ANNO 11 - N. 1 - AGO.-SET. 2007 - Unione Amici del cane e del gatto
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pag6ok 24-07-<strong>2007</strong> 9:15 Pagina 6<br />
6<br />
Il Veterinario risponde<br />
LE RIPERCUSSIONI DEL SEQUESTRO DEL CANILE SULLO<br />
STATO SANITARIO DEI CANI<br />
All’interno <strong>del</strong> canile, prima <strong>del</strong> sequestro, la gestione sanitaria dei<br />
circa 500 cani ospiti era organizzata in maniera estremamente attenta e<br />
accurata. Era stato formato un gruppo di persone che, a turno, provvedeva<br />
all’espletamento <strong>del</strong>le terapie necessarie.<br />
Grazie agli orari di apertura decisamente elastici, i volontari riuscivano<br />
ad effettuare tali terapie, sempre molto numerose (parliamo di una<br />
media di 50 cani ogni giorno tra terapie antibiotiche, terapie cardiache,<br />
antiepilettiche, medicazioni ecc…), riuscendo a rispettare le 12h di<br />
distanza che la maggior parte dei farmaci richiede.<br />
Era inoltre possibile seguire le condizioni cliniche dei cani malati o<br />
anziani, visto che dalle 5 <strong>del</strong>la mattina alle 24 ed oltre alcuni volontari<br />
erano presenti all’interno <strong>del</strong>la struttura. Inoltre, non era poi così raro<br />
passare di notte davanti al canile e vedere l’auto <strong>del</strong>la Sig.ra Cosetta<br />
parcheggiata, spesso infatti rimaneva a vegliare qualche <strong>cane</strong> che aveva<br />
bisogno di cure. La sua presenza era fondamentale, sono numerosi i<br />
cani che hanno avuto problemi di salute gravi durante la notte, e che si<br />
sono salvati solo perché lei li ha portati tempestivamente in clinica. Dal<br />
momento <strong>del</strong> sequestro, invece, e in particolare da quando l’orario di<br />
apertura è stato notevolmente ridotto, tutto questo si è reso impossibile.<br />
Ho personalmente soccorso un <strong>cane</strong> in crisi convulsiva pochi minuti<br />
prima <strong>del</strong>la chiusura <strong>del</strong> canile, se questo si fosse verificato qualche<br />
minuto dopo, probabilmente il <strong>cane</strong> in questione (che presenta crisi<br />
violente, prolungate e ripetute se non adeguatamente trattato) sarebbe<br />
stato trovato morto la mattina seguente.<br />
Un <strong>cane</strong>, anziano ma in buono stato di salute, è stato trovato morto la<br />
mattina dai volontari; la causa più probabile <strong>del</strong>la morte è imputabile a<br />
Arrivammo al Canile <strong>del</strong> Termine in una caldissima mattina <strong>del</strong> settembre 1994.<br />
Appena sarà pronta la nostra nuova casa vorremmo prendere un <strong>cane</strong>. Ma come si<br />
fa a scegliere un <strong>cane</strong>?- Non sarete voi a sceglierlo, sarà lui a scegliere voi. Venite<br />
a fare un giro in canile e sicuramente ci sarà qualcuno a cui piacerete. – Tornammo<br />
Allora vorremmo fare un giro per vedere i cani, ne vorremmo uno – Avete un giardino?<br />
Perché non ne prendete uno di taglia grande? –<br />
Ne volevamo proprio uno di taglia grande! –<br />
Allora guardate questi due cosa non sono. Sono fratelli, sono giovani e sono stati<br />
abbandonati insieme. Sono inseparabili. –<br />
Così non ci fu bisogno di fare il giro <strong>del</strong> canile perché i nostri cani erano proprio lì,<br />
subito dietro il cancello principale.<br />
L’uno, un misto di timori e curiosità che lo avrebbe accompagnato tutta la vita, si<br />
avvicinava al cancello incuriosito dalla nostra attenzione e si ritraeva preoccupato<br />
dalla nostra presenza.<br />
L’altro, da quel <strong>cane</strong> saggio e riflessivo che sarebbe sempre stato, stava lavorando<br />
ad una buca nella terra dura e asciutta, che lo avrebbe messo al riparo dalla calura<br />
e calmato il fastidio <strong>del</strong>le pulci.<br />
Ci guardammo. Ognuno di loro somigliava ad uno di noi.<br />
Spic e Span, disse Fabio.<br />
I colori, una focatura biondo-grigia, bellissima sul pelo lungo anche se non ancora<br />
adulto, dopo un’estate di canicola che si protraeva in quel settembre, davano loro<br />
l’aspetto di due enormi “moci”, quei buffi oggetti che si usano in cima ad un bastone<br />
per lavare i pavimenti. In quel momento, e credo accadesse a tutti e quattro, realizzammo<br />
che eravamo fatti gli uni per gli altri.<br />
Adesso dovevamo guadagnarci la fiducia di quelle sparute creature, che avevano<br />
ritrovato nel rifugio <strong>del</strong> Canile una loro stabilità dopo un primo assaggio di umanità<br />
che li aveva emotivamente devastati. E questo non fu facile.<br />
Il Canile era diventato il loro rifugio, la casa, il centro degli affetti, tutte le loro certezze.<br />
Oltrepassare quel cancello sarebbe stata un’incognita che non si sentivano proprio<br />
di sostenere, un salto nel buio verso quell’umanità che li aveva già traditi e bistrattati.<br />
Così toccò a noi entrare e rientrare, portare l’uomo, quello che sta fuori, non il<br />
volontario che ti cura, ti nutre e non ti fa mancare una carezza ed un parola dolce,<br />
nel recinto.<br />
E furono giornate bellissime. Pomeriggi di pioggia passati sotto la tettoia a carezzarli,<br />
a tentare di convincerli che eravamo lì per loro, che li amavamo già come li<br />
avremmo sempre amati e che li volevamo portare “fuori” solo per farli entrare in<br />
una famiglia che si sarebbe dedicata a loro con tutto l’amore possibile, chiedendo<br />
in cambio soltanto la loro amorevole presenza.<br />
Mattinate di sole tentando le prime brevi passeggiate al di fuori <strong>del</strong> cancello-tabù<br />
per cercare di mostrare loro l’esistenza di calore, affetto e comprensione all’esterno<br />
di quello che oramai avevano eletto come unico rifugio possibile.<br />
Nel frattempo, ed erano trascorsi un paio di mesi, avevamo conquistato la fiducia di<br />
tutti i loro coinquilini di recinto che facevano carte false per tentare di uscire con<br />
torsione gastrica, patologia curabile chirurgicamente se presa con tempestività.<br />
La stessa sorte sarebbe capitata ad un altro <strong>cane</strong>, anch’esso colpito da<br />
torsione gastrica, se questo fosse accaduto, anziché alle 18, solo qualche<br />
ora più tardi.<br />
Con l’arrivo <strong>del</strong>la stagione calda si è presentato poi l’ennesimo problema:<br />
il numero di ore a disposizione per far uscire i cani si è ridotto,<br />
infatti portare fuori i cani nelle ore calde li espone a gravi rischi (colpo<br />
di calore, collasso cardiocircolatorio…). Prima i volontari ovviavano al<br />
problema facendo i turni di uscita la mattina presto e in tarda serata, ora<br />
però questo non è più possibile, perché sono subordinati agli orari<br />
imposti.<br />
Come professionista e come volontaria <strong>del</strong> canile da anni, auspico<br />
vivamente che le indagini in corso possano proseguire avendo come<br />
scopo primario il benessere degli animali ospiti <strong>del</strong>la struttura e che si<br />
faccia il possibile perché i volontari abbiano la possibilità di curarli al<br />
meglio e perché tale situazione non arrechi loro ulteriori danni fisici e<br />
psicologici. Elena Gigli<br />
noi (una piccola peste nera <strong>del</strong>le dimensioni di un pincer ci orinava abitualmente<br />
sulle caviglie per significarci che avrebbe apprezzato moltissimo gli appartenessimo).<br />
Span era riuscito a “sciogliersi” un pochino e dimostrava già di apprezzarci più dei<br />
biscotti che lanciavamo nel recinto per distrarre gli altri abitanti quando aprivamo<br />
la porta per farli uscire. Spic era sempre molto combattuto nello scegliere fra la<br />
nostra compagnia ed un buon boccone.<br />
Un giorno decidemmo che sarebbe stato il caso che prendessero atto <strong>del</strong>la nuova<br />
casa che avrebbero abitato (dove, peraltro come sempre accade quando la fretta<br />
incalza, i lavori si protraevano oltre ogni limite temporale preventivato).<br />
Il tragitto era breve, ma non tanto da coprirsi a piedi, cosi mostrammo loro il baule<br />
<strong>del</strong>la macchina aperto e dotato di conforti.<br />
Le reticenze furono tali (il loro ultimo viaggio in auto era stato sicuramente quello<br />
<strong>del</strong>l’abbandono) che la distanza via <strong>del</strong> Termine – Careggi fu percorsa a piedi, condotti<br />
da uno di noi, con l’altro che seguiva con l’auto a passo d’uomo per fornire<br />
ciotole d’acqua e biscottini di incoraggiamento.<br />
La casa, seppure in fase di rifinitura, dovette piacergli molto, poiché da quel<br />
momento ogni volta che li riaccompagnavamo al Canile iniziavano le sarabande dei<br />
tentativi di fuga.<br />
Il recinto dove risiedevano fu dotato di rete anti-salto, e si dovettero riparare <strong>del</strong>le<br />
tettoie dove erano riusciti a salire e dove avevano allegramente scavallato nell’intenzione<br />
di seguirci quando lasciavamo il Canile.<br />
Ogni volta li lasciavamo con il cuore sempre più stretto.<br />
A febbraio <strong>del</strong> 1995 (avevamo conosciuto Spic e Span nel settembre precedente) la<br />
casa non era ancora <strong>del</strong> tutto rifinita, ma decidemmo di traslocare.<br />
La prima notte che avremmo dormito nella nuova casa lo avremmo fatto con loro.<br />
Così venerdì 17 febbraio prendemmo un po’ di biancheria e qualcosa per la toilette,<br />
passammo dal Canile a prendere quelli che sarebbero stati per (troppo pochi)<br />
anni i nostri amatissimi ed inseparabili compagni di viaggio ed andammo a casa.<br />
Il percorso<br />
fatto insieme<br />
è stato<br />
magnifico.<br />
Ma questa è<br />
un’altra storia.<br />
Fabio e<br />
Beatrice<br />
Le risposte a<br />
tutte le nostre<br />
domande<br />
furono fornite<br />
da Cosetta.<br />
il<br />
Canile