GUIDA ALL'UTILIZZO DEGLI AGROFARMACI - Agriligurianet
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REGIONE LIGURIA<br />
Assessorato all’Agricoltura<br />
<strong>GUIDA</strong> ALL’UTILIZZO<br />
<strong>DEGLI</strong> <strong>AGROFARMACI</strong>
REGIONE LIGURIA<br />
Assessorato all’Agricoltura<br />
<strong>GUIDA</strong> ALL’UTILIZZO<br />
<strong>DEGLI</strong> <strong>AGROFARMACI</strong>
REGIONE LIGURIA<br />
Assessorato all’Agricoltura, Floricoltrura, Caccia e pesca, Protezione civile e antincendi boschivi<br />
Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo<br />
Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari<br />
A CURA DI:<br />
V. Boccardo, M. Munari<br />
CON LA COLLABORAZIONE DI:<br />
R. Cascone, P. G. Fadelli, C. Pizzarotti, M. Rebagliati, L. Spandonari<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Il manuale trae spunto dalle precedenti edizioni che sono state redatte da:<br />
I edizione: G. Anselmo, R. Barichello, W. Baruzzo, V. Boccardo, M. Capurro, P. Du Jardin,<br />
A. Filippi, M. Guelfi, I. Massone, S. Pini, M. Rebagliati, F. Serra, G. Stancanelli<br />
II edizione: M. Carmisciano, R. Cascone, M. Guelfi, M. Munari, G. Stancanelli<br />
FOTO:<br />
IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo): Dr Mariella Costanzi, Servizio<br />
Entomologia e Lotte Biologiche, Dr Patrizia Martini, Servizio Patologia da Funghi<br />
e Batteri; Dr Endrio Derin, Servizio Virologia<br />
Cooperativa L’Ortofrutticola, Albenga (SV)<br />
Azienda Speciale – CeRSAA (Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza<br />
Agricola), Albenga (SV)<br />
F.lli Giletta (Attrezzature per l’agricoltura ed il giardinaggio), Genova<br />
Azienda agricola Romeo Natalino, Sarzana (SP)<br />
Azienda agricola Iacovino Rocco, Sarzana (SP)<br />
Azienda agricola Nicolini Marco, Sarzana (SP)<br />
Azienda agricola Fibbi Anna Maria, Catelnuovo Magra (SP)<br />
Dr Maurizio Munari<br />
Dr Cristina Pizzarotti<br />
Dr Claudio Merlini<br />
VIGNETTE<br />
P. A. Sandro Trebbi, CIDAF Sarzana<br />
CAPITOLO SMALTIMENTO RIFIUTI<br />
Dr Andrea Baroni, REGIONE LIGURIA, Servizio Gestione Integrata Rifiuti<br />
PARTE V E VI<br />
Dr.ssa Viviana Pisano, ASL 1 Imperiese Dipartimento di Prevenzione
INDICE<br />
PREMESSA 5<br />
INDICAZIONI PER LA LETTURA 7<br />
PARTE I<br />
ASPETTI GENERALI<br />
CAPITOLO I.1<br />
LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE AGRARIE 9<br />
CAPITOLO I.2<br />
MEZZI DI LOTTA 17<br />
PARTE II<br />
I PRODOTTI FITOSANITARI<br />
CAPITOLO II.1<br />
I PRODOTTI FITOSANITARI 21<br />
CAPITOLO II.2<br />
LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI FITOSANITARI 25<br />
CAPITOLO II.3<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI 29<br />
PARTE III<br />
CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
CAPITOLO III.1<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI IN BASE ALLA TOSSICITÀ PER L’UOMO 35<br />
CAPITOLO III.2<br />
GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI FITOSANITARI PER LA SICUREZZA<br />
DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE 41<br />
PARTE IV<br />
ACQUISTO, IMPIEGO E SMALTIMENTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
CAPITOLO IV.1<br />
LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI. LA LETTURA DELL’ETICHETTA 45
CAPITOLO IV.2<br />
NORME PER L’ACQUISTO, IL TRASPORTO E LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI<br />
FITOSANITARI 49<br />
CAPITOLO IV.3<br />
LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS) DEI PRODOTTI FITOSANITARI 53<br />
CAPITOLO IV.4<br />
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI 57<br />
CAPITOLO IV.5<br />
ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE 67<br />
CAPITOLO IV.6<br />
PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA MISCELA 71<br />
CAPITOLO IV.7<br />
REGISTRAZIONE DEI TRATTAMENTI 79<br />
CAPITOLO IV.8<br />
RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO (LIMITI TECNICI ED IGIENISTICI) 85<br />
CAPITOLO IV.9<br />
SMALTIMENTO RESIDUI 89<br />
CAPITOLO IV.10<br />
COME RIDURRE L’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI 93<br />
PARTE V<br />
INTOSSICAZIONI<br />
CAPITOLO V.1<br />
INTOSSICAZIONI E INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO 99<br />
PARTE VI<br />
NOTE PER RIVENDITORI<br />
CAPITOLO VI.1<br />
NORME PER I RIVENDITORI DEI PRODOTTI FITOSANITARI 103<br />
RISPOSTE AI QUESTIONARI 106<br />
APPENDICI<br />
BIBLIOGRAFIA 109<br />
GLOSSARIO 110<br />
RIFERIMENTI LEGISLATIVI 115<br />
INDIRIZZI UTILI 117<br />
LINK UTILI 119
PREMESSA<br />
Gli agrofarmaci costituiscono tuttora il principale mezzo di difesa contro le maggiori avversità<br />
che colpiscono le produzioni agrarie e forestali. Il continuo aggiornamento tecnico e normativo<br />
in materia, ci ha spinto a predisporre una nuova edizione della “Guida all’utilizzo degli agrofarmaci”.<br />
Le problematiche connesse all’utilizzo di queste sostanze hanno molteplici risvolti, a partire<br />
da quelli più generali sull’ambiente e sulla salute degli operatori e dei consumatori, per arrivare<br />
a quelli più specifici sulla qualità e quantità delle produzioni.<br />
Peraltro la sensibilità dei consumatori sulle tematiche connesse alla salubrità degli alimenti<br />
e alla tutela dell’ecosistema è sempre crescente; questo impone al settore agricolo un impegno<br />
continuo per rispondere a tali esigenze.<br />
L’uso razionale degli agrofarmaci in agricoltura, assieme alla lotta biologica, costituisce un<br />
presupposto fondamentale per ottenere prodotti alimentari di qualità, per limitare i pericoli legati<br />
alla salute umana e tutelare l’ambiente.<br />
Nella convinzione di essere riusciti a fornire agli operatori del settore uno strumento divulgativo<br />
di pronta lettura, si è cercato di prestare particolare attenzione nella stesura di questa<br />
edizione ai capitoli sui dispositivi di protezione individuale ed allo smaltimento dei rifiuti in agricoltura.<br />
La veste editoriale adottata è innovativa rispetto alle edizioni precedenti, allo scopo di facilitare<br />
la consultazione e di dare maggiore rilievo alle informazioni principali.<br />
Il manuale è principalmente rivolto a coloro che, volendo conseguire l’autorizzazione all’acquisto<br />
ed all’uso dei prodotti molto tossici, tossici e nocivi, devono sostenere l’apposita prova<br />
d’esame presso il Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari della Regione Liguria.<br />
Saranno sempre graditi i suggerimenti e la collaborazione degli agricoltori e dei tecnici che<br />
operano nelle diverse realtà agricole della regione per continuare a migliorare gli strumenti conoscitivi<br />
in tema di agrofarmaci.<br />
Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della guida.<br />
Dicembre 2009<br />
5<br />
Assessore all’Agricoltura<br />
Giancarlo Cassini
INDICAZIONI PER LA LETTURA<br />
La moderna agricoltura vede le tecniche, i mezzi ed i prodotti per il controllo delle malattie<br />
e dei parassiti delle colture in continua trasformazione. Anche la normativa europea, nazionale<br />
e regionale in materia di agrofarmaci si è rinnovata di conseguenza.<br />
Il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) del 23 aprile 2001, n. 290 “Regolamento di<br />
semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione, all’immissione al commercio<br />
e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti”, ha apportato delle rilevanti modifiche<br />
alle norme che riguardano le modalità di vendita, di acquisto e d’impiego degli agrofarmaci.<br />
Si richiamano le novità introdotte in tema di registro dei trattamenti, la sicurezza dei<br />
lavoratori agricoli, lo smaltimento dei contenitori degli agrofarmaci.<br />
A livello europeo è quasi completato il lavoro di armonizzazione che riguarda la revisione<br />
degli agrofarmaci ed è concluso l’iter di definizione di valori uniformi dei residui massimi ammessi<br />
sulle derrate agricole.<br />
Gli agrofarmaci classificati come “molto tossici”, “tossici” o “nocivi” possono essere venduti<br />
ed utilizzati solamente da persone che, avendo compiuto il 18° anno di età, sono in possesso di<br />
una apposita autorizzazione.<br />
Il “patentino” è rilasciato dal Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari, tramite gli Ispettorati<br />
competenti per territorio, dopo che l’interessato ha superato un’apposita valutazione e deve<br />
essere rinnovato, allo scadere dei cinque anni di validità, con le medesime modalità.<br />
La guida si rivolge in primis a chi deve sostenere la valutazione per ottenere l’autorizzazione<br />
all’acquisto e all’uso dei prodotti classificati “molto tossici”, “tossici” e “nocivi”.<br />
Vuole essere un supporto didattico per i partecipanti ai corsi di formazione per la preparazione<br />
a tale valutazione, contenendo in forma divulgativa e sufficientemente completa, le informazioni<br />
necessarie.<br />
La sua lettura e consultazione possono essere utili anche per tutti coloro che operano nel<br />
settore agricolo.<br />
La guida è articolata in VI parti, così da poter illustrare in modo ordinato tutto quello che<br />
interessa lo specifico argomento affrontato, come fosse un modulo formativo. Ogni parte è suddivisa<br />
in capitoli composti da tre elementi:<br />
Il testo: descrive un determinato tema in forma discorsiva e sufficientemente esaustiva per<br />
le finalità della guida.<br />
box laterali: messaggi brevi e sintetici che vogliono richiamare l’attenzione del lettore sulle<br />
cose che devono essere necessariamente ricordate per poter utilizzare in modo corretto gli agrofarmaci.<br />
Quiz: vengono riportate le domande più esemplificative riguardanti l’argomento oggetto<br />
del capitolo. Al termine del volume sono riportate le risposte corrette.<br />
7<br />
Dirigente del Servizio<br />
dott. Marcello Storace
PARTE I<br />
ASPETTI GENERALI<br />
CAPITOLO I.1<br />
LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE<br />
AGRARIE<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le principali avversità delle colture agrarie<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Avversità di origine parassitaria:<br />
- Virus e fitoplasmi<br />
- Avversità parassitarie di origine vegetale: batteri, funghi, piante<br />
parassite, piante infestanti<br />
- Avversità parassitarie di origine animale: nematodi, acari, insetti,<br />
miriapodi, molluschi, vertebrati<br />
Avversità non parassitarie<br />
Le piante coltivate possono essere interessate da molte avversità in grado di compromettere<br />
la produzione dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo. Gli<br />
agenti dannosi sono molteplici e di vario tipo; nella nostra analisi prenderemo<br />
in considerazione inizialmente quelli di origine parassitaria (virus, fitoplasmi,<br />
batteri, funghi, piante parassite, erbe infestanti, nematodi, acari, insetti, miriapodi,<br />
molluschi, vertebrati) ed in seguito faremo alcuni cenni sulle cause di danno<br />
non parassitarie.<br />
Virus e fitoplasmi<br />
Virus<br />
I virus sono entità infettive estremamente piccole (possono essere visualizzati con<br />
il microscopio elettronico ingrandendoli 30.000 - 50.000 volte). Sui vegetali il tipo<br />
di danno ed i relativi sintomi possono essere assai vari: molto comuni sono gli ingiallimenti<br />
fogliari più o meno localizzati (mosaici, giallumi), le deformazioni fogliari<br />
(arricciamento, accartocciamento), la crescita ridotta (nanismo), le macchie<br />
fogliari e i disseccamenti parziali di fusto e foglie (necrosi, avvizzimenti).<br />
È bene ricordare che i virus non possono essere combattuti con nessun agrofarmaco<br />
ma solo attraverso le attività di prevenzione. È bene quindi ricorrere<br />
all’acquisto di materiale di propagazione sano certificato (piantine, talee,<br />
sementi), come pure mettere in atto tutte quelle pratiche che possano impedire<br />
la diffusione e la trasmissione dei virus (es. disinfezione degli attrezzi di<br />
potatura).<br />
I virus si possono trasmettere in vario modo. Generalmente le modalità di trasmissione<br />
possono essere distinte in “trasmissione per parti di pianta” e “trasmissione<br />
attraverso vettori”. Nella prima il passaggio del virus può avvenire attraverso<br />
il succo, la linfa (per esempio con operazioni colturali come potature, cimature,<br />
ecc.), l’innesto, il seme (od altro materiale di propagazione) e il polline.<br />
Nella trasmissione attraverso vettori la diffusione dei virus avviene mediante organismi<br />
viventi capaci di assumerli da piante malate e trasmetterli a piante sane.<br />
9<br />
Tumore batterico su rosa da Agrobacterium<br />
tumefaciens. Foto IRF
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
Flavescenza dorata su vite. Foto<br />
OMP<br />
Mosaici causati dal virus CMV su<br />
foglia di tabacco. Foto IRF<br />
“Occhio di pavone” o cicloconio su<br />
olivo. Foto OMP<br />
Tipiche macchie d’olio causate dalla<br />
peronospora sulla vite. Foto OMP<br />
Tra gli organismi capaci di trasmettere virus vi sono ad esempio alcuni insetti,<br />
nematodi, acari od anche piante parassite come la cuscuta.<br />
Anche in Liguria esistono virosi molto gravi che arrecano notevoli perdite economiche;<br />
un esempio è la virosi dell’avvizzimento maculato del pomodoro (conosciuto<br />
con la sigla TSWV) che può colpire anche molte altre specie coltivate (peperone,<br />
crisantemo, anemone, ranuncolo, gerbera). Il suo vettore principale è un<br />
insetto, il tripide Frankliniella occidentalis, introdotto da pochi anni in Italia.<br />
Fitoplasmi<br />
I fitoplasmi sono organismi di dimensioni estremamente ridotte, visibili solo con<br />
l’ausilio di un microscopio elettronico o rivelati mediante analisi sofisticate. Come<br />
i virus, anche i fitoplasmi possono essere trasmessi per parti di pianta, quindi attraverso<br />
l’innesto e tutti gli organi vegetativi della pianta, o attraverso vettori, in<br />
genere insetti, come le psille e le cicaline. Possono provocare lo sviluppo ipertrofico<br />
dei calici fiorali, cioè un eccessivo aumento del loro volume, le proliferazioni<br />
dei rami (chiamate scopazzi), o giallumi fogliari. In Liguria il fitoplasma della flavescenza<br />
dorata della vite è causa di gravi deperimenti e morie dei vigneti. Come<br />
per i virus, l’unico mezzo di lotta è la prevenzione: uso di materiale di propagazione<br />
sano, difesa contro gli insetti vettori, eliminazione delle piante colpite.<br />
Avversità parassitarie di origine vegetale<br />
Batteri<br />
I batteri sono organismi microscopici unicellulari che possono svilupparsi a carico<br />
di altri organismi viventi. Il tipo di danno provocato alle piante può essere assai<br />
vario: frequenti risultano i marciumi molli, gli avvizzimenti, i cancri ed i tumori.<br />
Affinché vi sia l’infezione è indispensabile la presenza di aperture naturali o indotte<br />
(ferite) anche molto piccole. Le operazioni colturali (potatura, raccolta delle<br />
talee, irrigazione, ecc.), causando ferite alle piante, possono rivestire un ruolo<br />
determinante nella diffusione delle malattie da batteri. Le piante infette possono<br />
diventare veicolo di infezione attraverso gli organi di propagazione (semi, tuberi,<br />
bulbi, talee, ecc.). Anche nel caso dei batteri, come già visto per i virus, la prevenzione<br />
è indispensabile perchè, in seguito al divieto d’impiego degli antibiotici<br />
in agricoltura, i prodotti fitosanitari efficaci contro le malattie batteriche<br />
sono unicamente i prodotti rameici, che hanno però un effetto solo parziale. Come<br />
esempio di malattie batteriche si possono ricordare il tumore batterico dei<br />
fruttiferi e della rosa (Agrobacterium tumefaciens), la “rogna dell’olivo” (Pseudomonas<br />
savastanoi) ed i marciumi molli e puzzolenti provocati da Erwinia., in<br />
grado di interessare diverse specie vegetali.<br />
Funghi<br />
I funghi (detti anche crittogame) sono organismi in genere estremamente piccoli<br />
(e quindi individuabili con l’ausilio del microscopio), le cui cellule possono aggregarsi<br />
e formare dei filamenti detti ife. Queste a loro volta possono organizzarsi<br />
in strutture più grandi e ben visibili (si pensi ai funghi commestibili). I funghi<br />
sono responsabili di numerose malattie delle colture agrarie e possono colpire<br />
diversi organi della pianta (radici, fusto, foglie) provocando vari tipi di alterazioni.<br />
Infatti possono essere causa di marciumi, macchie fogliari, deformazioni, disseccamenti.<br />
Contro le malattie delle piante è possibile intervenire con prodotti<br />
detti agrofarmaci (o prodotti fitosanitari); quelli specifici contro i funghi sono<br />
denominati fungicidi o anticrittogamici. Sono scelti in relazione alla specie fungina<br />
responsabile della malattia e, in alcuni casi, possono essere impiegati anche<br />
per il trattamento del suolo. Alcuni esempi di malattie fungine sicuramente note<br />
nei nostri ambienti sono: le peronospore (ad es. della vite, della rosa, del pomodoro),<br />
gli oidi o mal bianchi (ad es. della vite, dello zucchino, della rosa, del pesco),<br />
le fusariosi (particolarmente nota e grave quella vascolare del garofano,<br />
detta anche mal della rama), la muffa grigia (Botrytis cinerea, che può interessare<br />
moltissime colture o prodotti come l’uva, il pomodoro, la fragola, la rosa).<br />
Piante parassite<br />
Le piante parassite, a causa di alcune loro particolari caratteristiche (assenza di<br />
foglie verdi o di apparato radicale), si sono specializzate a vivere a spese di altre,<br />
assorbendone la linfa e le sostanze nutritive, provocandone infine un indebolimento<br />
ed una crescita stentata. In generale i danni dovuti a piante parassite non<br />
sono molto gravi anche se, in casi particolari, si può arrivare alla morte della<br />
10
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
pianta attaccata. Le principali piante parassite sono la cuscuta, il vischio e l’orobanche.<br />
Piante infestanti<br />
Le erbe infestanti (o malerbe) non sono agenti di danno di origine parassitaria<br />
ma, per la loro elevata capacità di competizione, sottraggono spazio (crescendo<br />
rapidamente e coprendo la coltura) e sostanze nutritive alle specie coltivate. È<br />
bene ricordare che anche una specie coltivata può diventare infestante della coltura<br />
che la segue.<br />
Per combattere le infestanti si impiegano i prodotti fitosanitari ad azione erbicida<br />
(o diserbanti), per i quali è estremamente importante operare con attenzione<br />
e verificare le loro modalità di impiego più idonee e la loro selettività, cioè<br />
la capacità di colpire le infestanti senza danneggiare la coltura.<br />
Avversità parassitarie di origine animale<br />
Nematodi<br />
I nematodi parassiti delle piante (anche detti “anguillule”) presentano un aspetto<br />
filiforme simile alle anguille ma sono di dimensioni molto piccole (generalmente<br />
inferiori al millimetro) e non sono visibili ad occhio nudo. Le specie in grado<br />
di attaccare le colture hanno uno stiletto boccale che infiggono nelle cellule<br />
della pianta per asportarne il contenuto. L’ambiente dove sono più diffusi è il<br />
terreno e di conseguenza i danni più frequenti sono a carico dell’apparato radicale.<br />
Sulle radici i nematodi possono provocare deformazioni, distorsioni, ingrossamenti<br />
(a volte molto caratteristici, detti “galle”). Tuttavia alcune specie sono<br />
in grado di colpire anche le foglie o il fusto. I sintomi più evidenti sulla coltura<br />
sono la crescita stentata e i giallumi, spesso localizzati in zone a formare delle<br />
tipiche chiazze. Oltre ai danni diretti è bene ricordare che i nematodi possono<br />
trasmettere pericolosi virus o batteri e favorire l’insediamento di funghi sulle ferite<br />
prodotte. Per il loro controllo possono essere impiegati prodotti fitosanitari<br />
ad azione nematocida che normalmente vengono utilizzati in forma preventiva,<br />
soprattutto nel caso di colture di pregio, tramite la disinfezione del terreno.<br />
Acari<br />
Gli acari sono animali in genere piuttosto piccoli e comunemente noti col nome<br />
di ragnetti. Quelli in grado di attaccare le colture hanno un apparato boccale di<br />
tipo pungente e succhiante. I danni più frequenti sono le decolorazioni e le deformazioni.<br />
Come per tutti gli altri parassiti, i fattori ambientali e colturali esercitano<br />
una forte influenza sia sugli acari che sulle piante che li ospitano. Alcune<br />
pratiche agronomiche non razionali (ad es. concimazioni squilibrate troppo ricche<br />
in azoto) o l’impiego di alcuni agrofarmaci (come nel caso di certi insetticidi<br />
piretroidi) possono favorire lo sviluppo delle infestazioni di acari.<br />
Contro i ragnetti è possibile impiegare prodotti fitosanitari ad azione acaricida<br />
ma è bene tenere presente che i ragnetti dannosi hanno molti nemici naturali<br />
in grado di controllarli, che devono essere preservati adottando una corretta difesa<br />
fitosanitaria. L’esempio sicuramente più noto di acaro parassita, molto dannoso<br />
anche nella nostra regione, è il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) che<br />
può interessare diverse colture ortofloricole, soprattutto in serra.<br />
Insetti<br />
Gli insetti sono un raggruppamento estremamente ampio, comprendente moltissime<br />
specie, e diffuso nei più svariati ambienti. L’aspetto e le dimensioni degli<br />
insetti sono estremamente variabili, dipendendo dall’età o dallo stadio di sviluppo;<br />
alcuni possono tranquillamente essere individuati ad occhio nudo, mentre<br />
per altri sono necessarie opportune preparazioni e l’ausilio del microscopio.<br />
Molti insetti sono utili all’uomo, basti pensare all’importanza di alcune sostanze<br />
da loro prodotte come la seta del baco da seta o il miele delle api.<br />
Le api, come le altre specie di insetti impollinatori (o pronubi), sono insetti utili<br />
anche per l’azione che svolgono nel favorire l’impollinazione dei fiori. Poiché i<br />
prodotti ad azione insetticida sono molto pericolosi per quest’insetto, non si possono<br />
eseguire trattamenti insetticidi durante la fioritura.<br />
Va ricordato che l’ape, a differenza della vespa, non è dannosa alla vite perchè<br />
con il suo apparato boccale non è in grado di incidere gli acini.<br />
Altri insetti sono ugualmente utili perché antagonisti di organismi dannosi (ad<br />
esempio gli insetti utilizzati in programmi di lotta biologica).<br />
11<br />
Una specie coltivata può diventare<br />
infestante per la coltura che la<br />
segue<br />
“Galle” provocate da nematodi su<br />
radici di pomodoro. Foto IRF<br />
Ragnetto rosso. Foto IRF<br />
L’insetto Metcalfa pruinosa. Foto<br />
OMP
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
Aleurodidi osservati al microscopio.<br />
Foto IRF<br />
Afidi su rosa. Foto IRF<br />
A Sarzana (SP) si trova il Laboratorio<br />
Regionale Analisi<br />
Terreni e Produzioni Vegetali<br />
che effettua l’analisi<br />
del terreno.<br />
Danni da grandine su ranuncolo.<br />
Foto IRF<br />
Diverse specie sono considerate nocive perchè danneggiano le colture agrarie.<br />
I danni arrecati dagli insetti sono di diverso tipo e legati sostanzialmente al tipo<br />
di apparato boccale posseduto. Infatti si possono avere erosioni, provocate dagli<br />
apparati boccali masticatori (cavallette, oziorrinco, beghe del garofano, nottue),<br />
oppure ingiallimenti, deformazioni e decolorazioni, provocati dagli apparati boccali<br />
pungenti e succhianti (tripidi, afidi, cocciniglie). Gli insetti, oltre al danno diretto,<br />
possono provocare danni indiretti. Infatti, possono essere vettori di virus<br />
o di altri patogeni pericolosi; inoltre possono lasciare residui zuccherini sulle foglie,<br />
come la melata, su cui si sviluppano funghi che formano una patina nero<br />
fumo chiamata fumaggine.<br />
Il controllo degli insetti nocivi alle colture può avvenire con diversi mezzi: i prodotti<br />
fitosanitari ad azione insetticida svolgono ancora il ruolo principale, anche<br />
se esistono ormai anche concrete possibilità di mezzi alternativi (vedi capitoli I.2<br />
e IV.10). Esempi di insetti dannosi molto noti sono gli afidi o pidocchi delle piante,<br />
i moscerini bianchi delle serre o aleurodidi, le mosche minatrici delle foglie<br />
(Liriomyza sp), i tripidi (tra questi il più temuto è sicuramente Frankliniella occidentalis),<br />
i coleotteri come la dorifora della patata o l’oziorrinco.<br />
Miriapodi<br />
I miriapodi sono i cosiddetti “millepiedi”: vivono preferibilmente nella sostanza<br />
organica in decomposizione ed occasionalmente possono provocare danni alle<br />
giovani piantine.<br />
Molluschi<br />
Appartengono a questo raggruppamento le chiocciole (con guscio) e le lumache<br />
o limacce che, per nutrirsi, soprattutto nelle ore notturne, in ambienti umidi e<br />
nei mesi autunnali e primaverili, erodono le giovani piantine, in particolare di<br />
ortaggi, o le foglie tenere di piante ornamentali. Per il loro controllo esistono<br />
agrofarmaci ad azione limacida, spesso formulati come esche.<br />
Vertebrati<br />
Tra gli animali superiori, in grado di danneggiare le colture, possono essere ricordati<br />
gli uccelli (passeri, storni, ecc.) ed i mammiferi (ungulati ed altra selvaggina,<br />
roditori, ecc.). I roditori possono provocare danni sia nelle coltivazioni in<br />
campo che sui prodotti in magazzino. Tra i roditori sono compresi i topi (taglia<br />
piccola), i ratti (taglia più grande) e le arvicole che vivono in gallerie scavate nel<br />
terreno e spesso provocano estese rosure alle radici (o parti interrate) di diverse<br />
colture (carciofo, finocchio, carota, patata, ecc.).<br />
Le talpe, a differenza delle arvicole, non sono roditori ma insettivori e quindi<br />
non si nutrono di vegetali, ma possono provocare danni occasionali per il loro<br />
passaggio. Per il controllo dei roditori in genere vengono impiegate esche avvelenate<br />
con prodotti specifici (ad azione rodenticida).<br />
Avversità non parassitarie<br />
Le coltivazioni possono mostrare sintomi a volte anche molto evidenti di crescita<br />
stentata e di sofferenza, pur non essendo attaccate da alcun parassita. È risaputo<br />
che, per garantire una crescita regolare ed elevati livelli produttivi, è necessario<br />
coltivare la pianta in un “ambiente adatto”. Con questo termine si intende l’insieme<br />
di tutti quei fattori necessari alla crescita della pianta che vanno dal terreno<br />
o terriccio, alle idonee pratiche colturali (trapianti, potatura, irrigazioni,<br />
concimazioni, trattamenti antiparassitari, ecc.), al clima. Se qualche aspetto, tra<br />
quelli appena ricordati, non risponde alle esigenze della coltura, si potranno manifestare<br />
difficoltà di crescita ed in ultima analisi perdite produttive così come<br />
in presenza di attacchi parassitari. Inoltre condizioni non ottimali di coltivazione<br />
possono favorire gli attacchi parassitari.<br />
Le alterazioni di natura non parassitaria, dette anche fisiopatie, non sono controllabili<br />
con i prodotti fitosanitari, ed è pertanto di estrema importanza individuarne<br />
la causa per poter scegliere i mezzi di intervento più idonei.<br />
Gli squilibri nutrizionali ovvero la scarsa o eccessiva disponibilità di uno o più<br />
elementi fertilizzanti (nel terreno o nel substrato), sono tra le cause più frequenti<br />
di fisiopatie. Un esempio è la “clorosi ferrica” che provoca, a partire dalle foglie<br />
più giovani, tipici ingiallimenti localizzati tra le nervature ed è dovuta alla scarsa<br />
disponibilità di ferro assimilabile. Si consiglia di effettuare l’analisi del terreno<br />
perchè, specialmente se eseguita preventivamente, può fornire validi suggeri-<br />
12
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
menti per apportare gli elementi nutritivi che risultano scarsi o viceversa evitare<br />
sprechi di fertilizzanti, per gli elementi il cui contenuto nel terreno è già elevato.<br />
A questo proposito si ricorda che la Regione Liguria dispone di un Laboratorio<br />
Regionale Analisi Terreni e Produzioni Vegetali ubicato a Sarzana (SP).<br />
Il ripetersi sullo stesso terreno della stessa coltura dà origine ad un fenomeno<br />
denominato “stanchezza del terreno”, che si manifesta con una diminuzione<br />
progressiva e costante della produzione. Per evitare questo fenomeno è importante<br />
alternare il tipo di coltura praticata sullo stesso appezzamento (rotazione)<br />
e, se questo non è possibile, attuare una disinfezione del terreno che può essere<br />
eseguita sia impiegando mezzi chimici che fisici (vapore, solarizzazione).<br />
Altri danni non parassitari possono derivare da anomale condizioni climatiche,<br />
come per esempio il gelo, la grandine e il vento. Anche temperature non ottimali<br />
o eccessi di umidità possono avere effetti negativi sulla coltura. Per rimediare<br />
alle avversità climatiche, se le colture sono di pregio, si attuano una serie di pratiche<br />
che vanno dalle protezioni meccaniche all’ambiente controllato (es. serra<br />
automatizzata e riscaldata).<br />
Anche errate pratiche colturali possono essere causa di danno: a titolo di esempio<br />
si ricorda che l’impiego non corretto dei prodotti fitosanitari può danneggiare<br />
le colture, provocando sintomi diversi, raggruppabili sotto la definizione di fitotossicità<br />
o “bruciatura”.<br />
13
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
PRINCIPALI AGENTI DANNOSI ALLE COLTURE AGRARIE<br />
Esempi Note su prevenzione/ lotta<br />
Sintomi provocati Agrofarmaci<br />
impiegabili<br />
Ingiallimenti, mosaici, Nessuno Mosaico dello zucchino, bronzatura<br />
giallumi, deformazioni<br />
del pomodoro<br />
e decolorazioni<br />
Agente Modi di<br />
dannoso identificazione<br />
VIRUS Microscopio<br />
elettronico<br />
Unico mezzo di lotta è la<br />
prevenzione (piantine sane, lotta ai<br />
vettori, eliminazione dei focolai di<br />
infezione)<br />
Giallumi, deformazioni Nessuno Flavescenza dorata della vite Unico mezzo di lotta è la<br />
prevenzione (piantine sane, lotta ai<br />
vettori, eliminazione dei focolai di<br />
FITOPLASMI Microscopio<br />
elettronico<br />
infezione)<br />
E’ indispensabile attuare misure di<br />
prevenzione impiantando piantine<br />
sane<br />
Rame Rogna dell’olivo, tumore batterico<br />
della rosa e dei fruttiferi, marciumi<br />
BATTERI Microscopio Marciumi molli,<br />
avvizzimenti,<br />
maleodoranti (Erwinia)<br />
tumori<br />
Peronospora, bolla del pesco, mal<br />
bianco, fusariosi, muffa grigia<br />
Fungicidi o<br />
anticrittogamici<br />
Microscopio Marciumi secchi,<br />
macchie fogliari,<br />
FUNGHI<br />
(o crittogame)<br />
disseccamenti<br />
14<br />
Convolvolo, stellaria, parietaria,<br />
pomodoro nero<br />
Erbicidi<br />
Occhio nudo Le piante infestanti<br />
competono con la<br />
coltura per spazio e<br />
nutrienti<br />
PIANTE<br />
INFESTANTI<br />
Utilizzare piantine sane ed un terreno<br />
sano o trattato pre impianto con<br />
fumiganti<br />
Nematocidi Nematodi galligeni e nematodi<br />
fogliari<br />
NEMATODI Microscopio Giallumi,<br />
crescita stentata,<br />
Esche avvelenate<br />
galle radicali<br />
ACARI<br />
Lente di<br />
Decolorazioni,<br />
Acaricidi Ragnetto rosso (Tetranychus urticae)<br />
(o ragnetti) ingrandimento deformazioni<br />
INSETTI Lente di<br />
Erosioni,<br />
Insetticidi Tripidi, minatrici, aleurodidi o<br />
ingrandimento, decolorazioni,<br />
moscerini bianchi delle serre, mosca<br />
occhio nudo deformazioni<br />
dell’olivo<br />
MOLLUSCHI Occhio nudo Erosioni Limacidi Limacce (senza guscio), chiocciole<br />
(con guscio)<br />
Per i roditori si distribuiscono in<br />
genere esche avvelenate<br />
Roditori (topi, ratti. arvicole),<br />
uccelli, cinghiali<br />
Rodenticidi,<br />
repellenti<br />
VERTEBRATI Occhio nudo Erosioni anche su<br />
prodotti in magazzino
I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />
Cap I.1<br />
LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE AGRARIE<br />
1) Gli insetti e gli acari presenti sulle colture sono tutti dannosi?<br />
* A. No<br />
* B. Sì<br />
* C. No, se sono adulti<br />
2) Quali sono i prodotti fitosanitari particolarmente pericolosi per le api?<br />
* A. Gli aficidi<br />
* B. Gli erbicidi<br />
* C. Gli insetticidi<br />
3) Le api possono essere dannose alla vite?<br />
* A. Sì, quando rompono gli acini d’uva per succhiarne il succo zuccherino<br />
* B. Sì, sempre<br />
* C. No, mai<br />
4) Un’erba infestante esercita un’azione parassitaria?<br />
* A. Sì<br />
* B. No<br />
* C. In parte<br />
5) Può una coltura diventare un’infestante della coltura che segue?<br />
* A. Sì, sempre<br />
* B. No, mai<br />
* C. Sì, è possibile<br />
6) A cosa è dovuta la “stanchezza” dei terreni?<br />
* A. Alle troppe lavorazioni meccaniche<br />
* B. All’uso continuo di geodisinfestanti<br />
* C. Al continuo ripetersi della stessa coltura sullo stesso terreno<br />
7) Come si manifesta la “stanchezza” del terreno?<br />
* A. Con la diminuzione progressiva e costante della produzione e l’aumento delle malattie parassitarie in<br />
genere<br />
* B. Con l’aumento di tutte le erbe infestanti<br />
* C. Con l’accresciuta richiesta di acqua da parte della coltura<br />
8) Quali condizioni favoriscono le infezioni crittogamiche?<br />
* A. Errate tecniche colturali che favoriscono elevata umidità; le piogge<br />
* B. Prolungate esposizioni al sole<br />
* C. L’uso eccessivo di insetticidi<br />
9) Cosa sono i funghi (crittogame) patogeni?<br />
* A. Organismi pluricellulari che sfruttano le sostanze prodotte dalle piante coltivate, attaccano radici, fusto,<br />
foglie<br />
* B. Piante parassitarie<br />
* C. Organismi utili alla coltivazione agricola<br />
10) Sono consentiti i trattamenti insetticidi ed acaricidi in fioritura?<br />
* A. Sì, su tutte le colture<br />
* B. Sì, con esclusione dei frutteti<br />
* C. No, in nessun caso per non danneggiare gli insetti impollinatori<br />
15
CAPITOLO I.2<br />
MEZZI DI LOTTA<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le principali caratteristiche dei mezzi per controllare le avversità<br />
delle piante<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Introduzione<br />
Mezzi agronomici o colturali<br />
Mezzi meccanici<br />
Mezzi fisici<br />
Mezzi genetici<br />
Mezzi biologici e biotecnici<br />
Mezzi chimici<br />
Introduzione<br />
Le colture possono essere danneggiate da svariati agenti che ne limitano la produzione<br />
e per questo motivo l’uomo ha sempre cercato di combattere i parassiti<br />
delle colture. Inoltre il settore commerciale ed il consumatore richiedono prodotti<br />
ortofrutticoli che abbiano alti livelli qualitativi sia nell’aspetto, sia nella<br />
qualità interna e nella conservabilità.<br />
Oggi per fronteggiare le avversità delle piante abbiamo a disposizione mezzi<br />
che possono essere distinti in agronomici, meccanici, fisici, genetici, biologici,<br />
biotecnici (biotecnologici) e chimici.<br />
Mezzi agronomici o colturali<br />
Le pratiche colturali possono influenzare notevolmente l’instaurarsi o il decorso<br />
di attacchi parassitari; ad esempio pratiche quali l’aratura, la semina e le concimazioni<br />
hanno effetti sull’andamento di patologie determinate da insetti e da<br />
funghi. Anche altre pratiche come l’irrigazione, la potatura, l’innesto, il diserbo,<br />
la scelta di varietà più o meno resistenti o l’adozione di rotazioni colturali, hanno<br />
un’influenza notevole sui possibili attacchi parassitari. In colture protette gli accorgimenti<br />
tecnici che modificano i parametri climatici - come l’arieggiamento<br />
o il riscaldamento - possono contribuire all’instaurarsi di alcune patologie fungine.<br />
In proposito alcune sperimentazioni eseguite su pomodoro allevato in serra<br />
hanno dimostrato che concimazioni bilanciate ed il ricorso all’arieggiamento e<br />
al riscaldamento, quando necessario, portano da soli ad una significativa riduzione<br />
della incidenza della muffa grigia.<br />
Mezzi meccanici<br />
In questa categoria sono compresi vari mezzi per la distruzione degli organismi<br />
nocivi. Un primo gruppo comprende mezzi per una raccolta diretta o manuale,<br />
come uncini o simili, impiegati per raccogliere forme ibernanti (alcuni insetti nella<br />
stagione invernale assumono una forma particolare che gli consente di supe-<br />
17<br />
Lavorazione sull’interfila per il<br />
controllo delle erbe infestanti<br />
L’eccesso di concimazione<br />
azotata nell’olivo può rendere<br />
le piante più sensibili al<br />
freddo, agli attacchi parassitari<br />
ed indurre una eccessiva<br />
vigoria con conseguente scarsa<br />
produttività e ritardo nella<br />
maturazione.<br />
Feromoni: sostanze chimiche<br />
prodotte dagli insetti, in grado<br />
di suscitare delle reazioni<br />
specifiche di tipo fisiologico<br />
e/o comportamentale in altri<br />
individui della stessa specie.
I.2: Mezzi di lotta<br />
Feromoni sessuali: negli insetti<br />
vengono scambiati per<br />
contatto o per stimolo olfattivo<br />
e provocano interesse<br />
sessuale in un altro individuo<br />
della stessa specie.<br />
Trappola a feromoni per la cattura<br />
massale con acqua di Tuta absoluta.<br />
Telo per solarizzazione. Foto OMP<br />
Lotta biologica con virus:<br />
un esempio è il virus della<br />
granulosi, impiegato nelle<br />
strategie di difesa attuate<br />
contro la carpocapsa o cidia<br />
del melo che è un Lepidottero<br />
(farfalla) molto dannoso alle<br />
Pomacee: le larve danneggiano<br />
i frutti, scavando gallerie<br />
al loro interno.<br />
Lotta biologica con funghi:<br />
Beauveria bassiana e<br />
Ampelomyces quisqualis,<br />
funghi entomopatogeni e micopatogeni<br />
(organismi che vivono<br />
a spese degli insetti o di<br />
altri funghi) con differente<br />
spettro d’azione.<br />
Il primo agisce verso alcuni insetti,<br />
il secondo si utilizza per<br />
la difesa dell’oidio nel vigneto.<br />
rare le condizioni climatiche avverse) e visibili di parassiti, come ad esempio i nidi<br />
di processionaria; il grosso limite è l’antieconomicità di queste operazioni, scarsamente<br />
applicabili in aziende professionali. Tra i mezzi per la raccolta indiretta<br />
sono comprese le trappole impiegate nei confronti di parassiti di origine animale,<br />
che possono essere rese attrattive per il loro colore (trappole cromotropiche),<br />
con particolari sostanze odorose (trappole a feromoni) o con sostanze alimentari<br />
(esche). Queste trappole vengono impiegate per verificare la presenza e<br />
l’entità di particolari parassiti e quindi rendere possibile una lotta più mirata. In<br />
determinate condizioni possono essere impiegate come unico mezzo di lotta<br />
(cattura massale). Tra i mezzi meccanici sono compresi anche lo spazzolamento<br />
dei fusti o tronchi (può avere qualche applicazione per le incrostazioni da cocciniglie),<br />
gli sbarramenti adesivi sugli alberi e il posizionamento di ricoveri artificiali<br />
sui tronchi o sul terreno per catturare e distruggere le forme svernanti di parassiti.<br />
Anche le erbe infestanti possono essere efficacemente controllate con lavorazioni<br />
meccaniche.<br />
Mezzi fisici<br />
Il calore è sicuramente il principale metodo e trova applicazioni notevoli come<br />
vapore. Nelle aziende vivaistiche viene impiegato per la disinfezione di terricci e<br />
bancali. Altre possibili applicazioni sono la disinfezione di bulbi, tuberi o rizomi<br />
tramite acqua calda. Il calore secco può venire impiegato invece per disinfestare<br />
derrate alimentari.<br />
Una particolare tecnica di utilizzazione del calore è la cosiddetta “solarizzazione”<br />
del terreno. Nelle serre o tunnel, durante i mesi estivi, il terreno, opportunamente<br />
lavorato e con un sufficiente grado di bagnatura (in “tempera”), viene<br />
coperto con un telo di plastica trasparente per un periodo di almeno trenta giorni,<br />
tenendo la serra ermeticamente chiusa. Le elevate temperature che così si<br />
raggiungono nel terreno uccidono funghi, insetti dannosi e semi di erbe infestanti.<br />
Mezzi genetici<br />
L’utilizzo di varietà di piante resistenti ai parassiti è una opportunità messa a disposizione<br />
degli agricoltori. In alcuni casi, come nei virus dove non esiste possibilità<br />
di lotta chimica, è necessario utilizzare varietà di piante resistenti a questi<br />
nemici dannosi. Le varietà resistenti sono quelle il cui patrimonio genetico contiene<br />
uno o più caratteri di resistenza a parassiti. Possono essere ottenute a seguito<br />
di processi spontanei (selezione naturale, che può essere favorita dall’uomo<br />
attraverso gli incroci di varietà diverse) o con metodi artificiali (tramite tecniche<br />
chimico fisiche) che generano mutazioni o con l’ ingegneria genetica.<br />
Mezzi biologici e biotecnici<br />
Per mezzi biologici possiamo intendere quegli organismi viventi o i loro prodotti<br />
impiegati allo scopo di difendere le colture dai parassiti. Il controllo di una specie<br />
dannosa da parte di un suo “antagonista” naturale può essere definito un mezzo<br />
di lotta biologica.<br />
Negli ultimi decenni si è assistito ad una diffusione dei mezzi di controllo biologico;<br />
oltre all’utilizzo dei nemici naturali degli insetti dannosi alle coltivazioni<br />
agrarie (detti anche organismi utili, antagonisti o ausiliari), il campo si è allargato<br />
all’utilizzo di virus, di funghi e di batteri.<br />
Le tecniche che prevedono l’utilizzo di mezzi biologici non richiedono l’azzeramento<br />
della popolazione dell’organismo nocivo cui sono rivolte, ma permettono<br />
di mantenerla entro livelli accettabili e tali da non costituire danno.<br />
Mezzi biologici possono essere prodotti in “biofabbriche” e poi commercializzati<br />
(es. insetti ed acari utili).<br />
I mezzi biotecnici sono formulazioni a base microbiologica (ad es. funghi e batteri<br />
utili), come ad esempio i prodotti a base di Bacillus thuringiensis contro le<br />
giovani larve dei lepidotteri.<br />
Mezzi chimici<br />
I mezzi chimici comprendono tutti i prodotti fitosanitari (agrofarmaci) sia tradi-<br />
18
I.2: Mezzi di lotta<br />
zionali che di nuova generazione e, ad oggi, svolgono ancora un ruolo fondamentale<br />
nella difesa delle colture. I prodotti più recenti manifestano in genere<br />
una maggiore selettività (cioè possibilità di colpire soltanto un determinato parassita),<br />
un’elevata efficacia anche a bassi dosaggi ed una ridotta tossicità per<br />
l’operatore e per l’ambiente. Con l’uso molto frequente di prodotti chimici è<br />
sempre più alto il rischio di insorgenza di resistenza (ovvero il parassita si “abitua”<br />
all’agrofarmaco).<br />
Negli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’attenzione dell’opinione pubblica e<br />
del legislatore per le conseguenze dirette o indirette che questi prodotti possono<br />
avere sull’uomo e l’ambiente.<br />
L’impiego dei mezzi chimici porta ad un rischio chimico per i lavoratori agricoli,<br />
che operano a diretto contatto con le colture, soprattutto nelle coltivazioni intensive<br />
o nell’ambiente chiuso delle serre, cui si associa anche il rischio alimentare<br />
del consumatore (insalubrità di cibi e bevande) ed il rischio ambientale (inquinamento<br />
dei suoli e delle acque, perdita di biodiversità, distruzione dei paesaggi,<br />
ecc.).<br />
Per questo, in seguito, si parlerà più in dettaglio dei mezzi chimici, riferendo<br />
sulla loro classificazione, pericolosità, formulazione e modalità d’impiego, al fine<br />
di fornire quelle indicazioni utili per un loro corretto utilizzo ed evitare danni<br />
agli operatori agricoli, ai consumatori e all’ambiente.<br />
19<br />
I preparati a base di Bacillus<br />
thuringiensis sono prodotti<br />
microbiologici che liberano<br />
una tossina molto attiva nei<br />
confronti di alcuni insetti, la<br />
quale agisce nell’intestino<br />
delle larve dei lepidotteri (es.<br />
tignoletta della vite, ricamatori,<br />
ecc.).<br />
Attrezzatura per la distribuzione<br />
di agrofarmaci
I.2: Mezzi di lotta<br />
CAP I.2<br />
MEZZI DI LOTTA<br />
11) Che cos’è la “resistenza” a un prodotto fitosanitario?<br />
* A. La durata del prodotto fitosanitario sulla coltura prima di degradarsi<br />
* B. Un fenomeno legato al ripetuto e frequente uso di un prodotto sulle coltura, che porta alla selezione<br />
di popolazioni di parassita resistenti a quel particolare prodotto<br />
* C. Un indice della data di scadenza del prodotto fitosanitario<br />
12) Si possono utilizzare mezzi genetici per la lotta alle malattie delle piante?<br />
* A. No, è proibito l’utilizzo di mezzi di lotta genetici<br />
* B. L’utilizzo di mezzi di lotta genetici è possibile tramite il lancio di insetti utili capaci di parassitizzare gli<br />
organismi dannosi per la coltura<br />
* C. Si possono utilizzare per la coltivazione varietà di piante resistenti a una determinata malattia per caratteristiche<br />
genetiche<br />
13) Quali sono esempi di mezzo agronomico di lotta contro le malattie delle piante?<br />
* A. Regolare la densità di semina, calibrare le concimazioni e irrigazioni, ottimizzare riscaldamento e arieggiamento<br />
nelle serre<br />
* B. Utilizzare sostanze chimiche con bassa persistenza e selettive<br />
* C. Utilizzare nemici naturali degli agenti patogeni per le coltura agrarie<br />
14) Che cosa è la “solarizzazione”?<br />
* A. Un procedimento per la sterilizzazione del terreno mediante il calore, ottenuto coprendo il terreno in<br />
serra con un telo trasparente per almeno 30 giorni in estate<br />
* B. Un mezzo per eliminare la muffa grigia sulla vite mediante l’esposizione dei grappoli al sole<br />
* C. Un procedimento per garantire il giusto grado di maturazione della frutta tramite il calcolo delle ore di<br />
esposizione al sole<br />
20
PARTE II<br />
I PRODOTTI FITOSANITARI<br />
CAPITOLO II.1<br />
I PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere la definizione di prodotto fitosanitario<br />
sapere dove e quando possono essere utilizzati i prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Definizione di prodotto fitosanitario<br />
Campo di impiego dei prodotti fitosanitari<br />
Definizione di prodotto fitosanitario<br />
Nella difesa delle colture agrarie e delle derrate alimentari, gli agricoltori fanno<br />
uso di svariati prodotti con lo scopo di:<br />
ó eliminare o contenere i parassiti, animali e/o vegetali, nocivi alle piante coltivate<br />
ed ai prodotti agricoli;<br />
ó favorire e regolare la produzione vegetale;<br />
ó conservare i prodotti;<br />
ó eliminare le piante infestanti.<br />
Tali prodotti vengono indicati, in base alla legislazione vigente (D. lgs 17/3/1995<br />
n° 194 e DPR. 290 23/04/2001) con il nome di Prodotti fitosanitari. Questo<br />
nuovo termine ha sostituito quelli utilizzati nella normativa precedente: “presidi<br />
sanitari”, “fitofarmaci”, “antiparassitari”, “pesticidi”.<br />
I prodotti fitosanitari comprendono gli ex “presidi sanitari” destinati alle colture<br />
agrarie ed anche una piccola parte di prodotti con attività non antiparassitaria:<br />
i fitoregolatori, che servono a regolare lo sviluppo delle piante allo scopo di aumentarne<br />
la produzione (es. fitormoni); i repellenti, usati per lo più nella concia<br />
dei semi; gli antiossidanti, usati per conservare le derrate immagazzinate. Nei<br />
prodotti fitosanitari sono inoltre compresi quelli destinati alla protezione delle<br />
piante da giardino domestico e da appartamento, fino a poco tempo fa chiamati<br />
Presidi Medico Chirurgici e ora definiti “prodotti fitosanitari per piante ornamentali”<br />
(P.P.O.).<br />
Recentemente si sta affermando anche il termine “agrofarmaci”, sempre sinonimo<br />
di prodotti fitosanitari.<br />
I prodotti fitosanitari sono miscele di due o più sostanze delle quali almeno una<br />
deve possedere un effetto significativo per la protezione delle piante da parassiti<br />
e avversità. La parte del prodotto fitosanitario che serve a combattere l’avversità<br />
che si vuole controllare è detta sostanza attiva (chiamata in precedenza principio<br />
attivo); è anche la sostanza che, in base al livello di pericolosità e alla sua<br />
concentrazione nella confezione, determina la classe di tossicità del prodotto<br />
fitosanitario e quindi il rischio per chi lo impiega.<br />
Normalmente il prodotto commerciale (chiamato anche preparato o formu-<br />
21<br />
I prodotti fitosanitari sono<br />
le sostanze attive ed i preparati<br />
contenenti una o più sostanze<br />
attive, destinati ad<br />
essere utilizzati per il controllo<br />
degli organismi nocivi delle<br />
colture, per il controllo delle<br />
piante infestanti nelle coltivazioni<br />
e per favorire o regolare<br />
le produzioni vegetali.<br />
Prodotto commerciale: è la<br />
confezione di prodotto fitosanitario<br />
messo in vendita.<br />
Normalmente il prodotto<br />
commerciale che si acquista e<br />
si utilizza è una miscela di tre<br />
sostanze:<br />
- sostanza attiva<br />
- coadiuvante<br />
- coformulante.<br />
La sostanza attiva é la parte<br />
del prodotto fitosanitario che<br />
serve a combattere l’avversità.<br />
La sostanza attiva, con la sua<br />
pericolosità e la sua concentrazione<br />
determina la classe<br />
di tossicità del prodotto fitosanitario<br />
e quindi il rischio<br />
per chi lo impiega.
II.1: I prodotti fitosanitari<br />
Esempio di confezione di prodotto<br />
fitosanitario. Foto OMP<br />
I coadiuvanti aumentano<br />
l’efficacia delle sostanze attive,<br />
ne favoriscono la distribuzione<br />
e proteggono le piante dalla<br />
possibile azione fitotossica<br />
della sostanza attiva.<br />
I coformulanti riducono la<br />
concentrazione della sostanza<br />
attiva nel prodotto<br />
commerciale.<br />
I prodotti fitosanitari possono<br />
essere impiegati esclusivamente<br />
per la cura delle piante<br />
e solo per gli usi riportati<br />
nell’etichetta.<br />
I prodotti fitosanitari utilizzabili<br />
in ambito domestico (balconi,<br />
appartamenti e giardini<br />
privati) si chiamano “prodotti<br />
fitosanitari per<br />
piante ornamentali” ed abbreviati<br />
con la sigla PPO.<br />
lato commerciale), cioè la confezione che si acquista e si utilizza sulle colture è<br />
una miscela di tre sostanze (sostanza attiva, coadiuvante e coformulante).<br />
Le sostanze attive possono avere diversa natura:<br />
ó elementi chimici allo stato naturale (es. zolfo);<br />
ó prodotti chimici industriali (es. prodotti di sintesi che sono la maggioranza);<br />
ó microrganismi (es. Bacillus thuringiensis) o virus che possiedono un’attività<br />
nei confronti degli organismi nocivi o dell’avversità da combattere;<br />
Sono allo studio prodotti contenenti organismi geneticamente modificati (ma a<br />
tutt’oggi non sono stati ancora autorizzati prodotti fitosanitari contenenti tali<br />
sostanze attive).<br />
I coadiuvanti sono sostanze contenute nel preparato commerciale e servono ad<br />
aumentare l’efficacia delle sostanze attive e a favorirne la distribuzione; sono<br />
sostanze quali: solventi, sospensivanti, emulsionanti, bagnanti, adesivanti, antideriva,<br />
antievaporanti e antischiuma. Sono coadiuvanti anche particolari sostanze<br />
aggiunte al formulato commerciale con lo scopo di proteggere le piante<br />
dalla possibile azione fitotossica (cioè tossica per la pianta) esercitata dalla sostanza<br />
attiva.<br />
I coadiuvanti dei prodotti fitosanitari sono normalmente contenuti all’interno<br />
dei preparati e sono quindi autorizzati insieme alla sostanza attiva; ma possono<br />
essere autorizzati anche come prodotti a sé. Esistono in commercio prodotti contenenti<br />
solo coadiuvanti di prodotti fitosanitari quali: bagnanti-adesivanti, antischiuma,<br />
coadiuvanti per erbicidi. Le modalità di registrazione e di classificazione<br />
dei coadiuvanti di prodotti fitosanitari sono sostanzialmente analoghe a quelle<br />
relative ai prodotti fitosanitari.<br />
I coformulanti servono invece a ridurre la concentrazione della sostanza attiva<br />
nel prodotto (formulato) commerciale e sono costituiti, ad esempio, da sostanze<br />
inerti e diluenti.<br />
Campo di impiego dei prodotti fitosanitari<br />
I prodotti fitosanitari possono essere impiegati esclusivamente per la cura delle<br />
piante e solo per gli usi riportati nell’etichetta; non si possono utilizzare per altri<br />
scopi (per esempio trattare i parassiti degli animali domestici per i quali esistono<br />
prodotti appositamente autorizzati).<br />
I prodotti fitosanitari si possono utilizzare:<br />
ó in agricoltura da parte di operatori professionisti (imprenditori agricoli, lavoratori<br />
agricoli ecc …);<br />
ó in orti e giardini famigliari da parte di soggetti non professionisti (es. hobbisti);<br />
ó in aree extra-agricole non soggette a coltivazione, se previsto in etichetta;<br />
ó in ambiti domestici per le piante da balcone, da appartamento e da giardino.<br />
I prodotti fitosanitari utilizzabili in ambito domestico (balconi, appartamenti e<br />
giardini privati) sono i “prodotti fitosanitari per piante ornamentali” (PPO) precedentemente<br />
descritti; appartengono ad una particolare categoria di prodotti<br />
fitosanitari, che possono essere venduti anche da esercizi non specificamente<br />
abilitati (Garden, supermercati ecc..) e possono essere acquistati liberamente da<br />
chiunque. Questi prodotti si possono utilizzare per le piante ornamentali esclusivamente<br />
in ambito domestico.<br />
22
II.1: I prodotti fitosanitari<br />
CAP 2.1<br />
I PRODOTTI FITOSANITARI<br />
15) Che cosa sono i prodotti fitosanitari?<br />
* A. Prodotti impiegati per la concimazione<br />
* B. Prodotti impiegati prevalentemente per difendere le colture agricole e le derrate immagazzinate<br />
* C. Prodotti antiparassitari per uso zootecnico<br />
16) Agrofarmaci e prodotti fitosanitari sono termini equivalenti?<br />
* A. Sì<br />
* B. No<br />
* C. Solo per prodotti utilizzati per le avversità fungine<br />
17) Cosa sono i prodotti fitosanitari pronti all’impiego?<br />
* A. Sono prodotti preparati e confezionati pronti per l’uso<br />
* B. Sono prodotti che si possono acquistare in qualsiasi negozio<br />
* C. Sono prodotti che non richiedono nessuna precauzione<br />
18) Cosa si intende per “sostanza attiva”?<br />
* A. Residuo massimo consentito sugli alimenti<br />
* B. La sostanza contenuta in un prodotto fitosanitario che agisce contro le avversità da combattere<br />
* C. Un prodotto che può essere acquistato solamente da chi possiede il patentino<br />
19) Nel campo degli agrofarmaci e nel linguaggio corrente, cosa si intende per “formulazione”?<br />
* A. Una miscela di due sostanze attive<br />
* B. Il procedimento di solubilizzazione in acqua di un prodotto fitosanitario<br />
* C. Il prodotto fitosanitario come acquistato dal rivenditore<br />
20) Che cosa sono i “coformulanti”?<br />
* A. Sostanze che riducono l’efficacia del prodotto fitosanitario<br />
* B. Sostanze che completano il prodotto fitosanitario<br />
* C. Sostanze che prolungano il tempo di sicurezza<br />
21) Perché è importante conoscere l’attività della “sostanza attiva”?<br />
* A. Perché precisa se un prodotto è nocivo agli insetti ed acari utili<br />
* B. Perché indirizza l’agricoltore nella scelta in relazione alle malattie ed ai parassiti da combattere<br />
* C. Perché è la quantità minima utile per combattere i parassiti<br />
22) Con i prodotti fitosanitari a base di insetticidi possono essere trattati gli animali domestici?<br />
* A. Solamente se non danno latte<br />
* B. No, mai<br />
* C. Solo una volta l’anno<br />
23
CAPITOLO II.2<br />
LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI<br />
FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere con quali formulazioni vengono commercializzati i prodotti<br />
fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />
Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />
Il tipo di formulazione è molto importante per avere sostanze attive efficaci e<br />
pratiche da utilizzare per l’operatore. I prodotti fitosanitari sono commercializzati<br />
in diversi tipi di formulazione in relazione al tipo di trattamento per il quale<br />
sono destinati: a secco, liquidi, gassosi, esche, per iniezioni al tronco, con mezzi<br />
aerei.<br />
Di seguito vengono riportati i principali tipi di formulati attualmente in commercio.<br />
Formulazioni per trattamenti solidi<br />
Polveri secche La sostanza attiva si trova pura o miscelata con polveri inerti<br />
Granuli La sostanza attiva è incorporata in granuli di sostanza inerte,<br />
usati per trattamenti al terreno<br />
I trattamenti con polveri secche necessitano di attrezzature specifiche per la loro<br />
distribuzione sulle colture (es. impolveratrici per la distribuzione dello zolfo, recipienti<br />
rotanti se utilizzate per conciare le sementi).<br />
I trattamenti granulari servono ad effettuare trattamenti al terreno al fine di<br />
operare una disinfezione (rivolta contro organismi di origine vegetale) od una<br />
disinfestazione (rivolta contro organismi di origine animale).<br />
Formulazioni per trattamenti liquidi<br />
I trattamenti liquidi vengono effettuati con prodotti fitosanitari diluiti in acqua<br />
al momento dell’applicazione in campo. Le principali formulazioni per questo<br />
tipo di trattamenti sono:<br />
Polveri solubili (PS o SP)<br />
Il formulato polverulento viene completamente<br />
disciolto in acqua formando una soluzione<br />
diluita stabile.<br />
Polveri bagnabili (PB, WP, WS) Il formulato, con sostanza attiva insolubile,<br />
forma in acqua una sospensione.<br />
25<br />
Esempio di confezione di prodotto<br />
fitosanitario. Foto OMP
II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />
Esempio di confezione di prodotto<br />
fitosanitario. Foto OMP<br />
Esempio di confezione di prodotto<br />
fitosanitario. Foto OMP<br />
Emulsioni in acqua (EW) La sostanza attiva viene emulsionata in acqua<br />
in presenza di tensioattivi, disperdenti o altri<br />
stabilizzanti in modo da formare una emulsione<br />
stabile per almeno due anni.<br />
Concentrati emulsionabili (EC) La sostanza attiva viene disciolta in un solvente<br />
o in una miscela di solventi organici in<br />
presenza di uno o più tensioattivi che permettono<br />
la formazione di una emulsione stabile<br />
dopo la sua diluizione in acqua.<br />
Pasta fluida (FL, FLOW),<br />
sospensioni concentrate (SC)<br />
Formulazioni per trattamenti gassosi<br />
I prodotti fitosanitari per i trattamenti gassosi, detti anche fumiganti, agiscono<br />
sui parassiti sotto forma di gas o di vapore e sono utilizzati prevalentemente per<br />
disinfettare o disinfestare i terreni e le derrate alimentari nei magazzini.<br />
Le formulazioni impiegate per questi trattamenti sono le seguenti:<br />
Le fumigazioni al terreno sono realizzate con prodotti allo stato liquido che vengono<br />
iniettati nel terreno dove, gassificando o evaporando, agiscono nei confronti<br />
di insetti, nematodi, funghi, batteri e semi di piante infestanti.<br />
Formulazioni per esche<br />
La sostanza attiva è mescolata ad una sostanza appetita dalla specie da combattere.<br />
Le esche possono essere commercializzate pronte all’uso (solitamente in<br />
forma di piccoli cilindretti), oppure possono essere preparate in campo utilizzando<br />
materiale alimentare (crusca, melassa, zucchero). Sono generalmente utilizzate<br />
contro gli insetti terricoli masticatori (grillotalpa, lepidotteri nottuidi) o<br />
le lumache.<br />
26<br />
La sostanza attiva viene finemente macinata<br />
e dispersa in veicolo acquoso (quasi sempre<br />
acqua) in presenza di agenti bagnanti, disperdenti,<br />
antigelo, addensanti e altri stabilizzanti,<br />
così da formare una sospensione<br />
stabile.<br />
Microcapsule (CS) La sostanza attiva viene emulsionata finemente<br />
in acqua e ricoperta di un sottile film<br />
polimerico (microcapsule). A loro volta le microcapsule<br />
si trovano in sospensione acquosa.<br />
Questa formulazione possiede un’ottima stabilità<br />
e rilascia lentamente la sostanza attiva.<br />
Sacchetti idrosolubili Sacchetti, contenenti il formulato, che si sciolgono<br />
direttamente in acqua.<br />
Granuli idrodisperdibili<br />
(WG, WDG, DF, SG)<br />
Fumiganti<br />
La sostanza attiva viene finemente macinata<br />
in presenza di disperdenti e bagnanti e poi<br />
granulata per formare microgranuli che si disperdono<br />
o si sciolgono in acqua. Questa formulazione<br />
ha il vantaggio di non produrre<br />
polvere e di essere dosabile con appositi bicchierini.<br />
La sostanza attiva, liquida o solida, alla distribuzione<br />
si diffonde come un gas.<br />
Gas La sostanza attiva si trova allo stato gassoso.<br />
Aerosol<br />
La sostanza attiva, solida o liquida, è in sospensione<br />
in un gas.
II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />
Formulazioni per iniezioni ai tronchi (endoterapia)<br />
Sono formulazioni preparate appositamente per diffondersi agevolmente lungo<br />
i vasi in cui scorre la linfa e quindi in tutte le parti della pianta. I trattamenti endoterapici<br />
possono essere effettuati solo con formulazioni registrate per questo<br />
specifico impiego e si possono suddividere il due categorie, in relazione alla tecnica<br />
di introduzione del prodotto fitosanitario all’interno della pianta. Si possono<br />
avere iniezioni ad assorbimento naturale, se il prodotto viene assorbito attivamente<br />
dalla pianta, o iniezioni a pressione o a micropressione, se il prodotto<br />
viene introdotto forzatamente nell’albero. Questa metodologia offre molti vantaggi:<br />
ha una maggiore efficacia dovuta al fatto che il prodotto fitosanitario non<br />
subisce l’azione dilavante delle piogge; inoltre ha una prolungata persistenza<br />
d’azione, che permette spesso di effettuare i trattamenti ad anni alterni; ha un<br />
minore impatto ambientale dovuto alla minore dispersione nell’ambiente. Questi<br />
trattamenti sono spesso effettuati sulle alberature cittadine.<br />
27
II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />
CAP II.2<br />
LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
23) Quali vantaggi offrono le nuove formulazioni dei prodotti fitosanitari (es. granuli idrodisperdibili,<br />
fluido, microcapsule, ecc.)?<br />
* A. Nessuno<br />
* B. Economici<br />
* C. Minore pericolosità per l’operatore e maggiore facilità nella preparazione della miscela<br />
24) Cosa sono i trattamenti a secco o solidi?<br />
* A. I diserbi eseguiti su terreno libero<br />
* B. I trattamenti che non hanno bisogno di acqua come mezzo disperdente<br />
* C. I trattamenti eseguiti con la pompa a spalla<br />
25) Cosa sono le formulazioni per esche?<br />
* A. Sono formulazioni che solitamente vengono utilizzate contro gli acari<br />
* B. La sostanza attiva è mescolata ad una sostanza appetita dalla specie da combattere<br />
* C. Possono essere preparate solo in campo utilizzando materiale alimentare (crusca, melassa, zucchero)<br />
26) Per cosa sono utilizzate prevalentemente le formulazioni per trattamenti gassosi?<br />
* A. Per la disinfezione e disinfestazione di terreni e derrate alimentari nei magazzini<br />
* B. Per trattamenti insetticidi contro gli afidi delle leguminose<br />
* C. Per i trattamenti nei frutteti<br />
28
CAPITOLO II.3<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI<br />
FITOSANITARI IN BASE ALL’ATTIVITÀ<br />
E ALLE MODALITÀ D’AZIONE<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere i criteri con cui vengono catalogati i prodotti fitosanitari<br />
conoscere le caratteristiche dei prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività<br />
Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alle modalità d’azione<br />
Aspetti collaterali dei prodotti fitosanitari<br />
Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività<br />
Il primo criterio di classificazione distingue i prodotti fitosanitari a seconda del<br />
bersaglio verso cui sono diretti:<br />
Fungicidi<br />
(o anticrittogamici)<br />
attivi contro i funghi (es. peronospora, oidio);<br />
Insetticidi attivi contro gli insetti (es. mosca delle olive);<br />
Acaricidi attivi contro gli acari (es. ragno rosso);<br />
Nematocidi attivi contro i nematodi;<br />
Molluschicidi attivi contro le chiocciole e le limacce;<br />
Rodenticidi attivi contro i roditori (ratti, arvicole e talpe);<br />
Erbicidi attivi contro le erbe infestanti o malerbe;<br />
Geodisinfestanti attivi contro i parassiti presenti nel terreno;<br />
Fitoregolatori regolano lo sviluppo delle piante (es. ormoni);<br />
Fisiofarmaci prevengono e curano le fisiopatie;<br />
Repellenti allontanano gli animali dalle piante;<br />
Modificatori del<br />
comportamento<br />
modificano il comportamento degli insetti.<br />
29<br />
Fungicida ad ampio spettro di<br />
azione. Foto OMP
II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />
Le api sono insetti impollinatori,<br />
chiamati anche pronubi perché favoriscono<br />
l’impollinazione dei fiori<br />
La selettività fisiologica dipende<br />
dalle caratteristiche<br />
del prodotto.<br />
La selettività ecologica dipende<br />
dall’uso strategico del<br />
prodotto.<br />
Un prodotto fitosanitario efficace<br />
contro molte specie di<br />
parassiti ha un ampio spettro<br />
di azione.<br />
Un prodotto fitosanitario efficace<br />
su una sola specie o su<br />
poche specie di parassiti ha un<br />
limitato spettro di azione.<br />
Generalmente:<br />
ampio spettro di azione =<br />
scarsa selettività<br />
spettro di azione limitato =<br />
elevata selettività.<br />
Fra gli insetticidi, prendono il nome di aficidi quei prodotti specifici, impiegati<br />
per combattere gli afidi.<br />
I prodotti fitosanitari vengono distinti anche in base alla selettività e allo spettro<br />
di azione.<br />
Per selettività di un prodotto fitosanitario si intende la capacità di agire nei<br />
confronti dell’avversità che si vuole combattere rispettando il più possibile gli<br />
organismi utili (parassitoidi predatori e pronubi insetti impollinatori) naturalmente<br />
presenti nei campi coltivati.<br />
La selettività può essere fisiologica se dipende dalle caratteristiche del prodotto<br />
fitosanitario: ne è un esempio il Bacillus thuringiensis, prodotto microbiologico<br />
che agisce liberando una tossina attiva solo nell’intestino di alcune specie<br />
di insetti, cioè le larve di lepidotteri; pertanto i prodotti contenenti Bacillus thuringiensis<br />
sono selettivi nei confronti di tutti gli altri insetti.<br />
La selettività può essere ecologica se dipende dall’epoca di intervento, cioè dall’uso<br />
strategico del prodotto, indipendentemente dalle sue caratteristiche; per<br />
esempio non utilizzando un prodotto in fioritura, quando sono presenti i pronubi.<br />
In questo modo il trattamento viene eseguito quando l’insetto utile non è<br />
fisicamente raggiungibile dal prodotto.<br />
Per spettro d’azione si intende l’insieme delle avversità controllate da un prodotto<br />
fitosanitario. Per esempio, un insetticida efficace contro molte specie di<br />
insetti possiede un ampio spettro di azione, mentre un insetticida in grado di<br />
controllare solo gli afidi ha uno spettro di azione limitato.<br />
Decidere se utilizzare una sostanza a spettro di azione ampio o limitato dipende<br />
dalla strategia di difesa programmata. Nel caso degli insetticidi e degli acaricidi<br />
occorre ricordare che l’impiego di prodotti ad ampio spettro di azione può indurre<br />
l’insorgenza di effetti collaterali negativi sugli organismi utili.<br />
I prodotti fitosanitari ad ampio spettro di azione sono generalmente meno selettivi<br />
e viceversa.<br />
Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alle modalità d’azione<br />
Una razionale lotta contro i parassiti richiede una buona conoscenza delle caratteristiche<br />
dei prodotti fitosanitari da distribuire. A questo proposito gli agrofarmaci<br />
presentano un diverso tipo di attività in base al loro comportamento nei<br />
confronti della pianta e alla loro azione sul patogeno o parassita.<br />
Azione sulla pianta<br />
In relazione alla pianta, gli agrofarmaci si classificano in base alla loro capacità<br />
di penetrare e muoversi all’interno dei tessuti vegetali. Si possono quindi avere<br />
prodotti fitosanitari con:<br />
ó azione di copertura;<br />
ó azione citotropica e translaminare;<br />
ó azione sistemica;<br />
ó azione mesosistemica.<br />
Gli agrofarmaci ad azione di copertura (es. rame, zolfo, etc.) comprendono<br />
quei prodotti che svolgono un’azione protettiva solo se presenti sulla superficie<br />
della pianta prima dell’inizio dell’infezione; prima cioè, che si manifesti<br />
la malattia. Poiché non sono in grado di penetrare nei tessuti vegetali è importante,<br />
per questi prodotti, una distribuzione uniforme ed una buona persistenza.<br />
I prodotti citotropici sono, invece, in grado di penetrare nei primi strati dei<br />
tessuti vegetali. Nel caso di prodotti translaminari la diffusione avviene in senso<br />
orizzontale o da una pagina fogliare all’altra.<br />
I prodotti sistemici hanno la capacità di essere assorbiti e trasportati insieme<br />
alla linfa nelle diverse parti della pianta; sono pertanto efficaci anche su parti<br />
della pianta diverse da quelle trattate e non vengono asportati dal lavaggio della<br />
parte trattata (frutto, foglie, ecc.).<br />
I prodotti mesosistemici sono in grado di ridistribuirsi sulla vegetazione, dopo<br />
l’irrorazione sugli apparati fogliari e, in presenza di rugiada, di penetrare nelle<br />
30
II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />
cellule limitrofe e ridistribuirsi all’interno della pianta (una specie di spostamento<br />
localizzato).<br />
Azione sul patogeno o parassita<br />
La modalità di azione dei prodotti fitosanitari varia in relazione al tipo di organismo<br />
da combattere.<br />
- Insetticidi e acaricidi<br />
L’azione di insetticidi e acaricidi dipende dal modo in cui il prodotto è assorbito<br />
e si diffonde nel corpo di insetti ed acari. Possiamo quindi avere:<br />
azione per ingestione: provoca la morte dei fitofagi quando ingeriscono parti<br />
di vegetali contenenti una sufficiente quantità di prodotto fitosanitario. I prodotti<br />
che agiscono così, sono generalmente selettivi nei confronti degli organismi<br />
utili, poiché questi non si nutrono di materiale vegetale;<br />
azione per contatto: si può avere sia per contatto diretto del prodotto fitosanitario<br />
sui fitofagi, sia per contatto fra gli insetti ed acari con la superficie vegetale<br />
trattata. I prodotti che agiscono così sono meno selettivi poiché gli organismi<br />
utili vivono sulla vegetazione contemporaneamente agli insetti dannosi in molte<br />
fasi del loro ciclo biologico;<br />
azione per asfissia: provoca la morte dei fitofagi che assumono attraverso le<br />
vie respiratorie una quantità sufficiente di prodotto fitosanitario allo stato gassoso.<br />
I prodotti con questa modalità di azione non sono selettivi nei confronti<br />
degli organismi utili.<br />
Molti prodotti possono avere contemporaneamente più modalità d’azione (per<br />
esempio contatto e ingestione), ma di solito una risulta prevalente sulle altre.<br />
- Fungicidi<br />
L’azione dei fungicidi varia prevalentemente in funzione della capacità del prodotto<br />
di penetrare e muoversi all’interno dei tessuti vegetali. Possiamo quindi<br />
avere fungicidi con:<br />
azione preventiva: i prodotti che hanno questa azione impediscono la germinazione<br />
del fungo. Generalmente i fungicidi che agiscono così sono prodotti di<br />
copertura ed agiscono pertanto solo sulle superfici esterne interessate dall’intervento.<br />
azione curativa: i prodotti combattono la malattia arrestandone lo sviluppo ed<br />
evitando la comparsa dei sintomi; sono efficaci se usati nei primi giorni dell’infezione.<br />
Questa azione è data soprattutto dai prodotti citotropici e sistemici.<br />
azione eradicante: il prodotto blocca la malattia in uno stadio anche avanzato,<br />
quando i sintomi sono già visibili. I prodotti fitosanitari con questa azione devono<br />
possedere una certa capacità di penetrazione nella pianta. Gli interventi<br />
curativi e soprattutto eradicanti presentano il rischio di dar luogo all’insorgenza<br />
di fenomeni di resistenza.<br />
attivazione delle difese naturali della pianta: sono prodotti che non agiscono<br />
direttamente sul patogeno, ma inducono la pianta a produrre sostanze<br />
naturali che le consentono di difendersi dagli attacchi di alcuni patogeni.<br />
- Diserbanti<br />
I diserbanti agiscono in funzione della capacità di essere assorbiti o meno da<br />
parti e/o organi della pianta. Avremo pertanto:<br />
Azione di contatto: agiscono prevalentemente “disseccando” le parti verdi<br />
delle piante infestanti irrorate;<br />
Azione di assorbimento fogliare sistemico: vengono assorbiti dall’apparato<br />
fogliare ed entrano in circolo nella pianta infestante. Alcuni di essi sono in grado<br />
di devitalizzare pure gli organi sotterranei di propagazione (rizomi, bulbi, ecc...);<br />
Azione antigerminello (residuali): vengono distribuiti sul terreno e sono assorbiti<br />
dai semi o dalle piantine appena germinate.<br />
Per il loro più o meno lungo “effetto residuale” possono determinare danni sulle<br />
colture in successione se non si rispettano i tempi consigliati in etichetta.<br />
31<br />
Oliveto trattato con caolino<br />
I prodotti fitosanitari citotropici<br />
sono in grado di penetrare<br />
nei primi strati dei<br />
tessuti vegetali.<br />
I prodotti fitosanitari translaminari<br />
sono in grado di<br />
penetrare nei tessuti vegetali<br />
e di spostarsi dalla pagina superiore<br />
alla pagina inferiore<br />
della foglia.<br />
Gli insetticidi attivi per ingestione<br />
sono generalmente selettivi.<br />
Gli insetticidi attivi per contatto<br />
generalmente non sono<br />
selettivi.<br />
Fitofago: insetto che si nutre<br />
delle piante.<br />
Gli insetticidi attivi per asfissia<br />
non sono selettivi.
II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />
I fungicidi ad azione preventiva<br />
sono generalmente prodotti<br />
di copertura.<br />
I fungicidi ad azione curativa<br />
ed eradicante sono generalmente<br />
citotropici e sistemici.<br />
Controllo delle erbe infestanti in<br />
orticoltura<br />
Un prodotto fitosanitario fitotossico<br />
può provocare<br />
danni alle colture agrarie.<br />
Gli afidi possono originare col<br />
tempo colonie resistenti ai prodotti<br />
fitosanitari. Foto IRF<br />
La persistenza di azione di<br />
un prodotto fitosanitario è la<br />
sua capacità di essere attivo<br />
nel tempo contro il parassita<br />
da combattere.<br />
Aspetti collaterali dei prodotti fitosanitari<br />
Fitotossicità<br />
I prodotti fitosanitari possono, in alcuni casi, risultare tossici per la pianta (=fitotossici)<br />
determinando alterazioni a carico degli organi vegetali delle colture agrarie,<br />
quali riduzione dello sviluppo, caduta dei fiori o dei frutti, deformazioni<br />
fogliari, ustioni, rugginosità. La fitotossicità si può verificare solo nei confronti<br />
di alcune varietà della stessa specie (ad esempio su alcune varietà di pero, ma<br />
non su altre), oppure nei confronti di più specie e questo può dipendere dalla<br />
differente sensibilità della specie o varietà, oppure dallo stadio di sviluppo della<br />
pianta al momento del trattamento. Particolare attenzione va posta soprattutto<br />
con i prodotti diserbanti quando viene riseminata una coltura diversa da quella<br />
precedentemente coltivata, oppure quando, per deriva, il prodotto contamina<br />
una coltura diversa posta nelle vicinanze di quella trattata.<br />
Alcuni prodotti fitosanitari distribuiti singolarmente non causano alcun danno,<br />
ma se distribuiti in miscela diventano fitotossici. Anche l’errato utilizzo dei prodotti<br />
fitosanitari (ad esempio, trattamenti effettuati nelle ore più calde della<br />
giornata, errata dose d’impiego, generalmente per sovradosaggio, o scarsa pratica<br />
nelle applicazioni a basso volume) possono determinare danni da fitotossicità.<br />
È bene utilizzare irroratrici efficienti e prestare attenzione se c’è vento. È<br />
importante leggere attentamente le etichette dei prodotti fitosanitari e verificare<br />
soprattutto le seguenti voci: campo, dosi ed epoche d’impiego, sensibilità<br />
di specie e varietà, nonché compatibilità con altri formulati (possono anche essere<br />
consultate le tabelle di compatibilità fornite dalle varie ditte produttrici).<br />
Resistenza<br />
Negli ultimi anni sono stati introdotti sul mercato nuovi gruppi di sostanze attive<br />
con elevata specificità, spiccata efficacia e attività sistemica. Questo ha aumentato<br />
la gamma dei prodotti disponibili, ma l’uso ripetuto di questi prodotti ha<br />
portato, in tempi molto brevi, ad effetti collaterali negativi. Fra questi il più pericoloso<br />
e il più difficile da “gestire” risulta essere quello della resistenza, ovvero<br />
le modificazioni stabili ed ereditabili della sensibilità del patogeno o del parassita<br />
ad una sostanza attiva. La resistenza si origina da una mutazione genetica, viene<br />
trasmessa ai discendenti e può dare origine, nel corso di alcune generazioni ad<br />
intere popolazioni dotate di questa caratteristica. Questo si verifica sia con patogeni<br />
fungini, sia con insetti ed acari sia con le malerbe. I fattori che possono<br />
determinare la resistenza sono molteplici e possono riguardare la famiglia chimica<br />
di cui fa parte il prodotto (in questo caso una sostanza attiva fa parte di un<br />
gruppo chimico dove sono presenti sostanze che hanno già manifestato fenomeni<br />
di resistenza, oppure il meccanismo di azione della sostanza attiva è specifico<br />
o ancora, il preparato ha una elevata persistenza), ma è legata anche alle<br />
strategie di difesa e può essere causata dal numero e frequenza dei trattamenti<br />
effettuati, dall’utilizzo improprio dei dosaggi, dall’utilizzo di prodotti con lo<br />
stesso meccanismo di azione. Per contrastare il fenomeno della resistenza risulta<br />
pertanto fondamentale attuare corrette strategie d’intervento, ricorrendo ove<br />
possibile a mezzi alternativi ai comuni prodotti utilizzati, eseguendo il trattamento<br />
nel momento ottimale, attenendosi sempre al dosaggio indicato in etichetta,<br />
alternando prodotti fitosanitari con diverso meccanismo d’azione.<br />
Persistenza di azione<br />
L’efficacia di un prodotto fitosanitario è influenzata nel tempo dall’azione della<br />
pioggia, della luce solare e della temperatura. Il tempo, espresso in giorni, entro<br />
il quale un prodotto fitosanitario si mantiene efficace nei confronti del parassita<br />
da combattere determina la sua persistenza di azione. Finché il prodotto conserva<br />
la sua efficacia, non è necessario effettuare un altro trattamento contro lo<br />
stesso parassita. L’elevata persistenza di un prodotto consente perciò di diminuire<br />
il numero di trattamenti, ma ha gli svantaggi di non consentire l’impiego<br />
del prodotto in prossimità della raccolta e di una lenta degradazione nell’ambiente.<br />
La persistenza di azione non è necessariamente correlata al tempo di carenza:<br />
esistono prodotti a bassa persistenza di azione ed elevato tempo di<br />
carenza.<br />
32
II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />
Resistenza al dilavamento<br />
La capacità di un prodotto di resistere all’effetto dilavante da parte della pioggia<br />
si chiama resistenza al dilavamento. Questa dipende in genere dall’intensità della<br />
pioggia, dai coadiuvanti e coformulanti che accompagnano la sostanza attiva e<br />
dalla sua capacità di legarsi alle sostanze cerose superficiali delle foglie e dei<br />
frutti. La resistenza al dilavamento interessa i prodotti di copertura, mentre i<br />
prodotti citotropici e sistemici possono essere dilavati solo nel breve periodo immediatamente<br />
successivo al trattamento.<br />
33<br />
La resistenza al dilavamento<br />
è la capacità di un<br />
prodotto fitosanitario di resistere<br />
all’effetto dilavante<br />
della pioggia.
II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />
CAP II.3<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
IN BASE ALL’ATTIVITÀ E ALLE MODALITÀ D’AZIONE<br />
27) A cosa serve un prodotto fitosanitario insetticida?<br />
* A. A controllare gli insetti degli animali<br />
* B. A controllare le malattie crittogamiche<br />
* C. A controllare gli insetti dannosi alle piante agrarie<br />
28) A cosa serve un prodotto fitosanitario erbicida?<br />
* A. A controllare o eliminare le erbe infestanti<br />
* B. A curare le erbe infestanti<br />
* C. Alla derattizzazione dei dossi, canali e parchi<br />
29) Cosa sono i fungicidi?<br />
* A. Sono prodotti (detti anche anticrittogamici) che combattono i funghi patogeni<br />
* B. Prodotti che distruggono i funghi velenosi<br />
* C. Prodotti che controllano l’umidità delle fungaie<br />
30) A cosa servono i prodotti fitosanitari a base di fungicidi?<br />
* A. A controllare le malattie fungine delle piante agrarie<br />
* B. A favorire l’allegagione nelle piante da frutto<br />
* C. A distruggere le foglie attaccate dal marciume<br />
31) Prodotti fitosanitari a base di fungicidi possono essere utilizzati per il trattamento dei terreni?<br />
* A. No, mai<br />
* B. Sì, alcuni se riportato in etichetta<br />
* C. Solo se vi sono anche erbe infestanti<br />
32) In quale gruppo si deve scegliere il prodotto da utilizzare per combattere gli afidi dannosi alle<br />
colture?<br />
* A. Insetticidi<br />
* B. Fungicidi<br />
* C. Acaricidi<br />
33) Qual è la caratteristica di un prodotto fungicida sistemico?<br />
* A. La capacità di agire sistematicamente contro tutte le avversità presenti sulla pianta<br />
* B. Di non essere tossico per l’operatore che effettua il trattamento<br />
* C. La capacità di penetrare all’interno della pianta e quindi combattere i patogeni non raggiungibili con prodotti<br />
che agiscono solo in superficie<br />
34) Che cosa si intende per selettività di un insetticida?<br />
* A. La capacità di agire sugli insetti nocivi pur essendo di bassa tossicità per l’uomo<br />
* B. La capacità di eliminare tutti gli insetti presenti nella coltura<br />
* C. La capacità di eliminare gli insetti nocivi, ma di rispettare il più possibile gli insetti utili<br />
35) Qual è l’azione di un prodotto fungicida di copertura?<br />
* A. Preventiva: impedisce l’insediamento dell’infezione<br />
* B. Curativa: consente di combattere la malattia durante l’incubazione<br />
* C. Eradicante: blocca lo sviluppo di infezioni già manifeste<br />
36) Fra le modalità d’azione degli insetticidi qual è la più selettiva?<br />
* A. Per contatto<br />
* B. Per ingestione<br />
* C. Per asfissia<br />
37) Che cosa è la persistenza d’azione di un prodotto fitosanitario?<br />
* A. La capacità di non essere asportato dalla pioggia<br />
* B. La capacità di essere attivo nel tempo, contro il parassita<br />
* C. La capacità di agire anche durante il riposo vegetativo di una pianta<br />
38) Cosa si intende per prodotto fitosanitario fitotossico?<br />
* A. Che è mortale per l’uomo<br />
* B. Che provoca danni alle colture agrarie<br />
* C. Che è dannoso agli animali<br />
34
PARTE III<br />
CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
INTRODUZIONE<br />
I prodotti fitosanitari che vengono utilizzati in agricoltura non solo sono attivi<br />
verso determinati parassiti, ma risultano pericolosi anche nei confronti dell’uomo,<br />
degli animali e dell’ambiente in generale.<br />
La valutazione delle proprietà pericolose dei prodotti fitosanitari segue tre criteri<br />
fondamentali:<br />
ó la tutela della salute dell’uomo (cap.III.1);<br />
ó la tutela della sicurezza dell’uomo e degli ambienti di vita e di lavoro<br />
(cap.III.2);<br />
ó la tutela dell’ambiente naturale: acqua, suolo, atmosfera, flora, fauna<br />
(cap.III.2).<br />
Per ogni prodotto fitosanitario vengono studiate e determinate tre tipologie di<br />
proprietà pericolose:<br />
ó le proprietà tossicologiche relative alla salute dell’uomo;<br />
ó le proprietà chimico-fisiche relative essenzialmente alla sicurezza dell’uomo;<br />
ó le proprietà eco-tossicologiche relative all’ambiente.<br />
CAPITOLO III.1<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI<br />
FITOSANITARI IN BASE ALLA<br />
TOSSICITÀ PER L’UOMO<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le caratteristiche di pericolosità dei prodotti fitosanitari per<br />
la salute dell’uomo<br />
saper valutare i rischi tossicologici dei prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Classificazione tossicologica relativa alla salute dell’uomo<br />
Le relative classi di tossicità<br />
Classificazione tossicologica relativa alla salute dell’uomo<br />
Per valutare i rischi connessi all’uso di questi prodotti, ogni agrofarmaco viene<br />
prima saggiato in laboratorio su animali da esperimento (ratti, conigli): il prodotto<br />
viene somministrato alle cavie a dosi crescenti e si osserva la percentuale<br />
di mortalità degli animali trattati.<br />
Tossicità acuta<br />
Il parametro che esprime la tossicità acuta del prodotto fitosanitario viene indicato<br />
con il nome di:<br />
35<br />
Le proprietà pericolose di un<br />
prodotto fitosanitario riguardano:<br />
- la salute dell’uomo<br />
- la sicurezza<br />
- l’ambiente<br />
D.L. 50: è la quantità di prodotto<br />
in grado di uccidere il<br />
50% degli animali trattati in<br />
laboratorio.
III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />
La tossicità acuta si manifesta<br />
entro le 24 ore con:<br />
- vomito<br />
- nausea<br />
- tosse<br />
- irritazioni<br />
- pruriti<br />
- vertigini<br />
- cefalee<br />
- lacrimazioni<br />
- difficoltà respiratorie.<br />
CLASSIFICAZIONE<br />
Prodotti fitosanitari<br />
MOLTO TOSSICI<br />
Prodotti fitosanitari<br />
TOSSICI<br />
Prodotti fitosanitari<br />
NOCIVI<br />
La tossicità cronica può<br />
dare a lungo termine effetti:<br />
- cancerogeni<br />
- mutageni<br />
- teratogeni<br />
- effetti tossici ritardati a<br />
carico di diversi organi.<br />
ó DOSE LETALE 50 o DL50 (per i preparati solidi e per i preparati liquidi)<br />
ó CONCENTRAZIONE LETALE o CL50 (per i preparati gassosi).<br />
Più precisamente, la dose letale DL50 è la quantità di prodotto in grado di uccidere<br />
il 50% degli animali trattati. Il valore viene espresso in ppm (mg/kg) cioè<br />
milligrammi (mg) di prodotto per chilogrammo di peso corporeo (kg) della cavia:<br />
minore è il valore della DL50 più elevata risulta la tossicità del prodotto. Tale valore<br />
viene determinato sia come tossicità “Orale” che come tossicità “Cutanea”<br />
(ovvero per contatto con il prodotto).<br />
La concentrazione letale (CL50) rappresenta la concentrazione in aria o acqua<br />
del prodotto che agisce allo stato di gas o di vapore e che ottiene lo stesso effetto<br />
della Dose Letale 50. È un parametro analogo al precedente che misura la tossicità<br />
acuta dei prodotti gassosi. In questo caso il valore viene espresso in milligrammi<br />
per litro di aria (mg/l).<br />
La dose letale (DL 50) permette di valutare la cosiddetta tossicità acuta del prodotto<br />
fitosanitario che corrisponde all’azione nociva del prodotto nel breve intervallo<br />
di tempo (entro le 24 ore). In genere i sintomi si manifestano entro pochi<br />
minuti/ore dall’assunzione del prodotto e dipendono essenzialmente:<br />
ó dalla via di assorbimento;<br />
ó dalla tossicità del prodotto;<br />
ó dalla quantità di prodotto assorbita.<br />
Salvo i casi più gravi e mortali (più frequenti per i prodotti classificati molto tossici,<br />
tossici e nocivi), l’intossicazione acuta si riconosce per alcuni sintomi specifici<br />
quali vomito, nausea, tosse, irritazioni, pruriti, vertigini, cefalee, lacrimazioni,<br />
difficoltà respiratorie.<br />
Le restrizioni già richieste per i prodotti fitosanitari di prima e seconda classe<br />
tossicologica (patentino per l’acquisto, registro di carico e scarico ecc.) competono<br />
ora esclusivamente ai prodotti fitosanitari MOLTO TOSSICI, TOSSICI e NO-<br />
CIVI. Le diverse classi di tossicità presentano i valori di DL50 riportati in tabella.<br />
Parametri di riferimento per classificazione dei prodotti fitosanitari (DPR 223/88)<br />
SOLIDI<br />
(DL50 in mg/Kg)<br />
Esempio: Per un prodotto x TOSSICO, supponendo una DL 50 orale = 10, sono<br />
sufficienti 0,8 grammi di prodotto per uccidere una persona di 80 kg e solo 0,1<br />
grammi per un bambino di 10 kg.<br />
Molte volte la tossicità di un prodotto e quindi l’appartenenza ad una classe non<br />
è direttamente proporzionale all’efficacia di azione verso il parassita che si vuole<br />
combattere. Ciò significa che può risultare più efficace per una determinata avversità<br />
un prodotto “NON CLASSIFICATO” rispetto ad uno “TOSSICO”.<br />
Tossicità cronica<br />
Gli agrofarmaci presenti in commercio possono essere classificati anche in relazione<br />
ad altri effetti sulla salute dell’uomo. Infatti con l’attuale normativa non<br />
vengono considerati solo gli effetti acuti letali, come accadeva in passato,<br />
quando erano ancora in vigore le quattro vecchie classificazioni tossicologiche,<br />
ma vengono considerati anche:<br />
ó gli effetti irreversibili non letali;<br />
36<br />
LIQUIDI<br />
(DL50 in mg/Kg)<br />
GASSOSI (CL50<br />
in mg/l)<br />
Orale Cutanea Orale Cutanea Inalatoria<br />
< 5
III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />
ó gli effetti gravi che si possono verificare a seguito di un’esposizione ripetuta<br />
o prolungata;<br />
ó gli effetti corrosivi ed irritanti;<br />
ó gli effetti sensibilizzanti;<br />
ó gli effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione umana.<br />
I prodotti fitosanitari possiedono quindi anche una tossicità di lungo periodo, la<br />
cosiddetta “tossicità cronica o a lungo termine”.<br />
La tossicità cronica si manifesta, infatti, in tempi molto più lunghi, anche a distanza<br />
di anni, in conseguenza di un’assimilazione prolungata e continua di<br />
quantità anche molto piccole di veleno: dosi che singolarmente non risultano direttamente<br />
pericolose ma che, accumulandosi nell’organismo, possono provocare<br />
gravissimi danni ed avere effetti mortali.<br />
La tossicità cronica risulta più difficile da inquadrare, è poco conosciuta ed è stata<br />
in passato sottovalutata rispetto a quella acuta; l’effettiva incidenza della tossicità<br />
cronica può essere meglio compresa riportando alcuni tra i principali effetti<br />
a lungo termine dei prodotti fitosanitari sugli organismi viventi:<br />
ó cancerogeni: induzione di tumori (frequente fra gli operatori agricoli);<br />
ó mutageni: mutazioni a carico delle cellule dell’organismo;<br />
ó teratogeni: malformazioni del feto;<br />
ó effetti tossici ritardati a carico di diversi organi (cute, sistema respiratorio,<br />
nervoso, ecc.).<br />
Una sostanza attiva può presentare tossicità acuta e cronica indipendentemente<br />
dalla classe tossicologica di appartenenza.<br />
Inoltre una stessa sostanza attiva può essere contenuta in formulati commerciali<br />
aventi diversa classificazione di pericolosità; questo può dipendere dalla concentrazione<br />
della sostanza attiva, dai coadiuvanti e coformulanti contenuti oppure<br />
dal diverso tipo di formulazione. Infatti, in base alla nuova classificazione non si<br />
considera più la sola DL50 o CL50 della sostanza attiva, ma si considera la reale<br />
pericolosità della formulazione commerciale che, a parità di sostanza attiva, può<br />
risultare più o meno tossica anche in relazione ai coadiuvanti o coformulanti<br />
contenuti o in relazione al tipo stesso di formulazione (ad esempio, polvere bagnabile<br />
piuttosto che fluido microincapsulato).<br />
Classi di tossicità<br />
La normativa vigente distingue le seguenti categorie di prodotti fitosanitari:<br />
PRODOTTI FITOSANITARI MOLTO TOSSICI: sono etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di pericolo “T+” (molto tossici) indicati dal simbolo “TESCHIO” su<br />
tibie incrociate di colore nero in campo giallo-arancione e la scritta MOLTO TOS-<br />
SICO; corrispondono alla prima classe tossicologica della vecchia classificazione.<br />
Comprendono i prodotti che possono provocare intossicazioni mortali o lesioni<br />
acute o croniche in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, anche<br />
in piccolissime quantità.<br />
PRODOTTI FITOSANITARI TOSSICI: sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />
di pericolo “T” (tossici) indicati dal simbolo teschio su tibie incrociate di colore<br />
nero in campo giallo-arancione e la scritta “TOSSICO”; corrispondono<br />
anch’essi alla prima classe tossicologica della vecchia classificazione. Comprendono<br />
prodotti che possono provocare intossicazioni mortali o lesioni acute o croniche<br />
in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, anche in<br />
piccolissime quantità.<br />
PRODOTTI FITOSANITARI NOCIVI: sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />
di pericolo “Xn” indicati dal simbolo Croce di S. Andrea di colore nero in<br />
campo giallo-arancione e la scritta “NOCIVO”; corrispondono alla seconda classe<br />
tossicologica della vecchia classificazione. Possono provocare gravi intossicazioni<br />
per l’uomo in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo.<br />
Per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti MOLTO TOSSICI, TOSSICI e NOCIVI è<br />
necessario acquisire il “patentino”.<br />
37<br />
I prodotti Molto Tossici sono<br />
etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di pericolo T+,<br />
con teschio su tibie incrociate<br />
di colore nero in campo<br />
giallo-arancione e l’indicazione<br />
di pericolo "MOLTO<br />
TOSSICO”.<br />
I prodotti Tossici sono etichettati<br />
e contrassegnati con<br />
il simbolo di pericolo T, con<br />
teschio su tibie incrociate di<br />
colore nero in campo gialloarancione<br />
e l’indicazione di<br />
pericolo "TOSSICO”.<br />
I prodotti Nocivi sono etichettati<br />
e contrassegnati con il<br />
simbolo di pericolo Xn, con<br />
croce di S. Andrea di colore<br />
nero in campo giallo-arancione<br />
e l’indicazione di pericolo<br />
“NOCIVO”.<br />
Per acquistare ed impiegare i<br />
prodotti fitosanitari “Molto<br />
Tossici”, “Tossici” e “Nocivi” è<br />
necessario possedere l’autorizzazione,<br />
chiamata comunemente<br />
patentino.
III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />
I prodotti Irritanti sono etichettati<br />
e contrassegnati con<br />
il simbolo di pericolo Xi, con<br />
croce di S. Andrea di colore<br />
nero in campo giallo-arancione<br />
e l’indicazione di pericolo<br />
“IRRITANTE”.<br />
I prodotti fitosanitari non<br />
classificati non sono contraddistinti<br />
da alcun simbolo, ma<br />
recano la scritta “Attenzione:<br />
manipolare con prudenza”.<br />
Le categorie di prodotti fitosanitari che, in base alla classificazione relativa al pericolo<br />
per la salute, non hanno necessità del patentino per l’acquisto, sono le seguenti:<br />
PRODOTTI FITOSANITARI IRRITANTI: sono etichettati e contrassegnati con il<br />
simbolo di pericolo Xi, con croce di S. Andrea di colore nero in campo gialloarancione<br />
e la scritta “IRRITANTE”. Possono essere:<br />
ó irritanti<br />
ó sensibilizzanti per contatto con la pelle<br />
ó corrosivi (sono contrassegnati anche con il simbolo di pericolo “C” e indicati<br />
dal simbolo recante due provette che gocciolano su una mano nera e su una<br />
superficie nera in campo giallo-arancione<br />
PRODOTTI FITOSANITARI NON CLASSIFICATI: non sono contraddistinti da simboli<br />
o indicazioni di pericolo per l’uomo, ma recano la scritta “Attenzione: manipolare<br />
con prudenza”. Comprendono prodotti in grado di provocare lievi<br />
intossicazioni se non usati correttamente.<br />
Tabella riassuntiva sulla classificazione e l’etichettatura di pericolo dei prodotti<br />
fitosanitari<br />
CLASSIFICAZIONE PER GLI EFFETTI TOSSICOLOGICI<br />
MOLTO<br />
TOSSICO<br />
38<br />
T+<br />
TOSSICO T<br />
NOCIVO Xn<br />
IRRITANTE Xi<br />
NON<br />
CLASSIFICATO<br />
ATTENZIONE:<br />
MANIPOLARE<br />
CON PRUDENZA<br />
PATENTINO<br />
PATENTINO<br />
PATENTINO<br />
___<br />
___
III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />
CAP III.1<br />
CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI IN BASE ALLA TOSSICITÀ PER L’UOMO<br />
39) Cosa significa il parametro della dose letale 50?<br />
* A. Il 50% del prodotto che può essere letale<br />
* B. La dose che uccide il 50% degli animali sottoposti a trattamento<br />
* C. La dose da diluire al 50% per avere un’azione letale<br />
40) Un prodotto classificato “tossico” ha una maggiore efficacia di un prodotto “non classificato”?<br />
* A. Sì, sempre<br />
* B. No, mai<br />
* C. Dipende dalla natura del prodotto e dell’avversità da combattere<br />
41) Che tipo di intossicazione acuta si può avere usando non correttamente prodotti fitosanitari non<br />
classificati?<br />
* A. Grave<br />
* B. Nessuna<br />
* C. Lieve<br />
42) Un’intossicazione da prodotti fitosanitari “molto tossici” o “tossici” può essere:<br />
* A. Mortale<br />
* B. Lieve<br />
* C. Trascurabile<br />
43) Quale è il simbolo che identifica un prodotto “tossico o molto tossico”?<br />
* A. È contrassegnato in caratteri ben visibili: “attenzione manipolare con prudenza”<br />
* B. Un teschio nero su ossa incrociate inserito in un riquadro di colore giallo-arancio rettangolare<br />
* C. Una croce di S. Andrea<br />
44) Quale è il simbolo che identifica un prodotto “nocivo”?<br />
* A. Un teschio nero su ossa incrociate inserito in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio<br />
* B. L’etichetta, oltre la scritta “NOCIVO”, non riporta scritte e disegni particolari<br />
* C. Una croce di S. Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio<br />
45) In una etichetta di un prodotto fitosanitario “non classificato” è indicata:<br />
* A. Una croce di S. Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo o<br />
irritante<br />
* B. La dicitura: “TOSSICO”<br />
* C. La composizione del prodotto ed eventuali frasi di rischio con la dicitura “manipolare con prudenza”<br />
46) Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario tossico?<br />
* A. Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo<br />
* B. Con scritto, in caratteri ben visibili: “attenzione, manipolare con prudenza prodotto tossico”<br />
* C. Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio, la<br />
sigla “T” e la scritta tossico<br />
47) I prodotti non classificati ed irritanti sono meno dannosi sugli insetti ed acari utili rispetto ai prodotti<br />
molto tossici, tossici e nocivi?<br />
* A. Sono sempre tutti dannosi<br />
* B. No, l’effetto sugli insetti ed acari utili non è legato alla tossicità<br />
* C. Non sono mai dannosi<br />
48) Che tipo di intossicazione si può avere impiegando impropriamente prodotti fitosanitari nocivi?<br />
* A. Lieve<br />
* B. Grave<br />
* C. Trascurabile<br />
49) Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario “irritante”?<br />
* A. Con una “I” maiuscola, inserita su di un quadrato di color arancio<br />
* B. Con una croce di Sant’Andrea nera su di un quadrato color arancio, la sigla “Xi” e la scritta irritante<br />
* C. Non viene contrassegnato<br />
39
III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />
50) La croce di Sant’Andrea si trova solo su prodotti nocivi?<br />
* A. No, anche sui prodotti irritanti<br />
* B. Sì<br />
* C. La croce di Sant’Andrea indica prodotti “tossici”<br />
51) I prodotti fitosanitari irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve rispetto ai prodotti<br />
fitosanitari molto tossici?<br />
* A. Sì, perché non sono velenosi<br />
* B. Dipende dall’andamento stagionale<br />
* C. No, l’intervallo di sicurezza non dipende solo dalla classe di pericolosità del prodotto fitosanitario<br />
52) Cos’è la tossicità acuta?<br />
* A. È la capacità di indurre effetti dannosi ad un organismo vivente indicata con la DL50, ossia la dose in<br />
mg/kg capace di uccidere il 50% degli animali da laboratorio intossicati per ingestione o contatto o inalazione<br />
* B. È la concentrazione letale capace di uccidere un uomo in pochi giorni<br />
* C. È l’espressione della capacità cronica di indurre effetti dannosi a un organismo vivente<br />
53) Cosa è la tossicità cronica?<br />
* A. Rappresenta l’accumularsi di una sostanza all’interno di un organismo e la manifestazione nel tempo di<br />
sintomi di avvelenamento dovuti ad esposizione prolungata a agrofarmaci che provocano effetti cancerogeni,<br />
mutageni, neurotossici e teratogeni<br />
* B. È la capacità di indurre effetti dannosi ad un organismo vivente indicata con la DL50, ossia la dose in<br />
mg/kg capace di uccidere il 50% degli animali da laboratorio intossicati per ingestione o contatto o inalazione;<br />
* C. È la misura di un avvelenamento che avviene velocemente nel tempo<br />
54) In base all’azione gli insetticidi si suddividono in:<br />
* A. Insetticidi che agiscono per contatto, per ingestione, per asfissia<br />
* B. Insetticidi che agiscono per contatto o per copertura<br />
* C. Insetticidi che agiscono per inalazione e ustionanti<br />
40
CAPITOLO III.2<br />
GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI<br />
FITOSANITARI PER LA SICUREZZA<br />
DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le caratteristiche di pericolosità dei prodotti fitosanitari al<br />
momento dell’utilizzo e per l’ambiente<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Classificazione tossicologica relativa alla sicurezza nell’impiego<br />
Classificazione tossicologica relativa all’ambiente<br />
Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />
Classificazione tossicologica relativa alla sicurezza dell’uomo<br />
I prodotti fitosanitari, per le loro proprietà fisiche e chimiche, possono costituire<br />
un rischio per la sicurezza degli utilizzatori professionali. Alcuni preparati possono<br />
risultare molto pericolosi se conservati o utilizzati in maniera scorretta in<br />
quanto, per presenza di un innesco (sigaretta, scintilla, ecc…) o a causa di un rilascio<br />
accidentale, possono formare un’atmosfera esplosiva o infiammarsi o alimentare<br />
un incendio.<br />
I prodotti fitosanitari con indicazioni di pericolo solo per la sicurezza nell’impiego<br />
non hanno necessità del patentino per l’acquisto e si classificano come segue:<br />
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità estremamente<br />
basso e un basso punto di ebollizione. Sono etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di pericolo “F+” con fiamma di colore nero in campo giallo-arancione<br />
e la scritta “ESTREMAMENTE INFIAMMABILE”<br />
FACILMENTE INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità inferiore a 21°C.<br />
Sono etichettati e contrassegnati con il simbolo di pericolo “F” con fiamma di colore<br />
nero in campo giallo-arancione e la scritta “FACILMENTE INFIAMMABILE”.<br />
INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità compreso fra 21°C e 55°C.<br />
Non sono contrassegnati con nessun simbolo ed indicazione di pericolo e si riconoscono<br />
dall’apposizione della frase di rischio R10.<br />
COMBURENTI: provocano una forte reazione esotermica (che libera calore) a<br />
contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili. Sono etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di pericolo “O” con fiamma sopra ad un cerchio di colore<br />
nero in campo giallo-arancione e la scritta “COMBURENTE”.<br />
ESPLOSIVI: sono prodotti che possono liberare gas ed esplodere se vengono a<br />
trovarsi vicino a fonti di calore o a inneschi (scintille, sigarette ...), ma anche se<br />
sono sottoposti a sfregamenti o urti. Sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />
di pericolo “E” con una sfera che esplode di colore nero in campo gialloarancione<br />
e la scritta “ESPLOSIVO”.<br />
41<br />
I prodotti Estremamente Infiammabili<br />
sono etichettati<br />
e contrassegnati con il simbolo<br />
di pericolo F+, con<br />
fiamma nera in campo gialloarancione<br />
e l’indicazione di<br />
pericolo “ESTREMAMENTE<br />
INFIAMMABILE”.<br />
I prodotti Facilmente Infiammabili<br />
sono etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di<br />
pericolo F, con fiamma nera<br />
in campo giallo-arancione<br />
e l’indicazione di pericolo<br />
“FACILMENTE INFIAMMA-<br />
BILE”.
III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />
per l’ambiente<br />
I prodotti fitosanitari pericolosi<br />
per l’ambiente sono etichettati<br />
e contrassegnati con<br />
il simbolo di pericolo “N”,<br />
con un albero secco, un pesce<br />
morto e un fiume nero e la<br />
scritta “NOCIVO PER L’AM-<br />
BIENTE”.<br />
L’etichettatura di pericolo è<br />
un’informazione sintetica<br />
delle principali proprietà pericolose<br />
dei prodotti fitosanitari.<br />
Le frasi R o frasi di rischio<br />
specificano il rischio di danno<br />
dei prodotti fitosanitari alla<br />
salute dell’uomo.<br />
Le frasi S o consigli di prudenza<br />
indicano le precauzioni<br />
minime che l’agricoltore<br />
deve osservare per una corretta<br />
conservazione, utilizzazione<br />
e protezione dell’uomo<br />
e dell’ambiente.<br />
Classificazione tossicologica relativa all’ambiente<br />
I prodotti fitosanitari impiegati per la protezione delle piante possono essere<br />
anche pericolosi per l’ambiente. Attualmente per acquistare i prodotti fitosanitari<br />
classificati come esclusivamente pericolosi per l’ambiente non è necessario<br />
possedere il patentino. Molti prodotti pericolosi per l’ambiente sono però contemporaneamente<br />
pericolosi per la salute ed hanno pertanto un simbolo di pericolo<br />
T+, T e Xn; in questi casi ovviamente risulterà necessario possedere il<br />
patentino per l’acquisto.<br />
I prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente sono tutti etichettati e contrassegnati<br />
con il simbolo di pericolo “N” rappresentato da un albero secco, un pesce<br />
morto ed il fiume inquinato di colore nero in campo giallo-arancione e la scritta<br />
“NOCIVO PER L’AMBIENTE”.<br />
I prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente presenti in commercio possono<br />
essere classificati come segue:<br />
ó altamente tossici per gli organismi acquatici<br />
ó tossici per gli organismi acquatici<br />
ó nocivi per gli organismi acquatici<br />
ó effetti negativi a lungo termine per l’ambiente acquatico<br />
ó effetti negativi a lungo termine per l’ambiente<br />
ó pericolosi per lo strato di ozono<br />
Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />
Il simboli e le indicazioni di pericolo riportate nell’etichetta fin qui analizzati,<br />
rappresentano un’informazione sintetica delle principali proprietà pericolose dei<br />
prodotti fitosanitari, pericoli per la salute, la sicurezza e l’ambiente. Oltre a questi<br />
simboli nell’etichettatura sono riportate “frasi tipo” che precisano meglio i<br />
rischi più gravi e quelli causati da altre proprietà pericolose. Queste sono le cosiddette<br />
frasi di rischio (FRASI R): È importante conoscere il significato delle<br />
frasi R poiché specificano il tipo di danno che possono provocare i prodotti fitosanitari<br />
alla salute dell’uomo.<br />
Ci sono poi i consigli di prudenza o frasi di sicurezza (FRASI S), che indicano<br />
i comportamenti obbligatori che deve osservare l’agricoltore che acquista i prodotti<br />
fitosanitari. Queste frasi rappresentano le precauzioni minime che occorre<br />
prendere per una corretta conservazione, utilizzazione e protezione dell’uomo<br />
e dell’ambiente.<br />
42
III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />
per l’ambiente<br />
Tabella riassuntiva sulla classificazione e l’etichettatura di pericolo dei prodotti<br />
fitosanitari<br />
CLASSIFICAZIONE RELATIVA ALL’AMBIENTE<br />
PERICOLOSO<br />
PER<br />
L’AMBIENTE<br />
N<br />
43<br />
___<br />
CLASSIFICAZIONE RELATIVA AGLI ASPETTI FISICO-CHIMICI<br />
ESTREMAMENTE<br />
INFIAMMABILE<br />
FACILMENTE<br />
INFIAMMABILE<br />
F+<br />
INFIAMMABILE ___<br />
F<br />
FRASE DI<br />
RISCHIO R10<br />
___<br />
___<br />
___
III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />
per l’ambiente<br />
CAP III.2<br />
GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
PER LA SICUREZZA DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE<br />
55) I prodotti fitosanitari sono suscettibili di incendiarsi e, comunque, possono bruciare?<br />
* A. No, è un rischio non riportato in etichetta<br />
* B. Sì, ma solo i liquidi preparati con solventi come lo xilolo<br />
* C. Sì, alcuni possono incendiarsi e comunque riportano idonea indicazione in etichetta<br />
56) Come si possono distinguere i prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente?<br />
* A. Da un quadrato giallo riportante teschio con tibie incrociate<br />
* B. Dalla lettera N e dal simbolo di un albero secco, un pesce morto e un fiume inquinato<br />
* C. Dal simbolo di una fiamma in quadrato arancione<br />
57) Cosa significa il simbolo di pericolo “N”?<br />
* A. Prodotto fitosanitario nocivo<br />
* B. Prodotto fitosanitario pericoloso per l’ambiente<br />
* C. Prodotto fitosanitario nocivo per l’uomo<br />
58) Cosa si intende per frasi di rischio e consigli di prudenza?<br />
* A. Frasi che precisano meglio i rischi meno gravi e quelli causati da altre proprietà meno pericolose<br />
* B. Frasi che precisano meglio i rischi più gravi e quelli causati da altre proprietà pericolose<br />
* C. Sono classificazioni tossicologiche relative alla sicurezza dell’uomo<br />
59) Quali simboli o indicazioni di pericolo indicano le precauzioni minime che l’agricoltore deve osservare<br />
per una corretta conservazione, utilizzazione e protezione dell’uomo e dell’ambiente?<br />
* A. FRASI R frasi di rischio<br />
* B. FRASI S consigli di prudenza<br />
* C. FRASE DI RISCHIO R 10<br />
44
PARTE IV<br />
ACQUISTO, IMPIEGO E SMALTIMENTO<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
CAPITOLO IV.1<br />
LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI.<br />
LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere i fattori che determinano la scelta del prodotto fitosanitario<br />
sapere leggere correttamente l’etichetta dei prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Criteri di scelta dei prodotti fitosanitari<br />
L’etichetta<br />
Criteri di scelta dei prodotti fitosanitari<br />
Le piante vengono colpite da avversità di origine diversa: da quelle di natura<br />
fungina a quelle di natura virale, dagli insetti ai nematodi. In commercio esistono<br />
prodotti di diverso tipo la cui attività preminente si rivolge ora contro una, ora<br />
contro l’altra avversità, con un meccanismo di azione che può essere specifico<br />
per un determinato parassita. Per la scelta del prodotto fitosanitario dovremo<br />
dunque prendere in considerazione numerosi fattori, di seguito elencati:<br />
ó Conoscenza dell’avversità da combattere: è di primaria importanza per<br />
scegliere l’agrofarmaco più idoneo; occorre esaminare lo stato fitosanitario<br />
delle colture e, se necessario, rivolgersi a quelle strutture preposte a fornire<br />
la necessaria assistenza tecnica che forniranno tutte le indicazioni indispensabili<br />
per l’identificazione della malattia e per la scelta della strategia di lotta<br />
e consiglieranno il prodotto più adeguato da usare. In appendice si riporta<br />
un elenco dettagliato degli indirizzi ai quali ci si può rivolgere;<br />
ó Efficacia: varia al mutare della sostanza attiva impiegata, della coltura e delle<br />
modalità di impiego. L’uso continuato delle stesse sostanze attive può provocarne<br />
una diminuzione d’efficacia per l’insorgere di fenomeni di resistenza.<br />
Per esempio utilizzando sulla stessa coltura per lunghi periodi di tempo lo<br />
stesso prodotto erbicida, c’è il rischio di selezionare delle malerbe che si diffondono<br />
in quanto resistenti a quel determinato prodotto; oppure usando<br />
contro la Botrytis sempre lo stesso prodotto fitosanitario, si possono ottenere<br />
ceppi di questo fungo resistenti al prodotto, che così diventa totalmente o<br />
parzialmente inefficace;<br />
ó Eventuali limitazioni d’uso della sostanza attiva riportate in etichetta:<br />
molti agrofarmaci non sono autorizzati per l’impiego su tutte le colture (ad<br />
esempio per gli ortaggi a foglia larga sono consentiti soltanto pochi prodotti);<br />
alcuni prodotti fitosanitari sono vietati in serra;<br />
ó Fitotossicità: l’uso di una sostanza attiva potrebbe determinare ustioni e<br />
altri danni alle piante trattate. La fitotossicità, se è nota, è indicata in etichetta.<br />
In caso di incertezza è sempre meglio eseguire un trattamento su al-<br />
45<br />
La resistenza di un patogeno,<br />
parassita o malerba ad<br />
un prodotto fitosanitario ha<br />
origine da una mutazione genetica<br />
che viene trasmessa ai<br />
discendenti e può dare origine<br />
nel corso di alcune generazioni<br />
a intere popolazioni<br />
resistenti.<br />
Questo fenomeno porta all’inefficacia<br />
del prodotto fitosanitario.<br />
La fitotossicità è la tossicità<br />
di un prodotto nei confronti<br />
della pianta che si vuole proteggere.<br />
I prodotti fitosanitari fitotossici<br />
possono determinare alterazioni<br />
fisiologiche e/o<br />
morfologiche a carico degli<br />
organi vegetali delle colture.<br />
La fitotossicità di un prodotto<br />
può dipendere dall’applicazione<br />
di un’errata dose di<br />
prodotto fitosanitario (sovradosaggio).
IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />
La persistenza di azione,<br />
ovvero il tempo entro il quale<br />
un prodotto fitosanitario si<br />
mantiene efficace nei confronti<br />
del parassita da combattere,<br />
è un elemento che è<br />
necessario conoscere per decidere<br />
il numero di trattamenti<br />
da eseguire in<br />
relazione alle strategie di difesa<br />
adottate.<br />
cune piante ed attendere gli effetti della prova effettuata prima di intervenire<br />
su tutta la superficie;<br />
ó Tempo di carenza (o intervallo di sicurezza): rappresenta il numero di giorni<br />
che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta. In prossimità della<br />
raccolta si dovranno sempre utilizzare agrofarmaci con un tempo di carenza<br />
inferiore al numero di giorni che ci separa dalla raccolta, onde evitare la presenza,<br />
sul prodotto raccolto, di residui in quantità superiore ai limiti ammessi;<br />
ó Persistenza: è quasi sempre correlata al tempo di carenza, infatti più un<br />
agrofarmaco è persistente, cioè di difficile degradazione o di difficile allontanamento<br />
dalla coltura, maggiore sarà il suo tempo di carenza. Un caso particolare<br />
è rappresentato dai diserbanti a forte azione residuale, come gli<br />
antigerminanti; questi potrebbero avere effetti deleteri sulla coltura che<br />
segue, a causa della loro lunga persistenza nel suolo. Questo problema non<br />
si riscontra utilizzando prodotti ad azione fogliare come i disseccanti che<br />
hanno una scarsa persistenza nel terreno;<br />
ó Selettività e rispetto degli insetti ed acari utili: il prodotto ideale, indipendentemente<br />
dalla classe tossicologica, deve rispettare gli insetti impollinatori<br />
e tutti gli organismi utili al controllo naturale degli organismi dannosi;<br />
ó Capacità di penetrazione e traslocazione all’interno della pianta: dovendo<br />
combattere una malattia come la fusariosi vascolare del garofano (mal<br />
della rama), che si sviluppa nelle parti interne della pianta, sarà necessario<br />
utilizzare un prodotto in grado di penetrare e di muoversi all’interno della<br />
pianta, cioè un sistemico. Infatti un prodotto privo di questa azione risulterebbe<br />
inefficace. Invece per combattere il mal bianco, che si sviluppa per lo<br />
più sulla superficie esterna della pianta, si potrà utilizzare anche un prodotto<br />
a base di zolfo ad azione di copertura, cioè privo della capacità di penetrare<br />
all’interno della pianta;<br />
ó Costo del formulato: la scelta del prodotto fitosanitario da utilizzare non<br />
dovrebbe mai prescindere da un’accurata analisi costi-benefici; a volte formulati<br />
contenenti la stessa sostanza attiva in eguali quantità hanno costi assai<br />
differenti.<br />
LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />
Per effettuare la scelta del prodotto è di fondamentale importanza la lettura<br />
dell’etichetta apposta sulla confezione. Essa riporta tutta una serie di utili indicazioni<br />
sulla classe tossicologica di appartenenza, sulla sostanza attiva che compone<br />
il prodotto, sulle norme precauzionali da adottare durante la distribuzione,<br />
sulle eventuali limitazioni d’uso e sugli eventuali fenomeni di fitotossicità ai quali<br />
si potrebbe andare incontro utilizzando il prodotto su determinate colture.<br />
Per questi motivi, prima di preparare le miscele e di distribuire il prodotto, è necessario<br />
leggere e seguire attentamente le istruzioni riportate in etichetta. In<br />
essa si leggono le indicazioni previste dall’articolo 16 punto 1 del Decreto Legislativo<br />
n. 194/95, come evidenziato nel facsimile riportato nella pagina seguente.<br />
Per la scelta del prodotto e per l’esecuzione del trattamento fitosanitario è necessario<br />
porre molta attenzione, nella lettura dell’etichetta, alle informazioni riguardanti<br />
le colture, le dosi e le modalità d’impiego.<br />
Un prodotto fitosanitario può essere impiegato esclusivamente sulle colture, per<br />
le avversità e alle dosi riportate in etichetta.<br />
Ogni altro impiego, diverso da quelli riportati in etichetta, è illegale e passibile<br />
di sanzione. Il D. Lgs. n. 194/95, già citato, stabilisce che i prodotti fitosanitari<br />
devono “essere conservati ed impiegati correttamente dagli utilizzatori in conformità<br />
a tutte le indicazioni e le prescrizioni riportate nell’etichetta”.<br />
46
IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />
Nome<br />
Tipo di<br />
prodotto<br />
Sostanza<br />
attiva<br />
Simbologia<br />
di pericolo<br />
Estremi della<br />
ditta e dello<br />
stabilimento<br />
Informazioni<br />
sanitarie<br />
Colture<br />
autorizzate<br />
e parassiti<br />
combattuti<br />
Fitotossicità<br />
Tempi di<br />
carenza<br />
Fac-simile di etichetta<br />
BIVAR LIQUIDO<br />
Sospensione concentrata<br />
Litri 1<br />
Anticrittogamico a largo spettro di azione contro varie malattie fungine di pero, melo, pesco,<br />
fagiolino, fagiolo, pomodoro, peperone, fragola, piante ornamentali e da fiore<br />
Composizione: 100 g di prodotto contengono:<br />
guaridaben puro g 30<br />
coformulanti q.b. a g 100<br />
Frasi di rischio: R20 Nocivo per inalazione R36 R37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie<br />
R55 Tossico per la fauna R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente<br />
Consigli di prudenza: S2 Conservare fuori della portata dei bambini S39 Proteggersi gli occhi e la<br />
faccia<br />
Xn N<br />
NOCIVO PERICOLOSO PER<br />
L’AMBIENTE<br />
Titolare dell’autorizzazione: ABCD Via ...<br />
Stabilimento di produzione: EFGH Via....<br />
Registrazione del Ministero della Sanità n. 3333 del 31/03/2005<br />
Partita n. 444<br />
Norme precauzionali: durante il trattamento proteggere le vie respiratorie (naso e bocca).<br />
Nella preparazione della miscela munirsi di guanti e facciale filtrante.<br />
Lo smaltimento delle confezioni vuote e dell’eventuale prodotto non utilizzato deve avvenire secondo le norme in<br />
vigore.<br />
Non utilizzare il prodotto in prossimità di corsi d’acqua.<br />
Informazioni per il medico:<br />
Sintomi: irritante per la cute e le mucose dell’apparato respiratorio. Irritante oculare con possibile opacità corneale.<br />
Sensibilizzante. Può provocare danni renali ed atassia.<br />
Terapia sintomatica: consultare un Centro Antiveleni.<br />
Caratteristiche: Bivar Liquido è un fungicida a largo spettro di azione che consente di combattere<br />
contemporaneamente diverse malattie delle piante.<br />
Colture dosi e modalità di impiego:<br />
MELO e PERO: Ticchiolatura, marciumi, cancro dei rami, alternaria 1 – 1,5 l/ha Effettuare al massimo 3<br />
trattamenti; impiegare il prodotto in miscela con fungicidi sistemici<br />
PESCO: bolla 1,5 l/ha<br />
ORTICOLE: peronospora, alternaria, cladosporiosi, muffa grigia, ruggine<br />
POMODORO, PEPERONE 2 l/ha Effettuare al massimo 3 trattamenti in pieno campo e 5 in serra<br />
FAGIOLO, FAGIOLINO 1,5 l/ha Effettuare al massimo 2 trattamenti in pieno campo fino alla fioritura (esclusa)<br />
FRAGOLA 2 l/ha Effettuare al massimo 3 trattamenti in pieno campo.<br />
COLTURE FLOREALI ED ORNAMENTALI: peronospora, muffa grigia, ruggine, septoria, alternaria,<br />
cladosporiosi, antracnosi 2 –2,5 l/ha<br />
Epoca e modalità di impiego: usare il prodotto a scopo preventivo. Bagnare bene le colture da proteggere e<br />
ripetere l trattamento secondo il calendario di incubazione delle malattie.<br />
Compatibilità: il prodotto non è miscibile con formulati a reazione alcalina (poltiglia bordolese, polisolfuri)<br />
Fitotossicità: in particolari condizioni può provocare fenomeni di rugginosità su varietà di melo del gruppo Golden<br />
e Star. Sulle colture da fiore più delicate eseguire saggi preliminari su alcune piante prima di trattare l’intera<br />
coltivazione.<br />
Sospendere i trattamenti 14 giorni prima della raccolta per pomodoro, peperone, fagiolo, fagiolino, fragola;<br />
21 giorni per melo, pero, pesco.<br />
Tempo di rientro: 12 ore in campo; 24 ore in serra.<br />
47<br />
Tipo di<br />
formulazione<br />
Frasi di<br />
rischio<br />
Consigli di<br />
prudenza<br />
Numero e<br />
data di<br />
registrazione<br />
e numero<br />
partita<br />
Dosi di<br />
impiego<br />
Modalità di<br />
impiego<br />
Compatibilità<br />
Tempo di<br />
rientro
IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />
CAP IV.1<br />
LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI.<br />
LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />
60) Che cosa è il tempo di carenza (o intervallo di sicurezza)?<br />
* A. È la dose di prodotto fitosanitario che non bisogna superare quando si effettuano trattamenti<br />
* B. È il periodo che deve passare dalla fioritura all’inizio della raccolta<br />
* C. È il numero di giorni che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento effettuato e la raccolta<br />
61) Se ci si trova vicino al periodo di raccolta, si possono effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari?<br />
* A. Sì, ma con prodotti fitosanitari non classificati<br />
* B. Esclusivamente con prodotti che abbiano intervallo di sicurezza inferiore al numero di giorni previsto<br />
dal momento del trattamento alla raccolta<br />
* C. No, in nessun caso si può procedere a un trattamento<br />
62) Quando un prodotto fitosanitario si dice selettivo?<br />
* A. Quando rispetta gli insetti impollinatori e gli organismi utili ma è efficace contro l’avversità da combattere<br />
* B. Quando seleziona le piante migliori e danneggia solo quelle meno sviluppate<br />
* C. Quando protegge efficacemente la coltura<br />
63) Le indicazioni riportate nell’etichetta dei prodotti fitosanitari sono da seguire in modo obbligatorio?<br />
* A. Solo per quanto riguarda la classe tossicologica e le indicazioni di primo soccorso<br />
* B. Sì, in particolare per le colture su cui impiegare il prodotto, dose di impiego, intervallo di sicurezza<br />
* C. Si può decidere in base all’esperienza<br />
48
CAPITOLO IV.2<br />
NORME PER L’ACQUISTO,<br />
IL TRASPORTO E LA CONSERVAZIONE<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le disposizioni che regolano il corretto acquisto, trasporto e<br />
conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
conoscere gli obblighi connessi alla registrazione dei trattamenti<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Introduzione<br />
L’acquisto dei prodotti fitosanitari<br />
Trasporto dei prodotti fitosanitari<br />
Conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
Abilitazione alla vendita e abilitazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari<br />
La vendita di prodotti fitosanitari può essere effettuata solo dai rivenditori autorizzati.<br />
È assolutamente vietata la vendita dei prodotti fitosanitari sia in forma<br />
ambulante sia allo stato sfuso. I prodotti fitosanitari devono essere prodotti in<br />
stabilimenti autorizzati. Possono essere venduti ed utilizzati solo se regolarmente<br />
registrati dal Ministero della Sanità. Non è quindi consentito l’uso di prodotti acquistati<br />
all’estero.<br />
Per l’acquisto dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />
è necessario avere una apposita autorizzazione o “patentino” che viene rilasciato<br />
dal Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari (S.C.I.A.) della Regione Liguria.<br />
La normativa che disciplina la materia è il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA RE-<br />
PUBBLICA 23 aprile 2001, n. 290 [Regolamento di semplificazione dei procedimenti<br />
di autorizzazione alla produzione, alla immissione in commercio e alla<br />
vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti (n. 46, allegato 1, legge n.<br />
59/1997)].<br />
Possono ottenerlo tutti coloro che siano maggiorenni e che abbiano superato<br />
un esame in cui dimostrino la conoscenza delle norme fondamentali per un corretto<br />
utilizzo agronomico e sanitario dei prodotti fitosanitari ed i rischi connessi<br />
alla loro detenzione e uso. È prevista l’organizzazione di appositi corsi d’aggiornamento<br />
per l’istruzione e l’addestramento di coloro che intendono dedicarsi<br />
alla vendita ed all’impiego dei prodotti fitosanitari e dei loro coadiuvanti. Tali<br />
corsi di aggiornamento si intendono obbligatori ai fini delle previste valutazioni.<br />
La domanda per ottenere l’autorizzazione va presentata all’Ispettorato Agrario<br />
49<br />
Facsimile di patentino<br />
L'autorizzazione all'acquisto<br />
è strettamente personale e<br />
non può essere lasciata in giacenza<br />
presso il rivenditore.<br />
L'acquirente del prodotto fitosanitario<br />
è direttamente responsabile<br />
di tutto ciò che<br />
può capitare dal momento<br />
della sua presa in consegna.
IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
È assolutamente vietato cedere<br />
ad altre persone prodotti<br />
fitosanitari etichettati<br />
“MOLTO TOSSICO”<br />
"TOSSICO”<br />
“NOCIVO”.<br />
Armadio per la conservazione dei<br />
prodotti fitosanitari con griglia<br />
frontale<br />
Per il deposito dei prodotti fitosanitari<br />
non utilizzare mai<br />
ambienti nei quali vengano<br />
immagazzinate sostanze alimentari<br />
e mangimi.<br />
della provincia di residenza su apposito modulo in cui si autocertifica la residenza,<br />
corredata da marca da bollo, e fotografia formato tessera.<br />
Sono esonerati dall’esame i laureati in agraria e scienze forestali, i periti agrari<br />
e gli agrotecnici; costoro dovranno allegare alla domanda, oltre ai documenti citati,<br />
copia dell’attestato di studio o autocertificazione. È sempre consigliabile<br />
sottoporsi a visita medica preventiva prima di richiedere il rilascio del patentino,<br />
ed effettuare successive periodiche visite di controllo.<br />
Il “patentino” ha validità 5 anni ed il rinnovo prevede le stesse modalità del<br />
primo rilascio.<br />
Il patentino è a tutti gli effetti un documento ed in caso di smarrimento è necessario<br />
presentare immediata denuncia ai Carabinieri od alla Questura, chiedendone<br />
successivamente il duplicato all’Ispettorato Agrario.<br />
L’acquirente dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn),<br />
assume la responsabilità del corretto uso di tali prodotti. Al momento dell’acquisto<br />
è tenuto a firmare un modulo in duplice copia (una copia resta all’acquirente<br />
che deve conservarla per 5 anni) che riporta il nome e la quantità del<br />
formulato acquistato nonché l’utilizzazione cui esso sarà destinato. Questi prodotti<br />
non possono perciò essere prestati o regalati ad altre persone, anche se<br />
munite di patentino. Eventuali dipendenti che effettuano in campo i trattamenti<br />
devono essere muniti di “patentino”.<br />
Trasporto dei prodotti fitosanitari<br />
Il trasporto dei prodotti fitosanitari deve avvenire adottando tutte le precauzioni<br />
per evitare rotture ed alterazioni delle confezioni; si deve assolutamente evitare<br />
il contatto dei prodotti con persone, animali o derrate alimentari.<br />
Dopo il trasporto si dovrà accuratamente pulire il mezzo utilizzato.<br />
Nel caso di perdite o spandimenti bisognerà:<br />
ó indossare indumenti di protezione adeguati;<br />
ó recuperare le confezioni guaste che verranno poi smaltite secondo le norme<br />
di seguito citate;<br />
ó assorbire gli eventuali liquidi utilizzando della segatura (da smaltire come<br />
sopra);<br />
ó pulire a fondo le parti contaminate tenendosi lontano da corsi d’acqua e<br />
pozzi;<br />
ó tenere lontano persone ed animali.<br />
Qualora venissero contaminate delle derrate alimentari, queste dovranno essere<br />
distrutte ed assolutamente non consumate né da persone né da animali domestici.<br />
Conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
La conservazione dei prodotti fitosanitari deve avvenire in ambienti idonei, isolati<br />
ed inaccessibili a bambini, persone estranee ed animali. È comunque consigliabile<br />
acquistare i quantitativi strettamente necessari evitando l’accumulo di<br />
pericolose scorte. Inoltre è sempre bene verificare al momento dell’acquisto l’integrità<br />
delle confezioni. I locali adibiti a deposito devono essere ben aerati ed<br />
asciutti, non esposti al gelo o al calore per evitare alterazioni alle confezioni e ai<br />
prodotti.<br />
I prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) devono essere<br />
posti sotto chiave e deve essere affisso un cartello con la dicitura “VELENO”. In<br />
questi locali non dovranno assolutamente essere immagazzinate derrate alimentari<br />
e mangimi né gli indumenti dell’operatore.<br />
È sempre necessario mantenere i prodotti nelle confezioni originali senza mai<br />
travasarli in altri contenitori privi di etichetta onde evitare usi impropri o pericolosi<br />
incidenti.<br />
50
IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
CAP IV.2<br />
NORME PER L’ACQUISTO, IL TRASPORTO<br />
E LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
64) I prodotti fitosanitari per la protezione delle piante e delle derrate alimentari immagazzinate sono<br />
di libera vendita o soggetti ad autorizzazione?<br />
* A. Sono di libera vendita<br />
* B. Sono autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali<br />
* C. Sono soggetti a autorizzazione del Ministero della Sanità, a controllo e registrazione come prodotti fitosanitari<br />
65) Dove possono essere acquistati i prodotti fitosanitari?<br />
* A. Non esistono vincoli o autorizzazioni particolari per la loro vendita<br />
* B. Esclusivamente da rivenditori a ciò autorizzati<br />
* C. Da chiunque, purché gli antiparassitari siano in confezioni sigillate<br />
66) Possono essere acquistati prodotti fitosanitari in confezioni non sigillate o non originali?<br />
* A. Sì, purché si tratti di prodotti non classificati<br />
* B. No, in nessun caso<br />
* C. Sì, purché il rivenditore ne garantisca la provenienza<br />
67) Quali sono alcuni requisiti tassativi per l’acquisto e il commercio dei prodotti fitosanitari?<br />
* A. La confezione deve essere esclusivamente in vetro<br />
* B. Confezione originale, numero e data di registrazione del Ministero della Sanità, classe di tossicità e intervallo<br />
di sicurezza<br />
* C. Devono esser venduti sfusi a peso<br />
68) Come devono essere conservati i prodotti fitosanitari “pericolosi” molto tossici (T+), tossici (T) e<br />
nocivi (Xn)?<br />
* A. È sufficiente che siano tenuti separati da sostanze alimentari e mangimi<br />
* B. In un luogo appartato della abitazione<br />
* C. In appositi locali o in appositi armadi ambedue da tenere chiusi a chiave<br />
69) Come è opportuno siano conservati i prodotti fitosanitari di qualsiasi classe di appartenenza?<br />
* A. Basta che siano separati da sostanze alimentari e mangimi<br />
* B. Basta che non siano alla portata dei bambini<br />
* C. In modo da evitare qualsiasi ipotizzabile possibilità di danno, in particolare chiusi in un apposito armadietto<br />
dotato di un cartello di pericolo<br />
70) Possono essere prestati o regalati ad altre persone i prodotti fitosanitari “pericolosi” molto tossici<br />
(T+), tossici (T) e nocivi (Xn)?<br />
* A. No, in nessun caso<br />
* B. Solamente se si è certi che il loro impiego avvenga in modo corretto<br />
* C. Sì, se queste persone sono in possesso del patentino<br />
71) Prima di sottoporsi all’esame per il conseguimento del patentino è opportuno:<br />
* A. Sottoporsi a una visita medica preventiva<br />
* B. Conseguire il certificato di buona condotta<br />
* C. Sottoporsi a visita oculistica<br />
72) L’autorizzazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />
viene rilasciata:<br />
* A. Dalle organizzazioni di categoria degli agricoltori a seguito di un corso di formazione<br />
* B. Dalla Regione Liguria, Servizio Cordinamento Ispettorati Agrari, dopo che è stata accertata la preparazione<br />
dell’agricoltore tramite esame<br />
* C. Dalla ASL dopo aver effettuato una visita medica e i relativi accertamenti<br />
73) L’autorizzazione all’acquisto di prodotti fitosanitari:<br />
* A. È necessaria per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura<br />
* B. È necessaria per i preparati pericolosi molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />
* C. È necessaria solo per i prodotti fitosanitari liquidi<br />
51
IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />
74) Il modulo per l’acquisto di prodotti fitosanitari contiene:<br />
* A. La registrazione dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) acquistati, firmata<br />
dall`acquirente<br />
* B. L’autorizzazione al trasporto di preparati pericolosi<br />
* C. L’indicazione delle malattie delle colture da trattare, firmata dall’acquirente<br />
75) I prodotti fitosanitari possono essere prodotti in qualsiasi stabilimento chimico?<br />
* A. Sì<br />
* B. Solo in stabilimenti farmaceutici<br />
* C. Solo in stabilimenti autorizzati per la produzione di prodotti fitosanitari<br />
76) Chiunque può vendere prodotti fitosanitari?<br />
* A. Sì<br />
* B. No, solo chi ha compiuto i 18 anni<br />
* C. No, solo chi ha compiuto i 18 anni ed è in possesso dell’autorizzazione<br />
77) Dove possono essere conservati per la vendita i prodotti fitosanitari?<br />
* A. In un locale qualsiasi<br />
* B. In un locale refrigerato<br />
* C. In depositi e locali autorizzati e non adibiti al deposito o alla vendita di generi alimentari e mangimi<br />
78) Quali responsabilità assume chi acquista prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi<br />
(Xn)?<br />
* A. Nessuna responsabilità se il prodotto viene impiegato da parenti<br />
* B. È considerato responsabile solo se il prodotto viene impiegato da persone minorenni<br />
* C. La responsabilità diretta di una idonea conservazione e di un impiego corretto del prodotto<br />
79) In caso di spandimento accidentale di prodotto fitosanitario durante il trasporto cosa è necessario<br />
fare?<br />
* A. Allontanarsi il prima possibile<br />
* B. Adoperarsi per evitare ulteriori danni e informare l’autorità sanitaria (ASL) e ambientale<br />
* C. Recuperare subito il prodotto versato con i mezzi immediatamente disponibili<br />
52
CAPITOLO IV.3<br />
LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS)<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le informazioni contenute nella scheda di sicurezza dei prodotti<br />
fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
La scheda di sicurezza<br />
Per ogni prodotto fitosanitario viene redatta una scheda di sicurezza contenente<br />
informazioni per la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente sul<br />
luogo di lavoro, per consentire agli utilizzatori professionali di adottare tutte le<br />
misure necessarie alla sicurezza propria e dell’ambiente.<br />
In occasione della prima fornitura di un prodotto fitosanitario classificato pericoloso<br />
(D.Lgs.65/03), il responsabile dell’immissione sul mercato (fabbricante, importatore<br />
o distributore) deve fornire gratuitamente all’acquirente la scheda<br />
informativa in materia di sicurezza (SDS). Questa scheda può essere fornita<br />
su supporto cartaceo o su supporto informatico. La scheda di sicurezza deve essere<br />
fornita, su richiesta di un utilizzatore professionale, anche per i prodotti fitosanitari<br />
non classificati pericolosi, ma che contengono determinati valori di<br />
concentrazione (concentrazione uguale o maggiore all’1% in peso, per i preparati<br />
liquidi o solidi, e uguale o maggiore allo 0,2% in volume per i preparati gassosi)<br />
di almeno una sostanza che presenti pericoli per la salute o per l’ambiente<br />
o una sostanza per la quale esistono valori limite di esposizione professionale<br />
approvati dall’Unione Europea per i luoghi di lavoro.<br />
La SDS deve essere sempre aggiornata: se il responsabile dell’immissione sul mercato<br />
di un prodotto fitosanitario sia venuto a conoscenza di nuove e rilevanti informazioni<br />
sulla sicurezza e la tutela della salute e dell’ambiente è tenuto a<br />
trasmettere la SDS aggiornata all’utilizzatore. La SDS deve essere redatta in lingua<br />
italiana.<br />
La SDS comprende le seguenti 16 voci obbligatorie:<br />
1) Identificazione della Sostanza o del Preparato e del Produttore;<br />
2) Identificazione dei Pericoli;<br />
3) Composizione/ Informazione sui Componenti;<br />
4) Misure di Primo Soccorso;<br />
5) Misure Anti-incendio;<br />
6) Provvedimenti in caso di dispersioni accidentali; Informazioni aggiuntive:<br />
In caso di contaminazione di un corso d’acqua o rete fognaria, avvisare le<br />
autorità competenti;<br />
7) Manipolazione ed Immagazzinamento;<br />
53
IV.3: La scheda di sicurezza (SDS) dei prodotti fitosanitari<br />
Il venditore deve consegnare<br />
gratuitamente all’acquirente<br />
la scheda di sicurezza dell’agrofarmaco<br />
al momento<br />
della vendita.<br />
L’acquirente deve comunque richiedere<br />
la scheda di sicurezza<br />
del prodotto che acquista.<br />
È molto importante consultare<br />
il punto 8 della SDS<br />
prima di eseguire qualsiasi<br />
manipolazione del prodotto<br />
(in esso sono descritti i dispositivi<br />
di protezione individuale<br />
che si devono usare per<br />
la salvaguardia della salute, e<br />
i tempi di rientro in campo).<br />
Le misure di pronto soccorso<br />
si trovano al punto 4 della<br />
SDS.<br />
8) Protezione personale / controllo dell’esposizione; misure di protezione<br />
collettive; equipaggiamenti personali di protezione; protezione dell’apparato<br />
respiratorio; protezione degli occhi; protezione delle mani; protezione del corpo;<br />
Per l’utilizzo in campo: Tempi di rientro; limiti di esposizione professionale;<br />
9) Proprietà chimico-fisiche: colore – odore – punto di infiammabilità – temperatura<br />
di auto accensione – proprietà esplosive – proprietà ossidanti – miscibilità<br />
– densità – pH;<br />
10) Stabilità e reattività; prodotti di decomposizione pericolosi; reazioni<br />
pericolose;<br />
11) Informazioni tossicologiche; Tossicità orale acuta (DL50); Tossicità dermale<br />
acuta; Tossicità inalatoria acuta; Irritazione dermale; Irritazione oculare;<br />
Sensibilizzazione; Esposizioni a lungo termine;<br />
12) Informazioni ecologiche; informazioni sull’eliminazione (persistenza e degradabilità);<br />
potenziale di Bioaccumulo; stabilità in acqua; stabilità nel suolo;<br />
mobilità; effetti ecotossici: tossicità acuta per i pesci; tossicità per gli invertebrati<br />
acquatici; tossicità per le alghe;<br />
13) Osservazioni sullo smaltimento; Contenitore;<br />
14) Informazioni sul trasporto; strada – ferrovia- aereo – mare;<br />
15) Informazioni sulla normativa; registrazione ministero della salute<br />
n.°; nome del prodotto; nome dei componenti; Simboli di pericolo; Frasi<br />
di rischio; Consigli di prudenza; Istruzioni particolari in etichetta; riferimenti<br />
normativi;<br />
16) Altre informazioni; frasi di rischio aggiuntive.<br />
La scheda di sicurezza deve consentire agli utilizzatori professionali di prendere<br />
i necessari provvedimenti per la tutela della salute propria e dell’ambiente. Inoltre<br />
deve permettere al datore di lavoro di determinare la presenza sul luogo di<br />
lavoro di qualsiasi agente chimico pericoloso, e di valutare l’eventuale rischio<br />
alla salute e sicurezza dei lavoratori derivante dal loro uso.<br />
Le informazioni della SDS devono essere presentate in maniera chiara e concisa;<br />
sulla prima pagina deve essere indicata la data di compilazione e, in caso di aggiornamento,<br />
le modifiche devono essere segnalate al destinatario. L’attuale<br />
normativa relativa alle schede di sicurezza individua pertanto la persona fisica e<br />
giuridica dell’utilizzatore professionale quale destinatario di questo strumento.<br />
Per utilizzatore professionale si intende:<br />
° il rivenditore (cioè il datore di lavoro che deve gestire la sicurezza del suo deposito<br />
di rivendita); l’azienda agricola in cui si configura qualsiasi datore di<br />
lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 (agricoltore, contoterzista, società di servizi, ecc.);<br />
° le imprese familiari in cui il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini<br />
entro il secondo grado, prestano in modo continuativo la loro attività di lavoro<br />
nella famiglia o nell’impresa familiare;<br />
° i lavoratori autonomi contoterzisti che compiono opere e servizi;<br />
° i piccoli imprenditori, che possono essere i coltivatori diretti del fondo;<br />
° i piccoli commercianti e comunque coloro che esercitano un’attività professionale<br />
organizzata prevalentemente con lavoro proprio e dei componenti<br />
della famiglia;<br />
° i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo.<br />
In caso di mancata consegna della SDS da parte del rivenditore, l’utilizzatore professionale<br />
deve richiederla obbligatoriamente ed il rivenditore è tenuto obbligatoriamente<br />
a fornirla; la mancata fornitura della scheda di sicurezza è passibile<br />
di sanzione amministrativa.<br />
Il fornitore deve sempre avere un riscontro dell’avvenuto ricevimento e consegna<br />
della SDS a garanzia di avere fornito, alla prima fornitura, ad ogni modifica, ad<br />
ogni aggiornamento ed in maniera chiara, la relativa SDS all’utilizzatore professionale.<br />
Non è considerata messa a disposizione dell’utilizzatore professionale<br />
una scheda di sicurezza contenuta nel sito internet dell’azienda fornitrice. Inoltre<br />
se la SDS immessa sul mercato risulta incompleta e inadeguata, chiunque abbia<br />
apposto la sua identificazione sulla SDS è perseguibile a norma di legge.<br />
54
IV.3: La scheda di sicurezza (SDS) dei prodotti fitosanitari<br />
CAP IV.3<br />
LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS) DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
80) Che cosa è la scheda di sicurezza?<br />
* A. Una certificazione dell’impianto elettrico aziendale<br />
* B. Una scheda che accompagna la macchina per i trattamenti antiparasssitari<br />
* C. Una scheda contenente informazioni per la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente del<br />
luogo di lavoro<br />
81) A chi spetta l’aggiornamento della scheda di sicurezza?<br />
* A. È sufficiente che le schede aggiornate siano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale<br />
* B. All’agricoltore che detiene i prodotti<br />
* C. Al responsabile dell’immissione sul mercato del prodotto fitosanitario, tempestivamente<br />
82) Il venditore di prodotti fitosanitari deve consegnare la scheda di sicurezza per tutti i prodotti venduti?<br />
* A. Solo per i prodotti molto tossici e tossici<br />
* B. Sì, è obbligato per tutti i prodotti classificati pericolosi<br />
* C. No, solo in caso di richiesta specifica<br />
83) La scheda di sicurezza riporta indicazioni sui dispositivi di protezione necessari per l’agricoltore?<br />
* A. No, riporta solo indicazioni sul prodotto fitosanitario<br />
* B. Sì, al punto 8 della scheda sono riportati i necessari equipaggiamenti di protezione dell’apparato respiratorio,<br />
occhi, mani, corpo<br />
* C. Riporta indicazioni sul tipo di macchina per i trattamenti da utilizzare<br />
55
CAPITOLO IV.4<br />
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE<br />
INDIVIDUALI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le attrezzature per la protezione derivante dai rischi dell’uso<br />
dei prodotti fitosanitari<br />
scegliere i dispositivi più idonei per la tutela degli operatori<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Protezione del corpo (tute, guanti e stivali)<br />
Protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi (casco, maschera,<br />
filtri, occhiali, cappucci e copricapi)<br />
Introduzione<br />
Coloro che manipolano i prodotti fitosanitari sono soggetti ad un rischio chimico<br />
più o meno elevato in funzione:<br />
ó della tossicità e della pericolosità dei prodotti stessi;<br />
ó dei livelli e della durata dell’esposizione;<br />
ó del grado di assorbimento attraverso la via respiratoria, la pelle, le mucose e<br />
la via ingestiva;<br />
ó delle modalità e della frequenza d’uso.<br />
La routine lavorativa comporta sovente un’eccessiva confidenza degli operatori<br />
con le attività più pericolose che, a sua volta, determina un aumento di eventi<br />
incidentali che possono scaturire in infortuni sul lavoro ed anche, in tempi più o<br />
meno lunghi, in malattie professionali. Le operazioni che espongono gli agricoltori<br />
ai prodotti fitosanitari iniziano con la preparazione della miscela e proseguono<br />
con l’applicazione e con la pulizia delle attrezzature irroranti.<br />
È fondamentale che gli addetti del settore utilizzino i dispositivi di protezione<br />
individuale (DPI), specifici per l’esposizione a prodotti fitosanitari, durante tutte<br />
le attività in cui possono venire a contatto, direttamente o indirettamente, con<br />
tali agenti chimici pericolosi.<br />
I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) si suddividono in 3 categorie,<br />
in base all’effettiva protezione esplicata:<br />
ó I Categoria: DPI che proteggono contro rischi fisici di lieve entità;<br />
ó II Categoria: DPI che proteggono contro rischi gravi; per questi DPI è necessario<br />
che il fabbricante richieda una documentazione tecnica (Certificato di<br />
Conformità) da un ente riconosciuto;<br />
ó III Categoria: DPI destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni<br />
gravi. Seguono la stessa procedura di quelli di II categoria. Sono sottoposti<br />
ad un ulteriore controllo di produzione.<br />
Di seguito viene fornita una descrizione sommaria ed orientativa dei principali<br />
57<br />
I DPI si suddividono in 3 categorie:<br />
I – II – III<br />
In agricoltura si usano DPI appartenenti<br />
a tutte e 3 le categorie.
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
I Dispositivi di Protezione Individuale<br />
non devono essere<br />
scambiati con i propri compagni<br />
di lavoro.<br />
I DPI devono essere indossati<br />
SEMPRE durante la preparazione<br />
e l’esecuzione dei trattamenti.<br />
Le tute in tessuto non servono<br />
per la protezione del<br />
corpo durante i trattamenti<br />
con agrofarmaci. Devono essere<br />
impermeabili, non in tessuto!<br />
Tuta in tychem<br />
Tuta in tyvek<br />
I materiali che offrono maggiori<br />
garanzie di protezione sono:<br />
1) Tyvek;<br />
2) Tyvek-Pro-C;<br />
3) Tychem;<br />
4) PVC.<br />
Max protezione classe 1;<br />
minima protezione classe 6;<br />
PER TRATTAMENTI CON<br />
<strong>AGROFARMACI</strong> È CONSIGLIA-<br />
BILE LA CLASSE 3.<br />
dispositivi di protezione individuale (DPI) per l’esposizione ai prodotti fitosanitari,<br />
suddivisi in funzione delle parti del corpo da proteggere.<br />
Indumenti per la protezione del corpo<br />
Per la protezione cutanea del corpo, degli arti superiori ed inferiori sono disponibili:<br />
ó tute<br />
ó guanti<br />
ó stivali<br />
TUTE<br />
Bisogna assolutamente evitare che i prodotti fitosanitari impiegati vengano a contatto<br />
con la pelle. La pelle è una delle vie attraverso cui i prodotti fitosanitari possono<br />
esplicare un’azione tossica sull’operatore; per questo motivo è indispensabile<br />
indossare durante il trattamento una apposita tuta protettiva. La tuta deve essere<br />
in materiale impermeabile in modo che il prodotto fitosanitario non possa<br />
penetrare ed al termine del trattamento deve essere lavata. Esistono in vendita<br />
tute in materiali speciali per questo uso (per es. in TYVEK e TYVEK-PRO-C, TY-<br />
CHEM, PVC, …) che si prestano egregiamente anche se hanno un costo elevato.<br />
Le comuni tute di cotone (per esempio quelle da officina) non sono sufficienti a<br />
proteggere e NON DEVONO ESSERE USATE PER I TRATTAMENTI (anzi sono sconsigliabili!)<br />
in quanto possono assorbire i prodotti fitosanitari ed impregnarsi. Esistono<br />
anche tute usa e getta (monouso) in tyvek (leggere e sicure).<br />
Gli indumenti utilizzati per lavori a contatto con gli agrofarmaci devono essere<br />
sempre lavati accuratamente dopo l’uso, avendo cura di tenerli separati dagli<br />
altri durante il lavaggio.<br />
La norma CE prevede una classificazione specifica delle tute, sotto riportata:<br />
La classificazione CE delle tute usate come DPI è in ordine decrescente: dal tipo<br />
1 (più protettivo), al tipo CE (meno protettivo).<br />
Per usi agricoli è consigliato il TIPO 3.<br />
58<br />
CLASSIFICAZIONE DELLE TUTE<br />
TIPOLOGIA SIMBOLO PROTEZIONE<br />
TIPO 1 1 GAS 1<br />
TIPO 2 2 GAS 2<br />
TIPO 3<br />
TIPO 4<br />
TIPO 5<br />
TIPO 6<br />
TIPO CE<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
C<br />
GETTI DI LIQUIDI AD<br />
ALTA PRESSIONE,<br />
SOSTANZE CHIMICHE<br />
SPRUZZI DI SOSTANZE<br />
CHIMICHE<br />
POLVERI E PICCOLI<br />
GETTI LIQUIDI<br />
SPRUZZI DI SOSTANZE<br />
CHIMICHE E<br />
PARTICELLE SOLIDE<br />
SOLO POLVERI E<br />
PARTICELLE<br />
Impiego agricolo
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
Le tute possono essere dotate di accessori o finiture che hanno la funzione di limitare<br />
al massimo l’esposizione, tra cui, ad esempio: cappuccio con elastico, calzino<br />
integrato, cerniera coperta da patella, cuciture ricoperte o termosaldate, polsini,<br />
caviglie e vita elasticizzati, nonché elastico, da infilare sul dito pollice, fissato al risvolto<br />
della manica per evitare che la stessa si sollevi, ecc… Se la protezione deve<br />
essere integrata, le maniche e i pantaloni devono essere indossati all’esterno di<br />
guanti e stivali, (o all’interno nel caso di modelli con calzino integrato). Qualora<br />
lo si ritenesse necessario, la tenuta degli accoppiamenti guanti e stivali può essere<br />
garantita anche attraverso l’ausilio di apposito e adeguato nastro adesivo.<br />
GUANTI E STIVALI<br />
Le estremità del corpo sono punti a continuo contatto con le miscele di prodotto<br />
fitosanitario sia nella fase di preparazione che in quella di distribuzione; per questo<br />
motivo è necessario indossare, oltre alla tuta, guanti in gomma nitrilica oppure<br />
neoprenica e stivali impermeabili.<br />
GUANTI<br />
Vanno indossati ogni volta che si manipola l’agrofarmaco e mentre si prepara la<br />
miscela.<br />
Al termine della preparazione della miscela, prima di procedere alle operazioni di distribuzione,<br />
i guanti ancora indossati vanno lavati con acqua pulita. Concluse le operazioni<br />
di trattamento, prima di toglierseli, è opportuno lavarli bene con acqua e<br />
sapone ed aiutarsi con la mano ancora coperta dal guanto per sfilarseli, in maniera<br />
da non toccare direttamente con le mani nude la superficie esposta agli agrofarmaci.<br />
Di seguito è riportato uno schema con la valutazione dei tempi di rottura dei diversi<br />
tipi di guanti. Va ricordato che la durata del guanto può variare anche in<br />
base al tipo di co-formulante presente nel prodotto fitosanitario utilizzato.<br />
I guanti vanno sempre sostituiti in caso di rottura, abrasione o logoramento.<br />
TABELLA DI VALUTAZIONE DEI TEMPI DI ROTTURA<br />
TIPO GUANTI TEMPI DI ROTTURA min<br />
NEOPRENE 60-120<br />
GOMMA DI NITRILE 60-120<br />
PVC 60-120<br />
59<br />
Non rispettando le norme<br />
precauzionali di indossare i<br />
dpi si va incontro a intossicazione<br />
acuta o cronica!<br />
La miglior protezione per le<br />
mani è esplicata dai guanti in<br />
PVC, neoprene e in nitrile.<br />
Guanti in neoprene<br />
I guanti che si usano per i<br />
trattamenti con agrofarmaci<br />
sono contrassegnati sulla confezione<br />
con le norme EN<br />
374/1 – EN 374/3 ed EN 420.<br />
Prima di togliersi i guanti è<br />
opportuno lavarli a lungo con<br />
acqua e sapone.<br />
Per sfilarseli contemporaneamente<br />
aiutarsi con entrambe<br />
le mani, ancora protette dai<br />
guanti.
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
Per valutare lo stato di usura<br />
della suola degli stivali è opportuno<br />
verificare che lo<br />
spessore minimo sotto la<br />
suola e sotto il tacco siano rispettivamente<br />
di 7,5 mm e 9,0<br />
mm.<br />
Stivali resistenti a oli e acidi<br />
2<br />
Pittogrammi sulla confezione<br />
o sulla calzatura o sullo stivale.<br />
7<br />
Ricordarsi di revisionare la<br />
maschera o la semimaschera<br />
più volte durante l’anno.<br />
Verificare la tenuta delle valvole<br />
di Inspirazione ed eventualmente<br />
sostituirle.<br />
STIVALI<br />
Gli stivali devono essere in materiale elastomerico (gomma), e dotati di un certo<br />
spessore. Vanno realizzati con materiali che devono assicurare resistenza alla penetrazione,<br />
alla permeazione e alla degradazione in relazione agli agenti chimici.<br />
Rientrano nella categoria delle calzature di sicurezza, possono avere il puntale<br />
e presentare altezze variabili, (al polpaccio, al ginocchio, alla coscia), secondo il<br />
tipo di rischio previsto.<br />
Le suole possono essere in poliuretano (PUR), materiale che dona leggerezza<br />
e flessibilità al DPI, resistenza al calore fino a 100°C, resistenza all’olio, benzina,<br />
alle sostanze chimiche, resistenza all’abrasione. Altro materiale indicato per la<br />
suola degli stivali è il nitrile: le suole in nitrile sono più resistenti di quelle in poliuretano,<br />
resistono al calore fino a 180°C, sono resistenti all’olio, agli idrocarburi,<br />
alle sostanze chimiche, sono antistatiche e antitaglio. Lo spessore minimo sotto<br />
il tacco deve essere di 9 mm., quello della suola di 7,5 mm.<br />
La protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi<br />
Vengono utilizzati:<br />
ó casco<br />
ó maschere<br />
ó filtri<br />
ó occhiali<br />
ó cappucci e copricapo<br />
CASCO<br />
Il casco è il mezzo di protezione delle vie respiratorie che offre la massima sicurezza.<br />
Garantisce la protezione completa della testa, del viso, delle orecchie e<br />
del collo.<br />
È necessario che sia di buona qualità e che aderisca perfettamente al capo e alle<br />
spalle; gli elettroventilatori che immettono l’aria all’interno devono assicurare<br />
un adeguato rifornimento di aria fresca e pulita; i filtri devono essere del tipo e<br />
delle dimensioni adeguate all’impiego. I caschi dell’ultima generazione sono a<br />
batteria. La batteria si trova all’interno del casco.<br />
Sono da preferire caschi a visione panoramica, che poggino stabilmente sulle<br />
spalle dell’operatore.<br />
Le norme tecniche indicano l’uso obbligatorio del casco elettroventilato in caso<br />
di operatori in possesso di barba e baffi, in quanto con le maschere non si riesce<br />
ad ottenere un’adeguata adesione e tenuta al volto.<br />
I caschi si differenziano per il punto di appoggio (testa e spalle), per il tipo di alimentazione<br />
(pile a secco, batteria ricaricabile, batteria del trattore, sistemi misti,<br />
ecc…), nonché per la portata dell’aria da 120 a oltre 200 l/min (la norma EN<br />
12941 non ammette un flusso inferiore a 120 l/min).<br />
MASCHERE<br />
Utilizzando la maschera in luogo del casco si ha un minor costo, ma si ha sicuramente<br />
una protezione inferiore. Per l’acquisto preferire sempre maschere<br />
intere (a facciale pieno), possibilmente dotate di 2 filtri. La presenza di due<br />
filtri è fondamentale per garantire un giusto passaggio di aria quando l’operatore<br />
si trovi sotto sforzo ed abbia quindi necessità di maggiori volumi di<br />
aria. L’adattamento del respiratore della maschera sul viso assicura la tenuta<br />
del bordo del facciale. La verifica della completa tenuta può essere effettuata<br />
attraverso una semplice prova. Il test di corretto funzionamento consiste nel<br />
chiudere col palmo della mano il coperchio della valvola di esalazione, durante<br />
l’espirazione, e nel verificare il rigonfiamento del facciale e l’assenza di perdite<br />
di aria.<br />
Se si utilizza una maschera sprovvista di vetro integrale, (semimaschera) durante<br />
il trattamento si devono indossare anche gli occhiali ed il cappuccio impermeabile.<br />
Particolare attenzione va riservata ai filtri che devono essere del tipo prescritto<br />
per il modello di maschera impiegata. Dopo il trattamento, occorre svitare ed<br />
asportare i filtri, e lavare accuratamente la maschera.<br />
60
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
Va ricordato che le normali mascherine con filtri in tessuto NON offrono una protezione<br />
adeguata per i trattamenti fitosanitari. Esistono mascherine usa e getta<br />
con valvola centrale a carboni attivi per solventi organici. Il loro uso deve essere<br />
limitato perché sono costruite in materiale assorbente, modellabile sul viso dell’operatore,<br />
che respira assorbendo aria dalla valvola centrale. È sconsigliabile<br />
l’uso in serra di questa tipologia di maschera.<br />
FILTRI<br />
L’apparato filtrante della maschera o dei caschi è costituito da filtri combinati i<br />
cui criteri di scelta sono quanto mai importanti per assicurarsi una protezione<br />
reale e continua nel tempo.<br />
Pre-filtro: ha la funzione di trattenere le particelle polverose, viene indicato con<br />
la lettera “P” ed è suddiviso in 3 classi numerate da uno a tre; col crescere del<br />
numero cresce anche l’efficacia.<br />
Filtro: ha la funzione di filtrare gas e vapori organici, viene indicato con la lettera<br />
“A” ed è suddiviso in tre classi, da uno a tre; col crescere del numero cresce<br />
anche l’efficacia.<br />
Capacità di filtraggio<br />
CLASSE CAPACITÀ CONCENTRAZIONE<br />
MASSIMA DI UTILIZZO<br />
NOTE<br />
1 BASSA 1.000ppm SOLO IMPIEGHI<br />
IN PIENO CAMPO<br />
2 MEDIA 5.000ppm SOLO IMPIEGHI<br />
IN PIENO CAMPO<br />
3 ALTA 10.000ppm IMPIEGHI MISTI<br />
CAMPO E SERRA<br />
Le classi più alte devono essere riservate agli impieghi più gravosi in locali chiusi oppure<br />
all’aperto in presenza di sostanze tossiche o nocive. I filtri di terza classe offrono maggiore<br />
resistenza al passaggio dell’aria. L’operatore si affatica di più usando questo tipo<br />
di filtro, ma è maggiormente protetto. Usando filtri di classe 3 è bene usare maschere<br />
predisposte per il doppio filtro oppure con un filtro di maggior diametro.<br />
I filtri più usati sono i filtri combinati.<br />
Per i trattamenti in pieno campo è in genere sufficiente un filtro combinato<br />
A2P2, mentre per i trattamenti in serra con prodotti tossici va usato un filtro<br />
A3P3. Comunque anche in pieno campo è sempre consigliabile usare un filtro<br />
del tipo A3P3.<br />
CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI<br />
TIPO COLORE PROTEZIONE DA<br />
A MARRONE Vapori organici e solventi<br />
B GRIGIO Gas e vapori inorganici<br />
E GIALLO Anidride solforosa e acidi solforosi<br />
P VERDE Ammoniaca<br />
K BIANCO Polveri tossiche, fumi, nebbie<br />
(polveri di amianto, silicio, alluminio)<br />
61<br />
Esempio di maschera con filtri<br />
Respiratore con filtro combinato<br />
antipolvere e antigas<br />
Semimaschera<br />
Dopo l’uso e la pulizia, maschere,<br />
semi maschere e caschi<br />
devono essere riposti in<br />
luogo adatto, fresco e<br />
asciutto, lontano dagli agrofarmaci,<br />
con i filtri smontati,<br />
chiusi in sacchetti multistrato<br />
(possibilmente nella confezione<br />
originale).<br />
In serra si deve usare il casco<br />
o la maschera facciale con i<br />
filtri a massima protezione<br />
(ambiente chiuso).
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
- controllare sempre la data di<br />
scadenza sulla confezione.<br />
- preferire i filtri combinati<br />
anche in pieno campo<br />
- se si usano prodotti T+ o T o<br />
Xn usare filtri A3P3 con maschere<br />
dotate di 2 filtri (sotto<br />
sforzo si respira meglio con 2<br />
filtri).<br />
- sostituire il filtro entro la<br />
data di scadenza riportata<br />
sulla confezione e comunque<br />
frequentemente in maniera<br />
direttamente proporzionale<br />
all’uso.<br />
Quando il filtro è intasato aumenta<br />
la resistenza respiratoria,<br />
(sotto sforzo arriva poca<br />
aria senso di soffocamento<br />
dell’operatore).<br />
Prima di eseguire qualsiasi<br />
operazione anche preparatoria,<br />
di manipolazione di agrofarmaci<br />
Leggere attentamente la<br />
scheda di sicurezza al punto 8<br />
– protezione personale (consigli<br />
sul tipo di filtro da impiegare)!<br />
Filtro combinato<br />
Ricordarsi di riporre i filtri<br />
nella confezione originale<br />
dopo l’uso. Diversamente il<br />
filtro rimane attivo e si “consuma”<br />
rapidamente. Si possono<br />
usare anche sacchetti<br />
multistrato usati nella crioconservazione<br />
per i prodotti<br />
surgelati.<br />
Di solito in agricoltura si usa il tipo A abbinato al tipo P.<br />
Quando si eseguono concimazioni fogliari usando in abbinamento concimi chimici,<br />
insetticidi e fungicidi, per esempio concimazione fogliare dell’olivo con nitrato<br />
ammonico, insieme a trattamento insetticida contro la mosca delle olive e<br />
fungicida contro l’occhio di pavone, bisognerebbe usare un filtro combinato di<br />
tipo A (marrone) + P (verde) + K (bianco).<br />
MODELLI COMBINATI CON PIÙ TIPI DI FILTRO<br />
TIPO COLORE PROTEZIONE DA<br />
A..B..E.. MARRONE+GRIGIO+GIALLO Vapori organici, gas acidi,<br />
anidride solforosa<br />
A..B..E..K.. MARRONE+GRIGIO+GIALLO+VERDE Vapori organici, gas acidi,<br />
anidride solforosa,<br />
ammoniaca<br />
P3 BIANCO Polveri e fumi<br />
A3-P3 MARRONE+BIANCO Vapori organici polveri e<br />
fumi<br />
B..-P3 GRIGIO+BIANCO Gas acidi, polvere e fumi<br />
E..-P3 GIALLO+BIANCO Anidride solforosa,<br />
polvere e fumi<br />
K..-P3 VERDE+BIANCO Ammoniaca,<br />
polveri e fumi<br />
A..B..E..-P3 MARRONE+GRIGIO+GIALLO+BIANCO Vapori organici, gas acidi,<br />
anidride solforosa, polveri<br />
e fumi<br />
A..B..E..K..-P3 MARRONE+GRIGIO+GIALLO+VERDE+ Vapori organici, gas acidi,<br />
BIANCO<br />
anidride solforosa,<br />
ammoniaca polveri e fumi<br />
DURATA DEI FILTRI<br />
Per la manutenzione e la sostituzione del filtro è necessario seguire esattamente<br />
le indicazioni del produttore e controllare sempre la data di scadenza apposta<br />
su di esso (non usare i filtri oltre la data di scadenza). L’efficienza dei filtri decresce<br />
col passare del tempo e con l’intensità d’uso; essi vanno pertanto sostituiti,<br />
anche prima della scadenza, ogni qualvolta risultino deteriorati o danneggiati o<br />
si avverta una riduzione della loro efficienza.<br />
Quindi anche per filtri non ancora scaduti viene raccomandata la sostituzione<br />
quando:<br />
ó È avvertito un aumento della resistenza respiratoria;<br />
ó Trascorsi 6 mesi dall’apertura della confezione.<br />
ó Siano raggiunte le seguenti ore di lavoro:<br />
- 40 ore per filtri in dotazione a maschere e semi-maschere;<br />
- 100 – 120 ore per filtri in dotazione a casco;<br />
- 150 ore per cabina pressurizzata.<br />
I filtri devono essere riposti, dopo l’uso, nelle confezioni originali, costruite in<br />
materiale multi-strato, capaci di bloccare il flusso di aria attraverso gli stessi. Diversamente<br />
i filtri rimangono attivi e quando vengono riutilizzati sono già esausti<br />
e necessitano di una nuova sostituzione. A tale scopo possono essere utilizzati<br />
anche i sacchetti multistrato usati nella conservazione per i prodotti surgelati.<br />
OCCHIALI<br />
Vanno utilizzati in abbinamento a semimaschere o maschere sprovviste di vetro<br />
integrale, insieme al cappuccio impermeabile.<br />
Bisogna orientarsi verso occhiali specifici per la protezione da agenti chimici, dotati<br />
di buona resistenza meccanica, a tenuta stagna o corredati di coperture laterali,<br />
stagne.<br />
La montatura deve essere realizzata con materiali morbidi, leggeri e adattabili<br />
alla conformazione del volto.<br />
62
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
Le lenti devono essere trattate per evitare l’appannamento, si consigliano i modelli<br />
provvisti di un particolare sistema di aerazione che evita tale fastidioso fenomeno.<br />
I CAPPUCCI E I COPRICAPI<br />
La protezione del cuoio capelluto e della fronte dagli agenti chimici pericolosi<br />
può essere assicurata dal cappuccio della tuta (indispensabile anche nel caso di<br />
maschera pieno facciale), oppure dal copricapo con visiera e finestratura anteriore<br />
trasparente.<br />
Generalmente si tratta di dispositivi usa e getta realizzati in polipropilene o altri<br />
materiali idonei alla protezione chimica.<br />
Norme tecniche di riferimento per DPI<br />
Approfondimento tute:<br />
I DPI devono rispondere a specifiche norme di qualità armonizzate a livello internazionale.<br />
Per le tute le norme di riferimento sono le seguenti:<br />
norme per materiali, cuciture, unione ed assemblaggi degli indumenti di protezione<br />
chimica:<br />
UNI EN 943 – 1;<br />
UNI EN 14325;<br />
resistenza alla penetrazione di agenti chimici liquidi – prova con atomizzatore:<br />
UNI EN 14786;<br />
UNI EN ISO 17491 – 3;<br />
UNI EN ISO 17491 – 4.<br />
Approfondimento guanti:<br />
La Normativa Europea che regola e classifica i guanti è:<br />
EN 374/1; Guanti di protezione contro prodotti chimici e microbiologici terminologia<br />
e requisiti prestazionali<br />
EN 374/2; determinazione resistenza alla penetrazione<br />
EN 374/3; determinazione della resistenza alla permeazione dei<br />
prodotti chimici<br />
EN 388; guanti di protezione contro rischi meccanici<br />
EN 420. Requisiti generali e metodi di prova.<br />
Approfondimenti stivali:<br />
Le norme tecniche che regolano questo tipo di DPI sono la EN 345 (sigla S)<br />
per le calzature di sicurezza con resistenza del puntale a 200 kg.; la EN 346<br />
(sigla P) per le calzature protettive, con resistenza del puntale fino a 100 Kg.;<br />
la EN 347 (sigla O) per le calzature da lavoro, senza puntale, hanno una classificazione<br />
crescente da 1 a 5.<br />
Esempio di classificazione: Stivali impermeabili al ginocchio<br />
• Marcatura C E<br />
• EN 347<br />
• CLASSIFICAZIONE II – (CALZATURE INTERAMENTE DI GOMMA)<br />
• Presenza dei pittogrammi sulla confezione o sugli stivali come sotto riportato:<br />
2 _ resistenza agli oli, agli acidi, agli idrocarburi;<br />
7 _ impermeabile.<br />
Gli stivali in genere possono avere una combinazione delle norme tecniche<br />
EN: EN 345 e EN 347 oppure EN 346 e EN 347 oppure solo EN 347.<br />
63<br />
Occhiali
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
Approfondimento caschi:<br />
Norme tecniche di riferimento:<br />
UNI EN 12941; Elettrorespiratori a filtro completi di cappuccio – requisiti.<br />
UNI EN 12942; Maschere e semimaschere con Elettrorespiratori – requisiti e marcature.<br />
UNI EN 13274-1; Apparecchi di protezione delle vie respiratorie – Determinazione<br />
della perdita di tenuta.<br />
Approfondimento maschere<br />
Le norme tecniche di riferimento:<br />
UNI EN 136 _ maschere intere (facciali);<br />
UNI EN 140; UNI EN 149 ; UNI EN 1827 _ semimaschere.<br />
Approfondimento filtri:<br />
Le norme tecniche di riferimento per i filtri sono:<br />
UNI EN 141 _ filtri combinati ed anti-gas (acidi, basi, ammoniaca);<br />
UNI EN 143 _ filtri anti-polvere e particelle (lana di vetro, polveri di demolizioni,<br />
lavorazioni del terreno, trinciature;<br />
UNI EN 149 _ facciali filtranti anti-polvere;<br />
UNI EN 405 _ facciali filtranti anti-gas oppure anti-gas e polvere dotati di valvole;<br />
UNI EN 529 _ raccomandazioni uso e manutenzione;<br />
UNI EN 13274-7 _ determinazione della penetrazione dei filtri anti-polvere.<br />
Approfondimento occhiali:<br />
Norme tecniche relative ai dispositivi di protezione individuale degli occhi<br />
EN 165 Terminologia<br />
EN 166 Requisiti dei DPI - specifiche<br />
EN 167 Collaudi ottici<br />
EN 168 Collaudi non ottici<br />
EN 169 Filtri per saldatura e tecniche simili. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />
EN 170 Filtri di raggi ultravioletti. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />
EN 171 Filtri di raggi infrarossi. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />
EN 172 Filtri solari per uso industriale<br />
EN 173 Visiere per guidatori<br />
EN 175 Protezione durante le operazioni di saldatura o processi similari<br />
EN 207 Filtri e protezione degli occhi contro i raggi laser<br />
EN 208 Occhiali per lavori di aggiustamento a laser<br />
EN 379 Filtri per saldatori con grado di trasmissione variabile e filtri per saldatori<br />
con due gradi di trasmissione.<br />
Approfondimento cappucci e copricapi:<br />
La norma tecnica è la stessa delle tute<br />
UNI EN 943-1 e segg.<br />
64
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
CAP IV.4<br />
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI<br />
84) In quale materiale deve essere costruita la tuta che si impiega per effettuare i trattamenti con<br />
agrofarmaci?<br />
* A. In tessuto<br />
* B. In polietilene<br />
* C. In materiale impermeabile alle soluzioni chimiche ed almeno resistente agli spruzzi<br />
85) Si possono usare tute in polietilene traforato, per usi agricoli generici, per i trattamenti con agrofarmaci<br />
in pieno campo?<br />
* A. No, perché le tute per usi generici agricoli proteggono solo dalla polvere e da piccole particelle sospese<br />
nell’atmosfera<br />
* B. Sì, in tutti i casi<br />
* C. Sì, solo se si è in assenza di vento<br />
86) Esistono tute protettive per trattamenti con agrofarmaci usa e getta?<br />
* A. Sì, devono essere impermeabili<br />
* B. No<br />
* C. Sì, è sufficiente che siano dotate di cappuccio<br />
87) Le tute in PVC, a che tipo di manutenzione devono essere sottoposte, al termine di un trattamento<br />
fitoiatrico?<br />
* A. Nessuna manutenzione<br />
* B. Devono essere lavate con acqua e sapone<br />
* C. Normale manutenzione, come qualsiasi altro indumento<br />
88) Anche i guanti devono essere impermeabili?<br />
* A. No<br />
* B. Sì<br />
* C. Solo nel caso di uso continuo durante la giornata<br />
89) Sulla confezione d’acquisto dei DPI sono riportate informazioni importanti per l’utilizzatore?<br />
* A. Sì: sono riportate nome tecniche UNI, EN, ISO; istruzioni di uso e conservazione<br />
* B. No, non è riportata alcuna informazione<br />
* C. Sì, solo la data di scadenza<br />
90) Quale è la durata minima di un guanto, specifico per eseguire trattamenti con agrofarmaci?<br />
* A. In genere 60 minuti, secondo il tipo di concentrazione della sostanza chimica con cui vengono a contatto.<br />
Sulla scheda di sicurezza dell’agrofarmaco ci sono specificazioni in merito<br />
* B. I guanti devono essere sostituiti una volta all’anno<br />
* C. Più di 480 minuti<br />
91) Quali sono i materiali più usati per la realizzazione di guanti di protezione per gli arti superiori?<br />
* A. Neoprene, gomma di nitrile, PVC<br />
* B. Lattice di gomma, tessuto non tessuto<br />
* C. Cotone, lana<br />
92) Gli stivali per la protezione degli arti inferiori durante i trattamenti con agrofarmaci devono essere:<br />
* A. Indossati sotto la tuta, impermeabili, con suola resistente agli acidi, agli oli ed agli idrocarburi<br />
* B. Indossati sopra la tuta<br />
* C. Impermeabili<br />
93) Gli stivali di sicurezza con puntale antischiacciamento, inserti antitaglio e suola antiperforazione<br />
possono essere usati per trattamenti con agrofarmaci?<br />
* A. Sì, purché siano impermeabili e la rigidità della calzatura non comprometta la deambulazione dell’utente<br />
* B. No<br />
* C. Sì, sempre<br />
94) Quale manutenzione richiede la maschera che viene usata durante i trattamenti?<br />
* A. Deve essere semplicemente lavata dopo l’uso<br />
* B. Svitare il filtro, lavarla dopo l’uso e sostituire frequentemente il filtro seguendo le indicazioni del produttore<br />
* C. Deve essere revisionata almeno una volta l’anno<br />
95) L’utilizzatore di una maschera con filtro:<br />
* A. Deve controllare sul filtro la data di scadenza<br />
* B. Non deve accertarsi della data di scadenza se non è mai stato usato il filtro<br />
* C. Può ritenere irrilevante l’indicazione della data di scadenza sul filtro<br />
96) A parità di efficacia dei filtri impiegati, con quale tipo di maschera si ottiene una migliore protezione<br />
delle vie respiratorie?<br />
* A. Semimaschera<br />
* B. Facciale filtrante<br />
* C. Facciale intera o casco<br />
65
IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />
97) In caso di trattamenti in serra non provvista di impianto di irrorazione automatizzato, quali mezzi<br />
di protezione individuale delle vie respiratorie è opportuno utilizzare?<br />
* A. Casco<br />
* B. Semi maschera<br />
* C. Maschera facciale intera<br />
98) Come è consigliabile che sia la tuta protettiva degli addetti ai trattamenti?<br />
* A. Di fattura comune, preferibilmente in tessuto<br />
* B. Di qualsiasi tipo, purché pulita<br />
* C. Impermeabile<br />
99) Dopo aver impiegato i guanti per le lavorazioni con prodotti fitosanitari e prima di toglierseli è<br />
opportuno:<br />
* A. Lavarli a lungo con acqua e sapone<br />
* B. Strofinarli sull’erba<br />
* C. Farli asciugare all’aria<br />
100) Nel togliersi i guanti dopo lavorazioni con prodotti fitosanitari è utile:<br />
* A. Sfilarseli uno alla volta aiutandosi con la mano restata libera<br />
* B. Sfilarseli rapidamente uno alla volta rovesciandoli<br />
* C. Sfilarseli contemporaneamente a poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta<br />
101) Non rispettando le norme precauzionali per l’uso dei prodotti fitosanitari a quali rischi si sottopone<br />
l’operatore?<br />
* A. Nessun inconveniente<br />
* B. Intossicazione acuta o cronica<br />
* C. Solo lievi disturbi<br />
102) Quando viene prescritto l’impiego di mezzi di protezione individuale, questi devono essere indossati.<br />
* A. Solamente se si esegue il trattamento controvento<br />
* B. Solamente se non procura disagi personali nell’effettuare il trattamento<br />
* C. Sempre, nelle fasi di manipolazione e durante il trattamento<br />
103) I mezzi individuali di protezione possono essere scambiati con i compagni di lavoro?<br />
* A. Sì<br />
* B. No<br />
* C. Sì, se preventivamente lavati<br />
104) Come si conservano la maschera ed il filtro?<br />
* A. Appesi, in luogo fresco e riparato<br />
* B. Lontano dalla portata dei bambini<br />
* C. Puliti, ed al riparo dalla polvere e dall’umidità, dentro alla confezione originale o comunque dentro ad<br />
un sacchetto multi strato<br />
105) Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?<br />
* A. Grigio-bianco<br />
* B. Bianco-marrone<br />
* C. Marrone-grigio<br />
106) Può essere necessario sostituire il filtro prima della data di scadenza?<br />
* A. No, il filtro va cambiato esclusivamente alla data di scadenza<br />
* B. Sì, va sostituito anche prima della scadenza nel caso in cui sia intasato, aumentando pertanto la resistenza<br />
respiratoria, o risulti danneggiato<br />
* C. Solo se viene utilizzato da più persone<br />
66
CAPITOLO IV. 5<br />
ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le principali attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
e la loro manutenzione<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Descrizione delle attrezzature<br />
La taratura delle macchine<br />
Un aspetto fondamentale per la difesa delle colture è senz’altro quello della distribuzione<br />
dei prodotti fitosanitari. È necessario, infatti, che all’efficacia del formulato<br />
si accompagni la rapidità e l’uniformità della distribuzione. Esistono<br />
attualmente in commercio diversi tipi di attrezzature, adatte a distribuire prodotti<br />
di natura diversa.<br />
Le attrezzature si distinguono essenzialmente in base al quantitativo di acqua<br />
utilizzato per distribuire correttamente l’agrofarmaco sulla vegetazione della<br />
coltura da trattare.<br />
Si ricorda che l’acqua è un semplice vettore dell’agrofarmaco e non esplica alcuna<br />
attività curativa. Tuttavia il suo utilizzo è fondamentale per la distribuzione della<br />
maggior parte dei prodotti fitosanitari mediante le comuni attrezzature aziendali.<br />
Ottimizzare la distribuzione del prodotto mediante una corretta gestione della<br />
nube irrorante significa migliorare l’efficacia del trattamento antiparassitario.<br />
Negli anni la meccanizzazione agraria ha puntato in modo decisivo sullo sviluppo<br />
di nuove macchine per la distribuzione dei prodotti fitosanitari; di seguito sono<br />
descritti i vari tipi di attrezzature in commercio e quali sono stati gli accorgimenti<br />
adottati per ottenere la distribuzione più uniforme della miscela antiparassitaria.<br />
Attrezzature per la fumigazione: servono per la distribuzione di liquidi fumiganti<br />
(rilasciano gas) che possono avere azione insetticida, anticrittogamica, nematocida,<br />
erbicida. Si utilizza una macchina dotata di una pompa che, per mezzo<br />
di iniettori, distribuisce il prodotto al terreno. Trovano impiego anche per trattamenti<br />
alle derrate alimentari immagazzinate.<br />
Impolveratrici: servono per la distribuzione di prodotti polverulenti (per es.<br />
zolfo). A causa di alcuni inconvenienti legati al loro utilizzo sono state sostituite<br />
da altre macchine.<br />
Irroratrici o pompe a pressione: sono macchine molto diffuse. Il loro funzionamento<br />
è basato su una pompa per mezzo della quale il liquido, sotto pres-<br />
67<br />
L’acqua è un semplice vettore<br />
dell’agrofarmaco e non ha alcuna<br />
attività curativa.<br />
Irroratrice manuale
IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
Atomizzatore a basso volume<br />
Nebulizzatore<br />
È importante controllare periodicamente<br />
le attrezzature<br />
per i trattamenti fitosanitari<br />
per garantirne l’efficacia e<br />
per evitare effetti negativi<br />
sull’ambiente e sulla salute<br />
degli operatori.<br />
Prove di taratura<br />
Le operazioni di controllo e di<br />
manutenzione ordinaria servono<br />
a verificare lo stato di<br />
usura delle componenti meccaniche<br />
e in generale il calo<br />
degli standard d’efficienza.<br />
Verificare la pulizia e l’integrità<br />
degli ugelli. In caso di<br />
usura sostituire gli ugelli per<br />
evitare distribuzioni non uniformi<br />
della miscela.<br />
sione, passa attraverso un ugello e viene suddiviso in goccioline più o meno fini<br />
a seconda del tipo di ugello adottato. In Liguria sono molto diffusi i modelli “a<br />
spalla” con o senza motore, mentre per motivi legati alla conformazione del territorio<br />
i modelli trainati da trattrici hanno avuto minore diffusione.<br />
Le irroratrici sono macchine che richiedono elevati volumi di acqua, dell’ordine<br />
di circa 80 litri ogni 1000 m 2 di superficie trattata.<br />
Atomizzatori: la miscela antiparassitaria, messa in circolo da una pompa, viene<br />
frazionata e trasportata sulla vegetazione da una corrente di aria prodotta da<br />
un ventilatore. Rispetto alle irroratrici gli atomizzatori operano con volumi di<br />
acqua ridotti: si utilizzano infatti circa 15-30 litri/1000 m 2 .<br />
Nebulizzatori: sono attrezzature in grado di formare all’interno degli ambienti<br />
trattati una nebbia di finissime goccioline, partendo da una soluzione oleosa riscaldata<br />
ad alta temperatura. Per il loro impiego richiedono volumi bassissimi di<br />
liquido.<br />
In pratica negli anni si è cercato di ridurre il volume di acqua da utilizzare per la<br />
distribuzione degli agrofarmaci per vari motivi:<br />
1) Riduzione dei tempi di riempimento della botte fra un trattamento e<br />
l’altro.<br />
2) Riduzione del tempo di asciugatura del trattamento e dello sgocciolamento<br />
del prodotto fitosanitario a terra<br />
3) Ottimizzazione dell’efficacia del trattamento. È infatti dimostrato che<br />
riducendo la dimensione delle gocce di miscela antiparassitaria aderiscono<br />
meglio alla coltura e cresce l’efficacia del trattamento<br />
4) Migliore penetrazione della miscela nella vegetazione<br />
La taratura<br />
Prima del trattamento gli operatori devono assicurarsi che le attrezzature siano<br />
in condizioni ottimali, verificando l’efficienza dei loro elementi più importanti,<br />
in particolare gli ugelli e gli eventuali strumenti per regolare l’intensità<br />
e la direzione del getto antiparassitario: queste parti devono ricevere un’accurata<br />
manutenzione ed essere opportunamente tarate, seguendo esattamente<br />
le istruzioni delle ditte produttrici.<br />
Occorre inoltre controllare i componenti idraulici dell’attrezzatura (es. pompe)<br />
e verificare la tenuta dei recipienti in cui andrà versato l’agrofarmaco, facendo<br />
attenzione a non riempire mai fino all’orlo i serbatoi per non causare la fuoriuscita<br />
della miscela antiparassitaria.<br />
La taratura e la manutenzione delle macchine per i trattamenti sono necessarie<br />
per ridurre le perdite di antiparassitari nell’ambiente e per distribuire uniformemente<br />
il prodotto, evitando rischi di fitotossicità per le colture o di inefficacia<br />
del trattamento.<br />
Occorre ricordare che le attrezzature devono essere utilizzate secondo i parametri<br />
e le modalità previste dal costruttore.<br />
Esistono vari tipi di ugelli per la distribuzione del prodotto, specifici per<br />
trattamenti di superficie (al terreno) oppure della vegetazione (a ventaglio,<br />
conici ...).<br />
Particolare attenzione va posta alla verifica della pulizia e dell’integrità degli<br />
ugelli, che vanno sempre tenuti puliti e sostituiti in caso di usura, per evitare distribuzioni<br />
non uniformi della miscela antiparassitaria.<br />
In base alla dimensione, gli ugelli forniscono diverse portate d’acqua e pertanto<br />
è possibile, cambiandoli, modificare il volume d’acqua per ettaro distribuito col<br />
trattamento. Gli ugelli, inoltre, devono essere utilizzati nel corretto intervallo di<br />
pressione indicato nel manuale d’uso dell’attrezzatura, al fine di evitare sgocciolamenti<br />
indesiderati e forme irregolari della nube irrorante.<br />
Una pompa a pressione o un atomizzatore devono sempre essere forniti di un<br />
manometro per il controllo e la regolazione della pressione di esercizio. Esistono<br />
in commercio manometri di facile installazione sulle attrezzature comunemente<br />
usate per la distribuzione degli agrofarmaci.<br />
68
IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
All’inizio della stagione dei trattamenti è opportuno eseguire una taratura in<br />
bianco (senza prodotto fitosanitario) per verificare il corretto funzionamento<br />
dell’attrezzatura.<br />
Si ricorda che per le aziende che aderiscono al Programma di Sviluppo Regionale<br />
2007-2013, le attrezzature utilizzate per le irrorazioni dei prodotti fitosanitari<br />
devono essere sottoposte a verifica almeno quinquennale per testarne il corretto<br />
funzionamento. L’agricoltore deve conservare copia della documentazione attestante<br />
l’avvenuta verifica da parte di tecnici specializzati.<br />
A tale proposito la Regione Liguria ha sviluppato un progetto per la formazione<br />
di tecnici presso alcune cooperative della Liguria, in grado di eseguire la verifica<br />
delle attrezzature.<br />
69<br />
Manometro
IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />
CAP IV.5<br />
ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
107) Gli atomizzatori in genere operano a:<br />
* A. Volume alto (70-100 l/1000 m 2 )<br />
* B. Volume medio (30-70 l/1000 m 2 )<br />
* C. Volume basso (15-30 l/1000 m 2 )<br />
108) Nelle macchine irroratrici ad alto volume la quantità di prodotto fitosanitario da irrorare per<br />
ettaro, rispetto a quelle a basso volume, è:<br />
* A. Maggiore<br />
* B. Minore<br />
* C. Uguale<br />
109) La taratura e la manutenzione delle macchine irroratrici sono necessarie per:<br />
* A. Fare meno trattamenti<br />
* B. Ridurre i tempi necessari per i trattamenti<br />
* C. Ridurre le perdite di prodotti antiparassitari nell’ambiente ed ottimizzare la distribuzione della miscela<br />
sulla vegetazione da trattare<br />
110) È necessaria la manutenzione ordinaria delle macchine utilizzate per i trattamenti?<br />
* A. No<br />
* B. Solo un lavaggio annuale<br />
* C. Sì, controllando ugelli, raccordi e tubi, rubinetti, manometri<br />
111) Quali sono i materiali più resistenti e duraturi per realizzare gli ugelli delle macchine irroratrici?<br />
* A. Ottone<br />
* B. Rame<br />
* C. Ceramica o acciaio<br />
112) Quali vantaggi porta la riduzione dei volumi di acqua nella distribuzione dei fitofarmaci?<br />
* A. Riduzione dei tempi del trattamento, dello sgocciolamento, miglior efficacia<br />
* B. Riduzione dell’effetto deriva<br />
* C. Si riduce l’intervallo di sicurezza<br />
113) Come viene veicolato il prodotto fitosanitario negli atomizzatori?<br />
* A. Viene spinto sotto pressione attraverso un ugello<br />
* B. Viene trasportato sulla vegetazione da una corrente d’aria prodotta da un ventilatore<br />
* C. Viene nebulizzata riscaldando la soluzione a alta temperatura.<br />
114) Che problemi porta la mancata taratura periodica delle macchine irroratrici?<br />
* A. Disomogeneità nel trattamento e maggior utilizzo di prodotto fitosanitario;<br />
* B. Aumento dei tempi per effettuare il trattamento;<br />
* C. Minore durata della macchina irroratrice.<br />
70
CAPITOLO IV.6<br />
PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE<br />
DELLA MISCELA<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere il metodo corretto per la preparazione e la distribuzione dei<br />
prodotti fitosanitari, tenendo conto delle implicazioni relative alla salvaguardia<br />
ambientale, alla tutela della salute, alla sicurezza alimentare<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Dosaggio, preparazione e miscelazione del prodotto<br />
Miscibilità dei prodotti fitosanitari<br />
Il quantitativo di acqua da utilizzare per il trattamento<br />
Il trattamento<br />
Tempi di rientro<br />
Esempi di calcolo delle dosi<br />
Premessa<br />
La prima operazione da fare è leggere attentamente ed integralmente l’etichetta<br />
riportata sulla confezione. In etichetta sono riportate le tre indicazioni<br />
fondamentali che guidano la scelta dell’agrofarmaco da utilizzare:<br />
1) Coltura autorizzata, ovvero la coltura agricola sulla quale è consentito l’utilizzo<br />
del prodotto fitosanitario;<br />
2) Avversità che è possibile combattere mediante il suo impiego;<br />
3) Tempo di carenza, il tempo minimo che deve trascorrere fra il trattamento<br />
e la raccolta della coltura trattata.<br />
È inoltre di fondamentale importanza rispettare la corretta dose di prodotto<br />
indicata in etichetta per effettuare il trattamento.<br />
La preparazione e la distribuzione sono i momenti più pericolosi per l’agricoltore<br />
e per l’ambiente. Le sostanze sono ancora allo stato puro e ad elevata concentrazione,<br />
per cui sono maggiori i rischi di intossicazione acuta e cronica. In queste<br />
fasi è assolutamente necessario indossare i dispositivi di protezione individuale<br />
(DPI) per proteggere la propria salute.<br />
Dosaggio, preparazione e miscelazione del prodotto<br />
Con l’adeguata protezione, si provvede alle operazioni di dosaggio, cioè alle misurazioni<br />
delle giuste quantità di formulato che dovranno essere miscelate all’acqua.<br />
Dovendo miscelare più prodotti è necessario accertarsi della loro<br />
compatibilità, controllando le apposite tabelle di miscibilità.<br />
Queste operazioni vengono effettuate con un bilancino per i prodotti solidi o<br />
con un misurino tarato per i prodotti liquidi.<br />
Per le operazioni di dosaggio dei prodotti fitosanitari si devono usare delle at-<br />
71<br />
È consigliato pesare i prodotti<br />
fitosanitari all’aperto, in assenza<br />
di vento ed evitando di<br />
alzare polvere e disperderli.
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
Le attrezzature usate per il<br />
dosaggio dei prodotti fitosanitari<br />
non devono essere utilizzate<br />
per altri scopi.<br />
Serbatoio atomizzatore portato<br />
dal trattore<br />
La miscela va preparata nell’area<br />
attrezzata o nel luogo<br />
più vicino alla coltura da trattare;<br />
in ogni caso va preparata<br />
lontano da abitazioni, pozzi e<br />
corsi d’acqua superficiali.<br />
L’acqua necessaria per eseguire<br />
il trattamento può essere<br />
prelevata direttamente<br />
da fossi o da canali solamente<br />
se si dispone di mezzi aspiranti<br />
che sono autonomi e separati<br />
dall’attrezzatura irrorante.<br />
Prima di mescolare due prodotti<br />
fra loro occorre conoscere<br />
se sono compatibili.<br />
La miscibilità o compatibilità<br />
è indicata in etichetta.<br />
Attenzione: la botte non va<br />
mai riempita fino all'orlo per<br />
evitare fuoriuscite di prodotto.<br />
Preparare solo la quantità di<br />
miscela fitoiatrica effettivamente<br />
necessaria per la superficie<br />
da trattare.<br />
Preparare la miscela immediatamente<br />
prima di effettuare<br />
il trattamento.<br />
trezzature adibite esclusivamente a questo scopo e mai quelle utilizzate, ad<br />
esempio, per usi domestici. Una volta usate, devono essere accuratamente lavate<br />
e riposte in locali protetti.<br />
Il giusto dosaggio dell’agrofarmaco è essenziale per la buona riuscita del trattamento.<br />
Infatti una dose eccessiva dell’agrofarmaco non è economicamente conveniente<br />
e potrebbe determinare effetti fitotossici sulla coltura. Allo stesso modo<br />
una dose ridotta può compromettere l’efficacia del trattamento o favorire l’insorgenza<br />
di fenomeni di resistenza da parte dei parassiti.<br />
Nelle più recenti etichette è sempre indicata la dose di prodotto da utilizzare in<br />
rapporto alla superficie della coltura (grammi/ettaro, kg/ettaro, litri/ettaro), essa<br />
è indipendente dal tipo di attrezzatura utilizzata. Se la dose per ettaro è riportata<br />
in etichetta con la dicitura “Dose massima”, questa rappresenta un limite<br />
massimo non superabile.<br />
Spesso in etichetta la dose di impiego dell’agrofarmaco viene espressa anche in<br />
grammi/ettolitro (g/hl) o in millilitri/ettolitro (ml/hl) utilizzando irroratrici a volume<br />
normale. Nel caso in cui l’operatore utilizzi attrezzature a volume ridotto<br />
(es. atomizzatori), la stessa quantità di formulato andrà disciolta in una minore<br />
quantità di acqua. (vedere “esempio di calcolo delle dosi” a fine capitolo).<br />
Per la preparazione della miscela bisogna seguire la seguente procedura:<br />
ó stemperare la dose misurata di agrofarmaco in un piccolo volume di acqua<br />
(salvo che si utilizzino prodotti liquidi, quali emulsioni, nel qual caso si rischierebbe<br />
la cristallizzazione del prodotto);<br />
ó versarla nell’irroratrice dopo aver riempito il serbatoio con acqua per la metà<br />
del suo volume;<br />
ó portare alla giusta dose d’acqua da usare per il trattamento.<br />
Nella fase di miscelazione si dovrà fare molta attenzione a non bagnarsi le mani,<br />
servendosi di idoneo agitatore, possibilmente di materiale inerte lavabile. Dopo<br />
l’uso tutti i contenitori e gli utensili usati andranno lavati e messi da parte per<br />
essere riutilizzati esclusivamente a questo scopo.<br />
Miscibilità dei prodotti fitosanitari<br />
In agricoltura si ricorre spesso alla miscelazione di prodotti fitosanitari per ottenere<br />
il controllo di più avversità risparmiando sui costi di gestione.<br />
La conoscenza dei prodotti fitosanitari è premessa fondamentale per procedere<br />
ad una miscela tra loro.<br />
Una possibile soluzione è quella di ricorrere alle tabelle di miscibilità che servono<br />
per stabilire il grado di compatibilità di un agrofarmaco con un altro. Tuttavia<br />
su tali tabelle è indicato solo il nome della sostanza attiva e non quello del prodotto<br />
commerciale, per cui prima di procedere alle miscele è sempre consigliabile<br />
leggere le indicazioni riportate in etichetta.<br />
Quando si effettua una miscela con formulati diversi avviene un contatto non<br />
solo tra le sostanze attive ma anche tra i coformulanti, che vengono aggiunti<br />
alle sostanze attive allo scopo di renderli più manipolabili e più efficaci. Si potrebbero<br />
verificare dei fenomeni di incompatibilità tra coformulanti; questi inconvenienti<br />
si manifestano maggiormente quando si miscelano polveri bagnabili<br />
con liquidi emulsionabili che possono portare alla formazione di sedimenti e precipitazioni<br />
fioccose. Alcune miscele di prodotti fitosanitari, inoltre, possono avere<br />
effetti tossici per le piante (fitotossicità).<br />
Una raccomandazione utile è quella di cercare di distribuire le miscele subito<br />
dopo la loro preparazione, evitando quindi di far passare troppo tempo dalla<br />
preparazione alla distribuzione; inoltre è sconsigliabile miscelare prodotti di natura<br />
diversa dei quali non si conoscono le rispettive interazioni chimiche.<br />
Il quantitativo di acqua da utilizzare per il trattamento<br />
Il volume d’acqua standard da utilizzare per il trattamento deve essere determinato<br />
in funzione di 3 parametri al fine di ottenere una corretta bagnatura della<br />
vegetazione. Va sempre evitato lo sgocciolamento della miscela.<br />
I 3 parametri da considerare sono:<br />
1) il tipo di attrezzatura utilizzata (ad es. irroratrici oppure atomizzatori);<br />
2) lo stadio di sviluppo e la forma di allevamento della coltura da trattare;<br />
72
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
3) il parassita “bersaglio” del trattamento.<br />
Di seguito viene analizzata, in funzione di questi 3 parametri, la scelta dei volumi<br />
d’acqua in caso di trattamenti nel vigneto.<br />
Il tipo di attrezzatura (ad esempio pompa a pressione o atomizzatore) condizionano<br />
il volume standard da impiegare in un vigneto.<br />
In genere si indicano 800-1000 l/ha di miscela antiparassitaria per trattamenti in<br />
vigneto con pompe a pressione. Nel caso si utilizzino atomizzatori la dose di miscela<br />
antiparassitaria varia da 500 a 600 l/ha.<br />
Si ricorda che la dose ad ettaro del prodotto fitosanitario (formulato commerciale)<br />
impiegato è la stessa, indipendentemente dal tipo di attrezzatura impiegata,<br />
anche se varia la quantità di acqua utilizzata per la distribuzione.<br />
La forma di allevamento del vigneto (ad esempio pergola o guyot) impone<br />
adattamenti alla barra irrorante ed al numero di ugelli utilizzati sulla medesima.<br />
Pertanto il volume d’acqua da utilizzare può cambiare anche del 20% in più o in<br />
meno rispetto ai quantitativi sopra indicati.<br />
Altresì lo stadio di sviluppo della coltura da trattare può rendere necessarie<br />
regolazioni o modifiche dell’attrezzatura per evitare dispersioni o irregolari distribuzioni<br />
del prodotto. Trattando al bruno (senza vegetazione) un vigneto allevato<br />
a guyot, saranno tappati gli ugelli preposti al trattamento del “cappello”<br />
(parte alta) del filare, limitando di un 35-40% il volume d’acqua utilizzato.<br />
Anche il parassita bersaglio del trattamento influisce sulla modalità di esecuzione<br />
del trattamento e sulle regolazioni dell’attrezzatura, pertanto sul volume<br />
d’acqua da utilizzare. Se, ad esempio, in un determinato vigneto e con<br />
l’attrezzatura aziendale si ottiene una corretta ed uniforme bagnatura della vegetazione<br />
mediante l’utilizzo di 600 l/ha, ottimale per i normali trattamenti antiperonosporici<br />
ed antioidici, questo volume di acqua andrà ridotto durante un<br />
trattamento antibotritico in pre-raccolta, per il quale è necessario irrorare solo<br />
la porzione della vegetazione in cui sono presenti i grappoli d’uva.<br />
Il trattamento<br />
Gli operatori che eseguono i trattamenti devono essere in buone condizioni di<br />
salute e dotati degli opportuni mezzi di protezione. Prima, durante la preparazione<br />
delle miscele e dopo l’esecuzione del trattamento, gli operatori non devono<br />
fumare né mangiare e devono evitare il contatto con i vegetali trattati; alla<br />
fine del trattamento è necessario che l’operatore si lavi accuratamente.<br />
È buona regola generale eseguire i trattamenti nelle ore più fresche della giornata;<br />
va sempre evitata la distribuzione dei prodotti in pieno campo durante il<br />
periodo della fioritura ed in presenza di giornate ventose.<br />
È il caso di ricordare che chi effettua il trattamento è responsabile penalmente<br />
di eventuali danni o intossicazioni provocate a terzi.<br />
L’operatore agricolo è tenuto a fornire ai propri dipendenti idonei mezzi di protezione<br />
individuale, a rispondere della sicurezza delle macchine e delle attrezzature<br />
adottate e ad informare i lavoratori sui rischi derivanti dall’uso dei<br />
prodotti antiparassitari.<br />
I trattamenti non possono essere effettuati vicino ad abitazioni, campeggi, punti<br />
di passaggio delle persone, ed in prossimità di pozzi o sorgenti di acqua. In particolare,<br />
intorno a pozzi o sorgenti di acqua destinata al consumo, esiste il divieto<br />
di impiego di agrofarmaci entro un raggio di 200 metri, salvo deroghe specifiche.<br />
Inoltre in presenza di corsi d’acqua è opportuno arrestare i trattamenti almeno<br />
a 10 metri di distanza, salvo diverse indicazioni in etichetta.<br />
È opportuno esporre, nei campi ed in prossimità delle serre trattate, dei cartelli<br />
con la scritta in caratteri ben visibili “colture trattate con prodotti fitosanitari”<br />
o frasi simili che avvertano del pericolo.<br />
È assolutamente vietato scaricare sul terreno o nei tombini i residui di miscela<br />
antiparassitaria che non sono stati distribuiti. Per questo motivo è opportuno<br />
preparare il giusto volume di miscela e distribuirlo tutto sulla vegetazione; infine,<br />
una volta terminato il trattamento, si dovrà avere cura di non versare l’acqua di<br />
lavaggio delle attrezzature in prossimità di corsi d’acqua o sorgenti.<br />
Si fa presente, inoltre, che le sementi trattate con prodotti fitosanitari avanzate<br />
dalla semina vanno considerate rifiuti speciali e smaltite come tali.<br />
73<br />
Il volume d’acqua usato per il<br />
trattamento dipende da:<br />
- attrezzatura utilizzata<br />
- stadio di sviluppo e forma<br />
di allevamento della coltura<br />
- parassita da combattere<br />
Attrezzatura per la distribuzione<br />
degli agrofarmaci<br />
Vigneto<br />
Scaphoideus titanus, vettore della<br />
flavescenza della vite. Foto OMP<br />
Eseguire i trattamenti in assenza<br />
di vento per impedire<br />
che la nube tossica colpisca<br />
l’operatore e si sposti lontano<br />
dalla coltura trattata.
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
Oliveto<br />
Segnalare il trattamento in<br />
atto con cartelli posizionati ai<br />
bordi degli appezzamenti<br />
trattati, con scritto in caratteri<br />
ben visibili "coltura trattata<br />
con prodotti fitosanitari" o<br />
analoghe frasi.<br />
Tempo di rientro<br />
tempo che deve trascorrere<br />
dall’esecuzione del trattamento<br />
al rientro nella serra o<br />
campo trattato.<br />
Se il tempo di rientro non è<br />
indicato in etichetta si può<br />
rientrare nella serra o campo<br />
trattato dopo 48 ore dal trattamento.<br />
Nel caso in cui si verifichi un versamento accidentale di ingenti quantità di antiparassitari,<br />
occorre avvertire immediatamente il Servizio Igiene Pubblica della<br />
ASL o i Vigili del Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il più possibile la dispersione<br />
del prodotto.<br />
Si deve tenere presente che talvolta, in presenza di determinati parassiti (per es.<br />
colonie isolate di afidi, i cosiddetti pidocchi verdi), non è necessario trattare indiscriminatamente<br />
tutta la superficie, ma è sufficiente irrorare i cosiddetti “focolai”<br />
cioè le piante sulle quali si è rilevata la presenza del parassita.<br />
Particolare attenzione dovrà essere fatta in quegli appezzamenti e serre dove si<br />
è riscontrata la presenza o si sono introdotti artificialmente degli insetti utili. In<br />
questi casi il trattamento, qualora indispensabile, potrà essere effettuato solamente<br />
con prodotti riconosciuti selettivi nei confronti degli insetti ausiliari presenti.<br />
La vegetazione spontanea ai bordi del campo o al di fuori della serra può<br />
ospitare colonie di insetti utili ed è bene che non venga trattata.<br />
Al termine del trattamento è obbligatorio registrare il trattamento sul quaderno<br />
di campagna con le modalità precedentemente illustrate.<br />
Tempi di rientro<br />
Una volta effettuato il trattamento, e qualunque sia la classe tossicologica del<br />
prodotto utilizzato, è necessario rispettare il cosiddetto “Tempo di rientro” o<br />
tempo di accesso, cioè il tempo che bisogna far passare dal momento del trattamento<br />
al momento del rientro in serra o in campo.<br />
La durata di questo periodo dipende dal prodotto utilizzato e, anche se non esistono<br />
norme precise al riguardo, è sempre bene far passare almeno 48 ore prima<br />
di accedere nei luoghi dove si è trattato, avendo l’avvertenza, se si opera in serra,<br />
di aprire le finestrature qualche ora prima di entrarvi.<br />
ESEMPI DI CALCOLO DELLE DOSI<br />
Superficie da trattare: 500 mq<br />
A) Dose espressa in grammi/ettolitro (g/hl)<br />
1) Attrezzatura: irroratrice da 80 litri/1000 m 2<br />
Dose riportata in etichetta es.: 150 g/hl<br />
– Calcolo del volume d’acqua necessario per l’irroratrice (80 litri/1000 m 2 ):<br />
80 l: 1000 m 2 = volume: 500 m 2<br />
Volume necessario = 500x80 = 40 litri<br />
1000<br />
– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 40 litri d’acqua in relazione<br />
alla dose ad ettolitro (150 g/hl):<br />
150 g: 100 l = dose: 40 l<br />
Dose impiegata = 150x40 = 60 grammi<br />
100<br />
2) Attrezzatura: atomizzatore da 50 litri/ 1000 m 2<br />
Dose riportata in etichetta: 150 g/hl<br />
– Calcolo del volume d’acqua necessario in relazione all’uso dell’atomizzatore<br />
(50 l/1000 m 2 ):<br />
50 l: 1000 m 2 = volume: 500 m 2<br />
Volume necessario = 500x50 = 25 litri<br />
1000<br />
– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 25 litri d’acqua in relazione<br />
alla dose ad ettolitro (150 g/hl):<br />
150 g: 100 l = dose: 25 l<br />
Dose impiegata = 150x25 = 37,5 grammi<br />
100<br />
B) Dose espressa in rapporto alla superficie (g/ha o Kg/ha)<br />
74
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
Dose riportata in etichetta: es. 1,2 Kg/ha<br />
1,2 Kg/ha = 120 g/1000 m 2<br />
– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 500 m 2 :<br />
120 g: 1000 m 2 = dose: 500 m 2<br />
Dose impiegata = 120x500 = 60 grammi<br />
1000<br />
N.B.: si sottolinea che, quando la dose è espressa per ettaro, la quantità di agrofarmaco<br />
da irrorare su una superficie è la stessa qualunque sia l’attrezzatura<br />
(e quindi qualunque sia la quantità di acqua) usata.<br />
Comuni unità di misura<br />
Volume 1 hl (ettolitro) = 100 l (litri)<br />
1 l = 100 cl (centilitri)<br />
1 l = 1000 ml (millilitri)<br />
1 ml = 1 cc (centimetro cubico)<br />
Superficie 1 ha (ettaro) = 10.000 m2 (metri quadrati)<br />
Peso 1 kg (chilogrammo) = 1000 g (grammi)<br />
75
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
CAP IV.6<br />
PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA MISCELA<br />
115) In quali condizioni è consigliabile utilizzare i prodotti fitosanitari?<br />
* A. Nelle ore più calde della giornata<br />
* B. Nelle ore più fresche della giornata, in assenza di vento<br />
* C. Di notte, con il chiarore della luna<br />
116) Si possono impiegare prodotti fitosanitari a dosi più alte di quelle massime indicate in etichetta?<br />
* A. No, in nessun caso<br />
* B. Sì, se l’infestazione è particolarmente elevata<br />
* C. Solamente se miscelati con caolino<br />
117) In caso di trattamenti in presenza di corsi d’acqua, per evitare di contaminarli, salvo diverse<br />
indicazioni in etichetta, è opportuno:<br />
* A. Arrestare il trattamento almeno a 10 metri di distanza dal corso d’acqua<br />
* B. Trattare fino al bordo dell’acqua<br />
* C. Non effettuare trattamenti<br />
118) Quali precauzioni occorre adottare effettuando i trattamenti in prossimità di strade, abitazioni,<br />
corsi d’acqua e colture confinanti?<br />
* A. Nessuna precauzione se il prodotto fitosanitario è non classificato (NC) o irritante (Xi)<br />
* B. Nessuna precauzione, in assenza di vento<br />
* C. Prendere tutte le precauzioni possibili affinché la nube irrorante non fuoriesca dall’appezzamento irrorato<br />
119) Cosa si intende per tempo di rientro?<br />
* A. L’intervallo di tempo che, ove necessario, è previsto sia fatto trascorrere tra il trattamento con agrofarmaci<br />
e l’accesso di uomini o animali nella zona trattata<br />
* B. L’intervallo di tempo che è opportuno non superare prima di lavarsi dopo aver effettuato il trattamento<br />
* C. L’intervallo di tempo che non deve essere superato tra la raccolta del prodotto trattato ed il suo trasporto<br />
120) Quale è il tempo di rientro ottimale?<br />
* A. Come minimo 48 ore, se non indicato diversamente o non vi siano particolari motivi<br />
* B. Il tempo dato dall’intervallo di sicurezza<br />
* C. Nessuno, si può accedere immediatamente<br />
121) È possibile miscelare prodotti fitosanitari diversi?<br />
* A. Sì, previa consultazione delle indicazioni di compatibilità in etichetta<br />
* B. Sì, sempre<br />
* C. No, mai<br />
122) Cosa può succedere se vengono contaminati con prodotti fitosanitari canali di irrigazione, corsi<br />
d’acqua, pozzi?<br />
* A. Possono aversi effetti nocivi per i pesci, gli animali e l’uomo<br />
* B. Effetti nocivi solo se l’acqua é utilizzata per irrigazione o per uso alimentare<br />
* C. Nulla se i prodotti usati sono solo non classificati (NC) o irritanti (Xi)<br />
123) Qualora si verifichino nel corso del trattamento incidenti che provocano il versamento nell’ambiente<br />
(terreno, canali) di significative quantità di agrofarmaci, quali misure è opportuno prendere?<br />
* A. Avvertire immediatamente il Comune, la ASL o i Vigili del Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il<br />
più possibile la dispersione del prodotto;<br />
* B. Evitare che qualsiasi persona entri in contatto con la sostanza fuoriuscita e bagnare con acqua il più possibile<br />
il prodotto versato<br />
* C. Procurarsi segatura da spargere sul luogo per assorbire la sostanza fuoriuscita<br />
124) È opportuno irrorare una coltura in presenza di vento?<br />
* A. Sì, comunque<br />
* B. Sì, osservando l’anemometro o tracciati di fumo<br />
* C. No, comunque<br />
76
IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />
125) Prima di miscelare due prodotti fitosanitari per un trattamento bisogna:<br />
* A. Leggere attentamente la voce “compatibilità” (o “miscibilità”) sulle etichette o assumere informazioni<br />
adeguate<br />
* B. Preparare due soluzioni distinte e poi unirle per vedere cosa succede<br />
* C. Preparare una dose doppia di acqua perché i prodotti sono due<br />
126) Quando si deve preparare una soluzione per il trattamento con un prodotto fitosanitario in<br />
polvere, è preferibile:<br />
* A. Riempire la cisterna con l’acqua necessaria e poi immettervi la polvere<br />
* B. Riempire la cisterna con la metà dell’acqua necessaria, sciogliere a parte con poca acqua la polvere, immettere<br />
il tutto nella cisterna e dopo portare a volume agitando<br />
* C. Immettere nella cisterna la povere e poi, agitando, tutta l’acqua necessaria<br />
127) Dove è opportuno manipolare i prodotti fitosanitari immediatamente prima dell’impiego?<br />
* A. In un locale con porta munita di serratura, separato dalla abitazione<br />
* B. Su un ripiano sotto una tettoia nelle vicinanze della abitazione<br />
* C. Lontano da abitazioni, in assenza di vento, nel luogo più vicino possibile al campo da trattare.<br />
128) Quando si effettuano trattamenti con formulati in soluzione è opportuno:<br />
* A. Scaricare la soluzione avanzata nel più vicino fossato<br />
* B. Preparare il quantitativo di soluzione effettivamente necessario per il trattamento<br />
* C. Conservare la soluzione rimasta per gettarla appena possibile<br />
129) Come è opportuno segnalare un campo trattato con prodotti fitosanitari?<br />
* A. Recintando adeguatamente tutti i campi trattati<br />
* B. Appendendo agli alberi i contenitori utilizzati<br />
* C. Applicando cartelli in numero sufficiente, con avvertimenti idonei ai margini delle colture trattate<br />
130) Tutti i prodotti fitosanitari possono essere distribuiti nelle colture protette?<br />
* A. Sì senza particolari limitazioni<br />
* B. No, solamente gli insetticidi<br />
* C. Solo quelli per cui non appare il divieto in etichetta o vi è una specifica autorizzazione<br />
131) Esiste un divieto legale di impiego di agrofarmaci in aree di rispetto intorno a pozzi o sorgenti di<br />
acque destinate al consumo umano?<br />
* A. Sì, entro un raggio di 200 m, salvo deroghe specifiche<br />
* B. No<br />
* C. Sì, entro un raggio di 50 m, salvo deroghe specifiche<br />
132) Nel caso si debba trattare 9.000 metri quadrati di terreno e la dose prescritta in etichetta sia di<br />
un litro per ettaro si dovrà:<br />
* A. Usare comunque un litro<br />
* B. Usare 0,9 litri e conservare il restante formulato nella confezione originaria<br />
* C. Preparare la soluzione e gettare il restante formulato<br />
133) Quando in etichetta la dose di impiego viene espressa in grammi per ettaro, passando da una<br />
attrezzatura a volume normale ad una a basso volume occorre variare tale dose?<br />
* A. No<br />
* B. Sì<br />
* C. Sì, se si effettuano trattamenti a colture arboree<br />
134) Chi è responsabile di eventuali danni che potrebbero verificarsi in seguito all’uso degli agrofarmaci<br />
in modo non conforme alle indicazioni?<br />
* A. Colui che ha acquistato l’agrofarmaco o ha eseguito il trattamento<br />
* B. Colui che ha prodotto l’agrofarmaco<br />
* C. Colui che ha venduto il prodotto<br />
77
CAPITOLO IV.7<br />
REGISTRO DEI TRATTAMENTI<br />
O QUADERNO DI CAMPAGNA<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere quali adempimenti seguire successivamente all’esecuzione di<br />
trattamenti con prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Il registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
Il Decreto Presidente Repubblica 290/2001 ha introdotto obblighi relativamente<br />
ai dati di utilizzazione per gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari<br />
e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />
Con la Circolare del 30 ottobre 2002 sono state definite le modalità applicative<br />
relativamente ai dati di utilizzo dei prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti<br />
fitosanitari.<br />
In particolare, per la compilazione del “registro dei trattamenti” noto anche<br />
come “quaderno di campagna”, è necessario:<br />
a. conservare in modo idoneo, per il periodo di un anno, le fatture di acquisto<br />
di tutti i prodotti fitosanitari, nonché la copia dei moduli di acquisto dei prodotti<br />
classificati molto tossici, tossici e nocivi (per gli agricoltori aderenti a misure<br />
agroambientali pluriennali la durata di conservazione è fino a 1 anno<br />
oltre la scadenza dell’impegno);<br />
b. conservare presso l’azienda, a cura dell’utilizzatore che lo deve sottoscrivere,<br />
un registro di tutti i trattamenti effettuati, riportante i dati identificativi dell’azienda,<br />
annotando entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento:<br />
1) la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa<br />
in ettari (nonché, ove pertinenti, le date di semina, trapianto, inizio fioritura<br />
e raccolta);<br />
2) la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata<br />
(espressa in chilogrammi o litri impiegati e dosi/ha) sulla superficie trattata;<br />
3) l’avversità che ha reso necessario il trattamento.<br />
Il registro dei trattamenti deve riportare cronologicamente l’elenco dei trattamenti<br />
eseguiti sulle diverse colture e va conservato anche durante l’anno successivo<br />
a quello a cui si riferiscono i trattamenti annotati. Sul registro devono essere<br />
annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />
utilizzati in azienda, etichettati e contrassegnati con i seguenti simboli e le<br />
indicazioni di pericolo:<br />
molto tossico (T+) tossico (T) nocivo (Xn) irritante (Xi)<br />
facilmente infiammabile (F) comburente (O) corrosivo (C)<br />
pericoloso per l’ambiente (N) non classificati pericolosi (NC)<br />
79<br />
Il registro dei trattamenti<br />
deve essere compilato dall’utilizzatore<br />
dei prodotti fitosanitari.<br />
Il registro dei trattamenti<br />
deve obbligatoriamente riportare<br />
i trattamenti effettuati<br />
con tutti i prodotti<br />
fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />
utilizzati in azienda.
IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
Non è necessario compilare il<br />
registro dei trattamenti per<br />
coloro che utilizzano prodotti<br />
fitosanitari esclusivamente in<br />
orti e giardini famigliari il cui<br />
raccolto è destinato all’autoconsumo.<br />
Il principio secondo il quale<br />
gli agricoltori devono rispettare<br />
i requisiti di protezione<br />
dell’ambiente per poter beneficiare<br />
delle misure di sostegno<br />
del mercato è stato<br />
inserito nella riforma dell’Agenda<br />
2000. La riforma<br />
della PAC del 2003 ha assegnato<br />
maggiore importanza<br />
alla condizionalità, divenuta<br />
obbligatoria.<br />
L'UE mette in atto misure<br />
agroambientali di sostegno<br />
alle pratiche agricole finalizzate<br />
specificamente a contribuire<br />
alla tutela dell'ambiente<br />
e alla salvaguardia del paesaggio,<br />
andando oltre il livello<br />
di base delle "buone pratiche<br />
agricole" (BPA).<br />
Agli agricoltori che non rispettano<br />
le norme in materia<br />
ambientale vengono comminate<br />
sanzioni, che possono<br />
prevedere la riduzione e addirittura<br />
la soppressione degli<br />
aiuti finanziari.<br />
Il registro dei trattamenti deve essere compilato anche per gli interventi fitosanitari<br />
eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate e per gli impieghi<br />
effettuati in ambito extra-agricolo (verde pubblico, diserbo canali, sedi<br />
ferroviarie ecc…).<br />
Sono esentati dalla compilazione del registro dei trattamenti i soggetti che utilizzano<br />
prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto<br />
è destinato all’autoconsumo.<br />
Se l’acquirente e l’utilizzatore di prodotti fitosanitari è il titolare dell’azienda, la<br />
tenuta del registro dei trattamenti rappresenta un adempimento a suo carico.<br />
Il registro può però essere compilato e sottoscritto anche da persona diversa qualora<br />
l’utilizzatore dei prodotti fitosanitari non coincida con il titolare dell’azienda<br />
e con l’acquirente dei prodotti stessi. In questo caso questa persona dovrà essere<br />
espressamente delegata dal titolare dell’azienda agricola (oltre ad essere in possesso<br />
del “patentino” a suo nome, nel caso di impiego di prodotti molto tossici,<br />
tossici e nocivi).<br />
Quando i trattamenti sono realizzati da contoterzisti, ai fini della compilazione<br />
del registro, vi possono essere due soluzioni alternative:<br />
1) il registro dei trattamenti viene compilato dal titolare dell’azienda sulla base<br />
delle informazioni riportate nello specifico modulo rilasciato dal contoterzista<br />
per ogni singolo trattamento effettuato. Il modulo deve contenere i dati relativi<br />
al singolo intervento fitosanitario (coltura trattata e avversità, superficie,<br />
nome del prodotto, quantità, data di inizio e fine del trattamento);<br />
2) il contoterzista annota i singoli trattamenti direttamente sul registro dell’azienda<br />
controfirmando ogni intervento fitosanitario effettuato.<br />
Le garanzie fornite e documentate dall’agricoltore attraverso la tenuta del registro<br />
dei trattamenti rappresentano il punto di partenza del sistema della sicurezza<br />
e qualità igienica degli alimenti di origine vegetale.<br />
Va inoltre ricordato che la Regione Liguria, nell’ambito più generale della sicurezza<br />
alimentare, adotta un piano regionale dei controlli integrati in materia di<br />
sicurezza alimentare (per il periodo 2007- 2010: Allegato alla Delibera di Giunta<br />
n. 547 del 23/05/2008). Nel piano è dettagliata una parte che riguarda i prodotti<br />
fitosanitari, con l’obiettivo di garantire la conoscenza degli agrofarmaci e di ridurne<br />
i rischi derivanti dalla detenzione e dall’utilizzo.<br />
Il Dipartimento di Prevenzione delle AA.SS.LL., per il tramite delle proprie strutture,<br />
deve assicurare l’informazione, la formazione, l’assistenza tecnica agli utilizzatori<br />
e svolgere interventi di vigilanza. È prevista anche una azione<br />
sanzionatoria per i comportamenti non corretti.<br />
Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />
La condizionalità è una componente fondamentale della riforma della politica<br />
agricola comune (PAC) approvata dalla Comunità europea nel 2003. Tale concetto<br />
introduce il principio secondo il quale, per poter accedere al sistema dei<br />
pagamenti comunitari, gli agricoltori devono rispettare determinate norme che<br />
riguardano la corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia dell’ambiente,<br />
la salute pubblica, la salute degli animali e il loro benessere.<br />
Il mancato rispetto di queste norme si traduce nella riduzione totale o parziale<br />
di taluni pagamenti dell’Unione Europea a favore degli agricoltori. Le riduzioni<br />
sono commisurate alla gravità, portata, durata, frequenza e intenzionalità dell’inadempienza.<br />
Il Decreto Ministeriale 15/12/2005, che fissa le disposizioni relative al regime di<br />
“Condizionalità”, fra le norme richiamate cita il DPR 290/2001; è prevista pertanto<br />
la registrazione dei trattamenti fitosanitari sull’apposito “quaderno di<br />
campagna”. La Regione Liguria, con Decreto del Direttore Generale n. 81 del 5<br />
marzo 2009, ha approvato la modulistica denominata “Registro di campagna”.<br />
Per essere costantemente informati sulle norme di condizionalità e sulle iniziative<br />
che la Regione Liguria intraprende su questo tema, consigliamo di consultare le<br />
pagine Internet dedicate alla condizionalità, a cui si può accedere dalla home<br />
page di www.agriligurianet.it.<br />
Per l’anno 2009, la norma di riferimento è la Delibera di Giunta n. 1789<br />
del 22 dicembre 2008.<br />
80
IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
COGNOME O RAGIONE SOCIALE<br />
QUADERNO DI CAMPAGNA<br />
DATI ANAGRAFICI DELL’AZIENDA<br />
NOME SESSO DATA DI<br />
NASCITA<br />
M F<br />
81<br />
giorno mese<br />
anno<br />
COMUNE DI NASCITA PROV.<br />
CODICE FISCALE P.IVA DOMICILIO O<br />
SEDE LEGALE<br />
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO<br />
COMUNE PROV.<br />
UBICAZIONE AZIENDA (solo se diverso dal domicilio o sede legale)<br />
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO<br />
COMUNE PROV.<br />
RAPPRESENTANTE LEGALE (solo se il titolare è persona giuridica)<br />
COGNOME O RAGIONE SOCIALE<br />
NOME SESSO DATA DI<br />
NASCITA<br />
M F<br />
giorno mese<br />
anno<br />
COMUNE DI NASCITA PROV.<br />
FIRMA DEL TITOLARE DELL’AZIENDA __________________________________
IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
FASE DEL<br />
CICLO<br />
BIOLOGICO (*)<br />
NOTE<br />
Firma<br />
dell’utilizzatore se<br />
diverso dal titolare<br />
dell’Azienda<br />
QUANTITÀ<br />
(Kg o litri)<br />
NOME DEL<br />
PRODOTTO<br />
AVVERSITÀ DA<br />
COMBATTERE<br />
INIZIO FIORITURA<br />
ESTENSIONE IN<br />
ETTARI<br />
COLTURA<br />
DATA<br />
RACCOLTA<br />
TRAPIANTO<br />
82<br />
* mettere la X nella casella corrispondente Quaderno di campagna Azienda _____________________________ pag.<br />
______
IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />
CAP IV.7<br />
REGISTRO DEI TRATTAMENTI O QUADERNO DI CAMPAGNA<br />
135) Quali tipologie di trattamenti occorre annotare sul registro di campagna?<br />
* A. Solo i trattamenti con i prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />
* B. Solo i trattamenti con insetticidi e fungicidi<br />
* C. I trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />
136) Per quanto tempo è necessario conservare le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari?<br />
* A. Trenta giorni<br />
* B. Un anno nel caso in cui non si aderisca a misure agroambientali del PSR; in tal caso un anno dopo la<br />
scadenza degli impegni<br />
* C. È necessrio solo per le aziende che tengono la contabilità IVA<br />
137) Cosa deve essere indicato nel registro?<br />
* A. Coltura trattata, superficie, data del trattamento, prodotto utilizzato e quantità<br />
* B. La data del trattamento<br />
* C. I trattamenti effettuati con prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />
138) Chi è esonerato dalla compilazione del registro dei trattamenti?<br />
* A. Chi utilizza i prodotti fitosanitari solo sulle derrate alimentari<br />
* B. Chi utilizza prodotti fitosanitari solo in ambito extraagricolo (es. verde pubblico)<br />
* C. Chi utilizza prodotti fitosanitari in orti e giardini familiari, per esclusivo autoconsumo.<br />
139) La tenuta del registro dei trattamenti è obbligatoria solo per l’ottenimento di contributi comunitari?<br />
* A. Sì<br />
* B. Solo per acquisti di attrezzature per i trattamenti<br />
* C. Il registro è sempre obbligatorio, anche per chi non chiede contributi comunitari.<br />
83
CAP. IV.8<br />
RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE<br />
DEL PRODOTTO<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere i limiti tecnici che consentono di commercializzare i prodotti<br />
agricoli nel rispetto delle normative di sicurezza alimentare<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Tempo di carenza o intervallo di sicurezza<br />
Residuo<br />
Limite di tolleranza<br />
Effettuato l’ultimo trattamento, prima di raccogliere il prodotto è necessario attendere<br />
il cosiddetto tempo di carenza o intervallo di sicurezza indicato sulla<br />
confezione. Il tempo di carenza è l’intervallo minimo di tempo, espresso in giorni,<br />
che deve trascorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta, o, per le derrate alimentari<br />
immagazzinate, tra l’ultimo trattamento e l’immissione al consumo.<br />
Il tempo di carenza non dipende dalla classe tossicologica e dalla concentrazione<br />
di sostanza attiva, ma è correlato con il tipo di coltura trattata e con la degradabilità<br />
e volatilità del prodotto. Perciò un prodotto “non classificato” o “irritante”<br />
può avere un tempo di carenza maggiore rispetto ad un prodotto “molto tossico”<br />
e viceversa.<br />
Il tempo di carenza rimane invariato anche se si utilizza una dose ridotta di prodotto<br />
fitosanitario o se dopo il trattamento si verifica una pioggia o si effettua<br />
un lavaggio o un’irrigazione. In caso di trattamento con miscele di più prodotti<br />
fitosanitari, occorre rispettare il tempo di carenza più lungo tra quelli indicati<br />
per i singoli prodotti. Deve sempre essere rispettato anche nel caso di colture a<br />
raccolta scalare (es. pomodoro, zucchino, ecc.).<br />
L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza deve essere sempre riportato in etichetta<br />
quando le colture o le derrate trattate hanno una destinazione alimentare.<br />
Per questa ragione le colture ornamentali non necessitano di questa indicazione.<br />
Può inoltre essere non richiesto e quindi non riportato in etichetta per alcuni<br />
prodotti (es. qualche diserbante) quando l’impiego avviene in epoche molto lontane<br />
dalla raccolta o vengono eseguiti trattamenti in aree come, ad esempio,<br />
sedi ferroviarie, bordi stradali ecc..<br />
Il mancato rispetto del tempo di carenza può determinare la presenza di indesiderati<br />
residui di prodotti fitosanitari sugli alimenti. L’operatore agricolo poco<br />
scrupoloso, in questo caso, sulla base degli accertamenti effettuati dalle competenti<br />
Aziende Sanitarie Locali, può andare incontro ad una denuncia di carattere<br />
penale; anche per questo motivo è necessario tenere aggiornato il registro di<br />
85<br />
Intervallo di sicurezza<br />
tempo di carenza<br />
numero minimo di giorni che<br />
deve intercorrere tra la data<br />
in cui è stato eseguito il trattamento<br />
e quella della raccolta<br />
delle derrate per la loro<br />
immissione al consumo.<br />
Anche per i trattamenti in<br />
post-raccolta è necessario rispettare<br />
il tempo di carenza<br />
prima di immettere le derrate<br />
sul mercato.
IV.8: Raccolta e commercializzazione del prodotto<br />
Il tempo di carenza non cambia<br />
anche se le derrate vengono<br />
lavate, conservate dopo<br />
la raccolta o destinate alla<br />
trasformazione industriale.<br />
L’intervallo di sicurezza deve<br />
essere sempre riportato in etichetta<br />
quando le colture o le<br />
derrate trattate hanno una<br />
destinazione alimentare.<br />
Il tempo di carenza deve sempre<br />
essere rispettato anche<br />
nel caso di colture a raccolta<br />
scalare.<br />
Residuo<br />
quantità di sostanza attiva<br />
presente sulle parti vegetali<br />
trattate.<br />
Si esprime in ppm o mg/kg<br />
Limite di tolleranza<br />
limite massimo di residuo<br />
(LMR) delle sostanze attive<br />
dei prodotti fitosanitari tollerato<br />
nei prodotti destinati<br />
all’alimentazione (prodotti<br />
ortofrutticoli freschi e derrate).<br />
campagna quale documento insostituibile per tutte le eventuali verifiche per<br />
l’accertamento del corretto utilizzo dei fitofarmaci.<br />
Per residuo si intende la quantità di sostanza attiva di un determinato prodotto<br />
fitosanitario che è presente sulle parti vegetali trattate. Si esprime in ppm (parti<br />
per milione) o in mg/kg.<br />
Il limite di tolleranza, (LMR) invece, è la quantità massima di sostanza attiva<br />
che può essere presente sui vegetali immessi sul mercato e rappresenta il limite<br />
entro cui non dovrebbe essere dannosa per il consumatore. È opportuno tenere<br />
presente che qualora vengano eseguiti più trattamenti utilizzando la stessa sostanza<br />
attiva, possono determinarsi effetti di accumulo. È quindi possibile che<br />
anche rispettando il periodo di carenza in occasione dell’ultimo trattamento, la<br />
quantità di residuo sia superiore al limite di tolleranza ammesso per legge.<br />
A partire dal 1 settembre 2008 i valori dei Limiti di tolleranza sono stati armonizzati<br />
a livello europeo con l’applicazione del Regolamento CE 396/2005. Questo<br />
significa che da questa data i LMR sono fissati esclusivamente a livello europeo<br />
e non più dai singoli Stati membri. Per gli LMR non ancora armonizzati, stabiliti<br />
a livello nazionale, saranno fissati LMR provvisori che saranno successivamente<br />
riesaminati con i criteri stabiliti a livello comunitario.<br />
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) con sede a Parma, è l’ente<br />
che si occupa della valutazione della sicurezza dei consumatori, basandosi sulla<br />
tossicità degli agrofarmaci, sui livelli massimi previsti sugli alimenti e sui diversi<br />
regimi alimentari dei consumatori (es. dieta vegetariana, dieta per neonati, bambini,<br />
ecc.).<br />
È ovvio che per quanto riguarda le colture non destinate all’alimentazione dell’uomo<br />
e degli animali (es. colture floricole) il tempo di carenza, il residuo e il limite<br />
di tolleranza possono non essere presi in considerazione, mentre per i<br />
trattamenti dei prodotti alimentari, anche in post-raccolta, vanno assolutamente<br />
rispettati.<br />
86
IV.8: Raccolta e commercializzazione del prodotto<br />
CAP IV.8<br />
RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO<br />
140) L’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario varia se viene diminuita la concentrazione<br />
d’impiego?<br />
* A. Non varia<br />
* B. Diminuisce proporzionalmente alle concentrazioni<br />
* C. Diminuisce riducendo le quantità di acqua impiegata<br />
141) Il lavaggio o la conservazione dei prodotti ortofrutticoli successivi al trattamento modificano<br />
l’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario applicato in campo?<br />
* A. Si annulla l’intervallo di sicurezza<br />
* B. Rimane inalterato l’intervallo di sicurezza<br />
* C. L’intervallo di sicurezza viene ridotto<br />
142) Nel caso di vegetali destinati alla trasformazione industriale, surgelati o conservati si deve o no<br />
tenere conto dell’intervallo di sicurezza?<br />
* A. No, se i prodotti vengono lavati con acqua bollente<br />
* B. Si deve tenere conto<br />
* C. Non si deve tenere conto<br />
143) Cosa è il limite di tolleranza?<br />
* A. La quantità massima di formulato che può essere versata nel terreno<br />
* B. La quantità di formulato che può essere tollerata dalla coltura<br />
* C. La quantità massima di sostanza attiva, o dei suoi prodotti di degradazione, che può essere presente sui<br />
vegetali successivamente alla raccolta<br />
144) Cosa si intende per intervallo di sicurezza?<br />
* A. L’intervallo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il primo trattamento effettuato sulla<br />
coltura e la raccolta<br />
* B. L’intervallo minimo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento effettuato<br />
con un determinato prodotto fitosanitario e la raccolta e, per le sostanze alimentari immagazzinate, tra<br />
l’ultimo trattamento e l’immissione nel circuito di distribuzione per il consumo<br />
* C. L’intervallo di tempo, espresso in giorni, dopo il quale diventa accessibile il terreno<br />
145) Cosa si intende dal punto di vista sanitario per residuo di una sostanza attiva?<br />
* A. La percentuale di sostanza attiva presente nel prodotto fitosanitario<br />
* B. La quantità di sostanza attiva, delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti di metabolizzazione, degradazione<br />
o reazione presenti in qualsiasi substrato (vegetali, alimenti, suolo, acqua)<br />
* C. La quantità di agrofarmaco che residua nel serbatoio della macchina di distribuzione dopo aver effettuato<br />
il trattamento<br />
146) Dovendo fare un trattamento su colture ortive a maturazione scalare (es. fragola, zucchino,<br />
pomodoro etc.).<br />
* A. Bisogna sempre rispettare l’intervallo di sicurezza<br />
* B. Non bisogna rispettare i tempi di carenza in quanto la raccolta è frazionata nel tempo<br />
* C. Bisogna rispettare i tempi di carenza soltanto per l’ultima raccolta<br />
147) Se si effettuano trattamenti della frutta in post-raccolta, prima di immetterla sul mercato è<br />
necessario:<br />
* A. Rispettare assolutamente l’intervallo di sicurezza<br />
* B. Pulirla meccanicamente<br />
* C. Lavarla<br />
148) I prodotti fitosanitari non classificati o irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve<br />
rispetto ai prodotti fitosanitari molto tossici, tossici o nocivi?<br />
* A. Sì, perché non sono velenosi<br />
* B. Dipende dall’andamento stagionale<br />
* C. No, l’intervallo di sicurezza non dipende solo dalla classe dell’agrofarmaco<br />
87
CAPITOLO IV.9<br />
LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI<br />
IN AGRICOLTURA<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le modalità per il corretto smaltimento dei residui degli agrofarmaci<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Classificazione dei rifiuti<br />
Bonifica dei contenitori vuoti<br />
Adempimenti delle aziende per il corretto smaltimento dei rifiuti speciali<br />
Tutti i rifiuti prodotti dall’uomo sono stati classificati dalla Comunità Europea<br />
che ha approvato nel 2001 un Regolamento (CE 2557/2001) con il quale è stato<br />
istituito un elenco dei rifiuti. Questi sono suddivisi, in base all’origine, in rifiuti<br />
urbani e rifiuti speciali e, in base alle caratteristiche di pericolosità, in rifiuti<br />
pericolosi e rifiuti non pericolosi. Ogni tipo di rifiuto prodotto è così identificato<br />
mediante un codice, chiamato codice CER (Codice Europeo dei Rifiuti).<br />
Per esempio i sacchi che contengono i concimi sono identificati con il codice CER<br />
020104; oppure gli agrofarmaci scaduti o non più utilizzabili e i loro contenitori<br />
hanno il codice CER 020108. L’istituzione di questo elenco e la conseguente classificazione<br />
dei rifiuti secondo diverse tipologie ha lo scopo di stabilire il modo<br />
migliore di smaltire o riciclare i rifiuti, nel rispetto dell’ambiente.<br />
L’Italia nel 2006 ha recepito il Regolamento comunitario approvando due provvedimenti<br />
di riordino della normativa sui rifiuti.<br />
il Decreto legislativo 152/2006 (recante “Norme in materia ambientale”), allegato<br />
D, parte IV;<br />
il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 2 maggio 2006 (Istituzione dell’elenco<br />
dei rifiuti) emanato in attuazione del D. lgs 152/2006, allegato A.<br />
In essi sono stabilite anche le procedure da seguire per smaltire correttamente i<br />
propri rifiuti, specialmente quando si tratta di rifiuti speciali.<br />
La Regione Liguria, già nel 2001, ha stipulato un accordo di programma per la<br />
gestione dei rifiuti agricoli tra Regione, Province, Comuni ed Organizzazioni del<br />
settore agricolo.<br />
RIFIUTI AGRICOLI<br />
I rifiuti agricoli sono considerati rifiuti speciali e devono quindi essere smaltiti<br />
rispettando una particolare procedura che è più complessa se i rifiuti speciali sono<br />
pericolosi, semplificata e meno onerosa se i rifiuti speciali sono non pericolosi.<br />
89<br />
CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI<br />
Reg. CE 2557/01 D. lgs 152/06<br />
(art.184)<br />
Origine<br />
– Rifiuti urbani<br />
– Rifiuti speciali<br />
Caratteristiche di pericolosità<br />
– Rifiuti pericolosi<br />
– Rifiuti non pericolosi<br />
Isola ecologica
IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />
La responsabilità del detentore<br />
per il corretto smaltimento<br />
è esclusa qualora abbia<br />
conferito i propri rifiuti a soggetti<br />
autorizzati alle attività di<br />
smaltimento o di recupero, a<br />
condizione che abbia ricevuto<br />
la quarta copia del formulario<br />
controfirmato e datato in arrivo<br />
dal destinatario entro 3<br />
mesi dalla data di conferimento<br />
al trasportatore.<br />
Il registro di carico e scarico<br />
agrofarmaci e contenitori<br />
vuoti deve essere compilato<br />
a cura dell’agricoltore.<br />
I dati devono corrispondere a<br />
quanto riportato nel quaderno<br />
di campagna.<br />
DGR 1383/2001 (Accordo di<br />
Programma):<br />
definisce procedure particolari<br />
per la gestione dei rifiuti<br />
agricoli:<br />
➢ deposito temporaneo;<br />
➢ raccolta;<br />
➢ gestione contenitori<br />
prodotti fitosanitari non<br />
contaminati (bonificati);<br />
➢ trasporto;<br />
➢ registro di carico e scarico<br />
e dichiarazione annuale.<br />
Sono considerati rifiuti speciali pericolosi gli agrofarmaci scaduti o non più<br />
utilizzabili, i contenitori parzialmente vuoti, i contenitori vuoti, i filtri, le maschere<br />
e i caschi scaduti oppure esausti, le tute usa e getta per trattamenti con<br />
agrofarmaci.<br />
Sono considerati rifiuti speciali non pericolosi i contenitori vuoti bonificati, i<br />
sacchi vuoti dei concimi, i tubi per l’irrigazione, le reti per la raccolta delle olive<br />
ed altro ancora.<br />
PROCEDURE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI<br />
Legislazione nazionale<br />
La procedura di smaltimento stabilita a livello nazionale prevede che i rifiuti<br />
speciali possano essere trasportati solo da imprese iscritte all’Albo nazionale delle<br />
imprese che effettuano la gestione dei rifiuti (Albo gestori rifiuti). L’elenco<br />
dei gestori rifiuti per tutta la Regione Liguria è consultabile presso la Camera di<br />
Commercio Industria e Artigianato di Genova. I rifiuti speciali devono inoltre essere<br />
accompagnati da un documento di trasporto chiamato formulario di identificazione,<br />
nel quale sono indicati gli estremi identificativi del produttore dei<br />
rifiuti, il tipo di rifiuto trasportato e dove esso viene portato, cioè l’impianto di<br />
destinazione.<br />
Il formulario deve essere redatto in quattro copie tutte firmate dal produttore<br />
e controfirmate dal trasportatore: il produttore dei rifiuti (l’agricoltore) deve<br />
conservarne una copia per almeno 5 anni; le altre tre copie vengono consegnate<br />
invece al trasportatore che le fa firmare e datare dal destinatario quando consegna<br />
i vuoti: di queste tre copie, una rimane al destinatario finale; una rimane<br />
al trasportatore e l’ultima viene spedita dal trasportatore all’agricoltore, che ha<br />
così conferma che i suoi rifiuti sono giunti all’impianto finale di destinazione.<br />
Occorre inoltre tenere un registro di carico e scarico dei rifiuti speciali da smaltire<br />
e presentare annualmente una comunicazione al catasto rifiuti presso la Camera<br />
di Commercio, tramite il MUD, Modello Unico di Dichiarazione<br />
ambientale.<br />
Legislazione regionale<br />
La Regione Liguria con l’Accordo di programma del 2001 ha semplificato la complessa<br />
procedura nazionale per quanto riguarda i rifiuti agricoli.<br />
In base a tale norma, se un’azienda produce solo rifiuti speciali non pericolosi<br />
può trasportare autonomamente i propri rifiuti a condizione che il conferimento<br />
avvenga presso il gestore del servizio pubblico di raccolta con il quale<br />
è stata stipulata una apposita convenzione. In questo caso non è richiesta l’iscrizione<br />
all’Albo gestori rifiuti, né il registro di carico e scarico, né la conseguente<br />
dichiarazione MUD. La compilazione del formulario di identificazione è richiesta<br />
solo se si supera la quantità di 30 kg o 30 l.<br />
Se un’azienda produce anche rifiuti speciali pericolosi può trasportarli autonomamente,<br />
purché in quantità inferiore a 30 kg o 30 l al giorno e verso<br />
i centri di raccolta pubblici con i quali deve essere stipulata un’apposita convenzione.<br />
Sempre per quantitativi inferiori a 30 kg o 30 l al giorno non è necessaria<br />
la compilazione del formulario di identificazione. Il registro di carico e scarico dei<br />
rifiuti è richiesto nel caso in cui l’azienda agricola abbia un volume d’affari superiore<br />
a € 8.000 all’anno e non conferisca i rifiuti pericolosi al servizio pubblico.<br />
In tutti gli altri casi è necessario adempiere agli obblighi previsti dalla legislazione<br />
nazionale.<br />
Rimane una ulteriore semplificazione prevista dal citato accordo di programma<br />
che riguarda il formulario di identificazione: tale certificato può essere sostituito<br />
dal documento di conferimento che va redatto in duplice copia.<br />
Un provvedimento statale di semplificazione, specifico per le imprese agricole<br />
(articolo 4 quinquies, comma 1, lett. b della Legge 30 dicembre 2008 n. 205), istituisce<br />
su tutto il territorio nazionale alcune facilitazioni già previste dall’accordo<br />
regionale.<br />
90
IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />
CENTRI DI RACCOLTA<br />
Prima di essere trasportati alle apposite stazioni ecologiche, i rifiuti agricoli si<br />
possono conservare in azienda, al massimo per un anno per quantitativi inferiori<br />
ai 20 mc, per tre mesi se viene superata questa quantità. I rifiuti vanno inseriti in<br />
sacchi impermeabili e chiusi ermeticamente, sui quali deve essere collocata<br />
un’etichetta contenente i dati identificativi del produttore.<br />
I sacchi destinati allo smaltimento devono essere conservati in aree recintate e<br />
con modalità tali da escludere dispersioni di materiali nell’ambiente.<br />
Nella Regione Liguria esistono molte aree ecologiche pubbliche. I Comuni che<br />
ospitano questi centri di raccolta decidono autonomamente quali tipi di rifiuti<br />
possono accogliere secondo criteri qualitativi (tipo di rifiuti) e quantitativi, in<br />
base ai quali i rifiuti speciali vengono assimilati a quelli urbani. In alcuni casi, per<br />
determinate tipologie di rifiuti, come i rifiuti agricoli speciali, le aree ecologiche<br />
accettano tali rifiuti su convenzione e dietro versamento di una tariffa supplementare.<br />
Con l’accordo di programma regionale si possono formare centri di raccolta collettivi<br />
dei rifiuti agricoli, che possono essere autorizzati dalla Provincia con una<br />
procedura semplificata ed essere così equiparati alle isole ecologiche pubbliche.<br />
BONIFICA DEI CONTENITORI VUOTI<br />
Come già detto i contenitori vuoti di agrofarmaci sono considerati rifiuti speciali<br />
pericolosi e devono essere smaltiti secondo la procedura da applicarsi ai<br />
rifiuti speciali pericolosi in agricoltura. La bonifica dei contenitori vuoti dei prodotti<br />
fitosanitari prima della raccolta consente una gestione meno onerosa dei<br />
rifiuti. Con tale operazione è possibile procedere ad un loro corretto smaltimento<br />
ed a costi non particolarmente elevati.<br />
L’operazione di bonifica prevede i seguenti passaggi:<br />
ÿ lavaggio con acqua del contenitore vuoto per rimuovere la massima quantità<br />
possibile di prodotto. Si considera idoneo il lavaggio che avvenga mediante<br />
almeno tre risciacqui consecutivi. Il residuo liquido del lavaggio va utilizzato<br />
soltanto nella miscela del prodotto fitosanitario. Qualora l’utilizzo delle acque<br />
di lavaggio fosse reso impossibile, tali acque vanno smaltite come rifiuti liquidi<br />
conferendole a trasportatori iscritti all’Albo gestori rifiuti. Il lavaggio è considerato<br />
procedura idonea e sufficiente se riferito a contenitori vuoti di plastica,<br />
di metallo ed anche di carta, purché internamente plastificati;<br />
ÿ scuotimento dei contenitori di carta, internamente non plastificati, sul recipiente<br />
in cui si prepara la miscela per liberarli della residua parte di prodotto<br />
fitosanitario ancora contenuto.<br />
Il contenitore così trattato si considera bonificato ed appartenente alla categoria<br />
dei rifiuti speciali non pericolosi.<br />
Durante la bonifica l’operatore deve utilizzare gli idonei dispositivi di protezione<br />
individuale (DPI).<br />
91<br />
Rifiuti non pericolosi<br />
Il sacchetto, resistente agli<br />
strappi ed alle sostanze chimiche<br />
deve riportare:<br />
- ragione sociale dell’azienda<br />
agricola;<br />
- indirizzo della sede;<br />
- codice fiscale dell’imprenditore<br />
agricolo.<br />
I rifiuti non pericolosi possono<br />
essere stoccati in azienda per<br />
un termine massimo di durata<br />
di 12 mesi, se il quantitativo<br />
di rifiuti depositati non supera<br />
i 20 mc. In caso di superamento<br />
di tale quantitativo i rifiuti<br />
devono essere raccolti ed<br />
avviati a recupero o smaltimento<br />
ogni tre mesi.<br />
I rifiuti pericolosi possono essere<br />
temporaneamente stoccati<br />
in azienda:<br />
il termine massimo di durata<br />
del deposito è di 12 mesi, se<br />
il quantitativo di rifiuti depositati<br />
non supera i 10 mc. In<br />
caso di superamento di tale<br />
quantitativo i rifiuti devono<br />
essere raccolti ed avviati a recupero<br />
o smaltimento ogni<br />
due mesi.
IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />
CAP IV.9<br />
LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI IN AGRICOLTURA<br />
149) Ai sensi della vigente normativa, come sono classificati i rifiuti prodotti dalla azienda agricola?<br />
* A. Rifiuti urbani<br />
* B. Rifiuti non pericolosi<br />
* C. Rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi)<br />
150) Cosa si intende per bonifica dei contenitori dei prodotti fitosanitari?<br />
* A. Per i contenitori in plastica o metallo, lavaggio con acqua (almeno tre risciacqui)<br />
* B. Sotterramento dei contenitori vuoti, lontano da corsi d’acqua<br />
* C. Bruciare i contenitori vuoti<br />
151) Per quanto tempo si possono conservare i contenitori vuoti bonificati (non pericolosi) di prodotto<br />
fitosanitario, in attesa di smaltimento?<br />
* A. Fino a 10 mc si possono conservare per 12 mesi<br />
* B. Fino a 20 mc si possono conservare per 12 mesi<br />
* C. Si possono conservare tre mesi senza limiti di quantitativi<br />
152) Che cos’è l’accordo di programma per la gestione dei rifiuti agricoli?<br />
* A. Una procedura semplificata adottata dalla Regione Liguria per lo smaltimento dei rifiuti speciali in agricoltura,<br />
in convenzione con centri di raccolta pubblici<br />
* B. È una procedura che riguarda solo i rifiuti pericolosi<br />
* C. Una procedura basata sull’accordo con ditte private che smaltiscono rifiuti speciali pericolosi<br />
153) Quali rischi possono provenire dai contenitori dei prodotti fitosanitari?<br />
* A. Nessuno<br />
* B. Solo un deturpamento del paesaggio<br />
* C. Intossicazioni a coloro che li riutilizzano ed inquinamenti delle acque e del suolo<br />
92
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
CAPITOLO IV.10<br />
COME È POSSIBILE RIDURRE<br />
L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
distinguere le diverse modalità di lotta fitosanitaria<br />
conoscere le tecniche che consentono una razionalizzazione dell’uso dei<br />
prodotti fitosanitari<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Introduzione<br />
Sistemi di lotta<br />
Lotta chimica tradizionale o a “calendario”<br />
Lotta guidata<br />
Lotta biologica<br />
Lotta biotecnologia<br />
Agricoltura Biologica<br />
Lotta integrata<br />
Interventi fitosanitari e lotte obbligatorie<br />
Casi concreti in Liguria<br />
Introduzione<br />
Ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari tradizionali è un problema sempre più<br />
attuale. La grande diffusione di insetticidi e fungicidi di sintesi che si ebbe a partire<br />
dagli anni ‘50 del secolo passato, a cui si accompagnò una radicale trasformazione<br />
dei sistemi di coltivazione delle piante con un consistente aumento<br />
delle produzioni agricole, fece ritenere che tali prodotti costituissero la risoluzione<br />
finale dei problemi relativi alla difesa delle colture.<br />
L’ottimismo generato dai risultati derivanti dall’uso massiccio dei prodotti di sintesi<br />
si è poi ridimensionato a causa dei loro effetti negativi sull’ecosistema agrario<br />
(inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, eliminazione degli organismi<br />
utili ed insorgenza di avversità nuove o fino ad allora contenute, insorgenza di<br />
fenomeni di resistenza, ecc.).<br />
L’opinione pubblica è divenuta sempre più attenta alle possibili ripercussioni<br />
dell’impiego dei mezzi chimici in agricoltura, specialmente nei riguardi dei consumatori<br />
oltre che dell’ambiente. Anche a livello normativo l’attenzione al problema<br />
è stata crescente negli ultimi anni, tanto che la sicurezza dei prodotti<br />
alimentari è divenuta uno dei cardini della politica comunitaria.<br />
L’agricoltore si trova nella duplice posizione di consumatore e cittadino, al quale<br />
ovviamente interessa il rispetto ambientale e la sua salute, e di operatore professionale<br />
che trova nell’attività agricola la sua fonte di reddito. Per l’operatore<br />
professionalmente impegnato, al momento attuale, purtroppo non è possibile<br />
93<br />
La difesa delle piante con<br />
prodotti fitosaniari iniziò in<br />
modo esteso più di un secolo<br />
fa, con la scoperta delle proprietà<br />
fungicide del rame<br />
contro la peronospora della<br />
vite. Per molto tempo sono<br />
stati utilizzati prodotti di origine<br />
minerale, non di sintesi<br />
chimica.<br />
Il numero di specie d’insetti<br />
resistenti è aumentato dal<br />
1965 al 1980 del 150%.<br />
A Parma ha sede l'Autorità<br />
europea per la sicurezza alimentare<br />
(EFSA), un organo<br />
indipendente che fornisce il<br />
suo contributo quando la legislazione<br />
comunitaria è in<br />
fase di stesura ed esprime pareri<br />
quando si verificano<br />
emergenze alimentari.
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
In Regione Liguria sono operativi<br />
Centri servizi che svolgono<br />
funzioni di consulenza<br />
e sostegno alle più importanti<br />
coltivazioni:<br />
• Servizio Fitosanitario<br />
Regionale<br />
• Centro di agrometereologia<br />
applicata<br />
• Laboratorio di analisi<br />
fitopatologia<br />
• Laboratorio di analisi dei<br />
terreni<br />
• Centro Regionale di Sperimentazione<br />
ed Assistenza<br />
Agricola (CeRSAA)<br />
• Istituto regionale per la floricoltura<br />
di Sanremo<br />
La lotta a calendario consiste<br />
in trattamenti cautelativi<br />
ripetuti ad intervalli prestabiliti<br />
seguendo le fasi fenologiche<br />
delle colture, senza tenere<br />
conto della presenza del parassita,<br />
della entità della popolazione<br />
o del rischio reale di<br />
sviluppo della malattia.<br />
Nella lotta a calendario<br />
spesso si effettuano i trattamenti<br />
senza verificarne l’effettiva<br />
necessità.<br />
La lotta guidata nasce con<br />
l'introduzione di una comparazione<br />
tra costi e benefici del<br />
trattamento che si concretizza<br />
nel concetto di soglia<br />
d'intervento<br />
Cartella cromotropica su olivo<br />
Trappola a feromoni per la lotta<br />
alla mosca dell’olivo<br />
fare a meno dei prodotti fitosanitari, sebbene essi rappresentino un elevato<br />
costo di produzione ed un possibile rischio aggiuntivo per la sua salute.<br />
In ogni caso, se non si può fare a meno dei prodotti fitosanitari, è sicuramente<br />
possibile utilizzarli più razionalmente ed anche ridurne l’impiego. In sintesi, per<br />
ottenere una riduzione dell’impiego degli agrofarmaci tradizionali, senza compromettere<br />
in quantità e qualità il livello produttivo, è necessaria una evoluzione<br />
dei sistemi di lotta che porti, ove possibile, all’integrazione dei vari mezzi impiegabili<br />
nella difesa delle colture favorendo l’introduzione di mezzi alternativi (biologici,<br />
fisici, ecc.). Presupposto fondamentale per una moderna strategia di difesa<br />
è la funzionalità dei servizi di supporto all’azienda. Tra questi assume un ruolo<br />
fondamentale l’assistenza tecnica aziendale, collegata ai servizi diagnostici, alla<br />
sperimentazione applicata e alle attività di formazione rivolte agli agricoltori.<br />
SISTEMI DI LOTTA<br />
I sistemi di lotta agli agenti dannosi alle coltivazioni sono molteplici ed in continua<br />
evoluzione. A titolo di esempio si riportano definizioni dei sistemi di lotta<br />
più frequenti, passando da quello più tradizionale (lotta a calendario) a quelli<br />
più razionali dal punto di vista igienico-sanitario e ambientale.<br />
Lotta chimica tradizionale o a “calendario”<br />
Con questo metodo, l’intervento antiparassitario viene eseguito a cadenze fisse<br />
o in determinati periodi stagionali e non viene collegato alla presenza effettiva<br />
del parassita o all’andamento climatico. Si parte dal presupposto che la coltura<br />
debba essere protetta preventivamente nelle fasi fenologiche (es. germogliamento,<br />
fioritura, allegagione, maturazione …) suscettibili di attacco. Una volta<br />
effettuato il primo trattamento, per molte avversità, la ripetizione degli interventi<br />
si basa su turni fissi prestabiliti in funzione della persistenza dei prodotti<br />
impiegati. In questo caso, l’impiego dell’agrofarmaco spesso può risultare inutile<br />
ed in genere viene effettuato un numero di interventi superiore a quello necessario.<br />
Questo provoca evidenti inconvenienti sia dal punto di vista dei costi di<br />
produzione che per gli squilibri ambientali in genere (ad esempio danni agli organismi<br />
utili e comparsa di eventuali fenomeni di resistenza nei parassiti).<br />
È un tipo di lotta che viene attuata quando non si è in grado di monitorare il patogeno/parassita<br />
o quando è troppo oneroso farlo.<br />
Lotta guidata<br />
Con lotta guidata si intende il controllo dei parassiti mediante interventi effettuati<br />
nel momento tecnicamente ed economicamente più opportuno e con<br />
l’agrofarmaco più idoneo. Per attuare questo tipo di lotta è necessario conoscere<br />
la biologia del parassita, verificarne la presenza in campo, rilevare i parametri<br />
climatici (es. temperatura ed umidità), conoscere le “soglie di intervento”, o<br />
gli indici epidemiologici per le malattie fungine. Sulla base di tutte queste ed<br />
altre informazioni sarà possibile indicare il momento e l’agrofarmaco più idoneo<br />
per il trattamento. Le soglie di intervento o gli indici epidemiologici vanno intesi<br />
come valori che indicano il limite della presenza tollerabile del parassita: col superamento<br />
di tali limiti si riscontrano danni economici sensibili e, pertanto, risulta<br />
tecnicamente ed economicamente conveniente mettere in atto sistemi di<br />
lotta. Nella scelta dell’agrofarmaco si dovrà tenere conto della efficacia specifica<br />
e della selettività verso gli organismi utili, della tossicità nei confronti dell’operatore<br />
e della persistenza. La persistenza di un agrofarmaco, non dimentichiamolo,<br />
è direttamente legata al problema dei residui e all’intervallo di sicurezza.<br />
Per facilitare la lotta guidata sono necessari strumenti per rilevare la presenza<br />
del parassita e l’andamento dei fattori climatici. Il monitoraggio del parassita<br />
può essere effettuato con trappole di diverso tipo: cartelle adesive di vario colore<br />
(cromotropiche), trappole a base di sostanze alimentari, trappole luminose, trappole<br />
a feromoni (i feromoni sono sostanze odorose che emettono gli insetti<br />
per comunicare). Per rilevare i dati meteorologici, a seconda della situazione ambientale<br />
in cui si opera, possono essere utilizzate delle capannine meteorologiche<br />
94
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
od anche dei semplici termoigrografi (che registrano l’andamento di temperatura<br />
ed umidità relativa). La lotta guidata si pone quindi l’obiettivo di razionalizzare<br />
al massimo l’impiego dei prodotti fitosanitari, evitando sprechi ed effetti<br />
negativi sull’operatore e l’ambiente.<br />
Un primo esempio di lotta guidata, adottata in passato sulla vite, è stato l’applicazione<br />
della “regola dei tre dieci”. Con questa regola si stima l’inizio dell’infezione<br />
peronosporica (Plasmopara viticola) sulla vite quando:<br />
° i germogli raggiungono la lunghezza di 10 cm;<br />
° la temperatura ambientale minima è almeno 10 °C;<br />
° c’è stata una pioggia di almeno 10 mm.<br />
Oggigiorno si utilizzano modelli epidemiologici elaborati al computer, che valutano<br />
il rischio di comparsa dell’infezione sulla base delle condizioni climatiche e<br />
colturali favorevoli al suo sviluppo. Il modello simula la dinamica delle infezioni<br />
primarie e secondarie di Plasmopara viticola in determinati areali viticoli sulla<br />
base delle condizioni meteorologiche.<br />
Lotta biologica<br />
Con la lotta biologica vengono combattuti i parassiti delle colture mediante i<br />
loro antagonisti naturali (vedi mezzi biologici di lotta), i quali esplicano la loro<br />
attività attraverso predazione o parassitismo. È più semplice incrementare le specie<br />
utili già presenti nell’agroambiente, a tal proposito è opportuno ricordare<br />
alcune pratiche che consentono di favorire questo fenomeno:<br />
- uso di agrofarmaci selettivi, che abbiano un impatto molto contenuto sull’ambiente;<br />
- rispetto di specie vegetali spontanee che possono fungere da rifugio agli organismi<br />
ausiliari;<br />
- utilizzo di pratiche atte a migliorare la sopravvivenza degli ausiliari.<br />
Purtroppo al momento, pur essendo disponibili mezzi biologici attivi contro parassiti<br />
sia di origine vegetale che animale, è difficile risolvere i problemi di difesa<br />
fitosanitaria delle colture ricorrendo esclusivamente ai mezzi biologici. Pertanto<br />
la lotta biologica dovrebbe essere utilizzata ad integrazione di differenti metodi<br />
di difesa in agricoltura tradizionale, in agricoltura integrata, in agricoltura biologica,<br />
in ambiente forestale e in ambiente urbano. Va ricordato inoltre che in<br />
genere i mezzi biologici, essendo rappresentati da organismi viventi (o loro prodotti),<br />
devono essere conservati ed impiegati secondo precise modalità. Con questo<br />
metodo di lotta vengono estremamente ridotti i problemi ambientali e<br />
tossicologici.<br />
Lotta biotecnologica<br />
Per lotta biotecnologica o biotecnica si intende l’impiego diretto di organismi<br />
viventi o di prodotti da essi derivati per combattere un organismo dannoso,<br />
anche con il ricorso a processi industriali che riproducono artificialmente questi<br />
strumenti. Il concetto di lotta biotecnica si estende, pertanto, ad un campo più<br />
vasto:<br />
ó impiego di organismi entomopatogeni (Virus, Batteri, Funghi, Nematodi);<br />
ó impiego di sostanze attive ad azione entomotossica (tossica per gli insetti) o<br />
fagorepellente (abamectina, azadiractina, nicotina, rotenone, ecc.);<br />
ó impiego dei feromoni per monitorare le popolazioni (trappole per monitoraggio)<br />
o modificarne la dinamica agendo direttamente sulla popolazione<br />
(mass trapping) o abbassandone il potenziale riproduttivo (confusione sessuale);<br />
ó impiego dei regolatori dello sviluppo, che inibiscono la muta o che inibiscono<br />
la metamorfosi del parassita; sono tali i cosiddetti insetticidi di nuova generazione<br />
che rientrano nella classe degli azotorganici (diflubenzuron, flufenoxuron,<br />
ecc.);<br />
ó impiego di individui della stessa specie manipolati in modo da eliminarne il<br />
potenziale riproduttivo ma non la competizione sessuale, al fine di interferire<br />
con la dinamica di popolazione nella fase di riproduzione (es. tecnica del maschio<br />
sterile);<br />
ó produzione massale di insetti entomoparassiti (nelle biofabbriche);<br />
95<br />
Soglia d'intervento<br />
<br />
varia da caso a caso in funzione<br />
dell'agente di danno,<br />
della coltura da proteggere,<br />
dei mezzi tecnici e della competenza<br />
a disposizione dell'agricoltore.<br />
Si tratta di una<br />
stima basata sul monitoraggio<br />
della dinamica delle popolazioni<br />
o sul rilevamento<br />
diretto del danno su un campione<br />
rappresentativo.<br />
La lotta biologica non azzera<br />
la popolazione dell’organismo<br />
nocivo cui è rivolta, ma<br />
permette di mantenerla<br />
entro livelli accettabili e tali<br />
da non costituire danno.<br />
I mezzi biologici si utilizzano<br />
spesso in serra<br />
La lotta biologica può essere<br />
sintetizzata in tre punti:<br />
• Conservazione ed incremento<br />
delle specie utili<br />
• Insediamento di nuove specie<br />
utili<br />
• Lanci di organismi e microrganismi<br />
Entomopatogeni<br />
<br />
organismi che instaurano<br />
con l'insetto un rapporto<br />
di parassitismo vero<br />
e proprio che si manifesta<br />
con una patologia<br />
a carattere infettivo<br />
Fagorepellente: sostanza<br />
che riduce lo stimolo alla nutrizione<br />
e, indirettamente, influisce<br />
negativamente sulla<br />
fecondità degli adulti e sulla<br />
fertilità.
)<br />
i<br />
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
FEROMONI<br />
<br />
Confusione sessuale:<br />
Tecnica di contenimento<br />
basata sulla distribuzione<br />
in campo di un elevato<br />
quantitativo di feromone<br />
per confondere i maschi<br />
che non riescono più<br />
a localizzare le femmine<br />
<br />
Si applicano in campo<br />
degli erogatori (dispenser),<br />
impregnati con la miscela<br />
feromonica specifica<br />
per l’insetto da contenere.<br />
PIRETRO NATURALE<br />
<br />
Il più conosciuto insetticida<br />
biologico<br />
<br />
Estratto da fiori<br />
di Chrysanthemum<br />
cinerariaefolium<br />
<br />
campo d’applicazione<br />
Afidi, aleurodidi, cicaline,<br />
tripidi, psille, tingidi,<br />
insetti delle derrate.<br />
Foto sacco di concime<br />
ó impiego di piante selezionate geneticamente (innesti, cultivar resistenti)<br />
ó impiego di piante modificate geneticamente (OGM o piante transgeniche,<br />
per le quali sono ancora in corso sperimentazioni e controlli salutistici).<br />
Agricoltura Biologica<br />
L’Unione Europea nel 1991 ha approvato il primo Regolamento riguardante la<br />
produzione biologica (Reg. CEE 2092/91). Successivamente, al fine di semplificare<br />
e migliorare il regolamento, di aggiornare le norme sulle importazioni di prodotti<br />
biologici, oltre che la produzione e l’etichettatura degli stessi, il Consiglio<br />
Europeo ha approvato i regolamenti CE n° 1991/2006 ed il n° 834/2007.<br />
Quest’ultima disposizione definisce la produzione biologica come un sistema globale<br />
di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato<br />
sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità,<br />
la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia<br />
di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni<br />
consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.<br />
L’agricoltura biologica, infatti, rappresenta un sistema di produzione compatibile<br />
con l’ambiente che si prefigge di mantenere un equilibrio nell’agrosistema salvaguardando<br />
la biodiversità, la fertilità organica del terreno, ecc. e difendendo<br />
le colture con prodotti fitosanitari di origine naturale (anche chimici non di sintesi<br />
come rame, zolfo, ecc.) o applicando tecniche di lotta biologica (insetti utili<br />
e microrganismi come ad esempio il Bacillus thuringiensis).<br />
L’agricoltura biologica si basa pertanto sull’abolizione delle sostanze chimiche<br />
di sintesi.<br />
Lotta integrata<br />
Per lotta integrata si intende l’impiego combinato e razionale dei vari mezzi di<br />
lotta disponibili (chimici, biologici e agronomici), con l’obiettivo di ridurre l’impiego<br />
di mezzi chimici tradizionali ed introdurre mezzi alternativi meno pericolosi<br />
per l’operatore agricolo, il consumatore e l’ambiente, consentendo altresì<br />
elevati livelli qualitativi della produzione.<br />
La lotta integrata si è notevolmente diffusa negli ultimi anni su diverse colture.<br />
In primo luogo sono state interessate le colture orto-frutticole, pur non mancando<br />
applicazioni anche nel settore floricolo. La diffusione, dovuta sia alla crescente<br />
disponibilità di mezzi alternativi (si pensi ad esempio alla gamma sempre<br />
più vasta di organismi utili prodotti) sia alla maggiore sensibilità e interesse che<br />
l’agricoltore ed il consumatore mostrano verso la riduzione degli agrofarmaci, è<br />
stata particolarmente favorita dagli incentivi finanziari previsti dalla normativa.<br />
Questo metodo di difesa fitosanitaria richiede la presenza di tecnici esperti che<br />
seguano con regolarità le aziende per effettuare campionamenti e verificare lo<br />
stato fitosanitario della coltura, al fine di determinare quando e come attuare<br />
gli interventi di lotta. Infatti il tecnico dovrà individuare, sulla base dei parassiti<br />
presenti, gli interventi più idonei, prevedendo il mezzo o i mezzi più opportuni<br />
e considerando anche le relazioni che potrebbero esserci tra gli stessi (es. selettività<br />
e persistenza nei confronti degli organismi utili,...).<br />
La lotta integrata rappresenta, meglio degli altri sistemi, il punto di incontro tra<br />
gli interessi del produttore agricolo e quelli della collettività.<br />
Interventi fitosanitari e lotte obbligatorie<br />
In alcuni casi gli interventi con prodotti fitosanitari sono obbligatori per legge.<br />
È il caso dei trattamenti previsti da specifiche leggi, i Decreti di lotta obbligatoria,<br />
che impongono di intervenire per il controllo di avversità particolarmente<br />
pericolose per il territorio.<br />
Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi agronomici, come la distruzione<br />
del materiale infetto o l’impiego di materiale sano. In alcuni, casi però,<br />
vengono specificamente imposti interventi chimici.<br />
Ad esempio il Decreto di lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della<br />
vite prevede interventi chimici diretti al controllo del vettore della malattia, la<br />
cicalina Scaphoideus titanus.<br />
96
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
I soggetti inadempienti, che non effettuano gli interventi previsti dai decreti,<br />
possono incorrere in sanzioni pecuniarie ed anche nella denuncia all’autorità<br />
giudiziaria.<br />
In generale nei Decreti di lotta obbligatoria non vengono consigliati prodotti<br />
specifici, ma è sufficiente utilizzare prodotti fitosanitari che riportano in etichetta<br />
la coltura interessata e l’avversità contro la quale si deve effettuare l’intervento.<br />
Nella pagina web del Servizio Fitosanitario Regionale, partendo dal portale<br />
www.agriligurianet.it e seguendo il percorso: attività regionali / strumenti e centri<br />
servizi / servizio fitosanitario regionale / avversità e difesa, si trovano le indicazioni<br />
che riguardano la lotta obbligatoria ad alcune malattie delle piante.<br />
Casi concreti in Liguria<br />
Nella nostra Regione, già da qualche anno, le strategie di difesa fitosanitaria rivolte<br />
ad una riduzione dell’impiego dei prodotti fitosanitari, ed in particolare<br />
quelle che prevedono l’adozione della “lotta integrata”, si sono affermate ed<br />
hanno acquisito una importanza crescente. La Regione ha favorito questa tendenza<br />
attivando già nel 1987 un programma pluriennale di lotta guidata, integrata<br />
e biologica che interessava i comparti agricoli regionali più importanti.<br />
Successivamente, con le misure agroambientali del Piano di Sviluppo Rurale 2000-<br />
2006 e con quelle del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (misura 214 relativamente<br />
alle seguenti azioni: • azione A): introduzione o mantenimento dei<br />
metodi dell’agricoltura biologica; • azione B): introduzione o mantenimento dei<br />
metodi dell’agricoltura integrata), sono stati introdotti degli incentivi finanziari<br />
per gli agricoltori che utilizzano metodi di coltivazione compatibili con la protezione<br />
ed il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio, delle risorse naturali e<br />
della biodiversità.<br />
Esistono anche specifiche iniziative quali il Programma regionale di Miglioramento<br />
della qualità dell’olio d’oliva ligure, che prevede azioni di monitoraggio<br />
fisiopatologico (sistema di monitoraggio delle principali malattie e fisiopatie che<br />
colpiscono l’olivo) ed il Programma regionale sviluppo e qualità della viticoltura<br />
ligure, che prevede azioni di supporto conoscitivo-informativo per la difesa fitosanitaria<br />
della vite.<br />
Bollettino di olivicoltura<br />
e di viticoltura<br />
<br />
La Regione Liguria pubblica a<br />
cadenze regolari e per ogni<br />
provincia un bollettino tecnico<br />
rivolto agli olivicoltori ed<br />
ai viticoltori<br />
<br />
fornisce un'informazione capillare<br />
ed aggiornata sulla situazione<br />
meteorologica e<br />
fenologica (stadio di sviluppo<br />
della pianta) di ogni territorio,<br />
corredata di approfondimenti<br />
tecnici di base e<br />
specialistici.<br />
L’uso razionale degli agrofarmaci<br />
permette di ottenere produzioni<br />
elevate e di qualità<br />
Un ambiente agrario variegato<br />
crea minori problemi di gestione<br />
delle avversità che colpiscono le<br />
colture<br />
97<br />
Prodotti per agricoltura biologica<br />
Disciplinari di produzione<br />
integrata<br />
<br />
norme che annualmente vengono<br />
approvate dalla Giunta<br />
regionale e che costituiscono<br />
la base della lotta integrata e<br />
della lotta guidata<br />
<br />
consultabili sul sito<br />
www.agriligurianet.it<br />
alle pagine<br />
Home / attività regionali /<br />
sostegno economico /<br />
programma di sviluppo<br />
rurale 2007-2013 / misure<br />
Asse 2 - Misura 2.1.4<br />
Pagamenti agro-ambientali.
IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />
CAP IV.10<br />
COME È POSSIBILE RIDURRE L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
154) Cosa si intende per lotta fitopatologica integrata?<br />
* A. L’uso congiunto e razionale di mezzi agronomici, fisici, biologici e chimici<br />
* B. L’insieme di agrofarmaci e macchine<br />
* C. L’insieme di più anticrittogamici e insetticidi<br />
155) Cosa sono i trattamenti a calendario?<br />
* A. Quelli consigliati sui lunari<br />
* B. Quelli effettuati a date fisse uguali ogni anno<br />
* C. Quelli effettuati a scopo cautelativo in momenti prestabiliti senza tenere conto della presenza del<br />
parassita<br />
156) Cosa si intende per lotta biologica?<br />
* A. L’uso dei nemici naturali degli agenti nocivi per le colture<br />
* B. L’uso di agrofarmaci secondo calendari predisposti<br />
* C. L’uso di agrofarmaci in tempi e modi stabiliti in base al grado di infestazione e alle condizioni meteorologiche<br />
157) Quali agrofarmaci possono essere usati per la produzione biologica?<br />
* A. Nessuno<br />
* B. Solo quelli definiti “biologici”<br />
* C. Solo quelli indicati da un apposito regolamento<br />
158) Cosa si intende per lotta fitopatologica guidata?<br />
* A. L’uso dei nemici naturali dei fitofagi<br />
* B. L’uso degli agrofarmaci secondo calendari predisposti<br />
* C. L’uso degli agrofarmaci in tempi e modi stabiliti in base al grado di infestazione (soglia di intervento) e<br />
alle condizioni meteorologiche<br />
159) Quale è un possibile mezzo di previsione delle infestazioni fungine e quindi delle necessità di<br />
trattamenti?<br />
* A. Il controllo dei parametri meteorologici<br />
* B. Non esistono mezzi adatti<br />
* C. Lo studio del comportamento della fauna<br />
160) Quando è il momento adatto per effettuare il primo trattamento contro la peronospora della vite?<br />
* A. Quando la vite “piange”<br />
* B. Quando sulla pagina superiore delle foglie sono visibili le “macchie d’olio”<br />
* C. Con germogli di 10 cm di lunghezza, dopo una pioggia di almeno 10 mm e con una temperatura minima<br />
di almeno 10 gradi centigradi<br />
161) Che cosa è la regola dei “tre dieci”?<br />
* A. Un metodo per stimare l’inizio dell’infezione peronosporica ed il momento per effettuare il relativo<br />
trattamento<br />
* B. Un metodo per ricordare il sesto d’impianto della vite<br />
* C. La proporzione che deve essere mantenuta tra insetticidi, fungicidi ed acaricidi impiegati sulla vite<br />
162) Cosa sono i disciplinari di produzione integrata?<br />
* A. Calendari dei trattamenti da effettuare sulle colture<br />
* B. Indicazione sulle tipologie di concimazioni per la produzione biologica<br />
* C. Norme che indicano le modalità per effettuare la lotta integrata, come sostanze autorizzate, periodi e<br />
numero massimo di trattamenti<br />
163) Che cosa è la “lotta obbligatoria”?<br />
* A. Consiste nell’effettuare trattamenti a calendario<br />
* B. È un intervento, obbligatorio per legge, che deve essere effettuato per avversità particolarmente pericolose<br />
(es. flavescenza dorata, punteruolo delle palme…)<br />
* C. È l’obbligo di utilizzare prodotti specifici contro una data avversità<br />
98
PARTE V<br />
INTOSSICAZIONI<br />
CAPITOLO V.1<br />
INTOSSICAZIONI E INTERVENTI<br />
DI PRIMO SOCCORSO<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere le modalità di intossicazione da prodotti fitosanitari<br />
valutare i rischi a cui possono andare incontro gli utilizzatori<br />
adottare le precauzioni idonee ad evitare intossicazioni<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Modalità di intossicazione<br />
Norme di primo soccorso<br />
Gli operatori agricoli, per utilizzare i prodotti fitosanitari in modo corretto ed in<br />
condizioni di massima sicurezza, devono essere informati e preparati sulle modalità<br />
di intossicazione da questi prodotti chimici, al fine di comprendere i rischi<br />
a cui possono andare incontro e adottare le precauzioni più idonee.<br />
In Liguria ogni anno, e con sempre maggiore frequenza, si registrano fra gli agricoltori<br />
casi di intossicazione acuta e cronica, dovuti ad un uso improprio dei prodotti<br />
fitosanitari.<br />
La casualità, ma più spesso l’imprudenza, sono i motivi principali e ricorrenti che<br />
stanno alla base dell’elevato numero di intossicazioni.<br />
Le situazioni in cui gli agricoltori si trovano maggiormente esposti ai prodotti fitosanitari<br />
possono essere così riassunte:<br />
ó manipolazione e magazzinaggio dei prodotti fitosanitari;<br />
ó preparazione del prodotto e miscelazione;<br />
ó manipolazione dei contenitori vuoti;<br />
ó effettuazione dei trattamenti antiparassitari (in serra e in pieno campo);<br />
ó rientro nelle aree trattate;<br />
ó manipolazione e confezionamento dei prodotti agricoli trattati (es. fiori).<br />
L’assorbimento dei prodotti fitosanitari può avvenire attraverso le seguenti vie:<br />
ÿ per inalazione (attraverso l’apparato respiratorio);<br />
ÿ per via cutanea (attraverso la pelle e gli occhi);<br />
ÿ per ingestione (attraverso l’apparato digerente).<br />
In molti casi di intossicazione acuta, tuttavia, la penetrazione del prodotto può<br />
avvenire contemporaneamente attraverso le tre vie sopra elencate.<br />
Si comprende quindi come le norme di sicurezza ed i dispositivi di protezione<br />
(guanti in gomma, maschere con filtri, tute impermeabili, occhiali, stivali – vedi<br />
cap. IV.4) siano importanti per la sicurezza dell’operatore.<br />
L’operatore agricolo può andare incontro ad intossicazioni di tipo acuto, cronico<br />
99
V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />
Le vie d’assorbimento dell’organismo<br />
umano per le intossicazioni<br />
acute, croniche o di<br />
tipo allergico possono essere<br />
le vie inalatorie, la via ingestiva<br />
e la via cutanea.<br />
Non rispettando le norme precauzionali<br />
per l’uso dei prodotti<br />
fitosanitari l’agricoltore<br />
si espone ad intossicazioni<br />
acute, croniche ed allo sviluppo<br />
di malattie allergiche.<br />
e a malattie allergiche, indipendentemente dalla classe tossicologica di appartenenza<br />
del prodotto fitosanitario.<br />
L’’intossicazione acuta si verifica quando l’organismo è esposto a quantità massicce<br />
di prodotto fitosanitario in tempi brevi. I sintomi di avvelenamento si manifestano,<br />
al massimo a distanza di 24 ore.<br />
L’intossicazione cronica si verifica quando l’organismo è esposto a quantità relativamente<br />
piccole di agrofarmaco per lunghi periodi di tempo: in questo modo<br />
si ha un accumulo nelle cellule dell’organismo che determina alterazioni generalmente<br />
irreversibili.<br />
In caso di intossicazione acuta, anche solo sospetta, per una prima assistenza al<br />
soggetto occorre:<br />
A. interrompere immediatamente qualsiasi attività;<br />
C. restare calmi, chiamare il 118 parlando con lentezza e seguire le indicazioni<br />
dell’operatore;<br />
A. se necessario recarsi o farsi trasportare al pronto soccorso portando con sé<br />
l’etichetta del prodotto e/o la scheda di sicurezza del prodotto utilizzato, in<br />
quanto, sull’etichetta, alla voce “INFORMAZIONI PER IL MEDICO”, sono riportati<br />
i consigli terapeutici necessari per curare il soggetto.<br />
Fondamentale, in ogni modo, è la rapidità d’intervento.<br />
Di seguito vengono elencate alcune pratiche che devono essere eseguite, in attesa<br />
di un primo soccorso, da chi assiste l’intossicato:<br />
assicurare la propria incolumità per non diventare un altro infortunato;<br />
allontanare l’intossicato dal luogo dove si stava svolgendo il trattamento e<br />
sistemarlo in un luogo posto all’ombra, possibilmente leggermente ventilato;<br />
togliere con le mani protette (utilizzando i guanti presenti nella cassetta di<br />
primo soccorso) gli indumenti eventualmente contaminati dalla sostanza tossica<br />
utilizzata;<br />
se il prodotto è entrato in contatto con la pelle o con gli occhi, effettuare abbondanti<br />
lavaggi con acqua fresca e pulita (o soluzione fisiologica presente<br />
nella cassetta di primo soccorso) o con gli opportuni bagni oculari che si acquistano<br />
in farmacia, se eventualmente disponibili;<br />
non somministrare latte o alcool in quanto possono favorire l’assorbimento<br />
del prodotto;<br />
se insorge vomito spontaneo mettere l’infortunato in posizione laterale di sicurezza<br />
(cioè sdraiato su un fianco) per evitare il pericolo di soffocamento;<br />
in caso di ingestione del prodotto non provocare il vomito se non sotto consiglio<br />
del medico o del centro antiveleno, in quanto alcuni prodotti con effetti<br />
caustici possono provocare ulteriori danni;<br />
valutare sempre lo stato di coscienza e il respiro dell’infortunato, se non sono<br />
normali avvertire subito il 118;<br />
se necessario in attesa del soccorso iniziare a praticare il massaggio cardiaco<br />
e la respirazione artificiale (utilissimo e obbligatorio per le aziende con dipendenti<br />
è il corso di primo soccorso aziendale).<br />
Ulteriori consigli di primo soccorso, a seconda del tipo di intossicazione, allo<br />
scopo di limitare gli effetti tossici del prodotto fitosanitario, sono:<br />
1) intossicazione per contatto:<br />
Sintomi: irritazioni della cute, prurito, etc.<br />
Interventi di primo soccorso:<br />
A. togliere i vestiti contaminati;<br />
B. lavare abbondantemente con acqua fredda e con sapone neutro le parti<br />
del corpo contaminate.<br />
2) intossicazione oculare:<br />
Sintomi: arrossamenti e bruciori, congiuntiviti, visione offuscata, lacrimazioni.<br />
Interventi di primo soccorso:<br />
A. sciacquare gli occhi con acqua corrente fredda per almeno dieci minuti, o<br />
soluzione fisiologica presente nella cassetta di primo soccorso o con gli opportuni<br />
bagni oculari che si acquistano in farmacia, se eventualmente disponibili;<br />
100
V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />
B. non usare collirio.<br />
3) intossicazione per inalazione:<br />
Sintomi: tosse, difficoltà respiratoria, cefalee, vertigini, irritazione del naso e<br />
della gola.<br />
Interventi di primo soccorso:<br />
A. allontanare immediamente il soggetto portandolo in ambiente aperto,<br />
fresco e ben areato;<br />
B. coricare a capo basso e su un fianco per evitare rischi di soffocamento.<br />
4) intossicazione per ingestione:<br />
Sintomi: vomito, nausea, diarrea, dolori intestinali, salivazione.<br />
Interventi di primo soccorso:<br />
A. sciacquare la bocca con acqua fredda;<br />
B. sotto consiglio medico o del centro antiveleni, provocare il vomito (acqua<br />
salata calda);<br />
C. non somministrare bevande (mai dare latte, thè, alcolici) per non favorire<br />
l’assorbimento del prodotto.<br />
Principio attivo Nome Commerciale Sintomi<br />
RAME Varie A. dolori addominali, debolezza<br />
B. difficoltà respiratoria<br />
C. vomito, irritazioni<br />
DIMETOATO es. Rogor D. vomito, diarrea, salivazione<br />
E. lacrimazioni, convulsioni<br />
F. restringimento della pupilla<br />
G. dolori addominali<br />
DELTAMETRINA es. Decis H. tremori, salivazione<br />
I. problemi di deambulazione<br />
L. senso di calore al volto<br />
Nella tabella sono indicati i sintomi da intossicazione acuta di alcuni importanti<br />
antiparassitari fra i più diffusi in agricoltura:<br />
La prevenzione deve rappresentare la norma per tutti gli operatori agricoli che<br />
costantemente utilizzano i prodotti fitosanitari.<br />
È importante consultare un medico per un visita di controllo, almeno una volta<br />
all’anno anche nel caso in cui non si siano manifestati problemi di salute legati<br />
all’uso di questi prodotti;<br />
Infine è utile ricordare che esistono in tutta Italia Centri Antiveleno specializzati,<br />
ai quali ci si può rivolgere per ulteriori e più dettagliati chiarimenti (vedi indirizzi<br />
utili).<br />
101
V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />
CAP V.1<br />
INTOSSICAZIONI E INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO<br />
164) Attraverso quali vie può avvenire un’intossicazione acuta?<br />
* A. Solamente per ingestione<br />
* B. Attraverso la pelle, per ingestione e attraverso l`apparato respiratorio<br />
* C. Solamente attraverso la pelle<br />
165) Usando i prodotti fitosanitari, se capita di bagnarsi con la nube irrorante, quali precauzioni<br />
bisogna seguire?<br />
* A. È sufficiente cambiarsi gli indumenti protettivi<br />
* B. Sospendere il lavoro, lavarsi accuratamente e cambiarsi gli indumenti<br />
* C. Spogliarsi ed asciugarsi con un panno asciutto<br />
166) Nel caso dell’insorgere di un malessere che si ritiene in qualche modo collegato con l’impiego di<br />
prodotti fitosanitari, come è oppor tuno comportarsi?<br />
* A. Provocare il vomito e mettersi a riposo<br />
* B. Bere del latte e distendersi per qualche ora<br />
* C. Rivolgersi al pronto soccorso mostrando le etichette dei prodotti utilizzati<br />
167) Nel caso di intossicazione acuta da prodotti fitosanitari quali provvedimenti immediati occorre<br />
adottare?<br />
* A. Rimuovere il soggetto dalla fonte di contaminazione, spogliarlo e lavarlo con acqua o detergere la cute<br />
con dei panni o della carta: non somministrare latte o alcolici e portare l`intossicato in ospedale<br />
* B. Lavare l’intossicato con acqua e somministrare latte<br />
* C. Somministrare cardiotonici<br />
168) Cosa si deve fare nel caso di contaminazione oculare?<br />
* A. Sciacquare gli occhi con acqua per almeno 10 minuti e recarsi al pronto soccorso<br />
* B. Mettere il collirio<br />
* C. Tenere gli occhi chiusi in un locale buio<br />
169) Quali provvedimenti occorre adottare se durante i trattamenti con prodotti fitosanitari<br />
compaiono chiazze cutanee (arrossamenti della pelle e bolle)?<br />
* A. Il soggetto si deve allontanare dalla fonte di contaminazione e lavare accuratamente le superfici cutanee<br />
interessate con acqua e sapone neutro<br />
* B. Il soggetto deve cospargere accuratamente le superfici cutanee interessate con una pomata medicata<br />
* C. Il soggetto deve lavare le parti cutanee interessate con alcool<br />
102
PARTE VI<br />
NOTE PER RIVENDITORI<br />
CAPITOLO VI.1<br />
NORME PER I RIVENDITORI<br />
DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />
OBIETTIVI<br />
Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />
conoscere da quali rivenditori è possibile acquistare i prodotti fitosanitari<br />
e quali sono le modalità di autorizzazione alla vendita<br />
CONTENUTI<br />
In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />
Certificato di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />
Caratteristiche minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla<br />
vendita<br />
Per intraprendere l’attività di vendita e/o deposito di prodotti fitosanitari e coadiuvanti<br />
è necessario:<br />
ÿ il certificato di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari (art.<br />
23 DPR 290/01) che deve essere conseguito dal titolare dell’attività<br />
e/o dal preposto alla vendita<br />
Il certificato di abilitazione alla vendita di prodotti fitosanitari e coadiuvanti<br />
viene rilasciato, in Liguria, dal Sindaco del Comune di residenza, su richiesta, alle<br />
persone che abbiano compiuto 18 anni di età, abbiano frequentato un corso di<br />
almeno 18 ore sugli argomenti previsti dall’art. 23 del DPR 290/01 e sostenuto<br />
successivamente, con esito favorevole, una prova teorico–pratica secondo le modalità<br />
stabilite dal Decreto dirigenziale della Regione Liguria, Dipartimento Sanità<br />
– Igiene Pubblica e Veterinaria., n° 1624 del 13.08.2003.<br />
Sono esentati dal frequentare il corso e dalla prova d’esame i candidati in possesso<br />
dei seguenti titoli di studio: laurea in scienze agrarie, scienze forestali, chimica,<br />
medicina e chirurgia, medicina veterinaria, scienze biologiche, farmacia;<br />
diploma di perito agrario, perito chimico, agrotecnico.<br />
In questo caso il certificato di abilitazione viene rilasciato previa presentazione<br />
di copia del titolo di studio, autenticata ai sensi di legge, in allegato alla domanda.<br />
Il certificato di abilitazione ha validità quinquennale e allo scadere può essere<br />
rinnovato con le stesse modalità previste per il rilascio.<br />
Autorizzazione al commercio e alla vendita dei prodotti fitosanitari (art.<br />
21 e 22 del DPR 290/01 – DGR n. 160 del 20.02.2002)<br />
L’autorizzazione sanitaria al commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari<br />
viene rilasciata, in Liguria, dal Sindaco del Comune dove ha sede l’attività, previa<br />
visita di idoneità, da parte della ASL competente per territorio, dei locali destinati<br />
103<br />
I prodotti fitosanitari possono<br />
essere acquistati solo da rivenditori<br />
autorizzati, in locali<br />
appositamente identificati.<br />
Per ciascun punto vendita<br />
deve essere nominato un preposto<br />
in possesso dell’Autorizzazione<br />
alla vendita, che deve<br />
gestire personalmente il locale<br />
ed è responsabile della vendita<br />
dei prodotti fitosanitari.<br />
Nei locali di prodotti fitosanitari<br />
non possono essere venduti<br />
o stoccati generi<br />
alimentari o mangimi.
VI.1: Norme per i rivenditori dei prodotti fitosanitari<br />
I prodotti fitosanitari T+, T o<br />
Xn devono essere tenuti separati<br />
da prodotti di altre classi<br />
e chiusi a chiave.<br />
L’abilitazione alla vendita ha<br />
validità di 5 anni: il rinnovo<br />
avviene con le stesse modalità<br />
del rilascio.<br />
alla vendita e al deposito dei prodotti fitosanitari e previo accertamento che il<br />
titolare dell’impresa o il preposto alla vendita sia in possesso del certificato di<br />
abilitazione alla vendita.<br />
Il parere relativo al riconoscimento di idoneità dei locali da parte delle competenti<br />
strutture del Dipartimento di Prevenzione della ASL è subordinato al rilascio<br />
del Certificato Prevenzione Incendi da parte dei Vigili del Fuoco, qualora le caratteristiche<br />
chimico-fisiche dei prodotti in deposito e le quantità stoccate lo richiedano<br />
(come previsto dalla Circolare 15/93).<br />
Caratteristiche minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla<br />
vendita. (Circolare Ministero della Sanità 30/4/1993 n° 15)<br />
Caratteristiche dei locali:<br />
Devono avere una altezza non inferiore a tre metri, le pareti devono essere trattate<br />
con pitture idrorepellenti; i pavimenti devono essere di tipo impermeabile<br />
e privi di fessurazioni e dovranno avere pendenza sufficiente ad avviare i liquidi<br />
versati e le acque di lavaggio verso un punto di raccolta ed impedire quindi il<br />
convogliamento delle acque contaminate nella rete fognaria.<br />
L’aerazione dei locali dovrà avvenire mediante finestrature che garantiscano un<br />
sufficiente ricambio di aria; se l’aerazione naturale è insufficiente dovrà essere<br />
garantita una aerazione forzata.<br />
Caratteristiche degli impianti:<br />
L’impianto elettrico deve essere, in tutti i suoi componenti, conforme a quanto<br />
stabilito dalla normativa vigente, in particolare dovranno essere curate le protezioni<br />
contro il contatto accidentale (“Messa a terra”).<br />
Stoccaggio dei prodotti:<br />
Nei locali di deposito e vendita non è ammesso lo stoccaggio di mangimi; i prodotti<br />
classificati molto tossici, tossici o nocivi dovranno essere tenuti fisicamente<br />
separati dagli altri in appositi locali o in appositi armadi, ambedue da tenere<br />
chiusi a chiave.<br />
In caso di versamenti conseguenti a rotture di confezioni lo smaltimento dei residui<br />
deve essere effettuato nel rispetto del D. Lgs 152/2006 “Norme in materia<br />
ambientale”.<br />
Dotazioni da tenersi nei locali:<br />
Per ogni addetto alla vendita ed al deposito deve essere presente una dotazione<br />
individuale di occhiali, guanti e stivali resistenti ai prodotti chimici, grembiule o<br />
tuta in materiale impermeabile, maschera con filtri adeguati, in particolare per<br />
polveri e vapori organici.<br />
Nei locali deve essere presente almeno un estintore, una cassetta di pronto soccorso,<br />
ed un lavandino a comando non manuale; dovrà essere inoltre presente<br />
una doccia di emergenza ed una vaschetta lava-occhi, nonché i numeri di telefono<br />
utili per l’ emergenza.<br />
Adempimenti relativi ai dati di vendita:<br />
I titolari degli esercizi di vendita di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti<br />
fitosanitari devono trasmettere annualmente, entro la fine di febbraio, al<br />
Sindaco competente per territorio, quale autorità Sanitaria, le schede informative<br />
sui dati di produzione e vendita.<br />
Il Sindaco entro il 31 marzo deve trasmettere al Servizio Igiene Pubblica e Veterinaria<br />
della Regione ed in copia all’Azienda USL territorialmente competente<br />
le schede informative e l’elenco aggiornato dei soggetti autorizzati alla vendita.<br />
104
VI.1: Norme per i rivenditori dei prodotti fitosanitari<br />
Modulo per acquisto prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti<br />
fitosanitari – prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />
Ditta ________________________<br />
P. IVA/C.F.____________________<br />
(DPR n° 290/2001art. 24 comma 6°)<br />
Generalità dell’acquirente (o ragione sociale)<br />
Sig./Sig.ra ___________________________________________________<br />
Indirizzo ___________________________________________________<br />
Autorizzazione all’acquisto rilasciata da ______________________ il ________<br />
PRODOTTI FITOSANITARI e COADIUVANTI di prodotti fitosanitari N° modulo vendita ______ *<br />
NOME COMMERCIALE<br />
n° di REGISTRAZIONE<br />
Del PRODOTTO<br />
QUANTITA’<br />
litri o chili<br />
105<br />
DESTINAZIONE<br />
agricola/commerciale<br />
FIRMA ACQUIRENTE<br />
__________________________________<br />
* è lo stesso numero che poi va riportato nella sezione scarico del registro
RISPOSTE AI QUIZ<br />
Cap. 1.1 Cap. 1.2 Cap. 2.1 Cap. 2.2 Cap. 2.3 Cap. 3.1 Cap. 3.2 Cap. 4.1 Cap. 4.2 Cap. 4.3<br />
1 - A 11 - B 15 - B 23 - C 27 - C 39 - B 55 - C 60 - C 64 - C 80 - C<br />
2 - C 12 - C 16 - A 24 - B 28 - A 40 - C 56 - B 61 - B 65 - B 81 - C<br />
3 - C 13 - A 17 - A 25 - B 29 - A 41 - C 57 - B 62 - A 66 - B 82 - B<br />
4 - B 14 - A 18 - B 26 - A 30 - A 42 - A 58 - B 63 - B 67 - B 83 - B<br />
5 - C 19 - C 31 - B 43 - B 59 - B 68 - C<br />
6 - C 20 - B 32 - A 44 - C 69 - C<br />
7 - A 21 - B 33 - C 45 - C 70 - A<br />
8 - A 22 - B 34 - C 46 - C 71 - A<br />
9 - A 35 - A 47 - B 72 - B<br />
106<br />
10 - C 36 - B 48 - B 73 - B<br />
37 - B 49 - B 74 - A<br />
38 - B 50 - A 75 - C<br />
51 - C 76 - C<br />
52 - A 77 - C<br />
53 - A 78 - C<br />
54 - A 79 - B
Cap.4.4 Cap.4.5 Cap.4.6 Cap.4.7 Cap.4.8 Cap.4.9 Cap.4.10 Cap.5.1<br />
84 - C 101 - B 107 - C 115 - B 132 - B 135 - C 140 - A 149 - C 154 - A 164 - B<br />
85 - A 102 - C 108 - C 116 - A 133 - A 136 – B 141 - B 150 - A 155 - C 165 - B<br />
86 - A 103 - B 109 - C 117 - A 134 - A 137 – A 142 - B 151 - B 156 - A 166 - C<br />
87 - B 104 - C 110 - C 118 - C 138 – C 143 - C 152 - A 157 - C 167 - A<br />
88 - B 105 - B 111 - C 119 - A 139 - C 144 - B 153 - C 158 - C 168 - A<br />
89 - A 106 - B 112 - A 120 - A 145 - B 159 - A 169 - A<br />
90 - A 113 - B 121 - A 146 - A 160 - C<br />
91 - A 114 - A 122 - A 147 - A 161 - A<br />
92 - A 123 - A 148 - C 162 - C<br />
107<br />
93 - A 124 - C 163 - B<br />
94 - B 125 - A<br />
95 - A 126 - B<br />
96 - C 127 - C<br />
97 - A 128 - B<br />
98 - C 129 - C<br />
99 - A 130 - C<br />
100 - C 131 - A
APPENDICI<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Autori Vari, Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari, Regione Piemonte.<br />
Autori vari, Guida per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari, Giunta Regionale<br />
del Veneto.<br />
Autori Vari, Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari. Guida al patentino per<br />
l’acquisto dei prodotti fitosanitari in Emilia Romagna, versione 2008, Regione<br />
Emilia Romagna.<br />
Muccinelli Mario, Prontuario dei fitofarmaci, dodicesima edizione, Edagricole,<br />
Bologna.<br />
Ponti Ivan, Baffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sulle avversità<br />
delle piante ornamentali, edizioni Informatore Agrario.<br />
Ponti Ivan, Laffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sulle malattie<br />
crittogamiche delle piante orticole, edizioni Informatore Agrario.<br />
Ponti Ivan, Laffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sui fitofagi delle<br />
piante orticole, edizioni Informatore Agrario.<br />
Rapparini G., Schede Fitopatologiche sui diserbanti, edizioni Informatore<br />
Agrario.<br />
109
GLOSSARIO<br />
ACARICIDA: prodotto fitosanitario in grado di combattere gli acari, es. ragnetti<br />
rossi.<br />
ACUPRICI: prodotti privi di rame.<br />
ADESIVANTE: sostanza coadiuvante che permette una maggiore aderenza del<br />
prodotto fitosanitario alla superficie trattata.<br />
ADULTICIDA: prodotto attivo contro lo stadio adulto di determinati parassiti.<br />
AEROSOL: sospensione di un solido o di un liquido in aria o gas.<br />
AESA o EFSA: l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.<br />
AFICIDA: prodotto fitosanitario in grado di combattere gli afidi.<br />
AGROFARMACO: (vedi prodotto fitosanitario).<br />
ANTICRITTOGAMICO: prodotto in grado di combattere funghi e batteri.<br />
ANTIOSSIDANTE: sostanza in grado di evitare l’ossidazione del pro dotto ed il<br />
conseguente degrado.<br />
ASSUEFAZIONE: adattamento dei funghi, insetti o acari a determina te sostanze<br />
attive a seguito di trattamenti ripetuti. Si crea quindi una “resistenza” a tali sostanze.<br />
ATTIVITÀ DI UN ANTIPARASSITARIO: efficacia nociva verso i parassiti da combattere.<br />
ATTRATTIVO: sostanza utilizzata per attrarre e quindi eliminare in numero maggiore<br />
gli organismi nocivi.<br />
AUSILIARI: organismi utili perché ostacolano lo sviluppo di altri organismi parassiti<br />
delle piante.<br />
BATTERI: organismi microscopici unicellulari che possono svilupparsi a carico di<br />
altri organismi viventi.<br />
BIODIVERSITÀ: tutta la variabilità genetica ed ecosistemica.<br />
BIOREGOLATORE: sostanza che esplica una importante funzione nel ciclo biologico<br />
delle piante e degli animali (enzima, ormone, vitamina).<br />
BPA: buone pratiche agricole.<br />
CAPTASPORE: strumento utilizzato per il monitoraggio delle spore di funghi<br />
presenti nell’ambiente.<br />
CITOTROPICO: prodotto in grado di penetrare attraverso la superficie vegetale<br />
e diffondersi limitatamente nei tessuti circostanti.<br />
CL50: concentrazione letale 50, concentrazione di principio attivo sufficiente ad<br />
uccidere il 50% delle cavie di laboratorio sottoposte ad assorbimento. Viene<br />
espressa in parti per milione se sotto forma di gas o vapore. Più è basso il valore<br />
della CL 50, più è tossico il prodotto.<br />
CLASSE TOSSICOLOGICA: classi in cui sono suddivisi i prodotti fitosanitari a seconda<br />
della loro tossicità nei confronti dell’uomo e degli animali domestici.<br />
CLOROSI: ingiallimento dei tessuti vegetali per mancanza di clorofilla.<br />
COADIUVANTE: sostanza aggiunta al preparato commerciale che migliora<br />
l’azione della sostanza attiva favorendone la distribuzione e la persistenza.<br />
CODICE CER: Codice Europeo dei Rifiuti.<br />
COFORMULANTE: sostanza che riduce la concentrazione della sostanza attiva<br />
nel formulato commerciale.<br />
COMBURENTE: sostanza che agisce come ossidante in una reazione di combustione.<br />
COMPATIBILITÀ: possibilità di miscelare sostanze attive diverse senza diminuire<br />
l’efficacia dei prodotti o provocare fenomeni di fitotossicità.<br />
CONCIA: trattamento dei semi con agrofarmaci per proteggerli dall’attacco di<br />
parassiti animali e vegetali.<br />
CONDIZIONALITÀ: corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia<br />
dell’ambiente, la salute pubblica, la salute degli animali e il loro benessere.<br />
COPERTURA: capacità di un prodotto fitosanitario di agire solo sulla superficie<br />
del vegetale trattato; non penetra quindi nei vegetali trattati e viene dilavato e<br />
degradato dagli agenti atmosferici.<br />
CRITTOGAME: funghi dannosi alle piante.<br />
110
CUPRICI: agrofarmaci a base di rame, es. ossicloruri, solfato di rame, ecc.<br />
DERIVA: spostamento della nube o del getto di irrorazione determinato dal<br />
vento o da errata esecuzione (si deve ridurre al minimo tale fenomeno per evitare<br />
dannosi inquinamenti ambientali).<br />
DIAGNOSI: definizione della malattia attraverso i sintomi.<br />
DISERBANTE: prodotto attivo contro le erbe infestanti.<br />
D.L. 50: dose letale 50, quantità di principio attivo sufficiente ad uccidere il 50%<br />
delle cavie di laboratorio sottoposte ad as sorbimento. Viene espressa in milligrammi<br />
di principio attivo per kg di peso corporeo. Più è basso il valore della<br />
D.L. 50, più è tossico il prodotto.<br />
DPI: Dispositivi di Protezione Individuale.<br />
EFSA: vedi AESA.<br />
EMULSIONANTE: sostanza che rende possibile l’emulsione tra due liquidi che<br />
non sono miscibili tra loro.<br />
EMULSIONE: dispersione in un liquido sotto forma di piccolissime goccioline in<br />
un altro non miscibile con il primo.<br />
ENDOTERAPICI: prodotti fitosanitari che svolgono la loro azione all’interno<br />
delle piante trattate.<br />
ERBICIDA: prodotto fitosanitario attivo contro le erbe infestanti o malerbe.<br />
ETICHETTA: indicazioni obbligatorie riportate sulle confezioni dei prodotti fitosanitari<br />
quali: classe tossicologica, intervallo di sicurezza, norme di impiego, nozioni<br />
tecnico-agronomiche e sanitarie.<br />
FAGOREPELLENTE: sostanza che riduce negli insetti lo stimolo alla nutrizione.<br />
FEROMONI O FERORMONI: sostanze odorose che emettono gli insetti per comunicare.<br />
FISIOPATIE: alterazioni delle piante causate da agenti non parassitari quali il<br />
clima (freddo, caldo, eccesso o mancanza d’acqua ecc.), carenze nutritive, ecc.<br />
FITOFAGO: insetto che si nutre delle piante.<br />
FITOIATRIA: studio dei prodotti fitosanitari, del loro utilizzo e dei loro effetti.<br />
FITOPLASMA: organismo di dimensioni estremamente ridotte, visibile solo con<br />
l’ausilio di un microscopio elettronico o mediante analisi sofisticate.<br />
FITOREGOLATORI: composti che influenzano i processi fisiologici naturali delle<br />
piante, es. ormoni per favorire la radicazione.<br />
FITOTOSSICITÀ: azione dannosa di un agrofarmaco sulla pianta trattata, es.<br />
ustione, defogliazione, ecc.<br />
FORMULATO COMMERCIALE: prodotto che si trova in commercio e che consiste<br />
in una miscela di sostanza attiva con gli opportuni coadiuvanti (adesivanti, bagnanti,<br />
emulsionanti, ecc.). Le preparazioni più diffuse sono: polveri secche o bagnabili,<br />
emulsioni concentrate, granuli, ecc.<br />
FOTOPATIA: patologia determinata da squilibri di illuminazione.<br />
FUMIGANTI: prodotti che distribuiti nel terreno o in ambienti chiusi danno<br />
luogo a gas o a vapori tossici per i parassiti da combattere.<br />
FUNGICIDA: prodotto fitosanitario attivo contro i funghi (es. peronospora,<br />
oidio).<br />
GEODISINFESTANTI: prodotti per la disinfestazione del terreno.<br />
HABITAT: ambiente caratterizzato da particolari condizioni fisiche e climatiche<br />
dove vive una data specie animale o vegetale.<br />
IDROPATIA: patologia determinata da squilibri idrici.<br />
IFA: filamento formato da cellule a loro volta costituenti il micelio dei funghi.<br />
IMMUNE: condizione di un organismo per cui si trova “difeso” da determinate<br />
malattie o sostanze tossiche.<br />
IMPOLLINATORI: (vedi pronubi).<br />
INCOMPATIBILITÀ: antagonismo farmacologico che impedisce la somministrazione<br />
contemporanea di due o più prodotti.<br />
INCUBAZIONE: intervallo di tempo che intercorre tra il contatto con l’agente<br />
infettivo e la comparsa dei sintomi.<br />
INOCULAZIONE: immissione nell’organismo di sostanze immunizzanti allo scopo<br />
preventivo o sperimentale.<br />
INTERVALLO DI SICUREZZA O TEMPO DI CARENZA: numero di giorni che<br />
deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta o, per le derrate alimen-<br />
111
tari immagazzinate, tra l’ultimo trattamento e l’immissione al consumo.<br />
IPERPARASSITA: organismo che risulta parassita di un altro parassita.<br />
IRRORATRICI: macchine per la distribuzione di prodotti liquidi. Si suddividono<br />
in irroratrici a pressione, atomizzatori e nebulizzatori.<br />
LIMACIDA: prodotto efficace nella lotta contro lumache e limacce.<br />
LIMITE DI TOLLERANZA O RESIDUO MASSIMO TOLLERATO (LMR): quantità<br />
massima di sostanza attiva espressa in p.p.m. che può essere presente sui vegetali<br />
immessi sul mercato; rappresenta la quantità massima di sostanza attiva ritenuta<br />
non dannosa alla salute del consumatore. Quantità massima di sostanza attiva,<br />
delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti di metabolizzazione, degradazione o<br />
reazione che può essere tollerata nella coltura in qualsiasi momento successivo<br />
alla raccolta.<br />
LOTTA A CALENDARIO: tipo di lotta che prevede interventi cadenzati e ripetuti<br />
nel tempo, senza verificare la presenza effettiva dell’organismo nocivo da controllare<br />
e/o il verificarsi delle condizioni che ne favoriscono lo sviluppo.<br />
LOTTA BIOLOGICA: il controllo di una specie dannosa da parte di un suo antagonista<br />
naturale.<br />
LOTTA BIOTECNOLOGICA: l’impiego diretto di organismi viventi o di prodotti<br />
da essi derivati per combattere un organismo dannoso, anche con il ricorso a<br />
processi industriali che riproducono artificialmente questi strumenti.<br />
LOTTA <strong>GUIDA</strong>TA: metodo di difesa che prevede l’uso di prodotti chimici solamente<br />
quando gli organismi dannosi raggiungono una densità tale da provocare<br />
un danno economico superiore al costo del trattamento.<br />
LOTTA INTEGRATA: l’applicazione razionale di misure biologiche, biotecnologiche,<br />
chimiche, colturali o di selezione vegetale, per limitare al minimo indispensabile<br />
l’impiego di agrofarmaci di sintesi al fine di mantenere i parassiti a<br />
livelli economicamente accettabili.<br />
LOTTE OBBLIGATORIE: trattamenti fitosanitari imposti per legge per il controllo<br />
di avversità particolarmente pericolose per il territorio.<br />
MASS TRAPPING: cattura massale di insetti.<br />
MESOSISTEMICO: prodotto fitosanitario in grado di penetrare e ridistribuirsi<br />
all’interno della pianta in presenza di rugiada.<br />
MICELIO: complesso di ife costituenti il corpo vegetativo dei funghi.<br />
MICOSI: malattia provocata da un fungo.<br />
MICRONIZZATO: agrofarmaco formulato in particelle di dimensioni pari a circa<br />
un millesimo di mm (micron).<br />
MINATRICE: larva parassita che forma gallerie nel tessuto sottoepidermico delle<br />
foglie.<br />
MONITORAGGIO: valutazione della presenza dei parassiti vegetali per poter<br />
stabilire il momento opportuno per eseguire il trattamento.<br />
MUD: Modello Unico di Dichiarazione ambientale.<br />
NECROSI: morte dei tessuti di una pianta.<br />
NEMATOCIDI: prodotti efficaci nella lotta contro i nematodi.<br />
NEMATODI: animali appartenenti all’ordine dei nematelminti; hanno la forma<br />
di vermi cilindrici; sono chiamati anche anguillule per l’aspetto simile a quello<br />
di piccole anguille.<br />
NEOPRENE: gomma sintetica utilizzata per confezionare indumenti protettivi.<br />
OGM: organismi geneticamente modificati.<br />
PAC: Politica Agricola Comune.<br />
PATENTINO: documento che permette l’acquisto dei prodotti fitosanitari molto<br />
tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) rilasciato dai servizi territoriali competenti.<br />
PATOLOGIA: scienza che studia le cause e l’evoluzione delle malattie.<br />
PERSISTENZA: proprietà di un agrofarmaco di rimanere sul vegetale trattato<br />
per un periodo più lungo del normale.<br />
PH: parametro che indica la concentrazione degli ioni idrogeno in una soluzione.<br />
Questo permette di definire l’acidità, l’alcalinità e neutralità di una soluzione;<br />
per esempio l’acqua distillata presenta un pH 7 (neutralità), una soluzione acida<br />
presenta valori del pH compresi da 1 a 7, una soluzione basica presenta valori<br />
compresi da 7 a 14.<br />
PIRODISERBO: tecnica di diserbo che utilizza le alte temperature. Le piante trat-<br />
112
tate non vengono bruciate ma “lessate” e muoiono dopo pochi giorni dal trattamento.<br />
PPM: parti per milione.<br />
PPO: prodotti per piante ornamentali.<br />
PRINCIPIO ATTIVO: vedi sostanza attiva.<br />
PRODOTTI FITOSANITARI: le sostanze attive ed i preparati contenenti una o<br />
più sostanze attive, destinati a: proteggere i vegetali o i prodotti vegetali, da<br />
tutti gli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o regolare i processi<br />
vitali dei vegetali con esclusione dei fertilizzanti, conservare i prodotti vegetali<br />
con esclusione dei conservanti alimentari., eliminare le piante indesiderate, eliminare<br />
parte di vegetali, frenare o evitare il loro indesiderato accrescimento.<br />
PRODOTTO COMMERCIALE: (chiamato preparato o formulato commerciale),<br />
la confezione che si acquista e si utilizza sulle colture; è una miscela di tre sostanze<br />
(sostanza attiva, coadiuvante e coformulante).<br />
PROFILASSI: provvedimenti che si attuano per prevenire la diffusione di malattie.<br />
PROGNOSI: previsione sull’evoluzione futura della malattia.<br />
PRONUBI: insetti impollinatori, cioè che trasportano il polline da un fiore all’altro<br />
permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione del frutto. Tra<br />
questi i più importanti sono le api.<br />
PROPELLENTE: materiale combustibile che facilita la distribuzione per aerosol.<br />
PUR: poliuretano.<br />
PVC: polivinilcloruro.<br />
REPELLENTI: prodotti con caratteristiche particolari (odore, colore, effetto meccanico,<br />
ecc.) in grado di respingere determinati parassiti.<br />
RESIDUO: la quantità di sostanza attiva, delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti<br />
di metabolizzazione, degradazione o reazione presenti in qualsiasi substrato<br />
(suolo, acqua, vegetali, alimenti).<br />
RESISTENZA: diminuzione della sensibilità verso una certa sostanza attiva da<br />
parte di particolari parassiti che acquisiscono modifi cazioni di tipo genetico diventando<br />
infine ereditarie.<br />
RODENTICIDI: prodotti efficaci nella lotta contro i roditori (topi, ratti, ecc.).<br />
SAPROFITA: organismo vegetale che si nutre di sostanze organiche in decomposizione.<br />
SDS: scheda di sicurezza degli agrofarmaci.<br />
SELETTIVITÀ: spettro di azione dei prodotti fitosanitari intesa come efficacia<br />
solo contro determinati organismi parassiti e non verso altri organismi che non<br />
risultano dannosi.<br />
SINERGISMO: incremento di attività di due o più sostanze usate insieme che supera<br />
l’effetto dei prodotti presi singolarmente.<br />
SISTEMICO: agrofarmaco in grado di penetrare e di essere traslocato all’interno<br />
dei tessuti vegetali.<br />
SOGLIA D’INTERVENTO: livello di presenza del parassita al di sotto del quale<br />
non risulta economicamente conveniente l’esecuzione di un trattamento.<br />
SOLARIZZAZIONE: pratica che permette la sterilizzazione del terreno utilizzando<br />
l’energia solare.<br />
SOSTANZA ATTIVA: è la parte del prodotto fitosanitario che serve a combattere<br />
l’avversità, chiamata in precedenza principio attivo.<br />
SPETTRO D’AZIONE: (riferito ad un agrofarmaco) è l’insieme di parassiti che<br />
vengono colpiti da una certa sostanza attiva.<br />
TEMPO DI CARENZA: vedi intervallo di sicurezza.<br />
TEMPO DI RIENTRO: è il periodo di tempo che bisogna lasciar intercorrere prima<br />
di poter tornare nell’area trattata.<br />
TOSSICITÀ DEI PRODOTTI FITOSANITARI: azione dannosa esercitata dai prodotti<br />
fitosanitari sull’uomo o sugli animali. Si suddivide in acuta e cronica. La<br />
tossicità acuta si manifesta entro breve tempo dall’assunzione della sostanza<br />
attiva per ingestione, inalazione o contatto; essa determina la manifestazione<br />
di sintomi più evidenti. La tossicità cronica si manifesta dopo un certo tempo a<br />
seguito dell’assunzione ripetuta di dosi minime, di per sé non nocive, della sostanza<br />
attiva.<br />
113
TRANSLAMINARI: prodotti in grado di essere trasferiti all’interno dei tessuti da<br />
una pagina fogliare all’altra.<br />
TRAPPOLA ALIMENTARE: dispositivo atto, attraverso esche alimentari, alla cattura<br />
di organismi.<br />
TRAPPOLA CROMOTROPICA: dispositivo atto alla cattura di organismi attraverso<br />
l’utilizzo di determinati colori.<br />
TRAPPOLA SESSUALE: dispositivo atto alla cattura di organismi uti lizzando specifiche<br />
sostanze attrattive.<br />
TRASLOCAZIONE: proprietà dei prodotti fitosanitari sistemici di essere assorbiti<br />
dai tessuti vegetali e di trasferirsi nelle diverse parti della pianta tramite la circolazione<br />
linfatica.<br />
ULTRABASSOVOLUME: modalità di somministrazione che permette una distribuzione<br />
di piccole quantità del prodotto in grandi aree.<br />
VETTORI: organismi che trasmettono infezioni (es. gli afidi sono vettori di virus).<br />
VIRULENZA: capacità di un agente infettivo di produrre uno stato di malattia.<br />
VIRUS: entità infettive molto piccole, visibili solo al microscopio elettronico, responsabili<br />
di patologie chiamate virosi<br />
XILOFAGO: insetto che trae nutrimento dal legno.<br />
114
RIFERIMENTI LEGISLATIVI<br />
R. D. 9/11/1927 n. 147 Approvazione del regolamento speciale per l’impiego<br />
dei gas tossici.<br />
D. M. 6/2/1935 Approvazione del prospetto contenente l’elenco dei gas tossici<br />
riconosciuti ai sensi del regolamento n. 147 del 9/11/1927.<br />
LEGGE n. 283 del 30/4/1962 e successive modificazioni, sulla tutela igienica<br />
degli alimenti e delle bevande.<br />
D. P. R. n. 1255 del 3/8/1968 Approvazione del regolamento concer nente la disciplina<br />
della produzione, del commercio e della ven dita dei fitofarmaci e dei<br />
prodotti fitosanitari delle derrate alimen tari immagazzinate.<br />
CIRCOLARE MINISTERIALE del 19/7/1984 Misure di protezione sull’impiego<br />
dei prodotti fitosanitari comunque applicati – attività di prevenzione.<br />
CIRCOLARE 17/3/1987 n. 12 Istituzione del “quaderno di campagna”.<br />
ORDINANZA 30/10/1987 n. 462 Proroga decorrenza dell’istituzione del “quaderno<br />
di campagna”.<br />
D. P. R. n. 223 del 24/5/1988 relativo alla classificazione etichet tatura ed imballaggio<br />
degli antiparassitari.<br />
DECRETO 02/08/1990 n. 258 del Ministero della Sanità Regolamento per<br />
l’adeguamento dei presidi sanitari alle norme sulla classificazione, imballaggio<br />
ed etichettatura dei preparati pericolosi (antiparassitari), ai sensi degli articoli 7<br />
e 10 del D.P.R. 223 del 24/05/1988.<br />
CIRCOLARE del 03/09/1990 n. 20 del Ministero della Sanità Aspetti applicativi<br />
delle norme vigenti in materia di registrazione dei presidi sanitari.<br />
CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA SANITÀ n. 15 del 30 APRILE 1993 Caratteristiche<br />
minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla vendita di<br />
presidi sanitari.<br />
DECRETO LEGISLATIVO 17/03/1995 n. 194 Attuazione della direttiva<br />
91/414/CEE in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari.<br />
CIRCOLARE 10/06/1995 n. 17 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Aspetti applicativi<br />
delle nuove norme in materia di autorizzazione di prodotti fitosanitari: il<br />
decreto legislativo 17/03/1995 n. 194, di attuazione della direttiva 91/414/CEE, e<br />
successive modifiche ed integrazioni.<br />
DECRETO 09/06/1997 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Adozione del piano di<br />
controllo ufficiale su commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari.<br />
CIRCOLARE 15/04/1999 n. 7 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Immissione in<br />
commercio di prodotti fitosanitari destinati al trattamento delle piante ornamentali<br />
e dei fiori da balcone, da appartamento e da giardino domestico, già disciplinati<br />
come presidi medico-chirurgici.<br />
DECRETO PRESIDENTE della REPUBBLICA n. 290 del 23 aprile 2001 Regolamento<br />
di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione,<br />
alla immissione in commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />
(n. 46, allegato 1, legge n. 59/1997).<br />
CIRCOLARE n. 32469 del 30/10/2002 DEL MINISTERO DELLE POLITICHE<br />
AGRICOLE E FORESTALI Modalità applicative dell’art. 42 del D.P.R. 23/04/2001,<br />
n. 290, relativo ai dati di produzione, esportazione, vendita ed utilizzo di prodotti<br />
fitosanitari e coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />
DECRETO LEGISLATIVO n. 65 del 14 marzo 2003 Attuazione delle direttive<br />
1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura<br />
dei preparati pericolosi.<br />
DECRETO DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI 15 dicembre<br />
2005 Disciplina del regime di condizionalità dei pagamenti diretti della<br />
PAC e abrogazione del decreto ministeriale 13 dicembre 2004 e successive modifiche<br />
e integrazioni.<br />
DECRETO LEGISLATIVO n. 152 del 03/04/2006 Norme in materia ambientale<br />
(allegato D, parte IV) e successive integrazioni.<br />
DECRETO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE del 2 maggio 2006 Istituzione<br />
dell’elenco dei rifiuti, emanato in attuazione del D. lgs 152/2006, allegato A.<br />
DECRETO LEGISLATIVO n. 284 del 08/11/2006 Disposizioni correttive e integrative<br />
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia<br />
ambientale.<br />
DECRETO LEGISLATIVO n. 4 del 16/01/2008 Ulteriori disposizioni correttive ed<br />
integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia<br />
ambientale.<br />
115
DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 9 aprile 2008 Attuazione dell’articolo 1 della<br />
legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei<br />
luoghi di lavoro.<br />
LEGGE n. 205 DEL 30/12/2008 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge<br />
3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo<br />
del settore agroalimentare.<br />
LEGGE REGIONALE n. 37/76 Interventi per lo sviluppo della cooperazione in<br />
agricoltura.<br />
REGOLAMENTO REGIONALE del 18/3/1987 n. 1 Divieto di eseguire trattamenti<br />
antiparassitari durante il periodo della fioritura.<br />
LEGGE REGIONALE n. 13/90 Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo.<br />
LEGGE REGIONALE n. 5/94 Norme ed interventi per ridurre l’uso delle sostanze<br />
di sintesi in agricoltura e disciplina dell’agricoltura biologica.<br />
LEGGE REGIONALE del 06/12/1999 n. 36 Interventi per la valorizzazione e la<br />
promozione dell’agricoltura di qualità e norme sul metodo di produzione biologico.<br />
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1383 del 23/11/2001 accordo<br />
di programma per la gestione dei rifiuti agricoli.<br />
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 160 del 20/02/2002 Individuazione<br />
dell’autorità Sanitaria competente per il rilascio di autorizzazione al<br />
commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />
Ex D.P.R. 290/2001.<br />
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 547 del 23.05.2008 Piano<br />
Regionale dei Controlli integrati in materia di sicurezza alimentare 2007-2010.<br />
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1789 del 22/12/2008 Approvazione<br />
degli impegni applicabili nella Regione Liguria ai sensi dell’art. 2 del<br />
D.M. 21 dicembre 2006 e s.m. e i. relativo all’attuazione della condizionalità in<br />
agricoltura per l’anno 2009.<br />
DECRETO DEL DIRETTORE GENERALE n. 81 del 05/03/2009 Modulistica registro<br />
di campagna.<br />
REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE (CE) n. 2557/2001 del 28 dicembre<br />
2001 che modifica l’allegato V del regolamento (CEE) n. 259/93 del Consiglio relativo<br />
alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti all’interno della<br />
Comunità europea, nonché in entrata e in uscita dal suo territorio.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />
29 aprile 2004, sull’igiene dei prodotti alimentari.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />
29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti<br />
di origine animale.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 854/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />
29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli<br />
ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />
29 aprile 2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla<br />
normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere<br />
degli animali.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />
23 febbraio 2005, concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o<br />
sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica<br />
la direttiva 91/414/CEE del Consiglio Testo rilevante ai fini del SEE.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 1991/2006 DEL CONSIGLIO del 21 dicembre 2006<br />
che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione<br />
biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli<br />
e sulle derrate alimentari.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo<br />
alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che<br />
abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91.<br />
REGOLAMENTO (CE) n. 1107/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CON-<br />
SIGLIO del 21 ottobre 2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari<br />
e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.<br />
116
INDIRIZZI UTILI<br />
CENTRI ANTIVELENI in Liguria e zone limitrofe<br />
CENTRO ANTIVELENI Ospedale San Martino<br />
Viale Benedetto XV, 16132 GENOVA<br />
Tel 010-352808<br />
SERVIZIO ANTIVELENI<br />
Servizio di Pronto Soccorso, Accettazione e Osservazione<br />
Istituto Scientifico “G. Gaslini”<br />
Largo G. Gaslini 5, 16147 GENOVA<br />
Tel 010-56361<br />
Tel 010-3760603<br />
CENTRO ANTIVELENI Ospedale Civile Sant’Andrea<br />
Via Vittorio Veneto 197, 00191 LA SPEZIA<br />
Tel 0187-533296<br />
CENTRO ANTIVELENI Ospedale Niguarda Ca’ Granda<br />
Piazza Ospedale Maggiore, 20162 MILANO<br />
Tel 02-66101029<br />
CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA<br />
FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI<br />
Clinica del Lavoro e della Riabilitazione I.R.C.C.S.<br />
Via S. Boezio, 26, 27100 PAVIA<br />
Tel 0382-24444<br />
CENTRO ANTIVELENI Istituto Anestesia e Rianimazione<br />
II Cattedra di Anestesia e Rianimazione<br />
Corso A.M. Dogliotti 14, 10126 TORINO<br />
Tel 011-6637637<br />
CENTRO ANTIVELENI Ospedale Maggiore<br />
Largo Bartolo Nigrisoli 2, 40133 BOLOGNA<br />
Tel 051-333333<br />
SERVIZIO AUTONOMO DI TOSSICOLOGIA<br />
USL 10 D/Università degli Studi di Firenze<br />
Viale Pieraccini 17, 50134 FIRENZE<br />
Tel 055-4277238<br />
UFFICI TECNICI AGRICOLI in Liguria<br />
Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari<br />
Servizio Fitosanitario Regionale - sede di Genova<br />
Via Bixio 6, 16122 GENOVA<br />
Tel 010 5484090<br />
Fax 010 5488296<br />
Servizio Fitosanitario Regionale - sede di Sanremo<br />
Via Quinto Mansuino 12, 18038 SANREMO (IM)<br />
Tel 0184 5151065,<br />
Fax 0184 51518077<br />
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Ispettorato di Genova<br />
Viale Brigate Partigiane 2, VII piano, 16129 GENOVA<br />
Tel 010 54851 – 010 5484515<br />
Fax 010 5484400<br />
Ispettorato di Imperia<br />
Viale Matteotti 50, 18100 IMPERIA<br />
Tel 0183 297999<br />
Fax 0183 296489<br />
Ispettorato La Spezia (recapito Servizio fitosanitario)<br />
Via Crispi 21, 19100 LA SPEZIA<br />
Tel 0187 770441<br />
Fax 0187 21157<br />
Ispettorato di Savona (recapito Servizio fitosanitario)<br />
Via Bazzino 9, 17100 SAVONA<br />
Tel 019 805823<br />
Fax 019 801304<br />
Laboratorio regionale di analisi dei terreni e delle acque<br />
Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />
Tel 0187 27871<br />
Fax 0187 278785<br />
Centro di agrometeorologia applicata regionale<br />
Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />
Tel 0187 27871<br />
Fax 0187 278785<br />
Laboratorio regionale di analisi fitopatologia<br />
Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />
Tel 0187.27871<br />
Fax 0187.278785<br />
Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola<br />
Regione Rollo 98, 17031 ALBENGA (SV)<br />
Tel 0182 554949<br />
Fax 0182 50712<br />
Centro Regionale Servizi per la Floricoltura<br />
c/o Mercato dei Fiori di Sanremo Via Q. Mansuino12, 18038 SANREMO (IM)<br />
Tel 0184 5151055-56-58<br />
Fax 0184 5151075<br />
Istituto Regionale per la Floricoltura<br />
Viale Carducci Giosué 14, 18038 SANREMO (IM)<br />
Tel 0184 535149<br />
Confederazione italiana agricoltori (cia) sezione regionale<br />
Via Colombo 15/5, 16121 GENOVA<br />
Tel 010 5702604<br />
Fax 010 594824<br />
Federazione regionale agricoltori della liguria (confagricoltura)<br />
Via T. Invrea 11/10, 16129 GENOVA<br />
Tel 010 5531884<br />
Fax 010 5709404<br />
Federazione Regionale Coldiretti Liguria<br />
Via XX Settembre 21/5, 16121 GENOVA<br />
Tel 010 560115<br />
Fax 010 5302671<br />
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LINK UTILI<br />
www.agriligurianet.it: Partendo da questo sito e seguendo il percorso: Attività<br />
regionali/Strumenti e Centri Servizi, si arriva ai seguenti servizi e laboratori: Centro<br />
Servizi per la Floricoltura (Sanremo); Laboratorio Analisi dei Terreni (Sarzana),<br />
Laboratorio Regionale di Fitopatologia (Sarzana)<br />
www.regione.liguria.it<br />
www.liguriainformasalute.it<br />
www.ambienteliguria.it<br />
www.fitofarmaci.asl1.liguria.it<br />
www.arpal.org<br />
sito del centro regionale di sperimentazione ed assistenza agricola:<br />
http://www.sv.camcom.it/IT/Page/t02/view_html?idp=41<br />
sito dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo: www.regflor.it<br />
http://ec.europa.eu/sanco_pesticides/public/index.cfm<br />
http://ec.europa.eu/food/efsa_it.htm<br />
http://ec.europa.eu/food/plant/protection/pesticides/index_en.htm<br />
http://www.wto.org/english/tratop_e/sps_e/sps_e.htm<br />
www.politicheagricole.it<br />
www.ministerosalute.it<br />
www.minambiente.it<br />
www.ispesl.it;<br />
www.eppo.org<br />
www.sian.it/Fitovis/<br />
www.ispave.it<br />
119
Finito di stampare<br />
nel mese di febbraio 2010<br />
presso la Microart’s S.p.A. - Recco (Genova)