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iscontrata fra alcuni reperti di slip ware di via de’ Castellani e della Biblioteca Magliabechiana e
manufatti prodotti a Capraia, Pescia e Montelupo Fiorentino, la peculiarità di taluni motivi
decorativi avallerebbe l’ipotesi della presenza di vasellame proveniente da un centro produttore di
area fiorentina finora sconosciuto.
PIETRASANTA
Analizzeremo il materiale proveniente dal Convento della Santissima Annunziata di Pietrasanta,
recuperato dal prof. Bruno Antonucci negli anni ’80 e conservato nei depositi del Museo Antonucci
della cittadina. Antonucci, pur non realizzando un vero scavo stratigrafico, contrassegnò con una
sigla i vari contesti di giacitura con cui furono poi siglate le ceramiche stesse. Inoltre, documenti
dell’Archivio di Stato di Pisa forniscono una cronologia attendibile dell’edificazione delle varie
parti del convento, offrendo preziosi indicatori per attribuire un terminus ante quem ai vari contesti
di giacitura dei manufatti.
Riguardo alla produzione ceramistica postmedievale di questa zona, le fonti scritte 82 attestano
l’attività di un vasaio - Matteo Belloca da Seravezza - dal 1598 al 1626, specializzata nella
produzione di tegole, mattoni, tegami, pignatte ed altre stoviglie.
MONTALFONSO (CASTELNUOVO GARFAGNANA, LU)
I livelli postmedievali degli scavi della Rocca di Montalfonso hanno restituito vasellame di slip
ware di XVII-XVIII e XIX secolo, il cui studio, unito all’esame dei reperti delle Verrucole, potrà
concorrere a delineare un quadro degli aspetti tipologico-distributivi della nostra classe in
Garfagnana.
LUCCA
Saranno oggetto di studio alcuni pignatti e tegami dipinti ad ingobbio sotto vetrina, interi o
parzialmente integri, emersi casualmente in occasione dei lavori per l’adeguamento del palazzo
dell’opera del Duomo di san Martino di Lucca e per la sua destinazione a museo. Il vasellame,
recuperato nel 1990 da Giovanni Roncaglia (Soprintendenza Archeologica della Toscana) ed
attualmente conservato nei depositi del Museo Nazionale di Villa Guinigi, proviene da una cisterna
adibita a pozzo nero, nella quale era contenuta una grande quantità di ceramica postmedievale. Si
tratta di reperti riferibili ad una fase deposizionale circoscrivibile alla fine del XVIII-inizi XIX
secolo. I manufatti presentano evidenti analogie con i prodotti di Pescia, tanto da far supporre una
loro possibile origine pesciatina.
8.1 STRUMENTI
Gli strumenti che verranno utilizzati per realizzare il nostro progetto saranno:
82 Milanese 1994, p. 90.
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