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FIRENZE<br />

Il vasellame <strong>di</strong> slip ware, restituito dagli scavi realizzati <strong>in</strong> via de’ Castellani e all’<strong>in</strong>terno della<br />

Biblioteca Magliabechiana a Firenze, attestato fra i reperti ceramici <strong>di</strong> XVI, <strong>di</strong> XVII e della prima<br />

metà del XVIII secolo, risulta riferibile al “pentolame” da cuc<strong>in</strong>a <strong>di</strong> produzione toscana,<br />

rappresentato dalle quattro forme funzionali del tegame, della pentola, del pignatto (pentola<br />

monoansata) e del coperchio. All’<strong>in</strong>terno dei reperti <strong>in</strong>vetriati da cuc<strong>in</strong>a, si riscontra una forte<br />

presenza della nostra classe. L’attestazione <strong>di</strong> variazioni <strong>di</strong>mensionali, standar<strong>di</strong>zzate all’<strong>in</strong>terno<br />

delle forme funzionali, sembra rivelare la presenza <strong>di</strong> vere e proprie batterie <strong>di</strong> vasellame da cottura.<br />

I manufatti sono realizzati al tornio veloce, con l’impiego <strong>di</strong> argille rosse refrattarie per gli impasti e<br />

<strong>di</strong> vetr<strong>in</strong>e piombifere <strong>in</strong>colori o con aggiunta <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> metallici per i rivestimenti vetrosi dei corpi<br />

ceramici. La classe dell’<strong>in</strong>vetriata risulta essere la ceramica d’uso comune maggiormente<br />

documentata dal XVI al XVIII secolo. Fra i reperti settecenteschi, è <strong>in</strong>teressante ricordare la<br />

presenza <strong>di</strong> due pignatt<strong>in</strong>i che possono essere plausibilmente <strong>in</strong>terpretati – date le ridotte <strong>di</strong>mensioni<br />

nonché alcuni confronti bibliografici – come vasellame giocattolo, ovvero copie m<strong>in</strong>iaturizzate dei<br />

recipienti d’uso. Se alcuni prodotti <strong>di</strong> slip ware <strong>di</strong> via de’ Castellani e della Biblioteca<br />

Magliabechiana sono attribuibili a manifatture toscane note - quali Montelupo Fiorent<strong>in</strong>o (centro<br />

produttore <strong>di</strong> pentolame da cottura dal 1720), Capraia (Fi) (dal XVIII secolo), Pescia (Pt), altri<br />

potrebbero essere riferiti ad un centro manifatturiero ancora sconosciuto poiché la forte richiesta <strong>di</strong><br />

vasellame da cuc<strong>in</strong>a ha determ<strong>in</strong>ato sicuramente una <strong>di</strong>stribuzione capillare delle fabbriche <strong>di</strong> questi<br />

manufatti nel territorio. Presumiamo perciò che il numero dei centri produttivi fosse più elevato <strong>di</strong><br />

quanto emerge dall’e<strong>di</strong>to e dalle fonti archivistiche.<br />

La maggior parte del vasellame <strong>di</strong> slip ware emerso dagli scavi <strong>di</strong> via de’ Castellani e della<br />

Biblioteca Magliabechiana presenta aff<strong>in</strong>ità con le tra<strong>di</strong>zioni manifatturiere della parte<br />

settentrionale della regione, specializzata <strong>in</strong> vasellame da cottura, collegata alle produzioni emiliane<br />

per repertorio morfologico e decorativo, quali Pescia (Pt), Capraia (Fi) e Montelupo Fiorent<strong>in</strong>o (Fi);<br />

taluni prodotti, <strong>in</strong>vece, si ricollegano alla zona meri<strong>di</strong>onale, contrad<strong>di</strong>st<strong>in</strong>ta da una cultura<br />

ceramistica vic<strong>in</strong>a ai manufatti d’area laziale ed umbra, come Monte S. Sav<strong>in</strong>o. I reperti sono<br />

contrad<strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti dalle stesse forme funzionali della ceramica <strong>in</strong>vetriata monocroma – pentola,<br />

pignatto, tegame e coperchio – e da impasti fortemente simili a quelli del vasellame privo <strong>di</strong><br />

decorazione <strong>di</strong>p<strong>in</strong>ta ad <strong>in</strong>gobbio sotto vetr<strong>in</strong>a. Fra il materiale <strong>di</strong> f<strong>in</strong>e XVIII e <strong>di</strong> XIX secolo,<br />

risultano particolarmente degni <strong>di</strong> nota i prodotti che utilizzano pennellate <strong>di</strong> verde ram<strong>in</strong>a oppure<br />

<strong>di</strong> bruno manganese unitamente ai decori <strong>in</strong> <strong>in</strong>gobbio bianco: come due gran<strong>di</strong> coperchi<br />

troncoconici da tegame, con confronti con un esemplare esposto alla Galleria dell’Istituto degli<br />

Innocenti <strong>di</strong> Firenze), <strong>di</strong> cui uno <strong>di</strong> plausibile manifattura <strong>di</strong> Capraia. Nonostante l’analogia<br />

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