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GUIDA ALL'UTILIZZO DEGLI AGROFARMACI - Agriligurianet

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REGIONE LIGURIA<br />

Assessorato all’Agricoltura<br />

<strong>GUIDA</strong> ALL’UTILIZZO<br />

<strong>DEGLI</strong> <strong>AGROFARMACI</strong>


REGIONE LIGURIA<br />

Assessorato all’Agricoltura<br />

<strong>GUIDA</strong> ALL’UTILIZZO<br />

<strong>DEGLI</strong> <strong>AGROFARMACI</strong>


REGIONE LIGURIA<br />

Assessorato all’Agricoltura, Floricoltrura, Caccia e pesca, Protezione civile e antincendi boschivi<br />

Dipartimento Agricoltura, Protezione Civile e Turismo<br />

Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari<br />

A CURA DI:<br />

V. Boccardo, M. Munari<br />

CON LA COLLABORAZIONE DI:<br />

R. Cascone, P. G. Fadelli, C. Pizzarotti, M. Rebagliati, L. Spandonari<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Il manuale trae spunto dalle precedenti edizioni che sono state redatte da:<br />

I edizione: G. Anselmo, R. Barichello, W. Baruzzo, V. Boccardo, M. Capurro, P. Du Jardin,<br />

A. Filippi, M. Guelfi, I. Massone, S. Pini, M. Rebagliati, F. Serra, G. Stancanelli<br />

II edizione: M. Carmisciano, R. Cascone, M. Guelfi, M. Munari, G. Stancanelli<br />

FOTO:<br />

IRF (Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo): Dr Mariella Costanzi, Servizio<br />

Entomologia e Lotte Biologiche, Dr Patrizia Martini, Servizio Patologia da Funghi<br />

e Batteri; Dr Endrio Derin, Servizio Virologia<br />

Cooperativa L’Ortofrutticola, Albenga (SV)<br />

Azienda Speciale – CeRSAA (Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza<br />

Agricola), Albenga (SV)<br />

F.lli Giletta (Attrezzature per l’agricoltura ed il giardinaggio), Genova<br />

Azienda agricola Romeo Natalino, Sarzana (SP)<br />

Azienda agricola Iacovino Rocco, Sarzana (SP)<br />

Azienda agricola Nicolini Marco, Sarzana (SP)<br />

Azienda agricola Fibbi Anna Maria, Catelnuovo Magra (SP)<br />

Dr Maurizio Munari<br />

Dr Cristina Pizzarotti<br />

Dr Claudio Merlini<br />

VIGNETTE<br />

P. A. Sandro Trebbi, CIDAF Sarzana<br />

CAPITOLO SMALTIMENTO RIFIUTI<br />

Dr Andrea Baroni, REGIONE LIGURIA, Servizio Gestione Integrata Rifiuti<br />

PARTE V E VI<br />

Dr.ssa Viviana Pisano, ASL 1 Imperiese Dipartimento di Prevenzione


INDICE<br />

PREMESSA 5<br />

INDICAZIONI PER LA LETTURA 7<br />

PARTE I<br />

ASPETTI GENERALI<br />

CAPITOLO I.1<br />

LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE AGRARIE 9<br />

CAPITOLO I.2<br />

MEZZI DI LOTTA 17<br />

PARTE II<br />

I PRODOTTI FITOSANITARI<br />

CAPITOLO II.1<br />

I PRODOTTI FITOSANITARI 21<br />

CAPITOLO II.2<br />

LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI FITOSANITARI 25<br />

CAPITOLO II.3<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI 29<br />

PARTE III<br />

CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

CAPITOLO III.1<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI IN BASE ALLA TOSSICITÀ PER L’UOMO 35<br />

CAPITOLO III.2<br />

GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI FITOSANITARI PER LA SICUREZZA<br />

DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE 41<br />

PARTE IV<br />

ACQUISTO, IMPIEGO E SMALTIMENTO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

CAPITOLO IV.1<br />

LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI. LA LETTURA DELL’ETICHETTA 45


CAPITOLO IV.2<br />

NORME PER L’ACQUISTO, IL TRASPORTO E LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI<br />

FITOSANITARI 49<br />

CAPITOLO IV.3<br />

LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS) DEI PRODOTTI FITOSANITARI 53<br />

CAPITOLO IV.4<br />

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI 57<br />

CAPITOLO IV.5<br />

ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE 67<br />

CAPITOLO IV.6<br />

PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA MISCELA 71<br />

CAPITOLO IV.7<br />

REGISTRAZIONE DEI TRATTAMENTI 79<br />

CAPITOLO IV.8<br />

RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO (LIMITI TECNICI ED IGIENISTICI) 85<br />

CAPITOLO IV.9<br />

SMALTIMENTO RESIDUI 89<br />

CAPITOLO IV.10<br />

COME RIDURRE L’IMPIEGO DI PRODOTTI FITOSANITARI 93<br />

PARTE V<br />

INTOSSICAZIONI<br />

CAPITOLO V.1<br />

INTOSSICAZIONI E INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO 99<br />

PARTE VI<br />

NOTE PER RIVENDITORI<br />

CAPITOLO VI.1<br />

NORME PER I RIVENDITORI DEI PRODOTTI FITOSANITARI 103<br />

RISPOSTE AI QUESTIONARI 106<br />

APPENDICI<br />

BIBLIOGRAFIA 109<br />

GLOSSARIO 110<br />

RIFERIMENTI LEGISLATIVI 115<br />

INDIRIZZI UTILI 117<br />

LINK UTILI 119


PREMESSA<br />

Gli agrofarmaci costituiscono tuttora il principale mezzo di difesa contro le maggiori avversità<br />

che colpiscono le produzioni agrarie e forestali. Il continuo aggiornamento tecnico e normativo<br />

in materia, ci ha spinto a predisporre una nuova edizione della “Guida all’utilizzo degli agrofarmaci”.<br />

Le problematiche connesse all’utilizzo di queste sostanze hanno molteplici risvolti, a partire<br />

da quelli più generali sull’ambiente e sulla salute degli operatori e dei consumatori, per arrivare<br />

a quelli più specifici sulla qualità e quantità delle produzioni.<br />

Peraltro la sensibilità dei consumatori sulle tematiche connesse alla salubrità degli alimenti<br />

e alla tutela dell’ecosistema è sempre crescente; questo impone al settore agricolo un impegno<br />

continuo per rispondere a tali esigenze.<br />

L’uso razionale degli agrofarmaci in agricoltura, assieme alla lotta biologica, costituisce un<br />

presupposto fondamentale per ottenere prodotti alimentari di qualità, per limitare i pericoli legati<br />

alla salute umana e tutelare l’ambiente.<br />

Nella convinzione di essere riusciti a fornire agli operatori del settore uno strumento divulgativo<br />

di pronta lettura, si è cercato di prestare particolare attenzione nella stesura di questa<br />

edizione ai capitoli sui dispositivi di protezione individuale ed allo smaltimento dei rifiuti in agricoltura.<br />

La veste editoriale adottata è innovativa rispetto alle edizioni precedenti, allo scopo di facilitare<br />

la consultazione e di dare maggiore rilievo alle informazioni principali.<br />

Il manuale è principalmente rivolto a coloro che, volendo conseguire l’autorizzazione all’acquisto<br />

ed all’uso dei prodotti molto tossici, tossici e nocivi, devono sostenere l’apposita prova<br />

d’esame presso il Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari della Regione Liguria.<br />

Saranno sempre graditi i suggerimenti e la collaborazione degli agricoltori e dei tecnici che<br />

operano nelle diverse realtà agricole della regione per continuare a migliorare gli strumenti conoscitivi<br />

in tema di agrofarmaci.<br />

Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della guida.<br />

Dicembre 2009<br />

5<br />

Assessore all’Agricoltura<br />

Giancarlo Cassini


INDICAZIONI PER LA LETTURA<br />

La moderna agricoltura vede le tecniche, i mezzi ed i prodotti per il controllo delle malattie<br />

e dei parassiti delle colture in continua trasformazione. Anche la normativa europea, nazionale<br />

e regionale in materia di agrofarmaci si è rinnovata di conseguenza.<br />

Il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) del 23 aprile 2001, n. 290 “Regolamento di<br />

semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione, all’immissione al commercio<br />

e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti”, ha apportato delle rilevanti modifiche<br />

alle norme che riguardano le modalità di vendita, di acquisto e d’impiego degli agrofarmaci.<br />

Si richiamano le novità introdotte in tema di registro dei trattamenti, la sicurezza dei<br />

lavoratori agricoli, lo smaltimento dei contenitori degli agrofarmaci.<br />

A livello europeo è quasi completato il lavoro di armonizzazione che riguarda la revisione<br />

degli agrofarmaci ed è concluso l’iter di definizione di valori uniformi dei residui massimi ammessi<br />

sulle derrate agricole.<br />

Gli agrofarmaci classificati come “molto tossici”, “tossici” o “nocivi” possono essere venduti<br />

ed utilizzati solamente da persone che, avendo compiuto il 18° anno di età, sono in possesso di<br />

una apposita autorizzazione.<br />

Il “patentino” è rilasciato dal Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari, tramite gli Ispettorati<br />

competenti per territorio, dopo che l’interessato ha superato un’apposita valutazione e deve<br />

essere rinnovato, allo scadere dei cinque anni di validità, con le medesime modalità.<br />

La guida si rivolge in primis a chi deve sostenere la valutazione per ottenere l’autorizzazione<br />

all’acquisto e all’uso dei prodotti classificati “molto tossici”, “tossici” e “nocivi”.<br />

Vuole essere un supporto didattico per i partecipanti ai corsi di formazione per la preparazione<br />

a tale valutazione, contenendo in forma divulgativa e sufficientemente completa, le informazioni<br />

necessarie.<br />

La sua lettura e consultazione possono essere utili anche per tutti coloro che operano nel<br />

settore agricolo.<br />

La guida è articolata in VI parti, così da poter illustrare in modo ordinato tutto quello che<br />

interessa lo specifico argomento affrontato, come fosse un modulo formativo. Ogni parte è suddivisa<br />

in capitoli composti da tre elementi:<br />

Il testo: descrive un determinato tema in forma discorsiva e sufficientemente esaustiva per<br />

le finalità della guida.<br />

box laterali: messaggi brevi e sintetici che vogliono richiamare l’attenzione del lettore sulle<br />

cose che devono essere necessariamente ricordate per poter utilizzare in modo corretto gli agrofarmaci.<br />

Quiz: vengono riportate le domande più esemplificative riguardanti l’argomento oggetto<br />

del capitolo. Al termine del volume sono riportate le risposte corrette.<br />

7<br />

Dirigente del Servizio<br />

dott. Marcello Storace


PARTE I<br />

ASPETTI GENERALI<br />

CAPITOLO I.1<br />

LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE<br />

AGRARIE<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le principali avversità delle colture agrarie<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Avversità di origine parassitaria:<br />

- Virus e fitoplasmi<br />

- Avversità parassitarie di origine vegetale: batteri, funghi, piante<br />

parassite, piante infestanti<br />

- Avversità parassitarie di origine animale: nematodi, acari, insetti,<br />

miriapodi, molluschi, vertebrati<br />

Avversità non parassitarie<br />

Le piante coltivate possono essere interessate da molte avversità in grado di compromettere<br />

la produzione dal punto di vista quantitativo e/o qualitativo. Gli<br />

agenti dannosi sono molteplici e di vario tipo; nella nostra analisi prenderemo<br />

in considerazione inizialmente quelli di origine parassitaria (virus, fitoplasmi,<br />

batteri, funghi, piante parassite, erbe infestanti, nematodi, acari, insetti, miriapodi,<br />

molluschi, vertebrati) ed in seguito faremo alcuni cenni sulle cause di danno<br />

non parassitarie.<br />

Virus e fitoplasmi<br />

Virus<br />

I virus sono entità infettive estremamente piccole (possono essere visualizzati con<br />

il microscopio elettronico ingrandendoli 30.000 - 50.000 volte). Sui vegetali il tipo<br />

di danno ed i relativi sintomi possono essere assai vari: molto comuni sono gli ingiallimenti<br />

fogliari più o meno localizzati (mosaici, giallumi), le deformazioni fogliari<br />

(arricciamento, accartocciamento), la crescita ridotta (nanismo), le macchie<br />

fogliari e i disseccamenti parziali di fusto e foglie (necrosi, avvizzimenti).<br />

È bene ricordare che i virus non possono essere combattuti con nessun agrofarmaco<br />

ma solo attraverso le attività di prevenzione. È bene quindi ricorrere<br />

all’acquisto di materiale di propagazione sano certificato (piantine, talee,<br />

sementi), come pure mettere in atto tutte quelle pratiche che possano impedire<br />

la diffusione e la trasmissione dei virus (es. disinfezione degli attrezzi di<br />

potatura).<br />

I virus si possono trasmettere in vario modo. Generalmente le modalità di trasmissione<br />

possono essere distinte in “trasmissione per parti di pianta” e “trasmissione<br />

attraverso vettori”. Nella prima il passaggio del virus può avvenire attraverso<br />

il succo, la linfa (per esempio con operazioni colturali come potature, cimature,<br />

ecc.), l’innesto, il seme (od altro materiale di propagazione) e il polline.<br />

Nella trasmissione attraverso vettori la diffusione dei virus avviene mediante organismi<br />

viventi capaci di assumerli da piante malate e trasmetterli a piante sane.<br />

9<br />

Tumore batterico su rosa da Agrobacterium<br />

tumefaciens. Foto IRF


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

Flavescenza dorata su vite. Foto<br />

OMP<br />

Mosaici causati dal virus CMV su<br />

foglia di tabacco. Foto IRF<br />

“Occhio di pavone” o cicloconio su<br />

olivo. Foto OMP<br />

Tipiche macchie d’olio causate dalla<br />

peronospora sulla vite. Foto OMP<br />

Tra gli organismi capaci di trasmettere virus vi sono ad esempio alcuni insetti,<br />

nematodi, acari od anche piante parassite come la cuscuta.<br />

Anche in Liguria esistono virosi molto gravi che arrecano notevoli perdite economiche;<br />

un esempio è la virosi dell’avvizzimento maculato del pomodoro (conosciuto<br />

con la sigla TSWV) che può colpire anche molte altre specie coltivate (peperone,<br />

crisantemo, anemone, ranuncolo, gerbera). Il suo vettore principale è un<br />

insetto, il tripide Frankliniella occidentalis, introdotto da pochi anni in Italia.<br />

Fitoplasmi<br />

I fitoplasmi sono organismi di dimensioni estremamente ridotte, visibili solo con<br />

l’ausilio di un microscopio elettronico o rivelati mediante analisi sofisticate. Come<br />

i virus, anche i fitoplasmi possono essere trasmessi per parti di pianta, quindi attraverso<br />

l’innesto e tutti gli organi vegetativi della pianta, o attraverso vettori, in<br />

genere insetti, come le psille e le cicaline. Possono provocare lo sviluppo ipertrofico<br />

dei calici fiorali, cioè un eccessivo aumento del loro volume, le proliferazioni<br />

dei rami (chiamate scopazzi), o giallumi fogliari. In Liguria il fitoplasma della flavescenza<br />

dorata della vite è causa di gravi deperimenti e morie dei vigneti. Come<br />

per i virus, l’unico mezzo di lotta è la prevenzione: uso di materiale di propagazione<br />

sano, difesa contro gli insetti vettori, eliminazione delle piante colpite.<br />

Avversità parassitarie di origine vegetale<br />

Batteri<br />

I batteri sono organismi microscopici unicellulari che possono svilupparsi a carico<br />

di altri organismi viventi. Il tipo di danno provocato alle piante può essere assai<br />

vario: frequenti risultano i marciumi molli, gli avvizzimenti, i cancri ed i tumori.<br />

Affinché vi sia l’infezione è indispensabile la presenza di aperture naturali o indotte<br />

(ferite) anche molto piccole. Le operazioni colturali (potatura, raccolta delle<br />

talee, irrigazione, ecc.), causando ferite alle piante, possono rivestire un ruolo<br />

determinante nella diffusione delle malattie da batteri. Le piante infette possono<br />

diventare veicolo di infezione attraverso gli organi di propagazione (semi, tuberi,<br />

bulbi, talee, ecc.). Anche nel caso dei batteri, come già visto per i virus, la prevenzione<br />

è indispensabile perchè, in seguito al divieto d’impiego degli antibiotici<br />

in agricoltura, i prodotti fitosanitari efficaci contro le malattie batteriche<br />

sono unicamente i prodotti rameici, che hanno però un effetto solo parziale. Come<br />

esempio di malattie batteriche si possono ricordare il tumore batterico dei<br />

fruttiferi e della rosa (Agrobacterium tumefaciens), la “rogna dell’olivo” (Pseudomonas<br />

savastanoi) ed i marciumi molli e puzzolenti provocati da Erwinia., in<br />

grado di interessare diverse specie vegetali.<br />

Funghi<br />

I funghi (detti anche crittogame) sono organismi in genere estremamente piccoli<br />

(e quindi individuabili con l’ausilio del microscopio), le cui cellule possono aggregarsi<br />

e formare dei filamenti detti ife. Queste a loro volta possono organizzarsi<br />

in strutture più grandi e ben visibili (si pensi ai funghi commestibili). I funghi<br />

sono responsabili di numerose malattie delle colture agrarie e possono colpire<br />

diversi organi della pianta (radici, fusto, foglie) provocando vari tipi di alterazioni.<br />

Infatti possono essere causa di marciumi, macchie fogliari, deformazioni, disseccamenti.<br />

Contro le malattie delle piante è possibile intervenire con prodotti<br />

detti agrofarmaci (o prodotti fitosanitari); quelli specifici contro i funghi sono<br />

denominati fungicidi o anticrittogamici. Sono scelti in relazione alla specie fungina<br />

responsabile della malattia e, in alcuni casi, possono essere impiegati anche<br />

per il trattamento del suolo. Alcuni esempi di malattie fungine sicuramente note<br />

nei nostri ambienti sono: le peronospore (ad es. della vite, della rosa, del pomodoro),<br />

gli oidi o mal bianchi (ad es. della vite, dello zucchino, della rosa, del pesco),<br />

le fusariosi (particolarmente nota e grave quella vascolare del garofano,<br />

detta anche mal della rama), la muffa grigia (Botrytis cinerea, che può interessare<br />

moltissime colture o prodotti come l’uva, il pomodoro, la fragola, la rosa).<br />

Piante parassite<br />

Le piante parassite, a causa di alcune loro particolari caratteristiche (assenza di<br />

foglie verdi o di apparato radicale), si sono specializzate a vivere a spese di altre,<br />

assorbendone la linfa e le sostanze nutritive, provocandone infine un indebolimento<br />

ed una crescita stentata. In generale i danni dovuti a piante parassite non<br />

sono molto gravi anche se, in casi particolari, si può arrivare alla morte della<br />

10


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

pianta attaccata. Le principali piante parassite sono la cuscuta, il vischio e l’orobanche.<br />

Piante infestanti<br />

Le erbe infestanti (o malerbe) non sono agenti di danno di origine parassitaria<br />

ma, per la loro elevata capacità di competizione, sottraggono spazio (crescendo<br />

rapidamente e coprendo la coltura) e sostanze nutritive alle specie coltivate. È<br />

bene ricordare che anche una specie coltivata può diventare infestante della coltura<br />

che la segue.<br />

Per combattere le infestanti si impiegano i prodotti fitosanitari ad azione erbicida<br />

(o diserbanti), per i quali è estremamente importante operare con attenzione<br />

e verificare le loro modalità di impiego più idonee e la loro selettività, cioè<br />

la capacità di colpire le infestanti senza danneggiare la coltura.<br />

Avversità parassitarie di origine animale<br />

Nematodi<br />

I nematodi parassiti delle piante (anche detti “anguillule”) presentano un aspetto<br />

filiforme simile alle anguille ma sono di dimensioni molto piccole (generalmente<br />

inferiori al millimetro) e non sono visibili ad occhio nudo. Le specie in grado<br />

di attaccare le colture hanno uno stiletto boccale che infiggono nelle cellule<br />

della pianta per asportarne il contenuto. L’ambiente dove sono più diffusi è il<br />

terreno e di conseguenza i danni più frequenti sono a carico dell’apparato radicale.<br />

Sulle radici i nematodi possono provocare deformazioni, distorsioni, ingrossamenti<br />

(a volte molto caratteristici, detti “galle”). Tuttavia alcune specie sono<br />

in grado di colpire anche le foglie o il fusto. I sintomi più evidenti sulla coltura<br />

sono la crescita stentata e i giallumi, spesso localizzati in zone a formare delle<br />

tipiche chiazze. Oltre ai danni diretti è bene ricordare che i nematodi possono<br />

trasmettere pericolosi virus o batteri e favorire l’insediamento di funghi sulle ferite<br />

prodotte. Per il loro controllo possono essere impiegati prodotti fitosanitari<br />

ad azione nematocida che normalmente vengono utilizzati in forma preventiva,<br />

soprattutto nel caso di colture di pregio, tramite la disinfezione del terreno.<br />

Acari<br />

Gli acari sono animali in genere piuttosto piccoli e comunemente noti col nome<br />

di ragnetti. Quelli in grado di attaccare le colture hanno un apparato boccale di<br />

tipo pungente e succhiante. I danni più frequenti sono le decolorazioni e le deformazioni.<br />

Come per tutti gli altri parassiti, i fattori ambientali e colturali esercitano<br />

una forte influenza sia sugli acari che sulle piante che li ospitano. Alcune<br />

pratiche agronomiche non razionali (ad es. concimazioni squilibrate troppo ricche<br />

in azoto) o l’impiego di alcuni agrofarmaci (come nel caso di certi insetticidi<br />

piretroidi) possono favorire lo sviluppo delle infestazioni di acari.<br />

Contro i ragnetti è possibile impiegare prodotti fitosanitari ad azione acaricida<br />

ma è bene tenere presente che i ragnetti dannosi hanno molti nemici naturali<br />

in grado di controllarli, che devono essere preservati adottando una corretta difesa<br />

fitosanitaria. L’esempio sicuramente più noto di acaro parassita, molto dannoso<br />

anche nella nostra regione, è il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) che<br />

può interessare diverse colture ortofloricole, soprattutto in serra.<br />

Insetti<br />

Gli insetti sono un raggruppamento estremamente ampio, comprendente moltissime<br />

specie, e diffuso nei più svariati ambienti. L’aspetto e le dimensioni degli<br />

insetti sono estremamente variabili, dipendendo dall’età o dallo stadio di sviluppo;<br />

alcuni possono tranquillamente essere individuati ad occhio nudo, mentre<br />

per altri sono necessarie opportune preparazioni e l’ausilio del microscopio.<br />

Molti insetti sono utili all’uomo, basti pensare all’importanza di alcune sostanze<br />

da loro prodotte come la seta del baco da seta o il miele delle api.<br />

Le api, come le altre specie di insetti impollinatori (o pronubi), sono insetti utili<br />

anche per l’azione che svolgono nel favorire l’impollinazione dei fiori. Poiché i<br />

prodotti ad azione insetticida sono molto pericolosi per quest’insetto, non si possono<br />

eseguire trattamenti insetticidi durante la fioritura.<br />

Va ricordato che l’ape, a differenza della vespa, non è dannosa alla vite perchè<br />

con il suo apparato boccale non è in grado di incidere gli acini.<br />

Altri insetti sono ugualmente utili perché antagonisti di organismi dannosi (ad<br />

esempio gli insetti utilizzati in programmi di lotta biologica).<br />

11<br />

Una specie coltivata può diventare<br />

infestante per la coltura che la<br />

segue<br />

“Galle” provocate da nematodi su<br />

radici di pomodoro. Foto IRF<br />

Ragnetto rosso. Foto IRF<br />

L’insetto Metcalfa pruinosa. Foto<br />

OMP


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

Aleurodidi osservati al microscopio.<br />

Foto IRF<br />

Afidi su rosa. Foto IRF<br />

A Sarzana (SP) si trova il Laboratorio<br />

Regionale Analisi<br />

Terreni e Produzioni Vegetali<br />

che effettua l’analisi<br />

del terreno.<br />

Danni da grandine su ranuncolo.<br />

Foto IRF<br />

Diverse specie sono considerate nocive perchè danneggiano le colture agrarie.<br />

I danni arrecati dagli insetti sono di diverso tipo e legati sostanzialmente al tipo<br />

di apparato boccale posseduto. Infatti si possono avere erosioni, provocate dagli<br />

apparati boccali masticatori (cavallette, oziorrinco, beghe del garofano, nottue),<br />

oppure ingiallimenti, deformazioni e decolorazioni, provocati dagli apparati boccali<br />

pungenti e succhianti (tripidi, afidi, cocciniglie). Gli insetti, oltre al danno diretto,<br />

possono provocare danni indiretti. Infatti, possono essere vettori di virus<br />

o di altri patogeni pericolosi; inoltre possono lasciare residui zuccherini sulle foglie,<br />

come la melata, su cui si sviluppano funghi che formano una patina nero<br />

fumo chiamata fumaggine.<br />

Il controllo degli insetti nocivi alle colture può avvenire con diversi mezzi: i prodotti<br />

fitosanitari ad azione insetticida svolgono ancora il ruolo principale, anche<br />

se esistono ormai anche concrete possibilità di mezzi alternativi (vedi capitoli I.2<br />

e IV.10). Esempi di insetti dannosi molto noti sono gli afidi o pidocchi delle piante,<br />

i moscerini bianchi delle serre o aleurodidi, le mosche minatrici delle foglie<br />

(Liriomyza sp), i tripidi (tra questi il più temuto è sicuramente Frankliniella occidentalis),<br />

i coleotteri come la dorifora della patata o l’oziorrinco.<br />

Miriapodi<br />

I miriapodi sono i cosiddetti “millepiedi”: vivono preferibilmente nella sostanza<br />

organica in decomposizione ed occasionalmente possono provocare danni alle<br />

giovani piantine.<br />

Molluschi<br />

Appartengono a questo raggruppamento le chiocciole (con guscio) e le lumache<br />

o limacce che, per nutrirsi, soprattutto nelle ore notturne, in ambienti umidi e<br />

nei mesi autunnali e primaverili, erodono le giovani piantine, in particolare di<br />

ortaggi, o le foglie tenere di piante ornamentali. Per il loro controllo esistono<br />

agrofarmaci ad azione limacida, spesso formulati come esche.<br />

Vertebrati<br />

Tra gli animali superiori, in grado di danneggiare le colture, possono essere ricordati<br />

gli uccelli (passeri, storni, ecc.) ed i mammiferi (ungulati ed altra selvaggina,<br />

roditori, ecc.). I roditori possono provocare danni sia nelle coltivazioni in<br />

campo che sui prodotti in magazzino. Tra i roditori sono compresi i topi (taglia<br />

piccola), i ratti (taglia più grande) e le arvicole che vivono in gallerie scavate nel<br />

terreno e spesso provocano estese rosure alle radici (o parti interrate) di diverse<br />

colture (carciofo, finocchio, carota, patata, ecc.).<br />

Le talpe, a differenza delle arvicole, non sono roditori ma insettivori e quindi<br />

non si nutrono di vegetali, ma possono provocare danni occasionali per il loro<br />

passaggio. Per il controllo dei roditori in genere vengono impiegate esche avvelenate<br />

con prodotti specifici (ad azione rodenticida).<br />

Avversità non parassitarie<br />

Le coltivazioni possono mostrare sintomi a volte anche molto evidenti di crescita<br />

stentata e di sofferenza, pur non essendo attaccate da alcun parassita. È risaputo<br />

che, per garantire una crescita regolare ed elevati livelli produttivi, è necessario<br />

coltivare la pianta in un “ambiente adatto”. Con questo termine si intende l’insieme<br />

di tutti quei fattori necessari alla crescita della pianta che vanno dal terreno<br />

o terriccio, alle idonee pratiche colturali (trapianti, potatura, irrigazioni,<br />

concimazioni, trattamenti antiparassitari, ecc.), al clima. Se qualche aspetto, tra<br />

quelli appena ricordati, non risponde alle esigenze della coltura, si potranno manifestare<br />

difficoltà di crescita ed in ultima analisi perdite produttive così come<br />

in presenza di attacchi parassitari. Inoltre condizioni non ottimali di coltivazione<br />

possono favorire gli attacchi parassitari.<br />

Le alterazioni di natura non parassitaria, dette anche fisiopatie, non sono controllabili<br />

con i prodotti fitosanitari, ed è pertanto di estrema importanza individuarne<br />

la causa per poter scegliere i mezzi di intervento più idonei.<br />

Gli squilibri nutrizionali ovvero la scarsa o eccessiva disponibilità di uno o più<br />

elementi fertilizzanti (nel terreno o nel substrato), sono tra le cause più frequenti<br />

di fisiopatie. Un esempio è la “clorosi ferrica” che provoca, a partire dalle foglie<br />

più giovani, tipici ingiallimenti localizzati tra le nervature ed è dovuta alla scarsa<br />

disponibilità di ferro assimilabile. Si consiglia di effettuare l’analisi del terreno<br />

perchè, specialmente se eseguita preventivamente, può fornire validi suggeri-<br />

12


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

menti per apportare gli elementi nutritivi che risultano scarsi o viceversa evitare<br />

sprechi di fertilizzanti, per gli elementi il cui contenuto nel terreno è già elevato.<br />

A questo proposito si ricorda che la Regione Liguria dispone di un Laboratorio<br />

Regionale Analisi Terreni e Produzioni Vegetali ubicato a Sarzana (SP).<br />

Il ripetersi sullo stesso terreno della stessa coltura dà origine ad un fenomeno<br />

denominato “stanchezza del terreno”, che si manifesta con una diminuzione<br />

progressiva e costante della produzione. Per evitare questo fenomeno è importante<br />

alternare il tipo di coltura praticata sullo stesso appezzamento (rotazione)<br />

e, se questo non è possibile, attuare una disinfezione del terreno che può essere<br />

eseguita sia impiegando mezzi chimici che fisici (vapore, solarizzazione).<br />

Altri danni non parassitari possono derivare da anomale condizioni climatiche,<br />

come per esempio il gelo, la grandine e il vento. Anche temperature non ottimali<br />

o eccessi di umidità possono avere effetti negativi sulla coltura. Per rimediare<br />

alle avversità climatiche, se le colture sono di pregio, si attuano una serie di pratiche<br />

che vanno dalle protezioni meccaniche all’ambiente controllato (es. serra<br />

automatizzata e riscaldata).<br />

Anche errate pratiche colturali possono essere causa di danno: a titolo di esempio<br />

si ricorda che l’impiego non corretto dei prodotti fitosanitari può danneggiare<br />

le colture, provocando sintomi diversi, raggruppabili sotto la definizione di fitotossicità<br />

o “bruciatura”.<br />

13


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

PRINCIPALI AGENTI DANNOSI ALLE COLTURE AGRARIE<br />

Esempi Note su prevenzione/ lotta<br />

Sintomi provocati Agrofarmaci<br />

impiegabili<br />

Ingiallimenti, mosaici, Nessuno Mosaico dello zucchino, bronzatura<br />

giallumi, deformazioni<br />

del pomodoro<br />

e decolorazioni<br />

Agente Modi di<br />

dannoso identificazione<br />

VIRUS Microscopio<br />

elettronico<br />

Unico mezzo di lotta è la<br />

prevenzione (piantine sane, lotta ai<br />

vettori, eliminazione dei focolai di<br />

infezione)<br />

Giallumi, deformazioni Nessuno Flavescenza dorata della vite Unico mezzo di lotta è la<br />

prevenzione (piantine sane, lotta ai<br />

vettori, eliminazione dei focolai di<br />

FITOPLASMI Microscopio<br />

elettronico<br />

infezione)<br />

E’ indispensabile attuare misure di<br />

prevenzione impiantando piantine<br />

sane<br />

Rame Rogna dell’olivo, tumore batterico<br />

della rosa e dei fruttiferi, marciumi<br />

BATTERI Microscopio Marciumi molli,<br />

avvizzimenti,<br />

maleodoranti (Erwinia)<br />

tumori<br />

Peronospora, bolla del pesco, mal<br />

bianco, fusariosi, muffa grigia<br />

Fungicidi o<br />

anticrittogamici<br />

Microscopio Marciumi secchi,<br />

macchie fogliari,<br />

FUNGHI<br />

(o crittogame)<br />

disseccamenti<br />

14<br />

Convolvolo, stellaria, parietaria,<br />

pomodoro nero<br />

Erbicidi<br />

Occhio nudo Le piante infestanti<br />

competono con la<br />

coltura per spazio e<br />

nutrienti<br />

PIANTE<br />

INFESTANTI<br />

Utilizzare piantine sane ed un terreno<br />

sano o trattato pre impianto con<br />

fumiganti<br />

Nematocidi Nematodi galligeni e nematodi<br />

fogliari<br />

NEMATODI Microscopio Giallumi,<br />

crescita stentata,<br />

Esche avvelenate<br />

galle radicali<br />

ACARI<br />

Lente di<br />

Decolorazioni,<br />

Acaricidi Ragnetto rosso (Tetranychus urticae)<br />

(o ragnetti) ingrandimento deformazioni<br />

INSETTI Lente di<br />

Erosioni,<br />

Insetticidi Tripidi, minatrici, aleurodidi o<br />

ingrandimento, decolorazioni,<br />

moscerini bianchi delle serre, mosca<br />

occhio nudo deformazioni<br />

dell’olivo<br />

MOLLUSCHI Occhio nudo Erosioni Limacidi Limacce (senza guscio), chiocciole<br />

(con guscio)<br />

Per i roditori si distribuiscono in<br />

genere esche avvelenate<br />

Roditori (topi, ratti. arvicole),<br />

uccelli, cinghiali<br />

Rodenticidi,<br />

repellenti<br />

VERTEBRATI Occhio nudo Erosioni anche su<br />

prodotti in magazzino


I.1: Le avversità delle colture agrarie<br />

Cap I.1<br />

LE AVVERSITÀ DELLE COLTURE AGRARIE<br />

1) Gli insetti e gli acari presenti sulle colture sono tutti dannosi?<br />

* A. No<br />

* B. Sì<br />

* C. No, se sono adulti<br />

2) Quali sono i prodotti fitosanitari particolarmente pericolosi per le api?<br />

* A. Gli aficidi<br />

* B. Gli erbicidi<br />

* C. Gli insetticidi<br />

3) Le api possono essere dannose alla vite?<br />

* A. Sì, quando rompono gli acini d’uva per succhiarne il succo zuccherino<br />

* B. Sì, sempre<br />

* C. No, mai<br />

4) Un’erba infestante esercita un’azione parassitaria?<br />

* A. Sì<br />

* B. No<br />

* C. In parte<br />

5) Può una coltura diventare un’infestante della coltura che segue?<br />

* A. Sì, sempre<br />

* B. No, mai<br />

* C. Sì, è possibile<br />

6) A cosa è dovuta la “stanchezza” dei terreni?<br />

* A. Alle troppe lavorazioni meccaniche<br />

* B. All’uso continuo di geodisinfestanti<br />

* C. Al continuo ripetersi della stessa coltura sullo stesso terreno<br />

7) Come si manifesta la “stanchezza” del terreno?<br />

* A. Con la diminuzione progressiva e costante della produzione e l’aumento delle malattie parassitarie in<br />

genere<br />

* B. Con l’aumento di tutte le erbe infestanti<br />

* C. Con l’accresciuta richiesta di acqua da parte della coltura<br />

8) Quali condizioni favoriscono le infezioni crittogamiche?<br />

* A. Errate tecniche colturali che favoriscono elevata umidità; le piogge<br />

* B. Prolungate esposizioni al sole<br />

* C. L’uso eccessivo di insetticidi<br />

9) Cosa sono i funghi (crittogame) patogeni?<br />

* A. Organismi pluricellulari che sfruttano le sostanze prodotte dalle piante coltivate, attaccano radici, fusto,<br />

foglie<br />

* B. Piante parassitarie<br />

* C. Organismi utili alla coltivazione agricola<br />

10) Sono consentiti i trattamenti insetticidi ed acaricidi in fioritura?<br />

* A. Sì, su tutte le colture<br />

* B. Sì, con esclusione dei frutteti<br />

* C. No, in nessun caso per non danneggiare gli insetti impollinatori<br />

15


CAPITOLO I.2<br />

MEZZI DI LOTTA<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le principali caratteristiche dei mezzi per controllare le avversità<br />

delle piante<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Introduzione<br />

Mezzi agronomici o colturali<br />

Mezzi meccanici<br />

Mezzi fisici<br />

Mezzi genetici<br />

Mezzi biologici e biotecnici<br />

Mezzi chimici<br />

Introduzione<br />

Le colture possono essere danneggiate da svariati agenti che ne limitano la produzione<br />

e per questo motivo l’uomo ha sempre cercato di combattere i parassiti<br />

delle colture. Inoltre il settore commerciale ed il consumatore richiedono prodotti<br />

ortofrutticoli che abbiano alti livelli qualitativi sia nell’aspetto, sia nella<br />

qualità interna e nella conservabilità.<br />

Oggi per fronteggiare le avversità delle piante abbiamo a disposizione mezzi<br />

che possono essere distinti in agronomici, meccanici, fisici, genetici, biologici,<br />

biotecnici (biotecnologici) e chimici.<br />

Mezzi agronomici o colturali<br />

Le pratiche colturali possono influenzare notevolmente l’instaurarsi o il decorso<br />

di attacchi parassitari; ad esempio pratiche quali l’aratura, la semina e le concimazioni<br />

hanno effetti sull’andamento di patologie determinate da insetti e da<br />

funghi. Anche altre pratiche come l’irrigazione, la potatura, l’innesto, il diserbo,<br />

la scelta di varietà più o meno resistenti o l’adozione di rotazioni colturali, hanno<br />

un’influenza notevole sui possibili attacchi parassitari. In colture protette gli accorgimenti<br />

tecnici che modificano i parametri climatici - come l’arieggiamento<br />

o il riscaldamento - possono contribuire all’instaurarsi di alcune patologie fungine.<br />

In proposito alcune sperimentazioni eseguite su pomodoro allevato in serra<br />

hanno dimostrato che concimazioni bilanciate ed il ricorso all’arieggiamento e<br />

al riscaldamento, quando necessario, portano da soli ad una significativa riduzione<br />

della incidenza della muffa grigia.<br />

Mezzi meccanici<br />

In questa categoria sono compresi vari mezzi per la distruzione degli organismi<br />

nocivi. Un primo gruppo comprende mezzi per una raccolta diretta o manuale,<br />

come uncini o simili, impiegati per raccogliere forme ibernanti (alcuni insetti nella<br />

stagione invernale assumono una forma particolare che gli consente di supe-<br />

17<br />

Lavorazione sull’interfila per il<br />

controllo delle erbe infestanti<br />

L’eccesso di concimazione<br />

azotata nell’olivo può rendere<br />

le piante più sensibili al<br />

freddo, agli attacchi parassitari<br />

ed indurre una eccessiva<br />

vigoria con conseguente scarsa<br />

produttività e ritardo nella<br />

maturazione.<br />

Feromoni: sostanze chimiche<br />

prodotte dagli insetti, in grado<br />

di suscitare delle reazioni<br />

specifiche di tipo fisiologico<br />

e/o comportamentale in altri<br />

individui della stessa specie.


I.2: Mezzi di lotta<br />

Feromoni sessuali: negli insetti<br />

vengono scambiati per<br />

contatto o per stimolo olfattivo<br />

e provocano interesse<br />

sessuale in un altro individuo<br />

della stessa specie.<br />

Trappola a feromoni per la cattura<br />

massale con acqua di Tuta absoluta.<br />

Telo per solarizzazione. Foto OMP<br />

Lotta biologica con virus:<br />

un esempio è il virus della<br />

granulosi, impiegato nelle<br />

strategie di difesa attuate<br />

contro la carpocapsa o cidia<br />

del melo che è un Lepidottero<br />

(farfalla) molto dannoso alle<br />

Pomacee: le larve danneggiano<br />

i frutti, scavando gallerie<br />

al loro interno.<br />

Lotta biologica con funghi:<br />

Beauveria bassiana e<br />

Ampelomyces quisqualis,<br />

funghi entomopatogeni e micopatogeni<br />

(organismi che vivono<br />

a spese degli insetti o di<br />

altri funghi) con differente<br />

spettro d’azione.<br />

Il primo agisce verso alcuni insetti,<br />

il secondo si utilizza per<br />

la difesa dell’oidio nel vigneto.<br />

rare le condizioni climatiche avverse) e visibili di parassiti, come ad esempio i nidi<br />

di processionaria; il grosso limite è l’antieconomicità di queste operazioni, scarsamente<br />

applicabili in aziende professionali. Tra i mezzi per la raccolta indiretta<br />

sono comprese le trappole impiegate nei confronti di parassiti di origine animale,<br />

che possono essere rese attrattive per il loro colore (trappole cromotropiche),<br />

con particolari sostanze odorose (trappole a feromoni) o con sostanze alimentari<br />

(esche). Queste trappole vengono impiegate per verificare la presenza e<br />

l’entità di particolari parassiti e quindi rendere possibile una lotta più mirata. In<br />

determinate condizioni possono essere impiegate come unico mezzo di lotta<br />

(cattura massale). Tra i mezzi meccanici sono compresi anche lo spazzolamento<br />

dei fusti o tronchi (può avere qualche applicazione per le incrostazioni da cocciniglie),<br />

gli sbarramenti adesivi sugli alberi e il posizionamento di ricoveri artificiali<br />

sui tronchi o sul terreno per catturare e distruggere le forme svernanti di parassiti.<br />

Anche le erbe infestanti possono essere efficacemente controllate con lavorazioni<br />

meccaniche.<br />

Mezzi fisici<br />

Il calore è sicuramente il principale metodo e trova applicazioni notevoli come<br />

vapore. Nelle aziende vivaistiche viene impiegato per la disinfezione di terricci e<br />

bancali. Altre possibili applicazioni sono la disinfezione di bulbi, tuberi o rizomi<br />

tramite acqua calda. Il calore secco può venire impiegato invece per disinfestare<br />

derrate alimentari.<br />

Una particolare tecnica di utilizzazione del calore è la cosiddetta “solarizzazione”<br />

del terreno. Nelle serre o tunnel, durante i mesi estivi, il terreno, opportunamente<br />

lavorato e con un sufficiente grado di bagnatura (in “tempera”), viene<br />

coperto con un telo di plastica trasparente per un periodo di almeno trenta giorni,<br />

tenendo la serra ermeticamente chiusa. Le elevate temperature che così si<br />

raggiungono nel terreno uccidono funghi, insetti dannosi e semi di erbe infestanti.<br />

Mezzi genetici<br />

L’utilizzo di varietà di piante resistenti ai parassiti è una opportunità messa a disposizione<br />

degli agricoltori. In alcuni casi, come nei virus dove non esiste possibilità<br />

di lotta chimica, è necessario utilizzare varietà di piante resistenti a questi<br />

nemici dannosi. Le varietà resistenti sono quelle il cui patrimonio genetico contiene<br />

uno o più caratteri di resistenza a parassiti. Possono essere ottenute a seguito<br />

di processi spontanei (selezione naturale, che può essere favorita dall’uomo<br />

attraverso gli incroci di varietà diverse) o con metodi artificiali (tramite tecniche<br />

chimico fisiche) che generano mutazioni o con l’ ingegneria genetica.<br />

Mezzi biologici e biotecnici<br />

Per mezzi biologici possiamo intendere quegli organismi viventi o i loro prodotti<br />

impiegati allo scopo di difendere le colture dai parassiti. Il controllo di una specie<br />

dannosa da parte di un suo “antagonista” naturale può essere definito un mezzo<br />

di lotta biologica.<br />

Negli ultimi decenni si è assistito ad una diffusione dei mezzi di controllo biologico;<br />

oltre all’utilizzo dei nemici naturali degli insetti dannosi alle coltivazioni<br />

agrarie (detti anche organismi utili, antagonisti o ausiliari), il campo si è allargato<br />

all’utilizzo di virus, di funghi e di batteri.<br />

Le tecniche che prevedono l’utilizzo di mezzi biologici non richiedono l’azzeramento<br />

della popolazione dell’organismo nocivo cui sono rivolte, ma permettono<br />

di mantenerla entro livelli accettabili e tali da non costituire danno.<br />

Mezzi biologici possono essere prodotti in “biofabbriche” e poi commercializzati<br />

(es. insetti ed acari utili).<br />

I mezzi biotecnici sono formulazioni a base microbiologica (ad es. funghi e batteri<br />

utili), come ad esempio i prodotti a base di Bacillus thuringiensis contro le<br />

giovani larve dei lepidotteri.<br />

Mezzi chimici<br />

I mezzi chimici comprendono tutti i prodotti fitosanitari (agrofarmaci) sia tradi-<br />

18


I.2: Mezzi di lotta<br />

zionali che di nuova generazione e, ad oggi, svolgono ancora un ruolo fondamentale<br />

nella difesa delle colture. I prodotti più recenti manifestano in genere<br />

una maggiore selettività (cioè possibilità di colpire soltanto un determinato parassita),<br />

un’elevata efficacia anche a bassi dosaggi ed una ridotta tossicità per<br />

l’operatore e per l’ambiente. Con l’uso molto frequente di prodotti chimici è<br />

sempre più alto il rischio di insorgenza di resistenza (ovvero il parassita si “abitua”<br />

all’agrofarmaco).<br />

Negli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’attenzione dell’opinione pubblica e<br />

del legislatore per le conseguenze dirette o indirette che questi prodotti possono<br />

avere sull’uomo e l’ambiente.<br />

L’impiego dei mezzi chimici porta ad un rischio chimico per i lavoratori agricoli,<br />

che operano a diretto contatto con le colture, soprattutto nelle coltivazioni intensive<br />

o nell’ambiente chiuso delle serre, cui si associa anche il rischio alimentare<br />

del consumatore (insalubrità di cibi e bevande) ed il rischio ambientale (inquinamento<br />

dei suoli e delle acque, perdita di biodiversità, distruzione dei paesaggi,<br />

ecc.).<br />

Per questo, in seguito, si parlerà più in dettaglio dei mezzi chimici, riferendo<br />

sulla loro classificazione, pericolosità, formulazione e modalità d’impiego, al fine<br />

di fornire quelle indicazioni utili per un loro corretto utilizzo ed evitare danni<br />

agli operatori agricoli, ai consumatori e all’ambiente.<br />

19<br />

I preparati a base di Bacillus<br />

thuringiensis sono prodotti<br />

microbiologici che liberano<br />

una tossina molto attiva nei<br />

confronti di alcuni insetti, la<br />

quale agisce nell’intestino<br />

delle larve dei lepidotteri (es.<br />

tignoletta della vite, ricamatori,<br />

ecc.).<br />

Attrezzatura per la distribuzione<br />

di agrofarmaci


I.2: Mezzi di lotta<br />

CAP I.2<br />

MEZZI DI LOTTA<br />

11) Che cos’è la “resistenza” a un prodotto fitosanitario?<br />

* A. La durata del prodotto fitosanitario sulla coltura prima di degradarsi<br />

* B. Un fenomeno legato al ripetuto e frequente uso di un prodotto sulle coltura, che porta alla selezione<br />

di popolazioni di parassita resistenti a quel particolare prodotto<br />

* C. Un indice della data di scadenza del prodotto fitosanitario<br />

12) Si possono utilizzare mezzi genetici per la lotta alle malattie delle piante?<br />

* A. No, è proibito l’utilizzo di mezzi di lotta genetici<br />

* B. L’utilizzo di mezzi di lotta genetici è possibile tramite il lancio di insetti utili capaci di parassitizzare gli<br />

organismi dannosi per la coltura<br />

* C. Si possono utilizzare per la coltivazione varietà di piante resistenti a una determinata malattia per caratteristiche<br />

genetiche<br />

13) Quali sono esempi di mezzo agronomico di lotta contro le malattie delle piante?<br />

* A. Regolare la densità di semina, calibrare le concimazioni e irrigazioni, ottimizzare riscaldamento e arieggiamento<br />

nelle serre<br />

* B. Utilizzare sostanze chimiche con bassa persistenza e selettive<br />

* C. Utilizzare nemici naturali degli agenti patogeni per le coltura agrarie<br />

14) Che cosa è la “solarizzazione”?<br />

* A. Un procedimento per la sterilizzazione del terreno mediante il calore, ottenuto coprendo il terreno in<br />

serra con un telo trasparente per almeno 30 giorni in estate<br />

* B. Un mezzo per eliminare la muffa grigia sulla vite mediante l’esposizione dei grappoli al sole<br />

* C. Un procedimento per garantire il giusto grado di maturazione della frutta tramite il calcolo delle ore di<br />

esposizione al sole<br />

20


PARTE II<br />

I PRODOTTI FITOSANITARI<br />

CAPITOLO II.1<br />

I PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere la definizione di prodotto fitosanitario<br />

sapere dove e quando possono essere utilizzati i prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Definizione di prodotto fitosanitario<br />

Campo di impiego dei prodotti fitosanitari<br />

Definizione di prodotto fitosanitario<br />

Nella difesa delle colture agrarie e delle derrate alimentari, gli agricoltori fanno<br />

uso di svariati prodotti con lo scopo di:<br />

ó eliminare o contenere i parassiti, animali e/o vegetali, nocivi alle piante coltivate<br />

ed ai prodotti agricoli;<br />

ó favorire e regolare la produzione vegetale;<br />

ó conservare i prodotti;<br />

ó eliminare le piante infestanti.<br />

Tali prodotti vengono indicati, in base alla legislazione vigente (D. lgs 17/3/1995<br />

n° 194 e DPR. 290 23/04/2001) con il nome di Prodotti fitosanitari. Questo<br />

nuovo termine ha sostituito quelli utilizzati nella normativa precedente: “presidi<br />

sanitari”, “fitofarmaci”, “antiparassitari”, “pesticidi”.<br />

I prodotti fitosanitari comprendono gli ex “presidi sanitari” destinati alle colture<br />

agrarie ed anche una piccola parte di prodotti con attività non antiparassitaria:<br />

i fitoregolatori, che servono a regolare lo sviluppo delle piante allo scopo di aumentarne<br />

la produzione (es. fitormoni); i repellenti, usati per lo più nella concia<br />

dei semi; gli antiossidanti, usati per conservare le derrate immagazzinate. Nei<br />

prodotti fitosanitari sono inoltre compresi quelli destinati alla protezione delle<br />

piante da giardino domestico e da appartamento, fino a poco tempo fa chiamati<br />

Presidi Medico Chirurgici e ora definiti “prodotti fitosanitari per piante ornamentali”<br />

(P.P.O.).<br />

Recentemente si sta affermando anche il termine “agrofarmaci”, sempre sinonimo<br />

di prodotti fitosanitari.<br />

I prodotti fitosanitari sono miscele di due o più sostanze delle quali almeno una<br />

deve possedere un effetto significativo per la protezione delle piante da parassiti<br />

e avversità. La parte del prodotto fitosanitario che serve a combattere l’avversità<br />

che si vuole controllare è detta sostanza attiva (chiamata in precedenza principio<br />

attivo); è anche la sostanza che, in base al livello di pericolosità e alla sua<br />

concentrazione nella confezione, determina la classe di tossicità del prodotto<br />

fitosanitario e quindi il rischio per chi lo impiega.<br />

Normalmente il prodotto commerciale (chiamato anche preparato o formu-<br />

21<br />

I prodotti fitosanitari sono<br />

le sostanze attive ed i preparati<br />

contenenti una o più sostanze<br />

attive, destinati ad<br />

essere utilizzati per il controllo<br />

degli organismi nocivi delle<br />

colture, per il controllo delle<br />

piante infestanti nelle coltivazioni<br />

e per favorire o regolare<br />

le produzioni vegetali.<br />

Prodotto commerciale: è la<br />

confezione di prodotto fitosanitario<br />

messo in vendita.<br />

Normalmente il prodotto<br />

commerciale che si acquista e<br />

si utilizza è una miscela di tre<br />

sostanze:<br />

- sostanza attiva<br />

- coadiuvante<br />

- coformulante.<br />

La sostanza attiva é la parte<br />

del prodotto fitosanitario che<br />

serve a combattere l’avversità.<br />

La sostanza attiva, con la sua<br />

pericolosità e la sua concentrazione<br />

determina la classe<br />

di tossicità del prodotto fitosanitario<br />

e quindi il rischio<br />

per chi lo impiega.


II.1: I prodotti fitosanitari<br />

Esempio di confezione di prodotto<br />

fitosanitario. Foto OMP<br />

I coadiuvanti aumentano<br />

l’efficacia delle sostanze attive,<br />

ne favoriscono la distribuzione<br />

e proteggono le piante dalla<br />

possibile azione fitotossica<br />

della sostanza attiva.<br />

I coformulanti riducono la<br />

concentrazione della sostanza<br />

attiva nel prodotto<br />

commerciale.<br />

I prodotti fitosanitari possono<br />

essere impiegati esclusivamente<br />

per la cura delle piante<br />

e solo per gli usi riportati<br />

nell’etichetta.<br />

I prodotti fitosanitari utilizzabili<br />

in ambito domestico (balconi,<br />

appartamenti e giardini<br />

privati) si chiamano “prodotti<br />

fitosanitari per<br />

piante ornamentali” ed abbreviati<br />

con la sigla PPO.<br />

lato commerciale), cioè la confezione che si acquista e si utilizza sulle colture è<br />

una miscela di tre sostanze (sostanza attiva, coadiuvante e coformulante).<br />

Le sostanze attive possono avere diversa natura:<br />

ó elementi chimici allo stato naturale (es. zolfo);<br />

ó prodotti chimici industriali (es. prodotti di sintesi che sono la maggioranza);<br />

ó microrganismi (es. Bacillus thuringiensis) o virus che possiedono un’attività<br />

nei confronti degli organismi nocivi o dell’avversità da combattere;<br />

Sono allo studio prodotti contenenti organismi geneticamente modificati (ma a<br />

tutt’oggi non sono stati ancora autorizzati prodotti fitosanitari contenenti tali<br />

sostanze attive).<br />

I coadiuvanti sono sostanze contenute nel preparato commerciale e servono ad<br />

aumentare l’efficacia delle sostanze attive e a favorirne la distribuzione; sono<br />

sostanze quali: solventi, sospensivanti, emulsionanti, bagnanti, adesivanti, antideriva,<br />

antievaporanti e antischiuma. Sono coadiuvanti anche particolari sostanze<br />

aggiunte al formulato commerciale con lo scopo di proteggere le piante<br />

dalla possibile azione fitotossica (cioè tossica per la pianta) esercitata dalla sostanza<br />

attiva.<br />

I coadiuvanti dei prodotti fitosanitari sono normalmente contenuti all’interno<br />

dei preparati e sono quindi autorizzati insieme alla sostanza attiva; ma possono<br />

essere autorizzati anche come prodotti a sé. Esistono in commercio prodotti contenenti<br />

solo coadiuvanti di prodotti fitosanitari quali: bagnanti-adesivanti, antischiuma,<br />

coadiuvanti per erbicidi. Le modalità di registrazione e di classificazione<br />

dei coadiuvanti di prodotti fitosanitari sono sostanzialmente analoghe a quelle<br />

relative ai prodotti fitosanitari.<br />

I coformulanti servono invece a ridurre la concentrazione della sostanza attiva<br />

nel prodotto (formulato) commerciale e sono costituiti, ad esempio, da sostanze<br />

inerti e diluenti.<br />

Campo di impiego dei prodotti fitosanitari<br />

I prodotti fitosanitari possono essere impiegati esclusivamente per la cura delle<br />

piante e solo per gli usi riportati nell’etichetta; non si possono utilizzare per altri<br />

scopi (per esempio trattare i parassiti degli animali domestici per i quali esistono<br />

prodotti appositamente autorizzati).<br />

I prodotti fitosanitari si possono utilizzare:<br />

ó in agricoltura da parte di operatori professionisti (imprenditori agricoli, lavoratori<br />

agricoli ecc …);<br />

ó in orti e giardini famigliari da parte di soggetti non professionisti (es. hobbisti);<br />

ó in aree extra-agricole non soggette a coltivazione, se previsto in etichetta;<br />

ó in ambiti domestici per le piante da balcone, da appartamento e da giardino.<br />

I prodotti fitosanitari utilizzabili in ambito domestico (balconi, appartamenti e<br />

giardini privati) sono i “prodotti fitosanitari per piante ornamentali” (PPO) precedentemente<br />

descritti; appartengono ad una particolare categoria di prodotti<br />

fitosanitari, che possono essere venduti anche da esercizi non specificamente<br />

abilitati (Garden, supermercati ecc..) e possono essere acquistati liberamente da<br />

chiunque. Questi prodotti si possono utilizzare per le piante ornamentali esclusivamente<br />

in ambito domestico.<br />

22


II.1: I prodotti fitosanitari<br />

CAP 2.1<br />

I PRODOTTI FITOSANITARI<br />

15) Che cosa sono i prodotti fitosanitari?<br />

* A. Prodotti impiegati per la concimazione<br />

* B. Prodotti impiegati prevalentemente per difendere le colture agricole e le derrate immagazzinate<br />

* C. Prodotti antiparassitari per uso zootecnico<br />

16) Agrofarmaci e prodotti fitosanitari sono termini equivalenti?<br />

* A. Sì<br />

* B. No<br />

* C. Solo per prodotti utilizzati per le avversità fungine<br />

17) Cosa sono i prodotti fitosanitari pronti all’impiego?<br />

* A. Sono prodotti preparati e confezionati pronti per l’uso<br />

* B. Sono prodotti che si possono acquistare in qualsiasi negozio<br />

* C. Sono prodotti che non richiedono nessuna precauzione<br />

18) Cosa si intende per “sostanza attiva”?<br />

* A. Residuo massimo consentito sugli alimenti<br />

* B. La sostanza contenuta in un prodotto fitosanitario che agisce contro le avversità da combattere<br />

* C. Un prodotto che può essere acquistato solamente da chi possiede il patentino<br />

19) Nel campo degli agrofarmaci e nel linguaggio corrente, cosa si intende per “formulazione”?<br />

* A. Una miscela di due sostanze attive<br />

* B. Il procedimento di solubilizzazione in acqua di un prodotto fitosanitario<br />

* C. Il prodotto fitosanitario come acquistato dal rivenditore<br />

20) Che cosa sono i “coformulanti”?<br />

* A. Sostanze che riducono l’efficacia del prodotto fitosanitario<br />

* B. Sostanze che completano il prodotto fitosanitario<br />

* C. Sostanze che prolungano il tempo di sicurezza<br />

21) Perché è importante conoscere l’attività della “sostanza attiva”?<br />

* A. Perché precisa se un prodotto è nocivo agli insetti ed acari utili<br />

* B. Perché indirizza l’agricoltore nella scelta in relazione alle malattie ed ai parassiti da combattere<br />

* C. Perché è la quantità minima utile per combattere i parassiti<br />

22) Con i prodotti fitosanitari a base di insetticidi possono essere trattati gli animali domestici?<br />

* A. Solamente se non danno latte<br />

* B. No, mai<br />

* C. Solo una volta l’anno<br />

23


CAPITOLO II.2<br />

LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI<br />

FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere con quali formulazioni vengono commercializzati i prodotti<br />

fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />

Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />

Il tipo di formulazione è molto importante per avere sostanze attive efficaci e<br />

pratiche da utilizzare per l’operatore. I prodotti fitosanitari sono commercializzati<br />

in diversi tipi di formulazione in relazione al tipo di trattamento per il quale<br />

sono destinati: a secco, liquidi, gassosi, esche, per iniezioni al tronco, con mezzi<br />

aerei.<br />

Di seguito vengono riportati i principali tipi di formulati attualmente in commercio.<br />

Formulazioni per trattamenti solidi<br />

Polveri secche La sostanza attiva si trova pura o miscelata con polveri inerti<br />

Granuli La sostanza attiva è incorporata in granuli di sostanza inerte,<br />

usati per trattamenti al terreno<br />

I trattamenti con polveri secche necessitano di attrezzature specifiche per la loro<br />

distribuzione sulle colture (es. impolveratrici per la distribuzione dello zolfo, recipienti<br />

rotanti se utilizzate per conciare le sementi).<br />

I trattamenti granulari servono ad effettuare trattamenti al terreno al fine di<br />

operare una disinfezione (rivolta contro organismi di origine vegetale) od una<br />

disinfestazione (rivolta contro organismi di origine animale).<br />

Formulazioni per trattamenti liquidi<br />

I trattamenti liquidi vengono effettuati con prodotti fitosanitari diluiti in acqua<br />

al momento dell’applicazione in campo. Le principali formulazioni per questo<br />

tipo di trattamenti sono:<br />

Polveri solubili (PS o SP)<br />

Il formulato polverulento viene completamente<br />

disciolto in acqua formando una soluzione<br />

diluita stabile.<br />

Polveri bagnabili (PB, WP, WS) Il formulato, con sostanza attiva insolubile,<br />

forma in acqua una sospensione.<br />

25<br />

Esempio di confezione di prodotto<br />

fitosanitario. Foto OMP


II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />

Esempio di confezione di prodotto<br />

fitosanitario. Foto OMP<br />

Esempio di confezione di prodotto<br />

fitosanitario. Foto OMP<br />

Emulsioni in acqua (EW) La sostanza attiva viene emulsionata in acqua<br />

in presenza di tensioattivi, disperdenti o altri<br />

stabilizzanti in modo da formare una emulsione<br />

stabile per almeno due anni.<br />

Concentrati emulsionabili (EC) La sostanza attiva viene disciolta in un solvente<br />

o in una miscela di solventi organici in<br />

presenza di uno o più tensioattivi che permettono<br />

la formazione di una emulsione stabile<br />

dopo la sua diluizione in acqua.<br />

Pasta fluida (FL, FLOW),<br />

sospensioni concentrate (SC)<br />

Formulazioni per trattamenti gassosi<br />

I prodotti fitosanitari per i trattamenti gassosi, detti anche fumiganti, agiscono<br />

sui parassiti sotto forma di gas o di vapore e sono utilizzati prevalentemente per<br />

disinfettare o disinfestare i terreni e le derrate alimentari nei magazzini.<br />

Le formulazioni impiegate per questi trattamenti sono le seguenti:<br />

Le fumigazioni al terreno sono realizzate con prodotti allo stato liquido che vengono<br />

iniettati nel terreno dove, gassificando o evaporando, agiscono nei confronti<br />

di insetti, nematodi, funghi, batteri e semi di piante infestanti.<br />

Formulazioni per esche<br />

La sostanza attiva è mescolata ad una sostanza appetita dalla specie da combattere.<br />

Le esche possono essere commercializzate pronte all’uso (solitamente in<br />

forma di piccoli cilindretti), oppure possono essere preparate in campo utilizzando<br />

materiale alimentare (crusca, melassa, zucchero). Sono generalmente utilizzate<br />

contro gli insetti terricoli masticatori (grillotalpa, lepidotteri nottuidi) o<br />

le lumache.<br />

26<br />

La sostanza attiva viene finemente macinata<br />

e dispersa in veicolo acquoso (quasi sempre<br />

acqua) in presenza di agenti bagnanti, disperdenti,<br />

antigelo, addensanti e altri stabilizzanti,<br />

così da formare una sospensione<br />

stabile.<br />

Microcapsule (CS) La sostanza attiva viene emulsionata finemente<br />

in acqua e ricoperta di un sottile film<br />

polimerico (microcapsule). A loro volta le microcapsule<br />

si trovano in sospensione acquosa.<br />

Questa formulazione possiede un’ottima stabilità<br />

e rilascia lentamente la sostanza attiva.<br />

Sacchetti idrosolubili Sacchetti, contenenti il formulato, che si sciolgono<br />

direttamente in acqua.<br />

Granuli idrodisperdibili<br />

(WG, WDG, DF, SG)<br />

Fumiganti<br />

La sostanza attiva viene finemente macinata<br />

in presenza di disperdenti e bagnanti e poi<br />

granulata per formare microgranuli che si disperdono<br />

o si sciolgono in acqua. Questa formulazione<br />

ha il vantaggio di non produrre<br />

polvere e di essere dosabile con appositi bicchierini.<br />

La sostanza attiva, liquida o solida, alla distribuzione<br />

si diffonde come un gas.<br />

Gas La sostanza attiva si trova allo stato gassoso.<br />

Aerosol<br />

La sostanza attiva, solida o liquida, è in sospensione<br />

in un gas.


II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />

Formulazioni per iniezioni ai tronchi (endoterapia)<br />

Sono formulazioni preparate appositamente per diffondersi agevolmente lungo<br />

i vasi in cui scorre la linfa e quindi in tutte le parti della pianta. I trattamenti endoterapici<br />

possono essere effettuati solo con formulazioni registrate per questo<br />

specifico impiego e si possono suddividere il due categorie, in relazione alla tecnica<br />

di introduzione del prodotto fitosanitario all’interno della pianta. Si possono<br />

avere iniezioni ad assorbimento naturale, se il prodotto viene assorbito attivamente<br />

dalla pianta, o iniezioni a pressione o a micropressione, se il prodotto<br />

viene introdotto forzatamente nell’albero. Questa metodologia offre molti vantaggi:<br />

ha una maggiore efficacia dovuta al fatto che il prodotto fitosanitario non<br />

subisce l’azione dilavante delle piogge; inoltre ha una prolungata persistenza<br />

d’azione, che permette spesso di effettuare i trattamenti ad anni alterni; ha un<br />

minore impatto ambientale dovuto alla minore dispersione nell’ambiente. Questi<br />

trattamenti sono spesso effettuati sulle alberature cittadine.<br />

27


II.2: Le formulazioni dei prodotti fitosanitari<br />

CAP II.2<br />

LE FORMULAZIONI DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

23) Quali vantaggi offrono le nuove formulazioni dei prodotti fitosanitari (es. granuli idrodisperdibili,<br />

fluido, microcapsule, ecc.)?<br />

* A. Nessuno<br />

* B. Economici<br />

* C. Minore pericolosità per l’operatore e maggiore facilità nella preparazione della miscela<br />

24) Cosa sono i trattamenti a secco o solidi?<br />

* A. I diserbi eseguiti su terreno libero<br />

* B. I trattamenti che non hanno bisogno di acqua come mezzo disperdente<br />

* C. I trattamenti eseguiti con la pompa a spalla<br />

25) Cosa sono le formulazioni per esche?<br />

* A. Sono formulazioni che solitamente vengono utilizzate contro gli acari<br />

* B. La sostanza attiva è mescolata ad una sostanza appetita dalla specie da combattere<br />

* C. Possono essere preparate solo in campo utilizzando materiale alimentare (crusca, melassa, zucchero)<br />

26) Per cosa sono utilizzate prevalentemente le formulazioni per trattamenti gassosi?<br />

* A. Per la disinfezione e disinfestazione di terreni e derrate alimentari nei magazzini<br />

* B. Per trattamenti insetticidi contro gli afidi delle leguminose<br />

* C. Per i trattamenti nei frutteti<br />

28


CAPITOLO II.3<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI<br />

FITOSANITARI IN BASE ALL’ATTIVITÀ<br />

E ALLE MODALITÀ D’AZIONE<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere i criteri con cui vengono catalogati i prodotti fitosanitari<br />

conoscere le caratteristiche dei prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività<br />

Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alle modalità d’azione<br />

Aspetti collaterali dei prodotti fitosanitari<br />

Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività<br />

Il primo criterio di classificazione distingue i prodotti fitosanitari a seconda del<br />

bersaglio verso cui sono diretti:<br />

Fungicidi<br />

(o anticrittogamici)<br />

attivi contro i funghi (es. peronospora, oidio);<br />

Insetticidi attivi contro gli insetti (es. mosca delle olive);<br />

Acaricidi attivi contro gli acari (es. ragno rosso);<br />

Nematocidi attivi contro i nematodi;<br />

Molluschicidi attivi contro le chiocciole e le limacce;<br />

Rodenticidi attivi contro i roditori (ratti, arvicole e talpe);<br />

Erbicidi attivi contro le erbe infestanti o malerbe;<br />

Geodisinfestanti attivi contro i parassiti presenti nel terreno;<br />

Fitoregolatori regolano lo sviluppo delle piante (es. ormoni);<br />

Fisiofarmaci prevengono e curano le fisiopatie;<br />

Repellenti allontanano gli animali dalle piante;<br />

Modificatori del<br />

comportamento<br />

modificano il comportamento degli insetti.<br />

29<br />

Fungicida ad ampio spettro di<br />

azione. Foto OMP


II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />

Le api sono insetti impollinatori,<br />

chiamati anche pronubi perché favoriscono<br />

l’impollinazione dei fiori<br />

La selettività fisiologica dipende<br />

dalle caratteristiche<br />

del prodotto.<br />

La selettività ecologica dipende<br />

dall’uso strategico del<br />

prodotto.<br />

Un prodotto fitosanitario efficace<br />

contro molte specie di<br />

parassiti ha un ampio spettro<br />

di azione.<br />

Un prodotto fitosanitario efficace<br />

su una sola specie o su<br />

poche specie di parassiti ha un<br />

limitato spettro di azione.<br />

Generalmente:<br />

ampio spettro di azione =<br />

scarsa selettività<br />

spettro di azione limitato =<br />

elevata selettività.<br />

Fra gli insetticidi, prendono il nome di aficidi quei prodotti specifici, impiegati<br />

per combattere gli afidi.<br />

I prodotti fitosanitari vengono distinti anche in base alla selettività e allo spettro<br />

di azione.<br />

Per selettività di un prodotto fitosanitario si intende la capacità di agire nei<br />

confronti dell’avversità che si vuole combattere rispettando il più possibile gli<br />

organismi utili (parassitoidi predatori e pronubi insetti impollinatori) naturalmente<br />

presenti nei campi coltivati.<br />

La selettività può essere fisiologica se dipende dalle caratteristiche del prodotto<br />

fitosanitario: ne è un esempio il Bacillus thuringiensis, prodotto microbiologico<br />

che agisce liberando una tossina attiva solo nell’intestino di alcune specie<br />

di insetti, cioè le larve di lepidotteri; pertanto i prodotti contenenti Bacillus thuringiensis<br />

sono selettivi nei confronti di tutti gli altri insetti.<br />

La selettività può essere ecologica se dipende dall’epoca di intervento, cioè dall’uso<br />

strategico del prodotto, indipendentemente dalle sue caratteristiche; per<br />

esempio non utilizzando un prodotto in fioritura, quando sono presenti i pronubi.<br />

In questo modo il trattamento viene eseguito quando l’insetto utile non è<br />

fisicamente raggiungibile dal prodotto.<br />

Per spettro d’azione si intende l’insieme delle avversità controllate da un prodotto<br />

fitosanitario. Per esempio, un insetticida efficace contro molte specie di<br />

insetti possiede un ampio spettro di azione, mentre un insetticida in grado di<br />

controllare solo gli afidi ha uno spettro di azione limitato.<br />

Decidere se utilizzare una sostanza a spettro di azione ampio o limitato dipende<br />

dalla strategia di difesa programmata. Nel caso degli insetticidi e degli acaricidi<br />

occorre ricordare che l’impiego di prodotti ad ampio spettro di azione può indurre<br />

l’insorgenza di effetti collaterali negativi sugli organismi utili.<br />

I prodotti fitosanitari ad ampio spettro di azione sono generalmente meno selettivi<br />

e viceversa.<br />

Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alle modalità d’azione<br />

Una razionale lotta contro i parassiti richiede una buona conoscenza delle caratteristiche<br />

dei prodotti fitosanitari da distribuire. A questo proposito gli agrofarmaci<br />

presentano un diverso tipo di attività in base al loro comportamento nei<br />

confronti della pianta e alla loro azione sul patogeno o parassita.<br />

Azione sulla pianta<br />

In relazione alla pianta, gli agrofarmaci si classificano in base alla loro capacità<br />

di penetrare e muoversi all’interno dei tessuti vegetali. Si possono quindi avere<br />

prodotti fitosanitari con:<br />

ó azione di copertura;<br />

ó azione citotropica e translaminare;<br />

ó azione sistemica;<br />

ó azione mesosistemica.<br />

Gli agrofarmaci ad azione di copertura (es. rame, zolfo, etc.) comprendono<br />

quei prodotti che svolgono un’azione protettiva solo se presenti sulla superficie<br />

della pianta prima dell’inizio dell’infezione; prima cioè, che si manifesti<br />

la malattia. Poiché non sono in grado di penetrare nei tessuti vegetali è importante,<br />

per questi prodotti, una distribuzione uniforme ed una buona persistenza.<br />

I prodotti citotropici sono, invece, in grado di penetrare nei primi strati dei<br />

tessuti vegetali. Nel caso di prodotti translaminari la diffusione avviene in senso<br />

orizzontale o da una pagina fogliare all’altra.<br />

I prodotti sistemici hanno la capacità di essere assorbiti e trasportati insieme<br />

alla linfa nelle diverse parti della pianta; sono pertanto efficaci anche su parti<br />

della pianta diverse da quelle trattate e non vengono asportati dal lavaggio della<br />

parte trattata (frutto, foglie, ecc.).<br />

I prodotti mesosistemici sono in grado di ridistribuirsi sulla vegetazione, dopo<br />

l’irrorazione sugli apparati fogliari e, in presenza di rugiada, di penetrare nelle<br />

30


II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />

cellule limitrofe e ridistribuirsi all’interno della pianta (una specie di spostamento<br />

localizzato).<br />

Azione sul patogeno o parassita<br />

La modalità di azione dei prodotti fitosanitari varia in relazione al tipo di organismo<br />

da combattere.<br />

- Insetticidi e acaricidi<br />

L’azione di insetticidi e acaricidi dipende dal modo in cui il prodotto è assorbito<br />

e si diffonde nel corpo di insetti ed acari. Possiamo quindi avere:<br />

azione per ingestione: provoca la morte dei fitofagi quando ingeriscono parti<br />

di vegetali contenenti una sufficiente quantità di prodotto fitosanitario. I prodotti<br />

che agiscono così, sono generalmente selettivi nei confronti degli organismi<br />

utili, poiché questi non si nutrono di materiale vegetale;<br />

azione per contatto: si può avere sia per contatto diretto del prodotto fitosanitario<br />

sui fitofagi, sia per contatto fra gli insetti ed acari con la superficie vegetale<br />

trattata. I prodotti che agiscono così sono meno selettivi poiché gli organismi<br />

utili vivono sulla vegetazione contemporaneamente agli insetti dannosi in molte<br />

fasi del loro ciclo biologico;<br />

azione per asfissia: provoca la morte dei fitofagi che assumono attraverso le<br />

vie respiratorie una quantità sufficiente di prodotto fitosanitario allo stato gassoso.<br />

I prodotti con questa modalità di azione non sono selettivi nei confronti<br />

degli organismi utili.<br />

Molti prodotti possono avere contemporaneamente più modalità d’azione (per<br />

esempio contatto e ingestione), ma di solito una risulta prevalente sulle altre.<br />

- Fungicidi<br />

L’azione dei fungicidi varia prevalentemente in funzione della capacità del prodotto<br />

di penetrare e muoversi all’interno dei tessuti vegetali. Possiamo quindi<br />

avere fungicidi con:<br />

azione preventiva: i prodotti che hanno questa azione impediscono la germinazione<br />

del fungo. Generalmente i fungicidi che agiscono così sono prodotti di<br />

copertura ed agiscono pertanto solo sulle superfici esterne interessate dall’intervento.<br />

azione curativa: i prodotti combattono la malattia arrestandone lo sviluppo ed<br />

evitando la comparsa dei sintomi; sono efficaci se usati nei primi giorni dell’infezione.<br />

Questa azione è data soprattutto dai prodotti citotropici e sistemici.<br />

azione eradicante: il prodotto blocca la malattia in uno stadio anche avanzato,<br />

quando i sintomi sono già visibili. I prodotti fitosanitari con questa azione devono<br />

possedere una certa capacità di penetrazione nella pianta. Gli interventi<br />

curativi e soprattutto eradicanti presentano il rischio di dar luogo all’insorgenza<br />

di fenomeni di resistenza.<br />

attivazione delle difese naturali della pianta: sono prodotti che non agiscono<br />

direttamente sul patogeno, ma inducono la pianta a produrre sostanze<br />

naturali che le consentono di difendersi dagli attacchi di alcuni patogeni.<br />

- Diserbanti<br />

I diserbanti agiscono in funzione della capacità di essere assorbiti o meno da<br />

parti e/o organi della pianta. Avremo pertanto:<br />

Azione di contatto: agiscono prevalentemente “disseccando” le parti verdi<br />

delle piante infestanti irrorate;<br />

Azione di assorbimento fogliare sistemico: vengono assorbiti dall’apparato<br />

fogliare ed entrano in circolo nella pianta infestante. Alcuni di essi sono in grado<br />

di devitalizzare pure gli organi sotterranei di propagazione (rizomi, bulbi, ecc...);<br />

Azione antigerminello (residuali): vengono distribuiti sul terreno e sono assorbiti<br />

dai semi o dalle piantine appena germinate.<br />

Per il loro più o meno lungo “effetto residuale” possono determinare danni sulle<br />

colture in successione se non si rispettano i tempi consigliati in etichetta.<br />

31<br />

Oliveto trattato con caolino<br />

I prodotti fitosanitari citotropici<br />

sono in grado di penetrare<br />

nei primi strati dei<br />

tessuti vegetali.<br />

I prodotti fitosanitari translaminari<br />

sono in grado di<br />

penetrare nei tessuti vegetali<br />

e di spostarsi dalla pagina superiore<br />

alla pagina inferiore<br />

della foglia.<br />

Gli insetticidi attivi per ingestione<br />

sono generalmente selettivi.<br />

Gli insetticidi attivi per contatto<br />

generalmente non sono<br />

selettivi.<br />

Fitofago: insetto che si nutre<br />

delle piante.<br />

Gli insetticidi attivi per asfissia<br />

non sono selettivi.


II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />

I fungicidi ad azione preventiva<br />

sono generalmente prodotti<br />

di copertura.<br />

I fungicidi ad azione curativa<br />

ed eradicante sono generalmente<br />

citotropici e sistemici.<br />

Controllo delle erbe infestanti in<br />

orticoltura<br />

Un prodotto fitosanitario fitotossico<br />

può provocare<br />

danni alle colture agrarie.<br />

Gli afidi possono originare col<br />

tempo colonie resistenti ai prodotti<br />

fitosanitari. Foto IRF<br />

La persistenza di azione di<br />

un prodotto fitosanitario è la<br />

sua capacità di essere attivo<br />

nel tempo contro il parassita<br />

da combattere.<br />

Aspetti collaterali dei prodotti fitosanitari<br />

Fitotossicità<br />

I prodotti fitosanitari possono, in alcuni casi, risultare tossici per la pianta (=fitotossici)<br />

determinando alterazioni a carico degli organi vegetali delle colture agrarie,<br />

quali riduzione dello sviluppo, caduta dei fiori o dei frutti, deformazioni<br />

fogliari, ustioni, rugginosità. La fitotossicità si può verificare solo nei confronti<br />

di alcune varietà della stessa specie (ad esempio su alcune varietà di pero, ma<br />

non su altre), oppure nei confronti di più specie e questo può dipendere dalla<br />

differente sensibilità della specie o varietà, oppure dallo stadio di sviluppo della<br />

pianta al momento del trattamento. Particolare attenzione va posta soprattutto<br />

con i prodotti diserbanti quando viene riseminata una coltura diversa da quella<br />

precedentemente coltivata, oppure quando, per deriva, il prodotto contamina<br />

una coltura diversa posta nelle vicinanze di quella trattata.<br />

Alcuni prodotti fitosanitari distribuiti singolarmente non causano alcun danno,<br />

ma se distribuiti in miscela diventano fitotossici. Anche l’errato utilizzo dei prodotti<br />

fitosanitari (ad esempio, trattamenti effettuati nelle ore più calde della<br />

giornata, errata dose d’impiego, generalmente per sovradosaggio, o scarsa pratica<br />

nelle applicazioni a basso volume) possono determinare danni da fitotossicità.<br />

È bene utilizzare irroratrici efficienti e prestare attenzione se c’è vento. È<br />

importante leggere attentamente le etichette dei prodotti fitosanitari e verificare<br />

soprattutto le seguenti voci: campo, dosi ed epoche d’impiego, sensibilità<br />

di specie e varietà, nonché compatibilità con altri formulati (possono anche essere<br />

consultate le tabelle di compatibilità fornite dalle varie ditte produttrici).<br />

Resistenza<br />

Negli ultimi anni sono stati introdotti sul mercato nuovi gruppi di sostanze attive<br />

con elevata specificità, spiccata efficacia e attività sistemica. Questo ha aumentato<br />

la gamma dei prodotti disponibili, ma l’uso ripetuto di questi prodotti ha<br />

portato, in tempi molto brevi, ad effetti collaterali negativi. Fra questi il più pericoloso<br />

e il più difficile da “gestire” risulta essere quello della resistenza, ovvero<br />

le modificazioni stabili ed ereditabili della sensibilità del patogeno o del parassita<br />

ad una sostanza attiva. La resistenza si origina da una mutazione genetica, viene<br />

trasmessa ai discendenti e può dare origine, nel corso di alcune generazioni ad<br />

intere popolazioni dotate di questa caratteristica. Questo si verifica sia con patogeni<br />

fungini, sia con insetti ed acari sia con le malerbe. I fattori che possono<br />

determinare la resistenza sono molteplici e possono riguardare la famiglia chimica<br />

di cui fa parte il prodotto (in questo caso una sostanza attiva fa parte di un<br />

gruppo chimico dove sono presenti sostanze che hanno già manifestato fenomeni<br />

di resistenza, oppure il meccanismo di azione della sostanza attiva è specifico<br />

o ancora, il preparato ha una elevata persistenza), ma è legata anche alle<br />

strategie di difesa e può essere causata dal numero e frequenza dei trattamenti<br />

effettuati, dall’utilizzo improprio dei dosaggi, dall’utilizzo di prodotti con lo<br />

stesso meccanismo di azione. Per contrastare il fenomeno della resistenza risulta<br />

pertanto fondamentale attuare corrette strategie d’intervento, ricorrendo ove<br />

possibile a mezzi alternativi ai comuni prodotti utilizzati, eseguendo il trattamento<br />

nel momento ottimale, attenendosi sempre al dosaggio indicato in etichetta,<br />

alternando prodotti fitosanitari con diverso meccanismo d’azione.<br />

Persistenza di azione<br />

L’efficacia di un prodotto fitosanitario è influenzata nel tempo dall’azione della<br />

pioggia, della luce solare e della temperatura. Il tempo, espresso in giorni, entro<br />

il quale un prodotto fitosanitario si mantiene efficace nei confronti del parassita<br />

da combattere determina la sua persistenza di azione. Finché il prodotto conserva<br />

la sua efficacia, non è necessario effettuare un altro trattamento contro lo<br />

stesso parassita. L’elevata persistenza di un prodotto consente perciò di diminuire<br />

il numero di trattamenti, ma ha gli svantaggi di non consentire l’impiego<br />

del prodotto in prossimità della raccolta e di una lenta degradazione nell’ambiente.<br />

La persistenza di azione non è necessariamente correlata al tempo di carenza:<br />

esistono prodotti a bassa persistenza di azione ed elevato tempo di<br />

carenza.<br />

32


II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />

Resistenza al dilavamento<br />

La capacità di un prodotto di resistere all’effetto dilavante da parte della pioggia<br />

si chiama resistenza al dilavamento. Questa dipende in genere dall’intensità della<br />

pioggia, dai coadiuvanti e coformulanti che accompagnano la sostanza attiva e<br />

dalla sua capacità di legarsi alle sostanze cerose superficiali delle foglie e dei<br />

frutti. La resistenza al dilavamento interessa i prodotti di copertura, mentre i<br />

prodotti citotropici e sistemici possono essere dilavati solo nel breve periodo immediatamente<br />

successivo al trattamento.<br />

33<br />

La resistenza al dilavamento<br />

è la capacità di un<br />

prodotto fitosanitario di resistere<br />

all’effetto dilavante<br />

della pioggia.


II.3: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base all’attività e alle modalità d’azione<br />

CAP II.3<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

IN BASE ALL’ATTIVITÀ E ALLE MODALITÀ D’AZIONE<br />

27) A cosa serve un prodotto fitosanitario insetticida?<br />

* A. A controllare gli insetti degli animali<br />

* B. A controllare le malattie crittogamiche<br />

* C. A controllare gli insetti dannosi alle piante agrarie<br />

28) A cosa serve un prodotto fitosanitario erbicida?<br />

* A. A controllare o eliminare le erbe infestanti<br />

* B. A curare le erbe infestanti<br />

* C. Alla derattizzazione dei dossi, canali e parchi<br />

29) Cosa sono i fungicidi?<br />

* A. Sono prodotti (detti anche anticrittogamici) che combattono i funghi patogeni<br />

* B. Prodotti che distruggono i funghi velenosi<br />

* C. Prodotti che controllano l’umidità delle fungaie<br />

30) A cosa servono i prodotti fitosanitari a base di fungicidi?<br />

* A. A controllare le malattie fungine delle piante agrarie<br />

* B. A favorire l’allegagione nelle piante da frutto<br />

* C. A distruggere le foglie attaccate dal marciume<br />

31) Prodotti fitosanitari a base di fungicidi possono essere utilizzati per il trattamento dei terreni?<br />

* A. No, mai<br />

* B. Sì, alcuni se riportato in etichetta<br />

* C. Solo se vi sono anche erbe infestanti<br />

32) In quale gruppo si deve scegliere il prodotto da utilizzare per combattere gli afidi dannosi alle<br />

colture?<br />

* A. Insetticidi<br />

* B. Fungicidi<br />

* C. Acaricidi<br />

33) Qual è la caratteristica di un prodotto fungicida sistemico?<br />

* A. La capacità di agire sistematicamente contro tutte le avversità presenti sulla pianta<br />

* B. Di non essere tossico per l’operatore che effettua il trattamento<br />

* C. La capacità di penetrare all’interno della pianta e quindi combattere i patogeni non raggiungibili con prodotti<br />

che agiscono solo in superficie<br />

34) Che cosa si intende per selettività di un insetticida?<br />

* A. La capacità di agire sugli insetti nocivi pur essendo di bassa tossicità per l’uomo<br />

* B. La capacità di eliminare tutti gli insetti presenti nella coltura<br />

* C. La capacità di eliminare gli insetti nocivi, ma di rispettare il più possibile gli insetti utili<br />

35) Qual è l’azione di un prodotto fungicida di copertura?<br />

* A. Preventiva: impedisce l’insediamento dell’infezione<br />

* B. Curativa: consente di combattere la malattia durante l’incubazione<br />

* C. Eradicante: blocca lo sviluppo di infezioni già manifeste<br />

36) Fra le modalità d’azione degli insetticidi qual è la più selettiva?<br />

* A. Per contatto<br />

* B. Per ingestione<br />

* C. Per asfissia<br />

37) Che cosa è la persistenza d’azione di un prodotto fitosanitario?<br />

* A. La capacità di non essere asportato dalla pioggia<br />

* B. La capacità di essere attivo nel tempo, contro il parassita<br />

* C. La capacità di agire anche durante il riposo vegetativo di una pianta<br />

38) Cosa si intende per prodotto fitosanitario fitotossico?<br />

* A. Che è mortale per l’uomo<br />

* B. Che provoca danni alle colture agrarie<br />

* C. Che è dannoso agli animali<br />

34


PARTE III<br />

CLASSIFICAZIONE TOSSICOLOGICA<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

INTRODUZIONE<br />

I prodotti fitosanitari che vengono utilizzati in agricoltura non solo sono attivi<br />

verso determinati parassiti, ma risultano pericolosi anche nei confronti dell’uomo,<br />

degli animali e dell’ambiente in generale.<br />

La valutazione delle proprietà pericolose dei prodotti fitosanitari segue tre criteri<br />

fondamentali:<br />

ó la tutela della salute dell’uomo (cap.III.1);<br />

ó la tutela della sicurezza dell’uomo e degli ambienti di vita e di lavoro<br />

(cap.III.2);<br />

ó la tutela dell’ambiente naturale: acqua, suolo, atmosfera, flora, fauna<br />

(cap.III.2).<br />

Per ogni prodotto fitosanitario vengono studiate e determinate tre tipologie di<br />

proprietà pericolose:<br />

ó le proprietà tossicologiche relative alla salute dell’uomo;<br />

ó le proprietà chimico-fisiche relative essenzialmente alla sicurezza dell’uomo;<br />

ó le proprietà eco-tossicologiche relative all’ambiente.<br />

CAPITOLO III.1<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI<br />

FITOSANITARI IN BASE ALLA<br />

TOSSICITÀ PER L’UOMO<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le caratteristiche di pericolosità dei prodotti fitosanitari per<br />

la salute dell’uomo<br />

saper valutare i rischi tossicologici dei prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Classificazione tossicologica relativa alla salute dell’uomo<br />

Le relative classi di tossicità<br />

Classificazione tossicologica relativa alla salute dell’uomo<br />

Per valutare i rischi connessi all’uso di questi prodotti, ogni agrofarmaco viene<br />

prima saggiato in laboratorio su animali da esperimento (ratti, conigli): il prodotto<br />

viene somministrato alle cavie a dosi crescenti e si osserva la percentuale<br />

di mortalità degli animali trattati.<br />

Tossicità acuta<br />

Il parametro che esprime la tossicità acuta del prodotto fitosanitario viene indicato<br />

con il nome di:<br />

35<br />

Le proprietà pericolose di un<br />

prodotto fitosanitario riguardano:<br />

- la salute dell’uomo<br />

- la sicurezza<br />

- l’ambiente<br />

D.L. 50: è la quantità di prodotto<br />

in grado di uccidere il<br />

50% degli animali trattati in<br />

laboratorio.


III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />

La tossicità acuta si manifesta<br />

entro le 24 ore con:<br />

- vomito<br />

- nausea<br />

- tosse<br />

- irritazioni<br />

- pruriti<br />

- vertigini<br />

- cefalee<br />

- lacrimazioni<br />

- difficoltà respiratorie.<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

Prodotti fitosanitari<br />

MOLTO TOSSICI<br />

Prodotti fitosanitari<br />

TOSSICI<br />

Prodotti fitosanitari<br />

NOCIVI<br />

La tossicità cronica può<br />

dare a lungo termine effetti:<br />

- cancerogeni<br />

- mutageni<br />

- teratogeni<br />

- effetti tossici ritardati a<br />

carico di diversi organi.<br />

ó DOSE LETALE 50 o DL50 (per i preparati solidi e per i preparati liquidi)<br />

ó CONCENTRAZIONE LETALE o CL50 (per i preparati gassosi).<br />

Più precisamente, la dose letale DL50 è la quantità di prodotto in grado di uccidere<br />

il 50% degli animali trattati. Il valore viene espresso in ppm (mg/kg) cioè<br />

milligrammi (mg) di prodotto per chilogrammo di peso corporeo (kg) della cavia:<br />

minore è il valore della DL50 più elevata risulta la tossicità del prodotto. Tale valore<br />

viene determinato sia come tossicità “Orale” che come tossicità “Cutanea”<br />

(ovvero per contatto con il prodotto).<br />

La concentrazione letale (CL50) rappresenta la concentrazione in aria o acqua<br />

del prodotto che agisce allo stato di gas o di vapore e che ottiene lo stesso effetto<br />

della Dose Letale 50. È un parametro analogo al precedente che misura la tossicità<br />

acuta dei prodotti gassosi. In questo caso il valore viene espresso in milligrammi<br />

per litro di aria (mg/l).<br />

La dose letale (DL 50) permette di valutare la cosiddetta tossicità acuta del prodotto<br />

fitosanitario che corrisponde all’azione nociva del prodotto nel breve intervallo<br />

di tempo (entro le 24 ore). In genere i sintomi si manifestano entro pochi<br />

minuti/ore dall’assunzione del prodotto e dipendono essenzialmente:<br />

ó dalla via di assorbimento;<br />

ó dalla tossicità del prodotto;<br />

ó dalla quantità di prodotto assorbita.<br />

Salvo i casi più gravi e mortali (più frequenti per i prodotti classificati molto tossici,<br />

tossici e nocivi), l’intossicazione acuta si riconosce per alcuni sintomi specifici<br />

quali vomito, nausea, tosse, irritazioni, pruriti, vertigini, cefalee, lacrimazioni,<br />

difficoltà respiratorie.<br />

Le restrizioni già richieste per i prodotti fitosanitari di prima e seconda classe<br />

tossicologica (patentino per l’acquisto, registro di carico e scarico ecc.) competono<br />

ora esclusivamente ai prodotti fitosanitari MOLTO TOSSICI, TOSSICI e NO-<br />

CIVI. Le diverse classi di tossicità presentano i valori di DL50 riportati in tabella.<br />

Parametri di riferimento per classificazione dei prodotti fitosanitari (DPR 223/88)<br />

SOLIDI<br />

(DL50 in mg/Kg)<br />

Esempio: Per un prodotto x TOSSICO, supponendo una DL 50 orale = 10, sono<br />

sufficienti 0,8 grammi di prodotto per uccidere una persona di 80 kg e solo 0,1<br />

grammi per un bambino di 10 kg.<br />

Molte volte la tossicità di un prodotto e quindi l’appartenenza ad una classe non<br />

è direttamente proporzionale all’efficacia di azione verso il parassita che si vuole<br />

combattere. Ciò significa che può risultare più efficace per una determinata avversità<br />

un prodotto “NON CLASSIFICATO” rispetto ad uno “TOSSICO”.<br />

Tossicità cronica<br />

Gli agrofarmaci presenti in commercio possono essere classificati anche in relazione<br />

ad altri effetti sulla salute dell’uomo. Infatti con l’attuale normativa non<br />

vengono considerati solo gli effetti acuti letali, come accadeva in passato,<br />

quando erano ancora in vigore le quattro vecchie classificazioni tossicologiche,<br />

ma vengono considerati anche:<br />

ó gli effetti irreversibili non letali;<br />

36<br />

LIQUIDI<br />

(DL50 in mg/Kg)<br />

GASSOSI (CL50<br />

in mg/l)<br />

Orale Cutanea Orale Cutanea Inalatoria<br />

< 5


III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />

ó gli effetti gravi che si possono verificare a seguito di un’esposizione ripetuta<br />

o prolungata;<br />

ó gli effetti corrosivi ed irritanti;<br />

ó gli effetti sensibilizzanti;<br />

ó gli effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione umana.<br />

I prodotti fitosanitari possiedono quindi anche una tossicità di lungo periodo, la<br />

cosiddetta “tossicità cronica o a lungo termine”.<br />

La tossicità cronica si manifesta, infatti, in tempi molto più lunghi, anche a distanza<br />

di anni, in conseguenza di un’assimilazione prolungata e continua di<br />

quantità anche molto piccole di veleno: dosi che singolarmente non risultano direttamente<br />

pericolose ma che, accumulandosi nell’organismo, possono provocare<br />

gravissimi danni ed avere effetti mortali.<br />

La tossicità cronica risulta più difficile da inquadrare, è poco conosciuta ed è stata<br />

in passato sottovalutata rispetto a quella acuta; l’effettiva incidenza della tossicità<br />

cronica può essere meglio compresa riportando alcuni tra i principali effetti<br />

a lungo termine dei prodotti fitosanitari sugli organismi viventi:<br />

ó cancerogeni: induzione di tumori (frequente fra gli operatori agricoli);<br />

ó mutageni: mutazioni a carico delle cellule dell’organismo;<br />

ó teratogeni: malformazioni del feto;<br />

ó effetti tossici ritardati a carico di diversi organi (cute, sistema respiratorio,<br />

nervoso, ecc.).<br />

Una sostanza attiva può presentare tossicità acuta e cronica indipendentemente<br />

dalla classe tossicologica di appartenenza.<br />

Inoltre una stessa sostanza attiva può essere contenuta in formulati commerciali<br />

aventi diversa classificazione di pericolosità; questo può dipendere dalla concentrazione<br />

della sostanza attiva, dai coadiuvanti e coformulanti contenuti oppure<br />

dal diverso tipo di formulazione. Infatti, in base alla nuova classificazione non si<br />

considera più la sola DL50 o CL50 della sostanza attiva, ma si considera la reale<br />

pericolosità della formulazione commerciale che, a parità di sostanza attiva, può<br />

risultare più o meno tossica anche in relazione ai coadiuvanti o coformulanti<br />

contenuti o in relazione al tipo stesso di formulazione (ad esempio, polvere bagnabile<br />

piuttosto che fluido microincapsulato).<br />

Classi di tossicità<br />

La normativa vigente distingue le seguenti categorie di prodotti fitosanitari:<br />

PRODOTTI FITOSANITARI MOLTO TOSSICI: sono etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di pericolo “T+” (molto tossici) indicati dal simbolo “TESCHIO” su<br />

tibie incrociate di colore nero in campo giallo-arancione e la scritta MOLTO TOS-<br />

SICO; corrispondono alla prima classe tossicologica della vecchia classificazione.<br />

Comprendono i prodotti che possono provocare intossicazioni mortali o lesioni<br />

acute o croniche in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, anche<br />

in piccolissime quantità.<br />

PRODOTTI FITOSANITARI TOSSICI: sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />

di pericolo “T” (tossici) indicati dal simbolo teschio su tibie incrociate di colore<br />

nero in campo giallo-arancione e la scritta “TOSSICO”; corrispondono<br />

anch’essi alla prima classe tossicologica della vecchia classificazione. Comprendono<br />

prodotti che possono provocare intossicazioni mortali o lesioni acute o croniche<br />

in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, anche in<br />

piccolissime quantità.<br />

PRODOTTI FITOSANITARI NOCIVI: sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />

di pericolo “Xn” indicati dal simbolo Croce di S. Andrea di colore nero in<br />

campo giallo-arancione e la scritta “NOCIVO”; corrispondono alla seconda classe<br />

tossicologica della vecchia classificazione. Possono provocare gravi intossicazioni<br />

per l’uomo in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo.<br />

Per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti MOLTO TOSSICI, TOSSICI e NOCIVI è<br />

necessario acquisire il “patentino”.<br />

37<br />

I prodotti Molto Tossici sono<br />

etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di pericolo T+,<br />

con teschio su tibie incrociate<br />

di colore nero in campo<br />

giallo-arancione e l’indicazione<br />

di pericolo "MOLTO<br />

TOSSICO”.<br />

I prodotti Tossici sono etichettati<br />

e contrassegnati con<br />

il simbolo di pericolo T, con<br />

teschio su tibie incrociate di<br />

colore nero in campo gialloarancione<br />

e l’indicazione di<br />

pericolo "TOSSICO”.<br />

I prodotti Nocivi sono etichettati<br />

e contrassegnati con il<br />

simbolo di pericolo Xn, con<br />

croce di S. Andrea di colore<br />

nero in campo giallo-arancione<br />

e l’indicazione di pericolo<br />

“NOCIVO”.<br />

Per acquistare ed impiegare i<br />

prodotti fitosanitari “Molto<br />

Tossici”, “Tossici” e “Nocivi” è<br />

necessario possedere l’autorizzazione,<br />

chiamata comunemente<br />

patentino.


III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />

I prodotti Irritanti sono etichettati<br />

e contrassegnati con<br />

il simbolo di pericolo Xi, con<br />

croce di S. Andrea di colore<br />

nero in campo giallo-arancione<br />

e l’indicazione di pericolo<br />

“IRRITANTE”.<br />

I prodotti fitosanitari non<br />

classificati non sono contraddistinti<br />

da alcun simbolo, ma<br />

recano la scritta “Attenzione:<br />

manipolare con prudenza”.<br />

Le categorie di prodotti fitosanitari che, in base alla classificazione relativa al pericolo<br />

per la salute, non hanno necessità del patentino per l’acquisto, sono le seguenti:<br />

PRODOTTI FITOSANITARI IRRITANTI: sono etichettati e contrassegnati con il<br />

simbolo di pericolo Xi, con croce di S. Andrea di colore nero in campo gialloarancione<br />

e la scritta “IRRITANTE”. Possono essere:<br />

ó irritanti<br />

ó sensibilizzanti per contatto con la pelle<br />

ó corrosivi (sono contrassegnati anche con il simbolo di pericolo “C” e indicati<br />

dal simbolo recante due provette che gocciolano su una mano nera e su una<br />

superficie nera in campo giallo-arancione<br />

PRODOTTI FITOSANITARI NON CLASSIFICATI: non sono contraddistinti da simboli<br />

o indicazioni di pericolo per l’uomo, ma recano la scritta “Attenzione: manipolare<br />

con prudenza”. Comprendono prodotti in grado di provocare lievi<br />

intossicazioni se non usati correttamente.<br />

Tabella riassuntiva sulla classificazione e l’etichettatura di pericolo dei prodotti<br />

fitosanitari<br />

CLASSIFICAZIONE PER GLI EFFETTI TOSSICOLOGICI<br />

MOLTO<br />

TOSSICO<br />

38<br />

T+<br />

TOSSICO T<br />

NOCIVO Xn<br />

IRRITANTE Xi<br />

NON<br />

CLASSIFICATO<br />

ATTENZIONE:<br />

MANIPOLARE<br />

CON PRUDENZA<br />

PATENTINO<br />

PATENTINO<br />

PATENTINO<br />

___<br />

___


III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />

CAP III.1<br />

CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI IN BASE ALLA TOSSICITÀ PER L’UOMO<br />

39) Cosa significa il parametro della dose letale 50?<br />

* A. Il 50% del prodotto che può essere letale<br />

* B. La dose che uccide il 50% degli animali sottoposti a trattamento<br />

* C. La dose da diluire al 50% per avere un’azione letale<br />

40) Un prodotto classificato “tossico” ha una maggiore efficacia di un prodotto “non classificato”?<br />

* A. Sì, sempre<br />

* B. No, mai<br />

* C. Dipende dalla natura del prodotto e dell’avversità da combattere<br />

41) Che tipo di intossicazione acuta si può avere usando non correttamente prodotti fitosanitari non<br />

classificati?<br />

* A. Grave<br />

* B. Nessuna<br />

* C. Lieve<br />

42) Un’intossicazione da prodotti fitosanitari “molto tossici” o “tossici” può essere:<br />

* A. Mortale<br />

* B. Lieve<br />

* C. Trascurabile<br />

43) Quale è il simbolo che identifica un prodotto “tossico o molto tossico”?<br />

* A. È contrassegnato in caratteri ben visibili: “attenzione manipolare con prudenza”<br />

* B. Un teschio nero su ossa incrociate inserito in un riquadro di colore giallo-arancio rettangolare<br />

* C. Una croce di S. Andrea<br />

44) Quale è il simbolo che identifica un prodotto “nocivo”?<br />

* A. Un teschio nero su ossa incrociate inserito in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio<br />

* B. L’etichetta, oltre la scritta “NOCIVO”, non riporta scritte e disegni particolari<br />

* C. Una croce di S. Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio<br />

45) In una etichetta di un prodotto fitosanitario “non classificato” è indicata:<br />

* A. Una croce di S. Andrea nera in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo o<br />

irritante<br />

* B. La dicitura: “TOSSICO”<br />

* C. La composizione del prodotto ed eventuali frasi di rischio con la dicitura “manipolare con prudenza”<br />

46) Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario tossico?<br />

* A. Con una croce di Sant’Andrea in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio e la scritta nocivo<br />

* B. Con scritto, in caratteri ben visibili: “attenzione, manipolare con prudenza prodotto tossico”<br />

* C. Con un teschio nero su ossa incrociate inserite in un riquadro rettangolare di colore giallo-arancio, la<br />

sigla “T” e la scritta tossico<br />

47) I prodotti non classificati ed irritanti sono meno dannosi sugli insetti ed acari utili rispetto ai prodotti<br />

molto tossici, tossici e nocivi?<br />

* A. Sono sempre tutti dannosi<br />

* B. No, l’effetto sugli insetti ed acari utili non è legato alla tossicità<br />

* C. Non sono mai dannosi<br />

48) Che tipo di intossicazione si può avere impiegando impropriamente prodotti fitosanitari nocivi?<br />

* A. Lieve<br />

* B. Grave<br />

* C. Trascurabile<br />

49) Come è contrassegnato un prodotto fitosanitario “irritante”?<br />

* A. Con una “I” maiuscola, inserita su di un quadrato di color arancio<br />

* B. Con una croce di Sant’Andrea nera su di un quadrato color arancio, la sigla “Xi” e la scritta irritante<br />

* C. Non viene contrassegnato<br />

39


III.1: Classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla tossicità per l’uomo<br />

50) La croce di Sant’Andrea si trova solo su prodotti nocivi?<br />

* A. No, anche sui prodotti irritanti<br />

* B. Sì<br />

* C. La croce di Sant’Andrea indica prodotti “tossici”<br />

51) I prodotti fitosanitari irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve rispetto ai prodotti<br />

fitosanitari molto tossici?<br />

* A. Sì, perché non sono velenosi<br />

* B. Dipende dall’andamento stagionale<br />

* C. No, l’intervallo di sicurezza non dipende solo dalla classe di pericolosità del prodotto fitosanitario<br />

52) Cos’è la tossicità acuta?<br />

* A. È la capacità di indurre effetti dannosi ad un organismo vivente indicata con la DL50, ossia la dose in<br />

mg/kg capace di uccidere il 50% degli animali da laboratorio intossicati per ingestione o contatto o inalazione<br />

* B. È la concentrazione letale capace di uccidere un uomo in pochi giorni<br />

* C. È l’espressione della capacità cronica di indurre effetti dannosi a un organismo vivente<br />

53) Cosa è la tossicità cronica?<br />

* A. Rappresenta l’accumularsi di una sostanza all’interno di un organismo e la manifestazione nel tempo di<br />

sintomi di avvelenamento dovuti ad esposizione prolungata a agrofarmaci che provocano effetti cancerogeni,<br />

mutageni, neurotossici e teratogeni<br />

* B. È la capacità di indurre effetti dannosi ad un organismo vivente indicata con la DL50, ossia la dose in<br />

mg/kg capace di uccidere il 50% degli animali da laboratorio intossicati per ingestione o contatto o inalazione;<br />

* C. È la misura di un avvelenamento che avviene velocemente nel tempo<br />

54) In base all’azione gli insetticidi si suddividono in:<br />

* A. Insetticidi che agiscono per contatto, per ingestione, per asfissia<br />

* B. Insetticidi che agiscono per contatto o per copertura<br />

* C. Insetticidi che agiscono per inalazione e ustionanti<br />

40


CAPITOLO III.2<br />

GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI<br />

FITOSANITARI PER LA SICUREZZA<br />

DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le caratteristiche di pericolosità dei prodotti fitosanitari al<br />

momento dell’utilizzo e per l’ambiente<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Classificazione tossicologica relativa alla sicurezza nell’impiego<br />

Classificazione tossicologica relativa all’ambiente<br />

Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />

Classificazione tossicologica relativa alla sicurezza dell’uomo<br />

I prodotti fitosanitari, per le loro proprietà fisiche e chimiche, possono costituire<br />

un rischio per la sicurezza degli utilizzatori professionali. Alcuni preparati possono<br />

risultare molto pericolosi se conservati o utilizzati in maniera scorretta in<br />

quanto, per presenza di un innesco (sigaretta, scintilla, ecc…) o a causa di un rilascio<br />

accidentale, possono formare un’atmosfera esplosiva o infiammarsi o alimentare<br />

un incendio.<br />

I prodotti fitosanitari con indicazioni di pericolo solo per la sicurezza nell’impiego<br />

non hanno necessità del patentino per l’acquisto e si classificano come segue:<br />

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità estremamente<br />

basso e un basso punto di ebollizione. Sono etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di pericolo “F+” con fiamma di colore nero in campo giallo-arancione<br />

e la scritta “ESTREMAMENTE INFIAMMABILE”<br />

FACILMENTE INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità inferiore a 21°C.<br />

Sono etichettati e contrassegnati con il simbolo di pericolo “F” con fiamma di colore<br />

nero in campo giallo-arancione e la scritta “FACILMENTE INFIAMMABILE”.<br />

INFIAMMABILI: hanno un punto d’infiammabilità compreso fra 21°C e 55°C.<br />

Non sono contrassegnati con nessun simbolo ed indicazione di pericolo e si riconoscono<br />

dall’apposizione della frase di rischio R10.<br />

COMBURENTI: provocano una forte reazione esotermica (che libera calore) a<br />

contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili. Sono etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di pericolo “O” con fiamma sopra ad un cerchio di colore<br />

nero in campo giallo-arancione e la scritta “COMBURENTE”.<br />

ESPLOSIVI: sono prodotti che possono liberare gas ed esplodere se vengono a<br />

trovarsi vicino a fonti di calore o a inneschi (scintille, sigarette ...), ma anche se<br />

sono sottoposti a sfregamenti o urti. Sono etichettati e contrassegnati con il simbolo<br />

di pericolo “E” con una sfera che esplode di colore nero in campo gialloarancione<br />

e la scritta “ESPLOSIVO”.<br />

41<br />

I prodotti Estremamente Infiammabili<br />

sono etichettati<br />

e contrassegnati con il simbolo<br />

di pericolo F+, con<br />

fiamma nera in campo gialloarancione<br />

e l’indicazione di<br />

pericolo “ESTREMAMENTE<br />

INFIAMMABILE”.<br />

I prodotti Facilmente Infiammabili<br />

sono etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di<br />

pericolo F, con fiamma nera<br />

in campo giallo-arancione<br />

e l’indicazione di pericolo<br />

“FACILMENTE INFIAMMA-<br />

BILE”.


III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />

per l’ambiente<br />

I prodotti fitosanitari pericolosi<br />

per l’ambiente sono etichettati<br />

e contrassegnati con<br />

il simbolo di pericolo “N”,<br />

con un albero secco, un pesce<br />

morto e un fiume nero e la<br />

scritta “NOCIVO PER L’AM-<br />

BIENTE”.<br />

L’etichettatura di pericolo è<br />

un’informazione sintetica<br />

delle principali proprietà pericolose<br />

dei prodotti fitosanitari.<br />

Le frasi R o frasi di rischio<br />

specificano il rischio di danno<br />

dei prodotti fitosanitari alla<br />

salute dell’uomo.<br />

Le frasi S o consigli di prudenza<br />

indicano le precauzioni<br />

minime che l’agricoltore<br />

deve osservare per una corretta<br />

conservazione, utilizzazione<br />

e protezione dell’uomo<br />

e dell’ambiente.<br />

Classificazione tossicologica relativa all’ambiente<br />

I prodotti fitosanitari impiegati per la protezione delle piante possono essere<br />

anche pericolosi per l’ambiente. Attualmente per acquistare i prodotti fitosanitari<br />

classificati come esclusivamente pericolosi per l’ambiente non è necessario<br />

possedere il patentino. Molti prodotti pericolosi per l’ambiente sono però contemporaneamente<br />

pericolosi per la salute ed hanno pertanto un simbolo di pericolo<br />

T+, T e Xn; in questi casi ovviamente risulterà necessario possedere il<br />

patentino per l’acquisto.<br />

I prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente sono tutti etichettati e contrassegnati<br />

con il simbolo di pericolo “N” rappresentato da un albero secco, un pesce<br />

morto ed il fiume inquinato di colore nero in campo giallo-arancione e la scritta<br />

“NOCIVO PER L’AMBIENTE”.<br />

I prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente presenti in commercio possono<br />

essere classificati come segue:<br />

ó altamente tossici per gli organismi acquatici<br />

ó tossici per gli organismi acquatici<br />

ó nocivi per gli organismi acquatici<br />

ó effetti negativi a lungo termine per l’ambiente acquatico<br />

ó effetti negativi a lungo termine per l’ambiente<br />

ó pericolosi per lo strato di ozono<br />

Frasi di rischio e consigli di prudenza<br />

Il simboli e le indicazioni di pericolo riportate nell’etichetta fin qui analizzati,<br />

rappresentano un’informazione sintetica delle principali proprietà pericolose dei<br />

prodotti fitosanitari, pericoli per la salute, la sicurezza e l’ambiente. Oltre a questi<br />

simboli nell’etichettatura sono riportate “frasi tipo” che precisano meglio i<br />

rischi più gravi e quelli causati da altre proprietà pericolose. Queste sono le cosiddette<br />

frasi di rischio (FRASI R): È importante conoscere il significato delle<br />

frasi R poiché specificano il tipo di danno che possono provocare i prodotti fitosanitari<br />

alla salute dell’uomo.<br />

Ci sono poi i consigli di prudenza o frasi di sicurezza (FRASI S), che indicano<br />

i comportamenti obbligatori che deve osservare l’agricoltore che acquista i prodotti<br />

fitosanitari. Queste frasi rappresentano le precauzioni minime che occorre<br />

prendere per una corretta conservazione, utilizzazione e protezione dell’uomo<br />

e dell’ambiente.<br />

42


III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />

per l’ambiente<br />

Tabella riassuntiva sulla classificazione e l’etichettatura di pericolo dei prodotti<br />

fitosanitari<br />

CLASSIFICAZIONE RELATIVA ALL’AMBIENTE<br />

PERICOLOSO<br />

PER<br />

L’AMBIENTE<br />

N<br />

43<br />

___<br />

CLASSIFICAZIONE RELATIVA AGLI ASPETTI FISICO-CHIMICI<br />

ESTREMAMENTE<br />

INFIAMMABILE<br />

FACILMENTE<br />

INFIAMMABILE<br />

F+<br />

INFIAMMABILE ___<br />

F<br />

FRASE DI<br />

RISCHIO R10<br />

___<br />

___<br />

___


III.2: Gli aspetti pericolosi dei prodotti fitosanitari per la sicurezza dell’operatore e<br />

per l’ambiente<br />

CAP III.2<br />

GLI ASPETTI PERICOLOSI DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

PER LA SICUREZZA DELL’OPERATORE E PER L’AMBIENTE<br />

55) I prodotti fitosanitari sono suscettibili di incendiarsi e, comunque, possono bruciare?<br />

* A. No, è un rischio non riportato in etichetta<br />

* B. Sì, ma solo i liquidi preparati con solventi come lo xilolo<br />

* C. Sì, alcuni possono incendiarsi e comunque riportano idonea indicazione in etichetta<br />

56) Come si possono distinguere i prodotti fitosanitari pericolosi per l’ambiente?<br />

* A. Da un quadrato giallo riportante teschio con tibie incrociate<br />

* B. Dalla lettera N e dal simbolo di un albero secco, un pesce morto e un fiume inquinato<br />

* C. Dal simbolo di una fiamma in quadrato arancione<br />

57) Cosa significa il simbolo di pericolo “N”?<br />

* A. Prodotto fitosanitario nocivo<br />

* B. Prodotto fitosanitario pericoloso per l’ambiente<br />

* C. Prodotto fitosanitario nocivo per l’uomo<br />

58) Cosa si intende per frasi di rischio e consigli di prudenza?<br />

* A. Frasi che precisano meglio i rischi meno gravi e quelli causati da altre proprietà meno pericolose<br />

* B. Frasi che precisano meglio i rischi più gravi e quelli causati da altre proprietà pericolose<br />

* C. Sono classificazioni tossicologiche relative alla sicurezza dell’uomo<br />

59) Quali simboli o indicazioni di pericolo indicano le precauzioni minime che l’agricoltore deve osservare<br />

per una corretta conservazione, utilizzazione e protezione dell’uomo e dell’ambiente?<br />

* A. FRASI R frasi di rischio<br />

* B. FRASI S consigli di prudenza<br />

* C. FRASE DI RISCHIO R 10<br />

44


PARTE IV<br />

ACQUISTO, IMPIEGO E SMALTIMENTO<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

CAPITOLO IV.1<br />

LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI.<br />

LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere i fattori che determinano la scelta del prodotto fitosanitario<br />

sapere leggere correttamente l’etichetta dei prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Criteri di scelta dei prodotti fitosanitari<br />

L’etichetta<br />

Criteri di scelta dei prodotti fitosanitari<br />

Le piante vengono colpite da avversità di origine diversa: da quelle di natura<br />

fungina a quelle di natura virale, dagli insetti ai nematodi. In commercio esistono<br />

prodotti di diverso tipo la cui attività preminente si rivolge ora contro una, ora<br />

contro l’altra avversità, con un meccanismo di azione che può essere specifico<br />

per un determinato parassita. Per la scelta del prodotto fitosanitario dovremo<br />

dunque prendere in considerazione numerosi fattori, di seguito elencati:<br />

ó Conoscenza dell’avversità da combattere: è di primaria importanza per<br />

scegliere l’agrofarmaco più idoneo; occorre esaminare lo stato fitosanitario<br />

delle colture e, se necessario, rivolgersi a quelle strutture preposte a fornire<br />

la necessaria assistenza tecnica che forniranno tutte le indicazioni indispensabili<br />

per l’identificazione della malattia e per la scelta della strategia di lotta<br />

e consiglieranno il prodotto più adeguato da usare. In appendice si riporta<br />

un elenco dettagliato degli indirizzi ai quali ci si può rivolgere;<br />

ó Efficacia: varia al mutare della sostanza attiva impiegata, della coltura e delle<br />

modalità di impiego. L’uso continuato delle stesse sostanze attive può provocarne<br />

una diminuzione d’efficacia per l’insorgere di fenomeni di resistenza.<br />

Per esempio utilizzando sulla stessa coltura per lunghi periodi di tempo lo<br />

stesso prodotto erbicida, c’è il rischio di selezionare delle malerbe che si diffondono<br />

in quanto resistenti a quel determinato prodotto; oppure usando<br />

contro la Botrytis sempre lo stesso prodotto fitosanitario, si possono ottenere<br />

ceppi di questo fungo resistenti al prodotto, che così diventa totalmente o<br />

parzialmente inefficace;<br />

ó Eventuali limitazioni d’uso della sostanza attiva riportate in etichetta:<br />

molti agrofarmaci non sono autorizzati per l’impiego su tutte le colture (ad<br />

esempio per gli ortaggi a foglia larga sono consentiti soltanto pochi prodotti);<br />

alcuni prodotti fitosanitari sono vietati in serra;<br />

ó Fitotossicità: l’uso di una sostanza attiva potrebbe determinare ustioni e<br />

altri danni alle piante trattate. La fitotossicità, se è nota, è indicata in etichetta.<br />

In caso di incertezza è sempre meglio eseguire un trattamento su al-<br />

45<br />

La resistenza di un patogeno,<br />

parassita o malerba ad<br />

un prodotto fitosanitario ha<br />

origine da una mutazione genetica<br />

che viene trasmessa ai<br />

discendenti e può dare origine<br />

nel corso di alcune generazioni<br />

a intere popolazioni<br />

resistenti.<br />

Questo fenomeno porta all’inefficacia<br />

del prodotto fitosanitario.<br />

La fitotossicità è la tossicità<br />

di un prodotto nei confronti<br />

della pianta che si vuole proteggere.<br />

I prodotti fitosanitari fitotossici<br />

possono determinare alterazioni<br />

fisiologiche e/o<br />

morfologiche a carico degli<br />

organi vegetali delle colture.<br />

La fitotossicità di un prodotto<br />

può dipendere dall’applicazione<br />

di un’errata dose di<br />

prodotto fitosanitario (sovradosaggio).


IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />

La persistenza di azione,<br />

ovvero il tempo entro il quale<br />

un prodotto fitosanitario si<br />

mantiene efficace nei confronti<br />

del parassita da combattere,<br />

è un elemento che è<br />

necessario conoscere per decidere<br />

il numero di trattamenti<br />

da eseguire in<br />

relazione alle strategie di difesa<br />

adottate.<br />

cune piante ed attendere gli effetti della prova effettuata prima di intervenire<br />

su tutta la superficie;<br />

ó Tempo di carenza (o intervallo di sicurezza): rappresenta il numero di giorni<br />

che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta. In prossimità della<br />

raccolta si dovranno sempre utilizzare agrofarmaci con un tempo di carenza<br />

inferiore al numero di giorni che ci separa dalla raccolta, onde evitare la presenza,<br />

sul prodotto raccolto, di residui in quantità superiore ai limiti ammessi;<br />

ó Persistenza: è quasi sempre correlata al tempo di carenza, infatti più un<br />

agrofarmaco è persistente, cioè di difficile degradazione o di difficile allontanamento<br />

dalla coltura, maggiore sarà il suo tempo di carenza. Un caso particolare<br />

è rappresentato dai diserbanti a forte azione residuale, come gli<br />

antigerminanti; questi potrebbero avere effetti deleteri sulla coltura che<br />

segue, a causa della loro lunga persistenza nel suolo. Questo problema non<br />

si riscontra utilizzando prodotti ad azione fogliare come i disseccanti che<br />

hanno una scarsa persistenza nel terreno;<br />

ó Selettività e rispetto degli insetti ed acari utili: il prodotto ideale, indipendentemente<br />

dalla classe tossicologica, deve rispettare gli insetti impollinatori<br />

e tutti gli organismi utili al controllo naturale degli organismi dannosi;<br />

ó Capacità di penetrazione e traslocazione all’interno della pianta: dovendo<br />

combattere una malattia come la fusariosi vascolare del garofano (mal<br />

della rama), che si sviluppa nelle parti interne della pianta, sarà necessario<br />

utilizzare un prodotto in grado di penetrare e di muoversi all’interno della<br />

pianta, cioè un sistemico. Infatti un prodotto privo di questa azione risulterebbe<br />

inefficace. Invece per combattere il mal bianco, che si sviluppa per lo<br />

più sulla superficie esterna della pianta, si potrà utilizzare anche un prodotto<br />

a base di zolfo ad azione di copertura, cioè privo della capacità di penetrare<br />

all’interno della pianta;<br />

ó Costo del formulato: la scelta del prodotto fitosanitario da utilizzare non<br />

dovrebbe mai prescindere da un’accurata analisi costi-benefici; a volte formulati<br />

contenenti la stessa sostanza attiva in eguali quantità hanno costi assai<br />

differenti.<br />

LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />

Per effettuare la scelta del prodotto è di fondamentale importanza la lettura<br />

dell’etichetta apposta sulla confezione. Essa riporta tutta una serie di utili indicazioni<br />

sulla classe tossicologica di appartenenza, sulla sostanza attiva che compone<br />

il prodotto, sulle norme precauzionali da adottare durante la distribuzione,<br />

sulle eventuali limitazioni d’uso e sugli eventuali fenomeni di fitotossicità ai quali<br />

si potrebbe andare incontro utilizzando il prodotto su determinate colture.<br />

Per questi motivi, prima di preparare le miscele e di distribuire il prodotto, è necessario<br />

leggere e seguire attentamente le istruzioni riportate in etichetta. In<br />

essa si leggono le indicazioni previste dall’articolo 16 punto 1 del Decreto Legislativo<br />

n. 194/95, come evidenziato nel facsimile riportato nella pagina seguente.<br />

Per la scelta del prodotto e per l’esecuzione del trattamento fitosanitario è necessario<br />

porre molta attenzione, nella lettura dell’etichetta, alle informazioni riguardanti<br />

le colture, le dosi e le modalità d’impiego.<br />

Un prodotto fitosanitario può essere impiegato esclusivamente sulle colture, per<br />

le avversità e alle dosi riportate in etichetta.<br />

Ogni altro impiego, diverso da quelli riportati in etichetta, è illegale e passibile<br />

di sanzione. Il D. Lgs. n. 194/95, già citato, stabilisce che i prodotti fitosanitari<br />

devono “essere conservati ed impiegati correttamente dagli utilizzatori in conformità<br />

a tutte le indicazioni e le prescrizioni riportate nell’etichetta”.<br />

46


IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />

Nome<br />

Tipo di<br />

prodotto<br />

Sostanza<br />

attiva<br />

Simbologia<br />

di pericolo<br />

Estremi della<br />

ditta e dello<br />

stabilimento<br />

Informazioni<br />

sanitarie<br />

Colture<br />

autorizzate<br />

e parassiti<br />

combattuti<br />

Fitotossicità<br />

Tempi di<br />

carenza<br />

Fac-simile di etichetta<br />

BIVAR LIQUIDO<br />

Sospensione concentrata<br />

Litri 1<br />

Anticrittogamico a largo spettro di azione contro varie malattie fungine di pero, melo, pesco,<br />

fagiolino, fagiolo, pomodoro, peperone, fragola, piante ornamentali e da fiore<br />

Composizione: 100 g di prodotto contengono:<br />

guaridaben puro g 30<br />

coformulanti q.b. a g 100<br />

Frasi di rischio: R20 Nocivo per inalazione R36 R37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie<br />

R55 Tossico per la fauna R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente<br />

Consigli di prudenza: S2 Conservare fuori della portata dei bambini S39 Proteggersi gli occhi e la<br />

faccia<br />

Xn N<br />

NOCIVO PERICOLOSO PER<br />

L’AMBIENTE<br />

Titolare dell’autorizzazione: ABCD Via ...<br />

Stabilimento di produzione: EFGH Via....<br />

Registrazione del Ministero della Sanità n. 3333 del 31/03/2005<br />

Partita n. 444<br />

Norme precauzionali: durante il trattamento proteggere le vie respiratorie (naso e bocca).<br />

Nella preparazione della miscela munirsi di guanti e facciale filtrante.<br />

Lo smaltimento delle confezioni vuote e dell’eventuale prodotto non utilizzato deve avvenire secondo le norme in<br />

vigore.<br />

Non utilizzare il prodotto in prossimità di corsi d’acqua.<br />

Informazioni per il medico:<br />

Sintomi: irritante per la cute e le mucose dell’apparato respiratorio. Irritante oculare con possibile opacità corneale.<br />

Sensibilizzante. Può provocare danni renali ed atassia.<br />

Terapia sintomatica: consultare un Centro Antiveleni.<br />

Caratteristiche: Bivar Liquido è un fungicida a largo spettro di azione che consente di combattere<br />

contemporaneamente diverse malattie delle piante.<br />

Colture dosi e modalità di impiego:<br />

MELO e PERO: Ticchiolatura, marciumi, cancro dei rami, alternaria 1 – 1,5 l/ha Effettuare al massimo 3<br />

trattamenti; impiegare il prodotto in miscela con fungicidi sistemici<br />

PESCO: bolla 1,5 l/ha<br />

ORTICOLE: peronospora, alternaria, cladosporiosi, muffa grigia, ruggine<br />

POMODORO, PEPERONE 2 l/ha Effettuare al massimo 3 trattamenti in pieno campo e 5 in serra<br />

FAGIOLO, FAGIOLINO 1,5 l/ha Effettuare al massimo 2 trattamenti in pieno campo fino alla fioritura (esclusa)<br />

FRAGOLA 2 l/ha Effettuare al massimo 3 trattamenti in pieno campo.<br />

COLTURE FLOREALI ED ORNAMENTALI: peronospora, muffa grigia, ruggine, septoria, alternaria,<br />

cladosporiosi, antracnosi 2 –2,5 l/ha<br />

Epoca e modalità di impiego: usare il prodotto a scopo preventivo. Bagnare bene le colture da proteggere e<br />

ripetere l trattamento secondo il calendario di incubazione delle malattie.<br />

Compatibilità: il prodotto non è miscibile con formulati a reazione alcalina (poltiglia bordolese, polisolfuri)<br />

Fitotossicità: in particolari condizioni può provocare fenomeni di rugginosità su varietà di melo del gruppo Golden<br />

e Star. Sulle colture da fiore più delicate eseguire saggi preliminari su alcune piante prima di trattare l’intera<br />

coltivazione.<br />

Sospendere i trattamenti 14 giorni prima della raccolta per pomodoro, peperone, fagiolo, fagiolino, fragola;<br />

21 giorni per melo, pero, pesco.<br />

Tempo di rientro: 12 ore in campo; 24 ore in serra.<br />

47<br />

Tipo di<br />

formulazione<br />

Frasi di<br />

rischio<br />

Consigli di<br />

prudenza<br />

Numero e<br />

data di<br />

registrazione<br />

e numero<br />

partita<br />

Dosi di<br />

impiego<br />

Modalità di<br />

impiego<br />

Compatibilità<br />

Tempo di<br />

rientro


IV.1: La scelta dei prodotti fitosanitari<br />

CAP IV.1<br />

LA SCELTA DEI PRODOTTI FITOSANITARI.<br />

LA LETTURA DELL’ETICHETTA<br />

60) Che cosa è il tempo di carenza (o intervallo di sicurezza)?<br />

* A. È la dose di prodotto fitosanitario che non bisogna superare quando si effettuano trattamenti<br />

* B. È il periodo che deve passare dalla fioritura all’inizio della raccolta<br />

* C. È il numero di giorni che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento effettuato e la raccolta<br />

61) Se ci si trova vicino al periodo di raccolta, si possono effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari?<br />

* A. Sì, ma con prodotti fitosanitari non classificati<br />

* B. Esclusivamente con prodotti che abbiano intervallo di sicurezza inferiore al numero di giorni previsto<br />

dal momento del trattamento alla raccolta<br />

* C. No, in nessun caso si può procedere a un trattamento<br />

62) Quando un prodotto fitosanitario si dice selettivo?<br />

* A. Quando rispetta gli insetti impollinatori e gli organismi utili ma è efficace contro l’avversità da combattere<br />

* B. Quando seleziona le piante migliori e danneggia solo quelle meno sviluppate<br />

* C. Quando protegge efficacemente la coltura<br />

63) Le indicazioni riportate nell’etichetta dei prodotti fitosanitari sono da seguire in modo obbligatorio?<br />

* A. Solo per quanto riguarda la classe tossicologica e le indicazioni di primo soccorso<br />

* B. Sì, in particolare per le colture su cui impiegare il prodotto, dose di impiego, intervallo di sicurezza<br />

* C. Si può decidere in base all’esperienza<br />

48


CAPITOLO IV.2<br />

NORME PER L’ACQUISTO,<br />

IL TRASPORTO E LA CONSERVAZIONE<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le disposizioni che regolano il corretto acquisto, trasporto e<br />

conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

conoscere gli obblighi connessi alla registrazione dei trattamenti<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Introduzione<br />

L’acquisto dei prodotti fitosanitari<br />

Trasporto dei prodotti fitosanitari<br />

Conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

Abilitazione alla vendita e abilitazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari<br />

La vendita di prodotti fitosanitari può essere effettuata solo dai rivenditori autorizzati.<br />

È assolutamente vietata la vendita dei prodotti fitosanitari sia in forma<br />

ambulante sia allo stato sfuso. I prodotti fitosanitari devono essere prodotti in<br />

stabilimenti autorizzati. Possono essere venduti ed utilizzati solo se regolarmente<br />

registrati dal Ministero della Sanità. Non è quindi consentito l’uso di prodotti acquistati<br />

all’estero.<br />

Per l’acquisto dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />

è necessario avere una apposita autorizzazione o “patentino” che viene rilasciato<br />

dal Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari (S.C.I.A.) della Regione Liguria.<br />

La normativa che disciplina la materia è il DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA RE-<br />

PUBBLICA 23 aprile 2001, n. 290 [Regolamento di semplificazione dei procedimenti<br />

di autorizzazione alla produzione, alla immissione in commercio e alla<br />

vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti (n. 46, allegato 1, legge n.<br />

59/1997)].<br />

Possono ottenerlo tutti coloro che siano maggiorenni e che abbiano superato<br />

un esame in cui dimostrino la conoscenza delle norme fondamentali per un corretto<br />

utilizzo agronomico e sanitario dei prodotti fitosanitari ed i rischi connessi<br />

alla loro detenzione e uso. È prevista l’organizzazione di appositi corsi d’aggiornamento<br />

per l’istruzione e l’addestramento di coloro che intendono dedicarsi<br />

alla vendita ed all’impiego dei prodotti fitosanitari e dei loro coadiuvanti. Tali<br />

corsi di aggiornamento si intendono obbligatori ai fini delle previste valutazioni.<br />

La domanda per ottenere l’autorizzazione va presentata all’Ispettorato Agrario<br />

49<br />

Facsimile di patentino<br />

L'autorizzazione all'acquisto<br />

è strettamente personale e<br />

non può essere lasciata in giacenza<br />

presso il rivenditore.<br />

L'acquirente del prodotto fitosanitario<br />

è direttamente responsabile<br />

di tutto ciò che<br />

può capitare dal momento<br />

della sua presa in consegna.


IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

È assolutamente vietato cedere<br />

ad altre persone prodotti<br />

fitosanitari etichettati<br />

“MOLTO TOSSICO”<br />

"TOSSICO”<br />

“NOCIVO”.<br />

Armadio per la conservazione dei<br />

prodotti fitosanitari con griglia<br />

frontale<br />

Per il deposito dei prodotti fitosanitari<br />

non utilizzare mai<br />

ambienti nei quali vengano<br />

immagazzinate sostanze alimentari<br />

e mangimi.<br />

della provincia di residenza su apposito modulo in cui si autocertifica la residenza,<br />

corredata da marca da bollo, e fotografia formato tessera.<br />

Sono esonerati dall’esame i laureati in agraria e scienze forestali, i periti agrari<br />

e gli agrotecnici; costoro dovranno allegare alla domanda, oltre ai documenti citati,<br />

copia dell’attestato di studio o autocertificazione. È sempre consigliabile<br />

sottoporsi a visita medica preventiva prima di richiedere il rilascio del patentino,<br />

ed effettuare successive periodiche visite di controllo.<br />

Il “patentino” ha validità 5 anni ed il rinnovo prevede le stesse modalità del<br />

primo rilascio.<br />

Il patentino è a tutti gli effetti un documento ed in caso di smarrimento è necessario<br />

presentare immediata denuncia ai Carabinieri od alla Questura, chiedendone<br />

successivamente il duplicato all’Ispettorato Agrario.<br />

L’acquirente dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn),<br />

assume la responsabilità del corretto uso di tali prodotti. Al momento dell’acquisto<br />

è tenuto a firmare un modulo in duplice copia (una copia resta all’acquirente<br />

che deve conservarla per 5 anni) che riporta il nome e la quantità del<br />

formulato acquistato nonché l’utilizzazione cui esso sarà destinato. Questi prodotti<br />

non possono perciò essere prestati o regalati ad altre persone, anche se<br />

munite di patentino. Eventuali dipendenti che effettuano in campo i trattamenti<br />

devono essere muniti di “patentino”.<br />

Trasporto dei prodotti fitosanitari<br />

Il trasporto dei prodotti fitosanitari deve avvenire adottando tutte le precauzioni<br />

per evitare rotture ed alterazioni delle confezioni; si deve assolutamente evitare<br />

il contatto dei prodotti con persone, animali o derrate alimentari.<br />

Dopo il trasporto si dovrà accuratamente pulire il mezzo utilizzato.<br />

Nel caso di perdite o spandimenti bisognerà:<br />

ó indossare indumenti di protezione adeguati;<br />

ó recuperare le confezioni guaste che verranno poi smaltite secondo le norme<br />

di seguito citate;<br />

ó assorbire gli eventuali liquidi utilizzando della segatura (da smaltire come<br />

sopra);<br />

ó pulire a fondo le parti contaminate tenendosi lontano da corsi d’acqua e<br />

pozzi;<br />

ó tenere lontano persone ed animali.<br />

Qualora venissero contaminate delle derrate alimentari, queste dovranno essere<br />

distrutte ed assolutamente non consumate né da persone né da animali domestici.<br />

Conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

La conservazione dei prodotti fitosanitari deve avvenire in ambienti idonei, isolati<br />

ed inaccessibili a bambini, persone estranee ed animali. È comunque consigliabile<br />

acquistare i quantitativi strettamente necessari evitando l’accumulo di<br />

pericolose scorte. Inoltre è sempre bene verificare al momento dell’acquisto l’integrità<br />

delle confezioni. I locali adibiti a deposito devono essere ben aerati ed<br />

asciutti, non esposti al gelo o al calore per evitare alterazioni alle confezioni e ai<br />

prodotti.<br />

I prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) devono essere<br />

posti sotto chiave e deve essere affisso un cartello con la dicitura “VELENO”. In<br />

questi locali non dovranno assolutamente essere immagazzinate derrate alimentari<br />

e mangimi né gli indumenti dell’operatore.<br />

È sempre necessario mantenere i prodotti nelle confezioni originali senza mai<br />

travasarli in altri contenitori privi di etichetta onde evitare usi impropri o pericolosi<br />

incidenti.<br />

50


IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

CAP IV.2<br />

NORME PER L’ACQUISTO, IL TRASPORTO<br />

E LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

64) I prodotti fitosanitari per la protezione delle piante e delle derrate alimentari immagazzinate sono<br />

di libera vendita o soggetti ad autorizzazione?<br />

* A. Sono di libera vendita<br />

* B. Sono autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali<br />

* C. Sono soggetti a autorizzazione del Ministero della Sanità, a controllo e registrazione come prodotti fitosanitari<br />

65) Dove possono essere acquistati i prodotti fitosanitari?<br />

* A. Non esistono vincoli o autorizzazioni particolari per la loro vendita<br />

* B. Esclusivamente da rivenditori a ciò autorizzati<br />

* C. Da chiunque, purché gli antiparassitari siano in confezioni sigillate<br />

66) Possono essere acquistati prodotti fitosanitari in confezioni non sigillate o non originali?<br />

* A. Sì, purché si tratti di prodotti non classificati<br />

* B. No, in nessun caso<br />

* C. Sì, purché il rivenditore ne garantisca la provenienza<br />

67) Quali sono alcuni requisiti tassativi per l’acquisto e il commercio dei prodotti fitosanitari?<br />

* A. La confezione deve essere esclusivamente in vetro<br />

* B. Confezione originale, numero e data di registrazione del Ministero della Sanità, classe di tossicità e intervallo<br />

di sicurezza<br />

* C. Devono esser venduti sfusi a peso<br />

68) Come devono essere conservati i prodotti fitosanitari “pericolosi” molto tossici (T+), tossici (T) e<br />

nocivi (Xn)?<br />

* A. È sufficiente che siano tenuti separati da sostanze alimentari e mangimi<br />

* B. In un luogo appartato della abitazione<br />

* C. In appositi locali o in appositi armadi ambedue da tenere chiusi a chiave<br />

69) Come è opportuno siano conservati i prodotti fitosanitari di qualsiasi classe di appartenenza?<br />

* A. Basta che siano separati da sostanze alimentari e mangimi<br />

* B. Basta che non siano alla portata dei bambini<br />

* C. In modo da evitare qualsiasi ipotizzabile possibilità di danno, in particolare chiusi in un apposito armadietto<br />

dotato di un cartello di pericolo<br />

70) Possono essere prestati o regalati ad altre persone i prodotti fitosanitari “pericolosi” molto tossici<br />

(T+), tossici (T) e nocivi (Xn)?<br />

* A. No, in nessun caso<br />

* B. Solamente se si è certi che il loro impiego avvenga in modo corretto<br />

* C. Sì, se queste persone sono in possesso del patentino<br />

71) Prima di sottoporsi all’esame per il conseguimento del patentino è opportuno:<br />

* A. Sottoporsi a una visita medica preventiva<br />

* B. Conseguire il certificato di buona condotta<br />

* C. Sottoporsi a visita oculistica<br />

72) L’autorizzazione all’acquisto dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />

viene rilasciata:<br />

* A. Dalle organizzazioni di categoria degli agricoltori a seguito di un corso di formazione<br />

* B. Dalla Regione Liguria, Servizio Cordinamento Ispettorati Agrari, dopo che è stata accertata la preparazione<br />

dell’agricoltore tramite esame<br />

* C. Dalla ASL dopo aver effettuato una visita medica e i relativi accertamenti<br />

73) L’autorizzazione all’acquisto di prodotti fitosanitari:<br />

* A. È necessaria per tutti i prodotti chimici impiegati in agricoltura<br />

* B. È necessaria per i preparati pericolosi molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn)<br />

* C. È necessaria solo per i prodotti fitosanitari liquidi<br />

51


IV.2: Norme per l’acquisto, il trasporto e la conservazione dei prodotti fitosanitari<br />

74) Il modulo per l’acquisto di prodotti fitosanitari contiene:<br />

* A. La registrazione dei prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) acquistati, firmata<br />

dall`acquirente<br />

* B. L’autorizzazione al trasporto di preparati pericolosi<br />

* C. L’indicazione delle malattie delle colture da trattare, firmata dall’acquirente<br />

75) I prodotti fitosanitari possono essere prodotti in qualsiasi stabilimento chimico?<br />

* A. Sì<br />

* B. Solo in stabilimenti farmaceutici<br />

* C. Solo in stabilimenti autorizzati per la produzione di prodotti fitosanitari<br />

76) Chiunque può vendere prodotti fitosanitari?<br />

* A. Sì<br />

* B. No, solo chi ha compiuto i 18 anni<br />

* C. No, solo chi ha compiuto i 18 anni ed è in possesso dell’autorizzazione<br />

77) Dove possono essere conservati per la vendita i prodotti fitosanitari?<br />

* A. In un locale qualsiasi<br />

* B. In un locale refrigerato<br />

* C. In depositi e locali autorizzati e non adibiti al deposito o alla vendita di generi alimentari e mangimi<br />

78) Quali responsabilità assume chi acquista prodotti fitosanitari molto tossici (T+), tossici (T) e nocivi<br />

(Xn)?<br />

* A. Nessuna responsabilità se il prodotto viene impiegato da parenti<br />

* B. È considerato responsabile solo se il prodotto viene impiegato da persone minorenni<br />

* C. La responsabilità diretta di una idonea conservazione e di un impiego corretto del prodotto<br />

79) In caso di spandimento accidentale di prodotto fitosanitario durante il trasporto cosa è necessario<br />

fare?<br />

* A. Allontanarsi il prima possibile<br />

* B. Adoperarsi per evitare ulteriori danni e informare l’autorità sanitaria (ASL) e ambientale<br />

* C. Recuperare subito il prodotto versato con i mezzi immediatamente disponibili<br />

52


CAPITOLO IV.3<br />

LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS)<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le informazioni contenute nella scheda di sicurezza dei prodotti<br />

fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

La scheda di sicurezza<br />

Per ogni prodotto fitosanitario viene redatta una scheda di sicurezza contenente<br />

informazioni per la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente sul<br />

luogo di lavoro, per consentire agli utilizzatori professionali di adottare tutte le<br />

misure necessarie alla sicurezza propria e dell’ambiente.<br />

In occasione della prima fornitura di un prodotto fitosanitario classificato pericoloso<br />

(D.Lgs.65/03), il responsabile dell’immissione sul mercato (fabbricante, importatore<br />

o distributore) deve fornire gratuitamente all’acquirente la scheda<br />

informativa in materia di sicurezza (SDS). Questa scheda può essere fornita<br />

su supporto cartaceo o su supporto informatico. La scheda di sicurezza deve essere<br />

fornita, su richiesta di un utilizzatore professionale, anche per i prodotti fitosanitari<br />

non classificati pericolosi, ma che contengono determinati valori di<br />

concentrazione (concentrazione uguale o maggiore all’1% in peso, per i preparati<br />

liquidi o solidi, e uguale o maggiore allo 0,2% in volume per i preparati gassosi)<br />

di almeno una sostanza che presenti pericoli per la salute o per l’ambiente<br />

o una sostanza per la quale esistono valori limite di esposizione professionale<br />

approvati dall’Unione Europea per i luoghi di lavoro.<br />

La SDS deve essere sempre aggiornata: se il responsabile dell’immissione sul mercato<br />

di un prodotto fitosanitario sia venuto a conoscenza di nuove e rilevanti informazioni<br />

sulla sicurezza e la tutela della salute e dell’ambiente è tenuto a<br />

trasmettere la SDS aggiornata all’utilizzatore. La SDS deve essere redatta in lingua<br />

italiana.<br />

La SDS comprende le seguenti 16 voci obbligatorie:<br />

1) Identificazione della Sostanza o del Preparato e del Produttore;<br />

2) Identificazione dei Pericoli;<br />

3) Composizione/ Informazione sui Componenti;<br />

4) Misure di Primo Soccorso;<br />

5) Misure Anti-incendio;<br />

6) Provvedimenti in caso di dispersioni accidentali; Informazioni aggiuntive:<br />

In caso di contaminazione di un corso d’acqua o rete fognaria, avvisare le<br />

autorità competenti;<br />

7) Manipolazione ed Immagazzinamento;<br />

53


IV.3: La scheda di sicurezza (SDS) dei prodotti fitosanitari<br />

Il venditore deve consegnare<br />

gratuitamente all’acquirente<br />

la scheda di sicurezza dell’agrofarmaco<br />

al momento<br />

della vendita.<br />

L’acquirente deve comunque richiedere<br />

la scheda di sicurezza<br />

del prodotto che acquista.<br />

È molto importante consultare<br />

il punto 8 della SDS<br />

prima di eseguire qualsiasi<br />

manipolazione del prodotto<br />

(in esso sono descritti i dispositivi<br />

di protezione individuale<br />

che si devono usare per<br />

la salvaguardia della salute, e<br />

i tempi di rientro in campo).<br />

Le misure di pronto soccorso<br />

si trovano al punto 4 della<br />

SDS.<br />

8) Protezione personale / controllo dell’esposizione; misure di protezione<br />

collettive; equipaggiamenti personali di protezione; protezione dell’apparato<br />

respiratorio; protezione degli occhi; protezione delle mani; protezione del corpo;<br />

Per l’utilizzo in campo: Tempi di rientro; limiti di esposizione professionale;<br />

9) Proprietà chimico-fisiche: colore – odore – punto di infiammabilità – temperatura<br />

di auto accensione – proprietà esplosive – proprietà ossidanti – miscibilità<br />

– densità – pH;<br />

10) Stabilità e reattività; prodotti di decomposizione pericolosi; reazioni<br />

pericolose;<br />

11) Informazioni tossicologiche; Tossicità orale acuta (DL50); Tossicità dermale<br />

acuta; Tossicità inalatoria acuta; Irritazione dermale; Irritazione oculare;<br />

Sensibilizzazione; Esposizioni a lungo termine;<br />

12) Informazioni ecologiche; informazioni sull’eliminazione (persistenza e degradabilità);<br />

potenziale di Bioaccumulo; stabilità in acqua; stabilità nel suolo;<br />

mobilità; effetti ecotossici: tossicità acuta per i pesci; tossicità per gli invertebrati<br />

acquatici; tossicità per le alghe;<br />

13) Osservazioni sullo smaltimento; Contenitore;<br />

14) Informazioni sul trasporto; strada – ferrovia- aereo – mare;<br />

15) Informazioni sulla normativa; registrazione ministero della salute<br />

n.°; nome del prodotto; nome dei componenti; Simboli di pericolo; Frasi<br />

di rischio; Consigli di prudenza; Istruzioni particolari in etichetta; riferimenti<br />

normativi;<br />

16) Altre informazioni; frasi di rischio aggiuntive.<br />

La scheda di sicurezza deve consentire agli utilizzatori professionali di prendere<br />

i necessari provvedimenti per la tutela della salute propria e dell’ambiente. Inoltre<br />

deve permettere al datore di lavoro di determinare la presenza sul luogo di<br />

lavoro di qualsiasi agente chimico pericoloso, e di valutare l’eventuale rischio<br />

alla salute e sicurezza dei lavoratori derivante dal loro uso.<br />

Le informazioni della SDS devono essere presentate in maniera chiara e concisa;<br />

sulla prima pagina deve essere indicata la data di compilazione e, in caso di aggiornamento,<br />

le modifiche devono essere segnalate al destinatario. L’attuale<br />

normativa relativa alle schede di sicurezza individua pertanto la persona fisica e<br />

giuridica dell’utilizzatore professionale quale destinatario di questo strumento.<br />

Per utilizzatore professionale si intende:<br />

° il rivenditore (cioè il datore di lavoro che deve gestire la sicurezza del suo deposito<br />

di rivendita); l’azienda agricola in cui si configura qualsiasi datore di<br />

lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 (agricoltore, contoterzista, società di servizi, ecc.);<br />

° le imprese familiari in cui il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini<br />

entro il secondo grado, prestano in modo continuativo la loro attività di lavoro<br />

nella famiglia o nell’impresa familiare;<br />

° i lavoratori autonomi contoterzisti che compiono opere e servizi;<br />

° i piccoli imprenditori, che possono essere i coltivatori diretti del fondo;<br />

° i piccoli commercianti e comunque coloro che esercitano un’attività professionale<br />

organizzata prevalentemente con lavoro proprio e dei componenti<br />

della famiglia;<br />

° i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo.<br />

In caso di mancata consegna della SDS da parte del rivenditore, l’utilizzatore professionale<br />

deve richiederla obbligatoriamente ed il rivenditore è tenuto obbligatoriamente<br />

a fornirla; la mancata fornitura della scheda di sicurezza è passibile<br />

di sanzione amministrativa.<br />

Il fornitore deve sempre avere un riscontro dell’avvenuto ricevimento e consegna<br />

della SDS a garanzia di avere fornito, alla prima fornitura, ad ogni modifica, ad<br />

ogni aggiornamento ed in maniera chiara, la relativa SDS all’utilizzatore professionale.<br />

Non è considerata messa a disposizione dell’utilizzatore professionale<br />

una scheda di sicurezza contenuta nel sito internet dell’azienda fornitrice. Inoltre<br />

se la SDS immessa sul mercato risulta incompleta e inadeguata, chiunque abbia<br />

apposto la sua identificazione sulla SDS è perseguibile a norma di legge.<br />

54


IV.3: La scheda di sicurezza (SDS) dei prodotti fitosanitari<br />

CAP IV.3<br />

LA SCHEDA DI SICUREZZA (SDS) DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

80) Che cosa è la scheda di sicurezza?<br />

* A. Una certificazione dell’impianto elettrico aziendale<br />

* B. Una scheda che accompagna la macchina per i trattamenti antiparasssitari<br />

* C. Una scheda contenente informazioni per la protezione della salute, della sicurezza e dell’ambiente del<br />

luogo di lavoro<br />

81) A chi spetta l’aggiornamento della scheda di sicurezza?<br />

* A. È sufficiente che le schede aggiornate siano pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale<br />

* B. All’agricoltore che detiene i prodotti<br />

* C. Al responsabile dell’immissione sul mercato del prodotto fitosanitario, tempestivamente<br />

82) Il venditore di prodotti fitosanitari deve consegnare la scheda di sicurezza per tutti i prodotti venduti?<br />

* A. Solo per i prodotti molto tossici e tossici<br />

* B. Sì, è obbligato per tutti i prodotti classificati pericolosi<br />

* C. No, solo in caso di richiesta specifica<br />

83) La scheda di sicurezza riporta indicazioni sui dispositivi di protezione necessari per l’agricoltore?<br />

* A. No, riporta solo indicazioni sul prodotto fitosanitario<br />

* B. Sì, al punto 8 della scheda sono riportati i necessari equipaggiamenti di protezione dell’apparato respiratorio,<br />

occhi, mani, corpo<br />

* C. Riporta indicazioni sul tipo di macchina per i trattamenti da utilizzare<br />

55


CAPITOLO IV.4<br />

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE<br />

INDIVIDUALI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le attrezzature per la protezione derivante dai rischi dell’uso<br />

dei prodotti fitosanitari<br />

scegliere i dispositivi più idonei per la tutela degli operatori<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Protezione del corpo (tute, guanti e stivali)<br />

Protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi (casco, maschera,<br />

filtri, occhiali, cappucci e copricapi)<br />

Introduzione<br />

Coloro che manipolano i prodotti fitosanitari sono soggetti ad un rischio chimico<br />

più o meno elevato in funzione:<br />

ó della tossicità e della pericolosità dei prodotti stessi;<br />

ó dei livelli e della durata dell’esposizione;<br />

ó del grado di assorbimento attraverso la via respiratoria, la pelle, le mucose e<br />

la via ingestiva;<br />

ó delle modalità e della frequenza d’uso.<br />

La routine lavorativa comporta sovente un’eccessiva confidenza degli operatori<br />

con le attività più pericolose che, a sua volta, determina un aumento di eventi<br />

incidentali che possono scaturire in infortuni sul lavoro ed anche, in tempi più o<br />

meno lunghi, in malattie professionali. Le operazioni che espongono gli agricoltori<br />

ai prodotti fitosanitari iniziano con la preparazione della miscela e proseguono<br />

con l’applicazione e con la pulizia delle attrezzature irroranti.<br />

È fondamentale che gli addetti del settore utilizzino i dispositivi di protezione<br />

individuale (DPI), specifici per l’esposizione a prodotti fitosanitari, durante tutte<br />

le attività in cui possono venire a contatto, direttamente o indirettamente, con<br />

tali agenti chimici pericolosi.<br />

I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) si suddividono in 3 categorie,<br />

in base all’effettiva protezione esplicata:<br />

ó I Categoria: DPI che proteggono contro rischi fisici di lieve entità;<br />

ó II Categoria: DPI che proteggono contro rischi gravi; per questi DPI è necessario<br />

che il fabbricante richieda una documentazione tecnica (Certificato di<br />

Conformità) da un ente riconosciuto;<br />

ó III Categoria: DPI destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni<br />

gravi. Seguono la stessa procedura di quelli di II categoria. Sono sottoposti<br />

ad un ulteriore controllo di produzione.<br />

Di seguito viene fornita una descrizione sommaria ed orientativa dei principali<br />

57<br />

I DPI si suddividono in 3 categorie:<br />

I – II – III<br />

In agricoltura si usano DPI appartenenti<br />

a tutte e 3 le categorie.


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

I Dispositivi di Protezione Individuale<br />

non devono essere<br />

scambiati con i propri compagni<br />

di lavoro.<br />

I DPI devono essere indossati<br />

SEMPRE durante la preparazione<br />

e l’esecuzione dei trattamenti.<br />

Le tute in tessuto non servono<br />

per la protezione del<br />

corpo durante i trattamenti<br />

con agrofarmaci. Devono essere<br />

impermeabili, non in tessuto!<br />

Tuta in tychem<br />

Tuta in tyvek<br />

I materiali che offrono maggiori<br />

garanzie di protezione sono:<br />

1) Tyvek;<br />

2) Tyvek-Pro-C;<br />

3) Tychem;<br />

4) PVC.<br />

Max protezione classe 1;<br />

minima protezione classe 6;<br />

PER TRATTAMENTI CON<br />

<strong>AGROFARMACI</strong> È CONSIGLIA-<br />

BILE LA CLASSE 3.<br />

dispositivi di protezione individuale (DPI) per l’esposizione ai prodotti fitosanitari,<br />

suddivisi in funzione delle parti del corpo da proteggere.<br />

Indumenti per la protezione del corpo<br />

Per la protezione cutanea del corpo, degli arti superiori ed inferiori sono disponibili:<br />

ó tute<br />

ó guanti<br />

ó stivali<br />

TUTE<br />

Bisogna assolutamente evitare che i prodotti fitosanitari impiegati vengano a contatto<br />

con la pelle. La pelle è una delle vie attraverso cui i prodotti fitosanitari possono<br />

esplicare un’azione tossica sull’operatore; per questo motivo è indispensabile<br />

indossare durante il trattamento una apposita tuta protettiva. La tuta deve essere<br />

in materiale impermeabile in modo che il prodotto fitosanitario non possa<br />

penetrare ed al termine del trattamento deve essere lavata. Esistono in vendita<br />

tute in materiali speciali per questo uso (per es. in TYVEK e TYVEK-PRO-C, TY-<br />

CHEM, PVC, …) che si prestano egregiamente anche se hanno un costo elevato.<br />

Le comuni tute di cotone (per esempio quelle da officina) non sono sufficienti a<br />

proteggere e NON DEVONO ESSERE USATE PER I TRATTAMENTI (anzi sono sconsigliabili!)<br />

in quanto possono assorbire i prodotti fitosanitari ed impregnarsi. Esistono<br />

anche tute usa e getta (monouso) in tyvek (leggere e sicure).<br />

Gli indumenti utilizzati per lavori a contatto con gli agrofarmaci devono essere<br />

sempre lavati accuratamente dopo l’uso, avendo cura di tenerli separati dagli<br />

altri durante il lavaggio.<br />

La norma CE prevede una classificazione specifica delle tute, sotto riportata:<br />

La classificazione CE delle tute usate come DPI è in ordine decrescente: dal tipo<br />

1 (più protettivo), al tipo CE (meno protettivo).<br />

Per usi agricoli è consigliato il TIPO 3.<br />

58<br />

CLASSIFICAZIONE DELLE TUTE<br />

TIPOLOGIA SIMBOLO PROTEZIONE<br />

TIPO 1 1 GAS 1<br />

TIPO 2 2 GAS 2<br />

TIPO 3<br />

TIPO 4<br />

TIPO 5<br />

TIPO 6<br />

TIPO CE<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

C<br />

GETTI DI LIQUIDI AD<br />

ALTA PRESSIONE,<br />

SOSTANZE CHIMICHE<br />

SPRUZZI DI SOSTANZE<br />

CHIMICHE<br />

POLVERI E PICCOLI<br />

GETTI LIQUIDI<br />

SPRUZZI DI SOSTANZE<br />

CHIMICHE E<br />

PARTICELLE SOLIDE<br />

SOLO POLVERI E<br />

PARTICELLE<br />

Impiego agricolo


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

Le tute possono essere dotate di accessori o finiture che hanno la funzione di limitare<br />

al massimo l’esposizione, tra cui, ad esempio: cappuccio con elastico, calzino<br />

integrato, cerniera coperta da patella, cuciture ricoperte o termosaldate, polsini,<br />

caviglie e vita elasticizzati, nonché elastico, da infilare sul dito pollice, fissato al risvolto<br />

della manica per evitare che la stessa si sollevi, ecc… Se la protezione deve<br />

essere integrata, le maniche e i pantaloni devono essere indossati all’esterno di<br />

guanti e stivali, (o all’interno nel caso di modelli con calzino integrato). Qualora<br />

lo si ritenesse necessario, la tenuta degli accoppiamenti guanti e stivali può essere<br />

garantita anche attraverso l’ausilio di apposito e adeguato nastro adesivo.<br />

GUANTI E STIVALI<br />

Le estremità del corpo sono punti a continuo contatto con le miscele di prodotto<br />

fitosanitario sia nella fase di preparazione che in quella di distribuzione; per questo<br />

motivo è necessario indossare, oltre alla tuta, guanti in gomma nitrilica oppure<br />

neoprenica e stivali impermeabili.<br />

GUANTI<br />

Vanno indossati ogni volta che si manipola l’agrofarmaco e mentre si prepara la<br />

miscela.<br />

Al termine della preparazione della miscela, prima di procedere alle operazioni di distribuzione,<br />

i guanti ancora indossati vanno lavati con acqua pulita. Concluse le operazioni<br />

di trattamento, prima di toglierseli, è opportuno lavarli bene con acqua e<br />

sapone ed aiutarsi con la mano ancora coperta dal guanto per sfilarseli, in maniera<br />

da non toccare direttamente con le mani nude la superficie esposta agli agrofarmaci.<br />

Di seguito è riportato uno schema con la valutazione dei tempi di rottura dei diversi<br />

tipi di guanti. Va ricordato che la durata del guanto può variare anche in<br />

base al tipo di co-formulante presente nel prodotto fitosanitario utilizzato.<br />

I guanti vanno sempre sostituiti in caso di rottura, abrasione o logoramento.<br />

TABELLA DI VALUTAZIONE DEI TEMPI DI ROTTURA<br />

TIPO GUANTI TEMPI DI ROTTURA min<br />

NEOPRENE 60-120<br />

GOMMA DI NITRILE 60-120<br />

PVC 60-120<br />

59<br />

Non rispettando le norme<br />

precauzionali di indossare i<br />

dpi si va incontro a intossicazione<br />

acuta o cronica!<br />

La miglior protezione per le<br />

mani è esplicata dai guanti in<br />

PVC, neoprene e in nitrile.<br />

Guanti in neoprene<br />

I guanti che si usano per i<br />

trattamenti con agrofarmaci<br />

sono contrassegnati sulla confezione<br />

con le norme EN<br />

374/1 – EN 374/3 ed EN 420.<br />

Prima di togliersi i guanti è<br />

opportuno lavarli a lungo con<br />

acqua e sapone.<br />

Per sfilarseli contemporaneamente<br />

aiutarsi con entrambe<br />

le mani, ancora protette dai<br />

guanti.


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

Per valutare lo stato di usura<br />

della suola degli stivali è opportuno<br />

verificare che lo<br />

spessore minimo sotto la<br />

suola e sotto il tacco siano rispettivamente<br />

di 7,5 mm e 9,0<br />

mm.<br />

Stivali resistenti a oli e acidi<br />

2<br />

Pittogrammi sulla confezione<br />

o sulla calzatura o sullo stivale.<br />

7<br />

Ricordarsi di revisionare la<br />

maschera o la semimaschera<br />

più volte durante l’anno.<br />

Verificare la tenuta delle valvole<br />

di Inspirazione ed eventualmente<br />

sostituirle.<br />

STIVALI<br />

Gli stivali devono essere in materiale elastomerico (gomma), e dotati di un certo<br />

spessore. Vanno realizzati con materiali che devono assicurare resistenza alla penetrazione,<br />

alla permeazione e alla degradazione in relazione agli agenti chimici.<br />

Rientrano nella categoria delle calzature di sicurezza, possono avere il puntale<br />

e presentare altezze variabili, (al polpaccio, al ginocchio, alla coscia), secondo il<br />

tipo di rischio previsto.<br />

Le suole possono essere in poliuretano (PUR), materiale che dona leggerezza<br />

e flessibilità al DPI, resistenza al calore fino a 100°C, resistenza all’olio, benzina,<br />

alle sostanze chimiche, resistenza all’abrasione. Altro materiale indicato per la<br />

suola degli stivali è il nitrile: le suole in nitrile sono più resistenti di quelle in poliuretano,<br />

resistono al calore fino a 180°C, sono resistenti all’olio, agli idrocarburi,<br />

alle sostanze chimiche, sono antistatiche e antitaglio. Lo spessore minimo sotto<br />

il tacco deve essere di 9 mm., quello della suola di 7,5 mm.<br />

La protezione delle vie respiratorie, del capo e degli occhi<br />

Vengono utilizzati:<br />

ó casco<br />

ó maschere<br />

ó filtri<br />

ó occhiali<br />

ó cappucci e copricapo<br />

CASCO<br />

Il casco è il mezzo di protezione delle vie respiratorie che offre la massima sicurezza.<br />

Garantisce la protezione completa della testa, del viso, delle orecchie e<br />

del collo.<br />

È necessario che sia di buona qualità e che aderisca perfettamente al capo e alle<br />

spalle; gli elettroventilatori che immettono l’aria all’interno devono assicurare<br />

un adeguato rifornimento di aria fresca e pulita; i filtri devono essere del tipo e<br />

delle dimensioni adeguate all’impiego. I caschi dell’ultima generazione sono a<br />

batteria. La batteria si trova all’interno del casco.<br />

Sono da preferire caschi a visione panoramica, che poggino stabilmente sulle<br />

spalle dell’operatore.<br />

Le norme tecniche indicano l’uso obbligatorio del casco elettroventilato in caso<br />

di operatori in possesso di barba e baffi, in quanto con le maschere non si riesce<br />

ad ottenere un’adeguata adesione e tenuta al volto.<br />

I caschi si differenziano per il punto di appoggio (testa e spalle), per il tipo di alimentazione<br />

(pile a secco, batteria ricaricabile, batteria del trattore, sistemi misti,<br />

ecc…), nonché per la portata dell’aria da 120 a oltre 200 l/min (la norma EN<br />

12941 non ammette un flusso inferiore a 120 l/min).<br />

MASCHERE<br />

Utilizzando la maschera in luogo del casco si ha un minor costo, ma si ha sicuramente<br />

una protezione inferiore. Per l’acquisto preferire sempre maschere<br />

intere (a facciale pieno), possibilmente dotate di 2 filtri. La presenza di due<br />

filtri è fondamentale per garantire un giusto passaggio di aria quando l’operatore<br />

si trovi sotto sforzo ed abbia quindi necessità di maggiori volumi di<br />

aria. L’adattamento del respiratore della maschera sul viso assicura la tenuta<br />

del bordo del facciale. La verifica della completa tenuta può essere effettuata<br />

attraverso una semplice prova. Il test di corretto funzionamento consiste nel<br />

chiudere col palmo della mano il coperchio della valvola di esalazione, durante<br />

l’espirazione, e nel verificare il rigonfiamento del facciale e l’assenza di perdite<br />

di aria.<br />

Se si utilizza una maschera sprovvista di vetro integrale, (semimaschera) durante<br />

il trattamento si devono indossare anche gli occhiali ed il cappuccio impermeabile.<br />

Particolare attenzione va riservata ai filtri che devono essere del tipo prescritto<br />

per il modello di maschera impiegata. Dopo il trattamento, occorre svitare ed<br />

asportare i filtri, e lavare accuratamente la maschera.<br />

60


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

Va ricordato che le normali mascherine con filtri in tessuto NON offrono una protezione<br />

adeguata per i trattamenti fitosanitari. Esistono mascherine usa e getta<br />

con valvola centrale a carboni attivi per solventi organici. Il loro uso deve essere<br />

limitato perché sono costruite in materiale assorbente, modellabile sul viso dell’operatore,<br />

che respira assorbendo aria dalla valvola centrale. È sconsigliabile<br />

l’uso in serra di questa tipologia di maschera.<br />

FILTRI<br />

L’apparato filtrante della maschera o dei caschi è costituito da filtri combinati i<br />

cui criteri di scelta sono quanto mai importanti per assicurarsi una protezione<br />

reale e continua nel tempo.<br />

Pre-filtro: ha la funzione di trattenere le particelle polverose, viene indicato con<br />

la lettera “P” ed è suddiviso in 3 classi numerate da uno a tre; col crescere del<br />

numero cresce anche l’efficacia.<br />

Filtro: ha la funzione di filtrare gas e vapori organici, viene indicato con la lettera<br />

“A” ed è suddiviso in tre classi, da uno a tre; col crescere del numero cresce<br />

anche l’efficacia.<br />

Capacità di filtraggio<br />

CLASSE CAPACITÀ CONCENTRAZIONE<br />

MASSIMA DI UTILIZZO<br />

NOTE<br />

1 BASSA 1.000ppm SOLO IMPIEGHI<br />

IN PIENO CAMPO<br />

2 MEDIA 5.000ppm SOLO IMPIEGHI<br />

IN PIENO CAMPO<br />

3 ALTA 10.000ppm IMPIEGHI MISTI<br />

CAMPO E SERRA<br />

Le classi più alte devono essere riservate agli impieghi più gravosi in locali chiusi oppure<br />

all’aperto in presenza di sostanze tossiche o nocive. I filtri di terza classe offrono maggiore<br />

resistenza al passaggio dell’aria. L’operatore si affatica di più usando questo tipo<br />

di filtro, ma è maggiormente protetto. Usando filtri di classe 3 è bene usare maschere<br />

predisposte per il doppio filtro oppure con un filtro di maggior diametro.<br />

I filtri più usati sono i filtri combinati.<br />

Per i trattamenti in pieno campo è in genere sufficiente un filtro combinato<br />

A2P2, mentre per i trattamenti in serra con prodotti tossici va usato un filtro<br />

A3P3. Comunque anche in pieno campo è sempre consigliabile usare un filtro<br />

del tipo A3P3.<br />

CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI<br />

TIPO COLORE PROTEZIONE DA<br />

A MARRONE Vapori organici e solventi<br />

B GRIGIO Gas e vapori inorganici<br />

E GIALLO Anidride solforosa e acidi solforosi<br />

P VERDE Ammoniaca<br />

K BIANCO Polveri tossiche, fumi, nebbie<br />

(polveri di amianto, silicio, alluminio)<br />

61<br />

Esempio di maschera con filtri<br />

Respiratore con filtro combinato<br />

antipolvere e antigas<br />

Semimaschera<br />

Dopo l’uso e la pulizia, maschere,<br />

semi maschere e caschi<br />

devono essere riposti in<br />

luogo adatto, fresco e<br />

asciutto, lontano dagli agrofarmaci,<br />

con i filtri smontati,<br />

chiusi in sacchetti multistrato<br />

(possibilmente nella confezione<br />

originale).<br />

In serra si deve usare il casco<br />

o la maschera facciale con i<br />

filtri a massima protezione<br />

(ambiente chiuso).


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

- controllare sempre la data di<br />

scadenza sulla confezione.<br />

- preferire i filtri combinati<br />

anche in pieno campo<br />

- se si usano prodotti T+ o T o<br />

Xn usare filtri A3P3 con maschere<br />

dotate di 2 filtri (sotto<br />

sforzo si respira meglio con 2<br />

filtri).<br />

- sostituire il filtro entro la<br />

data di scadenza riportata<br />

sulla confezione e comunque<br />

frequentemente in maniera<br />

direttamente proporzionale<br />

all’uso.<br />

Quando il filtro è intasato aumenta<br />

la resistenza respiratoria,<br />

(sotto sforzo arriva poca<br />

aria senso di soffocamento<br />

dell’operatore).<br />

Prima di eseguire qualsiasi<br />

operazione anche preparatoria,<br />

di manipolazione di agrofarmaci<br />

Leggere attentamente la<br />

scheda di sicurezza al punto 8<br />

– protezione personale (consigli<br />

sul tipo di filtro da impiegare)!<br />

Filtro combinato<br />

Ricordarsi di riporre i filtri<br />

nella confezione originale<br />

dopo l’uso. Diversamente il<br />

filtro rimane attivo e si “consuma”<br />

rapidamente. Si possono<br />

usare anche sacchetti<br />

multistrato usati nella crioconservazione<br />

per i prodotti<br />

surgelati.<br />

Di solito in agricoltura si usa il tipo A abbinato al tipo P.<br />

Quando si eseguono concimazioni fogliari usando in abbinamento concimi chimici,<br />

insetticidi e fungicidi, per esempio concimazione fogliare dell’olivo con nitrato<br />

ammonico, insieme a trattamento insetticida contro la mosca delle olive e<br />

fungicida contro l’occhio di pavone, bisognerebbe usare un filtro combinato di<br />

tipo A (marrone) + P (verde) + K (bianco).<br />

MODELLI COMBINATI CON PIÙ TIPI DI FILTRO<br />

TIPO COLORE PROTEZIONE DA<br />

A..B..E.. MARRONE+GRIGIO+GIALLO Vapori organici, gas acidi,<br />

anidride solforosa<br />

A..B..E..K.. MARRONE+GRIGIO+GIALLO+VERDE Vapori organici, gas acidi,<br />

anidride solforosa,<br />

ammoniaca<br />

P3 BIANCO Polveri e fumi<br />

A3-P3 MARRONE+BIANCO Vapori organici polveri e<br />

fumi<br />

B..-P3 GRIGIO+BIANCO Gas acidi, polvere e fumi<br />

E..-P3 GIALLO+BIANCO Anidride solforosa,<br />

polvere e fumi<br />

K..-P3 VERDE+BIANCO Ammoniaca,<br />

polveri e fumi<br />

A..B..E..-P3 MARRONE+GRIGIO+GIALLO+BIANCO Vapori organici, gas acidi,<br />

anidride solforosa, polveri<br />

e fumi<br />

A..B..E..K..-P3 MARRONE+GRIGIO+GIALLO+VERDE+ Vapori organici, gas acidi,<br />

BIANCO<br />

anidride solforosa,<br />

ammoniaca polveri e fumi<br />

DURATA DEI FILTRI<br />

Per la manutenzione e la sostituzione del filtro è necessario seguire esattamente<br />

le indicazioni del produttore e controllare sempre la data di scadenza apposta<br />

su di esso (non usare i filtri oltre la data di scadenza). L’efficienza dei filtri decresce<br />

col passare del tempo e con l’intensità d’uso; essi vanno pertanto sostituiti,<br />

anche prima della scadenza, ogni qualvolta risultino deteriorati o danneggiati o<br />

si avverta una riduzione della loro efficienza.<br />

Quindi anche per filtri non ancora scaduti viene raccomandata la sostituzione<br />

quando:<br />

ó È avvertito un aumento della resistenza respiratoria;<br />

ó Trascorsi 6 mesi dall’apertura della confezione.<br />

ó Siano raggiunte le seguenti ore di lavoro:<br />

- 40 ore per filtri in dotazione a maschere e semi-maschere;<br />

- 100 – 120 ore per filtri in dotazione a casco;<br />

- 150 ore per cabina pressurizzata.<br />

I filtri devono essere riposti, dopo l’uso, nelle confezioni originali, costruite in<br />

materiale multi-strato, capaci di bloccare il flusso di aria attraverso gli stessi. Diversamente<br />

i filtri rimangono attivi e quando vengono riutilizzati sono già esausti<br />

e necessitano di una nuova sostituzione. A tale scopo possono essere utilizzati<br />

anche i sacchetti multistrato usati nella conservazione per i prodotti surgelati.<br />

OCCHIALI<br />

Vanno utilizzati in abbinamento a semimaschere o maschere sprovviste di vetro<br />

integrale, insieme al cappuccio impermeabile.<br />

Bisogna orientarsi verso occhiali specifici per la protezione da agenti chimici, dotati<br />

di buona resistenza meccanica, a tenuta stagna o corredati di coperture laterali,<br />

stagne.<br />

La montatura deve essere realizzata con materiali morbidi, leggeri e adattabili<br />

alla conformazione del volto.<br />

62


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

Le lenti devono essere trattate per evitare l’appannamento, si consigliano i modelli<br />

provvisti di un particolare sistema di aerazione che evita tale fastidioso fenomeno.<br />

I CAPPUCCI E I COPRICAPI<br />

La protezione del cuoio capelluto e della fronte dagli agenti chimici pericolosi<br />

può essere assicurata dal cappuccio della tuta (indispensabile anche nel caso di<br />

maschera pieno facciale), oppure dal copricapo con visiera e finestratura anteriore<br />

trasparente.<br />

Generalmente si tratta di dispositivi usa e getta realizzati in polipropilene o altri<br />

materiali idonei alla protezione chimica.<br />

Norme tecniche di riferimento per DPI<br />

Approfondimento tute:<br />

I DPI devono rispondere a specifiche norme di qualità armonizzate a livello internazionale.<br />

Per le tute le norme di riferimento sono le seguenti:<br />

norme per materiali, cuciture, unione ed assemblaggi degli indumenti di protezione<br />

chimica:<br />

UNI EN 943 – 1;<br />

UNI EN 14325;<br />

resistenza alla penetrazione di agenti chimici liquidi – prova con atomizzatore:<br />

UNI EN 14786;<br />

UNI EN ISO 17491 – 3;<br />

UNI EN ISO 17491 – 4.<br />

Approfondimento guanti:<br />

La Normativa Europea che regola e classifica i guanti è:<br />

EN 374/1; Guanti di protezione contro prodotti chimici e microbiologici terminologia<br />

e requisiti prestazionali<br />

EN 374/2; determinazione resistenza alla penetrazione<br />

EN 374/3; determinazione della resistenza alla permeazione dei<br />

prodotti chimici<br />

EN 388; guanti di protezione contro rischi meccanici<br />

EN 420. Requisiti generali e metodi di prova.<br />

Approfondimenti stivali:<br />

Le norme tecniche che regolano questo tipo di DPI sono la EN 345 (sigla S)<br />

per le calzature di sicurezza con resistenza del puntale a 200 kg.; la EN 346<br />

(sigla P) per le calzature protettive, con resistenza del puntale fino a 100 Kg.;<br />

la EN 347 (sigla O) per le calzature da lavoro, senza puntale, hanno una classificazione<br />

crescente da 1 a 5.<br />

Esempio di classificazione: Stivali impermeabili al ginocchio<br />

• Marcatura C E<br />

• EN 347<br />

• CLASSIFICAZIONE II – (CALZATURE INTERAMENTE DI GOMMA)<br />

• Presenza dei pittogrammi sulla confezione o sugli stivali come sotto riportato:<br />

2 _ resistenza agli oli, agli acidi, agli idrocarburi;<br />

7 _ impermeabile.<br />

Gli stivali in genere possono avere una combinazione delle norme tecniche<br />

EN: EN 345 e EN 347 oppure EN 346 e EN 347 oppure solo EN 347.<br />

63<br />

Occhiali


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

Approfondimento caschi:<br />

Norme tecniche di riferimento:<br />

UNI EN 12941; Elettrorespiratori a filtro completi di cappuccio – requisiti.<br />

UNI EN 12942; Maschere e semimaschere con Elettrorespiratori – requisiti e marcature.<br />

UNI EN 13274-1; Apparecchi di protezione delle vie respiratorie – Determinazione<br />

della perdita di tenuta.<br />

Approfondimento maschere<br />

Le norme tecniche di riferimento:<br />

UNI EN 136 _ maschere intere (facciali);<br />

UNI EN 140; UNI EN 149 ; UNI EN 1827 _ semimaschere.<br />

Approfondimento filtri:<br />

Le norme tecniche di riferimento per i filtri sono:<br />

UNI EN 141 _ filtri combinati ed anti-gas (acidi, basi, ammoniaca);<br />

UNI EN 143 _ filtri anti-polvere e particelle (lana di vetro, polveri di demolizioni,<br />

lavorazioni del terreno, trinciature;<br />

UNI EN 149 _ facciali filtranti anti-polvere;<br />

UNI EN 405 _ facciali filtranti anti-gas oppure anti-gas e polvere dotati di valvole;<br />

UNI EN 529 _ raccomandazioni uso e manutenzione;<br />

UNI EN 13274-7 _ determinazione della penetrazione dei filtri anti-polvere.<br />

Approfondimento occhiali:<br />

Norme tecniche relative ai dispositivi di protezione individuale degli occhi<br />

EN 165 Terminologia<br />

EN 166 Requisiti dei DPI - specifiche<br />

EN 167 Collaudi ottici<br />

EN 168 Collaudi non ottici<br />

EN 169 Filtri per saldatura e tecniche simili. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />

EN 170 Filtri di raggi ultravioletti. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />

EN 171 Filtri di raggi infrarossi. Requisiti di trasmissione ed uso consigliato<br />

EN 172 Filtri solari per uso industriale<br />

EN 173 Visiere per guidatori<br />

EN 175 Protezione durante le operazioni di saldatura o processi similari<br />

EN 207 Filtri e protezione degli occhi contro i raggi laser<br />

EN 208 Occhiali per lavori di aggiustamento a laser<br />

EN 379 Filtri per saldatori con grado di trasmissione variabile e filtri per saldatori<br />

con due gradi di trasmissione.<br />

Approfondimento cappucci e copricapi:<br />

La norma tecnica è la stessa delle tute<br />

UNI EN 943-1 e segg.<br />

64


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

CAP IV.4<br />

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI<br />

84) In quale materiale deve essere costruita la tuta che si impiega per effettuare i trattamenti con<br />

agrofarmaci?<br />

* A. In tessuto<br />

* B. In polietilene<br />

* C. In materiale impermeabile alle soluzioni chimiche ed almeno resistente agli spruzzi<br />

85) Si possono usare tute in polietilene traforato, per usi agricoli generici, per i trattamenti con agrofarmaci<br />

in pieno campo?<br />

* A. No, perché le tute per usi generici agricoli proteggono solo dalla polvere e da piccole particelle sospese<br />

nell’atmosfera<br />

* B. Sì, in tutti i casi<br />

* C. Sì, solo se si è in assenza di vento<br />

86) Esistono tute protettive per trattamenti con agrofarmaci usa e getta?<br />

* A. Sì, devono essere impermeabili<br />

* B. No<br />

* C. Sì, è sufficiente che siano dotate di cappuccio<br />

87) Le tute in PVC, a che tipo di manutenzione devono essere sottoposte, al termine di un trattamento<br />

fitoiatrico?<br />

* A. Nessuna manutenzione<br />

* B. Devono essere lavate con acqua e sapone<br />

* C. Normale manutenzione, come qualsiasi altro indumento<br />

88) Anche i guanti devono essere impermeabili?<br />

* A. No<br />

* B. Sì<br />

* C. Solo nel caso di uso continuo durante la giornata<br />

89) Sulla confezione d’acquisto dei DPI sono riportate informazioni importanti per l’utilizzatore?<br />

* A. Sì: sono riportate nome tecniche UNI, EN, ISO; istruzioni di uso e conservazione<br />

* B. No, non è riportata alcuna informazione<br />

* C. Sì, solo la data di scadenza<br />

90) Quale è la durata minima di un guanto, specifico per eseguire trattamenti con agrofarmaci?<br />

* A. In genere 60 minuti, secondo il tipo di concentrazione della sostanza chimica con cui vengono a contatto.<br />

Sulla scheda di sicurezza dell’agrofarmaco ci sono specificazioni in merito<br />

* B. I guanti devono essere sostituiti una volta all’anno<br />

* C. Più di 480 minuti<br />

91) Quali sono i materiali più usati per la realizzazione di guanti di protezione per gli arti superiori?<br />

* A. Neoprene, gomma di nitrile, PVC<br />

* B. Lattice di gomma, tessuto non tessuto<br />

* C. Cotone, lana<br />

92) Gli stivali per la protezione degli arti inferiori durante i trattamenti con agrofarmaci devono essere:<br />

* A. Indossati sotto la tuta, impermeabili, con suola resistente agli acidi, agli oli ed agli idrocarburi<br />

* B. Indossati sopra la tuta<br />

* C. Impermeabili<br />

93) Gli stivali di sicurezza con puntale antischiacciamento, inserti antitaglio e suola antiperforazione<br />

possono essere usati per trattamenti con agrofarmaci?<br />

* A. Sì, purché siano impermeabili e la rigidità della calzatura non comprometta la deambulazione dell’utente<br />

* B. No<br />

* C. Sì, sempre<br />

94) Quale manutenzione richiede la maschera che viene usata durante i trattamenti?<br />

* A. Deve essere semplicemente lavata dopo l’uso<br />

* B. Svitare il filtro, lavarla dopo l’uso e sostituire frequentemente il filtro seguendo le indicazioni del produttore<br />

* C. Deve essere revisionata almeno una volta l’anno<br />

95) L’utilizzatore di una maschera con filtro:<br />

* A. Deve controllare sul filtro la data di scadenza<br />

* B. Non deve accertarsi della data di scadenza se non è mai stato usato il filtro<br />

* C. Può ritenere irrilevante l’indicazione della data di scadenza sul filtro<br />

96) A parità di efficacia dei filtri impiegati, con quale tipo di maschera si ottiene una migliore protezione<br />

delle vie respiratorie?<br />

* A. Semimaschera<br />

* B. Facciale filtrante<br />

* C. Facciale intera o casco<br />

65


IV.4: Dispositivi di protezione individuali<br />

97) In caso di trattamenti in serra non provvista di impianto di irrorazione automatizzato, quali mezzi<br />

di protezione individuale delle vie respiratorie è opportuno utilizzare?<br />

* A. Casco<br />

* B. Semi maschera<br />

* C. Maschera facciale intera<br />

98) Come è consigliabile che sia la tuta protettiva degli addetti ai trattamenti?<br />

* A. Di fattura comune, preferibilmente in tessuto<br />

* B. Di qualsiasi tipo, purché pulita<br />

* C. Impermeabile<br />

99) Dopo aver impiegato i guanti per le lavorazioni con prodotti fitosanitari e prima di toglierseli è<br />

opportuno:<br />

* A. Lavarli a lungo con acqua e sapone<br />

* B. Strofinarli sull’erba<br />

* C. Farli asciugare all’aria<br />

100) Nel togliersi i guanti dopo lavorazioni con prodotti fitosanitari è utile:<br />

* A. Sfilarseli uno alla volta aiutandosi con la mano restata libera<br />

* B. Sfilarseli rapidamente uno alla volta rovesciandoli<br />

* C. Sfilarseli contemporaneamente a poco a poco aiutandosi ogni volta con la mano più protetta<br />

101) Non rispettando le norme precauzionali per l’uso dei prodotti fitosanitari a quali rischi si sottopone<br />

l’operatore?<br />

* A. Nessun inconveniente<br />

* B. Intossicazione acuta o cronica<br />

* C. Solo lievi disturbi<br />

102) Quando viene prescritto l’impiego di mezzi di protezione individuale, questi devono essere indossati.<br />

* A. Solamente se si esegue il trattamento controvento<br />

* B. Solamente se non procura disagi personali nell’effettuare il trattamento<br />

* C. Sempre, nelle fasi di manipolazione e durante il trattamento<br />

103) I mezzi individuali di protezione possono essere scambiati con i compagni di lavoro?<br />

* A. Sì<br />

* B. No<br />

* C. Sì, se preventivamente lavati<br />

104) Come si conservano la maschera ed il filtro?<br />

* A. Appesi, in luogo fresco e riparato<br />

* B. Lontano dalla portata dei bambini<br />

* C. Puliti, ed al riparo dalla polvere e dall’umidità, dentro alla confezione originale o comunque dentro ad<br />

un sacchetto multi strato<br />

105) Con quali colori è contrassegnato un filtro combinato per polveri e vapori organici?<br />

* A. Grigio-bianco<br />

* B. Bianco-marrone<br />

* C. Marrone-grigio<br />

106) Può essere necessario sostituire il filtro prima della data di scadenza?<br />

* A. No, il filtro va cambiato esclusivamente alla data di scadenza<br />

* B. Sì, va sostituito anche prima della scadenza nel caso in cui sia intasato, aumentando pertanto la resistenza<br />

respiratoria, o risulti danneggiato<br />

* C. Solo se viene utilizzato da più persone<br />

66


CAPITOLO IV. 5<br />

ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le principali attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

e la loro manutenzione<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Descrizione delle attrezzature<br />

La taratura delle macchine<br />

Un aspetto fondamentale per la difesa delle colture è senz’altro quello della distribuzione<br />

dei prodotti fitosanitari. È necessario, infatti, che all’efficacia del formulato<br />

si accompagni la rapidità e l’uniformità della distribuzione. Esistono<br />

attualmente in commercio diversi tipi di attrezzature, adatte a distribuire prodotti<br />

di natura diversa.<br />

Le attrezzature si distinguono essenzialmente in base al quantitativo di acqua<br />

utilizzato per distribuire correttamente l’agrofarmaco sulla vegetazione della<br />

coltura da trattare.<br />

Si ricorda che l’acqua è un semplice vettore dell’agrofarmaco e non esplica alcuna<br />

attività curativa. Tuttavia il suo utilizzo è fondamentale per la distribuzione della<br />

maggior parte dei prodotti fitosanitari mediante le comuni attrezzature aziendali.<br />

Ottimizzare la distribuzione del prodotto mediante una corretta gestione della<br />

nube irrorante significa migliorare l’efficacia del trattamento antiparassitario.<br />

Negli anni la meccanizzazione agraria ha puntato in modo decisivo sullo sviluppo<br />

di nuove macchine per la distribuzione dei prodotti fitosanitari; di seguito sono<br />

descritti i vari tipi di attrezzature in commercio e quali sono stati gli accorgimenti<br />

adottati per ottenere la distribuzione più uniforme della miscela antiparassitaria.<br />

Attrezzature per la fumigazione: servono per la distribuzione di liquidi fumiganti<br />

(rilasciano gas) che possono avere azione insetticida, anticrittogamica, nematocida,<br />

erbicida. Si utilizza una macchina dotata di una pompa che, per mezzo<br />

di iniettori, distribuisce il prodotto al terreno. Trovano impiego anche per trattamenti<br />

alle derrate alimentari immagazzinate.<br />

Impolveratrici: servono per la distribuzione di prodotti polverulenti (per es.<br />

zolfo). A causa di alcuni inconvenienti legati al loro utilizzo sono state sostituite<br />

da altre macchine.<br />

Irroratrici o pompe a pressione: sono macchine molto diffuse. Il loro funzionamento<br />

è basato su una pompa per mezzo della quale il liquido, sotto pres-<br />

67<br />

L’acqua è un semplice vettore<br />

dell’agrofarmaco e non ha alcuna<br />

attività curativa.<br />

Irroratrice manuale


IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

Atomizzatore a basso volume<br />

Nebulizzatore<br />

È importante controllare periodicamente<br />

le attrezzature<br />

per i trattamenti fitosanitari<br />

per garantirne l’efficacia e<br />

per evitare effetti negativi<br />

sull’ambiente e sulla salute<br />

degli operatori.<br />

Prove di taratura<br />

Le operazioni di controllo e di<br />

manutenzione ordinaria servono<br />

a verificare lo stato di<br />

usura delle componenti meccaniche<br />

e in generale il calo<br />

degli standard d’efficienza.<br />

Verificare la pulizia e l’integrità<br />

degli ugelli. In caso di<br />

usura sostituire gli ugelli per<br />

evitare distribuzioni non uniformi<br />

della miscela.<br />

sione, passa attraverso un ugello e viene suddiviso in goccioline più o meno fini<br />

a seconda del tipo di ugello adottato. In Liguria sono molto diffusi i modelli “a<br />

spalla” con o senza motore, mentre per motivi legati alla conformazione del territorio<br />

i modelli trainati da trattrici hanno avuto minore diffusione.<br />

Le irroratrici sono macchine che richiedono elevati volumi di acqua, dell’ordine<br />

di circa 80 litri ogni 1000 m 2 di superficie trattata.<br />

Atomizzatori: la miscela antiparassitaria, messa in circolo da una pompa, viene<br />

frazionata e trasportata sulla vegetazione da una corrente di aria prodotta da<br />

un ventilatore. Rispetto alle irroratrici gli atomizzatori operano con volumi di<br />

acqua ridotti: si utilizzano infatti circa 15-30 litri/1000 m 2 .<br />

Nebulizzatori: sono attrezzature in grado di formare all’interno degli ambienti<br />

trattati una nebbia di finissime goccioline, partendo da una soluzione oleosa riscaldata<br />

ad alta temperatura. Per il loro impiego richiedono volumi bassissimi di<br />

liquido.<br />

In pratica negli anni si è cercato di ridurre il volume di acqua da utilizzare per la<br />

distribuzione degli agrofarmaci per vari motivi:<br />

1) Riduzione dei tempi di riempimento della botte fra un trattamento e<br />

l’altro.<br />

2) Riduzione del tempo di asciugatura del trattamento e dello sgocciolamento<br />

del prodotto fitosanitario a terra<br />

3) Ottimizzazione dell’efficacia del trattamento. È infatti dimostrato che<br />

riducendo la dimensione delle gocce di miscela antiparassitaria aderiscono<br />

meglio alla coltura e cresce l’efficacia del trattamento<br />

4) Migliore penetrazione della miscela nella vegetazione<br />

La taratura<br />

Prima del trattamento gli operatori devono assicurarsi che le attrezzature siano<br />

in condizioni ottimali, verificando l’efficienza dei loro elementi più importanti,<br />

in particolare gli ugelli e gli eventuali strumenti per regolare l’intensità<br />

e la direzione del getto antiparassitario: queste parti devono ricevere un’accurata<br />

manutenzione ed essere opportunamente tarate, seguendo esattamente<br />

le istruzioni delle ditte produttrici.<br />

Occorre inoltre controllare i componenti idraulici dell’attrezzatura (es. pompe)<br />

e verificare la tenuta dei recipienti in cui andrà versato l’agrofarmaco, facendo<br />

attenzione a non riempire mai fino all’orlo i serbatoi per non causare la fuoriuscita<br />

della miscela antiparassitaria.<br />

La taratura e la manutenzione delle macchine per i trattamenti sono necessarie<br />

per ridurre le perdite di antiparassitari nell’ambiente e per distribuire uniformemente<br />

il prodotto, evitando rischi di fitotossicità per le colture o di inefficacia<br />

del trattamento.<br />

Occorre ricordare che le attrezzature devono essere utilizzate secondo i parametri<br />

e le modalità previste dal costruttore.<br />

Esistono vari tipi di ugelli per la distribuzione del prodotto, specifici per<br />

trattamenti di superficie (al terreno) oppure della vegetazione (a ventaglio,<br />

conici ...).<br />

Particolare attenzione va posta alla verifica della pulizia e dell’integrità degli<br />

ugelli, che vanno sempre tenuti puliti e sostituiti in caso di usura, per evitare distribuzioni<br />

non uniformi della miscela antiparassitaria.<br />

In base alla dimensione, gli ugelli forniscono diverse portate d’acqua e pertanto<br />

è possibile, cambiandoli, modificare il volume d’acqua per ettaro distribuito col<br />

trattamento. Gli ugelli, inoltre, devono essere utilizzati nel corretto intervallo di<br />

pressione indicato nel manuale d’uso dell’attrezzatura, al fine di evitare sgocciolamenti<br />

indesiderati e forme irregolari della nube irrorante.<br />

Una pompa a pressione o un atomizzatore devono sempre essere forniti di un<br />

manometro per il controllo e la regolazione della pressione di esercizio. Esistono<br />

in commercio manometri di facile installazione sulle attrezzature comunemente<br />

usate per la distribuzione degli agrofarmaci.<br />

68


IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

All’inizio della stagione dei trattamenti è opportuno eseguire una taratura in<br />

bianco (senza prodotto fitosanitario) per verificare il corretto funzionamento<br />

dell’attrezzatura.<br />

Si ricorda che per le aziende che aderiscono al Programma di Sviluppo Regionale<br />

2007-2013, le attrezzature utilizzate per le irrorazioni dei prodotti fitosanitari<br />

devono essere sottoposte a verifica almeno quinquennale per testarne il corretto<br />

funzionamento. L’agricoltore deve conservare copia della documentazione attestante<br />

l’avvenuta verifica da parte di tecnici specializzati.<br />

A tale proposito la Regione Liguria ha sviluppato un progetto per la formazione<br />

di tecnici presso alcune cooperative della Liguria, in grado di eseguire la verifica<br />

delle attrezzature.<br />

69<br />

Manometro


IV.5: Attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari<br />

CAP IV.5<br />

ATTREZZATURE PER LA DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

107) Gli atomizzatori in genere operano a:<br />

* A. Volume alto (70-100 l/1000 m 2 )<br />

* B. Volume medio (30-70 l/1000 m 2 )<br />

* C. Volume basso (15-30 l/1000 m 2 )<br />

108) Nelle macchine irroratrici ad alto volume la quantità di prodotto fitosanitario da irrorare per<br />

ettaro, rispetto a quelle a basso volume, è:<br />

* A. Maggiore<br />

* B. Minore<br />

* C. Uguale<br />

109) La taratura e la manutenzione delle macchine irroratrici sono necessarie per:<br />

* A. Fare meno trattamenti<br />

* B. Ridurre i tempi necessari per i trattamenti<br />

* C. Ridurre le perdite di prodotti antiparassitari nell’ambiente ed ottimizzare la distribuzione della miscela<br />

sulla vegetazione da trattare<br />

110) È necessaria la manutenzione ordinaria delle macchine utilizzate per i trattamenti?<br />

* A. No<br />

* B. Solo un lavaggio annuale<br />

* C. Sì, controllando ugelli, raccordi e tubi, rubinetti, manometri<br />

111) Quali sono i materiali più resistenti e duraturi per realizzare gli ugelli delle macchine irroratrici?<br />

* A. Ottone<br />

* B. Rame<br />

* C. Ceramica o acciaio<br />

112) Quali vantaggi porta la riduzione dei volumi di acqua nella distribuzione dei fitofarmaci?<br />

* A. Riduzione dei tempi del trattamento, dello sgocciolamento, miglior efficacia<br />

* B. Riduzione dell’effetto deriva<br />

* C. Si riduce l’intervallo di sicurezza<br />

113) Come viene veicolato il prodotto fitosanitario negli atomizzatori?<br />

* A. Viene spinto sotto pressione attraverso un ugello<br />

* B. Viene trasportato sulla vegetazione da una corrente d’aria prodotta da un ventilatore<br />

* C. Viene nebulizzata riscaldando la soluzione a alta temperatura.<br />

114) Che problemi porta la mancata taratura periodica delle macchine irroratrici?<br />

* A. Disomogeneità nel trattamento e maggior utilizzo di prodotto fitosanitario;<br />

* B. Aumento dei tempi per effettuare il trattamento;<br />

* C. Minore durata della macchina irroratrice.<br />

70


CAPITOLO IV.6<br />

PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE<br />

DELLA MISCELA<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere il metodo corretto per la preparazione e la distribuzione dei<br />

prodotti fitosanitari, tenendo conto delle implicazioni relative alla salvaguardia<br />

ambientale, alla tutela della salute, alla sicurezza alimentare<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Dosaggio, preparazione e miscelazione del prodotto<br />

Miscibilità dei prodotti fitosanitari<br />

Il quantitativo di acqua da utilizzare per il trattamento<br />

Il trattamento<br />

Tempi di rientro<br />

Esempi di calcolo delle dosi<br />

Premessa<br />

La prima operazione da fare è leggere attentamente ed integralmente l’etichetta<br />

riportata sulla confezione. In etichetta sono riportate le tre indicazioni<br />

fondamentali che guidano la scelta dell’agrofarmaco da utilizzare:<br />

1) Coltura autorizzata, ovvero la coltura agricola sulla quale è consentito l’utilizzo<br />

del prodotto fitosanitario;<br />

2) Avversità che è possibile combattere mediante il suo impiego;<br />

3) Tempo di carenza, il tempo minimo che deve trascorrere fra il trattamento<br />

e la raccolta della coltura trattata.<br />

È inoltre di fondamentale importanza rispettare la corretta dose di prodotto<br />

indicata in etichetta per effettuare il trattamento.<br />

La preparazione e la distribuzione sono i momenti più pericolosi per l’agricoltore<br />

e per l’ambiente. Le sostanze sono ancora allo stato puro e ad elevata concentrazione,<br />

per cui sono maggiori i rischi di intossicazione acuta e cronica. In queste<br />

fasi è assolutamente necessario indossare i dispositivi di protezione individuale<br />

(DPI) per proteggere la propria salute.<br />

Dosaggio, preparazione e miscelazione del prodotto<br />

Con l’adeguata protezione, si provvede alle operazioni di dosaggio, cioè alle misurazioni<br />

delle giuste quantità di formulato che dovranno essere miscelate all’acqua.<br />

Dovendo miscelare più prodotti è necessario accertarsi della loro<br />

compatibilità, controllando le apposite tabelle di miscibilità.<br />

Queste operazioni vengono effettuate con un bilancino per i prodotti solidi o<br />

con un misurino tarato per i prodotti liquidi.<br />

Per le operazioni di dosaggio dei prodotti fitosanitari si devono usare delle at-<br />

71<br />

È consigliato pesare i prodotti<br />

fitosanitari all’aperto, in assenza<br />

di vento ed evitando di<br />

alzare polvere e disperderli.


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

Le attrezzature usate per il<br />

dosaggio dei prodotti fitosanitari<br />

non devono essere utilizzate<br />

per altri scopi.<br />

Serbatoio atomizzatore portato<br />

dal trattore<br />

La miscela va preparata nell’area<br />

attrezzata o nel luogo<br />

più vicino alla coltura da trattare;<br />

in ogni caso va preparata<br />

lontano da abitazioni, pozzi e<br />

corsi d’acqua superficiali.<br />

L’acqua necessaria per eseguire<br />

il trattamento può essere<br />

prelevata direttamente<br />

da fossi o da canali solamente<br />

se si dispone di mezzi aspiranti<br />

che sono autonomi e separati<br />

dall’attrezzatura irrorante.<br />

Prima di mescolare due prodotti<br />

fra loro occorre conoscere<br />

se sono compatibili.<br />

La miscibilità o compatibilità<br />

è indicata in etichetta.<br />

Attenzione: la botte non va<br />

mai riempita fino all'orlo per<br />

evitare fuoriuscite di prodotto.<br />

Preparare solo la quantità di<br />

miscela fitoiatrica effettivamente<br />

necessaria per la superficie<br />

da trattare.<br />

Preparare la miscela immediatamente<br />

prima di effettuare<br />

il trattamento.<br />

trezzature adibite esclusivamente a questo scopo e mai quelle utilizzate, ad<br />

esempio, per usi domestici. Una volta usate, devono essere accuratamente lavate<br />

e riposte in locali protetti.<br />

Il giusto dosaggio dell’agrofarmaco è essenziale per la buona riuscita del trattamento.<br />

Infatti una dose eccessiva dell’agrofarmaco non è economicamente conveniente<br />

e potrebbe determinare effetti fitotossici sulla coltura. Allo stesso modo<br />

una dose ridotta può compromettere l’efficacia del trattamento o favorire l’insorgenza<br />

di fenomeni di resistenza da parte dei parassiti.<br />

Nelle più recenti etichette è sempre indicata la dose di prodotto da utilizzare in<br />

rapporto alla superficie della coltura (grammi/ettaro, kg/ettaro, litri/ettaro), essa<br />

è indipendente dal tipo di attrezzatura utilizzata. Se la dose per ettaro è riportata<br />

in etichetta con la dicitura “Dose massima”, questa rappresenta un limite<br />

massimo non superabile.<br />

Spesso in etichetta la dose di impiego dell’agrofarmaco viene espressa anche in<br />

grammi/ettolitro (g/hl) o in millilitri/ettolitro (ml/hl) utilizzando irroratrici a volume<br />

normale. Nel caso in cui l’operatore utilizzi attrezzature a volume ridotto<br />

(es. atomizzatori), la stessa quantità di formulato andrà disciolta in una minore<br />

quantità di acqua. (vedere “esempio di calcolo delle dosi” a fine capitolo).<br />

Per la preparazione della miscela bisogna seguire la seguente procedura:<br />

ó stemperare la dose misurata di agrofarmaco in un piccolo volume di acqua<br />

(salvo che si utilizzino prodotti liquidi, quali emulsioni, nel qual caso si rischierebbe<br />

la cristallizzazione del prodotto);<br />

ó versarla nell’irroratrice dopo aver riempito il serbatoio con acqua per la metà<br />

del suo volume;<br />

ó portare alla giusta dose d’acqua da usare per il trattamento.<br />

Nella fase di miscelazione si dovrà fare molta attenzione a non bagnarsi le mani,<br />

servendosi di idoneo agitatore, possibilmente di materiale inerte lavabile. Dopo<br />

l’uso tutti i contenitori e gli utensili usati andranno lavati e messi da parte per<br />

essere riutilizzati esclusivamente a questo scopo.<br />

Miscibilità dei prodotti fitosanitari<br />

In agricoltura si ricorre spesso alla miscelazione di prodotti fitosanitari per ottenere<br />

il controllo di più avversità risparmiando sui costi di gestione.<br />

La conoscenza dei prodotti fitosanitari è premessa fondamentale per procedere<br />

ad una miscela tra loro.<br />

Una possibile soluzione è quella di ricorrere alle tabelle di miscibilità che servono<br />

per stabilire il grado di compatibilità di un agrofarmaco con un altro. Tuttavia<br />

su tali tabelle è indicato solo il nome della sostanza attiva e non quello del prodotto<br />

commerciale, per cui prima di procedere alle miscele è sempre consigliabile<br />

leggere le indicazioni riportate in etichetta.<br />

Quando si effettua una miscela con formulati diversi avviene un contatto non<br />

solo tra le sostanze attive ma anche tra i coformulanti, che vengono aggiunti<br />

alle sostanze attive allo scopo di renderli più manipolabili e più efficaci. Si potrebbero<br />

verificare dei fenomeni di incompatibilità tra coformulanti; questi inconvenienti<br />

si manifestano maggiormente quando si miscelano polveri bagnabili<br />

con liquidi emulsionabili che possono portare alla formazione di sedimenti e precipitazioni<br />

fioccose. Alcune miscele di prodotti fitosanitari, inoltre, possono avere<br />

effetti tossici per le piante (fitotossicità).<br />

Una raccomandazione utile è quella di cercare di distribuire le miscele subito<br />

dopo la loro preparazione, evitando quindi di far passare troppo tempo dalla<br />

preparazione alla distribuzione; inoltre è sconsigliabile miscelare prodotti di natura<br />

diversa dei quali non si conoscono le rispettive interazioni chimiche.<br />

Il quantitativo di acqua da utilizzare per il trattamento<br />

Il volume d’acqua standard da utilizzare per il trattamento deve essere determinato<br />

in funzione di 3 parametri al fine di ottenere una corretta bagnatura della<br />

vegetazione. Va sempre evitato lo sgocciolamento della miscela.<br />

I 3 parametri da considerare sono:<br />

1) il tipo di attrezzatura utilizzata (ad es. irroratrici oppure atomizzatori);<br />

2) lo stadio di sviluppo e la forma di allevamento della coltura da trattare;<br />

72


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

3) il parassita “bersaglio” del trattamento.<br />

Di seguito viene analizzata, in funzione di questi 3 parametri, la scelta dei volumi<br />

d’acqua in caso di trattamenti nel vigneto.<br />

Il tipo di attrezzatura (ad esempio pompa a pressione o atomizzatore) condizionano<br />

il volume standard da impiegare in un vigneto.<br />

In genere si indicano 800-1000 l/ha di miscela antiparassitaria per trattamenti in<br />

vigneto con pompe a pressione. Nel caso si utilizzino atomizzatori la dose di miscela<br />

antiparassitaria varia da 500 a 600 l/ha.<br />

Si ricorda che la dose ad ettaro del prodotto fitosanitario (formulato commerciale)<br />

impiegato è la stessa, indipendentemente dal tipo di attrezzatura impiegata,<br />

anche se varia la quantità di acqua utilizzata per la distribuzione.<br />

La forma di allevamento del vigneto (ad esempio pergola o guyot) impone<br />

adattamenti alla barra irrorante ed al numero di ugelli utilizzati sulla medesima.<br />

Pertanto il volume d’acqua da utilizzare può cambiare anche del 20% in più o in<br />

meno rispetto ai quantitativi sopra indicati.<br />

Altresì lo stadio di sviluppo della coltura da trattare può rendere necessarie<br />

regolazioni o modifiche dell’attrezzatura per evitare dispersioni o irregolari distribuzioni<br />

del prodotto. Trattando al bruno (senza vegetazione) un vigneto allevato<br />

a guyot, saranno tappati gli ugelli preposti al trattamento del “cappello”<br />

(parte alta) del filare, limitando di un 35-40% il volume d’acqua utilizzato.<br />

Anche il parassita bersaglio del trattamento influisce sulla modalità di esecuzione<br />

del trattamento e sulle regolazioni dell’attrezzatura, pertanto sul volume<br />

d’acqua da utilizzare. Se, ad esempio, in un determinato vigneto e con<br />

l’attrezzatura aziendale si ottiene una corretta ed uniforme bagnatura della vegetazione<br />

mediante l’utilizzo di 600 l/ha, ottimale per i normali trattamenti antiperonosporici<br />

ed antioidici, questo volume di acqua andrà ridotto durante un<br />

trattamento antibotritico in pre-raccolta, per il quale è necessario irrorare solo<br />

la porzione della vegetazione in cui sono presenti i grappoli d’uva.<br />

Il trattamento<br />

Gli operatori che eseguono i trattamenti devono essere in buone condizioni di<br />

salute e dotati degli opportuni mezzi di protezione. Prima, durante la preparazione<br />

delle miscele e dopo l’esecuzione del trattamento, gli operatori non devono<br />

fumare né mangiare e devono evitare il contatto con i vegetali trattati; alla<br />

fine del trattamento è necessario che l’operatore si lavi accuratamente.<br />

È buona regola generale eseguire i trattamenti nelle ore più fresche della giornata;<br />

va sempre evitata la distribuzione dei prodotti in pieno campo durante il<br />

periodo della fioritura ed in presenza di giornate ventose.<br />

È il caso di ricordare che chi effettua il trattamento è responsabile penalmente<br />

di eventuali danni o intossicazioni provocate a terzi.<br />

L’operatore agricolo è tenuto a fornire ai propri dipendenti idonei mezzi di protezione<br />

individuale, a rispondere della sicurezza delle macchine e delle attrezzature<br />

adottate e ad informare i lavoratori sui rischi derivanti dall’uso dei<br />

prodotti antiparassitari.<br />

I trattamenti non possono essere effettuati vicino ad abitazioni, campeggi, punti<br />

di passaggio delle persone, ed in prossimità di pozzi o sorgenti di acqua. In particolare,<br />

intorno a pozzi o sorgenti di acqua destinata al consumo, esiste il divieto<br />

di impiego di agrofarmaci entro un raggio di 200 metri, salvo deroghe specifiche.<br />

Inoltre in presenza di corsi d’acqua è opportuno arrestare i trattamenti almeno<br />

a 10 metri di distanza, salvo diverse indicazioni in etichetta.<br />

È opportuno esporre, nei campi ed in prossimità delle serre trattate, dei cartelli<br />

con la scritta in caratteri ben visibili “colture trattate con prodotti fitosanitari”<br />

o frasi simili che avvertano del pericolo.<br />

È assolutamente vietato scaricare sul terreno o nei tombini i residui di miscela<br />

antiparassitaria che non sono stati distribuiti. Per questo motivo è opportuno<br />

preparare il giusto volume di miscela e distribuirlo tutto sulla vegetazione; infine,<br />

una volta terminato il trattamento, si dovrà avere cura di non versare l’acqua di<br />

lavaggio delle attrezzature in prossimità di corsi d’acqua o sorgenti.<br />

Si fa presente, inoltre, che le sementi trattate con prodotti fitosanitari avanzate<br />

dalla semina vanno considerate rifiuti speciali e smaltite come tali.<br />

73<br />

Il volume d’acqua usato per il<br />

trattamento dipende da:<br />

- attrezzatura utilizzata<br />

- stadio di sviluppo e forma<br />

di allevamento della coltura<br />

- parassita da combattere<br />

Attrezzatura per la distribuzione<br />

degli agrofarmaci<br />

Vigneto<br />

Scaphoideus titanus, vettore della<br />

flavescenza della vite. Foto OMP<br />

Eseguire i trattamenti in assenza<br />

di vento per impedire<br />

che la nube tossica colpisca<br />

l’operatore e si sposti lontano<br />

dalla coltura trattata.


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

Oliveto<br />

Segnalare il trattamento in<br />

atto con cartelli posizionati ai<br />

bordi degli appezzamenti<br />

trattati, con scritto in caratteri<br />

ben visibili "coltura trattata<br />

con prodotti fitosanitari" o<br />

analoghe frasi.<br />

Tempo di rientro<br />

tempo che deve trascorrere<br />

dall’esecuzione del trattamento<br />

al rientro nella serra o<br />

campo trattato.<br />

Se il tempo di rientro non è<br />

indicato in etichetta si può<br />

rientrare nella serra o campo<br />

trattato dopo 48 ore dal trattamento.<br />

Nel caso in cui si verifichi un versamento accidentale di ingenti quantità di antiparassitari,<br />

occorre avvertire immediatamente il Servizio Igiene Pubblica della<br />

ASL o i Vigili del Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il più possibile la dispersione<br />

del prodotto.<br />

Si deve tenere presente che talvolta, in presenza di determinati parassiti (per es.<br />

colonie isolate di afidi, i cosiddetti pidocchi verdi), non è necessario trattare indiscriminatamente<br />

tutta la superficie, ma è sufficiente irrorare i cosiddetti “focolai”<br />

cioè le piante sulle quali si è rilevata la presenza del parassita.<br />

Particolare attenzione dovrà essere fatta in quegli appezzamenti e serre dove si<br />

è riscontrata la presenza o si sono introdotti artificialmente degli insetti utili. In<br />

questi casi il trattamento, qualora indispensabile, potrà essere effettuato solamente<br />

con prodotti riconosciuti selettivi nei confronti degli insetti ausiliari presenti.<br />

La vegetazione spontanea ai bordi del campo o al di fuori della serra può<br />

ospitare colonie di insetti utili ed è bene che non venga trattata.<br />

Al termine del trattamento è obbligatorio registrare il trattamento sul quaderno<br />

di campagna con le modalità precedentemente illustrate.<br />

Tempi di rientro<br />

Una volta effettuato il trattamento, e qualunque sia la classe tossicologica del<br />

prodotto utilizzato, è necessario rispettare il cosiddetto “Tempo di rientro” o<br />

tempo di accesso, cioè il tempo che bisogna far passare dal momento del trattamento<br />

al momento del rientro in serra o in campo.<br />

La durata di questo periodo dipende dal prodotto utilizzato e, anche se non esistono<br />

norme precise al riguardo, è sempre bene far passare almeno 48 ore prima<br />

di accedere nei luoghi dove si è trattato, avendo l’avvertenza, se si opera in serra,<br />

di aprire le finestrature qualche ora prima di entrarvi.<br />

ESEMPI DI CALCOLO DELLE DOSI<br />

Superficie da trattare: 500 mq<br />

A) Dose espressa in grammi/ettolitro (g/hl)<br />

1) Attrezzatura: irroratrice da 80 litri/1000 m 2<br />

Dose riportata in etichetta es.: 150 g/hl<br />

– Calcolo del volume d’acqua necessario per l’irroratrice (80 litri/1000 m 2 ):<br />

80 l: 1000 m 2 = volume: 500 m 2<br />

Volume necessario = 500x80 = 40 litri<br />

1000<br />

– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 40 litri d’acqua in relazione<br />

alla dose ad ettolitro (150 g/hl):<br />

150 g: 100 l = dose: 40 l<br />

Dose impiegata = 150x40 = 60 grammi<br />

100<br />

2) Attrezzatura: atomizzatore da 50 litri/ 1000 m 2<br />

Dose riportata in etichetta: 150 g/hl<br />

– Calcolo del volume d’acqua necessario in relazione all’uso dell’atomizzatore<br />

(50 l/1000 m 2 ):<br />

50 l: 1000 m 2 = volume: 500 m 2<br />

Volume necessario = 500x50 = 25 litri<br />

1000<br />

– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 25 litri d’acqua in relazione<br />

alla dose ad ettolitro (150 g/hl):<br />

150 g: 100 l = dose: 25 l<br />

Dose impiegata = 150x25 = 37,5 grammi<br />

100<br />

B) Dose espressa in rapporto alla superficie (g/ha o Kg/ha)<br />

74


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

Dose riportata in etichetta: es. 1,2 Kg/ha<br />

1,2 Kg/ha = 120 g/1000 m 2<br />

– Calcolo della dose di agrofarmaco necessaria per 500 m 2 :<br />

120 g: 1000 m 2 = dose: 500 m 2<br />

Dose impiegata = 120x500 = 60 grammi<br />

1000<br />

N.B.: si sottolinea che, quando la dose è espressa per ettaro, la quantità di agrofarmaco<br />

da irrorare su una superficie è la stessa qualunque sia l’attrezzatura<br />

(e quindi qualunque sia la quantità di acqua) usata.<br />

Comuni unità di misura<br />

Volume 1 hl (ettolitro) = 100 l (litri)<br />

1 l = 100 cl (centilitri)<br />

1 l = 1000 ml (millilitri)<br />

1 ml = 1 cc (centimetro cubico)<br />

Superficie 1 ha (ettaro) = 10.000 m2 (metri quadrati)<br />

Peso 1 kg (chilogrammo) = 1000 g (grammi)<br />

75


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

CAP IV.6<br />

PREPARAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLA MISCELA<br />

115) In quali condizioni è consigliabile utilizzare i prodotti fitosanitari?<br />

* A. Nelle ore più calde della giornata<br />

* B. Nelle ore più fresche della giornata, in assenza di vento<br />

* C. Di notte, con il chiarore della luna<br />

116) Si possono impiegare prodotti fitosanitari a dosi più alte di quelle massime indicate in etichetta?<br />

* A. No, in nessun caso<br />

* B. Sì, se l’infestazione è particolarmente elevata<br />

* C. Solamente se miscelati con caolino<br />

117) In caso di trattamenti in presenza di corsi d’acqua, per evitare di contaminarli, salvo diverse<br />

indicazioni in etichetta, è opportuno:<br />

* A. Arrestare il trattamento almeno a 10 metri di distanza dal corso d’acqua<br />

* B. Trattare fino al bordo dell’acqua<br />

* C. Non effettuare trattamenti<br />

118) Quali precauzioni occorre adottare effettuando i trattamenti in prossimità di strade, abitazioni,<br />

corsi d’acqua e colture confinanti?<br />

* A. Nessuna precauzione se il prodotto fitosanitario è non classificato (NC) o irritante (Xi)<br />

* B. Nessuna precauzione, in assenza di vento<br />

* C. Prendere tutte le precauzioni possibili affinché la nube irrorante non fuoriesca dall’appezzamento irrorato<br />

119) Cosa si intende per tempo di rientro?<br />

* A. L’intervallo di tempo che, ove necessario, è previsto sia fatto trascorrere tra il trattamento con agrofarmaci<br />

e l’accesso di uomini o animali nella zona trattata<br />

* B. L’intervallo di tempo che è opportuno non superare prima di lavarsi dopo aver effettuato il trattamento<br />

* C. L’intervallo di tempo che non deve essere superato tra la raccolta del prodotto trattato ed il suo trasporto<br />

120) Quale è il tempo di rientro ottimale?<br />

* A. Come minimo 48 ore, se non indicato diversamente o non vi siano particolari motivi<br />

* B. Il tempo dato dall’intervallo di sicurezza<br />

* C. Nessuno, si può accedere immediatamente<br />

121) È possibile miscelare prodotti fitosanitari diversi?<br />

* A. Sì, previa consultazione delle indicazioni di compatibilità in etichetta<br />

* B. Sì, sempre<br />

* C. No, mai<br />

122) Cosa può succedere se vengono contaminati con prodotti fitosanitari canali di irrigazione, corsi<br />

d’acqua, pozzi?<br />

* A. Possono aversi effetti nocivi per i pesci, gli animali e l’uomo<br />

* B. Effetti nocivi solo se l’acqua é utilizzata per irrigazione o per uso alimentare<br />

* C. Nulla se i prodotti usati sono solo non classificati (NC) o irritanti (Xi)<br />

123) Qualora si verifichino nel corso del trattamento incidenti che provocano il versamento nell’ambiente<br />

(terreno, canali) di significative quantità di agrofarmaci, quali misure è opportuno prendere?<br />

* A. Avvertire immediatamente il Comune, la ASL o i Vigili del Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il<br />

più possibile la dispersione del prodotto;<br />

* B. Evitare che qualsiasi persona entri in contatto con la sostanza fuoriuscita e bagnare con acqua il più possibile<br />

il prodotto versato<br />

* C. Procurarsi segatura da spargere sul luogo per assorbire la sostanza fuoriuscita<br />

124) È opportuno irrorare una coltura in presenza di vento?<br />

* A. Sì, comunque<br />

* B. Sì, osservando l’anemometro o tracciati di fumo<br />

* C. No, comunque<br />

76


IV.6: Preparazione e distribuzione della miscela<br />

125) Prima di miscelare due prodotti fitosanitari per un trattamento bisogna:<br />

* A. Leggere attentamente la voce “compatibilità” (o “miscibilità”) sulle etichette o assumere informazioni<br />

adeguate<br />

* B. Preparare due soluzioni distinte e poi unirle per vedere cosa succede<br />

* C. Preparare una dose doppia di acqua perché i prodotti sono due<br />

126) Quando si deve preparare una soluzione per il trattamento con un prodotto fitosanitario in<br />

polvere, è preferibile:<br />

* A. Riempire la cisterna con l’acqua necessaria e poi immettervi la polvere<br />

* B. Riempire la cisterna con la metà dell’acqua necessaria, sciogliere a parte con poca acqua la polvere, immettere<br />

il tutto nella cisterna e dopo portare a volume agitando<br />

* C. Immettere nella cisterna la povere e poi, agitando, tutta l’acqua necessaria<br />

127) Dove è opportuno manipolare i prodotti fitosanitari immediatamente prima dell’impiego?<br />

* A. In un locale con porta munita di serratura, separato dalla abitazione<br />

* B. Su un ripiano sotto una tettoia nelle vicinanze della abitazione<br />

* C. Lontano da abitazioni, in assenza di vento, nel luogo più vicino possibile al campo da trattare.<br />

128) Quando si effettuano trattamenti con formulati in soluzione è opportuno:<br />

* A. Scaricare la soluzione avanzata nel più vicino fossato<br />

* B. Preparare il quantitativo di soluzione effettivamente necessario per il trattamento<br />

* C. Conservare la soluzione rimasta per gettarla appena possibile<br />

129) Come è opportuno segnalare un campo trattato con prodotti fitosanitari?<br />

* A. Recintando adeguatamente tutti i campi trattati<br />

* B. Appendendo agli alberi i contenitori utilizzati<br />

* C. Applicando cartelli in numero sufficiente, con avvertimenti idonei ai margini delle colture trattate<br />

130) Tutti i prodotti fitosanitari possono essere distribuiti nelle colture protette?<br />

* A. Sì senza particolari limitazioni<br />

* B. No, solamente gli insetticidi<br />

* C. Solo quelli per cui non appare il divieto in etichetta o vi è una specifica autorizzazione<br />

131) Esiste un divieto legale di impiego di agrofarmaci in aree di rispetto intorno a pozzi o sorgenti di<br />

acque destinate al consumo umano?<br />

* A. Sì, entro un raggio di 200 m, salvo deroghe specifiche<br />

* B. No<br />

* C. Sì, entro un raggio di 50 m, salvo deroghe specifiche<br />

132) Nel caso si debba trattare 9.000 metri quadrati di terreno e la dose prescritta in etichetta sia di<br />

un litro per ettaro si dovrà:<br />

* A. Usare comunque un litro<br />

* B. Usare 0,9 litri e conservare il restante formulato nella confezione originaria<br />

* C. Preparare la soluzione e gettare il restante formulato<br />

133) Quando in etichetta la dose di impiego viene espressa in grammi per ettaro, passando da una<br />

attrezzatura a volume normale ad una a basso volume occorre variare tale dose?<br />

* A. No<br />

* B. Sì<br />

* C. Sì, se si effettuano trattamenti a colture arboree<br />

134) Chi è responsabile di eventuali danni che potrebbero verificarsi in seguito all’uso degli agrofarmaci<br />

in modo non conforme alle indicazioni?<br />

* A. Colui che ha acquistato l’agrofarmaco o ha eseguito il trattamento<br />

* B. Colui che ha prodotto l’agrofarmaco<br />

* C. Colui che ha venduto il prodotto<br />

77


CAPITOLO IV.7<br />

REGISTRO DEI TRATTAMENTI<br />

O QUADERNO DI CAMPAGNA<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere quali adempimenti seguire successivamente all’esecuzione di<br />

trattamenti con prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Il registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

Il Decreto Presidente Repubblica 290/2001 ha introdotto obblighi relativamente<br />

ai dati di utilizzazione per gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari<br />

e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />

Con la Circolare del 30 ottobre 2002 sono state definite le modalità applicative<br />

relativamente ai dati di utilizzo dei prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti<br />

fitosanitari.<br />

In particolare, per la compilazione del “registro dei trattamenti” noto anche<br />

come “quaderno di campagna”, è necessario:<br />

a. conservare in modo idoneo, per il periodo di un anno, le fatture di acquisto<br />

di tutti i prodotti fitosanitari, nonché la copia dei moduli di acquisto dei prodotti<br />

classificati molto tossici, tossici e nocivi (per gli agricoltori aderenti a misure<br />

agroambientali pluriennali la durata di conservazione è fino a 1 anno<br />

oltre la scadenza dell’impegno);<br />

b. conservare presso l’azienda, a cura dell’utilizzatore che lo deve sottoscrivere,<br />

un registro di tutti i trattamenti effettuati, riportante i dati identificativi dell’azienda,<br />

annotando entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento:<br />

1) la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa<br />

in ettari (nonché, ove pertinenti, le date di semina, trapianto, inizio fioritura<br />

e raccolta);<br />

2) la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata<br />

(espressa in chilogrammi o litri impiegati e dosi/ha) sulla superficie trattata;<br />

3) l’avversità che ha reso necessario il trattamento.<br />

Il registro dei trattamenti deve riportare cronologicamente l’elenco dei trattamenti<br />

eseguiti sulle diverse colture e va conservato anche durante l’anno successivo<br />

a quello a cui si riferiscono i trattamenti annotati. Sul registro devono essere<br />

annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />

utilizzati in azienda, etichettati e contrassegnati con i seguenti simboli e le<br />

indicazioni di pericolo:<br />

molto tossico (T+) tossico (T) nocivo (Xn) irritante (Xi)<br />

facilmente infiammabile (F) comburente (O) corrosivo (C)<br />

pericoloso per l’ambiente (N) non classificati pericolosi (NC)<br />

79<br />

Il registro dei trattamenti<br />

deve essere compilato dall’utilizzatore<br />

dei prodotti fitosanitari.<br />

Il registro dei trattamenti<br />

deve obbligatoriamente riportare<br />

i trattamenti effettuati<br />

con tutti i prodotti<br />

fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />

utilizzati in azienda.


IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

Non è necessario compilare il<br />

registro dei trattamenti per<br />

coloro che utilizzano prodotti<br />

fitosanitari esclusivamente in<br />

orti e giardini famigliari il cui<br />

raccolto è destinato all’autoconsumo.<br />

Il principio secondo il quale<br />

gli agricoltori devono rispettare<br />

i requisiti di protezione<br />

dell’ambiente per poter beneficiare<br />

delle misure di sostegno<br />

del mercato è stato<br />

inserito nella riforma dell’Agenda<br />

2000. La riforma<br />

della PAC del 2003 ha assegnato<br />

maggiore importanza<br />

alla condizionalità, divenuta<br />

obbligatoria.<br />

L'UE mette in atto misure<br />

agroambientali di sostegno<br />

alle pratiche agricole finalizzate<br />

specificamente a contribuire<br />

alla tutela dell'ambiente<br />

e alla salvaguardia del paesaggio,<br />

andando oltre il livello<br />

di base delle "buone pratiche<br />

agricole" (BPA).<br />

Agli agricoltori che non rispettano<br />

le norme in materia<br />

ambientale vengono comminate<br />

sanzioni, che possono<br />

prevedere la riduzione e addirittura<br />

la soppressione degli<br />

aiuti finanziari.<br />

Il registro dei trattamenti deve essere compilato anche per gli interventi fitosanitari<br />

eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate e per gli impieghi<br />

effettuati in ambito extra-agricolo (verde pubblico, diserbo canali, sedi<br />

ferroviarie ecc…).<br />

Sono esentati dalla compilazione del registro dei trattamenti i soggetti che utilizzano<br />

prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto<br />

è destinato all’autoconsumo.<br />

Se l’acquirente e l’utilizzatore di prodotti fitosanitari è il titolare dell’azienda, la<br />

tenuta del registro dei trattamenti rappresenta un adempimento a suo carico.<br />

Il registro può però essere compilato e sottoscritto anche da persona diversa qualora<br />

l’utilizzatore dei prodotti fitosanitari non coincida con il titolare dell’azienda<br />

e con l’acquirente dei prodotti stessi. In questo caso questa persona dovrà essere<br />

espressamente delegata dal titolare dell’azienda agricola (oltre ad essere in possesso<br />

del “patentino” a suo nome, nel caso di impiego di prodotti molto tossici,<br />

tossici e nocivi).<br />

Quando i trattamenti sono realizzati da contoterzisti, ai fini della compilazione<br />

del registro, vi possono essere due soluzioni alternative:<br />

1) il registro dei trattamenti viene compilato dal titolare dell’azienda sulla base<br />

delle informazioni riportate nello specifico modulo rilasciato dal contoterzista<br />

per ogni singolo trattamento effettuato. Il modulo deve contenere i dati relativi<br />

al singolo intervento fitosanitario (coltura trattata e avversità, superficie,<br />

nome del prodotto, quantità, data di inizio e fine del trattamento);<br />

2) il contoterzista annota i singoli trattamenti direttamente sul registro dell’azienda<br />

controfirmando ogni intervento fitosanitario effettuato.<br />

Le garanzie fornite e documentate dall’agricoltore attraverso la tenuta del registro<br />

dei trattamenti rappresentano il punto di partenza del sistema della sicurezza<br />

e qualità igienica degli alimenti di origine vegetale.<br />

Va inoltre ricordato che la Regione Liguria, nell’ambito più generale della sicurezza<br />

alimentare, adotta un piano regionale dei controlli integrati in materia di<br />

sicurezza alimentare (per il periodo 2007- 2010: Allegato alla Delibera di Giunta<br />

n. 547 del 23/05/2008). Nel piano è dettagliata una parte che riguarda i prodotti<br />

fitosanitari, con l’obiettivo di garantire la conoscenza degli agrofarmaci e di ridurne<br />

i rischi derivanti dalla detenzione e dall’utilizzo.<br />

Il Dipartimento di Prevenzione delle AA.SS.LL., per il tramite delle proprie strutture,<br />

deve assicurare l’informazione, la formazione, l’assistenza tecnica agli utilizzatori<br />

e svolgere interventi di vigilanza. È prevista anche una azione<br />

sanzionatoria per i comportamenti non corretti.<br />

Il principio della “condizionalità” e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari<br />

La condizionalità è una componente fondamentale della riforma della politica<br />

agricola comune (PAC) approvata dalla Comunità europea nel 2003. Tale concetto<br />

introduce il principio secondo il quale, per poter accedere al sistema dei<br />

pagamenti comunitari, gli agricoltori devono rispettare determinate norme che<br />

riguardano la corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia dell’ambiente,<br />

la salute pubblica, la salute degli animali e il loro benessere.<br />

Il mancato rispetto di queste norme si traduce nella riduzione totale o parziale<br />

di taluni pagamenti dell’Unione Europea a favore degli agricoltori. Le riduzioni<br />

sono commisurate alla gravità, portata, durata, frequenza e intenzionalità dell’inadempienza.<br />

Il Decreto Ministeriale 15/12/2005, che fissa le disposizioni relative al regime di<br />

“Condizionalità”, fra le norme richiamate cita il DPR 290/2001; è prevista pertanto<br />

la registrazione dei trattamenti fitosanitari sull’apposito “quaderno di<br />

campagna”. La Regione Liguria, con Decreto del Direttore Generale n. 81 del 5<br />

marzo 2009, ha approvato la modulistica denominata “Registro di campagna”.<br />

Per essere costantemente informati sulle norme di condizionalità e sulle iniziative<br />

che la Regione Liguria intraprende su questo tema, consigliamo di consultare le<br />

pagine Internet dedicate alla condizionalità, a cui si può accedere dalla home<br />

page di www.agriligurianet.it.<br />

Per l’anno 2009, la norma di riferimento è la Delibera di Giunta n. 1789<br />

del 22 dicembre 2008.<br />

80


IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

COGNOME O RAGIONE SOCIALE<br />

QUADERNO DI CAMPAGNA<br />

DATI ANAGRAFICI DELL’AZIENDA<br />

NOME SESSO DATA DI<br />

NASCITA<br />

M F<br />

81<br />

giorno mese<br />

anno<br />

COMUNE DI NASCITA PROV.<br />

CODICE FISCALE P.IVA DOMICILIO O<br />

SEDE LEGALE<br />

INDIRIZZO E NUMERO CIVICO<br />

COMUNE PROV.<br />

UBICAZIONE AZIENDA (solo se diverso dal domicilio o sede legale)<br />

INDIRIZZO E NUMERO CIVICO<br />

COMUNE PROV.<br />

RAPPRESENTANTE LEGALE (solo se il titolare è persona giuridica)<br />

COGNOME O RAGIONE SOCIALE<br />

NOME SESSO DATA DI<br />

NASCITA<br />

M F<br />

giorno mese<br />

anno<br />

COMUNE DI NASCITA PROV.<br />

FIRMA DEL TITOLARE DELL’AZIENDA __________________________________


IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

FASE DEL<br />

CICLO<br />

BIOLOGICO (*)<br />

NOTE<br />

Firma<br />

dell’utilizzatore se<br />

diverso dal titolare<br />

dell’Azienda<br />

QUANTITÀ<br />

(Kg o litri)<br />

NOME DEL<br />

PRODOTTO<br />

AVVERSITÀ DA<br />

COMBATTERE<br />

INIZIO FIORITURA<br />

ESTENSIONE IN<br />

ETTARI<br />

COLTURA<br />

DATA<br />

RACCOLTA<br />

TRAPIANTO<br />

82<br />

* mettere la X nella casella corrispondente Quaderno di campagna Azienda _____________________________ pag.<br />

______


IV.7: Registro dei trattamenti o quaderno di campagna<br />

CAP IV.7<br />

REGISTRO DEI TRATTAMENTI O QUADERNO DI CAMPAGNA<br />

135) Quali tipologie di trattamenti occorre annotare sul registro di campagna?<br />

* A. Solo i trattamenti con i prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />

* B. Solo i trattamenti con insetticidi e fungicidi<br />

* C. I trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />

136) Per quanto tempo è necessario conservare le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari?<br />

* A. Trenta giorni<br />

* B. Un anno nel caso in cui non si aderisca a misure agroambientali del PSR; in tal caso un anno dopo la<br />

scadenza degli impegni<br />

* C. È necessrio solo per le aziende che tengono la contabilità IVA<br />

137) Cosa deve essere indicato nel registro?<br />

* A. Coltura trattata, superficie, data del trattamento, prodotto utilizzato e quantità<br />

* B. La data del trattamento<br />

* C. I trattamenti effettuati con prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />

138) Chi è esonerato dalla compilazione del registro dei trattamenti?<br />

* A. Chi utilizza i prodotti fitosanitari solo sulle derrate alimentari<br />

* B. Chi utilizza prodotti fitosanitari solo in ambito extraagricolo (es. verde pubblico)<br />

* C. Chi utilizza prodotti fitosanitari in orti e giardini familiari, per esclusivo autoconsumo.<br />

139) La tenuta del registro dei trattamenti è obbligatoria solo per l’ottenimento di contributi comunitari?<br />

* A. Sì<br />

* B. Solo per acquisti di attrezzature per i trattamenti<br />

* C. Il registro è sempre obbligatorio, anche per chi non chiede contributi comunitari.<br />

83


CAP. IV.8<br />

RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE<br />

DEL PRODOTTO<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere i limiti tecnici che consentono di commercializzare i prodotti<br />

agricoli nel rispetto delle normative di sicurezza alimentare<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Tempo di carenza o intervallo di sicurezza<br />

Residuo<br />

Limite di tolleranza<br />

Effettuato l’ultimo trattamento, prima di raccogliere il prodotto è necessario attendere<br />

il cosiddetto tempo di carenza o intervallo di sicurezza indicato sulla<br />

confezione. Il tempo di carenza è l’intervallo minimo di tempo, espresso in giorni,<br />

che deve trascorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta, o, per le derrate alimentari<br />

immagazzinate, tra l’ultimo trattamento e l’immissione al consumo.<br />

Il tempo di carenza non dipende dalla classe tossicologica e dalla concentrazione<br />

di sostanza attiva, ma è correlato con il tipo di coltura trattata e con la degradabilità<br />

e volatilità del prodotto. Perciò un prodotto “non classificato” o “irritante”<br />

può avere un tempo di carenza maggiore rispetto ad un prodotto “molto tossico”<br />

e viceversa.<br />

Il tempo di carenza rimane invariato anche se si utilizza una dose ridotta di prodotto<br />

fitosanitario o se dopo il trattamento si verifica una pioggia o si effettua<br />

un lavaggio o un’irrigazione. In caso di trattamento con miscele di più prodotti<br />

fitosanitari, occorre rispettare il tempo di carenza più lungo tra quelli indicati<br />

per i singoli prodotti. Deve sempre essere rispettato anche nel caso di colture a<br />

raccolta scalare (es. pomodoro, zucchino, ecc.).<br />

L’intervallo di sicurezza o tempo di carenza deve essere sempre riportato in etichetta<br />

quando le colture o le derrate trattate hanno una destinazione alimentare.<br />

Per questa ragione le colture ornamentali non necessitano di questa indicazione.<br />

Può inoltre essere non richiesto e quindi non riportato in etichetta per alcuni<br />

prodotti (es. qualche diserbante) quando l’impiego avviene in epoche molto lontane<br />

dalla raccolta o vengono eseguiti trattamenti in aree come, ad esempio,<br />

sedi ferroviarie, bordi stradali ecc..<br />

Il mancato rispetto del tempo di carenza può determinare la presenza di indesiderati<br />

residui di prodotti fitosanitari sugli alimenti. L’operatore agricolo poco<br />

scrupoloso, in questo caso, sulla base degli accertamenti effettuati dalle competenti<br />

Aziende Sanitarie Locali, può andare incontro ad una denuncia di carattere<br />

penale; anche per questo motivo è necessario tenere aggiornato il registro di<br />

85<br />

Intervallo di sicurezza<br />

tempo di carenza<br />

numero minimo di giorni che<br />

deve intercorrere tra la data<br />

in cui è stato eseguito il trattamento<br />

e quella della raccolta<br />

delle derrate per la loro<br />

immissione al consumo.<br />

Anche per i trattamenti in<br />

post-raccolta è necessario rispettare<br />

il tempo di carenza<br />

prima di immettere le derrate<br />

sul mercato.


IV.8: Raccolta e commercializzazione del prodotto<br />

Il tempo di carenza non cambia<br />

anche se le derrate vengono<br />

lavate, conservate dopo<br />

la raccolta o destinate alla<br />

trasformazione industriale.<br />

L’intervallo di sicurezza deve<br />

essere sempre riportato in etichetta<br />

quando le colture o le<br />

derrate trattate hanno una<br />

destinazione alimentare.<br />

Il tempo di carenza deve sempre<br />

essere rispettato anche<br />

nel caso di colture a raccolta<br />

scalare.<br />

Residuo<br />

quantità di sostanza attiva<br />

presente sulle parti vegetali<br />

trattate.<br />

Si esprime in ppm o mg/kg<br />

Limite di tolleranza<br />

limite massimo di residuo<br />

(LMR) delle sostanze attive<br />

dei prodotti fitosanitari tollerato<br />

nei prodotti destinati<br />

all’alimentazione (prodotti<br />

ortofrutticoli freschi e derrate).<br />

campagna quale documento insostituibile per tutte le eventuali verifiche per<br />

l’accertamento del corretto utilizzo dei fitofarmaci.<br />

Per residuo si intende la quantità di sostanza attiva di un determinato prodotto<br />

fitosanitario che è presente sulle parti vegetali trattate. Si esprime in ppm (parti<br />

per milione) o in mg/kg.<br />

Il limite di tolleranza, (LMR) invece, è la quantità massima di sostanza attiva<br />

che può essere presente sui vegetali immessi sul mercato e rappresenta il limite<br />

entro cui non dovrebbe essere dannosa per il consumatore. È opportuno tenere<br />

presente che qualora vengano eseguiti più trattamenti utilizzando la stessa sostanza<br />

attiva, possono determinarsi effetti di accumulo. È quindi possibile che<br />

anche rispettando il periodo di carenza in occasione dell’ultimo trattamento, la<br />

quantità di residuo sia superiore al limite di tolleranza ammesso per legge.<br />

A partire dal 1 settembre 2008 i valori dei Limiti di tolleranza sono stati armonizzati<br />

a livello europeo con l’applicazione del Regolamento CE 396/2005. Questo<br />

significa che da questa data i LMR sono fissati esclusivamente a livello europeo<br />

e non più dai singoli Stati membri. Per gli LMR non ancora armonizzati, stabiliti<br />

a livello nazionale, saranno fissati LMR provvisori che saranno successivamente<br />

riesaminati con i criteri stabiliti a livello comunitario.<br />

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) con sede a Parma, è l’ente<br />

che si occupa della valutazione della sicurezza dei consumatori, basandosi sulla<br />

tossicità degli agrofarmaci, sui livelli massimi previsti sugli alimenti e sui diversi<br />

regimi alimentari dei consumatori (es. dieta vegetariana, dieta per neonati, bambini,<br />

ecc.).<br />

È ovvio che per quanto riguarda le colture non destinate all’alimentazione dell’uomo<br />

e degli animali (es. colture floricole) il tempo di carenza, il residuo e il limite<br />

di tolleranza possono non essere presi in considerazione, mentre per i<br />

trattamenti dei prodotti alimentari, anche in post-raccolta, vanno assolutamente<br />

rispettati.<br />

86


IV.8: Raccolta e commercializzazione del prodotto<br />

CAP IV.8<br />

RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEL PRODOTTO<br />

140) L’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario varia se viene diminuita la concentrazione<br />

d’impiego?<br />

* A. Non varia<br />

* B. Diminuisce proporzionalmente alle concentrazioni<br />

* C. Diminuisce riducendo le quantità di acqua impiegata<br />

141) Il lavaggio o la conservazione dei prodotti ortofrutticoli successivi al trattamento modificano<br />

l’intervallo di sicurezza di un prodotto fitosanitario applicato in campo?<br />

* A. Si annulla l’intervallo di sicurezza<br />

* B. Rimane inalterato l’intervallo di sicurezza<br />

* C. L’intervallo di sicurezza viene ridotto<br />

142) Nel caso di vegetali destinati alla trasformazione industriale, surgelati o conservati si deve o no<br />

tenere conto dell’intervallo di sicurezza?<br />

* A. No, se i prodotti vengono lavati con acqua bollente<br />

* B. Si deve tenere conto<br />

* C. Non si deve tenere conto<br />

143) Cosa è il limite di tolleranza?<br />

* A. La quantità massima di formulato che può essere versata nel terreno<br />

* B. La quantità di formulato che può essere tollerata dalla coltura<br />

* C. La quantità massima di sostanza attiva, o dei suoi prodotti di degradazione, che può essere presente sui<br />

vegetali successivamente alla raccolta<br />

144) Cosa si intende per intervallo di sicurezza?<br />

* A. L’intervallo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra il primo trattamento effettuato sulla<br />

coltura e la raccolta<br />

* B. L’intervallo minimo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento effettuato<br />

con un determinato prodotto fitosanitario e la raccolta e, per le sostanze alimentari immagazzinate, tra<br />

l’ultimo trattamento e l’immissione nel circuito di distribuzione per il consumo<br />

* C. L’intervallo di tempo, espresso in giorni, dopo il quale diventa accessibile il terreno<br />

145) Cosa si intende dal punto di vista sanitario per residuo di una sostanza attiva?<br />

* A. La percentuale di sostanza attiva presente nel prodotto fitosanitario<br />

* B. La quantità di sostanza attiva, delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti di metabolizzazione, degradazione<br />

o reazione presenti in qualsiasi substrato (vegetali, alimenti, suolo, acqua)<br />

* C. La quantità di agrofarmaco che residua nel serbatoio della macchina di distribuzione dopo aver effettuato<br />

il trattamento<br />

146) Dovendo fare un trattamento su colture ortive a maturazione scalare (es. fragola, zucchino,<br />

pomodoro etc.).<br />

* A. Bisogna sempre rispettare l’intervallo di sicurezza<br />

* B. Non bisogna rispettare i tempi di carenza in quanto la raccolta è frazionata nel tempo<br />

* C. Bisogna rispettare i tempi di carenza soltanto per l’ultima raccolta<br />

147) Se si effettuano trattamenti della frutta in post-raccolta, prima di immetterla sul mercato è<br />

necessario:<br />

* A. Rispettare assolutamente l’intervallo di sicurezza<br />

* B. Pulirla meccanicamente<br />

* C. Lavarla<br />

148) I prodotti fitosanitari non classificati o irritanti hanno sempre un intervallo di sicurezza più breve<br />

rispetto ai prodotti fitosanitari molto tossici, tossici o nocivi?<br />

* A. Sì, perché non sono velenosi<br />

* B. Dipende dall’andamento stagionale<br />

* C. No, l’intervallo di sicurezza non dipende solo dalla classe dell’agrofarmaco<br />

87


CAPITOLO IV.9<br />

LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI<br />

IN AGRICOLTURA<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le modalità per il corretto smaltimento dei residui degli agrofarmaci<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Classificazione dei rifiuti<br />

Bonifica dei contenitori vuoti<br />

Adempimenti delle aziende per il corretto smaltimento dei rifiuti speciali<br />

Tutti i rifiuti prodotti dall’uomo sono stati classificati dalla Comunità Europea<br />

che ha approvato nel 2001 un Regolamento (CE 2557/2001) con il quale è stato<br />

istituito un elenco dei rifiuti. Questi sono suddivisi, in base all’origine, in rifiuti<br />

urbani e rifiuti speciali e, in base alle caratteristiche di pericolosità, in rifiuti<br />

pericolosi e rifiuti non pericolosi. Ogni tipo di rifiuto prodotto è così identificato<br />

mediante un codice, chiamato codice CER (Codice Europeo dei Rifiuti).<br />

Per esempio i sacchi che contengono i concimi sono identificati con il codice CER<br />

020104; oppure gli agrofarmaci scaduti o non più utilizzabili e i loro contenitori<br />

hanno il codice CER 020108. L’istituzione di questo elenco e la conseguente classificazione<br />

dei rifiuti secondo diverse tipologie ha lo scopo di stabilire il modo<br />

migliore di smaltire o riciclare i rifiuti, nel rispetto dell’ambiente.<br />

L’Italia nel 2006 ha recepito il Regolamento comunitario approvando due provvedimenti<br />

di riordino della normativa sui rifiuti.<br />

il Decreto legislativo 152/2006 (recante “Norme in materia ambientale”), allegato<br />

D, parte IV;<br />

il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 2 maggio 2006 (Istituzione dell’elenco<br />

dei rifiuti) emanato in attuazione del D. lgs 152/2006, allegato A.<br />

In essi sono stabilite anche le procedure da seguire per smaltire correttamente i<br />

propri rifiuti, specialmente quando si tratta di rifiuti speciali.<br />

La Regione Liguria, già nel 2001, ha stipulato un accordo di programma per la<br />

gestione dei rifiuti agricoli tra Regione, Province, Comuni ed Organizzazioni del<br />

settore agricolo.<br />

RIFIUTI AGRICOLI<br />

I rifiuti agricoli sono considerati rifiuti speciali e devono quindi essere smaltiti<br />

rispettando una particolare procedura che è più complessa se i rifiuti speciali sono<br />

pericolosi, semplificata e meno onerosa se i rifiuti speciali sono non pericolosi.<br />

89<br />

CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI<br />

Reg. CE 2557/01 D. lgs 152/06<br />

(art.184)<br />

Origine<br />

– Rifiuti urbani<br />

– Rifiuti speciali<br />

Caratteristiche di pericolosità<br />

– Rifiuti pericolosi<br />

– Rifiuti non pericolosi<br />

Isola ecologica


IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />

La responsabilità del detentore<br />

per il corretto smaltimento<br />

è esclusa qualora abbia<br />

conferito i propri rifiuti a soggetti<br />

autorizzati alle attività di<br />

smaltimento o di recupero, a<br />

condizione che abbia ricevuto<br />

la quarta copia del formulario<br />

controfirmato e datato in arrivo<br />

dal destinatario entro 3<br />

mesi dalla data di conferimento<br />

al trasportatore.<br />

Il registro di carico e scarico<br />

agrofarmaci e contenitori<br />

vuoti deve essere compilato<br />

a cura dell’agricoltore.<br />

I dati devono corrispondere a<br />

quanto riportato nel quaderno<br />

di campagna.<br />

DGR 1383/2001 (Accordo di<br />

Programma):<br />

definisce procedure particolari<br />

per la gestione dei rifiuti<br />

agricoli:<br />

➢ deposito temporaneo;<br />

➢ raccolta;<br />

➢ gestione contenitori<br />

prodotti fitosanitari non<br />

contaminati (bonificati);<br />

➢ trasporto;<br />

➢ registro di carico e scarico<br />

e dichiarazione annuale.<br />

Sono considerati rifiuti speciali pericolosi gli agrofarmaci scaduti o non più<br />

utilizzabili, i contenitori parzialmente vuoti, i contenitori vuoti, i filtri, le maschere<br />

e i caschi scaduti oppure esausti, le tute usa e getta per trattamenti con<br />

agrofarmaci.<br />

Sono considerati rifiuti speciali non pericolosi i contenitori vuoti bonificati, i<br />

sacchi vuoti dei concimi, i tubi per l’irrigazione, le reti per la raccolta delle olive<br />

ed altro ancora.<br />

PROCEDURE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI<br />

Legislazione nazionale<br />

La procedura di smaltimento stabilita a livello nazionale prevede che i rifiuti<br />

speciali possano essere trasportati solo da imprese iscritte all’Albo nazionale delle<br />

imprese che effettuano la gestione dei rifiuti (Albo gestori rifiuti). L’elenco<br />

dei gestori rifiuti per tutta la Regione Liguria è consultabile presso la Camera di<br />

Commercio Industria e Artigianato di Genova. I rifiuti speciali devono inoltre essere<br />

accompagnati da un documento di trasporto chiamato formulario di identificazione,<br />

nel quale sono indicati gli estremi identificativi del produttore dei<br />

rifiuti, il tipo di rifiuto trasportato e dove esso viene portato, cioè l’impianto di<br />

destinazione.<br />

Il formulario deve essere redatto in quattro copie tutte firmate dal produttore<br />

e controfirmate dal trasportatore: il produttore dei rifiuti (l’agricoltore) deve<br />

conservarne una copia per almeno 5 anni; le altre tre copie vengono consegnate<br />

invece al trasportatore che le fa firmare e datare dal destinatario quando consegna<br />

i vuoti: di queste tre copie, una rimane al destinatario finale; una rimane<br />

al trasportatore e l’ultima viene spedita dal trasportatore all’agricoltore, che ha<br />

così conferma che i suoi rifiuti sono giunti all’impianto finale di destinazione.<br />

Occorre inoltre tenere un registro di carico e scarico dei rifiuti speciali da smaltire<br />

e presentare annualmente una comunicazione al catasto rifiuti presso la Camera<br />

di Commercio, tramite il MUD, Modello Unico di Dichiarazione<br />

ambientale.<br />

Legislazione regionale<br />

La Regione Liguria con l’Accordo di programma del 2001 ha semplificato la complessa<br />

procedura nazionale per quanto riguarda i rifiuti agricoli.<br />

In base a tale norma, se un’azienda produce solo rifiuti speciali non pericolosi<br />

può trasportare autonomamente i propri rifiuti a condizione che il conferimento<br />

avvenga presso il gestore del servizio pubblico di raccolta con il quale<br />

è stata stipulata una apposita convenzione. In questo caso non è richiesta l’iscrizione<br />

all’Albo gestori rifiuti, né il registro di carico e scarico, né la conseguente<br />

dichiarazione MUD. La compilazione del formulario di identificazione è richiesta<br />

solo se si supera la quantità di 30 kg o 30 l.<br />

Se un’azienda produce anche rifiuti speciali pericolosi può trasportarli autonomamente,<br />

purché in quantità inferiore a 30 kg o 30 l al giorno e verso<br />

i centri di raccolta pubblici con i quali deve essere stipulata un’apposita convenzione.<br />

Sempre per quantitativi inferiori a 30 kg o 30 l al giorno non è necessaria<br />

la compilazione del formulario di identificazione. Il registro di carico e scarico dei<br />

rifiuti è richiesto nel caso in cui l’azienda agricola abbia un volume d’affari superiore<br />

a € 8.000 all’anno e non conferisca i rifiuti pericolosi al servizio pubblico.<br />

In tutti gli altri casi è necessario adempiere agli obblighi previsti dalla legislazione<br />

nazionale.<br />

Rimane una ulteriore semplificazione prevista dal citato accordo di programma<br />

che riguarda il formulario di identificazione: tale certificato può essere sostituito<br />

dal documento di conferimento che va redatto in duplice copia.<br />

Un provvedimento statale di semplificazione, specifico per le imprese agricole<br />

(articolo 4 quinquies, comma 1, lett. b della Legge 30 dicembre 2008 n. 205), istituisce<br />

su tutto il territorio nazionale alcune facilitazioni già previste dall’accordo<br />

regionale.<br />

90


IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />

CENTRI DI RACCOLTA<br />

Prima di essere trasportati alle apposite stazioni ecologiche, i rifiuti agricoli si<br />

possono conservare in azienda, al massimo per un anno per quantitativi inferiori<br />

ai 20 mc, per tre mesi se viene superata questa quantità. I rifiuti vanno inseriti in<br />

sacchi impermeabili e chiusi ermeticamente, sui quali deve essere collocata<br />

un’etichetta contenente i dati identificativi del produttore.<br />

I sacchi destinati allo smaltimento devono essere conservati in aree recintate e<br />

con modalità tali da escludere dispersioni di materiali nell’ambiente.<br />

Nella Regione Liguria esistono molte aree ecologiche pubbliche. I Comuni che<br />

ospitano questi centri di raccolta decidono autonomamente quali tipi di rifiuti<br />

possono accogliere secondo criteri qualitativi (tipo di rifiuti) e quantitativi, in<br />

base ai quali i rifiuti speciali vengono assimilati a quelli urbani. In alcuni casi, per<br />

determinate tipologie di rifiuti, come i rifiuti agricoli speciali, le aree ecologiche<br />

accettano tali rifiuti su convenzione e dietro versamento di una tariffa supplementare.<br />

Con l’accordo di programma regionale si possono formare centri di raccolta collettivi<br />

dei rifiuti agricoli, che possono essere autorizzati dalla Provincia con una<br />

procedura semplificata ed essere così equiparati alle isole ecologiche pubbliche.<br />

BONIFICA DEI CONTENITORI VUOTI<br />

Come già detto i contenitori vuoti di agrofarmaci sono considerati rifiuti speciali<br />

pericolosi e devono essere smaltiti secondo la procedura da applicarsi ai<br />

rifiuti speciali pericolosi in agricoltura. La bonifica dei contenitori vuoti dei prodotti<br />

fitosanitari prima della raccolta consente una gestione meno onerosa dei<br />

rifiuti. Con tale operazione è possibile procedere ad un loro corretto smaltimento<br />

ed a costi non particolarmente elevati.<br />

L’operazione di bonifica prevede i seguenti passaggi:<br />

ÿ lavaggio con acqua del contenitore vuoto per rimuovere la massima quantità<br />

possibile di prodotto. Si considera idoneo il lavaggio che avvenga mediante<br />

almeno tre risciacqui consecutivi. Il residuo liquido del lavaggio va utilizzato<br />

soltanto nella miscela del prodotto fitosanitario. Qualora l’utilizzo delle acque<br />

di lavaggio fosse reso impossibile, tali acque vanno smaltite come rifiuti liquidi<br />

conferendole a trasportatori iscritti all’Albo gestori rifiuti. Il lavaggio è considerato<br />

procedura idonea e sufficiente se riferito a contenitori vuoti di plastica,<br />

di metallo ed anche di carta, purché internamente plastificati;<br />

ÿ scuotimento dei contenitori di carta, internamente non plastificati, sul recipiente<br />

in cui si prepara la miscela per liberarli della residua parte di prodotto<br />

fitosanitario ancora contenuto.<br />

Il contenitore così trattato si considera bonificato ed appartenente alla categoria<br />

dei rifiuti speciali non pericolosi.<br />

Durante la bonifica l’operatore deve utilizzare gli idonei dispositivi di protezione<br />

individuale (DPI).<br />

91<br />

Rifiuti non pericolosi<br />

Il sacchetto, resistente agli<br />

strappi ed alle sostanze chimiche<br />

deve riportare:<br />

- ragione sociale dell’azienda<br />

agricola;<br />

- indirizzo della sede;<br />

- codice fiscale dell’imprenditore<br />

agricolo.<br />

I rifiuti non pericolosi possono<br />

essere stoccati in azienda per<br />

un termine massimo di durata<br />

di 12 mesi, se il quantitativo<br />

di rifiuti depositati non supera<br />

i 20 mc. In caso di superamento<br />

di tale quantitativo i rifiuti<br />

devono essere raccolti ed<br />

avviati a recupero o smaltimento<br />

ogni tre mesi.<br />

I rifiuti pericolosi possono essere<br />

temporaneamente stoccati<br />

in azienda:<br />

il termine massimo di durata<br />

del deposito è di 12 mesi, se<br />

il quantitativo di rifiuti depositati<br />

non supera i 10 mc. In<br />

caso di superamento di tale<br />

quantitativo i rifiuti devono<br />

essere raccolti ed avviati a recupero<br />

o smaltimento ogni<br />

due mesi.


IV.9: Lo smaltimento dei rifiuti in agricoltura<br />

CAP IV.9<br />

LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI IN AGRICOLTURA<br />

149) Ai sensi della vigente normativa, come sono classificati i rifiuti prodotti dalla azienda agricola?<br />

* A. Rifiuti urbani<br />

* B. Rifiuti non pericolosi<br />

* C. Rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi)<br />

150) Cosa si intende per bonifica dei contenitori dei prodotti fitosanitari?<br />

* A. Per i contenitori in plastica o metallo, lavaggio con acqua (almeno tre risciacqui)<br />

* B. Sotterramento dei contenitori vuoti, lontano da corsi d’acqua<br />

* C. Bruciare i contenitori vuoti<br />

151) Per quanto tempo si possono conservare i contenitori vuoti bonificati (non pericolosi) di prodotto<br />

fitosanitario, in attesa di smaltimento?<br />

* A. Fino a 10 mc si possono conservare per 12 mesi<br />

* B. Fino a 20 mc si possono conservare per 12 mesi<br />

* C. Si possono conservare tre mesi senza limiti di quantitativi<br />

152) Che cos’è l’accordo di programma per la gestione dei rifiuti agricoli?<br />

* A. Una procedura semplificata adottata dalla Regione Liguria per lo smaltimento dei rifiuti speciali in agricoltura,<br />

in convenzione con centri di raccolta pubblici<br />

* B. È una procedura che riguarda solo i rifiuti pericolosi<br />

* C. Una procedura basata sull’accordo con ditte private che smaltiscono rifiuti speciali pericolosi<br />

153) Quali rischi possono provenire dai contenitori dei prodotti fitosanitari?<br />

* A. Nessuno<br />

* B. Solo un deturpamento del paesaggio<br />

* C. Intossicazioni a coloro che li riutilizzano ed inquinamenti delle acque e del suolo<br />

92


IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

CAPITOLO IV.10<br />

COME È POSSIBILE RIDURRE<br />

L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

distinguere le diverse modalità di lotta fitosanitaria<br />

conoscere le tecniche che consentono una razionalizzazione dell’uso dei<br />

prodotti fitosanitari<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Introduzione<br />

Sistemi di lotta<br />

Lotta chimica tradizionale o a “calendario”<br />

Lotta guidata<br />

Lotta biologica<br />

Lotta biotecnologia<br />

Agricoltura Biologica<br />

Lotta integrata<br />

Interventi fitosanitari e lotte obbligatorie<br />

Casi concreti in Liguria<br />

Introduzione<br />

Ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari tradizionali è un problema sempre più<br />

attuale. La grande diffusione di insetticidi e fungicidi di sintesi che si ebbe a partire<br />

dagli anni ‘50 del secolo passato, a cui si accompagnò una radicale trasformazione<br />

dei sistemi di coltivazione delle piante con un consistente aumento<br />

delle produzioni agricole, fece ritenere che tali prodotti costituissero la risoluzione<br />

finale dei problemi relativi alla difesa delle colture.<br />

L’ottimismo generato dai risultati derivanti dall’uso massiccio dei prodotti di sintesi<br />

si è poi ridimensionato a causa dei loro effetti negativi sull’ecosistema agrario<br />

(inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, eliminazione degli organismi<br />

utili ed insorgenza di avversità nuove o fino ad allora contenute, insorgenza di<br />

fenomeni di resistenza, ecc.).<br />

L’opinione pubblica è divenuta sempre più attenta alle possibili ripercussioni<br />

dell’impiego dei mezzi chimici in agricoltura, specialmente nei riguardi dei consumatori<br />

oltre che dell’ambiente. Anche a livello normativo l’attenzione al problema<br />

è stata crescente negli ultimi anni, tanto che la sicurezza dei prodotti<br />

alimentari è divenuta uno dei cardini della politica comunitaria.<br />

L’agricoltore si trova nella duplice posizione di consumatore e cittadino, al quale<br />

ovviamente interessa il rispetto ambientale e la sua salute, e di operatore professionale<br />

che trova nell’attività agricola la sua fonte di reddito. Per l’operatore<br />

professionalmente impegnato, al momento attuale, purtroppo non è possibile<br />

93<br />

La difesa delle piante con<br />

prodotti fitosaniari iniziò in<br />

modo esteso più di un secolo<br />

fa, con la scoperta delle proprietà<br />

fungicide del rame<br />

contro la peronospora della<br />

vite. Per molto tempo sono<br />

stati utilizzati prodotti di origine<br />

minerale, non di sintesi<br />

chimica.<br />

Il numero di specie d’insetti<br />

resistenti è aumentato dal<br />

1965 al 1980 del 150%.<br />

A Parma ha sede l'Autorità<br />

europea per la sicurezza alimentare<br />

(EFSA), un organo<br />

indipendente che fornisce il<br />

suo contributo quando la legislazione<br />

comunitaria è in<br />

fase di stesura ed esprime pareri<br />

quando si verificano<br />

emergenze alimentari.


IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

In Regione Liguria sono operativi<br />

Centri servizi che svolgono<br />

funzioni di consulenza<br />

e sostegno alle più importanti<br />

coltivazioni:<br />

• Servizio Fitosanitario<br />

Regionale<br />

• Centro di agrometereologia<br />

applicata<br />

• Laboratorio di analisi<br />

fitopatologia<br />

• Laboratorio di analisi dei<br />

terreni<br />

• Centro Regionale di Sperimentazione<br />

ed Assistenza<br />

Agricola (CeRSAA)<br />

• Istituto regionale per la floricoltura<br />

di Sanremo<br />

La lotta a calendario consiste<br />

in trattamenti cautelativi<br />

ripetuti ad intervalli prestabiliti<br />

seguendo le fasi fenologiche<br />

delle colture, senza tenere<br />

conto della presenza del parassita,<br />

della entità della popolazione<br />

o del rischio reale di<br />

sviluppo della malattia.<br />

Nella lotta a calendario<br />

spesso si effettuano i trattamenti<br />

senza verificarne l’effettiva<br />

necessità.<br />

La lotta guidata nasce con<br />

l'introduzione di una comparazione<br />

tra costi e benefici del<br />

trattamento che si concretizza<br />

nel concetto di soglia<br />

d'intervento<br />

Cartella cromotropica su olivo<br />

Trappola a feromoni per la lotta<br />

alla mosca dell’olivo<br />

fare a meno dei prodotti fitosanitari, sebbene essi rappresentino un elevato<br />

costo di produzione ed un possibile rischio aggiuntivo per la sua salute.<br />

In ogni caso, se non si può fare a meno dei prodotti fitosanitari, è sicuramente<br />

possibile utilizzarli più razionalmente ed anche ridurne l’impiego. In sintesi, per<br />

ottenere una riduzione dell’impiego degli agrofarmaci tradizionali, senza compromettere<br />

in quantità e qualità il livello produttivo, è necessaria una evoluzione<br />

dei sistemi di lotta che porti, ove possibile, all’integrazione dei vari mezzi impiegabili<br />

nella difesa delle colture favorendo l’introduzione di mezzi alternativi (biologici,<br />

fisici, ecc.). Presupposto fondamentale per una moderna strategia di difesa<br />

è la funzionalità dei servizi di supporto all’azienda. Tra questi assume un ruolo<br />

fondamentale l’assistenza tecnica aziendale, collegata ai servizi diagnostici, alla<br />

sperimentazione applicata e alle attività di formazione rivolte agli agricoltori.<br />

SISTEMI DI LOTTA<br />

I sistemi di lotta agli agenti dannosi alle coltivazioni sono molteplici ed in continua<br />

evoluzione. A titolo di esempio si riportano definizioni dei sistemi di lotta<br />

più frequenti, passando da quello più tradizionale (lotta a calendario) a quelli<br />

più razionali dal punto di vista igienico-sanitario e ambientale.<br />

Lotta chimica tradizionale o a “calendario”<br />

Con questo metodo, l’intervento antiparassitario viene eseguito a cadenze fisse<br />

o in determinati periodi stagionali e non viene collegato alla presenza effettiva<br />

del parassita o all’andamento climatico. Si parte dal presupposto che la coltura<br />

debba essere protetta preventivamente nelle fasi fenologiche (es. germogliamento,<br />

fioritura, allegagione, maturazione …) suscettibili di attacco. Una volta<br />

effettuato il primo trattamento, per molte avversità, la ripetizione degli interventi<br />

si basa su turni fissi prestabiliti in funzione della persistenza dei prodotti<br />

impiegati. In questo caso, l’impiego dell’agrofarmaco spesso può risultare inutile<br />

ed in genere viene effettuato un numero di interventi superiore a quello necessario.<br />

Questo provoca evidenti inconvenienti sia dal punto di vista dei costi di<br />

produzione che per gli squilibri ambientali in genere (ad esempio danni agli organismi<br />

utili e comparsa di eventuali fenomeni di resistenza nei parassiti).<br />

È un tipo di lotta che viene attuata quando non si è in grado di monitorare il patogeno/parassita<br />

o quando è troppo oneroso farlo.<br />

Lotta guidata<br />

Con lotta guidata si intende il controllo dei parassiti mediante interventi effettuati<br />

nel momento tecnicamente ed economicamente più opportuno e con<br />

l’agrofarmaco più idoneo. Per attuare questo tipo di lotta è necessario conoscere<br />

la biologia del parassita, verificarne la presenza in campo, rilevare i parametri<br />

climatici (es. temperatura ed umidità), conoscere le “soglie di intervento”, o<br />

gli indici epidemiologici per le malattie fungine. Sulla base di tutte queste ed<br />

altre informazioni sarà possibile indicare il momento e l’agrofarmaco più idoneo<br />

per il trattamento. Le soglie di intervento o gli indici epidemiologici vanno intesi<br />

come valori che indicano il limite della presenza tollerabile del parassita: col superamento<br />

di tali limiti si riscontrano danni economici sensibili e, pertanto, risulta<br />

tecnicamente ed economicamente conveniente mettere in atto sistemi di<br />

lotta. Nella scelta dell’agrofarmaco si dovrà tenere conto della efficacia specifica<br />

e della selettività verso gli organismi utili, della tossicità nei confronti dell’operatore<br />

e della persistenza. La persistenza di un agrofarmaco, non dimentichiamolo,<br />

è direttamente legata al problema dei residui e all’intervallo di sicurezza.<br />

Per facilitare la lotta guidata sono necessari strumenti per rilevare la presenza<br />

del parassita e l’andamento dei fattori climatici. Il monitoraggio del parassita<br />

può essere effettuato con trappole di diverso tipo: cartelle adesive di vario colore<br />

(cromotropiche), trappole a base di sostanze alimentari, trappole luminose, trappole<br />

a feromoni (i feromoni sono sostanze odorose che emettono gli insetti<br />

per comunicare). Per rilevare i dati meteorologici, a seconda della situazione ambientale<br />

in cui si opera, possono essere utilizzate delle capannine meteorologiche<br />

94


IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

od anche dei semplici termoigrografi (che registrano l’andamento di temperatura<br />

ed umidità relativa). La lotta guidata si pone quindi l’obiettivo di razionalizzare<br />

al massimo l’impiego dei prodotti fitosanitari, evitando sprechi ed effetti<br />

negativi sull’operatore e l’ambiente.<br />

Un primo esempio di lotta guidata, adottata in passato sulla vite, è stato l’applicazione<br />

della “regola dei tre dieci”. Con questa regola si stima l’inizio dell’infezione<br />

peronosporica (Plasmopara viticola) sulla vite quando:<br />

° i germogli raggiungono la lunghezza di 10 cm;<br />

° la temperatura ambientale minima è almeno 10 °C;<br />

° c’è stata una pioggia di almeno 10 mm.<br />

Oggigiorno si utilizzano modelli epidemiologici elaborati al computer, che valutano<br />

il rischio di comparsa dell’infezione sulla base delle condizioni climatiche e<br />

colturali favorevoli al suo sviluppo. Il modello simula la dinamica delle infezioni<br />

primarie e secondarie di Plasmopara viticola in determinati areali viticoli sulla<br />

base delle condizioni meteorologiche.<br />

Lotta biologica<br />

Con la lotta biologica vengono combattuti i parassiti delle colture mediante i<br />

loro antagonisti naturali (vedi mezzi biologici di lotta), i quali esplicano la loro<br />

attività attraverso predazione o parassitismo. È più semplice incrementare le specie<br />

utili già presenti nell’agroambiente, a tal proposito è opportuno ricordare<br />

alcune pratiche che consentono di favorire questo fenomeno:<br />

- uso di agrofarmaci selettivi, che abbiano un impatto molto contenuto sull’ambiente;<br />

- rispetto di specie vegetali spontanee che possono fungere da rifugio agli organismi<br />

ausiliari;<br />

- utilizzo di pratiche atte a migliorare la sopravvivenza degli ausiliari.<br />

Purtroppo al momento, pur essendo disponibili mezzi biologici attivi contro parassiti<br />

sia di origine vegetale che animale, è difficile risolvere i problemi di difesa<br />

fitosanitaria delle colture ricorrendo esclusivamente ai mezzi biologici. Pertanto<br />

la lotta biologica dovrebbe essere utilizzata ad integrazione di differenti metodi<br />

di difesa in agricoltura tradizionale, in agricoltura integrata, in agricoltura biologica,<br />

in ambiente forestale e in ambiente urbano. Va ricordato inoltre che in<br />

genere i mezzi biologici, essendo rappresentati da organismi viventi (o loro prodotti),<br />

devono essere conservati ed impiegati secondo precise modalità. Con questo<br />

metodo di lotta vengono estremamente ridotti i problemi ambientali e<br />

tossicologici.<br />

Lotta biotecnologica<br />

Per lotta biotecnologica o biotecnica si intende l’impiego diretto di organismi<br />

viventi o di prodotti da essi derivati per combattere un organismo dannoso,<br />

anche con il ricorso a processi industriali che riproducono artificialmente questi<br />

strumenti. Il concetto di lotta biotecnica si estende, pertanto, ad un campo più<br />

vasto:<br />

ó impiego di organismi entomopatogeni (Virus, Batteri, Funghi, Nematodi);<br />

ó impiego di sostanze attive ad azione entomotossica (tossica per gli insetti) o<br />

fagorepellente (abamectina, azadiractina, nicotina, rotenone, ecc.);<br />

ó impiego dei feromoni per monitorare le popolazioni (trappole per monitoraggio)<br />

o modificarne la dinamica agendo direttamente sulla popolazione<br />

(mass trapping) o abbassandone il potenziale riproduttivo (confusione sessuale);<br />

ó impiego dei regolatori dello sviluppo, che inibiscono la muta o che inibiscono<br />

la metamorfosi del parassita; sono tali i cosiddetti insetticidi di nuova generazione<br />

che rientrano nella classe degli azotorganici (diflubenzuron, flufenoxuron,<br />

ecc.);<br />

ó impiego di individui della stessa specie manipolati in modo da eliminarne il<br />

potenziale riproduttivo ma non la competizione sessuale, al fine di interferire<br />

con la dinamica di popolazione nella fase di riproduzione (es. tecnica del maschio<br />

sterile);<br />

ó produzione massale di insetti entomoparassiti (nelle biofabbriche);<br />

95<br />

Soglia d'intervento<br />

<br />

varia da caso a caso in funzione<br />

dell'agente di danno,<br />

della coltura da proteggere,<br />

dei mezzi tecnici e della competenza<br />

a disposizione dell'agricoltore.<br />

Si tratta di una<br />

stima basata sul monitoraggio<br />

della dinamica delle popolazioni<br />

o sul rilevamento<br />

diretto del danno su un campione<br />

rappresentativo.<br />

La lotta biologica non azzera<br />

la popolazione dell’organismo<br />

nocivo cui è rivolta, ma<br />

permette di mantenerla<br />

entro livelli accettabili e tali<br />

da non costituire danno.<br />

I mezzi biologici si utilizzano<br />

spesso in serra<br />

La lotta biologica può essere<br />

sintetizzata in tre punti:<br />

• Conservazione ed incremento<br />

delle specie utili<br />

• Insediamento di nuove specie<br />

utili<br />

• Lanci di organismi e microrganismi<br />

Entomopatogeni<br />

<br />

organismi che instaurano<br />

con l'insetto un rapporto<br />

di parassitismo vero<br />

e proprio che si manifesta<br />

con una patologia<br />

a carattere infettivo<br />

Fagorepellente: sostanza<br />

che riduce lo stimolo alla nutrizione<br />

e, indirettamente, influisce<br />

negativamente sulla<br />

fecondità degli adulti e sulla<br />

fertilità.


)<br />

i<br />

IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

FEROMONI<br />

<br />

Confusione sessuale:<br />

Tecnica di contenimento<br />

basata sulla distribuzione<br />

in campo di un elevato<br />

quantitativo di feromone<br />

per confondere i maschi<br />

che non riescono più<br />

a localizzare le femmine<br />

<br />

Si applicano in campo<br />

degli erogatori (dispenser),<br />

impregnati con la miscela<br />

feromonica specifica<br />

per l’insetto da contenere.<br />

PIRETRO NATURALE<br />

<br />

Il più conosciuto insetticida<br />

biologico<br />

<br />

Estratto da fiori<br />

di Chrysanthemum<br />

cinerariaefolium<br />

<br />

campo d’applicazione<br />

Afidi, aleurodidi, cicaline,<br />

tripidi, psille, tingidi,<br />

insetti delle derrate.<br />

Foto sacco di concime<br />

ó impiego di piante selezionate geneticamente (innesti, cultivar resistenti)<br />

ó impiego di piante modificate geneticamente (OGM o piante transgeniche,<br />

per le quali sono ancora in corso sperimentazioni e controlli salutistici).<br />

Agricoltura Biologica<br />

L’Unione Europea nel 1991 ha approvato il primo Regolamento riguardante la<br />

produzione biologica (Reg. CEE 2092/91). Successivamente, al fine di semplificare<br />

e migliorare il regolamento, di aggiornare le norme sulle importazioni di prodotti<br />

biologici, oltre che la produzione e l’etichettatura degli stessi, il Consiglio<br />

Europeo ha approvato i regolamenti CE n° 1991/2006 ed il n° 834/2007.<br />

Quest’ultima disposizione definisce la produzione biologica come un sistema globale<br />

di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato<br />

sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità,<br />

la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia<br />

di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni<br />

consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.<br />

L’agricoltura biologica, infatti, rappresenta un sistema di produzione compatibile<br />

con l’ambiente che si prefigge di mantenere un equilibrio nell’agrosistema salvaguardando<br />

la biodiversità, la fertilità organica del terreno, ecc. e difendendo<br />

le colture con prodotti fitosanitari di origine naturale (anche chimici non di sintesi<br />

come rame, zolfo, ecc.) o applicando tecniche di lotta biologica (insetti utili<br />

e microrganismi come ad esempio il Bacillus thuringiensis).<br />

L’agricoltura biologica si basa pertanto sull’abolizione delle sostanze chimiche<br />

di sintesi.<br />

Lotta integrata<br />

Per lotta integrata si intende l’impiego combinato e razionale dei vari mezzi di<br />

lotta disponibili (chimici, biologici e agronomici), con l’obiettivo di ridurre l’impiego<br />

di mezzi chimici tradizionali ed introdurre mezzi alternativi meno pericolosi<br />

per l’operatore agricolo, il consumatore e l’ambiente, consentendo altresì<br />

elevati livelli qualitativi della produzione.<br />

La lotta integrata si è notevolmente diffusa negli ultimi anni su diverse colture.<br />

In primo luogo sono state interessate le colture orto-frutticole, pur non mancando<br />

applicazioni anche nel settore floricolo. La diffusione, dovuta sia alla crescente<br />

disponibilità di mezzi alternativi (si pensi ad esempio alla gamma sempre<br />

più vasta di organismi utili prodotti) sia alla maggiore sensibilità e interesse che<br />

l’agricoltore ed il consumatore mostrano verso la riduzione degli agrofarmaci, è<br />

stata particolarmente favorita dagli incentivi finanziari previsti dalla normativa.<br />

Questo metodo di difesa fitosanitaria richiede la presenza di tecnici esperti che<br />

seguano con regolarità le aziende per effettuare campionamenti e verificare lo<br />

stato fitosanitario della coltura, al fine di determinare quando e come attuare<br />

gli interventi di lotta. Infatti il tecnico dovrà individuare, sulla base dei parassiti<br />

presenti, gli interventi più idonei, prevedendo il mezzo o i mezzi più opportuni<br />

e considerando anche le relazioni che potrebbero esserci tra gli stessi (es. selettività<br />

e persistenza nei confronti degli organismi utili,...).<br />

La lotta integrata rappresenta, meglio degli altri sistemi, il punto di incontro tra<br />

gli interessi del produttore agricolo e quelli della collettività.<br />

Interventi fitosanitari e lotte obbligatorie<br />

In alcuni casi gli interventi con prodotti fitosanitari sono obbligatori per legge.<br />

È il caso dei trattamenti previsti da specifiche leggi, i Decreti di lotta obbligatoria,<br />

che impongono di intervenire per il controllo di avversità particolarmente<br />

pericolose per il territorio.<br />

Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi agronomici, come la distruzione<br />

del materiale infetto o l’impiego di materiale sano. In alcuni, casi però,<br />

vengono specificamente imposti interventi chimici.<br />

Ad esempio il Decreto di lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della<br />

vite prevede interventi chimici diretti al controllo del vettore della malattia, la<br />

cicalina Scaphoideus titanus.<br />

96


IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

I soggetti inadempienti, che non effettuano gli interventi previsti dai decreti,<br />

possono incorrere in sanzioni pecuniarie ed anche nella denuncia all’autorità<br />

giudiziaria.<br />

In generale nei Decreti di lotta obbligatoria non vengono consigliati prodotti<br />

specifici, ma è sufficiente utilizzare prodotti fitosanitari che riportano in etichetta<br />

la coltura interessata e l’avversità contro la quale si deve effettuare l’intervento.<br />

Nella pagina web del Servizio Fitosanitario Regionale, partendo dal portale<br />

www.agriligurianet.it e seguendo il percorso: attività regionali / strumenti e centri<br />

servizi / servizio fitosanitario regionale / avversità e difesa, si trovano le indicazioni<br />

che riguardano la lotta obbligatoria ad alcune malattie delle piante.<br />

Casi concreti in Liguria<br />

Nella nostra Regione, già da qualche anno, le strategie di difesa fitosanitaria rivolte<br />

ad una riduzione dell’impiego dei prodotti fitosanitari, ed in particolare<br />

quelle che prevedono l’adozione della “lotta integrata”, si sono affermate ed<br />

hanno acquisito una importanza crescente. La Regione ha favorito questa tendenza<br />

attivando già nel 1987 un programma pluriennale di lotta guidata, integrata<br />

e biologica che interessava i comparti agricoli regionali più importanti.<br />

Successivamente, con le misure agroambientali del Piano di Sviluppo Rurale 2000-<br />

2006 e con quelle del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 (misura 214 relativamente<br />

alle seguenti azioni: • azione A): introduzione o mantenimento dei<br />

metodi dell’agricoltura biologica; • azione B): introduzione o mantenimento dei<br />

metodi dell’agricoltura integrata), sono stati introdotti degli incentivi finanziari<br />

per gli agricoltori che utilizzano metodi di coltivazione compatibili con la protezione<br />

ed il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio, delle risorse naturali e<br />

della biodiversità.<br />

Esistono anche specifiche iniziative quali il Programma regionale di Miglioramento<br />

della qualità dell’olio d’oliva ligure, che prevede azioni di monitoraggio<br />

fisiopatologico (sistema di monitoraggio delle principali malattie e fisiopatie che<br />

colpiscono l’olivo) ed il Programma regionale sviluppo e qualità della viticoltura<br />

ligure, che prevede azioni di supporto conoscitivo-informativo per la difesa fitosanitaria<br />

della vite.<br />

Bollettino di olivicoltura<br />

e di viticoltura<br />

<br />

La Regione Liguria pubblica a<br />

cadenze regolari e per ogni<br />

provincia un bollettino tecnico<br />

rivolto agli olivicoltori ed<br />

ai viticoltori<br />

<br />

fornisce un'informazione capillare<br />

ed aggiornata sulla situazione<br />

meteorologica e<br />

fenologica (stadio di sviluppo<br />

della pianta) di ogni territorio,<br />

corredata di approfondimenti<br />

tecnici di base e<br />

specialistici.<br />

L’uso razionale degli agrofarmaci<br />

permette di ottenere produzioni<br />

elevate e di qualità<br />

Un ambiente agrario variegato<br />

crea minori problemi di gestione<br />

delle avversità che colpiscono le<br />

colture<br />

97<br />

Prodotti per agricoltura biologica<br />

Disciplinari di produzione<br />

integrata<br />

<br />

norme che annualmente vengono<br />

approvate dalla Giunta<br />

regionale e che costituiscono<br />

la base della lotta integrata e<br />

della lotta guidata<br />

<br />

consultabili sul sito<br />

www.agriligurianet.it<br />

alle pagine<br />

Home / attività regionali /<br />

sostegno economico /<br />

programma di sviluppo<br />

rurale 2007-2013 / misure<br />

Asse 2 - Misura 2.1.4<br />

Pagamenti agro-ambientali.


IV.10: Come è possibile ridurre l’impiego dei prodotti fitosanitari<br />

CAP IV.10<br />

COME È POSSIBILE RIDURRE L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

154) Cosa si intende per lotta fitopatologica integrata?<br />

* A. L’uso congiunto e razionale di mezzi agronomici, fisici, biologici e chimici<br />

* B. L’insieme di agrofarmaci e macchine<br />

* C. L’insieme di più anticrittogamici e insetticidi<br />

155) Cosa sono i trattamenti a calendario?<br />

* A. Quelli consigliati sui lunari<br />

* B. Quelli effettuati a date fisse uguali ogni anno<br />

* C. Quelli effettuati a scopo cautelativo in momenti prestabiliti senza tenere conto della presenza del<br />

parassita<br />

156) Cosa si intende per lotta biologica?<br />

* A. L’uso dei nemici naturali degli agenti nocivi per le colture<br />

* B. L’uso di agrofarmaci secondo calendari predisposti<br />

* C. L’uso di agrofarmaci in tempi e modi stabiliti in base al grado di infestazione e alle condizioni meteorologiche<br />

157) Quali agrofarmaci possono essere usati per la produzione biologica?<br />

* A. Nessuno<br />

* B. Solo quelli definiti “biologici”<br />

* C. Solo quelli indicati da un apposito regolamento<br />

158) Cosa si intende per lotta fitopatologica guidata?<br />

* A. L’uso dei nemici naturali dei fitofagi<br />

* B. L’uso degli agrofarmaci secondo calendari predisposti<br />

* C. L’uso degli agrofarmaci in tempi e modi stabiliti in base al grado di infestazione (soglia di intervento) e<br />

alle condizioni meteorologiche<br />

159) Quale è un possibile mezzo di previsione delle infestazioni fungine e quindi delle necessità di<br />

trattamenti?<br />

* A. Il controllo dei parametri meteorologici<br />

* B. Non esistono mezzi adatti<br />

* C. Lo studio del comportamento della fauna<br />

160) Quando è il momento adatto per effettuare il primo trattamento contro la peronospora della vite?<br />

* A. Quando la vite “piange”<br />

* B. Quando sulla pagina superiore delle foglie sono visibili le “macchie d’olio”<br />

* C. Con germogli di 10 cm di lunghezza, dopo una pioggia di almeno 10 mm e con una temperatura minima<br />

di almeno 10 gradi centigradi<br />

161) Che cosa è la regola dei “tre dieci”?<br />

* A. Un metodo per stimare l’inizio dell’infezione peronosporica ed il momento per effettuare il relativo<br />

trattamento<br />

* B. Un metodo per ricordare il sesto d’impianto della vite<br />

* C. La proporzione che deve essere mantenuta tra insetticidi, fungicidi ed acaricidi impiegati sulla vite<br />

162) Cosa sono i disciplinari di produzione integrata?<br />

* A. Calendari dei trattamenti da effettuare sulle colture<br />

* B. Indicazione sulle tipologie di concimazioni per la produzione biologica<br />

* C. Norme che indicano le modalità per effettuare la lotta integrata, come sostanze autorizzate, periodi e<br />

numero massimo di trattamenti<br />

163) Che cosa è la “lotta obbligatoria”?<br />

* A. Consiste nell’effettuare trattamenti a calendario<br />

* B. È un intervento, obbligatorio per legge, che deve essere effettuato per avversità particolarmente pericolose<br />

(es. flavescenza dorata, punteruolo delle palme…)<br />

* C. È l’obbligo di utilizzare prodotti specifici contro una data avversità<br />

98


PARTE V<br />

INTOSSICAZIONI<br />

CAPITOLO V.1<br />

INTOSSICAZIONI E INTERVENTI<br />

DI PRIMO SOCCORSO<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere le modalità di intossicazione da prodotti fitosanitari<br />

valutare i rischi a cui possono andare incontro gli utilizzatori<br />

adottare le precauzioni idonee ad evitare intossicazioni<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Modalità di intossicazione<br />

Norme di primo soccorso<br />

Gli operatori agricoli, per utilizzare i prodotti fitosanitari in modo corretto ed in<br />

condizioni di massima sicurezza, devono essere informati e preparati sulle modalità<br />

di intossicazione da questi prodotti chimici, al fine di comprendere i rischi<br />

a cui possono andare incontro e adottare le precauzioni più idonee.<br />

In Liguria ogni anno, e con sempre maggiore frequenza, si registrano fra gli agricoltori<br />

casi di intossicazione acuta e cronica, dovuti ad un uso improprio dei prodotti<br />

fitosanitari.<br />

La casualità, ma più spesso l’imprudenza, sono i motivi principali e ricorrenti che<br />

stanno alla base dell’elevato numero di intossicazioni.<br />

Le situazioni in cui gli agricoltori si trovano maggiormente esposti ai prodotti fitosanitari<br />

possono essere così riassunte:<br />

ó manipolazione e magazzinaggio dei prodotti fitosanitari;<br />

ó preparazione del prodotto e miscelazione;<br />

ó manipolazione dei contenitori vuoti;<br />

ó effettuazione dei trattamenti antiparassitari (in serra e in pieno campo);<br />

ó rientro nelle aree trattate;<br />

ó manipolazione e confezionamento dei prodotti agricoli trattati (es. fiori).<br />

L’assorbimento dei prodotti fitosanitari può avvenire attraverso le seguenti vie:<br />

ÿ per inalazione (attraverso l’apparato respiratorio);<br />

ÿ per via cutanea (attraverso la pelle e gli occhi);<br />

ÿ per ingestione (attraverso l’apparato digerente).<br />

In molti casi di intossicazione acuta, tuttavia, la penetrazione del prodotto può<br />

avvenire contemporaneamente attraverso le tre vie sopra elencate.<br />

Si comprende quindi come le norme di sicurezza ed i dispositivi di protezione<br />

(guanti in gomma, maschere con filtri, tute impermeabili, occhiali, stivali – vedi<br />

cap. IV.4) siano importanti per la sicurezza dell’operatore.<br />

L’operatore agricolo può andare incontro ad intossicazioni di tipo acuto, cronico<br />

99


V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />

Le vie d’assorbimento dell’organismo<br />

umano per le intossicazioni<br />

acute, croniche o di<br />

tipo allergico possono essere<br />

le vie inalatorie, la via ingestiva<br />

e la via cutanea.<br />

Non rispettando le norme precauzionali<br />

per l’uso dei prodotti<br />

fitosanitari l’agricoltore<br />

si espone ad intossicazioni<br />

acute, croniche ed allo sviluppo<br />

di malattie allergiche.<br />

e a malattie allergiche, indipendentemente dalla classe tossicologica di appartenenza<br />

del prodotto fitosanitario.<br />

L’’intossicazione acuta si verifica quando l’organismo è esposto a quantità massicce<br />

di prodotto fitosanitario in tempi brevi. I sintomi di avvelenamento si manifestano,<br />

al massimo a distanza di 24 ore.<br />

L’intossicazione cronica si verifica quando l’organismo è esposto a quantità relativamente<br />

piccole di agrofarmaco per lunghi periodi di tempo: in questo modo<br />

si ha un accumulo nelle cellule dell’organismo che determina alterazioni generalmente<br />

irreversibili.<br />

In caso di intossicazione acuta, anche solo sospetta, per una prima assistenza al<br />

soggetto occorre:<br />

A. interrompere immediatamente qualsiasi attività;<br />

C. restare calmi, chiamare il 118 parlando con lentezza e seguire le indicazioni<br />

dell’operatore;<br />

A. se necessario recarsi o farsi trasportare al pronto soccorso portando con sé<br />

l’etichetta del prodotto e/o la scheda di sicurezza del prodotto utilizzato, in<br />

quanto, sull’etichetta, alla voce “INFORMAZIONI PER IL MEDICO”, sono riportati<br />

i consigli terapeutici necessari per curare il soggetto.<br />

Fondamentale, in ogni modo, è la rapidità d’intervento.<br />

Di seguito vengono elencate alcune pratiche che devono essere eseguite, in attesa<br />

di un primo soccorso, da chi assiste l’intossicato:<br />

assicurare la propria incolumità per non diventare un altro infortunato;<br />

allontanare l’intossicato dal luogo dove si stava svolgendo il trattamento e<br />

sistemarlo in un luogo posto all’ombra, possibilmente leggermente ventilato;<br />

togliere con le mani protette (utilizzando i guanti presenti nella cassetta di<br />

primo soccorso) gli indumenti eventualmente contaminati dalla sostanza tossica<br />

utilizzata;<br />

se il prodotto è entrato in contatto con la pelle o con gli occhi, effettuare abbondanti<br />

lavaggi con acqua fresca e pulita (o soluzione fisiologica presente<br />

nella cassetta di primo soccorso) o con gli opportuni bagni oculari che si acquistano<br />

in farmacia, se eventualmente disponibili;<br />

non somministrare latte o alcool in quanto possono favorire l’assorbimento<br />

del prodotto;<br />

se insorge vomito spontaneo mettere l’infortunato in posizione laterale di sicurezza<br />

(cioè sdraiato su un fianco) per evitare il pericolo di soffocamento;<br />

in caso di ingestione del prodotto non provocare il vomito se non sotto consiglio<br />

del medico o del centro antiveleno, in quanto alcuni prodotti con effetti<br />

caustici possono provocare ulteriori danni;<br />

valutare sempre lo stato di coscienza e il respiro dell’infortunato, se non sono<br />

normali avvertire subito il 118;<br />

se necessario in attesa del soccorso iniziare a praticare il massaggio cardiaco<br />

e la respirazione artificiale (utilissimo e obbligatorio per le aziende con dipendenti<br />

è il corso di primo soccorso aziendale).<br />

Ulteriori consigli di primo soccorso, a seconda del tipo di intossicazione, allo<br />

scopo di limitare gli effetti tossici del prodotto fitosanitario, sono:<br />

1) intossicazione per contatto:<br />

Sintomi: irritazioni della cute, prurito, etc.<br />

Interventi di primo soccorso:<br />

A. togliere i vestiti contaminati;<br />

B. lavare abbondantemente con acqua fredda e con sapone neutro le parti<br />

del corpo contaminate.<br />

2) intossicazione oculare:<br />

Sintomi: arrossamenti e bruciori, congiuntiviti, visione offuscata, lacrimazioni.<br />

Interventi di primo soccorso:<br />

A. sciacquare gli occhi con acqua corrente fredda per almeno dieci minuti, o<br />

soluzione fisiologica presente nella cassetta di primo soccorso o con gli opportuni<br />

bagni oculari che si acquistano in farmacia, se eventualmente disponibili;<br />

100


V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />

B. non usare collirio.<br />

3) intossicazione per inalazione:<br />

Sintomi: tosse, difficoltà respiratoria, cefalee, vertigini, irritazione del naso e<br />

della gola.<br />

Interventi di primo soccorso:<br />

A. allontanare immediamente il soggetto portandolo in ambiente aperto,<br />

fresco e ben areato;<br />

B. coricare a capo basso e su un fianco per evitare rischi di soffocamento.<br />

4) intossicazione per ingestione:<br />

Sintomi: vomito, nausea, diarrea, dolori intestinali, salivazione.<br />

Interventi di primo soccorso:<br />

A. sciacquare la bocca con acqua fredda;<br />

B. sotto consiglio medico o del centro antiveleni, provocare il vomito (acqua<br />

salata calda);<br />

C. non somministrare bevande (mai dare latte, thè, alcolici) per non favorire<br />

l’assorbimento del prodotto.<br />

Principio attivo Nome Commerciale Sintomi<br />

RAME Varie A. dolori addominali, debolezza<br />

B. difficoltà respiratoria<br />

C. vomito, irritazioni<br />

DIMETOATO es. Rogor D. vomito, diarrea, salivazione<br />

E. lacrimazioni, convulsioni<br />

F. restringimento della pupilla<br />

G. dolori addominali<br />

DELTAMETRINA es. Decis H. tremori, salivazione<br />

I. problemi di deambulazione<br />

L. senso di calore al volto<br />

Nella tabella sono indicati i sintomi da intossicazione acuta di alcuni importanti<br />

antiparassitari fra i più diffusi in agricoltura:<br />

La prevenzione deve rappresentare la norma per tutti gli operatori agricoli che<br />

costantemente utilizzano i prodotti fitosanitari.<br />

È importante consultare un medico per un visita di controllo, almeno una volta<br />

all’anno anche nel caso in cui non si siano manifestati problemi di salute legati<br />

all’uso di questi prodotti;<br />

Infine è utile ricordare che esistono in tutta Italia Centri Antiveleno specializzati,<br />

ai quali ci si può rivolgere per ulteriori e più dettagliati chiarimenti (vedi indirizzi<br />

utili).<br />

101


V.1: Intossicazioni e interventi di primo soccorso<br />

CAP V.1<br />

INTOSSICAZIONI E INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO<br />

164) Attraverso quali vie può avvenire un’intossicazione acuta?<br />

* A. Solamente per ingestione<br />

* B. Attraverso la pelle, per ingestione e attraverso l`apparato respiratorio<br />

* C. Solamente attraverso la pelle<br />

165) Usando i prodotti fitosanitari, se capita di bagnarsi con la nube irrorante, quali precauzioni<br />

bisogna seguire?<br />

* A. È sufficiente cambiarsi gli indumenti protettivi<br />

* B. Sospendere il lavoro, lavarsi accuratamente e cambiarsi gli indumenti<br />

* C. Spogliarsi ed asciugarsi con un panno asciutto<br />

166) Nel caso dell’insorgere di un malessere che si ritiene in qualche modo collegato con l’impiego di<br />

prodotti fitosanitari, come è oppor tuno comportarsi?<br />

* A. Provocare il vomito e mettersi a riposo<br />

* B. Bere del latte e distendersi per qualche ora<br />

* C. Rivolgersi al pronto soccorso mostrando le etichette dei prodotti utilizzati<br />

167) Nel caso di intossicazione acuta da prodotti fitosanitari quali provvedimenti immediati occorre<br />

adottare?<br />

* A. Rimuovere il soggetto dalla fonte di contaminazione, spogliarlo e lavarlo con acqua o detergere la cute<br />

con dei panni o della carta: non somministrare latte o alcolici e portare l`intossicato in ospedale<br />

* B. Lavare l’intossicato con acqua e somministrare latte<br />

* C. Somministrare cardiotonici<br />

168) Cosa si deve fare nel caso di contaminazione oculare?<br />

* A. Sciacquare gli occhi con acqua per almeno 10 minuti e recarsi al pronto soccorso<br />

* B. Mettere il collirio<br />

* C. Tenere gli occhi chiusi in un locale buio<br />

169) Quali provvedimenti occorre adottare se durante i trattamenti con prodotti fitosanitari<br />

compaiono chiazze cutanee (arrossamenti della pelle e bolle)?<br />

* A. Il soggetto si deve allontanare dalla fonte di contaminazione e lavare accuratamente le superfici cutanee<br />

interessate con acqua e sapone neutro<br />

* B. Il soggetto deve cospargere accuratamente le superfici cutanee interessate con una pomata medicata<br />

* C. Il soggetto deve lavare le parti cutanee interessate con alcool<br />

102


PARTE VI<br />

NOTE PER RIVENDITORI<br />

CAPITOLO VI.1<br />

NORME PER I RIVENDITORI<br />

DEI PRODOTTI FITOSANITARI<br />

OBIETTIVI<br />

Al termine di questo capitolo sarai in grado di:<br />

conoscere da quali rivenditori è possibile acquistare i prodotti fitosanitari<br />

e quali sono le modalità di autorizzazione alla vendita<br />

CONTENUTI<br />

In questo capitolo affronterai i seguenti argomenti:<br />

Certificato di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari<br />

Caratteristiche minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla<br />

vendita<br />

Per intraprendere l’attività di vendita e/o deposito di prodotti fitosanitari e coadiuvanti<br />

è necessario:<br />

ÿ il certificato di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari (art.<br />

23 DPR 290/01) che deve essere conseguito dal titolare dell’attività<br />

e/o dal preposto alla vendita<br />

Il certificato di abilitazione alla vendita di prodotti fitosanitari e coadiuvanti<br />

viene rilasciato, in Liguria, dal Sindaco del Comune di residenza, su richiesta, alle<br />

persone che abbiano compiuto 18 anni di età, abbiano frequentato un corso di<br />

almeno 18 ore sugli argomenti previsti dall’art. 23 del DPR 290/01 e sostenuto<br />

successivamente, con esito favorevole, una prova teorico–pratica secondo le modalità<br />

stabilite dal Decreto dirigenziale della Regione Liguria, Dipartimento Sanità<br />

– Igiene Pubblica e Veterinaria., n° 1624 del 13.08.2003.<br />

Sono esentati dal frequentare il corso e dalla prova d’esame i candidati in possesso<br />

dei seguenti titoli di studio: laurea in scienze agrarie, scienze forestali, chimica,<br />

medicina e chirurgia, medicina veterinaria, scienze biologiche, farmacia;<br />

diploma di perito agrario, perito chimico, agrotecnico.<br />

In questo caso il certificato di abilitazione viene rilasciato previa presentazione<br />

di copia del titolo di studio, autenticata ai sensi di legge, in allegato alla domanda.<br />

Il certificato di abilitazione ha validità quinquennale e allo scadere può essere<br />

rinnovato con le stesse modalità previste per il rilascio.<br />

Autorizzazione al commercio e alla vendita dei prodotti fitosanitari (art.<br />

21 e 22 del DPR 290/01 – DGR n. 160 del 20.02.2002)<br />

L’autorizzazione sanitaria al commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari<br />

viene rilasciata, in Liguria, dal Sindaco del Comune dove ha sede l’attività, previa<br />

visita di idoneità, da parte della ASL competente per territorio, dei locali destinati<br />

103<br />

I prodotti fitosanitari possono<br />

essere acquistati solo da rivenditori<br />

autorizzati, in locali<br />

appositamente identificati.<br />

Per ciascun punto vendita<br />

deve essere nominato un preposto<br />

in possesso dell’Autorizzazione<br />

alla vendita, che deve<br />

gestire personalmente il locale<br />

ed è responsabile della vendita<br />

dei prodotti fitosanitari.<br />

Nei locali di prodotti fitosanitari<br />

non possono essere venduti<br />

o stoccati generi<br />

alimentari o mangimi.


VI.1: Norme per i rivenditori dei prodotti fitosanitari<br />

I prodotti fitosanitari T+, T o<br />

Xn devono essere tenuti separati<br />

da prodotti di altre classi<br />

e chiusi a chiave.<br />

L’abilitazione alla vendita ha<br />

validità di 5 anni: il rinnovo<br />

avviene con le stesse modalità<br />

del rilascio.<br />

alla vendita e al deposito dei prodotti fitosanitari e previo accertamento che il<br />

titolare dell’impresa o il preposto alla vendita sia in possesso del certificato di<br />

abilitazione alla vendita.<br />

Il parere relativo al riconoscimento di idoneità dei locali da parte delle competenti<br />

strutture del Dipartimento di Prevenzione della ASL è subordinato al rilascio<br />

del Certificato Prevenzione Incendi da parte dei Vigili del Fuoco, qualora le caratteristiche<br />

chimico-fisiche dei prodotti in deposito e le quantità stoccate lo richiedano<br />

(come previsto dalla Circolare 15/93).<br />

Caratteristiche minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla<br />

vendita. (Circolare Ministero della Sanità 30/4/1993 n° 15)<br />

Caratteristiche dei locali:<br />

Devono avere una altezza non inferiore a tre metri, le pareti devono essere trattate<br />

con pitture idrorepellenti; i pavimenti devono essere di tipo impermeabile<br />

e privi di fessurazioni e dovranno avere pendenza sufficiente ad avviare i liquidi<br />

versati e le acque di lavaggio verso un punto di raccolta ed impedire quindi il<br />

convogliamento delle acque contaminate nella rete fognaria.<br />

L’aerazione dei locali dovrà avvenire mediante finestrature che garantiscano un<br />

sufficiente ricambio di aria; se l’aerazione naturale è insufficiente dovrà essere<br />

garantita una aerazione forzata.<br />

Caratteristiche degli impianti:<br />

L’impianto elettrico deve essere, in tutti i suoi componenti, conforme a quanto<br />

stabilito dalla normativa vigente, in particolare dovranno essere curate le protezioni<br />

contro il contatto accidentale (“Messa a terra”).<br />

Stoccaggio dei prodotti:<br />

Nei locali di deposito e vendita non è ammesso lo stoccaggio di mangimi; i prodotti<br />

classificati molto tossici, tossici o nocivi dovranno essere tenuti fisicamente<br />

separati dagli altri in appositi locali o in appositi armadi, ambedue da tenere<br />

chiusi a chiave.<br />

In caso di versamenti conseguenti a rotture di confezioni lo smaltimento dei residui<br />

deve essere effettuato nel rispetto del D. Lgs 152/2006 “Norme in materia<br />

ambientale”.<br />

Dotazioni da tenersi nei locali:<br />

Per ogni addetto alla vendita ed al deposito deve essere presente una dotazione<br />

individuale di occhiali, guanti e stivali resistenti ai prodotti chimici, grembiule o<br />

tuta in materiale impermeabile, maschera con filtri adeguati, in particolare per<br />

polveri e vapori organici.<br />

Nei locali deve essere presente almeno un estintore, una cassetta di pronto soccorso,<br />

ed un lavandino a comando non manuale; dovrà essere inoltre presente<br />

una doccia di emergenza ed una vaschetta lava-occhi, nonché i numeri di telefono<br />

utili per l’ emergenza.<br />

Adempimenti relativi ai dati di vendita:<br />

I titolari degli esercizi di vendita di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti<br />

fitosanitari devono trasmettere annualmente, entro la fine di febbraio, al<br />

Sindaco competente per territorio, quale autorità Sanitaria, le schede informative<br />

sui dati di produzione e vendita.<br />

Il Sindaco entro il 31 marzo deve trasmettere al Servizio Igiene Pubblica e Veterinaria<br />

della Regione ed in copia all’Azienda USL territorialmente competente<br />

le schede informative e l’elenco aggiornato dei soggetti autorizzati alla vendita.<br />

104


VI.1: Norme per i rivenditori dei prodotti fitosanitari<br />

Modulo per acquisto prodotti fitosanitari e coadiuvanti di prodotti<br />

fitosanitari – prodotti molto tossici, tossici e nocivi<br />

Ditta ________________________<br />

P. IVA/C.F.____________________<br />

(DPR n° 290/2001art. 24 comma 6°)<br />

Generalità dell’acquirente (o ragione sociale)<br />

Sig./Sig.ra ___________________________________________________<br />

Indirizzo ___________________________________________________<br />

Autorizzazione all’acquisto rilasciata da ______________________ il ________<br />

PRODOTTI FITOSANITARI e COADIUVANTI di prodotti fitosanitari N° modulo vendita ______ *<br />

NOME COMMERCIALE<br />

n° di REGISTRAZIONE<br />

Del PRODOTTO<br />

QUANTITA’<br />

litri o chili<br />

105<br />

DESTINAZIONE<br />

agricola/commerciale<br />

FIRMA ACQUIRENTE<br />

__________________________________<br />

* è lo stesso numero che poi va riportato nella sezione scarico del registro


RISPOSTE AI QUIZ<br />

Cap. 1.1 Cap. 1.2 Cap. 2.1 Cap. 2.2 Cap. 2.3 Cap. 3.1 Cap. 3.2 Cap. 4.1 Cap. 4.2 Cap. 4.3<br />

1 - A 11 - B 15 - B 23 - C 27 - C 39 - B 55 - C 60 - C 64 - C 80 - C<br />

2 - C 12 - C 16 - A 24 - B 28 - A 40 - C 56 - B 61 - B 65 - B 81 - C<br />

3 - C 13 - A 17 - A 25 - B 29 - A 41 - C 57 - B 62 - A 66 - B 82 - B<br />

4 - B 14 - A 18 - B 26 - A 30 - A 42 - A 58 - B 63 - B 67 - B 83 - B<br />

5 - C 19 - C 31 - B 43 - B 59 - B 68 - C<br />

6 - C 20 - B 32 - A 44 - C 69 - C<br />

7 - A 21 - B 33 - C 45 - C 70 - A<br />

8 - A 22 - B 34 - C 46 - C 71 - A<br />

9 - A 35 - A 47 - B 72 - B<br />

106<br />

10 - C 36 - B 48 - B 73 - B<br />

37 - B 49 - B 74 - A<br />

38 - B 50 - A 75 - C<br />

51 - C 76 - C<br />

52 - A 77 - C<br />

53 - A 78 - C<br />

54 - A 79 - B


Cap.4.4 Cap.4.5 Cap.4.6 Cap.4.7 Cap.4.8 Cap.4.9 Cap.4.10 Cap.5.1<br />

84 - C 101 - B 107 - C 115 - B 132 - B 135 - C 140 - A 149 - C 154 - A 164 - B<br />

85 - A 102 - C 108 - C 116 - A 133 - A 136 – B 141 - B 150 - A 155 - C 165 - B<br />

86 - A 103 - B 109 - C 117 - A 134 - A 137 – A 142 - B 151 - B 156 - A 166 - C<br />

87 - B 104 - C 110 - C 118 - C 138 – C 143 - C 152 - A 157 - C 167 - A<br />

88 - B 105 - B 111 - C 119 - A 139 - C 144 - B 153 - C 158 - C 168 - A<br />

89 - A 106 - B 112 - A 120 - A 145 - B 159 - A 169 - A<br />

90 - A 113 - B 121 - A 146 - A 160 - C<br />

91 - A 114 - A 122 - A 147 - A 161 - A<br />

92 - A 123 - A 148 - C 162 - C<br />

107<br />

93 - A 124 - C 163 - B<br />

94 - B 125 - A<br />

95 - A 126 - B<br />

96 - C 127 - C<br />

97 - A 128 - B<br />

98 - C 129 - C<br />

99 - A 130 - C<br />

100 - C 131 - A


APPENDICI<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Autori Vari, Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari, Regione Piemonte.<br />

Autori vari, Guida per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari, Giunta Regionale<br />

del Veneto.<br />

Autori Vari, Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari. Guida al patentino per<br />

l’acquisto dei prodotti fitosanitari in Emilia Romagna, versione 2008, Regione<br />

Emilia Romagna.<br />

Muccinelli Mario, Prontuario dei fitofarmaci, dodicesima edizione, Edagricole,<br />

Bologna.<br />

Ponti Ivan, Baffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sulle avversità<br />

delle piante ornamentali, edizioni Informatore Agrario.<br />

Ponti Ivan, Laffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sulle malattie<br />

crittogamiche delle piante orticole, edizioni Informatore Agrario.<br />

Ponti Ivan, Laffi Franco, Pollini Aldo, Schede fitopatologiche sui fitofagi delle<br />

piante orticole, edizioni Informatore Agrario.<br />

Rapparini G., Schede Fitopatologiche sui diserbanti, edizioni Informatore<br />

Agrario.<br />

109


GLOSSARIO<br />

ACARICIDA: prodotto fitosanitario in grado di combattere gli acari, es. ragnetti<br />

rossi.<br />

ACUPRICI: prodotti privi di rame.<br />

ADESIVANTE: sostanza coadiuvante che permette una maggiore aderenza del<br />

prodotto fitosanitario alla superficie trattata.<br />

ADULTICIDA: prodotto attivo contro lo stadio adulto di determinati parassiti.<br />

AEROSOL: sospensione di un solido o di un liquido in aria o gas.<br />

AESA o EFSA: l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.<br />

AFICIDA: prodotto fitosanitario in grado di combattere gli afidi.<br />

AGROFARMACO: (vedi prodotto fitosanitario).<br />

ANTICRITTOGAMICO: prodotto in grado di combattere funghi e batteri.<br />

ANTIOSSIDANTE: sostanza in grado di evitare l’ossidazione del pro dotto ed il<br />

conseguente degrado.<br />

ASSUEFAZIONE: adattamento dei funghi, insetti o acari a determina te sostanze<br />

attive a seguito di trattamenti ripetuti. Si crea quindi una “resistenza” a tali sostanze.<br />

ATTIVITÀ DI UN ANTIPARASSITARIO: efficacia nociva verso i parassiti da combattere.<br />

ATTRATTIVO: sostanza utilizzata per attrarre e quindi eliminare in numero maggiore<br />

gli organismi nocivi.<br />

AUSILIARI: organismi utili perché ostacolano lo sviluppo di altri organismi parassiti<br />

delle piante.<br />

BATTERI: organismi microscopici unicellulari che possono svilupparsi a carico di<br />

altri organismi viventi.<br />

BIODIVERSITÀ: tutta la variabilità genetica ed ecosistemica.<br />

BIOREGOLATORE: sostanza che esplica una importante funzione nel ciclo biologico<br />

delle piante e degli animali (enzima, ormone, vitamina).<br />

BPA: buone pratiche agricole.<br />

CAPTASPORE: strumento utilizzato per il monitoraggio delle spore di funghi<br />

presenti nell’ambiente.<br />

CITOTROPICO: prodotto in grado di penetrare attraverso la superficie vegetale<br />

e diffondersi limitatamente nei tessuti circostanti.<br />

CL50: concentrazione letale 50, concentrazione di principio attivo sufficiente ad<br />

uccidere il 50% delle cavie di laboratorio sottoposte ad assorbimento. Viene<br />

espressa in parti per milione se sotto forma di gas o vapore. Più è basso il valore<br />

della CL 50, più è tossico il prodotto.<br />

CLASSE TOSSICOLOGICA: classi in cui sono suddivisi i prodotti fitosanitari a seconda<br />

della loro tossicità nei confronti dell’uomo e degli animali domestici.<br />

CLOROSI: ingiallimento dei tessuti vegetali per mancanza di clorofilla.<br />

COADIUVANTE: sostanza aggiunta al preparato commerciale che migliora<br />

l’azione della sostanza attiva favorendone la distribuzione e la persistenza.<br />

CODICE CER: Codice Europeo dei Rifiuti.<br />

COFORMULANTE: sostanza che riduce la concentrazione della sostanza attiva<br />

nel formulato commerciale.<br />

COMBURENTE: sostanza che agisce come ossidante in una reazione di combustione.<br />

COMPATIBILITÀ: possibilità di miscelare sostanze attive diverse senza diminuire<br />

l’efficacia dei prodotti o provocare fenomeni di fitotossicità.<br />

CONCIA: trattamento dei semi con agrofarmaci per proteggerli dall’attacco di<br />

parassiti animali e vegetali.<br />

CONDIZIONALITÀ: corretta gestione agronomica dei terreni, la salvaguardia<br />

dell’ambiente, la salute pubblica, la salute degli animali e il loro benessere.<br />

COPERTURA: capacità di un prodotto fitosanitario di agire solo sulla superficie<br />

del vegetale trattato; non penetra quindi nei vegetali trattati e viene dilavato e<br />

degradato dagli agenti atmosferici.<br />

CRITTOGAME: funghi dannosi alle piante.<br />

110


CUPRICI: agrofarmaci a base di rame, es. ossicloruri, solfato di rame, ecc.<br />

DERIVA: spostamento della nube o del getto di irrorazione determinato dal<br />

vento o da errata esecuzione (si deve ridurre al minimo tale fenomeno per evitare<br />

dannosi inquinamenti ambientali).<br />

DIAGNOSI: definizione della malattia attraverso i sintomi.<br />

DISERBANTE: prodotto attivo contro le erbe infestanti.<br />

D.L. 50: dose letale 50, quantità di principio attivo sufficiente ad uccidere il 50%<br />

delle cavie di laboratorio sottoposte ad as sorbimento. Viene espressa in milligrammi<br />

di principio attivo per kg di peso corporeo. Più è basso il valore della<br />

D.L. 50, più è tossico il prodotto.<br />

DPI: Dispositivi di Protezione Individuale.<br />

EFSA: vedi AESA.<br />

EMULSIONANTE: sostanza che rende possibile l’emulsione tra due liquidi che<br />

non sono miscibili tra loro.<br />

EMULSIONE: dispersione in un liquido sotto forma di piccolissime goccioline in<br />

un altro non miscibile con il primo.<br />

ENDOTERAPICI: prodotti fitosanitari che svolgono la loro azione all’interno<br />

delle piante trattate.<br />

ERBICIDA: prodotto fitosanitario attivo contro le erbe infestanti o malerbe.<br />

ETICHETTA: indicazioni obbligatorie riportate sulle confezioni dei prodotti fitosanitari<br />

quali: classe tossicologica, intervallo di sicurezza, norme di impiego, nozioni<br />

tecnico-agronomiche e sanitarie.<br />

FAGOREPELLENTE: sostanza che riduce negli insetti lo stimolo alla nutrizione.<br />

FEROMONI O FERORMONI: sostanze odorose che emettono gli insetti per comunicare.<br />

FISIOPATIE: alterazioni delle piante causate da agenti non parassitari quali il<br />

clima (freddo, caldo, eccesso o mancanza d’acqua ecc.), carenze nutritive, ecc.<br />

FITOFAGO: insetto che si nutre delle piante.<br />

FITOIATRIA: studio dei prodotti fitosanitari, del loro utilizzo e dei loro effetti.<br />

FITOPLASMA: organismo di dimensioni estremamente ridotte, visibile solo con<br />

l’ausilio di un microscopio elettronico o mediante analisi sofisticate.<br />

FITOREGOLATORI: composti che influenzano i processi fisiologici naturali delle<br />

piante, es. ormoni per favorire la radicazione.<br />

FITOTOSSICITÀ: azione dannosa di un agrofarmaco sulla pianta trattata, es.<br />

ustione, defogliazione, ecc.<br />

FORMULATO COMMERCIALE: prodotto che si trova in commercio e che consiste<br />

in una miscela di sostanza attiva con gli opportuni coadiuvanti (adesivanti, bagnanti,<br />

emulsionanti, ecc.). Le preparazioni più diffuse sono: polveri secche o bagnabili,<br />

emulsioni concentrate, granuli, ecc.<br />

FOTOPATIA: patologia determinata da squilibri di illuminazione.<br />

FUMIGANTI: prodotti che distribuiti nel terreno o in ambienti chiusi danno<br />

luogo a gas o a vapori tossici per i parassiti da combattere.<br />

FUNGICIDA: prodotto fitosanitario attivo contro i funghi (es. peronospora,<br />

oidio).<br />

GEODISINFESTANTI: prodotti per la disinfestazione del terreno.<br />

HABITAT: ambiente caratterizzato da particolari condizioni fisiche e climatiche<br />

dove vive una data specie animale o vegetale.<br />

IDROPATIA: patologia determinata da squilibri idrici.<br />

IFA: filamento formato da cellule a loro volta costituenti il micelio dei funghi.<br />

IMMUNE: condizione di un organismo per cui si trova “difeso” da determinate<br />

malattie o sostanze tossiche.<br />

IMPOLLINATORI: (vedi pronubi).<br />

INCOMPATIBILITÀ: antagonismo farmacologico che impedisce la somministrazione<br />

contemporanea di due o più prodotti.<br />

INCUBAZIONE: intervallo di tempo che intercorre tra il contatto con l’agente<br />

infettivo e la comparsa dei sintomi.<br />

INOCULAZIONE: immissione nell’organismo di sostanze immunizzanti allo scopo<br />

preventivo o sperimentale.<br />

INTERVALLO DI SICUREZZA O TEMPO DI CARENZA: numero di giorni che<br />

deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta o, per le derrate alimen-<br />

111


tari immagazzinate, tra l’ultimo trattamento e l’immissione al consumo.<br />

IPERPARASSITA: organismo che risulta parassita di un altro parassita.<br />

IRRORATRICI: macchine per la distribuzione di prodotti liquidi. Si suddividono<br />

in irroratrici a pressione, atomizzatori e nebulizzatori.<br />

LIMACIDA: prodotto efficace nella lotta contro lumache e limacce.<br />

LIMITE DI TOLLERANZA O RESIDUO MASSIMO TOLLERATO (LMR): quantità<br />

massima di sostanza attiva espressa in p.p.m. che può essere presente sui vegetali<br />

immessi sul mercato; rappresenta la quantità massima di sostanza attiva ritenuta<br />

non dannosa alla salute del consumatore. Quantità massima di sostanza attiva,<br />

delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti di metabolizzazione, degradazione o<br />

reazione che può essere tollerata nella coltura in qualsiasi momento successivo<br />

alla raccolta.<br />

LOTTA A CALENDARIO: tipo di lotta che prevede interventi cadenzati e ripetuti<br />

nel tempo, senza verificare la presenza effettiva dell’organismo nocivo da controllare<br />

e/o il verificarsi delle condizioni che ne favoriscono lo sviluppo.<br />

LOTTA BIOLOGICA: il controllo di una specie dannosa da parte di un suo antagonista<br />

naturale.<br />

LOTTA BIOTECNOLOGICA: l’impiego diretto di organismi viventi o di prodotti<br />

da essi derivati per combattere un organismo dannoso, anche con il ricorso a<br />

processi industriali che riproducono artificialmente questi strumenti.<br />

LOTTA <strong>GUIDA</strong>TA: metodo di difesa che prevede l’uso di prodotti chimici solamente<br />

quando gli organismi dannosi raggiungono una densità tale da provocare<br />

un danno economico superiore al costo del trattamento.<br />

LOTTA INTEGRATA: l’applicazione razionale di misure biologiche, biotecnologiche,<br />

chimiche, colturali o di selezione vegetale, per limitare al minimo indispensabile<br />

l’impiego di agrofarmaci di sintesi al fine di mantenere i parassiti a<br />

livelli economicamente accettabili.<br />

LOTTE OBBLIGATORIE: trattamenti fitosanitari imposti per legge per il controllo<br />

di avversità particolarmente pericolose per il territorio.<br />

MASS TRAPPING: cattura massale di insetti.<br />

MESOSISTEMICO: prodotto fitosanitario in grado di penetrare e ridistribuirsi<br />

all’interno della pianta in presenza di rugiada.<br />

MICELIO: complesso di ife costituenti il corpo vegetativo dei funghi.<br />

MICOSI: malattia provocata da un fungo.<br />

MICRONIZZATO: agrofarmaco formulato in particelle di dimensioni pari a circa<br />

un millesimo di mm (micron).<br />

MINATRICE: larva parassita che forma gallerie nel tessuto sottoepidermico delle<br />

foglie.<br />

MONITORAGGIO: valutazione della presenza dei parassiti vegetali per poter<br />

stabilire il momento opportuno per eseguire il trattamento.<br />

MUD: Modello Unico di Dichiarazione ambientale.<br />

NECROSI: morte dei tessuti di una pianta.<br />

NEMATOCIDI: prodotti efficaci nella lotta contro i nematodi.<br />

NEMATODI: animali appartenenti all’ordine dei nematelminti; hanno la forma<br />

di vermi cilindrici; sono chiamati anche anguillule per l’aspetto simile a quello<br />

di piccole anguille.<br />

NEOPRENE: gomma sintetica utilizzata per confezionare indumenti protettivi.<br />

OGM: organismi geneticamente modificati.<br />

PAC: Politica Agricola Comune.<br />

PATENTINO: documento che permette l’acquisto dei prodotti fitosanitari molto<br />

tossici (T+), tossici (T) e nocivi (Xn) rilasciato dai servizi territoriali competenti.<br />

PATOLOGIA: scienza che studia le cause e l’evoluzione delle malattie.<br />

PERSISTENZA: proprietà di un agrofarmaco di rimanere sul vegetale trattato<br />

per un periodo più lungo del normale.<br />

PH: parametro che indica la concentrazione degli ioni idrogeno in una soluzione.<br />

Questo permette di definire l’acidità, l’alcalinità e neutralità di una soluzione;<br />

per esempio l’acqua distillata presenta un pH 7 (neutralità), una soluzione acida<br />

presenta valori del pH compresi da 1 a 7, una soluzione basica presenta valori<br />

compresi da 7 a 14.<br />

PIRODISERBO: tecnica di diserbo che utilizza le alte temperature. Le piante trat-<br />

112


tate non vengono bruciate ma “lessate” e muoiono dopo pochi giorni dal trattamento.<br />

PPM: parti per milione.<br />

PPO: prodotti per piante ornamentali.<br />

PRINCIPIO ATTIVO: vedi sostanza attiva.<br />

PRODOTTI FITOSANITARI: le sostanze attive ed i preparati contenenti una o<br />

più sostanze attive, destinati a: proteggere i vegetali o i prodotti vegetali, da<br />

tutti gli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o regolare i processi<br />

vitali dei vegetali con esclusione dei fertilizzanti, conservare i prodotti vegetali<br />

con esclusione dei conservanti alimentari., eliminare le piante indesiderate, eliminare<br />

parte di vegetali, frenare o evitare il loro indesiderato accrescimento.<br />

PRODOTTO COMMERCIALE: (chiamato preparato o formulato commerciale),<br />

la confezione che si acquista e si utilizza sulle colture; è una miscela di tre sostanze<br />

(sostanza attiva, coadiuvante e coformulante).<br />

PROFILASSI: provvedimenti che si attuano per prevenire la diffusione di malattie.<br />

PROGNOSI: previsione sull’evoluzione futura della malattia.<br />

PRONUBI: insetti impollinatori, cioè che trasportano il polline da un fiore all’altro<br />

permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione del frutto. Tra<br />

questi i più importanti sono le api.<br />

PROPELLENTE: materiale combustibile che facilita la distribuzione per aerosol.<br />

PUR: poliuretano.<br />

PVC: polivinilcloruro.<br />

REPELLENTI: prodotti con caratteristiche particolari (odore, colore, effetto meccanico,<br />

ecc.) in grado di respingere determinati parassiti.<br />

RESIDUO: la quantità di sostanza attiva, delle sue impurezze e/o dei suoi prodotti<br />

di metabolizzazione, degradazione o reazione presenti in qualsiasi substrato<br />

(suolo, acqua, vegetali, alimenti).<br />

RESISTENZA: diminuzione della sensibilità verso una certa sostanza attiva da<br />

parte di particolari parassiti che acquisiscono modifi cazioni di tipo genetico diventando<br />

infine ereditarie.<br />

RODENTICIDI: prodotti efficaci nella lotta contro i roditori (topi, ratti, ecc.).<br />

SAPROFITA: organismo vegetale che si nutre di sostanze organiche in decomposizione.<br />

SDS: scheda di sicurezza degli agrofarmaci.<br />

SELETTIVITÀ: spettro di azione dei prodotti fitosanitari intesa come efficacia<br />

solo contro determinati organismi parassiti e non verso altri organismi che non<br />

risultano dannosi.<br />

SINERGISMO: incremento di attività di due o più sostanze usate insieme che supera<br />

l’effetto dei prodotti presi singolarmente.<br />

SISTEMICO: agrofarmaco in grado di penetrare e di essere traslocato all’interno<br />

dei tessuti vegetali.<br />

SOGLIA D’INTERVENTO: livello di presenza del parassita al di sotto del quale<br />

non risulta economicamente conveniente l’esecuzione di un trattamento.<br />

SOLARIZZAZIONE: pratica che permette la sterilizzazione del terreno utilizzando<br />

l’energia solare.<br />

SOSTANZA ATTIVA: è la parte del prodotto fitosanitario che serve a combattere<br />

l’avversità, chiamata in precedenza principio attivo.<br />

SPETTRO D’AZIONE: (riferito ad un agrofarmaco) è l’insieme di parassiti che<br />

vengono colpiti da una certa sostanza attiva.<br />

TEMPO DI CARENZA: vedi intervallo di sicurezza.<br />

TEMPO DI RIENTRO: è il periodo di tempo che bisogna lasciar intercorrere prima<br />

di poter tornare nell’area trattata.<br />

TOSSICITÀ DEI PRODOTTI FITOSANITARI: azione dannosa esercitata dai prodotti<br />

fitosanitari sull’uomo o sugli animali. Si suddivide in acuta e cronica. La<br />

tossicità acuta si manifesta entro breve tempo dall’assunzione della sostanza<br />

attiva per ingestione, inalazione o contatto; essa determina la manifestazione<br />

di sintomi più evidenti. La tossicità cronica si manifesta dopo un certo tempo a<br />

seguito dell’assunzione ripetuta di dosi minime, di per sé non nocive, della sostanza<br />

attiva.<br />

113


TRANSLAMINARI: prodotti in grado di essere trasferiti all’interno dei tessuti da<br />

una pagina fogliare all’altra.<br />

TRAPPOLA ALIMENTARE: dispositivo atto, attraverso esche alimentari, alla cattura<br />

di organismi.<br />

TRAPPOLA CROMOTROPICA: dispositivo atto alla cattura di organismi attraverso<br />

l’utilizzo di determinati colori.<br />

TRAPPOLA SESSUALE: dispositivo atto alla cattura di organismi uti lizzando specifiche<br />

sostanze attrattive.<br />

TRASLOCAZIONE: proprietà dei prodotti fitosanitari sistemici di essere assorbiti<br />

dai tessuti vegetali e di trasferirsi nelle diverse parti della pianta tramite la circolazione<br />

linfatica.<br />

ULTRABASSOVOLUME: modalità di somministrazione che permette una distribuzione<br />

di piccole quantità del prodotto in grandi aree.<br />

VETTORI: organismi che trasmettono infezioni (es. gli afidi sono vettori di virus).<br />

VIRULENZA: capacità di un agente infettivo di produrre uno stato di malattia.<br />

VIRUS: entità infettive molto piccole, visibili solo al microscopio elettronico, responsabili<br />

di patologie chiamate virosi<br />

XILOFAGO: insetto che trae nutrimento dal legno.<br />

114


RIFERIMENTI LEGISLATIVI<br />

R. D. 9/11/1927 n. 147 Approvazione del regolamento speciale per l’impiego<br />

dei gas tossici.<br />

D. M. 6/2/1935 Approvazione del prospetto contenente l’elenco dei gas tossici<br />

riconosciuti ai sensi del regolamento n. 147 del 9/11/1927.<br />

LEGGE n. 283 del 30/4/1962 e successive modificazioni, sulla tutela igienica<br />

degli alimenti e delle bevande.<br />

D. P. R. n. 1255 del 3/8/1968 Approvazione del regolamento concer nente la disciplina<br />

della produzione, del commercio e della ven dita dei fitofarmaci e dei<br />

prodotti fitosanitari delle derrate alimen tari immagazzinate.<br />

CIRCOLARE MINISTERIALE del 19/7/1984 Misure di protezione sull’impiego<br />

dei prodotti fitosanitari comunque applicati – attività di prevenzione.<br />

CIRCOLARE 17/3/1987 n. 12 Istituzione del “quaderno di campagna”.<br />

ORDINANZA 30/10/1987 n. 462 Proroga decorrenza dell’istituzione del “quaderno<br />

di campagna”.<br />

D. P. R. n. 223 del 24/5/1988 relativo alla classificazione etichet tatura ed imballaggio<br />

degli antiparassitari.<br />

DECRETO 02/08/1990 n. 258 del Ministero della Sanità Regolamento per<br />

l’adeguamento dei presidi sanitari alle norme sulla classificazione, imballaggio<br />

ed etichettatura dei preparati pericolosi (antiparassitari), ai sensi degli articoli 7<br />

e 10 del D.P.R. 223 del 24/05/1988.<br />

CIRCOLARE del 03/09/1990 n. 20 del Ministero della Sanità Aspetti applicativi<br />

delle norme vigenti in materia di registrazione dei presidi sanitari.<br />

CIRCOLARE DEL MINISTERO DELLA SANITÀ n. 15 del 30 APRILE 1993 Caratteristiche<br />

minime di sicurezza dei locali adibiti al deposito ed alla vendita di<br />

presidi sanitari.<br />

DECRETO LEGISLATIVO 17/03/1995 n. 194 Attuazione della direttiva<br />

91/414/CEE in materia di immissione in commercio di prodotti fitosanitari.<br />

CIRCOLARE 10/06/1995 n. 17 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Aspetti applicativi<br />

delle nuove norme in materia di autorizzazione di prodotti fitosanitari: il<br />

decreto legislativo 17/03/1995 n. 194, di attuazione della direttiva 91/414/CEE, e<br />

successive modifiche ed integrazioni.<br />

DECRETO 09/06/1997 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Adozione del piano di<br />

controllo ufficiale su commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari.<br />

CIRCOLARE 15/04/1999 n. 7 DEL MINISTERO DELLA SANITÀ Immissione in<br />

commercio di prodotti fitosanitari destinati al trattamento delle piante ornamentali<br />

e dei fiori da balcone, da appartamento e da giardino domestico, già disciplinati<br />

come presidi medico-chirurgici.<br />

DECRETO PRESIDENTE della REPUBBLICA n. 290 del 23 aprile 2001 Regolamento<br />

di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione,<br />

alla immissione in commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti<br />

(n. 46, allegato 1, legge n. 59/1997).<br />

CIRCOLARE n. 32469 del 30/10/2002 DEL MINISTERO DELLE POLITICHE<br />

AGRICOLE E FORESTALI Modalità applicative dell’art. 42 del D.P.R. 23/04/2001,<br />

n. 290, relativo ai dati di produzione, esportazione, vendita ed utilizzo di prodotti<br />

fitosanitari e coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />

DECRETO LEGISLATIVO n. 65 del 14 marzo 2003 Attuazione delle direttive<br />

1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura<br />

dei preparati pericolosi.<br />

DECRETO DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI 15 dicembre<br />

2005 Disciplina del regime di condizionalità dei pagamenti diretti della<br />

PAC e abrogazione del decreto ministeriale 13 dicembre 2004 e successive modifiche<br />

e integrazioni.<br />

DECRETO LEGISLATIVO n. 152 del 03/04/2006 Norme in materia ambientale<br />

(allegato D, parte IV) e successive integrazioni.<br />

DECRETO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE del 2 maggio 2006 Istituzione<br />

dell’elenco dei rifiuti, emanato in attuazione del D. lgs 152/2006, allegato A.<br />

DECRETO LEGISLATIVO n. 284 del 08/11/2006 Disposizioni correttive e integrative<br />

del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia<br />

ambientale.<br />

DECRETO LEGISLATIVO n. 4 del 16/01/2008 Ulteriori disposizioni correttive ed<br />

integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia<br />

ambientale.<br />

115


DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 9 aprile 2008 Attuazione dell’articolo 1 della<br />

legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei<br />

luoghi di lavoro.<br />

LEGGE n. 205 DEL 30/12/2008 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge<br />

3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo<br />

del settore agroalimentare.<br />

LEGGE REGIONALE n. 37/76 Interventi per lo sviluppo della cooperazione in<br />

agricoltura.<br />

REGOLAMENTO REGIONALE del 18/3/1987 n. 1 Divieto di eseguire trattamenti<br />

antiparassitari durante il periodo della fioritura.<br />

LEGGE REGIONALE n. 13/90 Disciplina dei servizi di sviluppo agricolo.<br />

LEGGE REGIONALE n. 5/94 Norme ed interventi per ridurre l’uso delle sostanze<br />

di sintesi in agricoltura e disciplina dell’agricoltura biologica.<br />

LEGGE REGIONALE del 06/12/1999 n. 36 Interventi per la valorizzazione e la<br />

promozione dell’agricoltura di qualità e norme sul metodo di produzione biologico.<br />

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1383 del 23/11/2001 accordo<br />

di programma per la gestione dei rifiuti agricoli.<br />

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 160 del 20/02/2002 Individuazione<br />

dell’autorità Sanitaria competente per il rilascio di autorizzazione al<br />

commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti di prodotti fitosanitari.<br />

Ex D.P.R. 290/2001.<br />

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 547 del 23.05.2008 Piano<br />

Regionale dei Controlli integrati in materia di sicurezza alimentare 2007-2010.<br />

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1789 del 22/12/2008 Approvazione<br />

degli impegni applicabili nella Regione Liguria ai sensi dell’art. 2 del<br />

D.M. 21 dicembre 2006 e s.m. e i. relativo all’attuazione della condizionalità in<br />

agricoltura per l’anno 2009.<br />

DECRETO DEL DIRETTORE GENERALE n. 81 del 05/03/2009 Modulistica registro<br />

di campagna.<br />

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE (CE) n. 2557/2001 del 28 dicembre<br />

2001 che modifica l’allegato V del regolamento (CEE) n. 259/93 del Consiglio relativo<br />

alla sorveglianza e al controllo delle spedizioni di rifiuti all’interno della<br />

Comunità europea, nonché in entrata e in uscita dal suo territorio.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />

29 aprile 2004, sull’igiene dei prodotti alimentari.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />

29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti<br />

di origine animale.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 854/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />

29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli<br />

ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />

29 aprile 2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla<br />

normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere<br />

degli animali.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del<br />

23 febbraio 2005, concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o<br />

sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica<br />

la direttiva 91/414/CEE del Consiglio Testo rilevante ai fini del SEE.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 1991/2006 DEL CONSIGLIO del 21 dicembre 2006<br />

che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione<br />

biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli<br />

e sulle derrate alimentari.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 834/2007 DEL CONSIGLIO del 28 giugno 2007 relativo<br />

alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che<br />

abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91.<br />

REGOLAMENTO (CE) n. 1107/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CON-<br />

SIGLIO del 21 ottobre 2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari<br />

e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE.<br />

116


INDIRIZZI UTILI<br />

CENTRI ANTIVELENI in Liguria e zone limitrofe<br />

CENTRO ANTIVELENI Ospedale San Martino<br />

Viale Benedetto XV, 16132 GENOVA<br />

Tel 010-352808<br />

SERVIZIO ANTIVELENI<br />

Servizio di Pronto Soccorso, Accettazione e Osservazione<br />

Istituto Scientifico “G. Gaslini”<br />

Largo G. Gaslini 5, 16147 GENOVA<br />

Tel 010-56361<br />

Tel 010-3760603<br />

CENTRO ANTIVELENI Ospedale Civile Sant’Andrea<br />

Via Vittorio Veneto 197, 00191 LA SPEZIA<br />

Tel 0187-533296<br />

CENTRO ANTIVELENI Ospedale Niguarda Ca’ Granda<br />

Piazza Ospedale Maggiore, 20162 MILANO<br />

Tel 02-66101029<br />

CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA<br />

FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI<br />

Clinica del Lavoro e della Riabilitazione I.R.C.C.S.<br />

Via S. Boezio, 26, 27100 PAVIA<br />

Tel 0382-24444<br />

CENTRO ANTIVELENI Istituto Anestesia e Rianimazione<br />

II Cattedra di Anestesia e Rianimazione<br />

Corso A.M. Dogliotti 14, 10126 TORINO<br />

Tel 011-6637637<br />

CENTRO ANTIVELENI Ospedale Maggiore<br />

Largo Bartolo Nigrisoli 2, 40133 BOLOGNA<br />

Tel 051-333333<br />

SERVIZIO AUTONOMO DI TOSSICOLOGIA<br />

USL 10 D/Università degli Studi di Firenze<br />

Viale Pieraccini 17, 50134 FIRENZE<br />

Tel 055-4277238<br />

UFFICI TECNICI AGRICOLI in Liguria<br />

Servizio Coordinamento Ispettorati Agrari<br />

Servizio Fitosanitario Regionale - sede di Genova<br />

Via Bixio 6, 16122 GENOVA<br />

Tel 010 5484090<br />

Fax 010 5488296<br />

Servizio Fitosanitario Regionale - sede di Sanremo<br />

Via Quinto Mansuino 12, 18038 SANREMO (IM)<br />

Tel 0184 5151065,<br />

Fax 0184 51518077<br />

117


Ispettorato di Genova<br />

Viale Brigate Partigiane 2, VII piano, 16129 GENOVA<br />

Tel 010 54851 – 010 5484515<br />

Fax 010 5484400<br />

Ispettorato di Imperia<br />

Viale Matteotti 50, 18100 IMPERIA<br />

Tel 0183 297999<br />

Fax 0183 296489<br />

Ispettorato La Spezia (recapito Servizio fitosanitario)<br />

Via Crispi 21, 19100 LA SPEZIA<br />

Tel 0187 770441<br />

Fax 0187 21157<br />

Ispettorato di Savona (recapito Servizio fitosanitario)<br />

Via Bazzino 9, 17100 SAVONA<br />

Tel 019 805823<br />

Fax 019 801304<br />

Laboratorio regionale di analisi dei terreni e delle acque<br />

Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />

Tel 0187 27871<br />

Fax 0187 278785<br />

Centro di agrometeorologia applicata regionale<br />

Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />

Tel 0187 27871<br />

Fax 0187 278785<br />

Laboratorio regionale di analisi fitopatologia<br />

Loc. Pallodola, 19038 SARZANA (SP)<br />

Tel 0187.27871<br />

Fax 0187.278785<br />

Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola<br />

Regione Rollo 98, 17031 ALBENGA (SV)<br />

Tel 0182 554949<br />

Fax 0182 50712<br />

Centro Regionale Servizi per la Floricoltura<br />

c/o Mercato dei Fiori di Sanremo Via Q. Mansuino12, 18038 SANREMO (IM)<br />

Tel 0184 5151055-56-58<br />

Fax 0184 5151075<br />

Istituto Regionale per la Floricoltura<br />

Viale Carducci Giosué 14, 18038 SANREMO (IM)<br />

Tel 0184 535149<br />

Confederazione italiana agricoltori (cia) sezione regionale<br />

Via Colombo 15/5, 16121 GENOVA<br />

Tel 010 5702604<br />

Fax 010 594824<br />

Federazione regionale agricoltori della liguria (confagricoltura)<br />

Via T. Invrea 11/10, 16129 GENOVA<br />

Tel 010 5531884<br />

Fax 010 5709404<br />

Federazione Regionale Coldiretti Liguria<br />

Via XX Settembre 21/5, 16121 GENOVA<br />

Tel 010 560115<br />

Fax 010 5302671<br />

118


LINK UTILI<br />

www.agriligurianet.it: Partendo da questo sito e seguendo il percorso: Attività<br />

regionali/Strumenti e Centri Servizi, si arriva ai seguenti servizi e laboratori: Centro<br />

Servizi per la Floricoltura (Sanremo); Laboratorio Analisi dei Terreni (Sarzana),<br />

Laboratorio Regionale di Fitopatologia (Sarzana)<br />

www.regione.liguria.it<br />

www.liguriainformasalute.it<br />

www.ambienteliguria.it<br />

www.fitofarmaci.asl1.liguria.it<br />

www.arpal.org<br />

sito del centro regionale di sperimentazione ed assistenza agricola:<br />

http://www.sv.camcom.it/IT/Page/t02/view_html?idp=41<br />

sito dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo: www.regflor.it<br />

http://ec.europa.eu/sanco_pesticides/public/index.cfm<br />

http://ec.europa.eu/food/efsa_it.htm<br />

http://ec.europa.eu/food/plant/protection/pesticides/index_en.htm<br />

http://www.wto.org/english/tratop_e/sps_e/sps_e.htm<br />

www.politicheagricole.it<br />

www.ministerosalute.it<br />

www.minambiente.it<br />

www.ispesl.it;<br />

www.eppo.org<br />

www.sian.it/Fitovis/<br />

www.ispave.it<br />

119


Finito di stampare<br />

nel mese di febbraio 2010<br />

presso la Microart’s S.p.A. - Recco (Genova)

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