (a) che ha ricevuto la formazione.<br />

I risultati definitivi si avranno il 30 agosto 2006, epoca della scadenza del periodo di osservazione postformazione.<br />

46


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

LA VENTILAZIONE NON INVASIVA NEI PAZIENTI ANZIANI CON BRONCOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA<br />

ED INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA<br />

Authors:<br />

MR. De Carlo, G. Cappiello, R. Serini, M. Monelli, E. Clini, LM. Fabbri, M. Moretti<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie Apparato Respiratorio, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena<br />

Body:<br />

Lo studio si propone di valutare l'efficacia ed i fattori prognostici nei pazienti anziani ( > o = 75 anni) con<br />

broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed insufficienza respiratoria acuta su cronica (IRA) trattati con<br />

ventilazione meccanica non invasiva (VMNI) confrontati con un gruppo di pazienti di età inferiore ( o = 75 anni, n=48, APACHE score 20.7±4.4) e gruppo 2 (età o = 75 anni,<br />

poiché la comparsa di complicanze cardio-renali conduce con maggior frequenza all'esito fatale.<br />

47


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

RIABILITAZIONE E QUALITA' DI VITA NEI PAZIENTI CON INSUFFICIENZA RESPIRATORIA. CONFRONTO<br />

FRA ETA' DIFFERENTI<br />

Authors:<br />

C. MISURACA (1), P. GILARDI (2), D. BONARDI (1), A. FUMAGALLI (1), D. COLOMBO (1), E. GUFFANTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) INRCA IRCCS Casatenovo (Lc) ITALY, (2) Università degli Studi -Milano, Facoltà di Medicina, Scuola di<br />

Specializzazione in Psicologia Clinica Milan ITALY<br />

Body:<br />

La riabilitazione respiratoria (RR) trova la sua controindicazione assoluta nella non disponibilità di un paziente<br />

ad esservi sottoposto indipendentemente dall' età.<br />

Uno degli outcome indispensabili alla valutazione di un percorso riabilitativo è la qualità di vita (QoL). Lo scopo<br />

del nostro studio è stato quello di valutare se la QoL di pazienti ultrasettantacinquenni affetti da severa BPCO<br />

con insufficienza respiratoria cronica stabilizzata venisse positivamente modificata da un ciclo di RR . Lo studio<br />

è stato effettuato confrontando gli ultrasettantacinquenni (grA) con due altri gruppi di età inferiore: grC età


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

LO STATO NUTRIZIONALE E LA FUNZIONALITA' VENTILATORIA NELLA SCLEROSI LATERALE<br />

AMIOTROFICA<br />

Authors:<br />

D. COLOMBO (1), A. FUMAGALLI (1), C. MISURACA (1), D. BONARDI (1), E. GUFFANTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) INRCA IRCCS Casatenovo(Lc) ITALY<br />

Body:<br />

L' insufficienza respiratoria è la principale causa di morte nella sclerosi laterale amiotrocia (SLA). L' evoluzione<br />

della malattia si caratterizza per un progressivo deterioramento dello stato nutrizionale e della funzione<br />

ventilatoria. La corretta determinazione dei volumi e dei flussi respiratori comporta però la piena collaborazione<br />

dei pazienti praticamente impossibile nelle fasi avanzate della malattia. Non così per la valutazione dello stato<br />

nutrizionale: l' analisi bioimpedenziometrica può essere effettuabile senza la collaborazione dei pazienti.<br />

Lo scopo dello studio è stato quindi quello di identificare potenziali correlazioni fra stato nutrizionale e<br />

funzionalità ventilatoria.<br />

Sono stati valutati 66 pazienti affetti da SLA, 38 F e 28 M, età media 58,3 a (30-83). I pazienti presentavano<br />

valori medi di VEMS pari al 67% VT, CV pari 62% VT, MIP -46 cmH2O,MEP +52 cmH2O; BMI 23,2, FFM<br />

(massa magra endocellulare) 28% del peso corporeo.<br />

Sono state osservate correlazioni positive fra FFM e VEMS (r 0.81 p< 0.01) e fra FFM e CV (r 0.88 p


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

AFFIDABILITA' DELLA MISURAZIONE DELL' END-TIDAL CO2 CON CAPNOGRAFO PORTATILE NELL'<br />

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA. POLICENTRICA DEL GRUPPO DI PNEUMOLOGIA<br />

TERRITORIALE SIMER<br />

Authors:<br />

C. INCORVAIA (1), GG. RIARIO-SFORZA (1), W. CASALI (2), D. COLOMBO (3), GP. MONZANI (2), EE.<br />

GUFFANTI (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) ISTITUTI CLINICI PERFEZIONAMENTO MEDICINA RIABILITATIVA Milano ITALY, (2) AO VIMERCATE UO<br />

PNEUMOLOGIA Vimercate (Mi) ITALY, (3) INRCA IRCCS PNEUMOLOGIA RIABILITATIVA Casatenovo (Lc)<br />

ITALY<br />

Body:<br />

L' Emogasanalisi è da sempre il gold standard per la valutazione della paCO2 parametro di fondamentale<br />

importanza, unitamente al pH, per la valutazione dell' insufficienza respiratoria globale, in particolare nei pazienti<br />

in ventilazione meccanica domiciliare (VMD). La possibilità di disporre di apparecchiature in grado di misurare<br />

non invasivamente al domicilio del paziente i valori di paCO2 è stata già da tempo esplorata in particolare con<br />

la tecnica transcutanea. Il metodo presenta però inconvenienti tecnici che ne hanno limitato l' utilizzo. In campo<br />

anestesiologico è stato raccomandato l'uso del capnografo per la misurazione dell' end-tidal CO2 (ETCO2),<br />

apparso in grado di fornire dati utili a ridurre mortalità e morbilità correlate all' anestesia (Curr. Opin Anaesthesiol<br />

2004,17,517)<br />

Il nostro gruppo di Pneumologia Territoriale della SIMeR si è così proposto di validare in ambito ospedaliero<br />

queste misurazioni di ETCO2 allo scopo di poter utilizzare il capnografo all' interno di protocolli di assistenza<br />

protetta domiciliare sempre più necessari al fine di garantire maggior sicurezza ai pazienti ed alle loro famiglie e<br />

ad ottimizzare l'utilizzo delle risorse ecnomiche sanitarie.<br />

In tre Centri di attività pneumologica sono in arruolamento già da marzo 2006 pazienti affetti da Insufficienza<br />

respiratoria globale stabilizzata, sino a raggiungere il numero globale di 100.<br />

Vengono valutate le correlazioni fra valori di paCO2 e valori contemporanei di ETCO2 misurati con capnografo<br />

Nellcor NPB70. L'analisi statistica dei dati sarà in grado di fornire:l' errore standard di misura, l'indice di<br />

affidabilità, il coefficiente di correlazione intraclasse,il coefficiente di variazione,il coefficiente di variabilità<br />

intrinseca del test.<br />

L' affidabilità del dato di ETCO2, una volta validato, potrebbe fornire importanti basi per una più completa e<br />

sicura valutazione a distanza dei pazienti affetti da insufficienza respiratoria in VMD<br />

La disponibilità di più parametri respiratori garantita dai moderni strumenti di telemonitoraggio permetterà agli<br />

Pneumologi approcci più razionali nei confronti delle problematiche aperte dal management dell' insufficienza<br />

respiratoria.<br />

50


Topic: INFEZIONI E TUBERCOLOSI, PMEUMOLOGIA TERRITORIALE ED<br />

INTENSIVOLOGIA<br />

Title:<br />

MONITORAGGIO DOMICILIARE INTEGRATO DEL PAZIENTE IN INSUFFICIENZA RESPIRATORIA<br />

CRONICA<br />

Authors:<br />

E. BATTAGLIA (1), A. PIETRA (1), A. IULIANO (1), S. COLATO (1), S. AMADUCCI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. PNEUMOLOGIA, OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO MILANO ITALY<br />

Body:<br />

I pazienti (pts) affetti da BPCO ed insufficienza respiratoria cronica (IRC) richiedono un notevole impegno di<br />

risorse (accessi alla strutture di urgenza, agli ambulatori specialistici e del medico di medicina generale [MMG],<br />

costo dei farmaci e di giornate di degenza).<br />

Scopo dello studio (AIRTEM) è la valutazione dei vantaggi derivanti dal monitoraggio domiciliare di questi pts. Si<br />

tratta di uno studio multicentrico in Milano, che prevede l'arruolamento di 600 pts affetti da BPCO.<br />

I pts eleggibili vengono randomizzati in due gruppi omogenei (300 pts Gruppo AIRTEM + 300 pts gruppo<br />

controllo) e sottoposti a visita pneumologica, con compilazione delle schede inerenti i dati anagrafici, l'anamnesi,<br />

l'esame obiettivo, il piano terapeutico e di assistenza domiciliare, la scheda di ossigenoterapia e l'inserimento dei<br />

dati in una interfaccia web, provvista di un sistema avanzato di sicurezza per il controllo degli accessi provenienti<br />

da internet, al fine di tutelare l'integrità e la riservatezza dei dati; da qui verranno inviati ed archiviati in un<br />

sistema centrale presente alla ASL di riferimento. Il sistema provvede all'invio automatico, tramite e-mail, di un<br />

avviso di presa in carico di un nuovo pt al Servizio Farmaceutico, alla centrale AIRTEM ed al MMG.<br />

La centrale, a sua volta, si occupa del controllo e del coordinamento di tutte le attività e di fornire una pronta<br />

risposta alle esigenze del paziente, attivando un servizio di assistenza infermieristica, tramite FAX ed<br />

un'interfaccia intranet dedicata.<br />

Al domicilio è prevista un'assistenza infermieristica periodica (effettuazione terapie, registrazione parametri vitali<br />

e strumentali e loro inserimento nell'interfaccia web). Contemporaneamente il MMG si occupa del monitoraggio<br />

clinico del pt effettuando visite domiciliari programmate e contattando lo Pneumologo presente in centrale, per<br />

concordare aggiornamenti del piano terapeutico e di assistenza (second opinion).<br />

I pt si recano periodicamente all'ospedale di competenza per i controlli e le analisi; quelli assegnati al gruppo<br />

controllo usufruiscono solo del servizio di fornitura dell'ossigeno, ma non di assistenza medica ed infermieristica.<br />

L'arruolamento è iniziato nel settembre 2005 e prevede un follow up di 24 mesi.<br />

51


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

LA BRONCO-PNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO) PUÒ INFLUENZARE GLI OUTCOMES<br />

DELLA POLMONITE ACQUISITA IN COMUNITÀ (CAP)?<br />

Authors:<br />

S. PUTINATI (1), M. SIMONI (1), F. ZABINI (1), L. RITROVATO (1), M. PIATTELLA (1), L. BALLERIN (1), A.<br />

POTENA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. FISOPATOLOGIA RESPIRATORIA ARCISPEDALE S.ANNA FERRARA ITALY<br />

Body:<br />

La BPCO è una patologia frequente e può trovarsi spesso associata alla CAP, tuttavia i modelli prognostici che<br />

quantificano la gravità della CAP non contemplano questa co-morbilità. Scopo di questo studio retrospettivo era<br />

valutare se pazienti con CAP mostrano caratteristiche, decorso o esito diversi in presenza o meno di BPCO.<br />

Metodi: I dati riguardano 642 pazienti (42% maschi, età media 71aa) ricoverati per CAP. Il grado di rischio è<br />

stato valutato sulla base della classificazione di Fine. La presenza di BPCO è stata valutata secondo il criterio<br />

GOLD. Risultati: I pazienti con BPCO (N=182, 28.3%) erano in maggior prevalenza maschi (31,9 vs 23,6%,<br />

p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

EFFICACIA DEI FLUORO-CHINOLONI NEL TRATTAMENTO DOMICILIARE DELLE POLMONITI<br />

ACQUISITE IN COMUNITA’ (CAP) A BASSO RISCHIO.<br />

Authors:<br />

A. POTENA (1), M. SIMONI (1), M. CELLINI (2), A. CARTABELLOTTA (3), L. BALLERIN (1), M. PIATTELLA (1),<br />

S. PUTINATI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA ARCISPEDALE S.ANNA FERRARA ITALY, (2) SERVIZIO<br />

VALUTAZIONE E CONTROLLO AZIENDA USL FERRARA ITALY, (3) GRUPPO ITALIANO MEDICINA<br />

BASATA SULL'EVIDENZA BOLOGNA ITALY<br />

Body:<br />

Le linee-guida sul trattamento domiciliare delle CAP di pazienti a basso rischio propongono di usare macrolidi,<br />

beta-lattamici o fluoro-chinoloni. Ci sono evidenze cliniche che terapie singole basate fluoro-chinoloni sono<br />

efficaci tanto quanto terapie basate su beta-lattamici o macrolidi. A tale scopo abbiamo valutato l’efficacia del<br />

trattamento domiciliare prescritto da Medici di Medicina Generale (MMG) ai loro pazienti con CAP a basso<br />

rischio. Metodi: I dati sono stati raccolti da 94 MMG. Sono stati valutati gli esiti clinici a 30 giorni in 183 pazienti<br />

con CAP a basso rischio (51% maschi, età media 54aa), trattati a domicilio con terapia singola a base di fluorochinoloni<br />

(N=156) o macrolidi/beta-lattamici (N=27) Risultati: I fluoro-chinoloni maggiormente prescritti erano<br />

moxifloxacina (70%) e levofloxacina (28%). Non si sono evidenziate differenze significative nè di durata media di<br />

terapia (11 giorni), nè di tempo di guarigione (14 giorni) tra pazienti trattati con fluoro-chinoloni e quelli trattati<br />

con macrolidi/beta-lattamici. L’esito era favorevole con entrambi i trattamenti (94,5% di guarigione clinica totale,<br />

5,5% di guarigione parziale) e solo leggermente migliore per i pazienti trattati con fluoro-chinoloni rispetto agli<br />

altri (94,8% verso 92,6%). La guarigione totale era del 100% nei pazienti trattati con levofloxacina e del 94% in<br />

quelli trattati con moxifloxacina. Il trattamento con fluoro-chinoloni era maggiormente associato, anche se non<br />

significativamente, alla guarigione totale rispetto al trattamento con macrolidi/beta-lattamici, anche dopo<br />

correzione per sesso, età, abitudine al fumo e presenza di comorbilità (OR 1,36, IC95% 0,25-7,38). L’efficacia e<br />

la tollerabilità dei fluoro-chinoloni era evidenziata dal fatto che la sostituzione di levofloxacina o moxifloxacina<br />

con macrolidi/beta-lattamici era necessaria solo in 2 ed in 7 casi, rispettivamente (la sostituzione di<br />

macrolidi/beta-lattamici con fluoro-chinoloni si rendeva necessaria per 18 pazienti). La spesa media pro capite<br />

per la terapia antibiotica era di 86, 68 e 65 euro se effettuata con beta-lattamici, macrolidi o fluoro-chinoloni,<br />

rispettivamente. Conclusioni: I nostri risultati confermano i buoni esiti del trattamento con fluoro-chinoloni. A<br />

parità di efficacia, la semplice somministrazione orale, preferibile a quella di farmaci iniettabili, ed il costo medio<br />

relativamente inferiore, sembrano suggerirne la scelta nel trattamento domiciliare delle CAP a basso rischio.<br />

53


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

ANALISI ASSISTITA DEI SUONI POLMONARI E FORMAZIONE A DISTANZA.<br />

Authors:<br />

F. PALLADINO (1), M. MORMILE (1), U. GIANI (2), F. CAVALIERE (3), F. VILLANO (1), P. CARRATU' (1), M.<br />

SOFIA (1), L. CARRATU' (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) CATTEDRA DI MALATTIE RESPIRATORIE, UNIVERSITA' FEDERICO II NAPOLI ITALY, (2) CATTEDRA DI<br />

STATISTICA MEDICA, UNIVERSITA' FEDERICO II NAPOLI ITALY, (3) CONSULENTE POLO SCIENZE E<br />

TECNOLOGIE PER LA VITA, UNIVERSITA' FEDERICO II NAPOLI ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE. LA DISPONIBILITA' DI SEMPRE PIU' SOFISTICATE APPARECCHIATURE DI<br />

REGISTRAZIONE E DI ANALISI DEI SUONI E L'IMPIEGO DI SUPPORTI INFORMATICI E TELEMATICI<br />

CONSENTE ATTUALMENTE, ATTRAVERSO LA VISUALIZZAZIONE E L'ANALISI OGGETTIVA DEI<br />

PATTERN GRAFICI DEI SUONI POLMONARI, DI SUPERARE LA VARIABILITA' DI INTERPRETAZIONE<br />

INTER- ED INTERINDIVIDUALE DELL'ASCOLTAZIONE CONVENZIONALE DEL TORACE.<br />

SCOPO DELLO STUDIO. ANALISI DEGLI SPETTRI DI POTENZA DEI TRACCIATI DI CATEGORIE DIVERSE<br />

DI SUONI POLMONARI, OTTENUTI MEDIANTE FONOSTETOGRAFIA ELETTRONICA, PER FORMULARE<br />

UN MODELLO DI CLASSIFICAZIONE ASSISTITA DALL'ELABORATORE E FARNE OGGETTO DI UN CORSO<br />

DI FORMAZIONE A DISTANZA.<br />

MATERIALI E METODI. SONO STATI ANALIZZATI 120 REPERTI ASCOLTATORI POLMONARI, REGISTRATI<br />

CON STETOSCOPIO ELETTRONICO LITTMANN E4000. I SUONI OTTENUTI SONO STATI TRASFERITI<br />

TRAMITE PORTA IR AD UN PERSONAL COMPUTER. I RELATIVI TRACCIATI SONO STATI QUINDI<br />

TRASMESSI VIA WEB ED INSERITI SU PIATTAFORMA DI E-LEARNING, PER ESSERE UTILIZZATI IN UN<br />

CORSO ON LINE DIRETTO A STUDENTI DI MEDICINA E SPECIALIZZANDI IN PNEUMOLOGIA. I SUONI<br />

INSERITI IN PIATTAFORMA SONO SCARICABILI ED ASCOLTABILI ATTRAVERSO SEMPLICI FREEWARE.<br />

INOLTRE, MEDIANTE OPPORTUNE TECNICHE DI FILTRAGGIO, SONO STATI CALCOLATI GLI SPETTRI DI<br />

POTENZA E DI FASE DI CIASCUN SEGNALE. CIO' HA CONSENTITO AGLI STUDENTI NON SOLO DI<br />

ASCOLTARE I SUONI POLMONARI DIRETTAMENTE DA CASA, MA ANCHE DI APPRENDERE I PRINCIPI<br />

BASILARI DEL RESPIROSONOGRAMMA. INFINE, E' STATO AVVIATO UN PROCESSO DI VALUTAZIONE<br />

DELLE POTENZIALITA' DELLE RETI NEURALI NEL RICONOSCIMENTO AUTOMATICO DELLA CLASSE<br />

DIAGNOSTICA DI APPARTENENZA.<br />

RISULTATI. LO SPETTRO DI POTENZA MOSTRA UN ANDAMENTO DISCENDENTE IN TUTTE LE<br />

CATEGORIE DI SITUAZIONI PATOLOGICHE, MA RISPETTO AI SUONI NORMALI, I RUMORI CONTINUI<br />

HANNO ANDAMENTO LINEARE DECRESCENTE, ED IL WHEEZING MOSTRA UN'ALTA POTENZA ANCHE<br />

SU FREQUENZE RELATIVAMENTE ALTE.<br />

CONCLUSIONI. QUESTO APPROCCIO SEMEIOLOGICO SEMBRA CONFERMARE L'UTILITA' DIDATTICA<br />

DELLA TRASMISSIONE A DISTANZA DEI REPERTI ASCOLTATORI POLMONARI. INOLTRE L'ANALISI<br />

AUTOMATICA DEI TRACCIATI DEL RESPIROSONOGRAMMA POTREBBE APRIRE NUOVI ORIZZONTI<br />

ALLA SEMEIOLOGIA DELL'APPARATO RESPIRATORIO, CON POTENZIALI E IMPORTANTI IMPLICAZIONI,<br />

SIA SUL PIANO CLINICO CHE SU QUELLO DELLA RICERCA.<br />

54


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

EROGATORI PER POLVERI INALATORIE E CRITERI DI SCELTA DEL PAZIENTE: VALIDAZIONE DI UN<br />

QUESTIONARIO SPECIFICO BILINGUE (THE HANDLING QUESTIONNAIRE)<br />

Authors:<br />

RW. DAL NEGRO (1), P. TURCO (1), R. BISATO (1), M. GUERRIERO (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY, (2) DIP. ESI - SEZ.<br />

STATISTICA UNIVERSITA' DI VERONA ITALY<br />

Body:<br />

L’impiego del paziente dei device per polveri inalatorie (DPI) rappresenta un momento critico nella gestione delle<br />

forme ostruttive cronico-persistenti: esso risulta per lo più funzione della capacità di comprensione, della<br />

capacità manuale e del profilo psicologico del soggetto. Scopo dello studio: costruire e validare un questionario<br />

internazionale per la valutazione dei criteri di preferenza del paziente per i DPI. Metodi: il questionario consiste<br />

in 25 domande diversamente orientate: 2 demografiche; 4 per valutare un’eventuale precedente esperienza con<br />

DPI; 8 per indagare l’attitudine del paziente a comprende e mettere in pratica le istruzioni operative fornitegli; 11<br />

per valutare gli aspetti soggettivi della scelta. Ogni device è stato illustrato da un nurse professionale, di elevata<br />

esperienza specialistica. La prima versione del questionario è stata distribuita ad un gruppo pilota di 22<br />

soggetti (omogenei per età, sesso e livello culturale) che hanno testato la comprensibilità e la sequenza logica<br />

dei quesiti. La versione italiana e quella inglese del questionario sono state ottenute secondo la tecnica della<br />

traduzione e contro-traduzione. Risultati: il test pilota ha confermato, già in prima battuta, la buona<br />

comprensibilità del questionario: 100% per 20 quesiti, e rispettivamente il 95%, 91%, 82%, 68% e 55% per i<br />

rimanenti 5. A seguito delle variazioni apportate alla enunciazione di questi ultimi, anche la loro comprensibilità è<br />

salita al 96-98%. Conclusioni: il Handling Questionnaire rappresenta un strumento standardizzato del tutto<br />

nuovo per chi voglia indagare e misurare i determinanti della scelta del paziente in tema di device per polveri<br />

inalatorie.<br />

55


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

NOVOLIZER VS TURBOHALER: I CRITERI DI SCELTA DEL PAZIENTE. DAI PRELIMINARI<br />

DELL'APPLICAZIONE DEL HANDLING QUESTIONNAIRE<br />

Authors:<br />

RW. DAL NEGRO (1), P. TURCO (1), R. BISATO (1), C. TURATI (1), M. GUERRIERO (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSP. ORLANDI BUSSOLENGO ITALY, (2) DIP. ESI - SEZIONE STATISTICA<br />

UNIVERSITA' DI VERONA ITALY<br />

Body:<br />

La preferenza del paziente rappresenta uno dei criteri sui quali si basa la scelta del device per la terapia<br />

inalatoria: benché difficile da valutare, essa può comunque condizionare l’efficacia della strategia terapeutica.<br />

Scopo dello studio: misurare e confrontare i determinanti della scelta fra due erogatori per polvere secca (DPI): il<br />

Turbohaler (T) e il Novolizer (N). Metodi: 152 soggetti consecutivi (omogenei per età sesso ed esperienza con<br />

DPI) sono stati invitati ad esprimere la loro preferenza per uno dei due device sulla base del Handling<br />

Questionnaire, un nuovo strumento specifico di indagine, recentemente validato. Risultati: N è stato definito il più<br />

semplice da usare nel 79% dei rispondenti. Le risposte più frequenti: ha meno manovre da eseguire; è<br />

ricaricabile; è più maneggevole. Il sesso, l’età e una precedente esperienza con DPI non hanno condizionato tali<br />

convincimenti. L’inalazione è stata eseguita correttamente al primo tentativo nel 97% dei soggetti con N, ma solo<br />

nel 88% con T. Mentre la performance di N non è risultata influenzata da età e sesso dei soggetti, quella di T è<br />

risultata migliore nei maschi di età 16-34 anni. In condizioni di criticità clinica, N è stato preferito dal 96% dei<br />

soggetti. Inoltre, mentre T è risultato preferito in termini morfologici, N lo è stato per facilità d’uso (86%),<br />

conoscenza delle dosi residue (83%); coordinazione richiesta (83%), e facilità di impugnatura (59%).<br />

Conclusioni: 1) Novolizer è risultato molto più accettato e preferito; 2) i criteri di tale preferenza sono risultati<br />

correlati ad aspetti pratici di impiego e non legati a percezioni soggettive estetiche; 3) quando le manovre<br />

preparatorie sono numerose, il sesso e l’età può condizionare la scelta del DPI.<br />

56


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

COINVOLGIMENTO DELLE VIE AEREE INFERIORI NELLA RINITE PERSISTENTE: RUOLO DELL’OSSIDO<br />

NITRICO NELL’ARIA ESALATA (FENO)<br />

Authors:<br />

G. GUIDA (1), E. HEFFLER (1), G. ROLLA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIVISIONE UNIVERSITARIA DI ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA - ASO MAURIZIANO<br />

UMBERTO I, TORINO ITALY<br />

Body:<br />

PREMESSALa rinite e l’asma sono frequentemente associate attraverso un cross-talk, mediato da citochine ed<br />

altri mediatori della flogosi, tra le alte e le basse vie aeree. Differenti forme di rinite posso essere più o meno<br />

frequentemente associate con infiammazione bronchiale.<br />

PAZIENTI E METODI Noi abbiamo valutato questa ipotesi in 108 pazienti giunti al nostro Ambulatorio per rinite<br />

persistente e senza una precedente diagnosi di asma. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a skin prick test per i<br />

comuni allergeni inalanti e valutati attraverso questionari sintomatologici per i sintomi della rinite (ARIA) e del<br />

coinvolgimento delle basse vie aeree (ECRHS), ed attraverso la misurazione dell’ossido nitrico nell’aria esalata<br />

(FENO).Quando indicato, i pazienti sono stati valutati attraverso endoscopia nasale e TC dei seni paranasali. I<br />

pazienti con sintomi respiratori sono stati sottoposti a valutazione spirometrica e test di broncodilatazione con<br />

Salbutamolo oppure test di provocazione bronchiale con Metacolina. RISULTATIRinite allergica (RA), rinite non<br />

allergica (RnA) e rinosinusite cronica (RSC) sono state diagnosticate rispettivamente in 42 (38,9%), 23 (21,3%)<br />

e 43 (39,8%) pazienti. I sintomi respiratori erano più frequenti nelle RA (71,4%, p=0,011) e nelle RSC (67,4%,<br />

p=0,002) che nelle RnA (39,1%), e l’asma è stata diagnosticata (secondo le linee guida GINA) più<br />

frequentemente nei pazienti affetti da RA (33,3%, p=0,003) o da RSC (41,9%, p=0,005) che in quelli con RnA<br />

(8,7%).Il FENO è risultato aumentato in tutti i pazienti reclutati rispetto ai controlli sani (44 +/- 3 ppb vs 13 +/- 9<br />

ppb, p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

RELAZIONE TRA SINTOMI RESPIRATORI E PARAMETRI DI REFLUSSO GASTRO-ESOFAGEO:<br />

INDAGINE SU SOGGETTI NON SELEZIONATI SOTTOPOSTI A PH-METRIA<br />

Authors:<br />

M. Ferrari (1), L. Benini (1), G. Talamini (1), R. Testi (1), F. Bonella (1), F. De Iorio (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Scienze Biomediche e Chirurgiche, Università di Verona Verona ITALY<br />

Body:<br />

Scopo dello studio è stato quello di valutare i rapporti tra reflusso gastroesofageo (GER) e sintomi respiratori in<br />

una serie di pazienti sottoposti consecutivamente a pH-metria esofagea delle 24 ore presso 5 centri di<br />

fisiopatologia digestiva. Un questionario auto-somministrato è stato utilizzato per la raccolta dei dati su sesso,<br />

età, abitudine al fumo e sintomi respiratori. Il monitoraggio del pH nella porzione distale (5 cm sopral LES) e<br />

prossimale (3 cm sotto UES) dell'esofago è stato effettuato utilizzando elettrodi in vetro connessi con un<br />

registratore a doppio canale (Digitrapper Mark Gold II).<br />

Sono stati studiati 588 soggetti (età media 47.2 anni, 40% femmine). L'analisi statistica è stata eseguita<br />

separatamente nei soggetti non asmatici (491) e in quelli che riferivano asma (97).<br />

Nei non asmatici, quelli che riferivano tosse presentavano un numero di reflussi nell'esofago prossimale più<br />

elevato rispetto ai soggetti senza il sintomo (p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

LA TALIDOMIDE NELL'IMPEGNO CUTANEO E POLMONARE DA SARCOIDOSI<br />

Authors:<br />

P. FAZZI (1), E. MANNI (2), P. BARACHINI (2), S. SOLFANELLI (1), R. ALBERTELLI (1), C. GIUNTINI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) SEZIONE DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA'<br />

DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (2) CLINICA DERMATOLOGICA, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA<br />

PISA ITALY, (3) CLINICA DERMATOLOGICA, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (4) SEZIONE<br />

DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI<br />

PISA PISA ITALY, (5) SEZIONE DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO,<br />

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (6) SEZIONE DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA,<br />

DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY<br />

Body:<br />

Premessa. La Talidomide è ritenuta svolgere un ruolo importante nel processo infiammatorio che porta alla<br />

formazione del granuloma sarcoideo. Scopo. Valutare gli effetti della Talidomide in un campione di 20 pazienti<br />

con impegno cutaneo e polmonare da sarcoidosi. Materiale e Metodi. 13 femmine e 7 maschi (età 44.7 ± 9 aa)<br />

appartenenti agli stadi radiologici I (9 pazienti), II (10) e III (1), non trattati, all'ingresso nello studio, con terapia<br />

steroidea sistemica che in 4 essi era controindicata; negli altri la malattia era più volte recidivata alla<br />

sospensione del trattamento. Inoltre, era indispensabile che tutti firmassero il consenso informato ed<br />

eseguissero elettromiografia e visita neurologica. Lo studio prevedeva la somministrazione della Talidomide per<br />

1 anno a basse dosi: 200 mg/die per 2 settimane, seguita da 100 mg/die per 11 settimane, e infine a giorni<br />

alterni. Le lesioni cutanee e gli esami ematochimici, compreso il dosaggio ACE erano controllati mensilmente;<br />

l'Rx del torace, la scintigrafia con Gallio 67 (67Ga), le PFR e il DLCOsb erano valutati basalmente (T0), a 3 mesi<br />

(T3), a 6 mesi (T6), a 9 mesi (T9), a 1anno (T12). Risultati. Lo stato di salute è migliorato rapidamente in tutti i<br />

pazienti insieme all'aspetto cutaneo (score cute), al dosaggio ACE (S-ACE), al quadro radiologico (stadio Rx) e<br />

al 67Ga. Score cute, S-ACE, stadio Rx e 67Ga hanno mostrato un continuo e significativo trend alla riduzione da<br />

T0 a T12. Valori medi di VC in % (85.3 ± 13.5) e TLC (97.8 ± 12.4) sono rimasti sostanzialmente invariati; FVC<br />

(85.9 ± 13.9; 86.5 ± 10.2), FEV1 (87.7 ± 13.0; 89.6 ± 11.2), FEV1/VC (101.8 ± 8.8; 105.8 ± 11.4) e MEF25<br />

(59.8 ± 28.2; 71.5 ± 38.0) sono sensibilmente aumentati da T0 a T12; il DLCO è significativamente aumentato<br />

da T0 a T3 (78.8 ± 13.8; 83.2 ± 13.2) (p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

IMPIEGO DI UNA PRESSIONE POSITIVA TEMPORANEA (T-PEP) IN PAZIENTI CHIRURGICI AFFETTI DA<br />

BPCO<br />

Authors:<br />

P. FAZZI (1), G. GIROLAMI (2), R. ALBERTELLI (1), M. GRANA (2), F. MOSCA (2), G. GIUNTINI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (2) CHIRURGIA<br />

GENERALE E TRAPIANTI, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (3) DIPARTIMENTO<br />

CARDIOTORACICO, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (4) CHIRURGIA GENERALE E<br />

TRAPIANTI, UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (5) CHIRURGIA GENERALE E TRAPIANTI,<br />

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY, (6) DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA'<br />

DEGLI STUDI DI PISA PISA ITALY<br />

Body:<br />

Premessa. Interventi addominali maggiori in pazienti con BPCO, presentano un rischio anestesiologico elevato e<br />

spesso un decorso post-operatorio critico che è reso ancora più difficile dalla possibile coesistenza di un<br />

condizione di obesità. Scopo. Addestrare i pazienti, una settimana prima dell'intervento, all'utilizzo di una minima<br />

pressione positiva espiratoria temporanea (T-PEP: 1 cm H2O, mod. UNIKO, M.P.R.) nel tentativo di sfruttare al<br />

meglio le capacità elastiche del polmone e favorire il drenaggio delle secrezioni profonde. Materiale e Metodi. 10<br />

pazienti affetti da BPCO in fase stabile (età media 67.3 ± 9.4 anni, H 167 ± 11 cm, P 95 ± 17 Kg, Bsa 1.97 ± 13<br />

mt), 6 maschi e 4 femmine, 9 dei quali ex-fumatori e 1 fumatore, eseguivano una valutazione funzionale basale<br />

(PFR) e la raccolta dei sintomi tramite questionario. Quest'ultimo, l'emogasanalisi (EGA) e lo studio della<br />

distribuzione della ventilazione mediante esame scintigrafico (V) con aerosol di albumina colloidale marcata<br />

99mTC (venticoll), erano ripetuti prima dell'intervento. Ogni quadro scintigrafico veniva valutato qualitativamente<br />

mediante attribuzione di un pattern di distribuzione della ventilazione: normale (N), inomogeneo (ID), centrale<br />

(CD), marcatamente disomogeneo (SD) e misto (CD,ID). Le variazioni della distribuzione della ventilazione<br />

erano quantizzate mediante calcolo dell'area ventilata al 5% delle linee di isoconteggio (Va 5%) e dell'indice di<br />

inomogeneità di distribuzione della ventilazione(InI). Risultati. Tutti i pazienti mostravano un pattern morfologico<br />

di distribuzione della ventilazione alterato (CD,ID) che migliorava soprattutto per una riduzione della quota di<br />

deposizione centrale (CD) dopo UNIKO. La Va 5% aumentava significativamente (p< .01), la pO2 (73.5 ± 6.9 ;<br />

78.9 ± 8.6) e l'InI (27.4 ± 13.8 ; 21.0 ± 8.2) aumentavano e si riducevano rispettivamente in maniera sensibile.<br />

Tutti i pazienti riferivano riduzione della dispnea e maggiore facilità ad espettorare. Il decorso post-operatorio<br />

non è stato complicato da ostruzioni delle vie aeree. Conclusioni. L'impiego di una minima T-PEP si è rivelata<br />

utile nel preparare pazienti ritenuti a rischio ad affrontare interventi addominali maggiori.<br />

60


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

VARIAZIONI DELLA FUNZIONE POLMONARE E DELL'INFIAMMAZIONE BRONCHIALE IN ASMATICI<br />

PROFESSIONALI IN RAPPORTO ALLA CONTINUATA ESPOSIZIONE O MENO ALLO SPECIFICO AGENTE<br />

SENSIBILIZZANTE<br />

Authors:<br />

F. Novelli (1), D. Talini (2), F. Costa (1), E. Garbella (1), M.L. Bartoli (1), S. Cianchetti (1), P.L. Paggiaro (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Fisiopatologia Respirat. Univ., Dip. Cardio-Toracico Pisa ITALY, (2) Medicina del Lavoro Pisa ITALY<br />

Body:<br />

L'allontanamento dall'esposizione allo specifico agente sensibilizzante è l'intervento cardine nell'asma<br />

professionale. Tuttavia molti soggetti non possono allontanarsi definitivamente dalla esposizione alla sostanza<br />

responsabile dell'asma professionale. E' quindi importante sapere se la semplice riduzione dell'esposizione<br />

professionale (allontanamento dall'esposizione diretta, uso di strumenti di protezione ambientale e individuale)<br />

sia utile per prevenire il peggioramento dell'asma professionale. 53 soggetti con asma professionale causata da<br />

differenti composti (isocianati, lattice, polveri di farina, legni o decolorante per capelli), diagnosticata sulla base<br />

di un test di provocazione bronchiale specifico positivo nel periodo 1998-2005, sono stati studiati in un follow-up<br />

di 3.5 +/-2.8 anni (range 1-13). Al follow-up, 10 soggetti erano ancora al lavoro, ed addetti alla stessa mansione,<br />

26 avevano mantenuto il lavoro nella stessa fabbrica, (ma avevano ridotto l'intesità dell'esposizione allo specifico<br />

sensibilizzante), e 17 avevano cessato di lavorare. Tutti, tranne 6, erano in trattamento regolare con<br />

corticosteroidi inalatori. Il confronto tra i dati funzionali e dell'eosinofilia nell'espettorato indotto tra i dati basali e<br />

la misura al follow-up, non ha mostrato differenze significative nell'intero gruppo e nei sottogruppi in base alla<br />

diversa esposizione lavorativa, anche se si può osservare una tendenza al miglioramento degli indici funzionali e<br />

biologici nei soggetti che avevano cessato o ridotto l'esposizione, e una tendenza al peggioramento nei pazienti<br />

che continuano a lavorare nella stessa mansione. La PD20FEV1 metacolina passa da 0.259 a 0.405 mg<br />

(rispettivamente basale e al follow-up) in chi ha cessato l'esposizione, mentre passa da 0.275 a 0.175 mg in chi<br />

ha continuato l'esposizione. Inoltre, gli eosinofili nell'espettorato (che rimangono sempre 0 nei soggetti che<br />

avevano cessato l'esposizione), passano da 3.9% a 1.2% nei soggetti che hanno ridotto l'esposizione, e da<br />

3.2% a 5.3% in coloro che hanno perseverato nella esposizione professionale. In conclusione, la prognosi<br />

dell'asma professionale sembra indipendente dalla persistenza o cessazione dell'esposizione lavorativa,<br />

probabilmente il regolare trattamento con corticosteroidi inalatori può aver contribuito ad evitare un ulteriore<br />

significativo deterioramento funzionale e biologico nei soggetti ancora esposti.<br />

61


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

COMPARISON BETWEEN ELECTRO-CHEMICAL AND CHEMILUMINESCENCE EXHALED NITRIC OXIDE<br />

ANALYSER IN INFLAMMATORY PULMONARY DISEASES.<br />

Authors:<br />

G. de LAURENTIIS (1,2), M. MANISCALCO (1), F. CIANCIULLI (1), V. DI SPIRITO (1), F. PALLADINO (1), A.<br />

STANZIOLA (1), S. MARSICO (2), F. VILLANO (1), M. MORMILE (1), P. CARRATU (3), L. CARRATU (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dept. of Respiratory Medicine, University Federico II Naples ITALY, (2) Dept. of Respiratory Medicine,<br />

Seconda Università di Napoli Napoli ITALY, (3) Dept of Respiratori Medicine, Univerity of Bari Bari ITALY<br />

Body:<br />

Exhaled nitric oxide (NO) measurement is a simple and non invasive method for monitoring airway inflammation<br />

in pulmonary diseases and is usually measured by stationary analyser based on chemiluminescence method.<br />

Recently, a new analyser using an electrochemical sensor has been developed for measurements of exhaled<br />

NO, and its reproducibility and comparison with other analyser has been tested in healthy subjects. Therefore,<br />

the aim of our study was to compare electrochemical analyser (MINO, Aerocrine) and chemiluminescence<br />

analyser (NOA, Siever) in patients affected by asthma and chronic obstructive pulmonary disease (COPD).<br />

Thirty subjects including 10 asthmatic patients, 10 COPD patients, and 10 healthy subjects were studied. The<br />

mean of two approved exhalations (50 ml/s) in each device were compared with regard to NO readings (Bland-<br />

Altman plots) and repeatability (intrasubject SD). The intrasubject exhalation variability, as difference in ppb<br />

between 1st and 2nd measurement, were performed.<br />

In asthmatic patients mean exhaled NO resulted 44.0 ± 11.2 ppb with MINO and 41.8 ± 10.6 ppb with NOA.<br />

COPD patients showed mean NO of 13.9 ± 3.4 ppb by MINO and 13.8 ± 4.2 ppb using NOA. In healthy subjects<br />

eNO resulted 16.2 ± 5.6 ppb with MINO and 15.5 ± 5.6 ppb with NOA.<br />

When comparing the overall data of three groups, the median of the intrasubject difference in exhaled NO for the<br />

two devices was 0.7 ppb with the hand-held device that gave lightly higher readings. The Bland-Altman plot<br />

shows that the lower limit was -2,7302 ppb and the upper limit was 4,6869 ppb.<br />

In conclusion measurements of exhaled NO levels by electrochemical analyser shows a good reproducibility<br />

and comparability to chemiluminescence in pulmonary inflammatory diseases.<br />

62


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

LOW EXHALED NITRIC OXIDE IN SEVERE UNCOMPLICATED OBESITY<br />

Authors:<br />

M. MANISCALCO (1,2), G. de LAURENTIIS (1), A. ZEDDA (2), S. FARAONE (2), S. CRISTIANO (3), C.<br />

CIARDIELLO (3), MR. CERBONE (3), M. SOFIA (1), L.. CARRATU' (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DEPT OF RESPIRATORY DISEASE, UNIVERSITY FEDERICO II NAPLES ITALY, (2) UOS OF<br />

RESPIRATORY PHYSIOPATOLOGY, CASORIA HOSPITAL CASORIA, NAPLES ITALY, (3) DEPT OF<br />

SURGERY, CASORIA HOSPITAL CASORIA, NAPLES ITALY<br />

Body:<br />

The effect of large variation in body mass on exhaled nitric oxide (FeNO) is not well known. In this study we<br />

evaluated lower respiratory tract NO output in subjects with severe uncomplicated obesity (OB).<br />

Twenty-four subjects with OB, 15 healthy controls (HC) and 10 obese subjects who have experienced weight<br />

loss after bariatric surgery (OBS) were examined. FeNO was assessed using multiple single-breath NO analysis<br />

at different constant expiratory flow-rates and the maximal bronchial NO diffusion (QbrNO) and the alveolar NO<br />

concentration (CalvNO) were extrapolated.<br />

FeNO levels at 50 ml/sec were lower in OB in comparison to HC and OBS (12.0 ± 3.6 ppb, 15.3 ± 3.6 ppb and<br />

18.7 ± 4.1 ppb respectively, p< 0.0002). In OB QbrNO resulted significantly lower by 25 % as compared to OBS<br />

and HC, whereas no differences in CalvNO among the three groups were found. A significant positive correlation<br />

was found between FeNO50 and BMI in HC and OBS, which was lost in OB.<br />

In conclusion respiratory NO output is consistently reduced in severe obesity in the absence of significant<br />

changes of alveolar NO concentration. The relationship between impaired airway NO, large body mass excess<br />

and decrease of resting lung volume in obese should require further studies.<br />

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Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

LA VENTILAZIONE NON INVASIVA A PRESSIONE POSITIVA NOTTURNA RIDUCE LA MORTALITÀ IN<br />

PAZIENTI AFFETTI DA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA)<br />

Authors:<br />

P. Carratù (1), A. Cassano (1), E. Boniello (1), F. Gadaleta (1), D. Lacedonia (1), C. Scoditti (1), O. Resta (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie Respiratorie, Università di Bari Bari ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: Un recente studio eseguito su pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) ha mostrato che<br />

la malattia progrediva più rapidamente in soggetti con Capacità Vitale Forzata (FVC) basale 75% (Czaplinski A et al. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2006 Mar; 77:390-2).<br />

Scopo dello studio: Uno studio retrospettivo è stato eseguito per analizzare la sopravvivenza nei pazienti con<br />

sclerosi laterale amiotrofica con FVC


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

CORIONCARCINOMA POLMONARE: DESCRIZIONE DI UN CASO.<br />

Authors:<br />

P. Gambardella (1), L. Fronda (1), R. Le Piane (1), F. Loprete (1), M. Calderazzo (1), B. Caparello (2), A. Leotta<br />

(2), S.G. Lio (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O.C. di Broncopneumologia Ospedale di Lamezia Terme Lamezia Terme (CZ) ITALY, (2) U.O.C Anatomia<br />

Patologica Ospedale di Lamezia Terme Lamezia Terme (CZ) Italy<br />

Body:<br />

Descriviamo il caso clinico di un uomo di 47 anni, di nazionalità tunisina, senza permesso di soggiorno nel<br />

nostro paese, giunto nel gennaio 2006 al ricovero per febbricola, tosse scarsamente produttiva, astenia e<br />

dimagrimento presenti da circa due mesi. Alla prima visita si rilevò un importante scadimento delle condizioni<br />

generali e presenza di ginecomastia. All'esame fisico del torace sub-ottusità e nriduzione del murmure<br />

vescicolare al terzo inferiore dell'emitorace destro e rantoli crepitanti bibasilari. il fegato risultò di volume e<br />

consistenza aumentati, con dolenzia alla palpazione più accentuata in corrispondenza del lobo sinistro. Negativo<br />

l'esame dell'apparato genitale. La radiografia del torace evidenziò la presenza di voluminose formazioni<br />

rotondeggianti a margini regolari e densità radiologica disomogenea, localizzate nel polmone destro. La TAC<br />

dimostrò la presenza nel polmone destro di due voluminose formazioni espansive rotondeggianti di diversa<br />

grandezza, a margini regolari, con enhancement positivo e irregolare; altre piccole lesioni rotondeggianti furono<br />

individuate in ambedue i polmoni, segnatamente in sede sub-pleurica. Lesioni espansive ipodense risultarono<br />

essere presenti anche a livello del mediastino superiore e medio. Multiple lesioni con analoghe caratteristiche<br />

densitometriche furono riscontrate a livello epatico. Un iniziale dato confondente fu il riscontro di una leggera<br />

positività dell'IDA test. Ciò nonostante, atteso il forte sospetto clinico ed il rilievo di elevatissimi livelli sierici di<br />

beta-gonadotropina corionica umana, con valori di 90.889 U/ML, si decise di praticare, sotto guida ecografica<br />

una biopsia transtoracica della massa polmonare principale. L'esame istologico dimostrò la presenza di grandi<br />

cellule indifferenziate epiteliomorfe con nucleo vescicoloso, nucleolo evidente e scarso citoplasma. All'indagini<br />

immunoistochimiche risultò una positività alla pancitocheratina ed alla beta-HCG. Le condizioni cliniche generali<br />

molto compromesse ed i parametri ematochimici non consentirono d'intraprendere alcun trattamento<br />

chemioterapico. Il paziente morì per cachessia neoplastica con anemizzazione ed insufficienza epato-renale<br />

dopo sei settimane di degenza. La nostra diagnosi fu di corioncarcinoma disseminato verosimilmente primitivo<br />

polmonare.<br />

I tumori a cellule germinali, non seminomatosi del polmone, sono rarissime neoplasie che includono il<br />

corioncarcinoma, il carcinoma embrionale, il teratocarcinoma, i tumori del seno endodermico, il teratoma<br />

maligno.L '85% di questi tumori si manifesta in uomini con età media di 29 anni.L'origine di questi tumori è<br />

controversa.<br />

65


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

NIPPV precoce nel trattamento della severa insufficienza respiratoria da riacutizzazione di BPCO.<br />

Authors:<br />

I. Pisani (1), P. dell'Olio (1), G. Sallustio (2), C. Divella (2), S. Sabatino (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Anestesia e Rianimazione P.O. AUSL BA/2 Molfetta (Ba) Italy, (2) U.O. Medicina Interna P.O. AUSL<br />

BA/2 Molfetta (Ba) Italy<br />

Body:<br />

Abbiamo osservato,nel corso di un anno,l'andamento clinico di 15 pazienti (10 uomini e 5 donne - età 48485<br />

anni),giunti alla nostra osservazione per severa insufficienza respiratoria da riacutizzazione di BPCO,trattati<br />

precocemente con NIPPV in aggiunta alla terapia medica tradizionale.Tutti i pazienti sono stati ammessi all'area<br />

internistica semintensiva dopo valutazione combinata pneumologica e rianimatoria.I criteri di ammissione sono<br />

stati:frequenza respiratoria >30 atti/min., saturazione arteriosa di O2< 88%,paCO2>60 mmHg,acidosi<br />

respiratoria,segni clinici di di stress, alterazioni del sensorio,stabilità emodinamica.I criteri di esclusione sono<br />

stati:stato di coma, scarsa collaborazione,eccesso di secrezioni,grave instabilità emodinamica,assenza di riflessi<br />

protettivi delle vie aeree.Le cause ed i fattori scatenanti più comuni di severa insufficienza respiratoria acuta in<br />

corso di riacutizzazione di BPCO sono riferibili a:infezioni batteriche e/o virali,ipoventilazione notturna,uso<br />

incontrollato di O2.Tutti i pazienti hanno iniziato NIPPV con maschera faciale,la FiO2 è stata regolata al fine di<br />

ottenere rapidamente una saturazione di O2>90%,il setting del ventilatore è stato ottenuto in base ai valori di<br />

saturazione ed ai dati dell'emogasanalisi arteriosa,utilizzando ventilatori BiPAP e pressare support con supporti<br />

variabili di iPAP tra 15-30 cm H2O e ePAP tra 5-10 cm H2O e terapia farmacologia atti a migliorare il<br />

performance status clinico.Durante le prime 24 ore la ventilazione non è stata mai discontinuata.Nei giorni<br />

successivi,sono stati valutati i pazienti senza supporto ventilatorio ed avviati ad un programma di svezzamento<br />

se la frequenza respiratoria era


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

CASE REPORT: BOOP iatrogena da ticlopidina o COP?<br />

Authors:<br />

M. Licenziato (1), D. Pelucco (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Scuola di specializzazione Malattie apparato respiratorio, Università di Genova Genova Italy, (2) U.O.<br />

Pneumologia Azienda Ospedaliera San Martino Genova Italy<br />

Body:<br />

Donna di 67 anni con dispnea ingravescente a riposo e toracoalgie diffuse. Anamnesi negativa per rischio<br />

lavorativo, tabagismo, patologie polmonari; affetta da DMNID trattato con ipoglicemizzanti orali; da circa dieci<br />

anni assume ticlopidina. Insufficienza respiratoria normocapnica; leucocitosi neutrofila, indici infiammatori<br />

elevati, IGE totali 48KU/L; obiettività toracica di rantoli teleinspiratori "a velcro" bibasali; RX torace: opacità alveolari<br />

diffuse bilaterali. Si pone in terapia metilprednisone e levofloxacina. HRTC torace: diffuso aumento della<br />

densità polmonare "a vetro smerigliato", opacità alveolariconfluenti, ispessimento dell'interstizio. Test<br />

reumatologici negativi. Scintigrafia ossea: negativa per lesioni ossee secondarie. Si esegue FBS con BAS, BAL<br />

(germi comuni, miceti, BK, citologico per cellule neoplastiche, sottopopolazioni linfocitarie) e TBLB.<br />

Sottopopolazioni linfocitarie: discreta quota di elementi linfocitari (33%), modesta quota (16%) di granulociti<br />

neutrofili (CD15+CD45+), normale popolazione macrofagica alveolare (50%); nell'ambito della componente<br />

linfocitaria si riscontra la prevalenza della componente TCD8+, con inversione del rapporto tra le<br />

sottopopolazioni T; elevata la frazione di T attivati. Esame istologico su biopsia polmonare: polmonite in<br />

organizzazione. Sospese levofloxacina e ticlopidina,proseguendo trattamento corticosteroideo, dopo circa una<br />

settimana l'obiettività toracica appare nella norma, la paziente è asintomatica, e la saturimetria è di 99% in aa.<br />

Follow-up a 1 mese:dopo la sospensione del prednisone, il quadro RX torace appare migliorato in modo<br />

insoddisfacente, permane leucocitosi neutrofila, lieve riduzione della DLCO. Si ripristina,quindi,il trattamento<br />

cortisonico. Controllo HRTC dopo 15 giorni: netta riduzione delle alterazioni dell'interstizio, completa scomparsa<br />

del coinvolgimento alveolare periferico.<br />

67


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

EFFICACIA DELLA VMNI IN UNA CORSIA DI PNEUMOLOGIA IN PAZIENTI AFFETTI DA BPCO ED ALTRE<br />

PATOLOGIE.<br />

Authors:<br />

S. Strambi (1), D. Giannini (1), M. Serradori (1), N. Ambrosino (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia 2 pisa ITALY, (2) U.O. Pneumologia 2 pisa ITALY, (3) U.O. Pneumologia 2 pisa ITALY,<br />

(4) U.O. Pneumologia 2 pisa ITALY<br />

Body:<br />

Nel periodo compreso dal maggio 2004 al dicembre 2005 209 pazienti (età 70±12), 93 femmine e 116 maschi<br />

(pH 7.385±0.05; paCO2 49.55±1.0 mmHg; paO2 69.93 ± 16.88 mmHg), furono sottoposti a ventilazione<br />

meccanica non invasiva presso la corsia della nostra U.O. Di essi la maggior parte erano affetti da BPCO (120<br />

pazienti), i rimanenti presentavano carcinoma polmonare (34 pazienti), malattie neuromuscolari (24 pazienti),<br />

patologie cardiologiche (15 pazienti), polmonite (6 pazienti) ed altre patologie (9 pazienti). La ventilazione<br />

meccanica veniva considerata efficace quando il Ph veniva normalizzato ed il paziente non mostrava tachipnea<br />

o segni di fatica respiratoria per 24 ore (pH 7.410±0.06; paCO2 50.8±14 mmHg; paO2 76.03±10 mmHg). La<br />

morte e l’intubazione endotracheale venivano considerati insuccessi della ventilazione meccanica non invasiva.<br />

In 38 pazienti (18% di tutti i pazienti) la ventilazione meccanica non invasiva fu inefficace. Comunque i pazienti<br />

affetti da BPCO sono più responsivi all’applicazione della ventilazione meccanica non invasiva rispetto ai<br />

pazienti affetti da patologie neuromuscolari (16% versus 62% pazienti BPCO versus pazienti neuromuscolari).<br />

Questi risultati confermano che l’uso della ventilazione meccanica non invasiva in una corsia ospedaliera è un<br />

utile mezzo abile a ridurre la mortalità e la necessità di intubazione endotracheale in pazienti BPCO. L’uso della<br />

ventilazione meccanica non invasiva in pazienti non BPCO è gravato da un’alta percentuale di insuccessi.<br />

Comunque la ventilazione meccanica non invasiva è indicata in sottogruppi selezionati di pazienti non-BPCO.<br />

68


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

ST.O.RIA: STUDIO OSSERVAZIONALE SULLE RIACUTIZZAZIONI DI BPCO<br />

Authors:<br />

A. Rossi (1), V. Brusasco (2), G. Di Maria (3), D. Olivieri (4), G. Viegi (5), G. Magni (6)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia, Ospedali Riuniti di Bergamo Bergamo ITALY, (2) U.O. Fisiopatologia Respiratoria,<br />

Dipartimento di Medicina Interna, Università di Genova Genova ITALY, (3) Dipartimento di Medicina Interna e<br />

Medicina Specialistica, Università di Catania Catania ITALY, (4) Dipartimento Malattie dell'Apparato<br />

Respiratorio, Università di Parma Parma ITALY, (5) Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia<br />

Clinica, CNR di Pisa Pisa ITALY, (6) QBGROUP SpA - Padova Padova TALY<br />

Body:<br />

Introduzione: La diagnosi di riacutizzazione di BPCO non viene di norma formulata sulla base di esami funzionali<br />

respiratori (clinico-strumentali), ma definita tramite valutazioni soggettive delle variazioni dei sintomi riportate dai<br />

pazienti, e ritenute tali da richiedere una modifica della terapia. L'ampio spazio lasciato nell'interpretazione dei<br />

sintomi, ad elementi 'soggettivi' (di paziente e medico), è dovuto al fatto che oggi poche sono ancora le<br />

informazioni 'oggettive' disponibili circa la riduzione del FEV1 nei giorni precedenti la fase acuta.<br />

Obiettivo: Lo studio StORia (sponsor Chiesi), iniziato a febbraio 2006, si propone di sensibilizzare medici e<br />

pazienti verso una maggiore attenzione alle variazioni della funzionalità respiratoria legate alle riacutizzazioni<br />

della BPCO. Esso prevede l'osservazione continuativa di tali variazioni nell'arco di 12 mesi, al fine di rilevare<br />

'oggettivi' parametri predittivi di eventi acuti, e giungere all'identificazione di soglie di rischio che costituiscano<br />

allert di aggravamento.<br />

Metodi: Studio osservazionale, longitudinale, coinvolge 38 centri di pneumologia e prevede l'osservazione di 380<br />

pazienti con BPCO. Gli sperimentatori, dopo una fase preliminare formativa, arruolano 10 pazienti, che dopo la<br />

visita basale vengono monitorati mensilmente fino a 12 mesi. Nell'anno di osservazione, ogni paziente effettua<br />

'automonitoraggio' quotidiano a domicilio di FEV1 e FEV6 tramite uno strumento tascabile(PIKO6) fornito dal<br />

medico, e riporta su un diario la sintomatologia lamentata, l'assunzione di farmaci e ogni evento rilevante per la<br />

patologia osservata.<br />

Ai momenti di verifica periodica, lo specialista registra sull'apposita cartella informatizzata di progetto, i dati<br />

riportati sul diario paziente, una breve sintesi del suo stato di salute e provvede a 'scaricare' i dati di flusso<br />

giornalieri memorizzati nel PIKO6. I dati raccolti vengono periodicamente inviati al database centrale.<br />

Un sito on-line adibito allo studio, è di supporto agli sperimentatori quale punto di aggiornamento e confronto<br />

costante.<br />

Per giugno 2006 sono attesi i primi risultati che permetteranno un monitoraggio preliminare dell'attività svolta.<br />

Conclusioni: I dati raccolti forniranno una serie di informazioni oggettive sulle fluttuazioni dei parametri respiratori<br />

nei pazienti con BPCO. L'osservazione di tali parametri, nei giorni precedenti le fasi acute, permetterà di<br />

esprimere delle valutazioni sulla possibilità di 'prevedere' l'approssimarsi di una riacutizzazione, ovvero di<br />

identificare delle soglie di rischio.<br />

69


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

IL TRATTAMENTO TERMALE SULFUREO MIGLIORA L'ANDAMENTO CLINICO ED I PARAMETRI DI<br />

FUNZIONALITA' RESPIRATORIA NELLA SINDROME RINO-SINUSO-BRONCHIALE (SRB)<br />

Authors:<br />

F. Strinati (1), M. Pizzi (1), R.. Ceriati (1), F. Avanzini (1), A, Podda (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Terme di Tabiano Tabiano Bagni (PR) ITALY<br />

Body:<br />

La SRB rappresenta un'entità nosologica che si realizza quando un processo iper-reattivo o flogistico ad<br />

andamento cronico o recidivante a carico del distretto rino-sinusale, facilita lo sviluppo di uno stato<br />

infiammatorio, su base infettiva o immunologia, a carico delle vie aeree inferiori con possibile compromissione<br />

funzionale.<br />

La terapia inalatoria con acqua sulfurea viene spesso utilizzata con successo nella SRB, peraltro scarsamente<br />

responsiva ad altre terapie.<br />

Al fine di valutare gli effetti dell'inalazione di acqua sulfurea sull'andamento clinico e sulla funzionalità<br />

respiratoria nella SRB, 15 soggetti affetti da tale patologia (età media 59.3 a., 11 f, FEV1% inferiore a 100),<br />

diagnosticata secondo i percorsi diagnostici del Gruppo di Studio <strong>AIM</strong>AR, sono stati sottoposti a cicli termali<br />

inalatori per 3 anni consecutivi, valutando il numero di giornate di riacutizzazione (presenza di sintomi maggiori)<br />

e l'andamento di alcuni parametri di funzionalità respiratoria ( FEV1 % e FEF75%).<br />

Tutti i soggetti per l'intera durata dello studio hanno assunto solo terapia farmacologica in modo occasionale e<br />

non hanno assunto alcuna terapia nei 15 gg precedenti l'esecuzione delle PFR e quindi del ciclo termale.<br />

Essi sono stati sottoposti per 3 anni consecutivi a cicli termali (2 cicli/anno primavera ed autunno) con acqua<br />

sulfurea Arvè di Tabiano (grado solfidrometrico > 150 mg/l) comprendente 12 inalazioni a vapore (DAMM 8<br />

micron) e 12 nebulizzazioni ultrasoniche in ambiente quotidiane (DAMM 3 micron) e 6 docce nasali micronizzate<br />

a dì alterni (DAMM 25 micron).<br />

La spirometria (Multispiro SX a calibrazione quotidiana) è stata praticata per 3 anni consecutivi prima del ciclo<br />

termale primaverile mentre l'andamento clinico è stato valutato nei tre anni successivi al ciclo termale autunnale.<br />

I risultati evidenziano una significativa riduzione delle giornate di riacutizzazione che sono state 43.3+5.2 il 1°<br />

anno, 40.1+4.7 il 2° anno e 27.5+4.8 il 3° anno (p< 0.01).<br />

Si è inoltre evidenziato un miglioramento statisticamente significativo anche dei parametri funzionali:<br />

FEV1% medio : basale 87.96 + 3.42 1° anno 95.22 + 3.54 2° anno 95.29 + 3.75 (p< 0.05)<br />

FEF75% medio: 47.44 + 5.4 vs 62.4 + 8.58 vs 55.8 + 7.47 (p < 0.05).<br />

70


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

Caratteristiche clinico/gestionali dei pazienti con BPCO nei reparti di Pneumologia e Medicina Interna:<br />

metanalisi delle banche dati Pneumostar e Minerva<br />

Authors:<br />

G. Magni (1), C. Breda (1), C. Buniolo (1), G. Massarotto (1), C. Rampulla (2), C. Pedace (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) etiCRO Divisione Studi e Ricerche di QBGROUP Padova Italy, (2) Comitato Scientifico AIPO del progetto<br />

PNEUMOSTAR Pavia Italy, (3) Comitato Scientifico FADOI del progetto MINERVA Arezzo Italy<br />

Body:<br />

Razionale: La presente metanalisi si propone di osservare e porre a confronto le caratteristiche clinico/gestionali<br />

dei pazienti ricoverati nelle Unità Ospedaliere di pneumologia e medicina interna, che presentano DRG088<br />

(Malattia polmonare cronica ostruttiva) e diagnosi di BPCO con/senza riacutizzazione. Gli studi presi in esame<br />

sono: Pneumostar(AIPO) e Minerva(FADOI) relativamente al periodo 2001-2002.<br />

Metodi: Pneumostar (PS-pneumologia) e Minerva (MI-M.Interna) sono studi clinico/gestionali che utilizzano un<br />

comune software di raccolta dati in grado di attribuire automaticamente il DRG alle SDO (informatizzazione e<br />

gestione dati a cura di QBGROUP). Le SDO analizzate relative al 2001-2002, sono compilate utilizzando il<br />

sistema di classificazione ICD9CM (1997). Il database aggregato supera le 165000 SDO di ricoveri ordinari<br />

(46766 PS;118390 MI) raccolte da 131 U.O. (36 PS;95 MI)<br />

Risultati: Le malattie dell'apparato respiratorio (MDC4) sono al 1° posto in PS(82.6%) e 2° in MI(17.4 %). In<br />

particolare il DRG088 è presente nel 18.1% dei ricoveri PS e 4.4% MI: BPCO (stabile e/o riacutizzata) è nel 90%<br />

dei casi la diagnosi principale. Complessivamente 2429 presentano BPCO stabile, 9876 riacutizzata: il rapporto<br />

riacutizzata/stabile è 4.6 PS e 3.4 MI (p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

OSSIDO NITRICO ESPIRATO (ENO) IN SOGGETTI AFFETTI DA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA<br />

OSTRUTTIVA. DATI PRELIMINARI.<br />

Authors:<br />

G. de LAURENTIIS (1,2), V. DI SPIRITO (1), M. MANISCALCO (1), F. CIANCIULLI (1), M. MORMILE (1), J.<br />

LUNDBERG (3), E. WEITZBERG (3), M. SOFIA (1), F.. VILLANO (1), F. PALLADINO (1), L. CARRATU' (1), S.<br />

MARSICO (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) DEPT. OF RESPIRATORY DISEASE, UNIVERSITY FEDERICO II NAPOLI ITALY, (2) DEPT OF<br />

RESPIRATORY MEDICINE, SECONDA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI NAPOLI ITALY, (3) Karolinska<br />

Institutet Stockholm SWEDEN<br />

Body:<br />

Background: ossido Nitrico espirato (eNO) è un noto marker di infiammazione delle vie aeree nel monitoraggio<br />

dell asma bronchiale.<br />

Scopo del nostro studio è stato valutare i livelli di eNO in soggetti affetti da BPCO in corso di follow-up<br />

ambulatoriale come eventuale marker di riacutizzazione infettiva bronchiale.<br />

Materiali e metodi: lo studio si è svolto nell arco di tempo di 5 mesi con controlli ambulatoriali a cadenza mensile.<br />

Sono stati studiati 45 pazienti con BPCO (5 F/40M, età media 67.5 ± 8.4). 7 pazienti GOLD I, 10 GOLD II, 23<br />

GOLD III, 5 GOLD IV. 11 pazienti sono usciti dallo studio per mancata aderenza al protocollo. 24/34 erano<br />

non/ex (da almeno 2 anni) fumatori (NS). 10/34 erano fumatori (S).<br />

Risultati: La media dei livelli di eNO, espressi in ppb, nel gruppo NS erano sempre più elevati rispetto a quelli del<br />

gruppo S (mese 1: 16 vs 11; mese 2: 17 vs 10; mese 3: 14 vs 11; mese 4: 19 vs 10; mese 5: 16 vs 8<br />

rispettivamente). La media di eNO nei pazienti NS in relazione alla classe funzionale era sempre superiore<br />

rispetto ai pazienti S: gruppo I GOLD (6/1; 22 vs 18 ppb); gruppo II - III GOLD (26/7; 16 vs 11 ppb); nel gruppo<br />

IV (5 pazienti NS; 13 ppb). I livelli di eNO in 16 pazienti, espressi come percentuale di variazione<br />

intraindividuale, presentavano un associazione temporale positiva con gli eventi di riacutizzazione bronchiale (+<br />

152.2 % di incremento medio rispetto alla media dei valori basali). I livelli di eNO nei soggetti NS erano più<br />

elevati nei periodi fuori dagli eventi di riacutizzazione rispetto a quelli S (13.9 ± 4. 5 ppb e 10.0 ± 4<br />

rispettivamente).<br />

Conclusioni: i livelli di ossido nitrico espirato orale sono associati alle fasi di riacutizzazione infettiva nei soggetti<br />

affetti da BPCO. Anche se necessita di ulteriori studi, l eNO potrebbe essere utilizzato come marcatore<br />

predittivo durante il controllo ambulatoriale nei pazienti con BPCO.<br />

72


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

EFFETTI FUNZIONALI DI PROGRAMMI DI RIABILITAZIONE RESPIRATORIA CON COMPONENTI<br />

VARIABILI<br />

Authors:<br />

GG. Riario-Sforza (1), F. Paterniti (1), L. Pessina (1), N. Dugnani (1), C. Pravettoni (1), C. Incorvaia (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumologia Riabilitativa, ICP Milano ITALY<br />

Body:<br />

Razionale<br />

La riabilitazione respiratoria è un intervento multidisciplinare di riconosciuta efficacia nel trattamento dei pazienti<br />

con BPCO, che si basa principalmente sull'attività fisica e sull'educazione sanitaria. Sono disponibili molti studi<br />

sull'efficacia di programmi riabilitativi di diversa durata, mentre la differente efficacia di programmi con variazione<br />

delle componenti è poco valutata. Noi abbiamo confrontato gli effetti funzionali di tre programmi riabilitativi della<br />

durata di un mese ma con differente composizione.<br />

Metodi<br />

I parametri funzionali utilizzati sono stati VEMS, CV, MIP/MEP e metri percorsi al test del cammino. I tre gruppi<br />

di pazienti presentavano all'inclusione valori paragonabili dei parametri considerati. Il ciclo riabilitativo si è basato<br />

su 8 sedute bisettimanali per una durata complessiva di un mese. Il primo gruppo, formato da 20 pazienti<br />

(gruppo A), ha seguito il programma completo con riallenamento allo sforzo, esercizi respiratori tipo PEP ed<br />

educazione sanitaria, il secondo gruppo, formato da 15 pazienti (gruppo B), ha seguito un programma senza<br />

esercizi respiratori e il terzo gruppo, formato da 12 pazienti (gruppo C), un programma senza educazione<br />

sanitaria.<br />

Risultati<br />

Sono state osservate le seguenti variazioni medie nei parametri considerati: VEMS, gruppo A da 1,208 a 1,394<br />

L (p


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

PROCEDURA DI RIMOZIONE DELLA CANNULA ENDOTRACHEALE IN PAZIENTI ANZIANI SOTTOPOSTI<br />

A VMA A LUNGO TERMINE : ESPERIENZA DI UNA U.O. DI RIABILITAZIONE RESPIRATORIA<br />

Authors:<br />

G. Gallimbeni (1), A. Ferrari (1), F. Giani (1), O. Caratozzolo (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) P.A.Trivulzio Milano ITALY<br />

Body:<br />

La tracheotomia è diventata ormai una procedura comune nelle UTI ed attualmente circa il 20% di questi<br />

pazienti è ventilato invasivamente. Nonostante l' evoluzione nello sviluppo delle cannule endotracheali , l' uso<br />

prolungato della ventilazione meccanica assistita (VMA) comporta spesso la comparsa di lesioni tracheali<br />

importanti che riducono le possibilità di decannulazione. La decisione in merito a quando e come rimuovere la<br />

cannula soprattutto in pazienti sottoposti per lungo tempo alla VMA,è basata prevalentemente sull'esperienza<br />

del team e su criteri soggettivi: a tutt'oggi infatti non esistono protocolli standardizzati.<br />

Nel nostro studio abbiamo analizzato 10 pazienti tracheostomizzati ( età media 73.5) svezzati dalla VMA (media<br />

gg di ventilazione 45.2), intendendo per svezzamento il raggiungimento e mantenimento della stabilità clinica e<br />

dei valori emogasanalitici per almeno 96 ore. In presenza dei seguenti requisiti :a) stabilità clinica b) fr 20cm H2O, si è proceduto ad un test di occlusione della cannula.Tale test consiste nella sostituzione della<br />

cannula endotracheale con una non cuffiata del diametro interno di 6.4 mm e nella successiva chiusura della<br />

cannula con apposito tappo per 48 ore. In presenza di stabili valori emogasanalitici si è quindi proceduto alla<br />

decannulazione.<br />

Dei 10 pazienti ventilati, in 2 non si è proceduto al test di occlusione non essendo stati raggiunti i requisiti di<br />

base. In 8 pazienti è stato eseguito il test: 7 lo hanno superato positivamente e sono stati quindi decannulati ; 1<br />

non ha superato il test per la comparsa entro i primi 30 minuti di segni di distress respiratorio. Nel follow-up (6<br />

mesi/1 anno) solo un paziente ha necessitato di nuovo intervento di tracheotomia per episodio di IRA.<br />

Molti pazienti provenienti dalle UTI e/o UTIR possono essere decannulati con successo con una bassa<br />

percentuale di rischio di reintubazione (12.5 %). Ai fini decisionali risulta importante il test di occlusione che,<br />

anche senza l'esecuzione della fibrobroncoscopia, consente di escludere con buona probabilità la presenza di<br />

lesioni tracheali importanti tali da condizionare la pervietà delle vie aeree.<br />

74


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DI GRAVITA’ DELLA BPCO: RUOLO DELL’INDICE BODE<br />

Authors:<br />

MG. Cagnazzo (1), GE. Carpagnano (1), P. Bonfitto (1), F. Dadduzio (2), A. Depalo (1), V. Defilippis (1), R.<br />

Sabato (1), MP. Foschino Barbaro (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Cattedra di Malattie dell'Apparato Respiratorio Foggia ITALY, (2) Servizo Territoriale Pneumotisiologia, ASL<br />

Barletta BAT 1 ITALY<br />

Body:<br />

La BPCO è caratterizzata dalla progressiva limitazione del flusso aereo non completamente reversibile e l’entità<br />

del FEV1 ne riflette la gravità; essa non viene di solito diagnosticata fino a quando non si manifesta<br />

clinicamente e non è ad uno stadio avanzato. Accanto alle manifestazioni cliniche a carico dell’apparato<br />

respiratorio sono stati descritti sintomi e segni di interessamento sistemico, come sottolineato dalla nuova<br />

definizione di BPCO ATS/ERS. Importanti studi osservazionali hanno dimostrato che il livello di dispnea e<br />

l’indice di massa corporea prevedono più accuratamente il rischio di morte nei pazienti con BPCO.<br />

Recentemente è stato introdotto il B.O.D.E. INDEX, un sistema multidimensionale di misurazione con alto valore<br />

predittivo prognostico in termini di gravità, progressione e mortalità della BPCO.<br />

SCOPO: Lo scopo di questo lavoro è stato quello di confrontare il ruolo del B.O.D.E. INDEX con il FEV1 nella<br />

valutazione della malattia nei pazienti affetti da BPCO.<br />

MATERIALI E METODI: In 40 pazienti (3F, 37M) affetti da BPCO non reversibile sono stati valutati il BMI (B); il<br />

FEV1 e FVC (O); il grado di dispnea (mMRC) (D); la distanza percorsa durante il walking test (E). In tutti i<br />

pazienti è stato calcolato il B.O.D.E. INDEX. I dati sono stati analizzati con il test di regressione lineare.<br />

RISULTATI: Il 45% dei pazienti aveva FEV1>50%; di questi il 50% aveva un B.O.D.E. fino a 3, il 30% aveva un<br />

B.O.D.E. fino a 6, e il 20% aveva un B.O.D.E. fino 9. I valori del B.O.D.E. Index ottenuti sono stati correlati con il<br />

FEV1 espresso in percentuale del teorico. La regressione lineare eseguita ha evidenziato che non c'è<br />

correlazione statisticamente significativa tra FEV1 e B.O.D.E. Index.<br />

CONCLUSIONI: Il BODE index considera la ridotta tolleranza allo sforzo come una variabile fondamentale per<br />

valutare la BPCO che richiede quindi un approccio multidisciplinare, e l’inserimento di variabili sistemiche nella<br />

valutazione della malattia. Il B.O.D.E. index rappresenta senz’altro un parametro più sensibile del FEV1 in<br />

quanto in grado di considerare non solo l’ostruzione delle vie aeree ma anche il grado di dispnea, la tolleranza<br />

all’esercizio fisico e lo stato nutrizionale del paziente.<br />

75


Topic: CLINICA, PATOLOGIA RESPIRATORIA IN ETA’ AVANZATA<br />

Title:<br />

CORRELATI DELLE ALTERAZIONI DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA IN PAZIENTI ANZIANI CON<br />

BPCO<br />

Authors:<br />

L. Martino (1), S. Battaglia (1), M. Spatafora (1), C. Gagliaro (1), V. Bellia (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIMPEFINU; Università di Palermo Palermo ITALY<br />

Body:<br />

RAZIONALE: Un sostanziale numero di pazienti con BPCO soffre di una significativa perdita di peso<br />

verosimilmente legata ad uno stato infiammatorio cronico. In questi pazienti la perdita di massa magra si è<br />

rivelata un predittore di mortalità migliore rispetto al BMI. Inoltre la riduzione dell'attività fisica quotidiana<br />

determina decondizionamento muscolare aggravando il quadro patologico. Queste alterazioni possono essere<br />

particolarmente evidenti nei pazienti anziani. SCOPO: Valutare se la riduzione di massa magra si associa con<br />

una limitazione della capacità di performance fisica nelle attività quotidiane. METODI: Sono stati reclutati, in uno<br />

studio trasversale, 8 pazienti con BPCO [stadi GOLD da 0 a III; età media (SD) 67.1 (5.8) anni; FEV1% medio<br />

69.3% (26.9)]. Sono state valutate la funzione respiratoria e la composizione corporea tramite<br />

bioimpedenziometria, da cui sono stati derivati gli indici di massa grassa, di massa libera da grasso (FFMI) e di<br />

massa muscolare (MMI) espressi in Kg/m^2. Inoltre è stata eseguita una registrazione domiciliare continua nelle<br />

24h, per 7 giorni consecutivi tramite un multisensore portatile non invasivo (Senseware, Armband) applicato al<br />

braccio destro, della spesa energetica totale e attiva (AEE), cioè durante tutte la attività quotidiane, e della<br />

durata dell attività fisica. RISULTATI: nel campione studiato l'FFMI medio era di 19.0 (2.4) Kg/m^2, l'MMI medio<br />

di 12.3 (1.7) Kg/m^2 ed il BMI di 26.5 (4.7) Kg/m^2. La AEE media nelle 24 ore era di 324.2 (149.3) Kcal. Sia<br />

l'FFMI che l'MMI correlavano positivamente con la KCO% (rs=0.72; p=0.028; per entrambi), mentre non si<br />

osservavano correlazioni con l'ostruzione (FEV1% o FEV1/VC). Inoltre l'FFMI e l'MMI erano correlato<br />

positivamente con la AEE (rs= 0.833; p=0.01). Non si sono osservate correlazioni tra il BMI e le altre variabili in<br />

studio. CONCLUSIONI: nei pazienti anziani con BPCO la riduzione della massa libera da grasso e della massa<br />

muscolare correlano con il deficit del transfer gassoso e con la riduzione della spesa energetica attiva durante la<br />

vita quotidiana, mentre non si osservano correlazioni simili per BMI. Questi dati implicano che nella definizione<br />

di gravità della BPCO il solo FEV1 è un parametro insufficiente e supportano la necessità di un approccio<br />

multidimensionale alla malattia.<br />

76


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

CONFRONTO FRA RISPOSTE FORNITE DA BAMBINI E RISPETTIVI GENITORI SULLA PRESENZA DI<br />

DISTURBI RESPIRATORI/ALLERGICI (STUDIO EUROPEO HESE)<br />

Authors:<br />

M. SIMONI (1), I. ANNESI-MAESANO (2), T. SIGSGAARD (3), D. NORBACK (3), W. NYSTAD (3), M.<br />

CANCIANI (3), G. VIEGI (1), P. SESTINI (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia Clinica del CNR PISA ITALY, (2) UMR-S<br />

707, Medical School St-Antoine, University Pierre et Marie Curie PARIS FRANCE, (3) Gruppo Collaborativo<br />

HESE, Università di Siena SIENA ITALY<br />

Body:<br />

L'uso di questionari compilati da bambini o da genitori per raccogliere informazioni sulla salute rspiratoria dei<br />

bambini è comune. Lo scopo di questo lavoro era mettere a confronto le risposte ottenute coi due diversi<br />

questionari. Metodi: i dati provengono dalla Studio europeo HESE (Health Effects of School Environment): 445<br />

bambini con risposte valide (da entrambi i questionari) su asma, fischi (in vita = any e recenti = ultimi 12 mesi) e<br />

tosse notturna recente e 300 bambini con risposte valide su rinite (any e recente) ed eczema. Il livello di<br />

concordanza era valutato con il kappa di Cohen. Per un sottocampione di 118 bambini erano disponibili test<br />

allergologici (atopici = almeno un test positivo). Risultati: La differenza fra i questionari non era significativa per<br />

any fischi (24% da bambini vs 27% da genitori), asma (16 vs 12%), rinite recente (30 vs 25%) ed eczema (27 vs<br />

26%), era borderline significativa per fischi recenti (12 vs 8%, p=0.06) ed any rinite (40 vs 34%, p=0.07), e<br />

significativa per la tosse (31 vs 18%, p


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

STUDIO DI COORTE DI NEONATI A ROMA PER VALUTARE IL RUOLO DI CARATTERISTICHE<br />

AMBIENTALI E GENETICHE SUI COMUNI PROBLEMI DI SALUTE DELL’INFANZIA (GASPII)<br />

Authors:<br />

D. PORTA (1), F. FORASTIERE (1), C. BRAHE (2), F. COTA (3), M. DE SANTIS (4), D. DI LALLO (5), A. DI<br />

NAPOLI (5), P. MASTROIACOVO (6), D. PARENTI (7), C. PISCICELLI (8), F.D. TIZIANO (2), A. TRIMBOLI (8),<br />

F. VISINTINI (7), A.A. ZUPPA (2), C.A. PERUCCI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA ASL RME ROMA ITALY, (2) ISTITUTO DI GENETICA MEDICA<br />

UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE ROMA ITALY, (3) ISTITUTO DI CLINICA PEDIATRICA<br />

UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE ROMA ITALY, (4) ISTITUTO DI CLINICA OSTETRICA E<br />

GINECOLOGICA UNIVERSITA CATTOLICA DEL SACRO CUORE ROMA ITALY, (5) AGENZIA DI SANITA<br />

PUBBLICA DELLA REGIONE LAZIO ROMA ITALY, (6) INTERNATIONAL CENTRE ON BIRTH DEFECTS<br />

ROMA ITALY, (7) DIVISIONE DI PEDIATRIA OSPEDALE CRISTO RE ROMA ITALY, (8) DIVISIONE DI<br />

OSTETRICIA E GINECOLOGIA OSPEDALE CRISTO RE ROMA ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione. I bambini possono essere più suscettibili degli adulti ai fattori ambientali cui sono sottoposti<br />

durante il periodo pre-natale e post-natale e nei primi anni di vita. Studi epidemiologici suggeriscono che queste<br />

esposizioni possono essere responsabili di molte malattie della infanzia (quali asma e allergie, infezioni<br />

respiratorie) e della età adulta. Molto probabilmente la interazione gene-ambiente gioca un ruolo molto<br />

importante nel modello causale di queste patologie. Il disegno di studio delle coorti di neonati è il più adatto per<br />

lo studio della eziologia delle più comuni patologie della infanzia perché permette di stabilire la giusta<br />

temporalità tra esposizione ed esito e di evitare problemi di recall bias.<br />

Obiettivi. A Roma è stata arruolata una coorte di nati con l obiettivo di valutare l effetto delle esposizioni<br />

ambientali e delle abitudini alimentari sulla salute infantile e di verificare differenti ipotesi riguardanti la<br />

interazione gene-ambiente.<br />

Metodi. La coorte è stata arruolata alla nascita. Sono stati raccolti e conservati il sangue materno e quello<br />

cordonale dopo la separazione del siero e la estrazione del DNA. Le informazioni di base sono state raccolte<br />

attraverso questionari somministrati alla madre e al padre dopo il parto e attraverso la estrazione di informazioni<br />

dalle cartelle cliniche del parto e della degenza del bambino. Il follow-up è stato condotto a 6 mesi tramite<br />

intervista telefonica e a 15 mesi tramite intervista telefonica e visita pediatrica sullo sviluppo somatico e<br />

psicomotorio.<br />

Risultati. Nel periodo giugno 2003-Novembre 2004, sono stati arruolati 708 bambini e raccolti 597 campioni di<br />

sangue cordonale e 639 di sangue materno. Le interviste a 6 e 15 mesi sono state eseguite rispettivamente per<br />

694 (98%) e 664 (93,8%) casi. 578 bambini (81.6%) sono stati visitati tra 15 e 18 mesi.<br />

Conclusioni. Il progetto GASPII ha permesso di testare la fattibilità di uno studio di coorte di nati prospettico in<br />

Italia, dove non esiste un esperienza a livello nazionale. Lo studio prevede di continuare il follow-up dei bambini<br />

almeno fino alla età scolare e potrà fornire, tra i molti argomenti studiati, risultati su possibili fattori di rischio di<br />

asma e allergie e patologie respiratorie nella infanzia.<br />

78


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

LO STUDIO DRIAS: LA SCELTA DEI CRITERI DI ACCETTABILITA' INFLUENZA I RISULTATI DELLA<br />

SPIROMETRIA E LE STIME DI PREVALENZA DI MALATTIA<br />

Authors:<br />

R. Pistelli (1), P. Murgia (2), G. Balestra (1), C. Bellu (3), S. Sammarro (1), P. Greco (2), R. Pirastu (4), A.<br />

Biggeri (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università Cattolica Roma ITALY, (2) Ospedale F.lli Crobu Iglesias ITALY, (3) Università di Firenze Firenze<br />

ITALY, (4) Università La Sapienza Roma ITALY<br />

Body:<br />

La spirometria è stata utilizzata nello studio DRIAS al fine di ottenere dati oggettivi di patologia respiratoria, per<br />

validare i dati ottenuti tramite questionario e per valutare la frequenza di malattia con uno strumento molto<br />

sensibile. Il contenuto di informazione della spirometria varia con la qualità di esecuzione dell’esame, che<br />

dipende da una serie di fattori propri del soggetto da esaminare, dell’operatore, del protocollo di esecuzione<br />

dell’esame e dello spirometro. In questa presentazione si valuta l’effetto del soddisfacimento dei criteri proposti<br />

da ERS/ATS sui risultati delle spirometrie eseguite in bambini nel range di età 8-11 anni nello studio DRIAS.<br />

Sono stati utilizzati modelli di regressione multipla in cui le variabili spirometriche rappresentavano la variabile<br />

dipendente e le variabili antropometriche le variabili indipendenti. I criteri numerici indicativi di qualità della<br />

spirometria sono stati introdotti nei modelli come variabili continue o categorizzate su opportuni punti di cut-off.<br />

Le valutazioni originariamente qualitative sono state utilizzate come variabili dicotomiche. La significatività di<br />

ogni variabile è stata giudicata sulla base di un F-test parziale superiore a 4.<br />

Il tempo di espirazione, fra i criteri caratterizzanti l’esecuzione della spirometria, è risultato essere il fattore<br />

maggiormente rilevante rispetto ai parametri misurati. In particolare la FVC è risultata essere 246 ml (LF 95%<br />

93-400) più elevata nelle spirometrie con tempo di espirazione superiore a 6 secondi rispetto alle spirometrie<br />

con tempo di espirazione inferiore a 2 secondi, con un incremento lineare stimato di 66 ml per secondo.<br />

Contemporaneamente il FEV1 è risultato inferiore di 154 ml (LF 95% 15-292) nelle spirometrie con tempo di<br />

espirazione superiore a 6 secondi rispetto alle spirometrie con tempo di espirazione inferiore a 2 secondi, con un<br />

decremento lineare stimato di 24 ml per secondo.<br />

Lo studio dimostra che una accettazione indiscriminata del recente criterio ERS/ATS di un tempo di espirazione<br />

di 3 secondi in questa fascia d’età può determinare una sistematica sovrastima del rapporto FEV1/FVC ed una<br />

stima per difetto della prevalenza della patologia ostruttiva nella popolazione in età pediatrica.<br />

79


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

LO STUDIO DRIAS (DISTURBI RESPIRATORI NELL'INFANZIA E L'AMBIENTE IN SARDEGNA):<br />

PREVALENZA DI MALATTIA IN PRESENZA DI DIVERSI FATTORI DI RISCHIO<br />

Authors:<br />

R. Pirastu (1), C. Bellu (2), R. Pistelli (3), P. Greco (4), G. Accetta (5), A. Biggeri (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università La Sapienza Roma ITALY, (2) Università di Firenze Firenze ITALY, (3) Università Cattolica Roma<br />

ITALY, (4) Ospedale F.lli Crobu Iglesias ITALY, (5) Centro Studi Prevenzione Oncologica Firenze ITALY<br />

Body:<br />

Lo studio DRIAS (Disturbi Respiratori nell’Infanzia e l’Ambiente in Sardegna) valuta, tramite questionario<br />

modificato dallo studio SIDRIA, la prevalenza di disturbi respiratori nei bambini residenti in un’area della<br />

Sardegna sud-occidentale.. La popolazione in studio è costituita dai bambini delle scuole elementari dei comuni<br />

di Capoterra, Carbonia, Portoscuso, Sant’Antioco, San Gavino, Sarroch, Villa San Pietro, Villacidro e Villasor. Il<br />

questionario, modificato dal questionario SIDRIA e compilato dai genitori, mira all’identificazione dei disturbi<br />

respiratori e dei fattori di rischio correlati individuali e familiari. Un altro fattore di rischio è costituito dalle<br />

condizioni di inquinamento atmosferico significativamente diverse fra i comuni in cui l’indagine è stata condotta.<br />

Tra Novembre 2004 e Giugno 2005 per una settimana al mese sono state eseguite misure di concentrazione<br />

degli inquinanti atmosferici gassosi ossidi di azoto, ossidi di zolfo e idrocarburi policiclici aromatici (benzene,<br />

toluene e xilene). Le misurazioni sono state condotte con dosimetri passivi e le analisi sono state condotte<br />

secondo protocolli validati internazionalmente presso la ditta Attalea (Svizzera). I dosimetri sono stati collocati e<br />

supervisionati dal servizio responsabile della rete di monitoraggio della qualità dell’aria della Provincia di<br />

Cagliari. Le postazioni oggetto della sorveglianza sono state quelle presso cui sono poste le centraline fisse del<br />

sistema di monitoraggio provinciale e i cortili delle scuole elementari presso cui è stata effettuata la rilevazione.<br />

Sulla base delle misurazioni ambientali sono state identificate tre aree: nelle due aree caratterizzate da livelli di<br />

inquinamento più elevati la prevalenza dei sintomi respiratori era più elevata rispetto all’area di confronto, le<br />

prevalenza di sibili negli ultimi 12 mesi era pari a 8-11% nelle prime due aree e 7% nell’area di confronto, per<br />

tosse o catarro le rispettive percentuali erano pari a 9-11% verso 6%. Per quello che riguarda i fattori di rischio<br />

individuali i risultati mostrano che il 22% delle madri ed il 36% dei padri erano fumatori e il 44% dei bambini<br />

aveva un genitore fumatore. Nel 18% delle abitazioni erano presenti muffe o umido nella stanza del bambino;<br />

infine, l’8% delle abitazioni sono localizzate in aree a traffico intenso.<br />

80


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

LO STUDIO DRIAS: CONTROLLO DI QUALITA' DELLE SPIROMETRIE<br />

Authors:<br />

R. Pistelli (1), G. Balestra (1), P. Murgia (2), C. Bellu (3), S. Sammarro (1), P. Greco (2), R. Pirastu (4), A.<br />

Biggeri (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università Cattolica Roma ITALY, (2) Osoedale F.lli Crobu Iglesias ITALY, (3) Università di Firenze Firenze<br />

ITALY, (4) Università La Sapienza Roma ITALY<br />

Body:<br />

La spirometria è stata utilizzata nello studio DRIAS al fine di ottenere dati oggettivi di patologia respiratoria, per<br />

validare i dati ottenuti tramite questionario e per valutare la frequenza di malattia con uno strumento molto<br />

sensibile. Il contenuto di informazione della spirometria varia con la qualità di esecuzione dell’esame che<br />

dipende da una serie di fattori propri del soggetto da esaminare, dell’operatore, del protocollo di esecuzione e<br />

dello spirometro. Nello studio DRIAS è stato applicato un programma di controllo di qualità i cui risulttai sono<br />

oggetto della presentazione.<br />

Il controllo di qualità si è articolato in due fasi: durante la raccolta dei dati e in una fase successiva di revisione.<br />

Nella prima fase si è provveduto alla istruzione degli operatori, alla standardizzazione della raccolta delle misure<br />

antropometriche, del protocollo di esecuzione degli esami e di taratura degli apparecchi, alla definizione della<br />

sequenza randomizzata di utilizzazione dei tre spirometri portatili in uso (Biomedin, Padova), al controllo<br />

periodico della qualità degli esami ottenuti. Nella seconda fase, tutte le spirometrie registrate sono state<br />

rivalutate indipendentemente da due operatori esperti per ottenere un giudizio di qualità in accordo con gli<br />

standard ERS/ATS. Un terzo livello di giudizio interveniva in caso di valutazione discordante. La qualità delle<br />

spirometrie è stata giudicata sia sulla base del soddisfacimento di criteri basati su dati numerici (Tempo al picco<br />

di flusso, estrapolazione retrograda, tempo di espirazione, plateau) sia in base alla morfologia delle curve<br />

Flusso/volume ottenute.<br />

Su 1861 bambini che si sono sottoposti alla spirometria, sono state ottenute 1703 spirometrie considerate<br />

accettabili. Nel 30.3% dei casi si è ottenuta almeno una manovra che soddisfacesse almeno tre criteri numerici.<br />

Tuttavia soltanto nel 25% dei casi la curva flusso/volume prescelta possedeva una morfologia ideale. Nel<br />

restante 69.7% dei casi la spirometria è stata comunque considerata idonea a fornire informazioni sui principali<br />

parametri funzionali. Le differenze fra operatori addetti al rilevamento dei dati e fra strumenti sono state testate<br />

in modelli multivariati e sono risultate non significative.<br />

Lo studio dimostra che un rigoroso controllo di qualità è necessario quando si utilizzi la spirometria come<br />

strumento per l’epidemiologia pediatrica.<br />

81


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ACUTI DEGLI INQUINANTI ATMOSFERICI DA TRAFFICO VEICOLARE<br />

SULL'APPARATO RESPIRATORIO<br />

Authors:<br />

L. PATRINI (1), P. COSTAMAGNA (1), D. CONSONNI (1), G. RIVOLTA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIP. DI MEDICINA PREVENTIVA, AMBIENTALE E DEL LAVORO, FONDAZIONE IRCCS - OSP.<br />

MAGGIORE POLICLINICO MILANO ITALY<br />

Body:<br />

Il tema è di grande attualità, oltre che per la valutazione dei rischi lavorativi degli addetti al traffico, anche per la<br />

ricaduta sulla salute della popolazione residente nelle città. Scopo dello studio è verificare, negli agenti del<br />

Corpo di Polizia Locale di Milano, un eventuale incremento della prevalenza dei sintomi respiratori e una<br />

maggiore compromissione della funzione ventilatoria in rapporto al grado di inquinamento atmosferico misurato<br />

con campionatori personali. L'indagine ha previsto un colloquio con un medico con raccolta anamnestica e<br />

compilazione di apposito questionario ed esame spirometrico ad inizio e fine turno. Quotidianamente, durante<br />

l'indagine, è stato effettuato il campionamento ambientale personale passivo per idrocarburi aromatici. Sono<br />

state inoltre determinata l'esposizione personale a CO con campionatore diffusivo a cella elettrochimica e le<br />

concentrazioni della polveri fini per mezzo di campionatore personale. Hanno partecipato allo studio 130 agenti;<br />

i maschi sono il 60% e le femmine il 40%. Dall'analisi statistica dei sintomi raccolti ad inizio e fine turno si nota<br />

un incremento significativo di tutti i sintomi a fine turno, ad ecezzione di dispnea e palpitazioni,<br />

indipendentemente dall'abitudine al fumo di sigaretta. Analogamente anche per alcuni parametri spirometrici si<br />

osserva un lieve ma significativo decremento dei valori a fine turno, soprattutto nel gruppo dei non fumatori, pur<br />

rimanendo sempre nel renge di normalità. Dall'analisi dei dati derivanti dal monitoraggio ambientale si evince<br />

che per alcuni inquinanti si ha un netto superamento dei valori limite ambiemtali stabiliti secondo il DM-60/2002<br />

(polveri fini e benzene); tuttavia, per tutti gli inquinanti campionati le concentrazioni sono nettamente al di sotto<br />

dei TLW/TWA (ACGIH-2004) stabiliti per gli ambienti di lavoro. Dal confronto tra i sintomi con i vari livelli<br />

d'esposizione agli inquinanti non si evidenziano correlazioni significative; le uniche eccezioni riguardano il<br />

sintomo cefalea correlato con il toluene, la sintomatologia oculare con la frazione respirabile delle polveri fini e la<br />

faringodinia con il CO/TWA. Il confronto dei parametri spirometrici con gli inquinanti divisi per terzili non ha<br />

mostrato differenze significative. La ricaduta clinica dell'inquinamento atmosferico sugli agenti viabilisti è risultata<br />

modesta ed il rischio di effetti acuti è sovrapponibile a quello della popolazione generale.<br />

82


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

INCIDENZA DELL'EMBOLIA POLMONARE NELL'AREA PISANA<br />

Authors:<br />

L. MARCONI (1), C. RIBAS (1), M. GHERARDI (1), G. PALMIERO (1), G. BARDI (1), N. CARPENE' (1), C.<br />

MANTA (1), A. PALLA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO CARDIO-TORACICO AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA PISANA, SEZIONE DI<br />

MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO ITALY<br />

Body:<br />

SCOPO: definire l'incidenza dell'embolia polmonare nell'Area Pisana nel periodo di tempo compreso tra Maggio<br />

2001 e Maggio 2005. MATERIALI E METODI: è stata presa in esame una casistica di 1027 pazienti giunti<br />

consecutivamente con il sospetto clinico di embolia polmonare presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria<br />

Pisana nel periodo di tempo compreso Maggio 2001 e Maggio 2005. In 522 (50,8%) casi, di cui 231 maschi con<br />

età media di 68,6;14,3 DS anni, è stata confermata la diagnosi di malattia attraverso indagini diagnostiche quali<br />

la angio-TAC spirale in 382 (73,2%) pazienti, l'angiografia polmonare in 4 (0,7%) casi o la scintigrafia polmonare<br />

da perfusione ad alta probabilità associata ad un quadro clinico altamente suggestivo per embolia polmonare in<br />

136 (26%) pazienti. La probabilità a priori per un paziente di essere affetto da embolia polmonare è risultata pari<br />

a 0,5. RISULTATI: 781 pazienti (76%) provenivano da vari reparti di degenza dell'Azienda Ospedaliero-<br />

Universitaria Pisana, mentre 246 (24%) provenivano dall'Unità Operativa di Medicina d'Urgenza. L'incidenza di<br />

embolia polmonare nella popolazione dell'Area Pisana è risultata essere pari a 130/100.000 abitanti , quindi<br />

molto al di sopra di quella riportata negli Stati Uniti (Anderson et al. Arch Intern Med 1991; Heit et al. Mayo Clin<br />

Proc 2001) ed in Inghilterra (107/100.000, Van Beek EJR 1996) ed inferiore a quella riscontrata in Francia<br />

(165/100.000, Van Beek EJR 1996). CONCLUSIONI: l'alta incidenza di malattia riscontrata nell'Area Pisana può<br />

essere spiegata sulla base del fatto che la nostra Unità Operativa rappresenta un Centro di riferimento per la<br />

diagnosi e la terapia dell'embolia polmonare nell'area; tuttavia, è possibile che essa sia sovrastimata a causa<br />

dell'invio presso la nostra Unità Operativa di pazienti provenienti da zone al di fuori dell'Area Pisana.<br />

83


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

USO DELLA TECNOLOGIA GIS PER L'ANALISI DEGLI EFFETTI SANITARI DELL'ESPOSIZIONE A LUNGO<br />

TERMINE ALL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO IN UN CAMPIONE DI POPOLAZIONE GENERALE<br />

Authors:<br />

S. Maio (1), S. Baldacci (1), D. Nuvolone (2), R. Della Maggiore (2), M. Borbotti (1), A. Angino (1), F. Martini (1),<br />

F. Di Pede (1), M. Simoni (1), F. Pistelli (1), L. Carrozzi (1), G. Viegi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR Pisa ITALY, (2) Istituto di<br />

Scienza e Tecnologie dell'Informazione, CNR Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Obiettivo: lo scopo di questo studio è valutare l’associazione fra esposizione a lungo termine all’inquinamento<br />

atmosferico ed evoluzione temporale dello stato di salute, dei fattori di rischio e dell’uso di medicinali, in un<br />

campione di popolazione residente nell’Italia Centrale (Pisa), con ausilio della tecnologia GIS (Geographical<br />

Information System).<br />

Disegno: studio longitudinale su un sotto-campione della popolazione generale (consumatori abituali di farmaci,<br />

durante un’indagine svolta nel 1991-1993, appaiati con metodo random, per sesso e decadi di età, ad un gruppo<br />

di non consumatori).<br />

Questo sotto-campione è stato nuovamente indagato, nel 2005, mediante un’intervista telefonica riguardante le<br />

caratteristiche demografiche, i sintomi/malattie respiratori, la comorbosità, e l’uso abituale di farmaci. I soggetti<br />

sono stati analizzati prendendo in considerazione la distanza della loro residenza da strade ed industrie,<br />

mediante l’utilizzo della tecnologia GIS. In particolare sono state prese in considerazione distanze di 100m dalle<br />

strade principali e distanze di 1100m da sorgenti di inquinamento industriale.<br />

Risultati: dalle analisi svolte è emerso che vivere vicino a sorgenti di inquinamento atmosferico è associato<br />

all’incidenza di sintomi/malattie respiratori. In particolare sono emerse associazioni con: BPCO (OR 2.95, 95%IC<br />

1.07-8.17) ed espettorato (OR 5.25, 95%IC 1.47-18.77), in chi vive esposto ad inquinamento industriale e<br />

veicolare; BPCO (OR 2.10 95%IC 1.20-3.69) in chi risiede in zone esposte al solo inquinamento veicolare.<br />

Conclusioni: questo studio ha permesso di valutare che l’esposizione cronica (circa 13 anni) ad inquinamento<br />

atmosferico è associata all’insorgenza di sintomi/malattie respiratori cronici, quali l’espettorato e la BPCO.<br />

84


Title:<br />

TOSSE CRONICA E SVILUPPO DI BPCO<br />

Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Authors:<br />

E. Ansaldo (1), R. Niniano (1), P. Quaresima (1), G. Cervio (1), E. Gatto (1), E. Crippa (1), S. Villani (2), A. G.<br />

Corsico (1), I. Cerveri (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) IRCCS Policlinico San Matteo, Università di Pavia Pavia ITALY, (2) Università di Pavia Pavia ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: Non vi è ancora certezza, negli studi epidemiologici, sul ruolo dei sintomi di bronchite cronica in<br />

assenza di ostruzione bronchiale (GOLD stadio 0) nella predizione dello sviluppo di BPCO. Infatti tali sintomi in<br />

molti soggetti possono regredire o possono essere dovuti, almeno in parte, ad altre patologie che condividono la<br />

stessa sintomatologia ma che si differenziano dalla BPCO per patogenesi, trattamento ed evoluzione, come<br />

rinosinusite cronica e asma.<br />

Metodi: 212 giovani adulti (età media 41±5 anni), che avevano riferito di soffrire di tosse cronica produttiva in un<br />

questionario postale inviato precedentemente ad un campione rappresentativo della popolazione generale, sono<br />

stati richiamati in clinica e sottoposti ad una serie di indagini. La diagnosi è stata posta separatamente da due<br />

diversi pneumologi in base ai dati ottenuti dall'anamnesi (presenza dei sintomi nasali e respiratori), dalla<br />

spirometria e da altri eventuali test (test di broncodilatazione o di broncostimolazione con metacolina, Rx<br />

torace); in caso di sospetta rinosinusite i soggetti sono stati sottoposti a visita ORL, ad endoscopia nasale e/o<br />

TC dei seni paranasali.<br />

Risultati: 87 soggetti (41%) non riferivano più sintomi di tosse cronica produttiva e mostravano un quadro<br />

funzionale nella norma; di questi il 7% aveva smesso di fumare e il 9% era stato trattato farmacologicamente. Al<br />

termine dell'iter diagnostico 58 soggetti (27%) sono risultati affetti da rinosinusite cronica; 17 (8%) da asma<br />

bronchiale (82% dei quali aveva anche rinosinusite cronica) e 50 (24%) da BPCO allo stadio 0 (14% dei quali<br />

soffriva anche di rinosinusite cronica). La rinosinusite cronica era più frequente nelle femmine che nei maschi<br />

(p


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

L'ABITUDINE AL FUMO NELLA POPOLAZIONE GIOVANE ADULTA ITALIANA<br />

Authors:<br />

R. Niniano (1), G. Verlato (2), R. Melotti (2), M. Bugiani (3), L. Carrozzi (4), A. Marinoni (1), R. Dallari (5), P.<br />

Pirina (6), P. Struzzo (7), M. Olivieri (2), A. Corsico (1), I. Cerveri (1), R. de Marco (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) IRCCS Policlinico San Matteo, Università di Pavia Pavia ITALY, (2) Dipartimento di Medicina e Sanità<br />

Pubblica, Università di Verona Verona ITALY, (3) CPA-ASL 4, Torino Torino ITALY, (4) CNR, Università e<br />

Ospedale di Pisa Pisa ITALY, (5) Ospedale di Sassuolo, AUSL di Modena Sassuolo ITALY, (6) Università di<br />

Sassari Sassari ITALY, (7) Comune di Udine Udine ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: Nella maggior parte dei Paesi occidentali si registra una diminuzione nella prevalenza<br />

dell'abitudine al fumo tra gli uomini mentre, tra le donne, la prevalenza sembra diminuire in Nord Europa ma<br />

aumentare nell'area mediterranea. Scopo del presente studio è quello di valutare l'andamento nel tempo<br />

dell'abitudine al fumo in Italia.<br />

Metodi: In 9 centri italiani tra il 1998 e il 2000, nell'ambito dello studio ISAYA (Italian Study on Asthma in Young<br />

Adults), ad un campione randomizzato della popolazione italiana di età compresa tra 20 e 45 anni, è stato<br />

inviato un questionario postale. La risposta cumulativa è stata del 72.7% (18873/25969). Le curve di<br />

sopravvivenza Kaplan-Meier e il log-rank test sono stati usati per paragonare la probabilità di rimanere non<br />

fumatori nell'ambito delle diverse coorti di nascita (1953-58, 1959-63, 1964-68, 1969-73, 1974-78). E' anche<br />

stata valutata la probabilità di smettere di fumare dei soggetti ancora fumatori.<br />

Risultati: La probabilità di rimanere non fumatori aumenta significativamente nelle generazioni più giovani per<br />

entrambi i sessi. All'età di 20 anni questa probabilità è del 41.7% (95% CI 39.4-44.0%) per gli uomini e del<br />

52.7% (50.4-54.9%) per le donne nate tra il 1953 e il 1958, ed aumenta al 57% (54.8-59.1%) negli uomini e<br />

68.7% (66.6-70.7%) nelle donne nate tra il 1969 e il 1973, ma non si registra un ulteriore decremento<br />

dell'abitudine tabagica nelle coorti più giovani (1974-78). Anche la probabilità di smettere di fumare aumenta<br />

significativamente passando dalla coorte dei nati tra il 1953 e il 58 ai nati tra 1969 e il 73.<br />

Conclusioni: L'abitudine al fumo è in declino tra i giovani italiani di entrambi i sessi. Sono tuttavia necessari<br />

ulteriori sforzi per promuovere attive campagne antifumo, rivolte soprattutto agli adolescenti che sono i soggetti<br />

a più alto rischio di diventare nuovi fumatori.<br />

86


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

DIAMOCI RESPIRO. PROGETTO EDUCAZIONALE AZIENDALE PER MIGLIORARE LA SALUTE<br />

RESPIRATORIA E L’ATTIVITA’ FISICA NEI SOGGETTI ASMATICI<br />

Authors:<br />

F. FALCONE (1), P. BELTRAMI (1), G. DI PASQUALE (1), P. FARRUGGIA (1), G. GHEDINI (1), V. PEDONE<br />

(1), F. RAGGI (1), F. RIBOLDI (1), D. DRAGHETTI (2), C. CINTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) AUSL DI BOLOGNA BOLOGNA ITALY, (2) UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) BOLOGNA ITALY, (3) con<br />

la collaborazione del Gruppo di Studio AIPO Attività Educazionale ITALY<br />

Body:<br />

Analisi del problema<br />

L’attività educazionale è un mezzo efficace ed efficiente di gestione dell’asma, è parte integrante del trattamento<br />

e deve essere attuata in modo competente. L’empowerment dello sportivo asmatico può migliorarne la motricità.<br />

Obiettivi<br />

Il progetto Diamoci Respiro si pone come obiettivo l’autosufficienza delle persone nella percezione e nella<br />

gestione dell’asma negli sportivi attraverso la corretta educazione alla salute.<br />

Si pone l’obiettivo di informare gli atleti sulla prevenzione, riconoscimento e corretto trattamento dell’asma.<br />

Metodi<br />

Attraverso interventi specifici e mirati, dando responsabilità e formando gli istruttori sportivi<br />

si cercherà di rendere consapevoli i frequentatori di alcuni fra i maggiori centri sportivi (UISP) di Bologna e<br />

Provincia, creando in loro una consapevolezza che permetta una reale conoscenza del problema asma e di<br />

come affrontarlo.<br />

Formazione<br />

La UISP si attiverà per organizzare corsi di formazione rivolti ad operatori sportivi, allenatori, genitori ed atleti nei<br />

quali verranno affrontate diverse tematiche: come si presenta la crisi d’asma, come si riconoscono i sintomi,<br />

quali sono le vie di prevenzione, quali strategie attuare e a quali strutture rivolgersi per la gestione della malattia.<br />

La sinergia delle azioni sopraindicate ha come finalità ultima quella di creare una cultura e una modificazione<br />

degli stili di vita che porti alla prevenzione dei rischi respiratori, attraverso l’educazione all’autogestione e<br />

l’empowerment degli sportivi e delle loro famiglie.<br />

La metodologia di attuazione del progetto si articolerà in azioni successive ed integrate che inizieranno a<br />

Bologna proprio in occasione della Giornata del Respiro Nazionale AIPO 2006 quando i Sanitari dell’Unità<br />

Operativa di Pneumotisiatria dell’AUSL di Bologna forniranno attività educazionale sull’asma e sul<br />

broncospasmo da esercizio fisico e verrà attivato un percorso diagnostico spirometrico attuato direttamente negli<br />

impianti sportivi UISP (piscine, palestre,ecc).<br />

Saranno poi valutati i risultati del progetto, le nuove diagnosi di asma bronchiale tra gli atleti iscritti alle società<br />

sportive coinvolte, la rilevazione di impatto del problema asmatico tra gli sportivi, oltre ad una valutazione di<br />

apprendimento e gradimento di tutti i soggetti coinvolti nelle iniziative formative.<br />

I risultati ottenuti grazie al progetto, verranno poi illustrati e divulgati in un convegno pubblico ed i dati saranno<br />

pubblicati.<br />

87


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

Tutela dell'ambiente di lavoro: pneumopatie interstiziali da metalli duri.<br />

Authors:<br />

D. Sallustio (1), G. Sallustio (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) I.S.P.E.S.L. Dipartimento di Bari Bari Italy, (2) U.O. Medicina Interna P.O. AUSL BA/2. Molfetta (Ba) Italy<br />

Body:<br />

Le malattie interstiziali del polmone sono processi patologici che riconoscono diversa origine,con<br />

interessamento della matrice extracellulare,della componente vascolare ed alveolare.I processi riparativi che<br />

seguono le interstiziopatie possono portare ad una restituito ad integrum o ad un sovvertimento della struttura<br />

del polmone dovuto a deposizione di tessuto connettivo(fibrosi).Tra le varie interstiziopatie polmonari ci<br />

soffermeremo su quelle legate a fattori occupazionali ed ambientali,in particolar modo quelle legate alla<br />

inalazione di metalli duri.Questi ultimi sono prodotti che,per le proprietà di durezza e resistenza,sono impiegati<br />

nella produzione di utensili taglienti vari ed altre strutture metalliche.L'inalazione di tali polveri metalliche,durante<br />

le fasi di lavorazione metallurgica e metallica (limatura,rifinitura),può determinare vari quadri patologici polmonari<br />

da effetto acuto,subacuto e cronico (edema polmonare,asma bronchiale,alveolite,fibrosi).I metalli maggiormente<br />

implicati in tali patologie sono cromo,cobalto,nickel,tantalio,carburo di tungsteno,questo ultimo più<br />

frequentemente implicato negli effetti tossici ed allergologici sull'uomo.Sono giunti alla nostra osservazione,nel<br />

corso di un anno,per problematiche respiratorie (tosse,dispnea) 10 pazienti (età 45485 anni) a cui,dopo<br />

valutazione anamnestica lavorativa,strumentale e di laboratorio (TAC torace ad alta<br />

risoluzione,spirometria,emogasanalisi arteriosa,broncoscopia con BAL,biopsia polmonare),è stata posta<br />

diagnosi di interstiziopatia polmonare da metalli duri con quadri di reticolonodulazione polmonare diffusa.<br />

Sottoposti a terapia steroidea del caso,i pazienti hanno mostrato miglioramento dei parametri clinico-funzionali<br />

ed eseguono periodici controlli ambulatoriali per monitorare la eventuale progressione della affezione. L'attività<br />

di prevenzione e protezione dei lavoratori, soggetti a tali patologie di tipo professionale, è regolamentata da<br />

diverse disposizioni legislative nazionali.Il D.Lgs. n.626/94 e s.m.i. consente al datore di lavoro,insieme ad altre<br />

figure previste all'art.2 dello stesso,di attuare il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte<br />

le fasi della attività lavorativa, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della<br />

popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno. Il datore di lavoro,tramite il medico competente,esegue la<br />

sorveglianza sanitaria: 1)prima di adibire il lavoratore alla mansione che comporta esposizione,<br />

2)periodicamente nel tempo, 3)all'atto della cessazione del rapporto di lavoro.<br />

88


Topic: EPIDEMIOLOGIA E SANITA' PUBBLICA<br />

Title:<br />

PREVALENZA DEI SINTOMI DI ASMA BRONCHIALE IN ETÀ SCOLARE NELLA CITTÀ DI NAPOLI.<br />

Authors:<br />

G. de LAURENTIIS (1), M. MANISCALCO (2), A. ZEDDA (2), S. FARAONE (2), V. RUSSO (2), D. DI MARIA (2),<br />

V. CAUTIERO (3), T. CAUTIERO (3), F. CIANCIULLI (1), L. CARRATU' (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) CATTEDRA DI MALATTIE APP. RESPIRATORIO, UNIVERSITA' FEDERICO II NAPOLI ITALY, (2) UOS<br />

FISIOPATOLOGIA CLINICA RESPIRATORIA, OSPEDALE DI CASORIA NAPOLI ITALY, (3) ASL NA1, AREA<br />

FUNZIONALE DI PNEUMOLOGIA NAPOLI ITALY<br />

Body:<br />

Background: esistono pochi studi sull incidenza dei sintomi dell asma bronchiale nel Sud Italia. Gli studi SIDRIA<br />

hanno dimostrato che la prevalenza dell asma nelle città del Nord e del Centro Italia si aggira intorno al 9 %,<br />

presentando una caratteristica distribuzione bimodale (età pediatrica ed adulta) con due picchi durante l età<br />

pediatrica in corrispondenza delle fasce di età tra i 6-7 (classe II elementare, CE) e i 13-14 anni (classe III<br />

media, CM).<br />

Scopo dello studio: valutare la prevalenza dei sintomi di asma bronchiale nella città di Casoria, nella periferia<br />

nord di Napoli.<br />

Materiali e Metodi: è stato distribuito ai bambini di classe II elementare e II media delle scuole distribuite sull<br />

intero territorio di Casoria un questionario autosomministrato del tipo ISAAC modificato. Il principale obiettivo è<br />

stato individuare i soggetti con risposta positiva (definiti sintomatici) alle tre domande per suggestione di asma<br />

(sibili al torace, tosse secca e dispnea).<br />

Risultati: dei 2044 questionari distribuiti sono stati raccolti ed analizzati 1829 (89.5 %). La<br />

percentuale di risposta ai questionari è stata 75.6 % (667/882) e 92 % (1062/1162) nei gruppi CE e CM<br />

rispettivamente. La percentuale dei bambini sintomatici era 12.8 % CE (86/667) e 12.5 % CM (145/1062).<br />

212/231 (92%) avevano in precedenza ricevuto diagnosi di asma bronchiale e 138/231 (60%) erano sottoposti a<br />

terapia con farmaci antiasmatici. 190/231 bambini (90 CE and 100 CM) sono stati sottoposti a spirometria<br />

semplice, mostrando che 2 soggetti del gruppo CE presentavano un pattern ventilatorio di ostruzione bronchiale<br />

di grado moderato (50% < FEV1 < 80%).<br />

Conclusioni: la popolazione pediatrica scolastica nella città di Casoria presenta una prevalenza di sintomi<br />

asmatici più alta rispetto alla media nazionale italiana. Inoltre, l uso del questionario auto somministrato si è<br />

dimostrato un utile strumento per l analisi epidemiologica per l identificazione di soggetti con aumentato rischio<br />

di asma bronchiale.<br />

La distribuzione dei sintomi di asma nell intera popolazione scolastica pediatrica del territorio cittadino di Casoria<br />

necessita di ulteriori studi.<br />

89


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

ASMA BRONCHIALE E ALLERGIA ALIMENTARE: METODICHE DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE.<br />

Authors:<br />

V. Pecora (1), E. Nucera (1), C. Lombardo (1), A. Buonomo (1), T. De Pasquale (1), C. Roncallo (1), E.<br />

Pollastrini (1), L. Di Candia (1), S. Musumeci (1), G. Altomonte (1), C. Alonzi (1), V. Sabato (1), D. Schiavino (1),<br />

G. Patriarca (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Servizio di Allergologia, Policlinico A. Gemelli, Università Cattolica Sacro Cuore. Roma ITALY<br />

Body:<br />

L’allergia alimentare è stimata nella popolazione adulta intorno al 2%, mentre in quella pediatrica intorno al 5% e<br />

può determinare la comparsa di disturbi cutanei (sindrome orticaria-angioedema, eritema), disturbi<br />

gastrointestinali (dolori addominali, diarrea, vomito), disturbi respiratori (asma bronchiale, rinite) e manifestazioni<br />

sistemiche (shock anafilattico, anafilassi da sforzo fisico post-prandiale). In letteratura la correlazione esistente<br />

tra allergia alimentare e manifestazioni respiratorie è scarsamente valutata; in uno studio recentemente condotto<br />

su una popolazione pediatrica con allergia alimentare la prevalenza dell’asma bronchiale si aggira intorno<br />

all’8%.<br />

Presentiamo il caso di una donna di 38 anni con storia clinica di asma bronchiale e rinite correlata all’ingestione<br />

di uovo. Un’accurata anamnesi ha permesso di mettere in relazione l’ingestione dell’alimento e la comparsa<br />

delle manifestazioni respiratorie; tali disturbi comparivano solamente in seguito all’ingestione di alimenti<br />

contenenti uovo. Nel caso di sospetta allergia alimentare l’iter diagnostico prevede l’esecuzione di test cutanei<br />

sia con gli estratti del commercio che con gli alimenti freschi (metodica prick by prick), di test in vitro (dosaggio<br />

delle IgE specifiche - RAST), di diete di eliminazione ed, infine, l’esecuzione di test di provocazione orale in<br />

doppio cieco controllato con placebo.<br />

Nel nostro caso si è riscontrata una positività delle cutireazioni eseguite sia con l’estratto commerciale che con<br />

l’alimento fresco (tuorlo e albume) e un elevato tasso delle IgE specifiche per il tuorlo, l’albume e le sue frazioni<br />

allergeniche (ovoalbumina e ovotrasferrina). Data la comparsa di disturbi sistemici di lieve entità (prurito oculare,<br />

vellichio faringeo) in seguito all’esecuzione dei test cutanei con l’alimento fresco, non sono stati eseguiti i test di<br />

provocazione orale con il tuorlo e l’albume. La paziente ha, quindi, effettuato con successo un trattamento<br />

desensibilizzante specifico con il solo albume.<br />

90


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

EFFETTO DI LEVOCETIRIZINA SU SINTOMI, QOL E INFIAMMAZIONE NELLA COMORBIDITÀ RINITE-<br />

ASMA<br />

Authors:<br />

M. Pasquali (1), A. Rogkakou (1), I. Baiardini (1), A. Riccio (1), C. Gamalero (1), G. Passalacqua (1), GW.<br />

Canonica (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie Apparato Respiratorio e Allergologia ITALY<br />

Body:<br />

Levocetirizina (LCZ) si è dimostrata efficace nella rinite allergica. Nel presente studio sono stati valutati oltre agli<br />

effetti clinici, l’attività antinfiammatoria e gli effetti sulla QoL con uno strumento specificamente dedicato alla<br />

comorbidità rinite-asma. 50 pazienti adulti con rinite persistente e asma da acari, dopo una settimana di<br />

valutazione basale sono stati randomizzati a LCZ o placebo per 2 mesi. Sono stati valutati mediante punteggio i<br />

sintomi nasali e quelli bronchiali. La qualità della vita è stata misurata con lo specifico questionario Rhinasthma<br />

al baseline e dopo 2, 4 e 8 settimane. Agli stessi tempi sono stati valutati neutrofili, eosinofili e mediatori nello<br />

scraping e lavaggio nasale. Quaranta pazienti hanno completato lo studio senza effetti collaterali.. I sintomi<br />

hanno iniziato a ridursi nel gruppo attivo alla seconda settimana di terapia quando la differenza col placebo è<br />

divenuta significativa (0.05) per rimanere tale fino al termine. A partire dalla seconda settimana di terapia si è<br />

verificato un significativo miglioramento rispetto ai valori basali in tutti e quattro gli items del questionario<br />

Rhinasthma (rinite, asma, totale e impatto generale) solo nel gruppo attivo. Il confronto intergruppo è divenuto<br />

significativo (p< 0.05) alla quarta settimana. Solo 2 pazienti del gruppo attivo verso 13 del gruppo placebo<br />

hanno usato rescue medications. Si è osservata una significativa riduzione delle cellule infiammatorie nasali solo<br />

nel gruppo attivo. In conclusione, LCZ è efficace nella rinite perenne associate all’asma, ove migliora<br />

significativamente la qualità della vita.<br />

91


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

GLI ALLERGENI DEL CONIGLIO SONO FATTORE DI RISCHIO DI SENSIBILIZZAZIONE ANCHE IN<br />

SOGGETTI NON ESPOSTI PROFESSIONALMENTE<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), A. Piccolo (1), B. Dente (2), A. Salzillo (1), P. Noschese (1), G. Lobefalo (1), JA. Gilder (3), M.<br />

Russo (1), G. D Amato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) Laboratorio di Analisi Cliniche<br />

Ospedale San Paolo, Napoli , (3) Scientific Communications, Napoli<br />

Body:<br />

Sebbene i conigli domestici siano divenuti molto comuni come animali da compagnia, sono estremamente scarsi<br />

i dati della letteratura sulle caratteristiche della sensibilizzazione allergica in soggetti che non abbiano una<br />

esposizione professionale.<br />

Lo scopo dello studio è stato quello di determinare le peculiarità della sensibilizzazione allergica, il ruolo della<br />

esposizione diretta o indiretta a questi animali ed ai loro allergeni in soggetti non a contatto professionale. Da<br />

una popolazione di 1124 pazienti esaminati consecutivamente, abbiamo selezionato tutti i soggetti con<br />

cutipositività all epitelio di coniglio di cui sono state registrate la storia clinica, le modalità di esposizione al<br />

coniglio, i risultati dei test cutanei (SPTs) e della valutazione delle IgE totali / specifiche circolanti. E stata infine<br />

calcolata la prevalenza del possesso di tali animali nella nostra area geografica. Da un gruppo di 753 pazienti<br />

con SPTs positivi per almeno un allergene, 20 (2.65 %) risultavano sensibilizzati al coniglio ( 5 erano<br />

monosensibili). Quindici soggetti riferivano contatti diretti con coniglio (7 per possesso e 8 per contatti<br />

occasionali fuori casa); 3 pazienti avevano contatto indiretto con possessori di coniglio ed infine 2 individui<br />

negavano qualunque apparente esposizione. I pazienti monosensibili (con coniglio in casa) presentavano<br />

sintomi respiratori persistenti di grado moderato-severo. La prevalenza del possesso di coniglio nella zona di<br />

Napoli è di 1.56 %.<br />

Conclusione: in individui suscettibili senza esposizione professionale, il contatto diretto con il coniglio e, in alcuni<br />

casi, anche esposizione indiretta o apparentemente il non contatto, possono determinare sensibilizzazione<br />

allergica. Risulta verosimile un incremento di questa sensibilizzazione ( anche per esposizione indiretta come<br />

avviene per cani / gatti ) nel futuro come conseguenza dello aumento della abitudine a tenere il coniglio come<br />

animale da compagnia.<br />

92


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

I CAPELLI UMANI COSTITUISCONO UNA INSOSPETTATA MODALITA DI ESPOSIZIONE AGLI<br />

ALLERGENI DEL GATTO<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), D. Barber (2), M. Russo (1), M. D Amato (1), G. D Amato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) ALK-Abellò S.A. Madrid,<br />

Spagna<br />

Body:<br />

Risulta convincentemente dimostrato che gli allergeni del gatto sono ubiquitari poiché gli abiti dei possessori di<br />

questo animale costituiscono un mezzo per la distribuzione dello allergene principale ( Fel d 1) negli ambienti<br />

confinati non contaminati. Considerando che il Fel d 1 è in grado di aderire ad una varietà di superfici differenti,<br />

abbiamo voluto verificare se i capelli umani appartenenti ad individui con o senza gatto in casa potessero<br />

rappresentare una riserva di allergene nonché un possibile veicolo di diffusione.<br />

Abbiamo esaminato 73 donne ( 25 con gatto maschio non castrato in casa, 25 con cane in casa, e 23 soggetti<br />

controllo senza alcun contatto con animali). La aspirazione del materiale dai capelli è stata effettuata utilizzando<br />

una versione modificata di un campionatore portatile a batteria ( Par trap FA 52, Coppa Biella). Il materiale<br />

articolato veniva catturato da filtri di lana di vetro ( 25 mm di diametro, con pori di 2 mcmAP 20 Millipore, Milano),<br />

estratto in buffer fosfato e quindi sottoposto alla valutazione dello allergene del gatto utilizzando un anticorpo<br />

monoclonale anti-Fel d 1 su base ELISA.<br />

Apprezzabili quantità di allergene del gatto sono state evidenziate rispettivamente in 2 soggetti controllo, in 2<br />

donne con cane in casa ed in 13 donne con gatto in casa.<br />

Conclusione : in oltre la metà delle donne possessori di gatto, i capelli costituiscono una significativa riserva di<br />

Fel d 1. Sembra pertanto verosimile che queste quantità di allergene del gatto possano contribuire alla<br />

sensibilizzazione allergica allorché rilasciate in ambienti interni non contaminati.<br />

93


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

ADERENZA AD IMMUNOTERAPIA SUBLINGUALE NEI PAZIENTI PEDIATRICI<br />

Authors:<br />

A. Musarra, S. Pecora, G. Passalacqua, G. Senna<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Allergologia, Reggio Calabria , (2) ALK-Abellò, Lainate, Milano , (3) Clinica Malattie Apparato<br />

Respiratorio e Allergologia, Università di Genova , (4) Servizio di Allergologia, Ospedale Maggiore di Verona<br />

Body:<br />

Poiché la immunoterapia sublinguale (SLIT) è autogestita dal paziente domiciliarmente, sono state sollevate<br />

perplessità riguardo alla compliance. Scopo dello studio è stata la misurazione quantitativa della aderenza alla<br />

SLIT in età pediatrica nella vita reale. Specialisti Allergologi su tutto il territorio nazionale dovevano registrare la<br />

compliance di bambini a cui era stata prescritta SLIT per allergopatia respiratoria. La SLIT (SLITone, ALK-<br />

Abellò, Lainate) consisteva di una breve fase di updosing (10 giorni) seguita da un mantenimento con flaconcini<br />

monodose da assumere giornalmente. Venivano effettuate alle famiglie telefonate non programmate nel corso<br />

del 3 e 6 mese, chiedendo di contare al momento il numero di monodosi rimaste nella confezione. Sulla base<br />

della data di inizio della SLIT veniva effettuato il calcolo della aderenza. Sono stati inclusi nel database 71<br />

bambini (38 maschi, età media 9,43, range 2-13 anni). Trenta avevano rinocongiuntivite, 4 asma, e 37<br />

rinite+asma. La SLIT era stata prescritta per: acari in 57 (81%) pazienti, graminacee in 11 (15%) e<br />

graminacee+olivo in 3 (4%). I dati della aderenza si sono ottenuti in tutti i bambini al terzo mese e in 56 al sesto<br />

mese (I restanti avevano effettuato SLIT prestagionale o avevano sospeso). La compliance risultava >75% in<br />

85% dei bambini al terzo mese e in 84% al sesto mese. Più del 60% avevano una compliance >90%. In 4 casi la<br />

SLIT è stata sospesa per il costo giudicato troppo elevato e in un caso per edema ricorrente delle mani<br />

(giudicato non correlabile alla SLIT). La modalità di rimborso, lo stato socioeconomico delle famiglie e il tipo di<br />

patologia non hanno influenzato la compliance. La SLIT a regime semplificato (SLITone) consente un elevato<br />

grado di aderenza, pari o superiore a quello registrato in pediatria con molti farmaci.<br />

Per conto dell EASY STUDY GROUP<br />

94


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

PREVALENZA E CARATTERISTICHE DELLA SENSIBILIZZAZIONE AL CONIGLIO IN ITALIA<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), G. Passalacqua (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumologia e Allergologia. Ospedale A.Cardarelli Napoli , (2) Clinica di Malattie dell Apparato Respiratorio<br />

e Allergologia, Università di Genova<br />

Body:<br />

Il coniglio si sta diffondendo sempre più come animale domestico, ma esistono pochi dati sulla sensibilizzazione<br />

a questo animale in soggetti senza esposizione lavorativa. In uno studio crossectional multicentrico abbiamo<br />

valutato la prevalenza in Italia di sensibilizzazione al coniglio in atopici. Specialisti di 26 centri hanno raccolto I<br />

dati di circa 100 pazienti con allergopatia respiratoria ed almeno una sensibilizzazione cutanea ad un panel<br />

standard di allergeni, incluso epitelio di coniglio. Per i positivi al coniglio è stata valutata anche la modalità di<br />

esposizione. 2329 pazienti ambulatoriali sono stati screenati: 1602 sono risultati positivi ad almeno un<br />

allergene. Tra questi, 39 (2,43%) erano sensibilizzati al coniglio, di cui 4 monosensibili. La prevalenza di<br />

sensibilizzazione è risultata variare tra 0,65 % e 4.72 %. Diciannove dei 39 pazienti riportavano contatto diretto<br />

con il coniglio (10 possessori a casa e 9 per contatto occasionale documentato); 5 pazienti riportavano contatto<br />

indiretto e 15 soggetti non avevano mai avuto contatti con conigli. Tutti e 4 i monosensibili erano possessori di<br />

coniglio a casa ed avevano asma moderata-severa o rinite persistente severa. In conclusione, la prevalenza di<br />

sensibilizzazione a coniglio non è trascurabile ed essa può essere presenTe anche in assenza di contatto diretto<br />

o indiretto con lo animale.<br />

LAVORO EFFETTUATO DAL GRUPPO DI STUDIO ALLERGOLOGIA SIMER<br />

95


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

LIVELLI DI SENSIBILIZZAZIONE CUTANEA E SIEROLOGICA AD ALLERGENI DEL GATTO IN SOGGETTI<br />

CON O SENZA ANIMALE A CASA<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), S. Martin (2), M. Lombardero (2), D. Barber (2), M. D Amato (1), M. Cazzola (1), G. D Amato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) Alk Abellò, Madrid, Spain<br />

Body:<br />

La correlazione tra possesso di animali domestici ed il rischio di sviluppare sensibilizzazione allergica nei<br />

confronti dei loro allergeni è tuttora ampiamente controversa.<br />

Obiettivo dello studio è stato quello di valutare il grado di reattività cutanea immediata ed i livelli di IgE e IgG4<br />

specifici nei confronti dello allergene del gatto in pazienti sensibilizzati, esposti direttamente o indirettamente allo<br />

animale. Abbiamo studiato 112 soggetti sensibilizzati agli allergeni del gatto (43 con e 69 senza gatto in casa),<br />

52 individui controllo (27 atopici non allergici al gatto e 25 non atopici). Il grado di reattività cutanea è stato<br />

valutato utilizzando, in duplicato, skin prick test (SPTs) con quattro diluizioni scalari di estratto allergenico<br />

epiteliale di gatto con il contenuto in allergene maggiore quantificato in microgrammi, più il controllo positivo e<br />

quello negativo. I risultati delle aree dei ponfi sono stati valutati con sistema informatico (Parallel Line Assay). Ad<br />

ogni paziente veniva prelevato un campione di sangue per la valutazione delle IgE e IgG4 specifiche.<br />

I pazienti con gatto in casa presentavano un minor grado di reattività cutanea ( differenza 3.4 ; P< 0.01 ) rispetto<br />

a quelli senza gatto. Non vi erano differenze statisticamente significative tra i livelli di IgE specifiche nei due<br />

gruppi ( P = 0.065), al contrario i livelli di IgG4 specifiche anti-Fel d 1 erano significativamente più alte nei<br />

soggetti con lo animale in casa (P< 0.001).<br />

Conclusione : i risultati dello studio dimostrano che la esposizione diretta al gatto in adolescenti ed adulti con<br />

allergia respiratoria è associata ad una minore reattività cutanea ( stabilita mediante SPTs) all estratto<br />

allergenico di gatto rispetto alla esposizione indiretta. Nei pazienti con gatto in casa i livelli medi di IgE specifiche<br />

sono statisticamente comparabili mentre i livelli di IgG4 sono più alti rispetto agli individui non esposti ad<br />

animale. Tali riscontri sottolineano la importanza della esposizione indiretta agli allergeni del gatto come fattore<br />

di rischio di sensibilizzazione delle vie aree nei soggetti suscettibili.<br />

96


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

PERSISTENZA DI EFFICACIA A LUNGO TERMINE INDOTTA DA IMMUNOTERAPIA SUBLINGUALE IN<br />

PAZIENTI CON ALLERGOPATIA RESPIRATORIA<br />

Authors:<br />

C. Lombardi (1), E. Feudatari (1), D. Barili (1), GW. Canonica (2), G. Passalacqua (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumoallergologia, Ospedale S.Orsola FBF, Brescia, (2) Clinica Malattie Apparato Respiratorio e<br />

Allergologia, Università di Genova.<br />

Body:<br />

I dati sulla efficacia a lungo termine dopo la sospensione di immunoterapia sublinguale (SLIT) sono ancora<br />

scarsi. Abbiamo pertanto valutato tale effetto clinico dopo almeno tre anni dalla sospensione del trattamento,<br />

utilizzando un gruppo di controllo correlato per caratteristiche cliniche ma non trattato con SLIT. Sono stati<br />

seguiti 46 pazienti trattati con SLIT per tre anni e 42 controlli trattati solo con farmaci. La età media dei pazienti<br />

era di 33.5 e 35 anni, tutti avevano rinite e 85% anche asma. La SLIT è stata somministrata per acari in 25% dei<br />

pazienti e per pollini nei rimanenti. Il punteggio medio totale dei sintomi registrati al basale e dopo tre anni di<br />

interruzione della SLIT era 12.7 vs 5.7 (p


Title:<br />

BRONCHITE EOSINOFILA OCCUPAZIONALE<br />

Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Authors:<br />

F. Di Stefano (1), N. Verna (2), L. Di Giampaolo (2), M. Di Gioacchino (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Medicina Respiratoria, Ospedale G. Bernabeo, AUSL Chieti Ortona (CH) ITALY, (2) Dipartimento di Medicina<br />

Interna, Unità di Allergologia e Fisiopatologia Respiratoria, Università G. d' Annunzio Chieti ITALY<br />

Body:<br />

La bronchite eosinofila senza asma può insorgere in conseguenza di esposizioni professionali. Descriviamo il<br />

caso di un lavoratore di una fonderia ed un fornaio che hanno sviluppato sintomi in seguito ad esposizione<br />

rispettivamente ad isocianati e farina. La tosse non era associata ad ostruzione delle vie aeree nè ad<br />

iperreattività bronchiale ed era responsiva agli steroidi inalatori. Nello sputo indotto abbiamo rilevato eosinofilia<br />

relata all’esposizione professionale sia nel luogo di lavoro che in laboratorio attraverso un test di provocazione<br />

bronchiale specifico.<br />

L’esame dell’ espettorato indotto dovrebbe essere complementare alla valutazione obiettiva della funzionalità<br />

respiratoria in soggetti che lamentano tosse “ simil asmatica ” nel posto di lavoro.<br />

References<br />

1) Gibson PG, Dolovich J, Denburg J, Ramsdale EH, Hargreave FE. Chronic cough: eosinophilic bronchitis<br />

without asthma. Lancet 1989; 17: 1346-7<br />

2) Gibson PG, Fujimura M, Niimi A. Eosinophilic bronchitis: clinical manifestations and implications for<br />

treatment. Thorax 2002; 57: 178-82<br />

3) Quirce S, Nieto MF, de Miguel J, Sastre J. Cronic cough due to latex induced eosinophilic bronchitis. J<br />

Allergy Clin Immunol 2001; 108: 143<br />

4) Lemiere C, Efthimiadis A, Hargreave FE. Occupational eosinophili bronchitis without asthma: an<br />

unknown occupational airway disease. J Allergy Clin Immunol 1997; 100: 852-3<br />

5) Tanaka H, Saikai T, Sugawara H, et al. Workplace related chronic cough on a mushroom farm. Chest<br />

2002; 122: 1080-5<br />

6) Quirce S. Eosinophilic bronchitis in the workplace. Curr Opin Allergy Clin Immunol 2004; 4: 87-91<br />

98


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

LIVELLI DI SENSIBILIZZAZIONE SIEROLOGICA AD ALLERGENE DI GATTO IN SOGGETTI CON O SENZA<br />

ANIMALE IN CASA: STUDIO MULTICENTRICO<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), MG. Mazzarello (2), G. Senna (3), M. Russo (1), D. Barber (4), S. Martin (4), B. Caruso (5), M.<br />

Perfumo (2), C. Staffa (1), B. Dente (6), D. Manfredi (1), G. D Amato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) Laboratorio di Patologia<br />

Clinica, Ovada, Alessandria , (3) Servizio di Allergologia Ospedale Generale, Verona , (4) ALK-Abellò <strong>Group</strong>,<br />

Madrid, Spagna , (5) Laboratorio di Patologia Clinica ed Ematologia Ospedale Generale, Verona , (6)<br />

Laboratorio di Patologia Clinica, Ospedale San Paolo, Napoli<br />

Body:<br />

La correlazione tra esposizione al cane / gatto negli ambienti domestici e sviluppo di sensibilizzazione allergica<br />

nei confronti dei loro allergeni è ancora oggetto di dibattito.<br />

Obiettivo dello studio è stato quello di valutare il ruolo della esposizione diretta o indiretta al gatto sui livelli di<br />

produzione delle IgE specifiche circolanti anti allergene del gatto.<br />

Sono stati reclutati nello studio 306 soggetti adulti con una pregressa diagnosi di sensibilizzazione allergica al<br />

gatto effettuata mediante skin-prick-test (SPTs). Nello ambito di questo gruppo di pazienti di ambo i sessi<br />

sensibilizzati al gatto ( ma anche nei confronti di altri comuni pneumoallergeni ), 150 possedevano lo animale da<br />

almeno 10 anni (esposizione diretta) e 156 non avevano mai posseduto lo animale ( esposizione indiretta). Un<br />

questionario interno specificamente creato per questo studio è stato utilizzato dai medesimi specialisti durante le<br />

visite di screening. Sono stati annotati i risultati dei SPTs, i dati anamnestici e clinici, i periodi di riacutizzazione<br />

dei sintomi e le caratteristiche della esposizione allo animale. Le IgE specifiche sono state valutate mediante<br />

Pharmacia CAP system Feia (Pharmacia Diagnostics, Uppsala Sweden) ed Immulite 2000 ( Diagnostic Products<br />

Corporation, Los angeles, USA).<br />

Sebbene le IgE specifiche anti-allergene del gatto erano significativamente più alte nei pazieti con gatto in casa (<br />

F= 42.77; p< 0.001), alti livelli di IgE specifiche venivano riscontrati anche nei pazienti non esposti all animale.<br />

Conclusione : i risultati dello studio dimostrano che il livello di sensibilizzazione sierologica agli allergeni del gatto<br />

può essere rilevante anche nei soggetti senza contatto diretto (esposizione indiretta).<br />

99


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

EFFETTO CLINICO E MODIFICAZIONE DEI RECETTORI CHEMOCHINICI INDOTTI A BREVE TERMINE DA<br />

IMMUNOTERAPIA SUBLINGUALE<br />

Authors:<br />

L. Guerra (1), A. Riccio (1), C. Gamalero (1), C. Folli (1), D. Descalzi (1), A. Scordamaglia (1), G. Passalacqua<br />

(1), GW. Canonica (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie Apparato Respiratorio e Allergologia, DIMI, Università di Genova<br />

Body:<br />

La efficacia clinica a medio-lungo termine di immunoterapia sublinguale (SLIT) è ampiamente comprovata.<br />

Scopo di questo studio è stata la valutazione dei tempi di insorgenza nel breve periodo in relazione anche a<br />

parametri immunologici sistemici. Sono stati reclutati 16 pazienti adulti di entrambi i sessi, affetti da<br />

rinocongiuntivite persistente grave (secondo linee guida ARIA) e asma allergica moderata (secondo linee guida<br />

GINA) causate da parietaria. Otto pazienti sono stati sottoposti a SLIT senza fase di induzione (Alk-abellò) e gli<br />

altri 8 a terapia farmacologica per la rinite. Entrambi i gruppi ricevevano terapia continuativa per asma. Sono<br />

stati valutati i diari clinici dei sintomi e consumo di farmaci per 8 settimane, prove di funzionalità respiratoria,<br />

qualità della vita e marcatori immunologici su PMBC (CCR3, CXCR3, CD3+, CD4+, CD8+) dopo incubazione<br />

con Par j 1. Il gruppo controllo ha raggiunto una differenza significativa dei punteggi clinici rispetto al basale alla<br />

seconda visita dopo 7 giorni di terapia (p


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

GRAVE REAZIONE ASMATICA DA SENSIBILIZZAZIONE AL CAVALLO SENZA ESPOSIZIONE NOTA.<br />

DESCRIZIONE DI 2 CASI<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), B. Dente (2), G. Senna (3), M. De Martino (1), L. D Amato (1), G. D Amato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) Laboratorio di Patologia<br />

Clinica, Ospedale San Paolo, Napoli , (3) Servizio di Allergologia Ospedale Generale, Verona<br />

Body:<br />

Numerose evidenze della letteratura hanno dimostrato che la esposizione professionale al cavallo incrementa il<br />

rischio di sensibilizzazione all epitelio dello animale, al contrario sono molto scarni i dati riguardanti questo<br />

rischio in individui che non hanno contatti diretti con cavalli.<br />

Vengono descritti due casi di gravi manifestazioni respiratorie scatenate da una singola esposizione diretta al<br />

cavallo in soggetti che, in tutta la loro vita, avevano avuto non più di 4-5 fugaci contatti con tali animali essendo<br />

entrambi residenti nella area urbana di Napoli.<br />

I test diagnostici cutanei e sierologici hanno evidenziato una marcata sensibilizzazione allergica all epitelio di<br />

cavallo ( oltre che ad altri comuni pneumoallergeni).<br />

Conclusione : i risultati di questo report ci indicano che in pazienti ( non consapevoli ) ma evidentemente già<br />

sensibilizzati agli allergeni del cavallo, lo ultimo contatto diretto con lo animale ha scatenato la sintomatologia<br />

respiratoria. Risulta verosimile pertanto che tale sensibilizzazione allergica sia, nella realtà clinica, più frequente<br />

di quanto si possa comunemente ritenere. Sarebbe consigliabile infine testare questo allergene nella routine<br />

diagnostica negli individui con elevata predisposizione atopica o in quelli con riconosciuta sensibilizzazione agli<br />

epiteli degli altri più comuni animali da compagnia.<br />

101


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

EFFICACIA DELL ASPIRAPOLVERE NELLA RIMOZIONE DI FEL D 1 DA TESSUTI CONTAMINATI PER<br />

CONTATTO DIRETTO COL GATTO<br />

Authors:<br />

G. Liccardi (1), D. Barber (2), M. Russo (1), G. D Amato (1), G. De Giglio (1), G. Senna (3), GW. Canonica (4),<br />

G. Passalacqua (4)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia ed Allergologia. Ospedale A.Cardarelli, Napoli , (2) Department of R&D. Abello<br />

S.A, Madrid, Spagna , (3) Servizio di Allergologia, Ospedale Maggiore di Verona , (4) Clinica Malattie Apparato<br />

Respiratorio e Allergologia, Università di Genova<br />

Body:<br />

Lo allergene principale del gatto, Fel d 1, è da considerarsi ubiquitario poiché evidenze della letteratura hanno<br />

dimostrato che gli abiti dei possessori di questi animali fungono da veicolo per la dispersione di questo allergene<br />

negli ambienti interni cat-free.<br />

Abbiamo voluto valutare la efficacia di un comune aspirapolvere del commercio nella rimozione dello allergene<br />

del gatto da tessuti di cotone contaminati mediante un prolungato contatto con l animale.Quindici rettangoli ( 80x<br />

100 cm ) di un comune tessuto di cotone venivano tenuti nelle cucce di altrettanti gatti maschi per un periodo<br />

fisso di 1 settimana. In laboratorio ogni rettangolo veniva diviso a metà , la prima di queste era aspirata<br />

direttamente per la valutazione dell allergene mentre la seconda soltanto dopo una pulizia effettuata con un<br />

aspirapolvere del commercio per 15 minuti. Cinque tessuti identici non esposti servivano come controlli. Il<br />

materiale particolato veniva aspirato con un campionatore fisso ad alto volume, conservato su filtri di lana di<br />

vetro (25 mm di diametro con maglie di 2 mcm), estratto in buffer Fosfato con BSA e quindi saggiato per la<br />

ricerca del Fel d 1 con un anticorpo monoclonale specifico (metodo ELISA). I risultati sono stati espressi in<br />

microgrammi di allergene per filtro.<br />

Dopo uso di un aspirapolvere del commercio i quantitativi di Fel d 1 estratti dai tessuti contaminati non erano<br />

significativamente ridotti rispetto a quelli riscontrati nei tessuti non trattati ( t = 3.117 ; P = 0.008 ). Nessuna<br />

traccia di Fel d 1 è stata trovata nei tessuti controllo.<br />

Conclusione : i risultati di questo studio dimostrano che l uso dello aspirapolvere non è in grado di rimuovere<br />

significative quantità di allergene del gatto da tessuti di cotone esposti al gatto stesso. Per tale motivo l effetto<br />

preventivo sulla dispersione dell allergene è da considerarsi di scarsa efficacia.<br />

102


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

IL TIPO DI ALLERGENE INFLUENZA IL DECORSO DELL'ALLERGIA RESPIRATORIA. STUDIO<br />

PROSPETTICO DI 3 ANNI<br />

Authors:<br />

M. Marogna (1), A. Massolo (2), P. Zanon (3), D. Berra (3), E. Chiodini (4), G. Passalacqua (5)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di pneumologia, Ospedale Macchi, Varese , (2) Dipartimento di scienze ambientali, Università di Siena<br />

, (3) Unità di pneumologia, Ospedale di Busto Arsizio , (4) UO Medicina Nucleare, Ospedale di Busto Arsizio ,<br />

(5) Clinica Malattie Apparato Respiratorio e Allergologia, Università di Genova<br />

Body:<br />

Numerosi fattori, non del tutto quantificati possono influenzare il decorso della allergia respiratoria. In uno studio<br />

prospettico di 3 anni è stata valutata l’influenza del tipo di allergene sulla storia naturale. Pazienti ambulatoriali<br />

affetti da rinite e/o asma allergica sono stati valutati al basale e dopo 3 anni. A seconda della presenza o meno<br />

di iperreattività bronchiale sono stati distinti in rinitici puri e iperreattivi (con/senza asma manifesta). Inoltre, per<br />

ciascun paziente è stato individuato (storia clinica, skin test e test di provocazione) un allergene clinicamente<br />

rilevante. Sono stati seguiti 6.750 pazienti (età 12-46). La percentuale di rinitici puri era 81% all’inizio e 48%<br />

dopo 3 anni. La percentuale con iperreattività bronchiale saliva dal 18% al 58% per gli acari, dal 22% al 49% per<br />

betulla, da 18% a 44% per graminacee e da 17% a 32% per parietaria, con una significativa differenza tra gli<br />

allergeni (p


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

L'AGOPUNTURA NEL TRATTAMENTO DELLA DIPENDENZA TABAGICA, NOSTRA ESPERIENZA<br />

Authors:<br />

G.P. IVALDI, M. MUSSO, P. TORIELLI, E. DE PASCALE<br />

Affiliations:<br />

(1) A.O. VILLA SCASSI GENOVA ITALY, (2) A.O. VILLA SCASSI GENOVA ITALY, (3) A.O. VILLA SCASSI<br />

GENOVA ITALY, (4) A.O. VILLA SCASSI GENOVA ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE: nel 2002 si è attivato un Ambulatorio a conduzione intra moenia per la Lotta al Tabagismo<br />

presso l'A.O. Villa Scassi di Genova. Gli AA valutano i risultati ottenuti con i vari trattamenti eseguiti e<br />

confrontano la percentuale di successo ottenuta con Bupropione e Psicoterapia, consigliati nelle linee guida<br />

nazionali, con quelli ottenuti con Agopuntura.<br />

METODI: i pazienti afferenti all'Ambulatorio, sono stati sottoposti a visita pneumologica, colloquio psicologico<br />

con somministrazione di test psicometrici per valutare motivazione a smettere e dipendenza dalla nicotina,<br />

spirometria, saturimetria arteriosa, monitoraggio clinico e del CO espirato per un anno. Quindi i soggetti<br />

venivano indirizzati, in base alla valutazione precedente, e tenendo conto di loro particolari esigenze, a 1<br />

differente trattamento: Bupoprione/NRT o Agopuntura o Trattamento Psicologico. A tutti i soggetti,<br />

indipendentemete dal trattamento in corso venivano inoltre consigliati comuni metodi comportamentali (diario del<br />

fumo) e sostitutivi della gestualità (bocchini PAIPO). L'Agopuntura, praticata da medico qualificato, si conduceva<br />

in 4 sedute individuali, con la stimolazione di punti auricolari, facciali e sistemici secondo la Teoria Tradizionale<br />

Cinese, individualndo il giorno per smettere (GPS) alla terza seduta.<br />

RISULTATI: sono stati valutati dal 2002 al 2005, 142 soggetti, di cui 12 non ritenuti idonei ad alcun trattamento,<br />

11 hanno interrotto precocemente, 16 persi al follow up, 13 sono in fase di reclutamento.<br />

Le percentuali di successo, inteso come completa cessazione con valutazione della CO espirata al 1°. 3 ° e 6°<br />

mese per i 90 soggetti trattati a 6 mesi dalla cessazione della terapia sono:<br />

TRATTAMENTO POST 6MESI<br />

AGOPUNTURA SUCCESSO 22(75,9%) 20(71,4%)<br />

INSUCCESSO 7(24,1%) 8(28,6%)<br />

FARMACO SUCCESSO 29(69%) 23(54,8%)<br />

INSUCCESSO 13(31%) 19(45,2%)<br />

PSICOLOGICO SUCCESSO 14(73,7%) 14(77,8%)<br />

INSUCCESSO 5(26,3%) 4(22,2%)<br />

CONCLUSIONI: si evidenzia un buon successo terapeutico, sostanzialmente sovrapponibile per i vari<br />

trattamenti in questione e concorde con i risultati riportati in letteratura. In particolare l'agopuntura associata a<br />

metodi comportamentali nell'ambito di un Ambulatorio multidisciplinare si è dimostrata metodica interessante<br />

come precentuale di successo, confrontabile comunque con i risultati dei trattamenti raccomandati dalle linee<br />

guida nazionali.<br />

104


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

ASMA DA IPERSENSIBILITA' DI TIPO I IN PAZIENTE CON BPCO<br />

Authors:<br />

L. Giannetto (1), P. Quattrocchi (1), G.R. Lombardo (1), G. Lombardo (1), B. Ferlazzo (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO DI PATOLOGIA UMANA ,U.O.C. DI ALERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA<br />

CLINICA.POLICLINICO UNIVERSITARIO DI MESSINA ITALY<br />

Body:<br />

Si descrive il caso di un paziente di 75 anni, affetto da parecchio tempo da BPCO, in trattamento con B2 agonisti<br />

e cortisonici topici (formoterolo+ budesonide) ; senza segni di scompenso ne' di riacutizzazione negli ultimi tre<br />

anni.<br />

E' giunto alla nostra osservazione per il manifestarsi di diversi episodi, a suo dire dopo l'ingestione di<br />

zucca(Cucurbita pepo), caratterizzati da dispnea intensa e tosse .Per tale sintomatologia veniva trattato con<br />

cortisonici e.v. e salbutamolo. Il paziente riferiva inoltre, di aver sofferto di rinite allergica stagionale da<br />

ipersensibilità ad Olea Europea e di avere effettuato in passato ,ITS per tale allergene, con risultati favorevoli.<br />

Lo abbiamo,quindi sottoposto a prick-test per i principali aeroallergeni e trofoallergeni che ha confermato la<br />

positività per Olea E.(+++) e per cucurbitacee mix (+++).E' stato ioltre, praticato prick-by-prick con zucca cotta al<br />

vapore che ha confermato il risultato positivo.<br />

Questo caso suggerisce di valutare con attenzione i pazienti con BPCO, in quanto un aggravamento del<br />

quadro clinico potrebbe essere non solo legato alle condizioni di base. o a sovrapposizioni microbiche, ma<br />

anche ad altri fattori eziopatogenetici quali le immunoreazioni di tipo I.<br />

105


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

TERAPIA STEROIDEA INALATORIA E PRESSIONE ENDOCULARE NELL'ASMA BRONCHIALE<br />

Authors:<br />

S. GESUALDI (1), M. AIELLO (1), C. SANGERMANI (2), G.L. PRIMOMO (1), P. TZANI (1), M. COLELLA (1), S.<br />

GANDOLFI (2), D. OLIVIERI (1), A. CHETTA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIP. DI SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA<br />

ITALY, (2) DIP. SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA<br />

ITALY, (3) DIP. TESTA-COLLO, SEZ. DI CL. OCULISTICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (4)<br />

DIP. SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (5)<br />

DIP. SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (6)<br />

DIP. SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (7)<br />

DIP. TESTA-COLLO, SEZ. DI CL. OCULISTICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (8) DIP.<br />

SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY, (9) DIP.<br />

SCIENZE CLINICHE, SEZ. DI CL. PNEUMOLOGICA, UNIV. DEGLI STUDI DI PARMA PARMA ITALY<br />

Body:<br />

I glucocorticosteroidi sono attualmente i farmaci antinfiammatori più efficaci per il trattamento dell’asma<br />

bronchiale. Sono in grado, infatti, di migliorare la funzionalità respiratoria, ridurre il grado di iperreattività<br />

bronchiale, i sintomi, la frequenza e la severità delle esacerbazioni e di migliorare la qualità di vita. Trattamenti<br />

prolungati con glucocorticosteroidi possono, però, indurre effetti indesiderati. Lo scopo di questo studio è di<br />

valutare se la terapia steroidea inalatoria possa associarsi ad aumento del tono oculare.<br />

Abbiamo reclutato 100 pazienti asmatici (64 donne; età 42 +/- 15 anni; BMI 26 +/- 6 Kg/cm2) non diabetici, né<br />

ipertesi con positività al test di provocazione bronchiale con metacolina e/o a quello di reversibilità bronchiale<br />

con beta2-agonista. Di questi pazienti, 72 (48 donne;età 43 +/- 15 anni; BMI 27 +/- 6 Kg/cm2) al momento dello<br />

studio erano in trattamento con steroidi inalatori (fluticasone, budesonide o beclometasone), i restanti 27 (16<br />

donne; età 39 +/- 16 anni; BMI 25 +/- 4 Kg/cm2) non assumevano terapia antiasmatica.<br />

La pressione endoculare, misurata in cieco con lo stesso tonometro, non differiva tra i due gruppi (13,8 +/- 2,2<br />

mmHg vs 13,7 +/- 2,4 mmHg). Non c’era inoltre correlazione tra la dose cumulativa di steroide (range 2,72-<br />

3884,40 mg) e la pressione oculare media del primo gruppo di pazienti. I 27 pazienti del secondo gruppo sono<br />

stati sottoposti successivamente a terapia inalatoria con fluticasone 0,5-1,0 mg/die o budesonide 0,32-0,80<br />

mg/die per un periodo di almeno 90 giorni. In questo gruppo la seconda misura della pressione endoculare,<br />

eseguita a 90 giorni dall’inizio della terapia con glucocorticosteroidi inalatori, non differiva significativamente<br />

dalla prima (14,0 +/- 2,5 mmHg vs 13,7+/-2,4 mmHg).<br />

Questo studio evidenzia come in pazienti asmatici, senza fattori di rischio per glaucoma, la pressione endoculare<br />

non sia in relazione alla dose cumulativa di steroide inalatorio assunto e non si modifichi significativamente dopo<br />

terapia corticosteroidea protratta per un periodo di almeno 90 giorni.<br />

106


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

LA DIMINUZIONE DI ESPRESSIONE DI HSP60 E HSP10 E' ASSOCIATA A CARCINOGENESI EPITELIALE<br />

BRONCHIALE IN FUMATORI CON BPCO<br />

Authors:<br />

F. Cappello (1), A. Di Stefano (2), I. Gnemmi (2), S. David (1), F. Rappa (1), S.E. D'Anna (3), F. Magno (2), B.<br />

Balbi (2), G. Zummo (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Anatomia Umana, Università di Palermo Palermo ITALY, (2) Fondazione S. Maugeri, IRCCS Veruno(NO)<br />

ITALY, (3) Patologia Umana, Università di Palermo Palermo ITALY, (4) Fondazione S. Raffaele, IRCCS<br />

Cefalù(PA) ITALY<br />

Body:<br />

RAZIONALE: la relazione tra l’abitudine al fumo di sigaretta (CSH), la bronchite cronica ostruttiva (BPCO) e il<br />

tumore al polmone (LC) è un campo aperto di ricerca. Una più alta frequenza di adenocarcinoma è stata<br />

riscontrata in pazienti con BPCO. Le proteine dello shock termico (Hsps) sono coinvolte nella differenzazione e<br />

nella crescita di cellule tumorali. Lo scopo di questo studio è di valutare l’espressione di Hsps60 e di Hsps10 in<br />

biopsie bronchiali di soggetti fumatori con BPCO e l’associazione tra l’espressione di Hsps e le fasi<br />

carcinogenetiche del tumore al polmone.<br />

METODI: abbiamo eseguito uno studio immunoistochimico per l’identificazione di Hsp60 e Hsp10 in biopsie<br />

bronchiali in 35 pazienti con BPCO (FEV1post-broncodilatatore:53±19% (media±SD)) con una storia di abitudine<br />

tabagica (53±34 (media±SD) pacchi/anno) e in 10 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule<br />

(NSCLC). L’immunopositività è stata quantificata nell’epitelio bronchiale e nei campioni con NSCLC.<br />

RISULTATI: nei fumatori con BPCO 10 dei 35 pazienti avevano un epitelio bronchiale normale (NBE), 12<br />

pazienti mostravano un’iperplasia delle cellule basali (BCH), 5 metaplasia squamosa (MS) e 8 displasia (Dy).<br />

Abbiamo trovato che il 58±23%, il 54±23% di NBE e 48±29% e 52±26% di BCH esprimevano Hsp60 e Hsp10,<br />

rispettivamente; al contrario solo il 3±3% e 3.6±2% di SM, 1.9±4% e 1.1±2% di Dy esprimevano Hsp60 e Hsp10.<br />

I Campioni di NSCLC erano negativi per le proteine Hsps. E’ interessante notare che anche la presenza di NBE<br />

ai margini dei campioni NSCLC era negativa per le proteine Hsps.<br />

CONCLUSIONI: il nostro studio ha mostrato che la bassa immunopositvità di Hsp60 e di Hsp10 potrebbe essere<br />

correlata allo sviluppo ed alla progressione di cancro bronchiale in fumatori con BPCO.<br />

107


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

SOVRAESPRESSIONE EPITELIALE DI INTERLEUCHINA-8 NELLE BIOPSIE BRONCHIALI DI PAZIENTI<br />

CON BRONCHITE CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO)<br />

Authors:<br />

F. Magno (1), G. Sivverini (1), I. Gnemmi (1), A. Capelli (1), S.E. D'Anna (2), F. Cappello (3), P. Balbo (4), P.<br />

Brun (5), F.L.M. Ricciardolo (6), B. Balbi (1), A. Di Stefano (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Fondazione S. Maugeri, IRCCS; Veruno(NO) ITALY, (2) Fondazione S. Raffaele, IRCCS Cefalù(PA) ITALY,<br />

(3) Anatomia Umana, Università di Palermo Palermo ITALY, (4) Pneumologia Ospedale di Novara Novara<br />

ITALY, (5) Istituto di Istologia ed Embriologia, Università di Padova Padova ITALY, (6) Divisione di Pneumologia,<br />

IRCCS, G. Gaslini Genova ITALY<br />

Body:<br />

Nella BPCO è stato riscontrato un aumento di neutrofili, in particolare nello sputo e nel BAL di pazienti<br />

lievi/moderati e nelle biopsie bronchiali di pazienti con malattia di grado severo. Le chemochine CXC e i loro<br />

recettori si pensa giochino un ruolo nell’attivazione e nella migrazione neutrofilica. Abbiamo studiato<br />

l’immunoespressione di CXCL1 (GROa), CXCL5 (ENA78), CXCL8 (IL-8) e i loro recettori CXCR –1 e –2 e del<br />

GMCSF in biopsie bronchiali di soggetti con BPCO di grado severo stabile (n=13; 33±9 post-broncodilatatore<br />

FEV1% pred.), BPCO stabile lieve/moderata (n=12; 72±12 post-broncodilatatore FEV1% pred.), in controlli<br />

fumatori (n=12; 106±12 FEV1 %pred.) e in controlli non fumatori (n=11; 115±14 FEV1% pred.). Le molecole<br />

sopra menzionate sono state analizzate mediante immunoistochimica in biopsie bronchiali congelate.<br />

L’immunopositività è stata valutata mediante assegnazione di uno score (0-3) nell’epitelio e quantificata come<br />

numero di cellule immunopositive/mm2 nella sottomucosa. Nella BPCO di grado severo e lieve/moderato<br />

(mediana (range): 2.5 (1.5-2.5), rispettivamente) vi era una più alta immunopositività per IL-8 nell’epitelio rispetto<br />

ai controlli fumatori (1.5(1-1.5), p


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

LA PERSISTENZA DELL'ESPOSIZIONE AGLI ALLERGENI ACCELERA IL DECADIMENTO DELLA<br />

FUNZIONE RESPIRATORIA NEI PAZIENTI CON ASMA BRONCHIALE PROFESSIONALE ALLERGICO.<br />

Authors:<br />

M. Di Gioacchino (1), E. Cavallucci (1), N. Verna (1), L. Di Giampaolo (1), R. Della Vecchia (1), P. Boscolo (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università G. d'Annunzio Chieti ITALY<br />

Body:<br />

I pazienti asmatici hanno un decadimento della funzione polmonare superiore a quello osservato nei soggetti<br />

non malati. E' verosimile che il rimodellamento delle vie aeree e l'infiammazione giochino un ruolo fondamentale<br />

nel determinismo di tale fenomeno.<br />

Lo studio che viene presentato è stato disegnato per valutare l'influenza del trattamento e della esposizione agli<br />

allergeni sul decadimento della funzione polmonare in soggetti con asma bronchiale professionale allergico.<br />

Allo scopo sono stati studiati 24 pazienti di cui 11 (gruppo A) avevano cambiato professione dopo la diagnosi di<br />

allergia occupazionale e 13 (gruppo B) nell'impossibilità di trovare un nuovo lavoro avevano continuato la<br />

precedente professione con la conseguente esposizione agli allergeni causali. Tutti i pazienti eseguivano<br />

correttamente il trattamento farmacologico in base alle linee guida internazionali. é stato valutato il decadimento<br />

della VEMS e della CV attuale rispetto a quella osservata al omento della diagnosi di asma (la prima diagnosi<br />

era stata formulata nell'anno 1991+/- 6 anni). Si osservava una riduzione della CV e della VEMS in tutti i casi<br />

superiore alla riduzione media che fisiologicamente di osserva per un invecchiamento di pari durata. Il gruppo B<br />

tuttavia presentava una riduzione significativamente maggiore rispetto al gruppo B.<br />

Lo studio dimostra che l'eliminazione del contatto con gli allergeni è quanto di più efficace nella prevenzione del<br />

decadimento della funzione respiratoria nell'asmatico allergico. Lo studio altresì sottolinea l'importanza della<br />

valutazione ed il controllo del rischio allergologico nella gestione dell'asma professionale.<br />

109


Title:<br />

ALLERGIA AI CORTISONICI<br />

Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Authors:<br />

E. DE BENEDICTIS (1), M. PEDERZOLI (2), A. FABIANI (1), M. SCHIAVINA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) AZIENDA OSPEDALIERA S ORSOLA-MALPIGHI BOLOGNA ITALY, (2) AZIENDA USL di BOLOGNA<br />

BOLOGNA ITALY<br />

Body:<br />

I corticosteroidi rappresentano farmaci fondamentali nel trattamento di numerose patologie respiratorie per la<br />

nota azione antinfiammatoria e antiallergica. L'ampio uso, sia per via topica che generale, di queste molecole<br />

ha fatto emergere la possibilità, per molto tempo negata, di reazioni avverse di natura immunologica (di tipo I, III,<br />

IV tipo secondo Gelle Coombs) o pseudoallergiche.<br />

Si riporta il caso di un paziente di 45 anni, portatore di sarcoidosi polmonare stadio II (diagnosi istologica e<br />

radiologica) e sottoposto a terapia con metilprednisolone 40 mg/die.<br />

Al quinto giorno di terapia si ebbe comparsa di rush eritemato-papuloso al tronco ed agli arti intensamente<br />

pruriginoso. L'immediata sospensione del trattamento condusse in pochi giorni a regressione spontanea del<br />

quadro cutaneo.<br />

Nel sospetto di una sensibilizzazione al corticosteroide e nella necessità di ricercare eventuali cross-reazioni il<br />

paziente fu sottoposto a patch test per metilprednisolone, desametasone, betametasone, budesonide,<br />

idrocortisone-21-acetato/17-butirrato, con lettura a 72 e 96 ore.<br />

Il test epicutaneo risultò positivo per metilprednisolone (+++).<br />

Allo scopo di identificare la molecola cortisonica alternativa al metilprednisone, sulla guida della negatività del<br />

patch test, il paziente è stato sottoposto a test cutanei (prick test e intradermoreazioni con lettura a 30-40 min) a<br />

betametasone risultati negativi e, il giorno successivo, a il test di esposizione orale a dosaggi crescenti della<br />

medesima molecola, risultato ben tollerato.<br />

E' stato quindi intrapreso il trattamento della patologia polmonare con betametasone senza che nei mesi<br />

successivi si manifestassero segni riferibili a ulteriore sensibilizzazione.<br />

Utilizzando i corticosteroidi e valutandone la efficacia è importante considerare la eventualità di una<br />

sensibilizzazione, conoscerne le modalità di diagnosi,e le possibili cross-reazioni per una corretta scelta di una<br />

molecola alternativa idonea al trattamento della patologia che stiamo affrontando.<br />

110


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

EFFETTI DELL'ALLENAMENTO AEROBICO DI 12 SETTIMANE IN BAMBINI CON ASMA LIEVE<br />

INTERMITTENTE<br />

Authors:<br />

MR. Bonsignore (1,2), S. La Grutta (3), F. Cibella (2), G. Cuttitta (2), M. Veca (4), B. Messineo (4), M. Profita (2),<br />

A. Bonanno (2), G. Morici (4), V. Bellia (1), G. Bonsignore (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIMPEFINU, Università di Palermo Palermo ITALY, (2) Ist. di Biomedicina ed Immunologia Molecolare CNR<br />

Palermo ITALY, (3) Osp. Pediatrico Di Cristina Palermo ITALY, (4) DIMES, Università di Palermo Palermo<br />

ITALY<br />

Body:<br />

Sono stati studiati gli effetti di un programma di training aerobico (T) della durata di 12 settimane sulla reattività<br />

bronchiale (AHR), la broncocostrizione da sforzo (EIB), la variabilità del PEF, il numero di riacutizzazioni<br />

dell'asma (E) e la concentrazione a riposo dell'ossido nitrico esalato (eNO) in 50 bambini con asma lieve<br />

intermittente (età media±SD: 10.4±2.2 anni) randomizzati a ricevere il trattamento con placebo (n=25) o<br />

montelukast (LTRA, n=25) 5 mg/die. Un test da sforzo massimale e un test di broncoprovocazione con<br />

metacolina (Mch) sono stati ottenuti in tutti i bambini prima e dopo T, e sono state registrate la frequenza e la<br />

gravità delle E durante il periodo di T. L'allenamento non ha modificato il VO2picco/kg, la prevalenza di EIB<br />

(placebo=50% and 40%, LTRA: 37% and 42%, rispettivamente prima e dopo T, NS) o la concentrazione di eNO<br />

nei due gruppi (placebo: 30±23 and 28±12 ppb rispettivamente pre- e post-training; LTRA: 31±26 and 25±17<br />

ppb, NS). Invece, T aumentava il VO2/kg alla soglia anaerobica, il carico massimo e la V'Epicco in entrambi i<br />

gruppi (+20-30%). La gravità dell'AHR diminuiva dopo T in 9 bambini trattati con placebo e in 8 trattati con<br />

LTRA. In particolare, nell'intero campione (n=%=), prima dell'allenamento la PD20 era


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

Effects of Beclomethasone dipropionate, Salbutamol and Formoterol on fibroblasts.<br />

Authors:<br />

D. Descalzi (1), C. Folli (1), A.M. Riccio (1), G. Nicolini (2), G.W. Canonica (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Allergy and Respiratory Diseases, Department of Internal Medicine (DIMI), University of Genoa Genoa Italy,<br />

(2) Medical Department, Chiesi Farmaceutici Parma Italy<br />

Body:<br />

Asthma is characterized by airway obstruction, inflammation and alterations in structural cell function.<br />

Anty-inflammatory treatment with inhaled corticosteroids provides the mainstay of asthma therapy together with<br />

bronchodilation induced by short and long-acting beta-2 agonists.<br />

Lung fibroblasts may play a critical role in inflammation of airways suggesting they might represent an important<br />

target for drugs commonly used.<br />

On this basis we investigated the effects of Beclomethasone dipropionate (BDP), Salbutamol and Formoterol<br />

either alone or in combination on in vitro cultures of human lung and nasal polip fibroblasts.<br />

Fibroblasts were cultured in presence of FGFß (5ng/ml), used as positive control, BDP (1,39 x 10-5 M),<br />

Salbutamol (1,75 x 10-5 M) and Formoterol (5,59 x 10-7 M). The effects of the drugs on cell proliferation was<br />

ascertained by 3H-thymidine incorporation.<br />

This study showed that BDP alone has remarkable anti-proliferative effects on lung fibroblasts and its<br />

costimulation with Formoterol or Salbutamol is able to strengthen the effects of these two drugs. These data<br />

suggest that the combined application of the drugs has greater beneficial effects than using drugs alone at<br />

higher concentrations. On the contrary, BDP alone or in combination with Formoterol or Salbutamol doesn't<br />

seem to have any relevant anti-proliferative effect on nasal polyp fibroblasts. This controversial way of acting<br />

remains still unclear but it might be probably due to the fact that different fibroblast phenotypes respond<br />

differently to the same therapy.<br />

From this in vitro study we can conclude that the action of BDP in combination with Salbutamol or Formoterol<br />

leads to an enhanced anti-inflammatory activity in lung airways fibroblasts pointing out that modulation of<br />

fibroblast proliferation might extend new prospects for asthma therapies.<br />

This work is partially supported by ARMIA and Chiesi.<br />

112


Topic: ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA<br />

Title:<br />

Effect of Statins on PBMC from Parietaria judaica allergic patients and on fibroblasts from human nasal<br />

polyps and turbinates<br />

Authors:<br />

C. Folli (1), D. Descalzi (1), F. Scordamaglia (1), C. Gamalero (1), M. Barbieri (2), G.W. Canonica (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Allergy and Respiratory Diseases, Department of Internal Medicine (DIMI), University of Genoa Genoa Italy,<br />

(2) ENT Department, University of Genoa Genoa Italy<br />

Body:<br />

Statins are serum cholesterol-lowering agents used for the prevention of atherosclerotic vascular disease. There<br />

is, however, growing evidence that statins have immunomodulatory activities and may prove invaluable in the<br />

treatment of immunological disorders.<br />

To evaluate the effect of statins in allergic diseases we treated PBMC of patients with allergy or not in vitro with<br />

ParJ1,2 (5mg/ml), Fluvastatine (0,01-0,1-1 mM), Atorvastatine (0,1-1-10 mM) and Simvastatine (0,1-1-10 mM)<br />

alone and in combination. PHA (5mg/ml) was the positive control. We also investigated the effects of the same<br />

concentrations of statins on fibroblast cultures derived from human nasal polyps and turbinates and stimulated<br />

or not with FGFb (5ng/ml). All cultures (PBMC and fibroblasts) were treated with 3H-Thymidine (1mCi/ml) to test<br />

cell proliferation.<br />

Our results show that PBMC proliferation in allergic patients is significantly inhibited by the three statins.<br />

Fluvastatin is already effective at the lowest dose (0,01 mM), whereas Atorvastatin and Simvastatin act at the<br />

plasmatic peak concentration (1 mM). Any significant effect was found in PBMC from non allergic patients.<br />

Proliferation of human nasal turbinate fibroblasts is also inhibited at a significant level by the three statins alone<br />

and in combination with FGFß whereas they have no significant effect on proliferation of human nasal polyp<br />

fibroblasts, even at the highest doses tested.<br />

In conclusion, these drugs show a remarkable immunomodulating role and their different behaviour on the<br />

diverse kind of cells in vitro is prompting news in the studies about statins use for the treatment of chronic<br />

inflammatory diseases.<br />

This work is partially supported by ARMIA.<br />

113


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

IL PERCENTO DELLA FREQUENZA CARDIACA MASSIMA NEL TEST DEI 6 MINUTI (6MWT)<br />

Authors:<br />

E. Nicolin (1), S. Vernocchi (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Centro Diagnostico Gallaratese Gallarate ITALY, (2) Istituto Clinico Mater Domini Castellanza ITALY<br />

Body:<br />

Il 6MWT è sicuro, facile da somministrare, ben tollerato e riproduce molto bene le attività della vita quotidiana. Il<br />

primo parametro considerato è la distanza percorsa camminando per 6 minuti, ma questo indice può esprimere<br />

una variabilità individuale anche superiore al 30% (Chest 2003;123(2):387-389). Altri parametri abitualmente<br />

considerati sono la saturazione di ossigeno per l'Hb e la frequenza cardiaca (FC) registrati da un pulsi ossimetro<br />

portatile. Il % della FC massima misurato durante il 6MWT ci sembra un parametro riproducibile e che ben<br />

correla con il carico di lavoro eseguito. La FC massima è calcolata secondo l'equazione 220 per gli uomini e 200<br />

per le donne meno l'età in anni. Ventisei pazienti ambulatoriali hanno eseguito il 6MWT prima e dopo un<br />

classico ciclo di riabilitazione respiratoria (RR). Sono stati considerati: grado di dispnea (BMRC) prima della RR<br />

2,56 dopo la RR 1,4: P


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

ESISTE UN VALORE SOGLIA DEL FEV1 OLTRE IL QUALE HA SCARSA SIGNIFICATIVITÀ ESEGUIRE UN<br />

TEST DI REVERSIBILITÀ PER CONFERMARE PRECOCEMENTE LA DIAGNOSI DI ASMA BRONCHIALE?<br />

Authors:<br />

B. Sposato (1), F. Fabiani (2), A. Ricci (3), C. Franco (1), S. Mariotta (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia, Azienda Ospedaliera Misericordia Grosseto ITALY, (2) U.O. Pneumologia, Ospedale A.C.<br />

Cartoni Rocca Priora - Roma ITALY, (3) U.O. Pneumologia, Azienda Ospedaliera Sant'Andrea, Università La<br />

Sapienza Roma ITALY<br />

Body:<br />

Nell'asma bronchiale è fondamentale l'esecuzione di un test di reversibilità farmacologica al salbutamolo, con lo<br />

scopo sia di confermare la diagnosi di asma che di valutare l'efficacia terapeutica dei ß2-agonisti. Scopo di<br />

questo studio è stato quello di valutare in una casistica di soggetti, con sintomi suggestivi di asma bronchiale al<br />

primo accertamento e test funzionale spirometrico caratterizzato da FEV1 e FEV1/FVC>80%, se esiste un<br />

valore limite di FEV1 oltre il quale potrebbe avere scarsa significatività eseguire un test di reversibilità al<br />

salbutamolo al fine di confermare la diagnosi di asma.<br />

Sono stati selezionati 328 pazienti consecutivi (mean age 30.68±11.9; M 172, F 146; 64 smokers; prick tests<br />

positive pts 298) con sintomi suggestivi per asma bronchiale e FEV1 e FEV1/FVC>80% al primo accertamento<br />

diagnostico. Tutti i soggetti venivano suddivisi in 4 gruppi in base al FEV1 di base: gruppo I (128 pts) con<br />

FEV1>80% and FEV190% and FEV1100% and FEV1110%. Veniva selezionato anche un gruppo di<br />

controllo (80 pts) con FEV1>70% and FEV180% and FEV1/FVC12%, FVC > 12%, PEF >15%, FEF25-75>35%.<br />

Il numero di soggetti reversibili ottenuto nel gruppo I (con FEV1>80% and FEV180%) è<br />

risultato essere simile a quello del gruppo di controllo. Nel gruppo IV (FEV1>110%) il 10% circa dei soggetti<br />

presentava un incremento del FEV1>12% e addirittura il 25% di essi veniva giudicato reversibile se veniva<br />

applicato almeno uno dei parametri di reversibilità considerati. In conclusione, dai nostri dati si evince che il<br />

FEV1 e FEV1/FVC>80% non può essere considerato valore soglia di normalità. Per cui tutti i soggetti allergici<br />

con sintomi suggestivi di asma e FEV1 basale>80 % devono eseguire un test di reversibilità farmacologica al<br />

salbutamolo per confermare la diagnosi di asma. Non è stato trovato nel nostro studio un valore soglia di FEV1<br />

al di sopra del quale ha scarso significato effettuare un test di reversibilità.<br />

115


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VENTILAZIONE MECCANICA DOMICILIARE (VMD) E OSSIGENOTERAPIA A LUNGO TERMINE (OTLT)<br />

NELL' INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA (IRC) CONSEGUENTE A BPCO MOLTO SEVERA<br />

Authors:<br />

G. Bardi, M. Gherardi, C. Ribas, N. Carpenè, C. Manta, L. Marconi, S. Avino, A. Palla<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Cardio-Toracico, Sezione di Malattie dell'Apparato Respiratorio, Azienda Ospedaliero-<br />

Universitaria Pisana Pisa ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE: I pazienti affetti da BPCO possono sviluppare IRC; la OTLT viene richiesta per aumentare la<br />

sopravvivenza e migliorare la qualità della vita. Spesso, l’ipercapnia peggiora ulteriormente il quadro di IRC e<br />

molti pazienti vengono trattati con VMD anche se non esistono ancora evidenze convincenti sul ruolo della VMD<br />

stessa nei pazienti con BPCO.<br />

SCOPO: Paragonare, da un punto di vista clinico e funzionale, pazienti affetti da IRC senza ipercapnia trattati<br />

con OTLT (gruppo A) e pazienti con IRC ipercapnica trattati con VMD e OTLT (gruppo B).<br />

DISEGNO: trasversale.<br />

METODI: Dopo almeno 1 episodio di IRC riacutizzata trattato presso la nostra U.O. con la VM invasiva (VMI) o<br />

non invasiva (VMNI), i pazienti sono stati indirizzati verso il nostro ambulatorio dedicato a pazienti con IRC e<br />

seguiti ogni 3 mesi. Al momento, vengono seguiti 52 pazienti, 29 del gruppo A e 23 del gruppo B. La VMD è<br />

stata precedentemente assegnata, da almeno 12 mesi, secondo i seguenti criteri: presenza di IRC ipercapnica<br />

nonostante l’ottimizzazione della terapia medica (incluso il trattamento di tutte le comorbidità); 2 o più episodi di<br />

grave riacutizzazione che aveva richiesto la ospedalizzazione nel precedente anno<br />

RISULTATI: I due gruppi sono risultati significativamente diversi per età (78.4 6.1 vs 69.8 7.1), BMI (26.9 5.2 vs<br />

32.6 9.9), frequenza cardiaca (FC, 76.9 12.1 vs 83.5 12.3), pH (7.44 0.08 vs 7.41 0.03), PaCO2 (41.7 4.7 vs<br />

48.7 6.5), SaO2 (93.0 1.7 vs 89.4 4.7), CVF (73.6 22.2 vs 62.0 16.0) (p


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALORI DI RIFERIMENTO PER IL TEST DA SFORZO CARDIO-RESPIRATORIO: VARIABILI E MODELLI<br />

PREDITTIVI<br />

Authors:<br />

R. Pistelli (1), M. Andreani (1), G. Forte (1), F. Baldari (1), R. Cinicia (2), D. Oddi (2), MG. De Rosis (1), L. Fuso<br />

(1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università Cattolica Roma ITALY, (2) Association Columbus Roma ITALY<br />

Body:<br />

I valori di riferimento per il test cardiorespiratorio (TCR), in analogia a quanto avviene per molti altri parametri di<br />

uso comune in fisiologia clinica, sono ottenuti da modelli che descrivono l’andamento del dato fisiologico<br />

(variabile dipendente) in funzione di una o più variabili proprie del soggetto in studio (variabili indipendenti).<br />

Quanto più la descrizione del modello è precisa, tanto più la stima del valore di riferimento presenta un margine<br />

di aleatorietà residua ristretto ed il modello è efficace. Un modello di predizione dovrebbe nel contempo essere<br />

efficiente, cioè riuscire a stimare il valore di riferimento con parsimonia sia rispetto al numero di variabili<br />

indipendenti sia alla loro espressione matematica.<br />

Abbiamo valutato le caratteristiche dei modelli di predizione nel primo gruppo di soggetti esaminati in uno studio<br />

per la raccolta di valori di riferimento per il TCR applicabili alla popolazione italiana nella fascia d’età 20-80 anni.<br />

I dati raccolti si riferiscono a 67 soggetti volontari, 28 maschi e 39 femmine, range di età 22-69 anni, testati<br />

mediante protocollo a rampa su cicloergometro finalizzato al raggiungimento del picco di VO2 in un tempo<br />

variabile fra 8 e 12 minuti dall’inizio del carico.<br />

Il modello di predizione del picco di VO2 (1.28 + 0.67maschi –0.01*età + 0.01*peso) ha R^2=0.64; se si tiene<br />

conto di una lieve attività fisica abituale, si ottiene R^2=0.70. Il modello di predizione dell’equivalente ventilatorio<br />

per la CO2 (20.70 – 1.24*maschi + 0.12*età) ha R^2=0.34; se si tiene conto di una lieve attività fisica abituale, si<br />

ottiene R^2=0.41.<br />

E’ interessante notare che per il picco di VO2 si ottengono stime assai precise dei valori di riferimento, mentre<br />

assai meno precise sono le stime per altri parametri, come l’equivalente ventilatorio per la CO2. L’analisi dei<br />

residui dei modelli ci consente altresì di affermare che trasformazioni non lineari delle variabili o l’uso modelli<br />

non lineari non migliorano la stima dei valori di riferimento Utilizzando i modelli prodotti per interpretare<br />

fisiologicamente i parametri ottenuti durante il TCR, è interessante rilevare il ruolo dell’attività fisica abituale nel<br />

migliorare l’efficienza degli scambi gassosi valutata sulla base dell’equivalente ventilatorio per la CO2 (b=-1.29).<br />

117


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DELLA COMPONENTE REVERSIBILE DELL OSTRUZIONE BRONCHIALE NEI<br />

DIFFERENTI STADI DELLA BPCO<br />

Authors:<br />

A. PETROIANNI, D. CECCARELLI, S. D'AVELLI, M. QUARTIERI, I. PRIMICERI, L. D'ANTONI, C. TERZANO<br />

Affiliations:<br />

(1) I Scuola di Specializzazione in Malattie dellApparato Respiratorio - UOC Malattie Respiratorie- Università La<br />

Sapienza ROMA ITALY<br />

Body:<br />

BACKGROUND: la BPCO è caratterizzata da una ostruzione delle vie aeree di tipo irreversibile o scarsamente<br />

reversibile dopo somministrazione di broncodilatatore. La classificazione dei differenti stadi si basa sulla<br />

valutazione del FEV1 post broncodilatazione. La quota di eventuale reversibilità della ostruzione varia da<br />

paziente a paziente in relazione al grado di infiammazione, ipersecrezione mucosa e allo stato di eventuale<br />

iperresponsività della muscolatura liscia bronchiale.<br />

OBIETTIVO: lo studio si prefigge di quantificare nei pazienti BPCO la componente di reversibilità , per definire la<br />

correlazione tra recupero funzionale della ostruzione bronchiale e livello di gravità della patologia.<br />

METODI: sono stati arruolati 100 pazienti con BPCO stabile (15 lievi, 35 moderati, 35 gravi e 15 molto gravi<br />

secondo le linee guida ERS/ATS GOLD), alla prima diagnosi della patologia che non eseguivano idonea terapia<br />

inalatoria. I soggetti sono stati sottoposti a valutazione funzionale con spirometria di base e test<br />

farmacodinamico per stabilire il grado di ostruzione bronchiale e il recupero funzionale post-broncodilatazione.<br />

RISULTATI: La quota di componente reversibile, in mL, nei pazienti con patologia avanzata è risultata<br />

significativamente maggiore rispetto ai soggetti moderati e lievi.<br />

In termini quantitativi le variazioni di FEV1 sono risultate rispettivamente +61mL (+2,3%) per i lievi, +73mL<br />

(+4,8%) per i moderati, +69mL (+8,2%) per i gravi, + 103mL (+16,9%) per i molto gravi.<br />

Il guadagno medio in termini di capacità vitale forzata (FVC) nei differenti stadi di malattia è risultato: +166mL<br />

(+4,6%) nei soggetti lievi, +116mL (+4,2%) nei moderati, +110mL (+6,0%) nei gravi e +145mL (+10,7%) nei<br />

molto gravi. Il confronto del miglioramento del FVC nei diversi stadi di BPCO non ha evidenziato una differenza<br />

significativa (p>0.05).<br />

CONCLUSIONI: I nostri risultati suggeriscono come non solo la broncodilatazione ottenibile nei pazienti con<br />

BPCO sia scarsamente reversibile dopo broncodilatatore, ma anche che comunque non viene mai raggiunta la<br />

significatività clinica, nonostante il miglioramento funzionale sia maggiormente apprezzabile nei pazienti con<br />

grave BPCO.<br />

118


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ DI DIFFUSIONE DELLA MEMBRANA ALVEOLO-CAPILLARE NELLA<br />

OSTRUZIONE BRONCHIALE ACUTA INDOTTA DA METACOLINA<br />

Authors:<br />

L. D'ANTONI (1), A. PETROIANNI (1), D. CECCARELLI (1), S. D'AVELLI (1), M. QUARTIERI (1), I. PRIMICERI<br />

(1), C. TERZANO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) I Scuola di Specializzazione in Malattie dell'Apparato Respiratorio - UOC Malattie Respiratorie- Università La<br />

Sapienza ROMA ITALY<br />

Body:<br />

SCOPO: Analisi della variazione della capacità di diffusione del CO nei pazienti sottoposti al test di broncoprovocazione<br />

farmacologica con metacolina. METODO: 50 pazienti (33 donne e 17 uomini ) con sospetta asma<br />

bronchiale, di età compresa fra i 15 e i 70 anni sottoposti al test di ipereattività bronchiale alla metacolina. Nel<br />

campione in esame abbiamo osservato le variazioni del transfer di membrana eseguendo il test della diffusione<br />

alveolo capillare del monossido di carbonio con la tecnica del singolo respiro all’inizio e alla fine della prova di<br />

ipereattività bronchiale e dopo inalazione di salbutamolo al termine del test. RISULTATI: I risultati osservati<br />

hanno evidenziato una riduzione della DLCO da un valore medio di 100,6% ±29,2 ad un valore medio di 86,3%<br />

±17 al termine del test nel gruppo dei responders che diventa dell’83,8% dopo broncodilatatore. Anche nei non<br />

responders in cui l’agente colinergico induce un’ostruzione bronchiale il valore della DLCO scende dal 108,8%<br />

±20,6 all’84,3% ±17 alla fine del test e permane dell’81%±19 dopo la prova farmaco-dinamica. CONCLUSIONI:<br />

Nonostante l’elevata dev. St., imputabile anche alla variabilità intra ed interindividuale del test DLCO, i risultati<br />

ottenuti consentono di evidenziare una significativa riduzione della DLCO in occasione del test dosimetrico con<br />

metacolina. L’osservazione che la DLCO non si modifica dopo broncodilatatore, contrasta con quanto osservato<br />

da altri autori che hanno riportato un miglioramento della DLCO dopo broncodilatatore. I nostri risultati<br />

suggeriscono pertanto un’alterazione del mismatch V/Q dopo somministrazione di metacolina che persiste<br />

anche dopo somministrazione di broncodilatatore. Ulteriori studi sono pertanto necessari al fine di poter meglio<br />

chiarire le alterazioni della ventilazione e della perfusione sia nei soggetti asmatici sia in quelli sottoposti a test<br />

con agenti colinergici.<br />

119


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

DLCO/AV E RISPOSTA TERAPEUTICA NELLA BPCO GRAVE<br />

Authors:<br />

A. PETROIANNI (1), D. CECCARELLI (1), S. D'AVELLI (1), M. QUARTIERI (1), L. D'ANTONI (1), C. TERZANO<br />

(1)<br />

Affiliations:<br />

(1) I Scuola di Specializzaz. in Malattie dell'Apparato Respiratorio - UOC Malattie Respiratorie Università La<br />

Sapienza ROMA ROMA ITALY<br />

Body:<br />

BACKGROUND: la difficoltà nel classificare pazienti BPCO, basata funzionalmente sul FEV1, è legata alla<br />

grande eterogeneità della popolazione BPCO. Soltanto una piccola percentuale dei pazienti con BPCO trattati<br />

presenta una risposta funzionale al trattamento farmacologico inalatorio con terapia di combinazione. Tale<br />

situazione suggerisce la necessità di studi designati alla individuazione di tali sottogruppi di pazienti sensibili alla<br />

terapia inalatoria.<br />

OBIETTIVO: lo scopo dello studio è quello di individuare in pazienti con BPCO grave trattati con terapia<br />

inalatoria di combinazione (salmeterolo/fluticasone), per un periodo di 6mesi, la correlazione tra valori di<br />

Capacità di diffusione del CO (Dlco)/ Volume Alveolare (VA) iniziali e risposta alla terapia.<br />

METODI:sono stati arruolati 140adulti con BPCO grave stabile (stadioIII ERS/ATS GOLD) e randomizzati in due<br />

gruppi di trattamento (70/70),riceventi rispettivamente salmeterolo/fluticasone (SF) 50/500µg MDI 2volte die e<br />

salmeterolo (S), come gruppo controllo, 50µg MDI 2volte die per 6mesi.Test funzionali spirometrici sono stati<br />

eseguiti all inizio e alla fine dello studio.<br />

Oltre alla valutazione funzionale sono stati raccolti anche parametri clinici, come frequenza delle riacutizzazioni,<br />

dispnea, qualità di vita,. La risposta al trattamento inalatorio è stata valutata tramite un significativo<br />

miglioramento del valore di FEV1(deltaFEV1=differenza tra FEV1 iniziale e dopo 6mesi) >10%. Pazienti con<br />

riacutizzazioni durante lo studio sono stati esclusi.<br />

RISULTATI: 21pazienti sono stati esclusi dallo studio (8del gruppo SF e 13S), 9per non adesione al follow-up e<br />

12per riacutizzazione. 62pazienti del gruppo SF e 57 del gruppo S hanno completato lo studio. Il deltaFEV1 e i<br />

parametri clinici hanno mostrato un miglioramento significativo in 21(33.9%) pazienti del gruppo<br />

SF(+15.99%±4.9) e in 1(1.8%) del gruppo S(+3.36%±4.7) (p


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

PREVEDERE L'ASMA BRONCHIALE GRAVE - INTERMITTENTE (BRITTLE, NEAR-FATAL): PD20FEV1 O<br />

DELTAFVC ?<br />

Authors:<br />

MF. FACCHINI (1), C. MICHELETTO (1), S. TOGNELLA (1), F. TREVISAN (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSP. ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

Raramente l'asma si presenta in forma grave intermittente, nota in letteratura come Brittle asthma tipo II o Nearfatal<br />

Asthma: tali definizioni si basano rispettivamente sul dato funzionale (monitoraggio del PEFR) o sulla storia<br />

clinica. Poter prevedere tale condizione sarebbe importante, in quanto consentirebbe di individuare i soggetti a<br />

maggior rischio di morte per asma. La caduta % della FVC sembra correlare con la gravità dei sintomi meglio<br />

della BHR. A nostra conoscenza non è mai stata studiata la frequenza del raggiungimento della PD20FEV1 già<br />

all’inalazione della sol. tampone, né la frequenza di una caduta della FVC sotto un dato valore di soglia (60% del<br />

basale) in tali soggetti asmatici. Metodi: presso il nostro Centro sono stati eseguiti, ad oggi, 27.260 test di<br />

broncoprovocazione in 11.487 soggetti. Sono stati selezionati quelli con PD20FEV1 da inalazione della<br />

soluzione tampone, o una caduta della FVC sotto la soglia arbitraria del 60% del valore basale. Abbiamo quindi<br />

verificato la frequenza di presentazione di tali condizioni e la loro persistenza in corso di terapia. Risultati:<br />

abbiamo registrato 248 test con PD20FEV1 al tampone (0,9%) in 247 pazienti (134 femmine 54%); 297 test con<br />

caduta della CVF sotto il 60% (1.1%) in 252 pazienti (135 femmine; 54%). Solo 10 soggetti presentavano<br />

entrambe le caratteristiche (6 femmine; 60%). Una PD20FEV1 al tampone, ma non la caduta della FVC sotto il<br />

60%, era caratteristica costante nei 6 pazienti che hanno ripetuto il test di broncoprovocazione. Conclusioni: sia<br />

il raggiungimento della PD20FEV1 al tampone, che la caduta della FVC sotto il 60% del basale, rappresentano<br />

eventi rari. Tale condizione sembra manifestare una lieve prevalenza per il sesso femminile. La grave<br />

diminuzione della FVC appare variabile diversa dall'iperreattività bronchiale, ricordando più da vicino il<br />

comportamento dei soggetti con Brittle asthma tipo II o Near- fatal asthma.<br />

121


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

ENTITA' E PERSISTENZA DELLA BRONCOSTRUZIONE DA MANOVRA SPIROMETRICA FORZATA:<br />

CARATTERISTICHE CLINICHE DI BRITTLE ASTHMA TIPO I°<br />

Authors:<br />

FM. FACCHINI (1), C. MICHELETTO (1), S. TOGNELLA (1), F. TREVISAN (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

È ben noto che i pazienti con asma grave possono presentare broncostruzione già a seguito di una inspirazione<br />

profonda, ma il rilievo di broncostruzione significativa (-12% del valore basale) in corso di manovra forzata è un<br />

evento descritto solo occasionalmente. A nostra conoscenza non sembra sia mai stato riportato con che<br />

frequenza tale evento si verifica nella pratica clinica. Metodi: abbiamo analizzato 125.919 test spirometrici<br />

consecutivi, selezionando, solo fra quelli definiti come “ben eseguiti” da un esperto tecnico, i test che, a seguito<br />

delle manovre forzate, dimostarvano una caduta del FEV1 oltre la soglia della significatività (&#8805;12% del<br />

valore basale). Risultati: 41 test spirometrici hanno presentato tali caratteristiche (0,03%): solo in due soggetti<br />

(4.9%) esse si sono costantemente ripetute. Conclusioni: seppure è ben noto che nelle forme di asma grave una<br />

inspirazione profonda può causare broncocostrizione evidenziata dall'aumento delle resistenze delle vie aeree,<br />

una vera è propria broncostruzione indotta dalle manovre spirometriche forzate è un evento raro e che, ancora<br />

più raramente, persiste nello stesso paziente. Questa caratteristica potrebbe riflettere una preoccupante<br />

instabilità delle vie aeree. Solo quando, nonostante terapia, essa persiste, ciò potrebbe configurare una<br />

peculiarità tipica dei pazienti con Brittle Asthma di tipo<br />

122


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE QUANTITATIVA DELLA MECCANICA DELLA PARETE TORACO-ADDOMINALE PRE/POST<br />

LOBECTOMIA POLMONARE<br />

Authors:<br />

F. Menegoni (1 4), M. Galli (1), D. Bonardi (2), A. Baisi (3), E.E. Guffanti (2), A. Aliverti (1), M. Crivellini (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Politecnico di Milano Milano ITALY, (2) I.N.R.C.A. I.R.C.C.S. Casatenovo Casatenovo ITALY, (3) Ospedale<br />

Maggiore Policlinico MARE Milano ITALY, (4) Fondazione Serpero Milano ITALY<br />

Body:<br />

La Pletismografia Optoelettronica (OEP) è una metodologia non invasiva che permette la misurazione delle<br />

variazioni di volume dei compartimenti costituenti la parete toraco-addominale. Lo scopo di questo studio è<br />

valutare in modo quantitativo, mediante OEP, la meccanica della parete toraco-addominale pre/post lobectomia<br />

polmonare per stimare il contributo degli emilati destro (emiDX) e sinistro (emiSX) al volume corrente (Vt), e<br />

valutare l'apporto dei compartimenti definiti lungo l'asse cranio-caudale: torace superiore (RCp), torace inferiore<br />

(RCa) e addome (AB).<br />

Sono stati studiati 6 soggetti di controllo - tre normali (età 30 ± 1 anni, BMI=23,9 ± 1,1) e tre obesi (età 56,3 ±<br />

11,8 anni, BMI=29,2 ± 2) - e un soggetto (età: 69 anni; BMI=30,4) con broncopneumopatia cronica ostruttiva<br />

moderata (FVC 77%, FEV1 69%, Tiffeneau 69%, RV 101,2%) ed eteroplasia pomonare valutato 1 mese prima<br />

(LobPRE) e 1 mese dopo (LobPOST) l'intervento di lobectomia polmonare inferiore sinistra.<br />

Sono state effettuate acquisizioni di respiro tranquillo per 3 minuti in posizione eretta, utilizzando un sistema<br />

optoelettronico a 6 telecamere e 89 marcatori passivi (OEP System, BTS, Italia); per ognuna è stato scelto un<br />

intervallo di respiri regolari per il calcolo dei parametri e indici di interesse.<br />

I risultati ottenuti indicano che il contributo dell'emiSX nei soggetti di controllo è il 47,6% ± 1,8% del volume<br />

corrente (Vt=0,55 ± 0,07 L) e pari al 41,7% nel LobPRE (Vt=0,36) e 31,6% nel LobPOST (Vt=0,43).<br />

Il contributo di ogni compartimento definito lungo l'asse cranio-caudale, in riferimento al Vt normalizzato, è<br />

risultato il seguente:<br />

- gruppo di controllo: RCp 32,2% ± 9,5% (emiSX 14,7%); RCa 23,5% ± 4,5% (emiSX 11,1%); AB 44,3% ±<br />

12,9% (emiSX 21,9%);<br />

- LobPRE: RCp 35,9% (emiSX 17,6%); RCa 3,6% (emiSX 1,9%); AB 60,5% (emiSX 22,1%);<br />

- LobPOST: RCp 24,1% (emiSX 5,6%); RCa 3,5% (emiSX 0,0%); AB 72,4% (emiSX 26.0%).<br />

L'intervento ha causato una diminuzione del contributo dell'emiSX pari al 10% di Vt, che interessa<br />

particolarmente il torace (LobPRE RCa+RCp=19,5%, LobPOST RCa+RCp=5,6%), associato a un movimento<br />

paradosso inspiratorio dell'emiSX della RCa, che suggerisce l'intervento di meccanismi di compenso che<br />

coinvolgono i compartimenti di entrambi gli emilati.<br />

123


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

FEV1 E IC: SIGNIFICATO NELLO STUDIO DELLA REVERSIBILITA' BRONCHIALE<br />

Authors:<br />

A. MARTINELLI (1), E. SOLINAS (1), G. LANATI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) CENTRO MEDICINA TORACICA AZ.OSP.S.ANNA COMO ITALY<br />

Body:<br />

SI E' CONSIDERATO IN UN PERIODO DI 6 MESI (1 GENNAIO-30 GIUGNO 2002) UN CAMPIONE DI 149<br />

SOGGETTI AFFETTI DA BPCO COMPOSTO DA 48 DONNE E 101 UOMINI, DI ETA' COMPRESA TRA 45 E<br />

84 ANNI, DI CUI 96 FUMATORI O EX-FUMATORI (20 DONNE, 76 UOMINI) CON FEV1 PARI O INFERIORE<br />

ALL'80% DEL VALORE TEORICO. I PAZIENTI SONO STATI SOTTOPOSTI A STUDIO DI FUNZIONALITA'<br />

RESPIRATORIA CON STRUMENTAZIONE PLETISMOGRAFICA MASTER-LAB JAEGER E A TEST DI<br />

REVERSIBILITA' FARMACOLOGICA 30 MINUTI DOPO SOMMINISTRAZIONE DI 2 PUFFS DI<br />

SALBUTAMOLO 75 MICROGRAMMI E IPRATROPIO BROMURO 15 MICROGRAMMI.<br />

I SOGGETTI SONO STATI DIVISI IN 4 GRUPPI: DONNE CON ETA' 45-64 ANNI (GRUPPO A) E 65-84 ANNI<br />

(GRUPPO B); UOMINI CON ETA' 45-64 ANNI (GRUPPO C) E 65-84 ANNI (GRUPPO D).<br />

L'ANALISI DEI DATI SEMBREREBBE INDICARE LA CAPACITA' INSPIRATORIA (IC) COME PARAMETRO<br />

MIGLIORE PER LA VALUTAZIONE DELLA REVERSIBILITA' FARMACOLOGICA RISPETTO AL FEV1 NEI<br />

SOGGETTI APPARTENENTI AI GRUPPI B E D, RISPETTIVAMENTE DONNE E UOMINI DI ETA' SUPERIORE<br />

AI 65 ANNI, ETA' PREFERENZIALE PER LO SVILUPPO DI BPCO (GRUPPO B: IC 53%-FEV1 46%; GRUPPO<br />

D: IC 51%- FEV1 45%).<br />

ULTERIORI PROSPETTIVE, IN CASO DI DISPONIBILITA' DI UNA MISURAZIONE PLETISMOGRAFICA,<br />

SEMBRANO RAPPRESENTATE DALL'ANALISI DEL VOLUME RESIDUO (RV). SECONDO I DATI RILEVATI,<br />

NEI SOGGETTI CON ETA' SUPERIORE AI 65 ANNI SENZA EVIDENZA DI REVERSIBILITA' AL FEV1 (FEV1<br />

MINORE DEL 12% RISPETTO AL VALORE BASALE) SI E' RISCONTRATA UNA RIDUZIONE DELL'RV NEL<br />

67% DELLE DONNE (GRUPPO B) E NEL 68% DEGLI UOMINI (GRUPPO D), VEROSIMILE ESPRESSIONE DI<br />

UNA DIVERSA DISTRIBUZIONE VOLUMETRICA A SEGUITO DI UN DIFFERENTE LAVORO MUSCOLARE<br />

RESPIRATORIO DOPO INALAZIONE DI BRONCODINAMICO.<br />

UNA PIU' AUTOREVOLE SPIEGAZIONE DEL FENOMENO POTREBBE PERALTRO ESSERE DIMOSTRATA<br />

ATTRAVERSO L'ANALISI, ACQUISITA CON ADEGUATA STRUMENTAZIONE, DEL QUADRO FUNZIONALE<br />

DI LIMITAZIONE DEI FLUSSI (FLOW LIMITATION= VFL/VT), SIA BASALE CHE DOPO<br />

BRONCODILATAZIONE FARMACOLOGICA.<br />

DAI DATI OTTENUTI SI PUO' CONCLUDERE CHE IL FEV1 SI RIVELA INCOMPLETO PER DEFINIRE LA<br />

REVERSIBILITA' NEI SOGGETTI SOTTOPOSTI A INDAGINE SPIROMETRICA, PERTANTO SAREBBE UTILE<br />

AFFIANCARLO ALLA VALUTAZIONE DEGLI ALTRI INDICI FUNZIONALI,TRA CUI L'IC, SIGNIFICATIVO E DI<br />

FACILE RACCOLTA ANCHE IN ASSENZA DI PLETISMOGRAFO.<br />

124


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DELLA GRAVITA' GLOBALE DELLA BPCO IN PAZIENTI CLASSIFICATI SECONDO GLI<br />

STADI GOLD<br />

Authors:<br />

C. Incorvaia (1), C. Pravettoni (1), N. Dugnani (1), GG. Riario-Sforza (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Pneumologia riabilitativa, ICP Milano ITALY<br />

Body:<br />

Razionale<br />

La gravità della BPCO viene generalmente stabilita, secondo le linee guida GOLD, in base al valore del VEMS.<br />

Tuttavia, la capacità di tale parametro respiratorio di definire realmente la gravità della malattia è attualmente in<br />

discussione. In questo studio è stata valutata una serie di altri parametri respiratori per definire la gravità globale<br />

della BPCO e rapportarla allo stadio GOLD indicato dal VEMS.<br />

Metodi<br />

Sono stati inseriti nello studio 766 pazienti con BPCO, 91 dei quali in stadio GOLD 0, 157 in stadio 1, 317 in<br />

stadio 2, 113 in stadio 3 e 88 in stadio 4. I parametri funzionali utilizzati sono stati il volume residuo, la capacità<br />

funzionale residua, la massima potenza espiratoria e inspiratoria (MEP/MIP) e i metri percorsi durante test del<br />

cammino dei sei minuti; è stata inoltre valutata la dispnea soggettiva mediante scale di Borg e scala visuale<br />

analogica (VAS). I dati non erano distribuiti in modo normale e sono stati quindi utilizzati test non parametrici; in<br />

particolare, la correlazione delle diverse variabili con lo stadio GOLD è stata analizzata mediante test di Kruskal-<br />

Wallis.<br />

Risultati<br />

Tutti i parametri considerati hanno dimostrato un progressivo peggioramento dallo stadio 0 allo stadio 4. Il test di<br />

Kruskal-Wallis ha dimostrato una elevata significatività (p


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

VALORE PREDITTIVO DEI PARAMETRI DI FUNZIONALITA' RESPIRATORIA IN PAZIENTI AFFETTI DA<br />

SCOMPENSO CARDIACO CRONICO<br />

Authors:<br />

A. DI SORBO (1), C. DI GIOIA (1), G. DE SIMONE (1), G. BORZILLO (1), G. D' ADDIO (1), G. PALUMBO (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) ISTITUTO DI RIABILITAZIONE VILLA MARGHERITA BENEVENTO ITALY, (2) ASL 1 BN BENEVENTO<br />

ITALY<br />

Body:<br />

Il valore predittivo dei parametri di funzionalità respiratoria nei pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico (<br />

SCC ) è poco conosciuto. E' noto che i pazienti affetti da SCC, esenti da malattia ostruttiva polmonare, hanno un<br />

pattern ventilatorio tendenzialmente di tipo restrittivo. Alcuni di questi pazienti, invece, presentano un pattern<br />

ventilatorio vicino alla normalità, che dopo trattamento riabilitativo si modifica nella direzione di un pattern di tipo<br />

restrittivo associato ad un miglioramento clinico dimostrando verosimilmente la presenza di iperinflazione<br />

polmonare relativa. Scopo di questo studio è stato quello di valuare se alcuni parametri di funzionalità<br />

respiratoria possono essere considerati fattori predittivi di eventi cardiaci acuti in questa categoria di pazienti.<br />

METODI: sono stati selezionati 50 pazienti ( 36 maschi e 14 femmine; età 62+/-7 anni ) con SCC senza<br />

evidenza di malattie ostruttive dell' albero respiratorio. Tutti i pazienti presentavano dispnea per sforzi abituali<br />

insorta negli ultimi 60 gg nonostante avessero una condizione di stabilità emodinamica ed erano sottoposti ad<br />

una terapia farmacologica ottimizzata e massimizzata. Tutti i pazienti dopo valutazione della funzione cardiorespiratoria<br />

sono stati avviati ad un ciclo di riabilitazione fisica cardio-respiratoria d 4 settimane e seguiti per un<br />

follow-up di 30 mesi. RISULTATI: il 64% dei pazienti dopo trattamento riabilitativo presentava una riduzione della<br />

TLC e del RV con aumento della VC ( aumento rapporto VC/RV ) e del FEV1 con contestuale miglioramento<br />

della dispnea e della performance fisica. Nel 36% di questi pazienti non si avevano modificazioni significative dei<br />

parametri di funzionalità respiratoria. La FE ( frazione d' eiezione ) non differiva tra i due gruppi all' arruolamento<br />

e nemmeno alla fine del trattamento ( p = 0,9 ). Nel follow-up il gruppo di pazienti con aumento del rapporto<br />

VC/RV ( iperinflazione relativa ) dopo trattamento riabilitativo ( p = 0,047 ) ha avuto un significativo aumento<br />

delle ospedalizzazioni ( p = 0,026 ) e della mortalità ( p = 0,029 ) per eventi cardiaci acuti rispetto al gruppo<br />

senza modificazione di questo rapporto. CONCLUSIONI: L' aumento del rapporto VC/RV in pazienti affetti da<br />

SCC può essere considerato come predittore di eventi cardiaci acuti.<br />

126


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

EFFICACIA DI UN PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE FISICO E RESPIRATORIO NEL MODIFICARE IL<br />

BODE INDEX IN GRUPPI DI PAZIENTI CON DIVERSO GRADO DI BPCO<br />

Authors:<br />

G. De Simone (1), G. D'Addio (1), A. Di Sorbo (1), C. Di Gioia (1), G. Borzillo (1), L. Piracci (1), M. Moscato (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituto di Riabilitazione San Giuseppe Moscati Villa Margherita Benevento ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: Il FEV1 rappresenta l'indice fondamentale per stabilire il grado di ostruzione e severità della<br />

BPCO, sebbene altri fattori (ipossiemia e/o ipercapnia, ridotta capacità ad effettuare il 6min WT, marcata<br />

dispnea ed un basso valore di BMI) rappresentino fattori aggiuntivi di rischio come dimostrato dalla letteratura<br />

dove le diverse variabili vengono raggruppate sotto la sigla BODE Index.<br />

Obiettivo dello studio: è quello di valutare l'efficacia di un programma di riabilitazione fisica e respiratoria nel<br />

modificare lo score del BODE Index in pazienti con BPCO<br />

Materiali e metodi: Lo studio include 52 pazienti affetti da BPCO in fase di stabilità clinica suddivisi secondo lo<br />

stadio Gold ricoverati in riabilitazione respiratoria. Durante il ricovero della durata media di ventotto giorni dopo<br />

la prima settimana di ottimizzazione della terapia medica i pazienti sono stati sottoposti a trattamento<br />

riabilitativo sei giorni la settimana per tre settimane con doppia seduta giornaliera. La seduta mattutina della<br />

durata di 45 minuti comprensiva di esercizi di rilassamento, di coordinazione respiratoria, rieducazione<br />

diaframmatica, esercizi a corpo libero alla spalliera ed al tappeto; la seduta pomeridiana prevede esercizi di<br />

riallenamento fisico generale della durata di 10 minuti ognuno rispettivamente al tradmill, al cicloergometro,<br />

all'ergometro a manovella. La valutazione del paziente all'inizio ed al termine del trattamento comprende:<br />

esame spirometrico, EGA, 6min WT, valutazione del BMI e della dispnea con la scala MRC. Esclusi dallo<br />

studio i pazienti con riacutizzazione risalente a meno di un mese dalla data di reclutamento, i pazienti<br />

impossibilitati ad eseguire il programma riablitativo o le prove di funzionalità respiratoria, gli asmatici, i<br />

cardiopatici.<br />

Risultati: analizzati applicando il test di Student per dati appaiati. Si evidenzia una riduzione degli scores del<br />

Bode Index in tutti i pazienti. Il miglioramento è da ascrivere al significativo incremento dei metri percorsi durante<br />

il 6minWT. Meno rilevanti i dati relativi al BMI cosi come quelli relativi al FEV1.<br />

Conclusioni: I risultati confermano l'efficacia del trattamento riabilitativo e la possibilità di utilizzare in ambito<br />

riabilitativo un ulteriore indicie valutativo della BPCO che tenga conto delle variabili che concorrono ad<br />

aggravare la condizione del paziente con BPCO.<br />

127


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

EFFECT OF BARIATRIC SURGERY ON SIX-MINUTE WALK TEST IN SEVERE UNCOMPLICATED<br />

OBESITY.<br />

Authors:<br />

M. MANISCALCO (1,2), G. de LAURENTIIS (1), A. ZEDDA (2), S. FARAONE (2), D. DI MARIA (2), S.<br />

CRISTIANO (3), C. CIARDIELLO (3), M. SOFIA (1), L.. CARRATU' (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dept. of Respiratory Medicine, University Federico II Naples ITALY, (2) UOS Fisiopatologia e Medicina<br />

respiratoria , Casoria Hospital Casoria, Naples ITALY, (3) Dept of Surgery, Casoria Hospital Casoria, Naples<br />

ITALY<br />

Body:<br />

Objective: Six-minute walk test (6mWT) is a simple index of functional capacity in healthy people and it has been<br />

used to estimate exercise capacity in obese subjects. The aim of the study was to find out whether weight<br />

reduction induced by laparoscopic adjustable gastric banding (LAGB) improves the functional capacity in<br />

severely obese during 6mWT.<br />

Design: A prospective one-year follow-up study patients being their own controls.<br />

Setting: Hospital Casoria Naples.<br />

Subjects: A consecutive series of 15 obese patients who had LAGB.<br />

Main outcome measures: body mass index (BMI), walking distance, heart rate, dyspnea and respiratory function<br />

tests.<br />

Results: 15 patients (all females) were evaluated. Mean BMI (kg/m2) decreased from 42.1 (range 35-49) before<br />

to 31.9 (range 25-38) postoperatively. The distance walked increased from 475.7 meters (range 380-580) before<br />

operation to 626.3 meters (range 435-880) one year post-operatively (p < 0.0001) and the dyspnea score after<br />

6mWT was significantly reduced after operation. All functional variables after 6mWT showed improvement one<br />

year postoperatively.<br />

Conclusion: Weight reduction in obese increase the functional capacity during walking. The improvements are<br />

refected in the patient own assessment.<br />

128


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

OUTCOMES RIABILITATIVI E FUNZIONALITA' RESPIRATORIA DOPO TERAPIA FARMACOLOGICA CON<br />

BETA 2 AGONISTI A DIVERSA POSOLOGIA<br />

Authors:<br />

I. MEOLI (1), F. STEFANELLI (2), G. FIORENTINO (1), B. CAMPANA (1), A. FRANGIPANE (1), R. DI MATTEO<br />

(1), W. VESSELLA (1), A. ANNUNZIATA (1), A. DI SORBO (3), M. CAPUTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O.C. MALATTIE, FISIOPATOLOGIA E RIABILITAZIONE RESPIRATORIA-A.O. MONALDI-SECONDA<br />

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI NAPOLI ITALY, (2) A.O. APICELLA POLLENA TROCCHIA ITALY, (3)<br />

ISTITUTO S.G. MOSCATI-VILLA MARGHERITA BENEVENTO ITALY<br />

Body:<br />

Lo scopo dello studio è stato quello di valutare le variazioni, la riproducibilità e la ripetibilita dei parametri<br />

funzionali respiratori e degli outcomes riabilitativi dopo somministrazione di formoterolo a 12 e 24 microgrammi.<br />

Sono stati arruolati 22 pazienti con BPCO clinicamente stabili; 4 pazienti in stadio GOLD II, 13 pazienti GOLD III,<br />

5 pazienti GOLD IV (età media 67 + - 7 anni), con storia di fumo di almeno 20 Pack/yrs, assenza di atopia,<br />

asma, rinite, eczema, e sono stati sottoposti in due giorni consecutivi, dopo sospensione di tutti i broncodilatatori<br />

da almeno 24 ore, alla somministrazione, con criterio random, di formoterolo a 12 e 24 microgrammi. Il disegno<br />

dello studio prevedeva la valutazione basale e dopo somministrazione del farmaco, nei due giorni consecutivi,<br />

della dispnea, della performance fisica e della funzionalità respiratoria.Il grado di riproducibilità è stato valutato<br />

mediante il coefficiente di correlazione di Pearson (riportando il valore r e r2) e visualizzato con ausilio della retta<br />

di regressione. La ripetibilità delle misure è stata analizzata tra i valori dei due giorni con il metodo di Bland e<br />

Altman, calcolando il coefficiente di ripetibilità. I confronti tra medie sono stati analizzati con il test T per campioni<br />

appaiati tra valori basali e post-farmaco, e tra i valori misurati dopo 12 e 24 microgrammi di formoterolo; un<br />

valore di p


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

L'EFFETTO BRONCHODILATATORE DELL' INSPIRAZIONE PROFONDA MIGLIORA DOPO<br />

CORTICOSTEROIDE INALATORIO NELL'ASMA<br />

Authors:<br />

N. Scichilone (1), S. Soresi (1), V. Bellia (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituto di Medicina Generale e Pneumologia JORDAN<br />

Body:<br />

Premessa: Recentemente è stato dimostrato che l effetto broncodilatatore dell inspirazione profonda (IP) si<br />

riduce con la gravità dell asma, supportando l ipotesi che le alterazioni flogistiche alterino l interdipendenza tra<br />

vie aeree e parenchima. Ipotesi: La terapia con corticosteroide inalatorio ripristina l effetto broncodilatatore dell<br />

IP nei soggetti asmatici. Metodi: 10 asmatici (grado lieve: 5; moderato: 2; grave: 3), in fase stabile di malattia,<br />

sono stati sottoposti a valutazione clinico-funzionale (questionario sulla gravità dei sintomi e sull uso di<br />

salbutamolo al bisogno e spirometria) e alla misura dell effetto broncodilatatore dell IP, prima e dopo tre mesi di<br />

terapia con beclometasone dipropionato extrafine-HFA (400 mcg/die). Per misurare l effetto broncodilatatore<br />

indotto dall IP è stato eseguito un test di broncoprovocazione con metacolina (mch) in assenza di respiri<br />

profondi: immediatamente dopo l induzione di broncocostrizione (>15% di riduzione della capacità vitale<br />

inspiratoria, IVC)) ciascun soggetto ha eseguito 4 IP. L effetto broncodilatatore dell IP è stato ottenuto dal<br />

rapporto fra IVC post-IP e IVC post-mch (% di broncodilatazione). Risultati: L effetto broncodilatatore dell IP è<br />

significativamente migliorato (75±5.1% vs. 53±6.0%, p=0.006), mentre il punteggio sulla gravità dei sintomi e l<br />

uso di salbutamolo al bisogno si sono significativamente ridotti al termine del trattamento (punteggio<br />

sintomatologico: 3±5.0 vs.12±1.7, p=0.0005; uso settimanale di salbutamolo: 0±0.0 vs. 6±1.4, p=0.002). La<br />

terapia con corticosteroide non ha modificato significativamente i parametri spirometrici (FEV1: 3.63±0.40 L vs.<br />

3.50±0.38 L, p=0.08; FEV1/FVC: 0.82±0.04 vs. 0.82±0.03, p=0.84). Conclusione: La terapia corticosteroidea<br />

inalatoria ripristina l effetto broncodilatatore dell IP negli asmatici. Le caratteristiche della formulazione extrafine<br />

HFA utilizzata suggeriscono il ruolo predominante della flogosi delle piccole vie aeree nella compromissione<br />

degli effetti benefici dell IP.<br />

130


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

EFFICACIA E TOLLERABILITA' DI FORMOTEROLO PMDI HFA E DPI NELLA BRONCOPNEUMOPATIA<br />

CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO) PARZIALMENTE REVERSIBILE: STUDIO CONTROLLATO VERSO<br />

PLACEBO<br />

Authors:<br />

V. BRUSASCO (1), GW. CANONICA (2), R. DAL NEGRO (3), G. SCANO (4), PL. PAGGIARO (5), LM. FABBRI<br />

(6), M. CAZZOLA (7), G. BARISIONE (8), G. VAROLI (9), C. MEREU (10)<br />

Affiliations:<br />

(1) CENTRO DIPARTIMENTALE DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, UNIVERSITA' DI GENOVA GENOVA<br />

ITALY, (2) CENTRO DI MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO E ALLERGOLOGIA, DIPARTIMENTO<br />

DI MEDICINA INTERNA, UNIVERSITA' DI GENOVA GENOVA ITALY, (3) UNITA' OPERATIVA DI<br />

PNEUMOLOGIA, OSPEDALE DI BUSSOLENGO VERONA ITALY, (4) UNITA' OPERATIVA DI<br />

RIABILITAZIONE RESPIRATORIA, FONDAZIONE DON CARLO GNOCCHI, POZZOLATICO FIRENZE ITALY,<br />

(5) SERVIZIO DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, DIPARTIMENTO CARDIOTORACICO, UNIVERSITA' DI<br />

PISA PISA ITALY, (6) CLINICA DI MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO, UNIVERSITA' DI MODENA<br />

MODENA ITALY, (7) UNITA' DI PNEUMOLOGIA E ALLERGOLOGIA, DIPARTIMENTO DI MEDICINA<br />

RESPIRATORIA, OSPEDALE A. CARDARELLI NAPOLI ITALY, (8) UNITA' OPERATIVA DI MEDICINA<br />

PREVENTIVA E DEL LAVORO, LABORATORIO DI FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA, OSPEDALE S.<br />

MARTINO GENOVA ITALY, (9) CORPORATE CLINICAL RESEARCH & DEVELOPMENT, CHIESI<br />

FARMACEUTICI S.P.A. PARMA ITALY, (10) STRUTTURA COMPLESSA DI PNEUMOLOGIA, OSPEDALE S.<br />

CORONA, PIETRA LIGURE SAVONA ITALY<br />

Body:<br />

SCOPO. VALUTARE L'EFFICACIA E LA TOLLERABILITA' DI UNA DOSE SINGOLA DI 12 MCG SEGUITA DA<br />

UN CICLO SETTIMANALE DI TERAPIA B.I.D. CON FORMOTEROLO PMDI HFA-134A (ATIMOS(R), CHIESI<br />

FARMACEUTICI S.P.A.), IN CONFRONTO A FORMOTEROLO DPI (FORADIL(R) AEROLIZER(TM),<br />

NOVARTIS PHARMACEUTICALS) E PLACEBO, IN PAZIENTI CON BPCO MODERATA/SEVERA<br />

PARZIALMENTE REVERSIBILE.<br />

METODI. 48 PAZIENTI (42M, 6F, ETA' 68.8±7.25 AA, VEMS 56.2 ±13.1% NORM. PRED.) SONO STATI<br />

RANDOMIZZATI SECONDO UN DISEGNO DOPPIO CIECO, DOUBLE DUMMY, CROSS-OVER, A<br />

TRATTAMENTI SETTIMANALI CON FORMOTEROLO HFA, DPI E PLACEBO. VARIABILE PRIMARIA DI<br />

EFFICACIA E' STATA L'AREA SOTTO LA CURVA (AUC) A 4 ORE DEL VOLUME ESPIRATORIO MASSIMO<br />

NEL 1. SECONDO (VEMS) DOPO LA PRIMA DOSE. COME VARIABILI SECONDARIE SONO STATE<br />

MISURATE L'AUC A 1 ORA ALL'INIZIO ED ALLA FINE DEL CICLO SETTIMANALE DI TRATTAMENTO. LA<br />

TOLLERABILITA' E' STATA VALUTATA ATTRAVERSO IL MONITORAGGIO DEGLI EVENTI AVVERSI,<br />

L'ELETTROCARDIOGRAFIA ED I SEGNI VITALI.<br />

RISULTATI. E' STATA DIMOSTRATA UNA EQUIVALENZA CLINICA E STATISTICA IN TERMINI DI AUC A 4<br />

ORE DOPO LA PRIMA DOSE TRA I DUE TRATTAMENTI ATTIVI (P=0.529), CON RISULTATO<br />

NUMERICAMENTE MIGLIORE PER QUANTO RIGUARDA IL FORMOTEROLO HFA IN CONFRONTO A DPI<br />

(1.77 E 1.73 L, RISPETTIVAMENTE). ENTRAMBI I TRATTAMENTI ATTIVI SONO RISULTATI<br />

STATISTICAMENTE SUPERIORI IN CONFRONTO A PLACEBO (ENTRAMBI P


Topic: FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA<br />

Title:<br />

DESCRITTORI DI DISPNEA ALL'APICE DELLO SFORZO IN SOGGETTI OBESI<br />

Authors:<br />

B. Farabollini (1), M.C. Braschi (1), M. Taus (2), A. Nicolai (2), F. Bonifazi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) SOD Allergologia Ancona ITALY, (2) SOD Dietetica e Nutrizione Clinica Ancona ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: nei pazienti obesi la dispnea e la ridotta tolleranza all'esercizio fisico sono di comune riscontro. Vi<br />

sono poche informazioni fra gli aspetti qualitativi della dispnea riferita dal soggetto obeso all'apice dell'esercizio e<br />

la tipologia della ventilazione adottata.<br />

Scopo primario dello studio è valutare la relazione fra gli aspetti qualitativi della dispnea e il pattern ventilatorio<br />

presentati dal soggetto obeso all'apice dello sforzo; scopo secondario correlare gli aspetti qualitativi con quelli<br />

quantitativi.<br />

Materiale e metodi: 30 soggetti (24M/6F) di età 47+/-11, con BMI di 38 +/-7 e funzionalità polmonare normale<br />

sono stati sottoposti a test da sforzo massimale a rampa mediante cicloergometro. All'apice dell'esercizio la<br />

dispnea è stata valutata sia quantitativamente (scala di Borg) che qualitativamente (Mahler DH et al. AJRCCM<br />

1996). Ogni descrittore di dispnea utilizzato è stato quantificato mediante uno score arbitrario (0-4: assente,<br />

lieve, moderato, severo). Il pattern ventilatorio è stato calcolato per ogni parametro come media degli ultimi 60<br />

secondi utili prima del termine dell'esercizio fisico. I dati ottenuti sono stati analizzati mediante correlazione di<br />

Spearman, corretta per ties.<br />

Risultati: Si dimostra una correlazione fra i seguenti parametri del pattern ventilatorio e del cluster:<br />

VT/TI vs fame di aria (r 0,45; p:0,03), respiro pesante (r:0,65; p:0,001), necessità di respirare di più (r:0,52;<br />

p:0,009), respiro rapido (r:0,55; p:0,05);<br />

VE vs respiro rapido (r:0,53; p:0,008), necessità di respirare di più (r:0,44; p: 0,03), fame di aria (r:0,49; p: 0,02);<br />

VT vs respiro rapido (r:0,41;p:0,04).<br />

La valutazione della dispnea mediante scala di Borg evidenzia una correlazione vs respiro pesante (r:0,44;<br />

p:0,03) e senso di soffocamento (r:0,43; p:0,02).<br />

Conclusioni: i dati rilevati dimostrano che nei soggetti obesi i cluster descrittori del decondizionamento<br />

all'esercizio fisico e dell'aumentato carico elastico inspiratorio sono correlati all'entità della ventilazione. Inoltre<br />

tali descrittori sono associati ad un incremento del drive respiratorio causato non solo dall'aumentare<br />

dell'esercizio ma anche dalla percepita intensità della necessità di respirare.<br />

Infine, l'intensità della dispnea percepita dai soggetti obesi è messa in relazione sia all'aumentato drive<br />

respiratorio che ad una ventilazione resa difficoltosa.<br />

132


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTI DELLA CPAP NASALE SULL’INSULINO-RESISTENZA ED INSULINO-SENSIBILITÀ NEI PAZIENTI<br />

CON APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO.<br />

Authors:<br />

L. Spicuzza (1), R. Campisi (1), V. Asero (1), N. Ciancio (1), R. Polosa (1), G. Di Maria (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituto di medicina interna e Medicina Specialistica Sezione Malattie Respiratorie Università di Catania<br />

ITALY<br />

Body:<br />

L’apnea ostruttiva (OSA) del sonno è stata associata ad alterazioni del metabolismo glucidico e al diabete<br />

mellito di tipo II. Noi abbiamo precedentemente dimostrato, usando parametri surrogati del metabolismo del<br />

glucosio e dell’insulina, che nei pazienti con apnea del sonno l’insulino-resistenza è aumentata e l’insulinosensibilità<br />

è ridotta, indipendentemente dalla presenza di obesità. Lo scopo del presente studio era quindi di<br />

stabilire se le alterazioni del metabolismo glucidico siano modificabili attraverso il trattamento con n-CPAP.<br />

Abbiamo pertanto studiato un totale di 20 pazienti (16 maschi, BMI 34&#61617;1.2, età 54.1&#61617;2.0 anni,<br />

AHI 56.3&#61617;2.1) nei quali la diagnosi di OSA era stata fatta tramite polisonnografia notturna standard<br />

(Compumedics S-Series). L’indice HOMA (Homeostasis Model Assessment), un indice di insulino-resistenza e<br />

l’indice QUICKI (Quantitative Insulin-sensitivity check index), un indice di insulinosensibilità, sono stati calcolati<br />

dai valori di glucosio e di insulina a digiuno ottenuti al mattino, in condizioni basali e dopo un mese di<br />

trattamento con n-CPAP (valore medio di pressione 9.0&#61617;0.3 cmH2O, tempo medio di applicazione<br />

5.6&#61617;1.2 h/die). L’indice HOMA era 4.6&#61617;4.7 e 3.3&#61617;0.7, in condizioni basali e dopo<br />

trattamento con CPAP rispettivamente (P


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

PREVALENZA DI DISTURBI RESPIRATORI DEL SONNO NEI PAZIENTI CON SCLEROSI LATERALE<br />

AMIOTROFICA<br />

Authors:<br />

V. Asero (1), R. Campisi (1), G. Di Maria (1), L. Spicuzza (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica Sezione di Malattie Respiratorie Università di<br />

Catania ITALY<br />

Body:<br />

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una patologia estremamente invalidante che determina una grave e<br />

rapida compromissione dei muscoli respiratori. I pazienti sviluppano precocemente insufficienza respiratoria<br />

cronica e gravi infezioni respiratorie che conducono rapidamente al decesso. Come in molte altre patologie<br />

neuromuscolari la compromissione respiratoria può verificarsi precocemente durante il sonno. Scopo del<br />

presente studio era quello di valutare la prevalenza dell’apnea del sonno in un gruppo di pazienti consecutivi con<br />

Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) inviati presso il nostro Laboratorio del Sonno. Abbiamo in tutto studiato 18<br />

pazienti di età compresa tra 29 anni e 80 anni e con una SaO2 in veglia >95%, per i quali la diagnosi era stato<br />

formulata di recente. In 5 pazienti era stato dimostrato coinvolgimento del I motoneurone, in 10 del II<br />

motoneurone e per 3 pazienti entrambi. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a polisonnografia notturna standard<br />

(Compumedics S-Series) ed è stato calcolato il valore di AHI (indice di apnea/ipopnea). Dei 18 pazienti, 2 (11%)<br />

sono risultati negativi per apnea ostruttiva del sonno (AHI < 5), in 5 pazienti ( 28%) è stata dimostrata una<br />

apnea ostruttiva di grado lieve (AHI >5 e < 20), in 5 pazienti (28%) è stata dimostrata una apnea ostruttiva di<br />

grado moderato (AHI > 21 e < 30) e in 6 pazienti ( 33%) si è evidenziata una forma severa (AHI >30).<br />

L’applicazione della ventilazione non invasiva notturna in modalità CPAP o bi-level ha provocato un<br />

miglioramento del quadro polisonnografico notturno in tutti i pazienti positivi (AHI medio pari a 5&#61617;2).<br />

Dai dati di questo studio si evince che la percentuale di disturbi respiratori del sonno nei pazienti con Sclerosi<br />

Laterale Amiotrofica che non presentano insufficienza respiratoria durante la veglia è elevatissima. Pertanto è di<br />

fondamentale importanza che la polisonnografia rientri tra le indagini funzionali di routine anche nei paziente<br />

senza insufficienza respiratoria diurna al fine di iniziare tempestivamente la ventiloterapia. .<br />

134


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

RUOLO DELLE APNEE MISTE E CENTRALI NELL'OSAS<br />

Authors:<br />

M. FONTANA (1), G. BUGGIO (1), L.. SPILLERE (1), B. HONISCH (1), G. CAPPELLATO (1), A.<br />

MARCOLONGO (1), A. GASPAROTTO (1), G. IDOTTO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIVISIONE PNEUMOLOGICA CITTADELLA (PD) ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione. I soggetti con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) presentano anche apnee centrali<br />

(AC) e miste (AM), in cui anche il segnale dell’attività toraco-addominale è assente per tutta la durata dell’evento<br />

nelle AC o riprende solo alla fine nelle AM. In letteratura si evidenzia una prevalenza di AC pari al 2,5% e di AM<br />

pari al 12,5% (sul totale delle apnee).<br />

Scopo del nostro studio è stato quello di quantificare in un gruppo di soggetti affetti da OSAS la prevalenza dei<br />

vari tipi di apnea in base alla gravità di malattia.<br />

Materiali e metodi. Abbiamo selezionato 70 pazienti ricoverati presso il Centro di Medicina del Sonno ad<br />

indirizzo cardio-respiratorio della nostra S.C. di Pneumologia. Sono stati sottoposti a polisonnografia di I° livello,<br />

con scoring manuale del segnale, secondo le linee guida AASM 1999 e AIPO 2003. Il flusso oro-nasale è stato<br />

registrato mediante trasduttore di pressione. I vari tipi di apnea sono stati espressi in percentuale sul totale degli<br />

eventi.<br />

Risultati. Il campione in esame, 60 maschi e 10 femmine, di età media 47 anni ± 19, è stato suddiviso in due<br />

gruppi in base alla gravità di patologia. Gruppo A, 37 pazienti, con 5 < AHI < 30 (in media 16 ± 10), SpO2 93,5%<br />

± 2,1; CT 90 3,9% ± 3,1; AO 84%; AM 12,3%; AC 3,7%. Gruppo B, 33 pazienti, con AHI > 30 (in media 55 ± 24);<br />

SpO2 91,1% ± 3,1; CT 90 17,9% ± 15,1; AO 69%; AM 16,8%; AC 14,2%.<br />

Conclusioni. Dal nostro studio emerge che i soggetti con OSAS lieve-moderato (gruppo A) mostrano percentuali<br />

di AO, AM, AC, in linea con i dati della letteratura, mentre i soggetti con elevato grado di malattia (gruppo B),<br />

particolarmente quelli con pause respiratorie più lunghe ed associate a maggiore desaturazione<br />

ossiemoglobinica, presentano un netto aumento della percentuale di AC (14,2%) e AM (16,8), rispetto agli eventi<br />

ostruttivi.<br />

135


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

PROBLEMI ORGANIZZATIVI NEL FOLLOW UP DEI PAZIENTI CON SINDROME DELLE APNEE NEL<br />

SONNO TRATTATI CON CPAP<br />

Authors:<br />

R. DRIGO (1), E. ENZO (1), A. FERRARESSO (1), G. SASSO (1), F. ZAMBOTTO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC COMPLESSA PNEUMOLOGIA OSPEDALE CIVILE DI FELTRE ITALY<br />

Body:<br />

Premessa. Il follow up dei pazienti con sindrome delle apnee ostruttive nel sonno pone alcuni problemi in parte<br />

non risolti. La letteratura suggerisce che vi è indicazione ad una nuova indagine strumentale se i sintomi non<br />

migliorano e se il peso varia > 10%. Non è noto però il numero dei pazienti che rispondono a queste<br />

caratteristiche. Risulta pertanto difficile la programmazione delle risorse necessarie per la gestione del follow up.<br />

Obiettivi. Lo studio cerca di rispondere a due domande 1) seguendo le attuali indicazioni della letteratura, quanti<br />

pazienti in terapia con CPAP dovrebbero sottoporsi ad una nuova indagine strumentale? 2) nel follow up dei<br />

pazienti in terapia con CPAP, l'ossimetria notturna domiciliare aggiunge informazioni utili rispetto all'esame<br />

clinico?<br />

Metodi e materiali: Analisi retrospettiva. 26 pazienti in trattamento con CPAP da oltre un anno (media 14.7<br />

mesi), con peso stabile, stottoposti a valutazione clinica e ossimetria notturna domiciliare per due notti<br />

consecutive, una di base ed una durante trattamento con CPAP.<br />

Risultati. Tre pazienti (12%) avevano indicazione ad una rivalutazione strumentale in quanto la sintomatologia<br />

(sonnolenza diurna) non era migliorata. Altri cinque pazienti (19%) avevano indicazione ad una rivalutazione<br />

strumentale in quanto il loro peso era stabilmente variato in modo maggiore o eguale al 10%. L'ossimetria<br />

individuava ulteriormente 3 pazienti (12%) che pur avendo al momento della diagnosi indici di apnea/ipopnea<br />

(53,50,50) e di desaturazione (30,21,27) elevati, presentavano al follow up nella ossimetria senza CPAP un<br />

indice di desaturazione molto migliorato ( 4,5,6,) anche se il peso era rimasto sostanzialmente stabile (-3%, -5%,<br />

0%). In questi casi sarebbe ipotizzabile un miglioramento del quadro funzionale tale da comportare la<br />

cessazione della terapia ventilatoria. L'ipotesi andrebbe confermata con metodiche più accurate dell'ossimetria.<br />

Conclusioni. Seguendo le attuali indicazioni della letteratura il 30% circa dei nostri pazienti in terapia con CPAP<br />

a poco più di un anno dalla diagnosi troverebbe indicazione ad una nuova valutazione strumentale. L'ossimetria<br />

individuava un ulteriore 12% de ipazienti in cui una rivalutazione strumentale potrebbe fornire nuovi elementi sul<br />

piano diagnostico/terapeutico.<br />

136


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE A LUNGO TERMINE DELLA FATICA MENTALE ATTRAVERSO IL QUESTIONARIO DI<br />

MAASTRICHT, IN PAZIENTI CON SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO (OSAS)<br />

TRATTATI CON CPAP<br />

Authors:<br />

P. Carratù (1), D. Lacedonia (1), P. Pierucci (1), V. Costa (1), MA. Ardito, O. Resta<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie Respiratorie, Università di Bari Bari ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: I pazienti con sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) soffrono di sonno frammentato. Il<br />

sonno frammentato porta un incremento della fatica fisica e mentale. Gli effetti della terapia a lungo termine sulla<br />

fatica mentale sui soggetti OSAS, verificato attraverso il Questionario di Maastricht non è stato ancora studiato.<br />

Oggetto dello studio: Al fine di valutare il ruolo della CPAP nel migliorare la fatica mentale nei pazienti con<br />

OSAS abbiamo studiato 35 pazienti (26M, età < 65 aa al tempo della diagnosi) affetti da OSAS stabilita dalla<br />

polisonnografia.<br />

Pazienti e metodi: I pazienti furono divisi in due gruppi (19 soggetti, 15M) che rifiutarono la terapia con CPAP e<br />

16 pazienti (11 M) di comparabile sesso, età , BMI, collo, durata del follow up e severità della malattia che sono<br />

stati trattati con CPAP per almeno due anni.<br />

Risultati: I soggetti sotto CPAP riportavano un significativo miglioramento dello stato mentale (MQ 26.63±9.85<br />

vs. 10.94±6.95; p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

PREDIZIONE DELLA PRESENZA DI OSAS IN UNA POPOLAZIONE DI PAZIENTI SEVERAMENTE OBESI<br />

Authors:<br />

M. Digiorgio (1), N. Carpenè (1), C. Manta (1), L. Menconi (1), M. Gherardi (1), G. Bardi (1), C. Ribas (1), F.<br />

Santini (2), A. Palla (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Cardio-Toracico, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, sezione di Malattie Dell'Apparato<br />

Respiratorio Pisa ITALY, (2) Dipartimento di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Azienda Ospedaliera<br />

Universitaria Pisana Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Scopi:<br />

Identificare un modello di predizione clinica di OSAS in pazienti severamente obesi.<br />

Metodi:<br />

Abbiamo studiato 101 soggetti severamente obesi utilizzando come unico criterio di inclusione un BMI > 40. Tutti<br />

i soggetti sono stati sottoposti ad anamnesi e monitoraggio cardiorespiratorio (MCR) completo notturno,<br />

indipendentemente dalla presenza di sintomi e segni indicativi di OSAS. Abbiamo usato un modello di<br />

regressione logistica per stimare la probabilità di OSAS in tali pazienti in base alle loro caratteristiche cliniche.<br />

Risultati:<br />

Sono stati studiati 101 pazienti (33 M) con BMI compreso tra 40 e 77. Nel 61% dei pazienti è stata fatta diagnosi<br />

di OSAS: nel 13,9 % di grado lieve, nel 12,9% di grado moderato, nel 12,9% di grado severo e nel 20,9% di<br />

grado molto severo. Il modello di regressione logistica individuato utilizza 4 variabili cliniche di facile acquisizione<br />

quali l'età (coefficiente di regressione 0.065), il sesso maschile (1.644), il grado di sonnolenza diurna (0.156) e la<br />

presenza di apnee notturne riferite dal partner di letto (0.382). Tale modello è risultato avere una sensibilità del<br />

84% ed una specificità del 70% che aumentano rispettivamente al 90% ed all' 80% aggiungendo alle precedenti<br />

variabili anche il valore della saturazione minima notturna. Confrontando la probabilità di OSAS stimata dal<br />

modello e la reale prevalenza della patologia abbiamo evidenziato quanto segue: dei pazienti identificati dal<br />

modello come a bassa probabilità di OSAS (75%), il 91% ne era realmente affetto.<br />

Conclusioni:<br />

Usando il modello predittivo sopra descritto è possibile, nei pazienti del nostro campione, identificare la maggior<br />

parte dei soggetti affetti da OSAS ed escludere quasi tutti i soggetti sani. Conseguentemente sembra possibile<br />

limitare l'impiego del MCR completo notturno ai soggetti con bassa probabilità predittiva di malattia.<br />

138


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

FOLLOW UP CLINICO FUNZIONALE E POLISONNOGRAFICO IN 10 SOGGETTI GRAVEMENTE OBESI<br />

SOTTOSPOSTI AD INTERVENTO DI CHIRURGIA BARIATRICA<br />

Authors:<br />

N. Carpenè (1), M. Digiorgio (1), C. Manta (1), M. Gherardi (1), G. Bardi (1), C. Ribas (1), F. Santini (2), A. Palla<br />

(1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento Cardio-Toracico, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Sezione Malattie dell'Apparato<br />

Respiratorio Pisa ITALY, (2) Dipartimento di Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Azienda Ospedaliera<br />

Universitaria Pisana Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Scopo:<br />

Valutare l'andamento di alcuni parametri clinico, funzionali e polisonnografici in soggetti gravemente obesi prima<br />

e dopo calo ponderale conseguente ad intervento di chirurgia bariatrica.<br />

Materiale e Metodi:<br />

Abbiamo sottoposto 10 soggetti con BMI > 40 ad anamnesi, spirometria, emogasanalisi e monitoraggio cardio<br />

respiratorio (MCR) completo notturno, indipendentemente dalla presenza di sintomi e segni indicativi di OSAS.<br />

Tali esami sono stati ripetuti dopo calo ponderale successivo ad intervento di chirurgia bariatrica.<br />

Risultati:<br />

I 10 pazienti studiati (5 F) avevano una età media di 42 +/- 11,7 anni ed un BMI medio di 48,6 +/- 5,2.<br />

Dall' anamnesi risultava che 3 pazienti erano fumatori, 4 non fumatori e 3 erano ex fumatori. Inoltre, 8 pazienti<br />

presentavano russamento, 3 risvegli, 5 apnee riferite dal partner di letto e 4 pazienti ipersonnia diurna. I dat<br />

ottenuti dalla spirometria e dall'emogasanalisi hanno evidenziato valori medi nei limiti della norma. Dal MCR<br />

completo notturno è risultato un AHI medio di 31,7 +/- 35,0: in particolare in 2 pazienti è stata fatta diagnosi di<br />

OSAS di grado lieve, in 2 di OSAS di grado moderato, in 3 di OSAS di grado molto severo mentre in 2 pazienti<br />

la diagnosi di OSAS è stata esclusa. Tutti i 10 pazienti sono stati sottoposti ad intervento di chirurgia bariatrica<br />

ottenendo un calo ponderale medio di 33,5 +/- 14,1 kg ed una riduzione significativa del BMI medio (38,0 +/-5,0),<br />

(p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE ECODOPPLER TISSUTALE DELLA FUNZIONE VENTRICOLARE DESTRA NEI PAZIENTI<br />

CON SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO<br />

Authors:<br />

P. CAPANO (1), S. D'AMICO (1), R. CITRO (2), M. GALDERISI (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) P.O.S.M.DELLA SPERANZA DIP.DI MEDICINA BATTIPAGLIA (SA) ITALY, (2) P.O.SAN LUCA DIP. DI<br />

CARDIOLOGIA VALLO DELLA LUCANIA(SA) ITALY, (3) UNIVERSITà FEDERICO II° DIP.MEDICINA<br />

D'URGENZA NAPOLI ITALY<br />

Body:<br />

Le Apnee Ostruttive del Sonno presentano effettti emodinamici significativi sul circolo sistemico e sul circolo<br />

polmonare.L'obbiettivo di questo studio è di valutare le ripercussioni dei disturbi respiratori del sonno sulla<br />

funzione ventricolare destra mediante valutazione doppler tissutale pulsato.E' stata presa in considerazione una<br />

popolazione di 48 pazienti :20 controlli e 28 paz.con OSAS diagnosticata mediante monitoraggio<br />

cardiorespiratorio notturno;i paz. con OSAS erano tutti normossiemici e normocapnici e sono stai sottoposti a<br />

Doppler Tissutale pulsato con valutazione del semplice volume a livello del lembo laterale della mitrale e<br />

dell'anulo tricuspidale del ventricolo destro e si sono ottenuti gli indici miocardici sistolici e diastolici.Le<br />

dimensioni e le frazioni di eiezione ventricolari destre e sinistre non sono risultati significativamente differenti nei<br />

due gruppi.<br />

Il parametro più significativamente alterato risulta essere il PCTm (r=-0.47 ,P


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

LINEE GUIDA AIPO REGIONE E-ROMAGNA PER LA DIAGNOSI E TERAPIA DELL'OSA E PER LA<br />

STANDARDIZZAZIONE DEL CALCOLO DI AHI E RDI : RICADUTA TERRITORIALE .<br />

Authors:<br />

M. Bosi (1), F. Fiorentini (1), B. Pratico' (2), S. Desìderio (3), A. Tansella (3), M. Giovannini (4), F. Falcone (5), L.<br />

Ballerin (6), P. Grandi (7), R. Dallari (8), M. Moretti (9), C. Cilione (10), G. Rossi (10), R. Melej (11), G. Vezzani<br />

(12), MG. Scacchetti (12), G. Garuti (13), L. Spagnolatti (13), L. Ritrovato (6)<br />

Affiliations:<br />

(1) UO di Pneumologia Asl di Forli' Forli' ITALY, (2) UO di Medicina d'urgenza Asl di Cesena Cesena ITALY, (3)<br />

UO di Pneumologia Asl di Rimini Rimini ITALY, (4) UO di Pneumologia Asl di Ravenna Ravenna ITALY, (5) UO<br />

di Pneumotisiatria, Az Usl Citta'di Bologna Bologna ITALY, (6) Ser Fisiopatologia Respiratoria Az.OspFerara<br />

Ferrara ITALY, (7) UO di Pneumologia Mirandola , Asl di Modena Modena ITALY, (8) Modulo Pneumologia<br />

,Sassuolo,Asl di Modena Modena ITALY, (9) UO di Pneumologia Az .Osped. Pol.di Modena Modena ITALY, (10)<br />

UO di Pneumologia Villa Pineta, Gaiato ITALY<br />

Body:<br />

La Sezione Regionale AIPO E-Romagna ha approvato in ottobre 2004 un documento sulla diagnosi e terapia<br />

dell'OSA ( aggiornato in luglio 2005) ed in novembre 2005 un secondo documento sulla standardizzazione del<br />

calcolo di AHI e RDI .I documenti sono stati proposti da un gruppo tecnico di 19 pneumologi provenienti da 13<br />

Centri (C) distribuiti 9 provincie . SCOPO DEL LAVORO : e' la verifica mediante questionario della ricaduta sul<br />

territorio regionale dei 2 documenti , focalizzando l'attenzione su alcuni punti chiave degli stessi . RISULTATI :<br />

a) 12/13 C eseguono una visita flitro pre polisonnografia (PSG) o monitoraggio cardiorespiratorio<br />

completo(MCRC). b) 9/13 C eseguono lo studio PSG e MCRC ambulatorilmente . c) 12/13 C usano autocpap<br />

per la titolazione della pressione; in 13/13 C la conferma definitiva della pressione avviene con PSG o MCRC. d)<br />

4/13C impiegano un periodo = > 7 gg per l'adattamento alla autocpap, 7/13C impiegano 3-6 gg ,2/13 impiegano<br />

un periodo = 9 ore/settimana , in 4/13 C e' 6-8 ore/settimana, in 5/13 C e' = 250 esami /anno . CONCLUSIONI : I dati fotografano un rete regionale che riteniamo di<br />

buon livello qualitativo e a questo ha sicuramente contribuito la produzione di LG partecipate e condivise . Una<br />

inevitabile preoccupazione nasce dai dati sulle risorse impegnate , insufficienti per l'epidemiologia delle<br />

patologie respir. nel sonno<br />

141


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTI SUL CALCOLO DELL'ODI DELLE LINEE GUIDA AIPO REGIONE E-ROMAGNA PER LA<br />

STANDARDIZZAZIONE DEL CALCOLO DELL'AHI E RDI IN PAZIENTI CON DISTURBI RESPIRATORI<br />

OSTRUTTIVI NEL SONNO<br />

Authors:<br />

M. Bosi (1), F. Fiorentini (1), A. Zoli (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O.di Pneumologia-H Morgagni-Pierantoni Forli' ITALY, (2) U.O..di Oncologia Medica-U. di Biostatistica<br />

Forli' ITALY<br />

Body:<br />

Le Linee Guida (LG) recentemente approvate dalla Sezione Regionale E-Romagna dell'AIPO hanno come<br />

scopo prioritario la riduzione della variabilita' del calcolo dell'indice di apnea-ipopnea (AHI) e dell'indice di<br />

disturbo respiratorio (RDI). Il documento ha fatto propria la nuova definizione di ipopnea avanzata dall'American<br />

Academy Sleep Medicine : riduzione del flusso aereo uguale o superiore al 30% del riferimento in associazione<br />

ad una desaturazione fasica => al 4% .<br />

Scopo del nostro lavoro e' stato valutare il posizionamento della relazione fra AHI ed ODI nei monitoraggi<br />

cardiorespiratori completi in rapporto alla definizione di iponea suggerita dalle LG .<br />

MATERIALI e METODI: sono stati valutati 26 paz. (24 OSA e 2 russatori semplici ; 20M e6F) mediante<br />

monitoraggio cardiorespiratorio completo (MCRC) presso l'U.O.di Pneumologia dell'Asl di Forl'. L'eta' media era<br />

60+/-13.1, BMI 30.5+/- 5 kg/m2 , circonferenza collo 41.5 +/-3.6 cm, EPSS 7.5+/-4.6.<br />

RISULTATI: L'AHI medio e' risultato 26.9+/-23 ev/ora , l'ODI 25.3+/-23.48 ev/ora. La media delle saturazioni<br />

medie 93.3%+/-2.19 , il CT5 ev/ora<br />

con una sensibilita' del 90% ed una specificita' del 100%. Considerando il cut-off di AHI e ODI =>20 ev/ora ,<br />

l'ODI identifica i paz con AHI =>20 ev/ora con una sensibilta' del 93% ed una specificita' del 100% . Un AHI<br />

=>20 ev/ora corrisponde al valore suggerito dalle LG AIPO 2005 per la prescrizione di CPAP : solo 1/26 paz.<br />

cambia livello di gravita' usando l'ODI .<br />

CONCLUSIONI : I nostri dati documentano che nei MCRC la definizione di ipopnea suggerita dalle LG della<br />

regione E-Romagna avvicina molto l'ODI all'AHI e l'uso del sofisticato software del MCRC nella lettura<br />

manuale della traccia ossimetrica ha favorito questo risultato.Le LG AIPO-<strong>AIM</strong>S non concedono spazio alla<br />

pulso-ossimetria nella diagnosi di OSA: per il continuo progresso tecnologico non riteniamo improbabile la<br />

necessita' di rivalutare in futuro il riposizionamento della pulso-ossimetria nel percorso diagnostico dell'OSA.<br />

142


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

TARATURA FLUSSIMETRI PER OSSIGENOTERAPIA<br />

Authors:<br />

S. TOGNELLA (1), MR. TURATI (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

Con l'implementazione dei sistemi di qualità secondo il modello ISO9001, le procedure periodiche di calibrazione<br />

e taratura degli strumenti sono atti critici del sistema. La loro periodicità deve essere stabilita in base alla<br />

tipologia della strumentazione ed in accordo con quanto indicato dai produttori.<br />

Scopo: verificare la precisione del flusso erogato dai flussimetri per l'O2 (RS UNI 02, scala 0.2-5 lit/min con<br />

umidificatore) nel settore di degenza della nostra UO (certificata ISO9001 dal 1998). Il sistema di erogazione<br />

dell'O2 è centralizzato e le prese a muro (a cui vengono collegati i flussimetri, mediante i quali il personale<br />

imposta il flusso di O2 da erogare al paziente in base alla prescrizione medica) sono tutte a norma UNI 9507 CE<br />

0051.<br />

Metodi: sono state effettuate 3 diverse serie di misure su ognuno degli 11 flussimetri disponibili, testando i<br />

seguenti flussi: 0,5; 1; 1,5; 2; 5 lit/min, verificando anche l'effettiva erogazione dell'O2 nel punto di uscita del gas<br />

dal flussimetro, mediante un misuratore di portata volumetrica (MPV), a sua volta certificato dal FASINT' (cert. n°<br />

E*607/05). Risultati in Tab.1<br />

flusso impostato flusso medio misurato MPV scarto percentuale medio<br />

(l/min) (3 rilevazioni) + ds<br />

0,5 0,78 + 0,11 59%<br />

1 1,25 + 0,14 31%<br />

1,5 1,91+ 0,21 33%<br />

2 2,38+ 0,14 26%<br />

5 5,28+ 0,39 13%<br />

Conclusioni: 1) L’effettiva erogazione di O2 risulta sempre eccedente rispetto al flusso impostato; 2) lo<br />

scostamento % è tanto maggiore quanto più basso è il flusso impostato; 3) nell’ambito del comune range di<br />

utilizzo, ciò può richiedere particolare attenzione nei soggetti con BPCO grave, tendenzialmente ipoventilanti e<br />

non sottoposti a ventilazione non invasiva (NIV).<br />

143


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO E IL SISTEMA QUALITÀ IN UNA UOC DI PNEUMOLOGIA<br />

CERTIFICATA: IL PROBLEMA DELLA CONCORDANZA FRA SCHEDA MEDICA ED INFERMIERISTICA<br />

Authors:<br />

S. TOGNELLA (1), MR. TURATI (1), A. PERANTONI (1), K. TORTELLA (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

Il tema dell'errore umano in Medicina è da tempo al centro dell'attenzione della comunità medica. L'efficacia di<br />

un sistema di gestione del rischio clinico si basa sul cambiamento della concezione di errore: non più l'errore<br />

visto come fallimento individuale, ma come opportunità di miglioramento dell'organizzazione. Il ricorso a<br />

indicatori specifici per la rilevazione e l'analisi degli errori risulta quindi indispensabile.<br />

Nell'ambito del macroprocesso di ricovero e cura, nella nostra UO (dal 1998 certificata ISO9001) è stata<br />

misurata la possibilità di errore che può originare dall'impiego di due distinte schede terapeutiche per la gestione<br />

quotidiana della terapia: una medica (SM) ed una infermieristica (SI). Ciò può infatti risultare momento critico per<br />

la sicurezza del paziente. Nel biennio 2004-2005 sono stati monitorati, raccolti e analizzati gli errori di<br />

concordanza fra le due schede (tab 1).<br />

Tab. 1 2004 2005<br />

n=570 n=209<br />

SM+ SI - 19/570= 3,3% 4/209 = 1,9%<br />

SM - SI + 4/570 = 0,7% 2/209=0,9%<br />

Posologia difforme 8/570=1,4% 13/209= 6,2%<br />

Prin. attivo difforme 0 0<br />

Errore di trascr. SM 8/570=1,4% 0<br />

Dose non specificata 3/570= 0,5% 0<br />

Prescr. Med. non chiara 3/570= 0,5% 0<br />

Totale 45/570= 7,9% 19/209= 9,0%<br />

L’ assenza dell’ indicazione terapeutica nella SI (pur presente nella SM) è risultato l’errore più frequente nel<br />

2004 (3.3%). Analizzate le possibili cause in una riunione ad hoc con tutto il personale (medico ed<br />

infermieristico), è scaturita una azione correttiva volta a migliorare la comunicazione fra i due ruoli professionali.<br />

Ulteriori 12 mesi di monitoraggio hanno evidenziato l’azzeramento di alcuni errori ricorrenti nel 2004 (errata<br />

trascrizione sulla SM; dose non specificata; prescrizione non chiara) ed il miglioramento dell’errore più<br />

frequente. Ciononostante, è incrementato l’errore di difformità posologica (dall’1.4 al 6.2%).<br />

Nell’ambito del percorso di miglioramento continuo per la qualità (MCQ) (ora progetto aziendale finalizzato), è<br />

stato quindi creato un gruppo misto di lavoro che si occuperà di rivalutare gli attuali strumenti operativi primari<br />

nel tentativo di ridurre ulteriormente la possibilità di errore. Solo proseguendo la raccolta ed il monitoraggio degli<br />

indicatori già individuati sarà possibile verificare se le modifiche via via apportate al processo consentiranno il<br />

raggiungimento dell’obiettivo prefissato, cioè il tendere asintoticamente all’eliminazione dell’ errore gestionale<br />

nella prescrizione terapeutica<br />

144


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

INDICATORI DI PROCESSO E STANDARD DI PRODOTTO IN UN SERVIZIO DI FISIOPATOLOGIA<br />

RESPIRATORIA CERTIFICATO ISO 9001<br />

Authors:<br />

S. TOGNELLA (1), C. TURATI (1), R. BISATO (1), R. BARIAN (1), AM. BRUNELLI (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

E' ormai divenuto ineludibile il fatto che ogni UO dovrebbe esplicitare i propri standard di prodotto in modo che<br />

l'utente possa liberamente e consapevolmente valutare presso quale ente sanitario rivolgersi per ottenere le<br />

prestazioni a lui necessarie (Dlgs 502/92). Per standard di prodotto si intende la connootazione di un prodotto o<br />

servizio attraverso la definizione delle sue caratteristiche (requisiti), delle relative misure (indicatori) e dei livelli di<br />

accettabilità (standard). Una volta identificato l'indicatore più aderente alle esigenze dei pazienti ed eseguita la<br />

raccolta ed analisi dei dati, punto critico è stabilirne il valore soglia, cioè il cosidetto standard. Ciò sulla base di<br />

quanto riportato in letteratura, oppure sulla base di dati raccolti durante un periodo di rilevazione. Nell'ambito<br />

della nosta UO, il cui Sistema di gestione per la Qualità è attivo e certificato dal 1998, sono stati monitorati ed<br />

analizzati per il periodo 2003-2005 gli indicatori di sicurezza nell'effettuazione di alcuni dei più frequenti test<br />

diagnostici.<br />

Caratteristica misurabileMetodo di calcolo Valore globale del triennio Media anni<br />

singoli + ds<br />

Episodi di broncospasmo 6/7476= 0.08% 0,06% + 0,09<br />

dovuti a test<br />

di broncostimolazione n.°episodi<br />

Episodi di laringospasmo<br />

test di broncostimolazione 1/7476=0,01% 0,01% + 0,02<br />

Episodi di broncospasmo<br />

dopo ASA test 10/316=3.2% 4,0% + 3,98<br />

Reazioni orticarioidi Prick test 4/7503=0,05% 0,05% + 0,05<br />

Episodio di lipotimia<br />

dopo prelievo arterioso 1/8781=0,01% 0,02% + 0,03<br />

Episodio di lipotimia<br />

durante test del cammino 1/350=0,28% 0,53% + 0,92<br />

Episodi di broncospasmo<br />

durante pletismografia 1/4616= 0,02% 0,02% + 0,05<br />

Le procedure risultano complessivamente molto sicure presso nostra U.O., con una incidenza di eventi avversi<br />

generalmente < 0,5%. Il test di stimolazione nasale con ASA si conferma quello a maggior incidenza di eventi<br />

avversi, nonostante essa sia comunque assai inferiore a quella del test di stimolazione orale. Per stabilire lo<br />

standard di sicurezza è quindi di fondamentale importanza che ogni U.O. conosca esattamente il valore del suo<br />

indicatore specifico. A tale scopo, sarebbe ancor più importante poter analizzare continuamente i dati rilevati in<br />

più UO, così da creare un’unica banca dati centrale che, sotto l’egida della Società Scientifica, possa consentire<br />

la “definizione dinamica” dello standard di prodotto su scala nazionale<br />

145


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

L'APPROCCIO E LA GESTIONE PER PROCESSI IN PNEUMOLOGIA: I CORSI SIMER<br />

Authors:<br />

S. TOGNELLA (1), M. FARINA (1), RW. DAL NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PENUMOLOGIA -OSP. ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

Da marzo a dicembre 2005, sono state erogate le 9 edizioni del corso formativo di due giorni dal titolo<br />


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

RIDUZIONE DEL DECLINO DEL FEV1 DOPO 4 ANNI DI TERAPIA CON MONTELUKAST IN UN GRUPPO DI<br />

SOGGETTI CON ASMA PERSISTENTE LIEVE: STUDIO RETROSPETTIVO<br />

Authors:<br />

B. Sposato (1), M.G. Migliorini (1), L. Mancini (1), E. Canneti (1), A. Grieco (1), M.G. Serra (2), S. Mariotta (3), A.<br />

Ricci (3), C. Franco (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia, Azienda Ospedaliera Misericordia Grosseto ITALY, (2) S.O.C. Pneumologia, ASL 19 Asti<br />

ITALY, (3) U.O. Pneumologia, Azienda Ospedaliera Sant'Andrea, Università La Sapienza Roma ITALY<br />

Body:<br />

Gli antileucotrieni in associazione o meno alla terapia corticosteroidea e broncodilatatrice per via inalatoria sono<br />

in grado di ridurre il numero di riacutizzazioni e migliorare la qualità della vita di soggetti affetti da asma<br />

bronchiale. Scopo di questo studio è stato quello di valutare se la terapia con Montelukast eseguita per un<br />

periodo di 4 anni, in un gruppo di soggetti con asma persistente lieve (responders), fosse in grado di ridurre nel<br />

tempo il declino del FEV1 ed il numero di riacutizzazioni.<br />

Sono state visionate circa 120 cartelle cliniche di soggetti con asma bronchiale giunti all' osservazione nel nostro<br />

centro tra il 1999 ed il 2001. Venivano selezionati soltanto 39 pazienti con asma persistente lieve allergico che<br />

avevano eseguito ininterrottamente per un periodo di 4 anni una terapia a base di corticosteroidi per via<br />

inalatoria e broncodilatatori long-acting in associazione o meno a Montelukast 10 mg/die. Quindi i soggetti<br />

venivano suddivisi in due gruppi. Il gruppo I era composto da 24 soggetti (etá media 44.7±15.4) con FEV1 medio<br />

all'inizio del monitoraggio pari a 90.8±6.6 % in terapia con corticosteroidi e broncodilatatori per via inalatoria. Il<br />

gruppo II era composto da 15 soggetti (etá media 40.42±16.47) con FEV1 medio all'inizio del monitoraggio pari<br />

a 89.5±7.8 % in terapia con corticosteroidi, broncodilatatori per via inalatoria e Montelukast.<br />

Tra i due gruppi non vi erano differenze per quanto riguarda il tipo di allergie, PD20 ed epoca d'esordio della<br />

malattia. Nel gruppo I la differenza di FEV1, tra inizio e termine del periodo di osservazione, è stata pari a -<br />

310.9±169.7, mentre nel gruppo II è stata pari a -162.8±285.6 (p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

TERAPIA DI COMBINAZIONE CON TIOTROPIO E FORMOTEROLO IN PAZIENTI CON BPCO: RAZIONALE<br />

TERAPEUTICO<br />

Authors:<br />

A. PETROIANNI, E. GRAZIANI, L. D'ANTONI, D. CECCARELLI, S. D'AVELLI, M. QUARTIERI, C. TERZANO<br />

Affiliations:<br />

(1) I Scuola di Specializzazione in Malattie dellApparato Respiratorio - UOC Malattie Respiratorie- Università La<br />

Sapienza ROMA ITALY, (2) 1 , (3) 1 , (4) 1 , (5) 1 , (6) 1 , (7) 1<br />

Body:<br />

BACKGROUND: I broncodilatatori long-acting, beta2agonisti e tiotropio, sono i farmaci più efficaci nel controllare<br />

i sintomi della BPCO. A livello funzionale il FEV1 è il parametro utilizzato per monitorare gli effetti terapeutici di<br />

tali farmaci. Il carattere prevalente di irreversibilità dell'ostruzione bronchiale nella BPCO determina una limitata<br />

e non prevedibile risposta ai broncodilatatori.<br />

OBIETTIVO: lo scopo dello studio è stato quello di determinare nello stesso paziente quale modalità di<br />

somministrazione risulta particolarmente appropriata nel mantenere nell arco delle 24h una migliore e costante<br />

broncodilatazione.<br />

METODI: sono stati arruolati 20pazienti (16M,4F età media 62anni) con diagnosi di BPCO moderata e grave<br />

(classificazione ERS/ATS GOLD). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a 4differenti modalità di somministrazione<br />

della terapia di combinazione a distanza di 72h uno dall altro: 1) TIO 18mcg die; 2) TIO 18mcg die e FOR 12mcg<br />

dopo 12h; 3) FOR 12mcg 2volte die; 4) TIO 18mcg + FOR 12mcg e FOR 12mcg dopo 12 h. Gli esami<br />

spirometrici sono stati eseguiti nelle 24 h, rispettivamente al tempo 0 (prima del trattamento), 5min, 30min, 1h,<br />

2h, 12h, 24h dopo inalazione del farmaco (nel corso dei trattamenti con una seconda inalazione a 12h ulteriore<br />

spirometria è stata eseguita a 5min, 30min, 1h, 2h dopo la seconda inalazione del farmaco).<br />

RISULTATI: tutti i pazienti hanno completato la valutazione funzionale. Non sono stati riportati particolari effetti<br />

collaterali. Il valore medio del FEV1 al tempo 0 è stato1.34 (1.02-2.05) litri e 56%del predetto (35-72).<br />

Il miglioramento medio del FEV1 nei 4 differenti trattamenti con broncodilatatore è risultato: (1) +89.9mL, (2)<br />

+135.7mL, (3) +91.1mL, (4) +160.8mL.<br />

I pazienti hanno presentato una più ampia e continua broncodilatazione nelle 24h nel corso del trattamento<br />

4(TIO+FOR e FOR dopo 12h) con un miglioramento medio nelle 24h di 160.8mL, in cui hanno raggiunto un<br />

picco medio di deltaFEV1 +219mL.<br />

CONCLUSIONI: in termini di broncodilatazione la combinazione formoterolo/tiotropio risulta maggiormente<br />

efficace rispetto ai due farmaci somministrati da soli nei pazienti con BPCO moderata e grave. Nel nostro studio<br />

il miglior timing di somministrazione di tale combinazione è risultata TIO+FOR e FOR dopo 12h che garantisce<br />

una più efficace azione broncodilatatrice nell arco delle 24h.<br />

148


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

ANALISI COSTO-EFFICACIA SULLE STRATEGIE TERAPEUTICHE CON LABA E ICS NELLA BPCO<br />

SEVERA E MOLTO SEVERA IN ITALIA<br />

Authors:<br />

RW. DAL NEGRO (1), S. IANNAZZO (2), C. MICHELETTO (1), M. EANDI (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSPEDALE ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY, (2) ADVANCED RESEARCH<br />

TORINO ITALY, (3) ISTITUTO DI FARMACOLOGIA CLINICA UNIVERSITA' DI TORINO ITALY<br />

Body:<br />

L’uso della combinazione fra corticosteroidi inalatori (ICS) e &#61538;2 adrenergici a lunga durata di azione<br />

(LABA) è raccomandato in corso di BPCO (GOLD, livello 3 e 4). Scopo dello studio: misurare l’impatto clinico ed<br />

economico di tale combinazione, paragonando le performance farmaco-economiche delle possibili strategie<br />

terapeutiche oggi possibili. Metodi: i dati epidemiologici nazionali sulla BPCO sono stati inseriti in un modello<br />

disease progression secondo Markov. Le opzioni terapeutiche alternative (salmeterolo/fluticasone - SF;<br />

formoterolo/budesonide - FB; salmeterolo - S; fluticasone - F; placebo - P) rappresentavano i bracci dell’albero<br />

decisionale. I dati internazionali sull’efficacia sono stati espressi in termini di riduzione del rischio, usando il n. di<br />

riacutizzazioni e il n. dei giorni liberi da sintomi come outcomes. I costi diretti ed indiretti sono stati valorizzati<br />

secondo gli attuali prezzi e tariffe. L’analisi è stata condotta nell’ottica del SSN, della società e del paziente,<br />

avendo come orizzonte 1, 2 5, 10 anni e la vita intera. Risultati: I costi diretti/anno della BPCO raggiungono i 7<br />

Bil.€ con un costo medio/p/anno di 2400 €. Le strategie più efficaci si sono rivelate S/F e F/B, con una lieve<br />

prevalenza per la seconda. (257 vs 220 giorni liberi da sintomi). La costo-efficacia incrementale di S/F vs S è<br />

679,55 /esacerbazione evitata e 3,31 €/giorno libero da sintomi guadagnato. Conclusioni: in corso di BPCO<br />

severa e molto severa, l’impiego della combinazione fra LABA e ICS conduce a sostanziali miglioramenti degli<br />

outcomes clinici senza indurre aumenti dei costi sanitari<br />

149


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTO AGGIUNTIVO DI FLUTICASONE E BRONCODILATATORI IN PAZIENTI CON BPCO<br />

SOTTOPOSTI A RIABILITAZIONE RESPIRATORIA<br />

Authors:<br />

GG. Riario-Sforza (1), C. Incorvaia (1), C. Pravettoni (1), N. Dugnani (1), L. Pessina (1), F. Paterniti (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Istituti Clinici di Perfezionamento Milano ITALY<br />

Body:<br />

Razionale<br />

La terapia farmacologica della BPCO si basa sui broncodilatatori e, nei pazienti in stadio severo di malattia o<br />

con frequenti riacutizzazioni, sui corticosteroidi inalatori. La riabilitazione respiratoria è un trattamento<br />

multidisciplinare capace di migliorare la capacità di esercizio fisico, la dispnea e, nei pazienti più responsivi, la<br />

funzionalità respiratoria. Sono disponibili pochi studi sugli effetti combinati della terapia farmacologica e della<br />

riabilitazione respiratoria in pazienti con BPCO. Noi abbiamo valutato gli effetti sulla funzionalità respiratoria di<br />

un ciclo di riabilitazione respiratoria in pazienti rispettivamente trattati solo con broncodilatatori o con fluticasone<br />

e broncodilatatori.<br />

Metodi<br />

Sono stati inclusi nello studio 120 pazienti, 60 dei quali (44 maschi, 16 femmine, età media 72,6 anni) trattati<br />

solo con broncodilatatori (sia LABA sia anticolinergici) e 60 (42 maschi, 18 femmine, età media 73,8 anni) trattati<br />

con broncodilatatori e fluticasone per via inalatoria. Il ciclo di riabilitazione respiratoria si è basato su 8 sedute<br />

bisettimanali con riallenamento allo sforzo, esercizi calistenici, fisioterapia toracica ed educazione sanitaria.<br />

Prima e dopo il ciclo riabilitativo è stata eseguita in tutti i pazienti una pletismografia. La frequenza di<br />

miglioramento del VEMS nei due gruppi è stata confrontata mediante test del chi quadrato.<br />

Risultati<br />

La terapia farmacologica è stata mantenuta senza modifiche durante il ciclo pneumoriabilitativo. Tra i pazienti<br />

trattati con broncodilatatori, 32 (53%) utilizzavano LABA, 18 (30%) anticolinergici e 10 (17%) ambedue. Un<br />

miglioramento del VEMS è stato rilevato in 29/60 pazienti (48,3%) nei trattati con fluticasone e broncodilatatori e<br />

in 8/60 pazienti (13,3%) nei trattati solo con broncodilatatori. La differenza è risultata statisticamente significativa<br />

(p = 0,004).<br />

Conclusioni<br />

La terapia farmacologica con fluticasone e broncodilatatori per via inalatoria si associa a un miglioramento del<br />

VEMS significativamente più frequente rispetto alla terapia con solo broncodilatatori in soggetti con BPCO<br />

sottoposti a pneumoriabilitazione. Appare ipotizzabile che l'effetto antinfiammatorio del fluticasone sulle vie<br />

respiratorie possa influenzare il miglioramento della funzionalità respiratoria indotto dal ciclo riabilitativo.<br />

150


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTI DEL TIOTROPIO BROMURO SULL'OSTRUZIONE BRONCHIALE E LA TOLLERANZA<br />

ALL'ESERCIZIO IN PAZIENTI CON BPCO<br />

Authors:<br />

CME. Tranfa (1), C. Cesaro (1), N. Crispino (1), E. Grella (1), V. Guarriello (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Seconda Università Studi Napoli ITALY<br />

Body:<br />

Abbiamo esaminato 10 pazienti (età range 45-80 yrs), affetti da BPCO stabile con FEV1 basale uguale a<br />

54.40%th+-15.44, allo scopo di valutare l'ostruzione bronchiale e la tolleranza all'esercizio dopo una singola<br />

somministrazione di Tiotropio Bromuro (TB). Lo studio è stato condotto in due giorni non consecutivi nei quali, in<br />

cieco, sono stati somministrati placebo e TB. In ciascuna giornata è stata eseguita la spirometria in condizioni<br />

basali e tre sei ore dopo la somministrazione di farmaco/placebo. Il test del cammino (6MWT) è stato condotto<br />

alla quarta ora valutando la saturazione dell'ossigeno (SO2), la distanza percorsa e la dispnea in accordo con le<br />

scale Vas e Borg. I risultati ottenuti dimostrano che l'assunzione di TB non modifica significativamente il calibro<br />

bronchiale nè dopo tre ore (FEV1 dopo P vs TB= mean%th+-DS=53.9+-14vs58.5+-17.1;p NS) nè dopo sei ore<br />

(54.3+-15.9vs 59.5+-17.9; p NS) Il 6MWT documenta un incremento dei metri percorsi dopo la somministrazione<br />

di TB vs P (P: mean+-DS: 389+-36.0 TB: mean+-DS 432+-49.2 p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DELL’EQUIVALENZA TERAPEUTICA DI SALBUTAMOLO SOMMINISTRATO PER VIA<br />

INALATORIA SOTTO FORMA DI AEROSOL O POLVERE IN PAZIENTI ASMATICI<br />

Authors:<br />

F. LAVORINI (1), P. GERI (1), C. MARMAI (1), E. MEONI (1), F. BIGAZZI (1), M. PISTOLESI (1), GA.<br />

FONTANA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO DI AREA CRITICA MEDICO CHIRURGICA, SEZIONE DI MEDICINA RESPIRATORIA,<br />

UNIVERISTA' DI FIRENZE FIRENZE ITALY<br />

Body:<br />

Scopo di questo studio è valutare l'equivalenza terapeutica di salbutamolo somministrato sotto forma di aerosol<br />

per mezzo di un inalatore pressurizzato predosato con spaziatore (pMDI+Volumatic), o sotto forma di polvere<br />

inalatoria per mezzo di un inalatore di polvere secca (Diskus) in pazienti asmatici con broncocostrizione indotta<br />

da metacolina.<br />

Nel corso di 6 differenti sessioni, sono stati studiati 18 pazienti affetti da asma di grado intermittente secondo un<br />

protocollo in doppio cieco, incrociato e controllato verso placebo. Durante ciascun giorno di studio ogni<br />

paziente, dopo essere stato sottoposto a valutazione funzionale respiratoria di base, inalava concentrazioni<br />

crescenti di metacolina fino ad ottenere valori di FEV1 pari al 65% del basale. Successivamente, ad ogni<br />

paziente veniva somministrato in maniera randomizzata placebo, 200 o 400 mcg di salbutamolo tramite<br />

pMDI+Volumatic o Diskus; la risposta bronchiale era valutata misurando i valori di FEV1 ad intervalli di 3 minuti<br />

per 30 minuti e successivamente ogni 15 minuti fino a 60 minuti dalla somministrazione di placebo o<br />

salbutamolo. I valori di FEV1 registrati dopo inalazione di placebo o salbutamolo sono stati confrontati mediante<br />

l'analisi della varianza per misure ripetute; l'equivalenza terapeutica dei due sistemi di inalazione è stata valutata<br />

mediante il metodo di regressione parallela di Finney.<br />

Indipendentemente dall'inalatore utilizzato e dalla dose di farmaco inalato, i valori di FEV1 ottenuti dopo<br />

salbutamolo erano significativamente maggiori rispetto ai corrispondenti valori registrati dopo placebo; non<br />

esistevano differenze significative confrontando i valori di FEV1 ottenuti dopo somministrazione di salbutamolo<br />

attraverso i due sistemi di inalazione. Tuttavia, la dose di salbutamolo inalata tramite Diskus e necessaria per<br />

ottenere incrementi di FEV1 simili a quelli ottenuti inalando 200 mcg di salbutamolo con pMDI+Volumatic era<br />

pari a 394 mcg (95% intervallo di confidenza pari a studio 318-469).<br />

Questo studio dimostra che, in pazienti asmatici, la somministrazione di salbutamolo tramite pMDI+Volumatic è<br />

due volte più efficace nell'annullare la broncocostrizione indotta da metacolina rispetto alla somministrazione<br />

dello stesso farmaco tramite Diskus .<br />

152


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

L’EFFETTO IPOSSEMICO DI FORMOTEROLO È REALMENTE LEGATO AD UN EFFETTO SHUNT?<br />

Authors:<br />

F. Di Marco (1), P. Santus (1), M. Verga (1), A. Pistone (1), S. Centanni (1), M. Cazzola (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Medicina Respiratoria, Università di Milano, Ospedale S. Paolo Milano ITALY, (2) Unità di<br />

Pneumologia ed Allergologia, Ospedale A. Cardarelli Napoli ITALY<br />

Body:<br />

La somministrazione di ß2-agonisti a pazienti con ostruzione delle vie aeree spesso induce un calo transitorio<br />

della PaO2 a dispetto della concomitante broncodilazione. Questo effetto è attribuito all'azione vasodilatante<br />

polmonare di queste agenti, con un aumento del flusso ematico in regioni polmonari poveramente ossigenate e<br />

con conseguente aumento dell’ineguaglianza del rapporto ventilazione-perfusione, un effetto simile allo shunt.<br />

Noi abbiamo analizzato gli effetti acuti di formoterolo sui valori emogasanalitici in 30 pazienti con BPCO.<br />

Sessanta minuti dopo l'inalazione di formoterolo12µg, la P(A-a)O2 è aumentata significativamente (+4,50 mmHg<br />

) e, come atteso, ha mostrato una correlazione negativa estremamente significativa (r=-0,91; p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

RUOLO DEI RECETTORI M2 SU BRONCHI ISOLATI DI CAVALLO<br />

Authors:<br />

L. Calzetta (1), R. Annibale (2), F. Russo (2), M. Cazzola (3), M. G. Matera (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Biotecnologie, Ospedale Cardarelli Napoli ITALY, (2) Dipartimento di Medicina Sperimentale,<br />

Sezione di Farmacologia, Seconda Università degli Studi di Napoli Napoli ITALY, (3) Unità di Pneumologia e<br />

Allergologia, Ospedale Cardarelli Napoli Napoli ITALY<br />

Body:<br />

La riacutizzazione dell’ostruzione bronchiale ricorrente del cavallo (RAO) è caratterizzata da broncospasmo e<br />

infiammazione dell’albero tracheobronchiale, associata a iperresponsività specifica delle vie aeree. Evidenze<br />

sperimentali hanno documentato che la componente maggiore del broncospasmo è rappresentata da<br />

un’iperreattività del sistema colinergico. In numerose specie, compreso l’uomo, i recettori muscarinici M2<br />

modulano il sistema colinergico, inibendo il rilascio di acetilcolina (ACh) dalle terminazioni postgangliari. Scopo<br />

di questo lavoro è stato quello di valutare il ruolo di questi recettori nell’apparato respiratorio di cavallo. I tessuti,<br />

ottenuti da cinque polmoni di cavalli, sono stati tagliati ad anelli e posti in bagni per organi isolati in una<br />

soluzione Krebs-Henseleit (KH) (mM): NaCl 117,5, KCl 5,60, MgSO4 1,18, CaCl2 2,50, NaH2P04 1,28,<br />

NaHCO3 25,00 e glucosio 5,5, pregassata con =O2/CO2 95:5% v/v, pH7.4), e medicata con indometacina (10<br />

microM). I tessuti sono stati collegati a un sistema di trasduzione in modo da misurare la forza di contrazione<br />

isometrica. Dopo 90 min, durante i quali la soluzione KH è stata cambiata ogni 10 min, si è valutata la<br />

responsività dei tessuti con ACh (100 microM). Una volta raggiunta il plateau, i tessuti sono stati lavati e lasciati<br />

ad equilibrare per 30’. Dopo l’ultimo lavaggio, i tessuti sono stati stimolati elettricamente con elettrodi di platino<br />

posti nei bagnetti a differenti frequenze di stimolazione (3-10-25 Hz); alcuni bronchi sono stati pretrattati con<br />

metoctramina (antagonista dei recettori M2; M 1 microM-100 microM) o con pilocarpina (antagonista dei recettori<br />

M2; M 1 microM-100 microM). I risultati sono stati espressi come % della contrazione indotta da ACh; la<br />

significatività è stata valutata con il test ANOVA. La metoctramina ha indotto un significativo aumento della<br />

contrazione indotta da elettrostimolazione, che è, invece, stata ridotta in maniera significativa nei tessuti<br />

pretrattati con pilocarpina alla concentrazione di 100 microM. Questi risultati preliminari dimostrano che anche<br />

negli equini i recettori M2 modulano il tono colinergico e la disfunzione di questi recettori potrebbe essere<br />

implicata nella RAO.<br />

154


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTO ADDITIVO DI TEOFILLINA SU UNA COMBINAZIONE DI FORMOTEROLO E TIOTROPIO NELLA<br />

BPCO STABILE<br />

Authors:<br />

S. Contini (1), M. Mura (1), M. G. Matera (2), M. Cazzola (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Cattedra di Malattie Respiratorie, Università Tor Vergata Roma ITALY, (2) Unità di Farmacologia,<br />

Dipartimento di Medicina Sperimentale, Seconda Università di Napoli Napoli ITALY, (3) Unità di Pneumologia ed<br />

Allergologia, Ospedale A. Cardarelli Napoli ITALY<br />

Body:<br />

Abbiamo esplorato l'effetto aggiuntivo della teofillina orale titolata in pazienti con BPCO stabile che stavano già<br />

assumendo contemporaneamente tiotropio 18µg od e formoterolo 12µg bid. Trentasei pazienti con BPCO da<br />

moderata a grave sono stati arruolati in questo studio costituito da due periodi terapeutici. I pazienti sono stati<br />

inizialmente trattati con formoterolo+tiotropio per 4 settimane al termine delle quali essi sono stati divisi in due<br />

gruppi di 18 pazienti ciascuno. Tutti i pazienti hanno continuato il trattamento iniziale per altre 4 settimane, ma il<br />

primo gruppo ha ricevuto anche placebo, mentre il secondo gruppo ha assunto contemporaneamente teofillina<br />

orale. La terapia di combinazione con formoterolo+tiotropio ha indotto un miglioramento significativo dei valori<br />

medi predose del FEV1 e della FVC alla fine del primo periodo dello studio (rispettivamente +0,10 L e +0,14 L) e<br />

nel punteggio della dispnea misurato mediante una scala analogica visuale (-3,1). Il secondo periodo di<br />

trattamento ha indotto un ulteriore miglioramento della funzione di polmone e del dispnea in entrambi i gruppi,<br />

sebbene le differenze non siano risultate significative quando i risultati sono stati confrontati con quelli registrati<br />

alla fine del primo periodo. In ogni caso, sebbene le differenze tra i gruppi teofillina e placebo non siano apparse<br />

significative, 5 pazienti hanno riportato un importante miglioramento della dispnea alla fine del periodo di<br />

assunzione della teofillina. Questi risultati pongono in dubbio l'importanza di aggiungere la teofillina negli schemi<br />

terapeutici di pazienti con BPCO stabile già in trattamento con due broncodilatori a lunga durata d’azione, ma<br />

indicano anche la possibilità che alcuni di questi pazienti potrebbero trarre giovamento dalla teofillina a causa di<br />

un miglioramento sintomatico.<br />

155


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTI DEL BNP SU BRONCHI ISOLATI UMANI<br />

Authors:<br />

L. Calzetta (1), A. Sanduzzi (2), V. Parascandolo (3), M. Cazzola (4), M. G. Matera (5)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Biotecnologie, Ospedale Cardarelli Napoli ITALY, (2) Dipartimento di Medicina Clinica e<br />

Sperimentale, Unità di Pneumologia, Università Federico II Napoli ITALY, (3) Dipartimento di Chirurgia Toraco-<br />

Polmonare, Seconda Università degli Studi di Napoli Napoli ITALY, (4) Unità di Pneumologia e Allergologia,<br />

Ospedale Cardarelli Napoli ITALY, (5) Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Farmacologia Seconda<br />

Università degli Studi di Napoli Napoli ITALY<br />

Body:<br />

La famiglia dei peptidi natriuretici è costituita da tre peptidi omologhi, il peptide natriuretico atriale (ANP), il<br />

peptide B (BPN) e il peptide C (CNP). Questi peptidi attivano specifici recettori ad attività guanilciclasica,<br />

modulando diverse funzioni cellulari. L’aumento del GMPc intracellulare, conseguente all’attivazione recettoriale<br />

è responsabile degli effetti fisiologici di questi peptidi. E’ stato dimostrato che i peptidi ANP/BNP hanno effetti<br />

rilassanti sulla muscolatura liscia delle vie aeree in vitro. In particolare il BNP induce rilasciamento della trachea<br />

isolata di cavia. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare gli effetti del BNP su bronchi isolati umani. I<br />

tessuti, ottenuti da cinque polmoni di pazienti sottoposti a escissione lobare per carcinoma polmonare, sono stati<br />

tagliati ad anelli di diametro di 3-5 mm e posti in bagni per organi isolati in una soluzione Krebs-Henseleit (KH)<br />

(mM): NaCl 117,5, KCl 5,60, MgSO4 1,18, CaCl2 2,50, NaH2P04 1,28, NaHCO3 25,00 e glucosio 5,5,<br />

pregassata con =O2/CO2 95:5% v/v, pH7.4), e medicata con indometacina (10 &#61549;M). I tessuti sono stati<br />

collegati a un sistema di trasduzione in modo da misurare la forza di contrazione isometrica. Dopo 90 min,<br />

durante i quali la soluzione KH veniva cambiata ogni 10 min, è stata verificata la responsività dei tessuti con<br />

ACh (100 &#61549;M). Una volta raggiunto il plateau i tessuti sono stati lavati e lasciati ad equilibrare per 30’.<br />

Dopo l’ultimo lavaggio è stata costruita una curva concentrazione-cumulativa con carbacolo (CCh) in modo da<br />

selezionare la EC70. Per verificare gli effetti rilascianti del BNP i bronchi sono sati trattati con la EC70 di CCh e<br />

sul plateau è stata costruita una curva semilogaritmica concentrazione-cumulativa di BNP (1nM-1&#61549;M).<br />

Alla fine degli esperimenti è stata aggiunta papaverina (500&#61549;M). Per ogni esperimento è stata calcolata<br />

la EC50 e l’Emax ed è stata eseguita l’analisi della varianza con il test ANOVA. Il BNP ha indotto un lieve effetto<br />

rilasciante della muscolatura liscia dei bronchi umani in vitro che è risultata statisticamente significativa solo alle<br />

concentrazioni più elevate (Emax 12.07±3.020).<br />

In conclusione i nostri risultati dimostrano che il BNP non induce effetti significativi sulla muscolatura liscia<br />

dell’uomo.<br />

156


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DEI ß-AGONISTI INALATORI A LUNGA DURATA D’AZIONE SULLA<br />

PRESSIOME ARTERIOSA POLMONARE (PAP) NELLA BPCO MEDIANTE ECOCOLORDOPPLER<br />

CARDIACO<br />

Authors:<br />

P. Santus (1), S. Centanni (1), A. Mantero (2), P. Carlucci (1), L.. Bosotti (2), B. Boveri (1), M. Mondoni (1), M.<br />

Cazzola (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità di Medicina Respiratoria, Università di Milano, Ospedale S. Paolo Milano ITALY, (2) Unità di<br />

Cardiologia, Università di Milano, Ospedale S. Paolo Milano ITALY, (3) Unità di Pneumologia ed Allergologia,<br />

Ospedale A. Cardarelli Napoli ITALY<br />

Body:<br />

I ß2-agonisti somministrati per via sistemica possono ridurre leggermente l’aumento della PAP, che è comune<br />

nella BPCO grave, perché esercitano un effetto vasodilatante dovuto all'attivazione dei ß-recettori adrenergici<br />

presenti sui vasi polmonari. Noi abbiamo esaminato gli effetti acuti di salmeterolo (S) e formoterolo (F) sulla PAP<br />

sistolica (sPAP) ecocardiografica in 20 pazienti con BPCO e una sPAP maggiore di 20 mmHg a riposo. In 2<br />

giorni consecutivi, i pazienti hanno ricevuto in maniera randomizzata F Turbuhaler 12µg + placebo (P) Diskus o<br />

S Diskus 50 µg + P Turbuhaler. Misurazioni ecocolordoppler cardiache transtoraciche della sPAP sono state<br />

eseguite prima e 15, 30, 60 e 180 min dopo l'inalazione dei broncodilatori. Funzione di polmone, SaO2 e<br />

frequenza cardiaca (FC) sono state esaminate agli stessi tempi. La sPAP media è diminuita significativamente<br />

(p


Topic: MEDICINA RESPIRATORIA DEL SONNO, MIGLIORAMENTO CONTINUO DELLA<br />

QUALITA’ IN PNEUMOLOGIA, FARMACOLOGIA CLINICA<br />

Title:<br />

EFFETTO DELLA TEOFILLINA SULLA CAPACITÀ DI ESERCIZIO IN PAZIENTI BPCO<br />

Authors:<br />

F. Di Marco (1), A. Pistone (1), M. Mondoni (1), P. Santus (1), P. Carlucci (1), B. Boveri (1), S. Centanni (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) II Clinica di Malattie dell'Apparato Respiratorio Università degli Studi di Milano Ospedale San Paolo ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE E SCOPO DELLO STUDIO: Per la teofillina sono stati proposti molti meccanismi d'azione, sia<br />

polmonari che extrapolmonari. Il test da sforzo cardio-polmonare e', in quest'ottica, un ottimo strumento per<br />

giudicare l'efficacia complessiva di questo farmaco in pazienti affetti da BPCO. Scopo del nostro studio e' stato<br />

di valutare gli effetti sulla capacita' di esercizio della teofillina, in aggiunta alla terapia inalatoria piena (beta-2<br />

stimolanti, anticolinergici e steroidi) in pazienti affetti da BPCO di grado moderato-grave. Si tratta di uno studio<br />

randomizzato, in doppio-cieco, cross-over e controllato vs placebo su 10 pazienti maschi (eta' 66±10 anni, FEV1<br />

45±6% - media±SD) trattati con teofillina (da 200 a 600 mg/die in modo da raggiungere una concentrazione<br />

plasmatica tra i 5 ed i 15 mg/L) o placebo per 4 settimane. I pazienti dopo 3-4 ore dall'assunzione del<br />

farmaco/placebo eseguivano: emogasanalisi arteriosa a riposo, test di funzionalita' ventilatoria (pletismografia<br />

corporea e DLCO) e test da sforzo a carico costante (75% del massimo carico di lavoro valutato in un<br />

precedente test massimale).<br />

RISULTATI: il trattamento con teofillina non ha promosso variazioni significative dei parametri emogasanalitici e<br />

di funzione ventilatoria a riposo. Al picco dell'esercizio il trattamento con teofillina e' stato associato ad un<br />

significativo incremento del volume corrente (Vt, +0,24±0,25 L, p=0,015) e della capacità inspiratoria (IC,<br />

+0,19±0,22 L, p=0,023) rispetto al placebo. Il tempo di esercizio, sebbene un chiaro trend favorevole al<br />

trattamento con teofillina rispetto al placebo (+116±196 secondi) non ha raggiunto la significativita' statistica<br />

(p=0,09).<br />

CONCLUSIONI: la somministrazione di teofillina, in pazienti affetti da BPCO di grado moderato-grave trattati con<br />

terapia inalatoria piena, ha dimostrato un trend favorevole rispetto al tempo di esercizio, che non ha raggiunto la<br />

significativita' in prima ipotesi per la bassa potenza statistica dello studio (10 pazienti). Il miglioramento del<br />

volume corrente e della capacita' inspiratoria al picco dell'esercizio, in assenza di una evidente<br />

broncodilatazione a riposo, suggerisce un significativo effetto extrapolmonare della teofillina (contrattilita'<br />

diaframmatica?) che non può essere apprezzato dai test di funzionalita ventilatoria a riposo eseguiti di routine,<br />

come la spirometria e la pletismografia corporea.<br />

158


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

Pneumotorace catameniale. Case Report.<br />

Authors:<br />

A. Pecoraro (1), C. Curcio (2), A. Maffeo (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Scuola di Specializzazione in Malattie dell'App. Resp. II Univ. degli Studi di Napoli Napoli Italy, (2) I Chirurgia<br />

Toracica, A.O.V. Mondaldi, Napoli Napoli Italy<br />

Body:<br />

Gli Autori, prendendo spunto da un caso di raro pnx catameniale secondario a "diaphragm porose sindrome",<br />

descrivono le cause e le manifestazioni cliniche di tale patologia, e, dopo aver effetuato una revisone della<br />

letteratura, documentano in modo dettagliato la storia clinica e la terapia effettuata nel caso descritto.<br />

159


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

Pneumopatia interstiziale diffusa da carbamazepina. Case report<br />

Authors:<br />

A. Pecoraro (1), I. Pedicelli (1), G. Del Giudice (1), S. Mascitti (1), R. Del Giudice (1), E. Cavallo (1), N. De Rosa<br />

(2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Scuola di Specializzazione in Malattie dell'App. Resp. II Univ. degli Studi di Napoli Napoli Italy, (2) Servizio di<br />

Anatomia Patologica A.O. V. Monaldi, Napoli Napoli Italy<br />

Body:<br />

La carbamazepina è utilizzata nel trattamento dell' epilessia, del dolore neuropatico e nel disturbo bipolare. Un'<br />

ampia varietà di effetti indesiderati sono asociati al suo utiluizzzo: ematologici, epatici, neurologici, cardiaci,<br />

dermatologici e renali. Pur essendo rara la tossicità polmonare, sono riportati in letteratura casi di polmonite<br />

interstiziale, BOOP, edema polmonare.<br />

Si riporta il caso clinico di C.S., pz di anni 48 di sesso maschile, non fumatore, anamnesi patologica remota<br />

positiva per ipertensione arteriosa, gozzo multinodulare ed epilessia in trattamento con Fenobarbital 200 mg/die<br />

e Carbamazepina 200 mg/die. Da circa 1 anno il paziente riferiva tosse secca e dispnea da sforzo; la<br />

valutazione funzionale respiratoria mostrava un severo deficit restrittivo ed una riduzione del 75% della DLCO.<br />

Venivano riscontrate aree diffuse di ground-glass alla HRTC ed aumento della cellularità totale con incremento<br />

della quota linfocitaria e neutrofilica all' esame del lavaggio bronco-alveolare. Il quadro anatomo-patologico su<br />

biopsia trans-bronchiale era compatibile con modificazioni di tipo iatrogeno. La sospensione della<br />

carbamazepina ed il trattamento steroideo si associavano ad un miglioramento del quadro clinico e funzionale<br />

,della cellularità del B.A.L, senza modificazioni del quadro TC. Veniva posta diagnosi di pneumopatia<br />

interstiziale da carbamazepina<br />

160


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

DATI DI UNO STUDIO DI FATTIBILITA' CON L'UTILIZZO DELLA TAC SPIRALE (sCT) PER LA DIAGNOSI<br />

PRECOCE DEL TUMORE POLMONARE IN UNA POPOLAZIONE AD ALTO RISCHIO<br />

Authors:<br />

S. NOVELLO (1), M. GIAJ LEVRA (1), B. CRIDA (1), C. FAVA (1), L. CARDINALE (1), S. PRIOLA (1), P.<br />

GOLLINI (1), P. LAUSI (1), MP. BRIZZI (1), L. DOGLIOTTI (1), P. BORASIO (1), G. SELVAGGI (1), M. LONGO<br />

(1), GV. SCAGLIOTTI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UNIVERSITA' DI TORINO-DIPARTIMENTO DI SCIENZE CLINICHE E BIOLOGICHE OSPEDALE SAN<br />

LUIGI ITALY<br />

Body:<br />

INTRODUZIONE In popolazioni ad alto rischio di tumore polmonare la sCT a basso dosaggio ha dimostrato la<br />

capacità di detettare noduli neoplastici parenchimali non calcifici di piccole dimensioni in maniera 4 volte<br />

superiore rispetto alla radiografia toracica.SOGGETTI E METODI Dall'aprile al dicembre 2001, 520 soggetti<br />

volontari asintomatici in età > = 55 anni, fumatori o ex fumatori (> =20 pack/year) senza precedente<br />

anamnestico di patologia maligna, sono stati arruolati nello studio per essere sottoposti annualmente a sCT del<br />

torace per 5 anni consecutivi. RISULTATI 73%erano uomini, con età media 59 anni, 91% fumatori all'inclusione<br />

nello studio. La valutazione basale ha riscontrato noduli non calcifici di diametro massimo =5mm. Le dimensioni dei noduli erano<br />

comprese tra 5 e 9.9mm nell'81.5% dei casi. Nel corso dei 5 anni la percentuale di soggetti per i quali sono stati<br />

necessari ulteriori accertamenti è variata (secondo anno:6%; terzo: 5%, quarto: 11%; quinto: 6%). Cinque (1%)<br />

sono stati i casi di tumore polmonare diagnosticati durante il primo anno (3 stadi I), altri 2 soggetti sono stati<br />

resecati per adenomatosi bronchiolo-alveolare. Quattro sono stati i tumori toracici diagnosticati al secondo anno<br />

e tre, rispettivamente al terzo e quarto anno. Alcuni controlli del quinto anno sono tuttora in corso: ad aprile 2006<br />

tre sono i casi di tumore polmonare diagnosticati ed un caso di carcinoma renale con metastasi costale. Durante<br />

il terzo anno si è verificata una diagnosi intervallare.Circa il 50% dei soggetti presentava segni radiologici di<br />

enfisema. I soggetti che hanno smesso di fumare durante il primo anno sono il 13%, con valori decrescenti negli<br />

anni seguenti (6% al terzo anno e 3% al quarto e quinto) con 1-2% di casi/anno che hanno poi ripreso. Inoltre<br />

nel 3% dei casi la causa di cessazione era una patologia cardiovascolare o una manifestazione respiratoria<br />

acuta. CONCLUSIONI A supporto della sCT nella diagnosi precoce del tumore polmonare sono necessari dati<br />

da studi randomizzati al momento in corso in varie parti del mondo.Sicuramente sarà indispensabile integrare<br />

l'esame radiologico con un programma di disassuefazione dal fumo di sigaretta.<br />

161


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA POLMONARE, FUNZIONE RESPIRATORIA, ESERCIZIO FISICO E<br />

QUALITA' DELLA VITA IN PAZIENTI CON SCLEROSI SISTEMICA<br />

Authors:<br />

F. BIGAZZI (1), G. CAMICIOTTOLI (1), I. ORLANDI (2), M. BARTOLUCCI (2), NM. MALUCCIO (1), E. MEONI<br />

(1), L. MARIANI (1), C. MARMAI (1), M. MASCALCHI (2), F. LAVORINI (1), M. PISTOLESI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIPARTIMENTO DI AREA CRITICA MEDICO CHIRURGICA SEZIONE DI MEDICINA RESPIRATORIA<br />

UNIVERSITA' DI FIRENZE FIRENZE ITALY, (2) SEZIONE DI RADIODIAGNOSTICA, UNIVERSITA' DI<br />

FIRENZE FIRENZE ITALY<br />

Body:<br />

Lo scopo del presente studio è la valutazione del coinvolgimento polmonare in pazienti affetti da sclerosi<br />

sistemica (SSc) per mezzo di tomografia computerizzata del torace ad alta risoluzione semiquantitativa<br />

(HRCTsq) e quantitativa (HRCTq) e la correlazione dei dati tomografici con la funzione respiratoria, il test del<br />

cammino dei 6 minuti, e la qualità della vita valutata per mezzo del questionario Systemic Sclerosis Health<br />

Assessment (SHAQ) e dell' indice di dispnea basale (BDI). In 48 pazienti sono state acquisite scansioni<br />

tomografiche a fine inspirazione, a 189mAs e a 140 Kv, ottenendo scores visivi per HRCTsq (Vs) sia della<br />

gravità che dell'estensione del coinvolgimento polmonare (1), l'attenuazione media polmonare HRCTq (MLA) e<br />

gli istogrammi di densità Skewness (Sk) e Kurtosis (Ku). I volumi polmonari statici e dinamici, la FVC, la capacità<br />

di diffusione alveolo-capillare, la saturazione di ossiemoglobina erano misurati secondo metodiche<br />

standardizzate (2,3). Una volta valutata la concordanza intraosservatore e tra osservatori, è stata utilizzata<br />

l'analisi di regressione lineare univariata. I risultati sono riportati nella seguente tabella:<br />

FVC TLC DLCO SpO2 SHAQ lung scale<br />

Vs r=-0.56; * r=-0.66; * r=-0.38; * r=-0.44; * r=0.15; ns<br />

MLA r=-0.65; * r=-0.73; * r=-0.55; * r=-0.61; * r=0.38; *<br />

Sk r=0.67; * r=0.78; * r=0.61; * r=0.52; * r=-0.37; *<br />

Ku r=0.71; * r=0.80; * r=0.58; * r=0.49; * r=-0.33; *<br />

(*=p


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

LA DISOMOGENEITA' SCINTIGRAFICA DI VENTILAZIONE NELL'ASMA CORRELA CON GLI INDICI DI<br />

FUNZIONALITA' DELLE GRANDI E PICCOLE VIE AEREE<br />

Authors:<br />

E. Polverino (1), E. Garbella (1), P. Fazzi (1), R. Albertelli (1), C. Spanu (1), A. Di Franco (1), P. Paggiaro (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Servizio di Fisiopatologia Respiratoria, Università di PIsa Pisa ITALY<br />

Body:<br />

Il coinvolgimento delle piccole vie aeree nell'asma e la scelta di indici funzionali specifici di tale fenomeno sono<br />

ancora oggi temi irrisolti. Abbiamo studiato i parametri funzionali spirometrici e la distribuzione della ventilazione<br />

polmonare eseguita con l'inalazione di microparticelle marcate con tecnezio radioattivo, in undici pazienti affetti<br />

da asma lieve-moderato (VEMS: 53-112% del pred.). Tali pazienti, trattati regolarmente con cortisonici inalatori e<br />

beta2-agonisti long acting, sono stati studiati dopo 24 ore di sospensione terapeutica in due giornate differenti,<br />

dopo placebo o 200 mcg di salbutamolo inalato. Le misurazioni includevano: 1) CVF, VEMS, FEF50; 2) volume<br />

di chisura (VC), capacità di chiusura (CC) e pendenza della curva di lavaggio dell'azoto (N2slope); 3) scintigrafia<br />

da ventilazione. Sono stati misurati due indici scintigrafici, che escludono rispettivamente il 30% (INI30%) ed il<br />

10% (INI10%) dei pixel misurati sull'area polmonare, in grado di rappresentare il grado di disomogenità dovuta<br />

alle grandi e piccole vie aeree. Il VC è risultato misurabile solo in 3 pazienti dopo placebo e in 8 pazienti dopo<br />

salbutamolo, verosimilmente per effetto della broncodilatazione, come dimostrano l'incremento di CVF (del<br />

10%), VEMS (del 21%) e FEF50 (del 53%). Dopo il salbutamolo abbiamo anche osservato una tendenza<br />

all'incremento della CC e della N2slope, un aumento significativo di INI10% (del 46%) e INI30% (del 143%). I<br />

valori di VEMS e FEF50 osservati dopo placebo hanno mostrato una correlazione con INI10% e INI30%,<br />

mentre i valori di CVF una correlazione con il solo INI10%. Simili correlazioni sono state osservate tra i<br />

cambiamenti percentuali degli stessi parametri dopo salbutamolo. La CC dopo placebo ha mostrato una<br />

correlazione significativa con INI10%, CVF e FEF50. Similmente, il cambiamento di CC dopo salbutamolo<br />

correlava significativamente con il cambiamento percentuale di INI10%. I nostri risultati suggeriscono che il<br />

calibro della grandi vie aeree influenza in maniera preponderante la distribuzione della ventilazione polmonare,<br />

anche se una correlazione significativa è stata osservata tra i vari indici delle piccole vie aeree (FVC, FEF50,<br />

CC, INI10%).<br />

163


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

CARATTERISTICHE CLINICHE E PATTERN HRCT NELLE INFEZIONI DA MICOBATTERI NON<br />

TUBERCOLARI IN SOGGETTI HIV SIERONEGATIVI.<br />

Authors:<br />

E. Balestro (1), R. Polverosi (2), U. Pastore (1), F. Dal Farra (1), G. Rossi (1), S. Calabro (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) S.C. di Pneumologia, Ospedale S.Bassiano Bassano del Grappa ITALY, (2) S.C. di Radiologia, Ospedale<br />

S.Bassiano Bassano del Grappa ITALY<br />

Body:<br />

I micobatteri non tubercolari (MNT) sono saprofiti ubiquitari presenti in aria ambiente, suolo, acque, animali e si<br />

considerano in aumento quali cause di infezioni polmonari croniche in soggetti immunocompetenti. Le infezioni<br />

da MNT sono responsabili di diverse manifestazioni cliniche ma il coinvolgimento polmonare rimane il piu'<br />

frequente. L'agente eziologico piu' comunemente riscontrato e' il Mycobacterium Avium Complex (MAC).<br />

Sono stati analizzati retrospettivamente sei casi di infezioni da MNT in soggetti HIV sieronegativi. Per la<br />

definizione di caso abbiamo fatto riferimento ai criteri decisi dall'Assemblea Scientifica dell'American Thoracic<br />

Society del 1997. Le alterazioni radiologiche sono state documentate mediante HRCT.<br />

Tutti i soggetti (3F;3M) sono di nazionalità italiana, con un'età compresa tra i 49 e 74 anni, senza storia di abuso<br />

di alcolici e due di questi con storia di fumo (10 pack/years). Il MAC e' stato tipizzato come responsabile<br />

dell'infezione in tutti i casi. Un soggetto ha presentato due episodi successivi di infezione da MNT con<br />

tipizzazione rispettivamente di M.Fortuitum e M.Chelonae. Dei sei soggetti studiati: tre presentavano pregressa<br />

diagnosi di BPCO, uno di questi con storia di infezione da Mycobacterium Tuberculosis. La presentazione clinica<br />

risultava variabile e non specifica, caratterizzata da uno o piu' dei seguenti sintomi: tosse produttiva, bronchiti<br />

recidivanti, iperpiressia, calo ponderale, astenia. Le alterazioni radiologiche comuni a tutti i sei soggetti sono<br />

state la presenza di bronchiectasie: diffuse a tutti i lobi in tre soggetti, localizzate al lobo medio e lingula nei<br />

restanti tre. In questi ultimi casi, caratteristica e' stata la presenza di noduli centrolobulari a margini netti sia nella<br />

stessa sede ma diffusi anche ad altri lobi polmonari. In tre soggetti erano presenti immagini ad 'albero con<br />

gemme' associate alle bronchiectasie. Opacità irregolari fibrotiche agli apici erano presenti in due soggetti.<br />

Nessun soggetto presentava versamento pleurico o cavitazioni. Dall'analisi clinico-radiologica dei sei casi di<br />

infezione da MAC si evidenzia un pattern HRCT prevalentemente caratterizzato da noduli centrolobulari e<br />

bronchiectasie, in particolare piu' evidente nei soggetti senza riscontro di pregressa pneumopatia.<br />

164


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

PNEUMOCONIOSI: RADIOLAGIA O TAC AD ALTA RISOLUZIONE? IL PUNTO DI VISTA DEL MEDICO DEL<br />

LAVORO<br />

Authors:<br />

L. PATRINI (1), D. CANDITO (1), L. RIBOLDI (1), G. RIVOLTA (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) DIP. DI MEDICINA PREVENTIVA, AMBIENTALE E DEL LAVORO, FONDAZIONE IRCCS - OSP.<br />

MAGGIORE POLICLINICO MILANO ITALY<br />

Body:<br />

Il progresso nelle tecniche di imaging ha permesso negi ultimi anni di indagare con più precisione i quadri<br />

radiologici negli esposti a silice ed amianto attraverso la HRCT, che rende possibile il riconoscimento e lo studio<br />

dell'unità anatomo-funzionale elementare del polmone, il lobulo secondario. Abbiamo quindi messo a confronto<br />

HRCT e radiografia del torace nello studio delle lesioni interstiziali e pleuriche in pazienti esposti a silice o<br />

asbesto per verificare se la HRCT fosse più sensibile nell'evidenziare il danno parenchimale o pleurico sia nei<br />

soggetti con diagnosi certa, dubbia o negativa, secondo gli standard ILO, sulla base della radiologia tradizionale.<br />

Sono stati studiati 233 soggetti sottoposti sia a radiografia che a HRCT: negli esposti a silice o ad amianto con<br />

Rx positivo la HRCT non ha aggiunto ulteriori informazioni ai fini diagnostici. La nuova tecnica ha consentito<br />

però, in 5 casi su 29 (12,8%), di evidenziare aree di enfisema non altrimenti determinabili ed ha offerto un utile<br />

supporto per la diagnosi differenziale nei casi con conglomerati silicotici. Inoltre negli 88 soggetti con pleuropatia<br />

da amianto diagnosticata mediante esame radiologico la HRCT ha consentito di attribuire le immagini più<br />

correttamente a tessuto adiposo extrapleurico in 22 casi (25%), ma anche di riconoscere minimi ispessimenti e<br />

calcificazioni in 7 casi su 24 (29,1%) non evidenziati con la radiologia tradizionale. La HRCT, in pazienti esposti<br />

ma con radiografia negativa per interstiziopatia da silice o amianto, ha permesso di individuare un maggior<br />

numero di soggetti con malattia precoce: 30 casi su 179 (16,7%). La HRCT, rispetto alla radiologia tradizionale<br />

del torace, appare quindi una metodica più sensibile e più specifica, ma il suo uso deve rimanere limitato a casi<br />

selezionati e non deve essere proposta come indagine di routine, in considerazione del suo costo sia biologico<br />

che economico. A tutt'oggi, inoltre, rimane ancora aperto il problema dal punto di vista mrdico-legale ed<br />

assicurativo per quanto riguarda la diagnosi di pneumoconiosi ottenuta tramite HRCT, poichè non esiste ancora<br />

una classificazione standardizzata analoga a quella dell'ILO per la radiologia tradizionale.<br />

165


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

SU DI UN CASO DI SARCOIDOSI<br />

Authors:<br />

R. SCALA (1), M. NALDI (1), G. CONIGLIO (1), C. CICCOTOSTO (2), A. MAGNOLFI (2), L. LA MAGRA (3), V.<br />

SFORZA (3), D. MARIOTTI (4)<br />

Affiliations:<br />

(1) Unità Operativa di Pneumologia e Gruppo Multidisciplinare Interstiziopatie Polmonari (GIM), Ospedale S.<br />

Donato, Arezzo ITALY, (2) U.O. Radiologia, Ospedale S. Donato, Arezzo ITALY, (3) U.O. Anatomia Patologica,<br />

Ospedale S. Donato, Arezzo ITALY, (4) Sezione Immunologia Clinica, Ospedale S. Donato, Arezzo ITALY<br />

Body:<br />

Case report. Un giovane di 28 anni giungeva alla nostra osservazione per esordio acuto di febbre elevata,<br />

astenia, calo ponderale, tosse, emottisi abbondante e dispnea da sforzo. La TC torace dimostrava la presenza<br />

di numerose lesioni escavate polmonari in sede parailare destra con una immagine suggestiva per micetoma<br />

aggettante all’interno di una ampia cavità, un interessamento interstiziale micronodulare a distribuzione<br />

perilinfatica e adenopatie ilo-mediastiniche. Alla TC addome si evidenziavano numerose adenopatie<br />

intraddominali e multiple lesioni iperdense spleniche e epatiche. La diagnosi di sarcoidosi emerse dall’esito della<br />

biopsia di una delle linfoadenopatie sovraclaveari palpabili, in accordo con il rilievo di alveolite linfocitaria CD4+<br />

(rapporto CD4/CD8=5.5 sul BAL), negatività della Mantoux, inversione del rapporto CD4/CD8 su siero. La<br />

superinfezione da Aspergillus Fumigatus veniva confermata dalla positività dell’antigene urinario fungino e della<br />

coltura del brush bronchiale eseguito in fibrobroncoscopia; negativa risultò la ricerca di BAAR e la PCR per il<br />

Mycobacterium tuberculosis. Nessuna altra localizzazione extra-polmonare di sarcoidosi venne evidenziata.<br />

L’istituzione di terapia con steroidi sistemici (metil-prednisolone 0,75 mg/Kg ev) e antifungini (voriconazolo<br />

4/mg/Kg ogni 12 ore, caspofungin 50 mg/die ev) ha determinato dopo 2 mesi un significativo miglioramento<br />

clinico-radiologico.<br />

Conclusioni. La sarcoidosi è una malattia granulomatosa multi-sistemica con prevalente coinvolgimento<br />

intratoracico (85-95%) caratterizzato da linfoadenopatie ilo-mediastiniche e lesioni polmonari bilaterali. La<br />

presenza di cavitazione polmonare primaria, quale esito di necrosi centrale da confluenza di più granulomi, è un<br />

evento molto raro essendo riportato in


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

ALVEOLITE EMORRAGICA DA AMIODARONE<br />

Authors:<br />

E. BATTAGLIA (1), A. PONTI (1), S. AMADUCCI (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. PNEUMOLOGIA, OSPEDALE SAN CARLO BORROMEO MILANO ITALY<br />

Body:<br />

In letteratura sono descritti rari casi di tossicità polmonare da amiodarone, che si può manifestare con decorso<br />

sub-acuto (tosse secca, dispnea ed infiltrati interstiziali) o acuto (dispnea ed iniltrati alveolari).<br />

Caso clinico: paziente (pt) donna di anni 73, non fumatrice, affetta da ipertesione arteriosa, steno-insufficienza<br />

aortica e mitralica, steatosi epatica e gozzo multinodulare.<br />

Viene ricoverata per iperpiressia, astenia ed anoressia. Riscontro agli esami ematochimici di anemia normocitica<br />

(emoglobina 9.7 g/dL) ed emocolture positive per Streptococcus bovis, per le quali è stata intrapresa terapia con<br />

piperacillina-tazobactam, con rapiso sfebbramento.<br />

Successiva comparsa di fibrillazione atriale ad elevata risposta ventricolare, tratatta con amiodarone; dopo tre<br />

settimane di trattamento comparsa di dispnea ingravescente ed emoftoe copiosa, associate a quadro di<br />

insufficienza respiratoria severa ed al riscontro radiografico di alterazioni polmonari bilaterali a vetro smerigliato,<br />

espressione di danno alveolare acuto, confermate da una Tac ad alta risoluzione. Collateralmente si segnala<br />

quadto di insufficienza renale lieve (creatinina 1.5 mg/dL e proteinuria 0.24 g/L).<br />

Il citologico su broncoaspirato è risultato negativo per cellule tumorali maligne, BK, fliora patogena e positivo per<br />

aggregati di macrofagi alveolari con siderofagia; visita otorinolaringoiatrica negativa; spirometria e diffusione<br />

alveolo-capillare del CO: deficit di grado severo del transfer polmonare; sierologia per anticorpi anti-aspergillo ed<br />

autoimmunità negativa, inclusi ANCA ed anticorpi anti-membrana basale glomerulare. Progressiva ulteriore<br />

anemizzazione della pt (emoglobina 8.2 g/dL), corretta con emotrasfusioni. Alla luce degli esami effettuati è<br />

stata ipotizzata la genesi farmacologica del danno polmonare; è stato pertanto sospeso l'amiodarone, sostituito<br />

con verapamil ed è stata intrapresa terapia steroidea sistemica. Le condizioni cliniche della pt sono andate<br />

progressivamente migliorando; gli episodi emoftoici non si sono più ripetuti ed il quadro di insufficienza renale e<br />

respiratoria si sono risolti. Il controllo radiografico e tomografico alla dimissione ha evidenziato un considerevole<br />

miglioramento delle alterazioni polmonari, che sono apparse completamente risolte ad un ulteriore controllo ad<br />

un mese dalla dimissione, così come la diffusione alveolo-capillare è rientrata nei limiti. La terapia steroidea è<br />

stata progressivamente ridotta sino alla sopensione. La diagnosi, compatibile con vasculite da amiodarone, si è<br />

basata solo sui dati clinico-strumentali ed è stata confermata dalla risposta alla terapia steroidea e dalla<br />

sospensione del farmaco.<br />

167


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

BRONCHIOLITE OBLITERANTE (BOOP) RAPIDAMENTE PROGRESSIVA.<br />

Authors:<br />

A. Micco (1), A. Saglia (1), A. Romano (1), G. Beatrice (1), A. Russo (1), A. Starace (1), V. Guarriello (1), M. Del<br />

Donno (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) U.O. Pneumologia - A.O. G. Rummo Benevento ITALY<br />

Body:<br />

Paziente di anni 76, non fumatore, iperteso, giunto alla nostra osservazione per febbricola, tosse secca e<br />

dispnea da sforzo da circa due settimane, con numerosi addensamenti irregolari periferici e bilaterali alla TC ad<br />

alta risoluzione (HRTC). All’ingresso in reparto presentava apiressia, modica tachipnea (FR 30 atti/min) e crepitii<br />

basali bilaterali. Gli es. di laboratorio dimostravano un incremento degli indici di flogosi (VES 55 mm/h e PCR 2.7<br />

mg/dl) con formula leucocitaria nella norma. Negativi i dosaggi degli ANA, ENA ed ANCA, degli anticorpi anti-<br />

Mycoplasma ed anti-Clamydia, degli anticorpi urinari della Legionella ed il test per HIV. L’EGA in a.a., mostrava<br />

una ipossiemia di grado lieve (PaO2 62.5 mmHg, SaO2 92.7%), mentre una insufficienza respiratoria (I.R.)<br />

latente era presente sia al monitoraggio ossimetrico notturno che al test del cammino dei 6 minuti. Le PFR<br />

documentavano un difetto ventilatorio di tipo restrittivo di grado moderato con deficit della DLCO (FVC 55% th,<br />

FEV1 60% th, TLC 53% th, DLCO 58% th, DLCO/VA 118% th). In seconda giornata il paziente veniva<br />

sottoposto a fibrobroncoscopia con BAL, che mostrava un incremento della cellularità totale con inversione del<br />

rapporto CD4/CD8 (0.75) ed aumento percentuale dei neutrofili (50%) e degli eosinofili (3%) ma negatività per<br />

microrganismi patogeni. L’es. istologico della TBB confermava un quadro di bronchiolite obliterante-polmonite<br />

organizzativa (BOOP). Pertanto, si iniziava terapia con claritromicina e ceftazidime e.v. e in terza giornata<br />

terapia steroidea con prednisone (1 mg/Kg di peso ideale). Dopo 2 settimane il paziente sviluppava un quadro<br />

clinico di I.R. manifesta e alla HRTC la persistenza di aree di consolidazione associate a diffuse opacità reticolari<br />

basali bilateralmente. Si aggiungeva quindi, terapia con azatioprina 100 mg/dì senza assistere ad alcun<br />

miglioramento clinico-radiologico. In conclusione, dai dati della letteratura e dal caso clinico descritto, è possibile<br />

suggerire che nonostante una diagnosi istologica di BOOP, l’elevato numero di neutrofili nel BAL e la<br />

persistenza alla HRTC di opacità reticolo-nodulari rappresentano fattori prognostici sfavorevoli che possono<br />

inficiare il decorso clinico e la risposta agli steroidi ed agli immunosoppressori.<br />

168


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

LA COMPLIANCE POLMONARE NELLA FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA<br />

Authors:<br />

G. Ciarleglio, R.M. Refini, M.G. Pieroni, E. Vlad, P. Sestini, P. Rottoli<br />

Affiliations:<br />

(1) Clinica Malattie respiratorie Siena ITALY, (2) Clinica Malattie respiratorie Siena ITALY, (3) Clinica Malattie<br />

respiratorie Siena ITALY, (4) Clinica Malattie respiratorie Siena ITALY, (5) Clinica Malattie respiratorie Siena<br />

ITALY, (6) Clinica Malattie respiratorie Siena ITALY<br />

Body:<br />

La analisi della funzionalità respiratoria basata prevalentemente sulla valutazione spirometrica e dei volumi<br />

polmonari statici può sottostimare il coinvolgimento parenchimale nella fibrosi polmonare idiopatica<br />

particolarmente in quei casi in cui coesiste enfisema. Abbiamo valutato l uso della misura della compliance<br />

statica e dinamica in 7 pazienti con fibrosi polmonare idiopatica con le caratteristiche cliniche e radiologiche di<br />

Usual Interstitial Pneumonia, età 63±5 anni (M±SE), VC 82±7%del teorico, FEV1 85±7%, TLC 75±9%, DLCO<br />

52±7% del teorico. Quattro pazienti avevano volumi polmonari ridotti (VC 58±5% del teorico). Di questi tre<br />

pazienti avevano marcatamente ridotta la compliance statica (media -83±1% del teorico) e dinamica (-63±17%),<br />

mentre un altro che presentava coesistente enfisema mostrava aumenti marcati della compliance. Dei tre<br />

pazienti con volumi normali (VC 97±12% del teorico), due mostravano una riduzione della compliance dinamica<br />

(media -57%±17% del teorico) e uno di questi mostrava anche diminuzione della compliance statica. Il terzo<br />

paziente, che presentava coesistente quadro di enfisema all ,indagine TC, presentava normale compliance<br />

statica e dinamica. Concludiamo pertanto che sebbene necessiti di ulteriori conferme su un più vasto numero di<br />

casi, lo studio della compliance statica e dinamica può essere utile nella valutazione degli stati precoci della<br />

fibrosi polmonare idiopatica. Inoltre, sia in fase precoce che tardiva aiuta nel distinguere i diversi effetti della<br />

coesistenza nel paziente di quadri di fibrosi polmonare ed enfisema.<br />

169


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

TRATTAMENTO DELLA FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA (UIP) CON INTERFERONE GAMMA 1-B<br />

RICOMBINANTE (IFN).<br />

Authors:<br />

C. Albera (1), L. Gagliardi (1), CF. Carraro (1), L. Mercante (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Università di Torino,Dip. Scienze Clincihe e Biologiche, SCDU Clinica Malattie Apparato Respiratorio<br />

Orbassano (Torino) ITALY<br />

Body:<br />

PREMESSE.La UIP ha prognosi infausta, senza evidente risposta a steroidi e/o immunosoppressori. Esistono<br />

dati incoraggianti (sopravvivenza a 2 anni) in casi di UIP lieve-moderata (FVC>= 65%, DLCO>=35%) trattati con<br />

IFN (200ug x3/settimana). In Italia IFN è concesso (GU n138,15/06/2000) a pazienti con UIP istologica, FVC >=<br />

45%, in assenza di risposta dopo almeno 6 mesi di terapia con steroidi e/o immunosoppressori (non sono<br />

indicate né posologia né limiti di età). SCOPO DEL LAVORO. Valutare la risposta al trattamento con IFN (200ug<br />

x3/settimana) in casi di UIP secondo le normative della GU. PAZIENTI E METODI sono stati trattati 18 pazienti,<br />

M/F 12/6, età media 62 anni (51-79); Tempo medio dalla diagnosi all’inizio del trattamento con IFN:15 mesi (6-<br />

36). RISULTATI. 12/18 casi sono attualmente in terapia; in 5 casi IFN è stato sospeso per progressione di<br />

malattia (4 decessi, 1 trapianto), in 1 per effetti collaterali (flu-like); 6/12 sono valutabili a 6 e 12 mesi. Funzione<br />

respiratoria (% rispetto al teorico, mmHg;media): Alla diagnosi= FVC 71%, DLCO 45% ,PaO2 73. All’inizio del<br />

trattamento con IFN dopo almeno 6 mesi di terapia standard= FVC 61%, DLCO 47, PaO2 74. Durante il<br />

trattamento con IFN: Dopo 6 mesi= FVC 63,DLCO 55,PaO2 76. Dopo 12 mesi= FVC 59,DLCO 47,PaO2 77.<br />

Considerando nei singoli pazienti significative le variazioni (valore assoluto) di FVC >= 10%, di DLCO >= 15% e<br />

di e PaO2 >=10 mmHg, dopo il trattamento standard (rispetto alla diagnosi) il numero di pazienti stabili/migliorati<br />

per uno più parametri è inferiore a quello osservato dopo 6-12 mesi di terapia con IFN. DISCUSSIONE E<br />

CONCLUSIONI. Il trattamento con steroidi/immunosoppressori ha controllato scarsamente il peggioramento<br />

funzionale della UIP, mentre quello con INF si è accompagnato ad una maggior tendenza alla<br />

stabilizzazione/miglioramento di FVC, DLCO e PaO2, pur esistendo notevoli variazioni individuali. I risultati<br />

sottolineano la necessità di un trattamento antifibrotico precoce in pazienti con UIP lieve-moderata.<br />

170


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

BRONCHIOLITE OBLITERANTE IN PAZIENTE CON PRECEDENTE DIAGNOSI DI MALATTIA DI<br />

CASTLEMAN LOCALIZZATA<br />

Authors:<br />

F. Penza (1), M. Refini (1), A. Fossi (1), M.A. Mazzei (2), L. Volterrani (3), P. Rottoli (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Sezione di Malattie Respiratorie, Dip. di Medicina Clinica e Scienze Immunologiche, Università degli Studi di<br />

Siena Siena Italy, (2) Radiologia Universitaria, Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Siena Italy, (3)<br />

Sezione di Radiologia, Dip. di Patologia Umana ed Oncologia, Università degli Studi di Siena Siena Italy<br />

Body:<br />

La malattia di Castleman è una rara patologia linfoproliferativa che può presentarsi in forma multisistemica o<br />

come singola massa localizzata, suscettibile di resezione chirurgica. Negli ultimi anni sono apparse in letteratura<br />

alcune segnalazioni sulla possibile associazione di bronchiolite obliterante con malattia di Castleman, in<br />

particolare quando concomitano lesioni erosive delle mucose orali e/o genitali riferibili a pemfigo<br />

paraneoplastico. E' stata proposta la denominazione di "Sindrome autoimmune multiorgano paraneoplastica"<br />

per definire il complesso di manifestazioni che si osservano in tali pazienti e che possono coinvolgere la cute e<br />

l'epitelio orale, nasale, genitale, oculare, respiratorio ed esofageo.<br />

Viene presentato il caso di un paziente di 52 anni, inviato alla nostra osservazione nel 2004 per insufficienza<br />

respiratoria nel sospetto di riacutizzazione di BPCO. L'emogasanalisi in aria ambiente documentava ipossiemia<br />

ed ipercapnia (pO2=54 mmHg, pCO2=56 mmHg, pH=7.379, HCO3-=33.5 mmol/l, SaHbO2=86.6%). Le prove di<br />

funzionalità respiratoria hanno evidenziato un severo deficit ventilatorio ostruttivo non reversibile (VC=1770 ml,<br />

42% del predetto, FVC=1010 ml, 25% del predetto; FEV1=460 ml, 14% del predetto, FEV1/FVC=45.8), volumi<br />

statici e resistenze delle vie aeree marcatamente aumentati (RV=5280 ml, 248% del predetto; TLC=7050 ml,<br />

110% del predetto, Resistenze specifiche delle vie aeree= 13.5 kPa.s, 1150% del predetto). Lo studio TC ad alta<br />

risoluzione ha mostrato aspetti suggestivi di bronchiolite obliterante, quali ispessimento delle pareti bronchiali<br />

con multiple dilatazioni bronchiectasiche, prevalentemente varicose, alcune alterazioni centrolobulari ed un<br />

aspetto a mosaico diffuso a tutto il parenchima polmonare.<br />

L'anamnesi ha rivelato che 14 anni prima il paziente era stato sottoposto in altra sede a resezione chirurgica per<br />

malattia di Castleman localizzata che si era manifestata in associazione a lesioni delle mucose orale e genitale<br />

interpretate come espressione di una sindrome di Behçet. Da allora era stato sottoposto a terapia<br />

immunosoppressiva con ciclosporina e corticosteroidi.<br />

L'insufficienza respiratoria non responsiva al trattamento ha reso necessaria l'ossigenoterapia domiciliare e<br />

l'immissione in lista di trapianto di polmone presso il nostro Centro Trapianti di Siena.<br />

In conclusione riteniamo probabile che la bronchiolite obliterante insorta in questo paziente possa rappresentare<br />

la manifestazione tardiva di una sindrome autoimmune multiorgano paraneoplastica associata a malattia di<br />

Castleman.<br />

171


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

RUOLO DELLO STRESS OSSIDATIVO E DELLE LDL OSSIDATE NELLA ATTIVAZIONE E<br />

TRASFORMAZIONE DI FIBROBLASTI POLMONARI UMANI IN VITRO.<br />

Authors:<br />

G. Lupo (2), D. Anfuso (2), E. Gili (1), MP. Pistorio (1), C. La Rosa (1), M. Failla (1), N. Crimi (1), M. Alberghina<br />

(2), C. Vancheri (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Universita' di Catania, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica, Sezione di Malattie<br />

Respiratorie. Catania ITALY, (2) Universita' di Catania. Dipartimento di Chimica Catania ITALY<br />

Body:<br />

Il metabolismo dell’acido arachidonico (AA) ha recentemente assunto un ruolo cruciale nella patogenesi di<br />

malattie fibrotiche polmonari.<br />

Recenti osservazioni suggeriscono che le lipoproteine a bassa densità ossidate(ox-LDL) partecipano alla<br />

patogenesi di malattie infiammatorie croniche come la aterosclerosi o il diabete, modulando la produzione di AA<br />

e dei suoi metaboliti a livello endoteliale.<br />

Con questo studio abbiamo inteso valutare gli effetti delle ox-LDL nella modulazione della sintesi e del<br />

metabolismo dell’AA e di studiare la attivazione funzionale in fibroblasti polmonari umani.<br />

Le LDL, ottenute attraverso dialisi da plasma di donatori, venivano ossidate in soluzione salina arricchita con<br />

20uM CuSO4 per 24hr a 4°C. I fibroblasti polmonari venivano quindi incubati con diverse concentrazioni e per<br />

diverso tempo con ox-LDL.<br />

La attivita’ della PLA2 risultava aumentata in maniera dose dipendente dallo stimolo con ox-LDL come<br />

dimostrato da cromatografia a stratto sottile(TLC), allo stesso modo la espressione di PLA2 e il rilascio di AA<br />

risultava aumentato in WB e TLC.<br />

Abbiamo quindi investigato gli enzimi a valle della PLA2 responsabili del metabolismo dell`AA. Mentre COX-2 e<br />

5-LO non risultavano modificate, la espressione di 15-LO veniva aumentata dallo stimolo con ox-LDL. In<br />

particolare risultava evidente una riduzione di PLA2 citosolica e un suo contemporaneo aumento a livello<br />

membranario tramitre WB, confermandone cosi’ la attivazione funzionale. Tale dato e’ stato ulteriormente<br />

verificato in microscopia confocale su preparati di fibroblasti polmonari.<br />

Abbiamo infine investigato la attivazione della via della MAPK, nota per essere attivata dal recettore specifico<br />

LOX-1 per le ox-LDL a livello endoteliale, confermando che ox-LDL determeniva un aumento della fosforilazione<br />

di ERK-1/2.<br />

In conclusione lo stimolo con ox-LDL si e’ dimostrato capace di attivare la via dell’AA tramite la PLA2 e la 15-LO.<br />

La conseguente produzione di 15-HETE e 13-HODE, metaboliti della 15-LO, potrebbe quindi giustificare uno<br />

stimolo pro-apopototico in grado di influenzare negativamente le delicate interazioni a livello della giunzione<br />

epitelio mesenchimale alveolare, mentre la attivazione della MAPK potrebbe spiegare la attivazione e<br />

trasformazione dei fibroblasti in miofibroblasti, evento ritenuto cruciale a livello dei foci fibroblastici presenti al di<br />

sotto di aree di epitelio alveolare danneggiato in pazienti affetti da FPI.<br />

172


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

EFFETTI PROTETTIVI DELLA SOMMINISTRAZIONE ORALE DI CARNOSINA SUL DANNO POLMONARE<br />

INDOTTO DA BLEOMICINA.<br />

Authors:<br />

S. Cuzzocrea (2), T. Genovese (2), G. Vecchio (3), M. Failla (1), M. Fruciano (1), C. La Rosa (1), N. Crimi (1), E.<br />

Rizzarelli (3), C. Vancheri (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Universita' di Catania, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica, Sezione di Malattie<br />

Respiratorie. Catania ITALY, (2) Universita' di Messina, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale. Messina<br />

ITALY, (3) Universita' di Catania, Dipartimento di Chimica. Catania ITALY<br />

Body:<br />

La carnosina è un dipeptide endogeno composto da beta-istidina ed L-alanina che agisce da scavenger di<br />

radicali liberi e che possiede attività antiossidante diretta. La carnosina riduce la sintesi di citochine<br />

proinfiammatorie e profibrotiche come TGf-beta, IL-1 e TNF-alfa in differenti modelli sperimentali animali ed è<br />

capace di inibire la deposizione di matrice extracellulare in vitro.<br />

In questo studio, abbiamo valutato l’efficacia della carnosina nel ridurre lo sviluppo del danno e della fibrosi<br />

polmonare in animali da laboratorio esposti a bleomicina.<br />

Topi da laboratorio di tipo CD sono stati sottoposti a somministrazione intratracheale di bleomicina o soluzione<br />

salina e sono stati quindi trattati con carnosina o placebo tramite un bolo orale pari a 150 mg/Kg di peso<br />

corporeo. Una settimana dopo l’induzione della fibrosi, sono state effettuate conte cellulari su BAL, istologia<br />

polmonare con colorazione tricromica di Masson ed analisi immunoistochimica per mieloperossidasi, ossido<br />

nitrico sintasi (iNOS), nitrotirosina e poli-ADP-ribosio polimerasi (PARP).<br />

Dopo la somministrazione di bleomicina gli animali trattati con carnosina hanno mostrato una riduzione del<br />

grado di danno polmonare e di infiammazione rispetto agli animali del gruppo sham come indicato dalla<br />

riduzione di: (i) perdita del peso corporeo, (ii) tasso di mortalità, (iii) infiltrazione polmonare di neutrofili (attività<br />

mieloperossidasica, conta cellulare totale e differenziale su BAL), (iv) edema polmonare, (v) evidenza istologica<br />

di danno polmonare e deposizione di collagene, (vi) mieloperossidasi polmonare, staining per iNOS, nitrotirosina<br />

e PARP.<br />

I nostri risultati indicano che la carnosina somministrata per via orale è in grado di ostacolare il danno polmonare<br />

indotto dalla bleomicina probabilmente attraverso la sua attivita’ antiossidante.<br />

La carnosina è già disponibile per l’utilizzo umano e potrebbe risultare utile come terapia aggiuntiva per il<br />

trattamento della fibrosi polmonare idiopatica, una malattia che ancora oggi non possiede un trattamento<br />

farmacologico efficace.<br />

173


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

LA BRADICHININA INDUCE LA TRASFORMAZIONE DI FIBROBLASTI POLMONARI UMANI IN<br />

MIOFIBROBLASTI ATTRAVERSO LA STIMOLAZIONE DEL RECETTORE B2.<br />

Authors:<br />

C. Vancheri (1), E. Gili (1), M. Failla (1), C. Mastruzzo (1), E. Trovato Salinaro (1), D. Lo Furno (1), MP. Pistorio<br />

(1), C. La Rosa (1), M. Caruso (1), N. Crimi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Universita' di Catania, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica, Sezione di Malattie<br />

Respiratorie. Catania ITALY<br />

Body:<br />

La individuazione dei fattori che mediano la transizione dei fibroblasti polmonari in miofibroblasti è di<br />

fondamentale importanza nella comprensione dei processi riparativi patologici che stanno alla base di patologie<br />

quali l’asma bronchiale o la fibrosi polmonare idiopatica (FPI).<br />

La bradichinina, un mediatore conosciuto per la sua azione proinfiammatoria, è capace di indurre produzione di<br />

citochine e la contrazione di colture di fibroblasti in vitro.<br />

Abbiamo valutato la capacità della bradichinina di determinare la attivazione e trasformazione di fibroblasti<br />

polmonari umani in miofibroblasti, sia a livello cellulare che molecolare, eventi determinanti nella patogenesi di<br />

malattie caratterizzate da rimodellamento.<br />

Abbiamo studiato la espressione di alpha-smooth actina (alpha-SMA) e di TGF-beta in fibroblasti stimolati con<br />

bradichinina mediante citofluorimetria, Western blot e RT-PCR.<br />

La proliferazione cellulare e la produzione di collagene sono state valutate attraverso dosaggi colorimetrici come<br />

MTT e Sirius red, rispettivamente. Abbiamo poi valutato quale fosse il recettore per la bradichinina responsabile<br />

degli effetti su alpha-SMA tramite l’utilizzo di agenti bloccanti specifici dei recettori per la bradichinina B1 e B2.<br />

Infine, sono stati studiati gli effetti intracellulari della bradichinina sulla fosforilazione e attivazione di un secondo<br />

messaggero intracellulare come la MAPK e il ruolo che questo assumeva nei processi di trasformazione e<br />

attivazione dei fibroblasti.<br />

La bradichinina incrementava significativamente alpha-SMA sia a livello cellulare che molecolare in fibroblasti<br />

polmonari. Mentre un inibitore selettivo per il recettore B2 era in grado di abolirne per intero l’effetto. La<br />

bradichinina induceva la proliferazione dei fibroblasti e la produzione di collagene. Infine, la bradichinina attivava<br />

la via della MAPK attraverso la fosforilazione di ERK ½.<br />

PD98059, uno specifico inibitore della MAPK, risultava capace di bloccare l’induzione di miofibroblasti<br />

bradichinina-dipendente.<br />

Nonostante la bradichinina inducesse anche un aumento del TGF-beta, il blocco di questa citochina con uno<br />

specifico anticorpo bloccante non riusciva a modificare l’espressione di alpha-SMA.<br />

I dati del nostro studio supportano l’ipotesi che la bradichinina sia coinvolta nei processi di rimodellamento<br />

bronchiale e interstiziale. Questo mediatore e i suoi recettori potrebbero quindi rappresentare in futuro un<br />

interessante target terapeutico per il trattamento di patologie come l’asma bronchiale o la FPI caratterizzate da<br />

alterati processi riparativi e di rimodellamento.<br />

174


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

RUOLO DELLA SINTASI INDUCIBILE DELL’OSSIDO NITRICO NEL MODELLO ANIMALE DI FIBROSI<br />

POLMONARE DA BLEOMICINA.<br />

Authors:<br />

T. Genovese (2), S. Cuzzocrea (2), R. Di Paola (2), M. Failla (1), E. Mazzon (2), MA. Sortino (3), G. Frasca (3),<br />

E. Gili (1), N. Crimi (1), AP. Caputi (2), C. Vancheri (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Universita' di Catania, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica, Sezione di Malattie<br />

Respiratorie. Catania ITALY, (2) Universita' di Messina, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale. Messina<br />

ITALY, (3) Universita' di Catania, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale. Catania<br />

Body:<br />

L’ossido nitrico (NO) e’ un mediatore coinvolto in diversi processi fisiopatologici. In particolare, NO assume una<br />

rilevante importanza nella regolazione della risposta infiammatoria a livello polmonare in varie patologie come<br />

ad esempio la fibrosi polmonare idiopatica. Infatti la aminoguanidina, un inibitore parziale e non selettivo della<br />

sintasi dell’ossido nitrico (NOS) risulta efficace nel prevenire il danno polmonare indotto da bleomicina<br />

nell’animale da laboratorio.<br />

In questo studio abbiamo investigato il ruolo che la NOS inducibile assume nello sviluppo del danno<br />

infiammatorio e fibrotico a livello polmonare dopo esposizione a bleomicina utilizzando degli animali knock out<br />

(KO) per la iNOS e animali wild type trattati con GW274150, un inibitore selettivo della iNOS.<br />

Gli animali wild type, topi da laboratorio di tipo CD, presentavano a due settimane dalla somministrazione<br />

intratracheale di bleomicina: (i) una graduale diminuzione del peso corporeo, (ii) un incremento della mortalità,<br />

(iii) evidenza di infiltrato infiammatorio (aumentata attività mieloperossidasica e stain per nitrotirosina), (iv)<br />

edema polmonare, (v) evidenza istologica di infiammazione e danno polmonare, (vi) aumento della deposizione<br />

di collagene, (vii) aumentata espressione TGF-b1.<br />

Gli animali KO per iNOS presentavano una significativa attenuazione di tutti gli indici di danno studiati. Allo<br />

stesso modo il trattamento con GW274150, un unovo potente e selettivo inibitore dell’attivita iNOS (5 mg/Kg i.p.)<br />

conferiva simile protezione dal danno polmonare indotto dalla somministrazione intratracheale di bleomicina.<br />

I risultati di questo studio dimostrano chiaramente come l’ossido nitrico e la iNOS rivestono un importante ruolo<br />

nel danno e nella fibrosi polmonare sperimentale.<br />

175


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

EFFETTI DELLA FEXOFENADINA SULLA ESPRESSIONE DI ICAM-1 E SULLA APOPTOSI DI EOSINOFILI<br />

UMANI IN VITRO.<br />

Authors:<br />

C. Vancheri (1), C. Mastruzzo (1), V. Tomaselli (1), G. Bellistri (1), MP. Pistorio (1), LR. Greco (1), E. Trovato<br />

Salinaro (1), M. Failla (1), MR. Contrafatto (1), N. Crimi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Universita' di Catania, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica, Sezione di Malattie<br />

Respiratorie. Catania ITALY<br />

Body:<br />

Il ruolo degli esoinofili nella patogenesi dele malattie allergiche e’ ampiamente riconosciuto. Recentemente e’<br />

stato suggerito che gli antistaminici di seconda generazione oltre al ruolo di antagonista del recettore per<br />

l’istamina H1, possano avere anche effetti anti-infiammatori.<br />

Per valutare la attivita’ anti-infiammatoria della fexofenadina abbiamo studiato i suoi effetti sulla espressione di<br />

LFA-1 (leukocyte function-associated antigen 1), ICAM-1 (intracellular adhesion molecule 1) e induzione di<br />

apoptosi su eosinofili umani in vitro.<br />

Gli eosinofili sono stati ottenuti da sangue periferico di volontari sani e coltivati in opportuno medium in presenza<br />

di interferon gamma e tumor necrosis factor alpha e di varie concentrazioni di fexofenadina. Al fine di valutare la<br />

attivazione funzionale venivano quindi marcati con anticorpi monoclonali anti-ICAM-1 e anti-LFA-1 e analizzati<br />

con tecnica citofluorimetrica.<br />

Per valutare la apoptosi degli eosinofili, questi venivano stimolati con interleuchina 5 in presenza di differenti<br />

concetrazioni di fexofenadina, incubati con annessina V (phosphatidylserine-binding protein coniugata con FITC)<br />

e quindi analizzati in citofluorimetria. La apoptosi veniva valutata come percentuale di cellule annessina V+.<br />

In queste condizioni sperimentali la fexofenadina non inuceva alcuna significativa variazione di LFA-1, mentre<br />

ICAM-1 era significativamente ridotta rispetto al controllo per concentrazioni di fexofenadina comprese tra 10-3 e<br />

10-4 M. Inoltre la fexofenadina risultava in grado di indurre apoptosi su eosinofili stimolati con IL-5 per<br />

concentrazioni cpomprese tra 10-3 e 6x10-4 M<br />

Questi dati confermano il concentto secondo il quale i moderni antistaminici di seconda generazione, oltre ad un<br />

effetto antagonista sul recettore H1, posseggono una rilevante azione anti-infiammatoria di tipo farmacologico.<br />

La fexofenadina promuovendo una riduzione delle molecole di adesione e una riduzione della sopravvivenza<br />

degli eosinofili, influisce su fenomeni cruciali nei processi infiammatori di tipo allergico a livello sia sistemico che<br />

locale.<br />

176


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

ESPRESSIONE DEI RECETTORI MUSCARINICI NEI PAZIENTI AFFETTI DA RINITE ED ASMA<br />

Authors:<br />

A. Ricci (1, 2), P. Bruno (1), G. Failla (2), F. Amenta (1), D. Ceccarelli (1), C. Terzano (1), S. Mariotta (1, 2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Respiratorie e Morfologiche, Università La Sapienza Roma ITALY,<br />

(2) UOC Pneumologia, Az Osp Sant Andrea Roma ITALY<br />

Body:<br />

Il sistema parasimpatico fornisce la dominante innervazione delle alte e basse vie respiratorie. Disfunzione della<br />

funzione nelle alte e basse vie respiratorie spesso coesiste. Per tale motivo abbiamo voluto analizzare in pattern<br />

di espressione dei recettori colinergici muscarinici in linfociti circolanti periferici di pazienti allergici con sintomi<br />

asmatici o rinitici con differenti gradi di iperresponsività bronchiale determinata mediante test alla metacolina. Lo<br />

studio delle modificazioni nella espressione dei recettori muscarinici nei linfociti circolanti periferici è considerato<br />

lo specchio delle disfunzioni dello intero sistema colinergico. Per tale scopo sono state utilizzate tecniche<br />

combinate di dosaggio recettoriale, immunoblots ed immunofluorescenza. Sia nei pazienti asmatici che nei<br />

rinitici, rispetto a soggetti sani di riferimento si è assistito ad un incremento della espressione dei recettori<br />

muscarinici del sottotipo M2 ed M5, in relazione al grado di iperreattività bronchiale, mentre si è evidenziata una<br />

riduzione dei recettori M3 nei soggetti allergici con iperreattività bronchiale normale o lieve.Non è stata<br />

documentane nessuna modificazione nella espressione dei recettori M4 nei soggetti allergici, asmatico o rinitici,<br />

rispetto ai controlli sani. I nostri dati forniscono un ulteriore contributo nel coinvolgimento del sistema colinergico<br />

nelle disfunzioni su base allergica ed indica le profonde relazioni esistenti tra le malattie delle alte e basse vie<br />

respiratorie.<br />

177


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

ISPESSIMENTO DELLA MEMBRANA BASALE ED INFIAMMAZIONE EOSINOFILICA NEI LIEVI ASMATICI<br />

CON O SENZA POLIPOSI NASALE<br />

Authors:<br />

C. MICHELETTO (1), S. TOGNELLA (1), F. TREVISAN (1), F. FACCHINI (1), M. VISCONTI (1), RW. DAL<br />

NEGRO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) UOC DI PNEUMOLOGIA - OSP. ORLANDI BUSSOLENGO - VR ITALY<br />

Body:<br />

L'asma bronchiale è una patologia infiammatoria delle vie aeree che determina una progressiva alterazione<br />

anatomo-patologica della mucosa bronchiale, conosciuta con il termine di rimodellamento. Tali alterazioni<br />

comprendono l'infiltrazione eosinofilica, l'alterazione dell'epitelio di rivestimento e l'ispessimento della membrana<br />

basale (IMB) e nel lungo termine determinano un progressivo peggioramento della funzionalità e della reattività<br />

bronchiale.Scopo: confrontare IMB, la conta eosinofilica (EOS) su liquido lavaggio broncoalveolare (BAL) e la<br />

risposta iperreattiva bronchiale alla metacolina in asmatici lievi persistenti con o senza poliposi nasale,<br />

evidenziata mediante rinoscopia.<br />

Metodi: dopo aver firmato il consenso informato, 10 lievi asmatici atopici senza poliposi nasale (A-SP, 18-57<br />

anni, 7 m, FEV1 = 90.6 % pred. ± 8.9 ds) e 10 lievi asmatici atopici con poliposi nasale (A-CP, 22 - 54 anni, 4 m,<br />

FEV1 = 89.8 % pred. ± 7.6 ds), tutti non fumatori e con una storia d'asma confrontabile in termini di durata, sono<br />

stati sottoposti ad un test di reattività bronchiale aspecifico alla metacolina e ad una broncoscopia per ottenere<br />

un BAL ed una biopsia endobronchiale per lo studio della membrana basale. IMB è espresso in µ m; EOS in %<br />

della conta cellulare totale e la risposta alla Mch in µg/PD20FEV1. Statistiche: Wilcoxon test, accettando p <<br />

0.005 come livello di significatività. I risultati (media ± ds) sono espressi in tab.1<br />

Tab.1 A SP A CP p<br />

FEV1 (%pred.) 90.6 ± 8.9 89.8 ± 7.6 ns<br />

BMT (µm) 4.9 ± 1.9 8.2 ± 2.7 0.05<br />

EOS (%) 19.6 ± 8.6 29.3 ± 8.6 0.02<br />

MCh (µg) 359.0 ± 252.1 70.6 ± 180.6 0.0008<br />

Conclusioni: nei soggetti affetti da asma bronchiale lieve, a parità di gravità della condizione asmatica, l’entità<br />

della infiammazione eosinofilica si dimostra significativamente più elevate in presenza di poliposi nasale; 2) in<br />

tali circostanze, IMB è doppio; 3) la poliposi nasale dovrebbe pertanto essere considerata come una condizione<br />

concomitante in grado di determinare un più precoce e consistente rimodellamento delle strutture bronchiali.<br />

178


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

DETERMINAZIONE DELL'OSSIDO NITRICO ESALATO IN PAZIENTI CON SCLEROSI SISTEMICA<br />

Authors:<br />

M. Malerba (1), A. Zambruni (2), P. Airò (2), M. Rossi (2), B. Ragnoli (1), A. Radaeli (1), F. Caobelli (1), C.<br />

Tantucci (1), V. Grassi (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Interna Universita' di Brescia ITALY, (2) Servizio di Reumatologia e Immunologia<br />

Clinica Universita' di Brescia ITALY<br />

Body:<br />

Introduzione: la Sclerosi Sistemica (SS) è una patologia infiammatoria sistemica del tessuto connettivo, spesso<br />

complicata da compromissione polmonare. La ipertensione polmonare (IP) e l'interstiziopatia polmonare (IPP)<br />

rappresentano le cause più frequenti di morte in questa patologia . E' stato ipotizzato che la misurazione di<br />

Ossido nitrico (NO) esalato possa essere un parametro in grado di predire l'insorgenza di queste complicanze<br />

nei pazienti con SS.<br />

Scopo dello studio: valutare le potenzialita' della determinazione del NO esalato come biomarker di<br />

infiammazione delle vie aeree in pazienti con SS, analizzando inoltre la sua concentrazione in pazienti con e<br />

senza segni di IPP e/o IP.<br />

Pazienti e metodi: sono stati studiati 40 pazienti con SS diagnosticata secondo i criteri ARA (36 femmine e 4<br />

maschi), età media 58,9 ± 12,0 anni (range = 22-82 anni) e 20 controlli (17 femmine e 3 maschi), età media 58,3<br />

± 10,0 anni (range = 28 - 76 anni). I soggetti sono stati sottoposti a determinazione del NO esalato (apparecchio<br />

a chemioluminescenza Ecomedics CLD88), prove di funzionalità respiratoria , TC del torace ad alta risoluzione,<br />

ecocardiogramma doppler per determinare la pressione arteriosa polmonare (PAP).<br />

Risultati: la concentrazione di NO esalato era significativamente maggiore nei pazienti affetti da SS rispetto ai<br />

controlli (rispettivamente 11,7 ± 8,1 ppb vs 9,0 ± 2,1 ppb; p= 0,038). Nei 7 pazienti con IP (11,8 ± 5,1 ppb) negli<br />

11 con IPP (9,9 ± 7,3 ppb) e negli 11 pazienti con IP e IPP (6,2 ± 3,6 ppb) i valori di NO esalato erano<br />

significativamente inferiori rispetto ai valori misurati negli 11 pazienti senza IP e senza IPP (18,9 ± 9,2 ppb;<br />

rispettivamente p=0,04 - p=0,02 - p=0,001). In tutti i pazienti studiati si è osservata una correlazione inversa tra i<br />

valori di NO esalato e PAP (N=40; r=-0,45; p=0,03).<br />

Conclusioni: nei pazienti con SS la misurazione di NO esalato può costituire un sensibile bio-marker di<br />

infiammazione delle vie aeree e appare in grado di evidenziare precocemente la comparsa di complicanze come<br />

la IP e IPP.<br />

179


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

UTILIZZO DEI MARKERS BIOLOGICI - OSSIDO NITRICO ED EOSINOFILI NELL'ESPETTORATO INDOTTO<br />

- NEL CONTROLLO TERAPEUTICO DELL'ASMA BRONCHIALE<br />

Authors:<br />

B. Ragnoli (1), M. Malerba (1), A. Radaeli (1), V. Grassi (1), C. Tantucci (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Interna Universita' di Brescia ITALY<br />

Body:<br />

Le linee guida internazionali raccomandano di modificare il trattamento dell'asma bronchiale in base alla<br />

sintomatologia ed ai risultati dei test di funzionalità respiratoria. La determinazione della frazione di ossido nitrico<br />

nell'esalato (FENO) e la conta degli eosinofili nell'espettorato indotto (eEI) possono rappresentare metodiche<br />

non invasive che riflettono più direttamente il grado di flogosi delle vie aeree. Pertanto, queste indagini possono<br />

costituire una valida integrazione per il monitoraggio terapeutico dell'asma e il controllo a lungo termine<br />

dell'infiammazione responsabile della cronicizzazione e del rimodellamento delle vie aeree.<br />

Scopo del presente studio è stato quello di valutare la possibilità di modificare l'approccio del controllo<br />

terapeutico dell'asma integrando il tradizionale monitoraggio clinico-funzionale con la determinazione di markers<br />

biologici quali FENO ed eEI. Sono stati reclutati 14 pazienti ambulatoriali con asma persistente di grado lievemoderato<br />

in trattamento secondo le linee guida GINA di età compresa tra i 18 e i 65 anni (età media 43,9 ± 10,1<br />

anni). Lo studio di tipo prospettico controllato intra-paziente prevedeva tre valutazioni eseguite basalmente a 3 e<br />

a 6 mesi, in cui sono stati eseguiti: valutazione clinica, prove di funzionalità respiratoria, test di<br />

broncostimolazione aspecifico con metacolina, determinazione del FENO, eEI.<br />

Durante i 6 mesi di trattamento le condizioni cliniche respiratorie dei pazienti sono globalmente migliorate. Gli<br />

indici di funzionalita' respiratoria hanno mostrato un miglioramento complessivo. La iperreattivita' bronchiale si è<br />

ridotta in modo significativo (PD20FEV1= 356,6 ± 376,5 mcg vs 959,1± 682,2 mcg; p


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

VALORI DI RIFERIMENTO DELL'OSSIDO NITRICO ESALATO IN UNA POPOLAZIONE DI SOGGETTI<br />

ADULTI NORMALI<br />

Authors:<br />

M. Corradi (1), M. Olivieri (2), A. Radaeli (3), B. Ragnoli (3), A. Mutti (1), C. Tantucci (3), M. Malerba (3)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina, Nefrologia e Scienze della Prevenzione Universita' di Parma ITALY, (2)<br />

Dipartimento di Medicina e Sanita' Pubblica Universita' di Verona ITALY, (3) Dipartimento di Medicina Interna<br />

Universita' di Brescia ITALY<br />

Body:<br />

La determinazione della concentrazione di ossido nitrico nell'aria esalata (FENO) è una metodica largamente<br />

utilizzata per l'identificazione di infiammazione delle vie aeree, ciò nonostante siano ancora carenti studi<br />

epidemiologici che ne indichino i valori di normalità. Scopo del nostro studio è stato quello di determinare in un<br />

ampio gruppo di soggetti adulti normali i valori di riferimento di FENO.<br />

Sono stati studiati 204 adulti sani non fumatori (102 femmine e 102 maschi; età media = 36,1 ± 9,9 anni; range =<br />

19 - 65 anni). I soggetti arruolati mostravano prove di funzionalità respiratoria normali (FEV1 medio= 106,5 ±<br />

10,5 %pred.; FVC medio = 109,1 ± 12,5 %pred.) e hanno eseguito la misurazione di FENO al flusso esalato di<br />

50 ml/sec con apparecchio a chemioluminescenza in accordo con le linee guida internazionali (limite soglia 0,06<br />

ppb - CLD88 Ecomedics), lo stesso tipo di apparecchio è stato usato nei diversi centri. Inoltre, 178 e 179<br />

soggetti hanno eseguito la determinazione anche a flussi di 100 e 200 ml/sec rispettivamente. Soggetti allergici,<br />

ex fumatori, con storia recente di infezione delle vie respiratorie e/o anamnesi di patologie respiratorie o in<br />

trattamento farmacologico sono stati esclusi dallo studio.<br />

I valori medi di FENO sono risultati di 10,8 ± 4,7 ppb; 6,4 ± 2,9 ppb e 4,0 ± 1,8 ppb rispettivamente a FENO 50,<br />

100 e 200 ml/sec. Inoltre, i valori di FENO sono risultati significativamente inferiori nelle femmine rispetto a quelli<br />

misurati nei maschi (rispettivamente range 1,6 - 21,5 ppb e 2,6 - 26,8 ppb; p< 0,01). Non è stata osservata<br />

correlazione tra i valori di FENO ed età, dati di funzionalità respiratoria o altri parametri antropometrici. I dati<br />

dello studio confermano che i valori di FENO sono dipendenti dai flussi espirati utilizzati e mostrano una<br />

riduzione dei valori all'aumento dei flussi. In conclusione, la disponibilità di valori di riferimento normali di FENO<br />

nei soggetti adulti rende più attendibili le valutazioni effettuate sia nella pratica clinica che in ambito di ricerca.<br />

L'interpretazione dei risultati delle misurazioni del FENO devono tenere conto anche dei valori di riferimento<br />

diversi per maschi e femmine.<br />

181


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

ALTERAZIONI FUNZIONALI RESPIRATORIE IN CORRELAZIONE CON LA DETERMINAZIONE DI ALCUNE<br />

CITOCHINE IN PAZIENTI CON SARCOIDOSI POLMONARE<br />

Authors:<br />

G. LOMBARDO (1), L.. GIANNETTO (1), M. QUARTARONE (1), O. BERTUCCIO (1), G.R. LOMBARDO (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di patologia umana.Scuola di specializzazione e U.O.C. di Allergologia e Immunologia Clinica-<br />

Messina 1 ITALY<br />

Body:<br />

La sarcoidosi è una malattia granulomatosa multisistemica ad eziologia sconosciuta, caratterizzata da una<br />

ipereattività funzionale cellulare e umorale. L’affezione colpisce prevalentament il polmone ed il sistema linfatico.<br />

Nei pazienti con sarcoidosi polmonare (SP) , anche negli stadi più avanzati, non sempre si evidenziano<br />

significative alterazioni della funzionalità respiratoria.<br />

In questo studio sono stati valutati i parametri della funzionalità respiratoria in pazienti affetti da SP, nel II stadio,<br />

insieme con i livelli serici di IL-10 e IL-15 e dell’ACE serico (SACE).<br />

METODI: Sono stati presi in esame 18 pazienti (12 femmine , 6 maschi, età media 42,8 ± 14,1) affetti da SP al II<br />

stadio (Gruppo A), diagnosticata sulla base di criteri clinici, radiologici ed istlogici.I dati ottenuti sono stati<br />

confrontati con quelli rilevati in 7 pazienti con sarcoidosi inattiva (Gruppo B).<br />

I pazienti venivano sottoposti alle prove di funzionalità respiratoria (valutate in % rispetto al teorico); veniva<br />

effettuato , inoltre, il dosaggio del SACE e dei livelli serici di IL-10 e IL-15, utilizzando kit commerciali.<br />

RISULTATI:Nei pazienti del gruppo A , alterazioni di tipo ostruttivo erano presenti in 7 pazienti (38,9%)<br />

alterazioni di tipo restrittivo erano presenti in 3 pazienti (16,7 %), il deficit misto era presente in 4 pazienti<br />

(22,2%). In 4 pazienti (22,2%) l’esame spirometrico era nei limiti della norma.<br />

Nei pazienti con sarcoidosi inattiva (Gruppo B) solo in un caso si riscontrava un deficit moderato di tipo<br />

ostruttivo.<br />

L’ACE serico presentava valori più elevati nel gruppo A (77,8 ± 22,4 UI/minml), rispetto al gruppo B (45,6 ±<br />

15,6). I livelli serici di IL-10 erano incrementati in modo significativo nei pazienti del gruppo A(380 ± 46,4 pg/ml)<br />

rispetto al gruppo B ( 26,8 ± 3,7 pg/ml).I livelli di IL-15 non erano significativamente diversi tra i due gruppi.<br />

CONCLUSIONE: Malgrado limitazioni di natura diversa, riteniamo utile lo studio degli indici respiratori per<br />

definire l’entità dell’impegno polmonare, il BAL e con le indagini di tipo immunologico -in particolare la<br />

determinazione di alcune citochine- consentono una più corretta valutazione dell’indice prognostico di questi<br />

pazienti.<br />

182


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

STUDIO DELLA FLOGOSI AEREA NEI PAZIENTI OBESI CON SLEEP APNEA<br />

Authors:<br />

A. Depalo (1), A. Spanevello (1), R. Sabato (1), GE. Carpagnano (1), R. Urbano (1), V. Marcone (1), P. Palladino<br />

(1), MP. Foschino Barbaro (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Cattedra di Malattie dell'Apparato Respiaratorio Foggia ITALY<br />

Body:<br />

RAZIONALE ED OBIETTIVI<br />

Nelle vie aeree superiori dei pazienti con sleep apnea è ormai ampiamente documentata l’esistenza di uno stato<br />

di flogosi e di stress ossidativo. Un ruolo determinante ha l’ossido nitrico, riscontrabile in elevate concentrazioni<br />

nell’aria esalata dei soggetti con disturbi respiratori nel sonno.<br />

Scopo del nostro studio è stato quello di misurare il FENO e l’espressione dell’iNOS nelle cellule<br />

dell’espettorato indotto di pazienti affetti da sleep apnea e di pazienti obesi non apnoici, confrontando poi i<br />

risultati ottenuti con quelli di soggetti sani.<br />

METODI<br />

Sono stati arruolati nello studio 25 pazienti OSAS (48.2±8,4 anni), 18 obesi non apnoici (52.8±11) e 15 soggetti<br />

sani di controllo (42±4). I 3 gruppi, simili per dati antropometrici e funzionali, si differenziavano nettamente per<br />

parametri polisonnografici ( AHI: 3.6±0.4 per i controlli, 11,0±1,7 per gli obesi e 59,1±4,1 per gli OSAS). Il FENO<br />

è stato misurato con un analizzatore a chemiluminescenza, la ricerca della positività dell’iNOS nelle cellule<br />

dell’espettorato indotto è stata effettuata con metodiche di immunocitochimica.<br />

RISULTATI<br />

Il FENO è risultato significativamente aumentato nei pazienti OSAS e negli obesi (23,1±2,1 e 17,9±2,1 ppb)<br />

rispetto ai soggetti sani (7,2±0,6 ppb; p


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

STRESS OSSIDATIVO NELLA S. DI DOWN: DETERMINAZIONE DELL'8-ISOPROSTANO NELL'ESALATO,<br />

NEL SIERO E NELLE URINE.<br />

Authors:<br />

G. PIATTI (1), T. CAPPELLETTI (1), F. GIOVANNELLI (1), U. AMBROSETTI (2), P. SANTUS (3), A. SALA (4)<br />

Affiliations:<br />

(1) ISTITUTO DI MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO OSP. MAGGIORE POLICLINICO, FOND.<br />

IRCCS, MILANO ITALY, (2) DIPARTIMENTO DI SCIENZE ORL-AUDIOLOGIA OSP. MAGGIORE<br />

POLICLINICO, FOND. IRCCS, MILANO ITALY, (3) UNITA' DIPARTIMENTALE DI PNEUMOLOGIA OSP.SAN<br />

PAOLO, MILANO ITALY, (4) DIPARTIMENTO DI SCIENZE FARMACOLOGICHE UNIVERSITA' DEGLI STUDI,<br />

MILANO ITALY<br />

Body:<br />

Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato un’aumentata produzione di radicali ossidanti nella sindrome di<br />

Down (SD) correlata alla sovraespressione del gene codificante per la superossido-dismutasi. Abbiamo<br />

esaminato la concentrazione di 8-isoprostano, marcatore di stress ossidativo, nell’esalato, nel siero e nelle urine<br />

di soggetti con SD.Sono stati arruolati 29 adulti SD e 16 soggetti controllo (età media 32 ± 9, 17 M vs 28 ± 4, 8<br />

M).I campioni di esalato sono stati raccolti usando una camera di condensazione portatile (R-Tube, Cosmed) e<br />

conservati a -70C° per la successiva analisi; sono stati raccolti campioni di sangue venoso ed ottenuto il siero;<br />

infine, sono stati raccolti tre campioni di urine in tre giorni successivi, annotando la quantità di urina giornaliera<br />

totale. Sia i campioni di siero che di urine sono stati conservati a -20C° fino al momento dell’analis i.La<br />

concentrazione di 8-isoprostano è stata valutata mediante test immuno-enzimatico ELISA,Thema Ricerca,Italia,<br />

per esalato e siero,e kit Cayman per le urine.Tutti i dati sono stati espressi come media ± deviazione standard, i<br />

valori paragonati mediante t-test per dati non appaiati ed è stato considerato statisticamente significativo un<br />

valore di P < 0.05.<br />

I campioni di esalato dei soggetti affetti da SD mostrano una concentrazione di 8-isoprostano significativamente<br />

maggiore dei controlli (4.47 ± 0.26 vs 2.43 ± 0.63 pg/ml; p


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

RUOLO DELLA VARIANTE SOPRATIPICA HLA-DPGLU69 ASSOCIATA ALLA BERILLIOSI NEL<br />

DETERMINARE LA RISPOSTA AL BERILLIO NEL TEST DI PROLIFERAZIONE DEI LINFOCITI T BERILLIO<br />

SPECIFICI<br />

Authors:<br />

F. Berretta (1), S. Contini (1), A. Comandini (1), S. Serafino (1), D. Deubner (2), C. Saltini (1), M. Amicosante (1)<br />

Affiliations:<br />

(1) Dipartimento di Medicina Interna, Università di Roma Tor Vergata Roma ITALY, (2) Brush Wellman Elmore<br />

(OH) USA<br />

Body:<br />

La esposizione a composti di Berillio (Be) può causare sensibilizzazione come si rileva con la proliferazione Tcellulare<br />

al berillio in un test standardizzato di proliferazione delle cellule T (BeLPT). lnotre, la suscettibilità alla<br />

ipersensibilità al berillio è stata associata con la espressione di varianti alleliche del HLA DP che presentano un<br />

residuo di acido glutammico in posizione 69 della catena beta (DPGlu69) in più dell80 % dei soggetti affetti e, a<br />

più basse frequenze, con altri polimorfismi HLA DP, DQ e DR.<br />

Lo scopo dello studio era di accertare se avere il marker HLA-DPGlu69 in omozigosi o eterozigoti<br />

può determinare var la risposta delle cellule T al Be in vitro.<br />

I risultati del BeLPT su sangue, effettuati in un solo laboratorio su 165 soggetti (86 controlli Be esposti, 38 Be<br />

sensibilizzsati senza granulomi polmonari e 41 casi di berilliosi) identificati in una sola grande fabbrica per la<br />

produzione di Be, sono stati analizzati per il loro rapporto con DPGlu69 determinato con una tipizzazione ad<br />

alta risoluzione .<br />

I soggetti Be sensibilizzati che avevano DPGlu69, presentavano una risposta significativamente più alta. I<br />

soggetti Be-sensitizzati che presentano DPGlu69 hanno una risposta delle cellule T al Be più alta (media SI:<br />

24.6+38.7) dei soggetti senza HLA-DPGlu69 (mean SI: 11.8+6.6, p=0.021).<br />

Inoltre i soggetti con DPGlu69 hanno una frequenza di BeLPT positivi più alta (media della frequenza 0.36+0.23)<br />

rispetto ai soggetti senza HLA-DPGlu69 (media della frequenza: 0.22+0.15; p=0.002). La omozigosi per<br />

DPGlu69 non era associata ad una aumentata risposta al Be nei BeLPT.<br />

Questi risultati indicano che la espressione del DPGlu69 determina tassi di proliferazione T cellulare più alti ed<br />

una risposta più consistente del Be in vitro nel BeLPT test, sia nella omozigosi che nella eterozigosi. La<br />

associazione fra espressione del marcatore DPGlu69 e la progressione di malattia perchè la più intensa<br />

attivazione cellulare può favorire lo sviluppo della reazione granulomatosa mediata da linfociti CD4. Inoltre,<br />

questosservazione induce a ritenere che il test BeLPT possa sottostimare il numero di soggeti esposti e<br />

sensibilizzati, avendo sensibilità inferiore nei soggetti DPGlu69 negativi.<br />

185


Topic: PNEUMOPATIE INTERSTIZIALI, DIAGNOSTICA PER IMMAGINI,<br />

BIOLOGIA CELLULARE<br />

Title:<br />

RUOLO DEI MASTOCITI CHIMASI-POSITIVI (MCTC) NEL RIMODELLAMENTO VASCOLARE DELLE VIE<br />

AEREE NELL'ASMA E LORO RISPOSTA AL FLUTICASONE PROPIONATO<br />

Authors:<br />

A. Zanini (1), A. Chetta (2), A. Tipa (2), A. Castagnaro (2), R. D' Ippolito (2), M. Neri (1), D. Olivieri (2)<br />

Affiliations:<br />

(1) Divisione di Pneumologia, Fondazione Maugeri IRCCS, Tradate (VA), Italia ITALY, (2) Dipartimento di<br />

Scienze Cliniche, Sezione di Pneumologia, Università di Parma, Parma, Italia ITALY<br />

Body:<br />

Abbiamo valutato 8 pazienti con asma di grado lieve-moderato (2 F, range di età 18-42 anni, durata della<br />

malattia 2-17 anni) e 8 volontari sani (4 F, range di età 22-29 anni), come gruppo di controllo. Tutti i soggetti<br />

sono stati sottoposti con successo a fibrobroncoscopia con prelievo di biopsie bronchiali. I pazienti asmatici<br />

sono stati poi trattati per sei settimane con fluticasone propionato (FP, range dosaggio: 200-1000 mcg/die in<br />

relazione alla gravità) e nuovamente sottoposti a fibrobroncoscopia. I prelievi bioptici sono stati trattati con<br />

metodica di colorazione immunoistochimica, utilizzando anticorpi monoclonali verso collagene IV, VEGF, triptasi<br />

e chimasi, per identificare e quantificare, con un sistema di analisi computerizzata, rispettivamente: vasi<br />

bronchiali (numero/mm2 e area vascolare %), cellule VEGF+, mastociti triptasi-positivi (MCT) e mastociti<br />

chimasi-positivi (MCTC),. I risultati del confronto tra pazienti asmatici e volontari sani sono riportati in tabella. Nei<br />

soggetti asmatici, il numero di MCTC è risultato essere significativamente correlato con l’area vascolare (p

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