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1. CONTENUTO
La slip ware, ceramica invetriata dipinta ad ingobbio sotto vetrina (ormai nota in letteratura con la
nomenclatura anglosassone 1 : slip=argilla semiliquida e ware=vasellame), attestata prevalentemente
in manufatti da cottura e, in modo minoritario, in vasellame da mensa, è prodotta da varie
manifatture regionali italiane dalla fine del XVI al XX secolo. Tuttavia, la maggior parte delle
produzioni sembra estinguersi entro la seconda metà del XIX secolo, con l’avvento delle prime
produzioni industriali di invetriate. Si tratta di una classe d’uso comune, ovvero corrispondente ai
caratteri peculiari di funzionalità e basso costo di un vasellame necessario all’espletamento di
attività quotidiane, il cui requisito base risiede nel rapporto: minimo costo-massimo rendimento. I
caratteri funzionali predominano su quelli stilistici: la decorazione è infatti sommaria e stereotipata,
soprattutto nelle produzioni da fuoco. L’attestazione dei rinvenimenti e dei centri produttivi di slip
ware appare concentrata nell’Italia centro-settentrionale. La Toscana risulta fortemente interessata
dalla diffusione di tale classe, come comprovato dall’esistenza di numerose fabbriche e dai cospicui
rinvenimenti di reperti, particolarmente significativi nella parte nord della regione, e dalle copiose
fonti iconografiche reperite. Varie nature morte – da noi ricercate - del XVII e dell’intero XVIII
secolo documentano infatti una considerevole attestazione del vasellame dipinto ad ingobbio sotto
vetrina (figg. 1-2). Esse testimoniano il largo utilizzo di pignatti globulari (pentole monoansate), di
tegami troncoconici e di coperchi di slip ware nel corredo domestico delle cucine toscane del
tempo.
Nella regione Toscana sembra di poter cogliere la presenza di due tradizioni manifatturiere di slip
ware: l’una, localizzata nella parte settentrionale, specializzata in vasellame da cottura, collegata
alle produzioni emiliane per repertorio morfologico e decorativo; l’altra, nella zona meridionale,
contraddistinta da una cultura ceramistica di prodotti da mensa e da recipienti da fuoco con decori
più articolati, vicina ai manufatti d’area laziale ed umbra. Si tratta tuttavia di una dicotomia dai
confini non sempre marcati e con cospicui punti di contatto. Come esempio di dato tecnologico a
livello regionale, ricordiamo che, fra il XVI ed il XVII secolo, l’uso dell’ingobbio nella decorazione
dipinta sotto vetrina si afferma in modo capillare in concomitanza con le classi ad esso legate
(graffite, marmorizzate) e con le maioliche senesi, che l’utilizzano come base per lo smalto. La slip
ware, infatti, sembra intimamente connessa al periodo di grande trasformazione 2 che trae impulso
dalla diffusione della tecnologia dell’ingobbiatura e della graffitura, per influsso delle ceramiche
graffite padane e del trasferimento in Toscana di maestranze provenienti da quell’area.
La nostra classe deve la sua rapida affermazione regionale all’economicità dei suoi prodotti.
1 Cooper 1968.
2 Milanese 1994, p. 97.
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