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“terra bianca” di questa località con le città toscane. Da Montecarlo proveniva plausibilmente anche
l’ingobbio utilizzato per la decorazione del vasellame slip ware prodotto a Pescia.
5.2 TOSCANA MERIDIONALE
La parte meridionale della regione, contrariamente alla diffusione dei ritrovamenti, vanta sinora
l’individuazione certa di un unico centro produttore di slip ware presso Monte S. Savino,
manifattura comprovata dal sodalizio di fonti materiali e scritte, anche se sembra assai probabile
l’esistenza di una produzione senese (da verificare tramite lo studio incrociato di fonti scritte e
materiali). Come abbiamo precedentemente affermato, i prodotti della nostra classe provenienti
dalla zona meridionale della regione toscana, contraddistinta da una cultura ceramistica di prodotti
da mensa e da recipienti da fuoco con decori più articolati, appaiono molto vicini ai manufatti
d’area laziale (in particolare, Alto Lazio) ed umbra (Deruta). A questo proposito, sembra opportuno
ricordare che le fonti riportano la notizia relativa 62 al trasferimento di un ceramista di Deruta -
Francesco Sciamanna - produttore di “vasi di terra”, a Monte San Savino nel 1648, che potrebbe
essere connesso con le palesi analogie rilevabili fra i manufatti slip ware dei due centri. Inoltre,
l’artigiano compare tra i fornitori dell’Abbazia sansavinese di S. Pietro già dal 1645.
La Toscana meridionale offre un quadro distributivo della slip ware più frammentario rispetto a
quello della parte settentrionale della regione poiché è caratterizzata da un minor numero di
rinvenimenti e di attestazioni di centri produttivi. Ciò nonostante, confidiamo nel potenziale
informativo di mirate indagini future che concorrano a caratterizzare crono-tipologicamente i centri
noti. Fra i rinvenimenti di slip ware, segnaliamo quelli: del materiale emerso dagli scavi di Piazza
del Duomo di Siena 63 (la nostra classe registra la maggior concentrazione di vasellame nei livelli
tardo settecenteschi 64 e sembra diminuire agli inizi del XIX secolo); dei reperti recuperati
all’interno di un cunicolo del castello del Volterraio all’Isola d’Elba 65 (con una datazione compresa
fra gli ultimi decenni del XVIII ed i primi anni del XIX secolo). Inoltre, è interessante ricordare il
vasellame rinvenuto all’interno del cassero della Fortezza Medicea di Grosseto 66 (di XVIII-XIX
secolo) e soprattutto quello restituito da un pozzo di butto di Palazzo Ammannati di Pienza (Si) 67 , di
cui parleremo successivamente.
Gli esemplari della nostra classe provenienti dalla Fortezza Medicea di Grosseto - forse di
manifattura senese - presentano forti analogie (per repertorio morfologico-deorativo) con gli
62 Busti, Cocchi 1996, p. 48.
63 Milanese 1991, pp. 257-388.
64 Ibidem, pp. 339-340.
65 Berti, Tongiorgi 1976, pp. 94-100.
66 Francovich, Gelichi 1980.
67 Milanese 1994a.
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