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foglietto n. 38 - Parrocchia San Nicolò Vescovo

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grammazione dell’anno della Fede e dell’Eucarestia. La settimana che si apre<br />

vede una grande celebrazione a <strong>San</strong>ta Maria delle Acque, patrona della Diocesi,<br />

una due giorni per i preti, una due giorni per i laici e poi quattro incontri<br />

per forania, convegni diocesani, nove incontri nelle parrocchie… con quale<br />

respiro affrontiamo questa fatica pastorale, questa organizzazione, questo fare?<br />

Certo, quest’anno lo dobbiamo guardare come tempo favorevole che<br />

permette il passaggio della grazia e accoglierla.<br />

Dobbiamo tener conto anche del fatto che il discorso della fede non aggancia<br />

la vita della gente e le idee portanti della vita cristiana, non sono accolte,<br />

ne capite. In tutta questa problematica, ci chiediamo, qual è la funzione<br />

della parrocchia?<br />

L’imperativo di una nuova evangelizzazione ha bisogno della parrocchia<br />

come realtà che permetta di avere reti relazionali per la comunicazione del<br />

Vangelo, per suscitare un contesto di ascolto e di adesione alla fede. Tutto<br />

questo se la parrocchia è capace di superare la gestione burocratica, amministrativa,<br />

ma anche superare una religiosità superficiale, esteriore, intimistica,<br />

emozionale.<br />

È su queste relazioni che è la nostra sfida. Per questo puntiamo al rinnovo<br />

dei gruppi, alla creazione dei gruppi familiari parrocchiali, ai gruppi di<br />

fanciulli, ragazzi, adolescenti e di giovani. Per questo puntiamo ad una parrocchia<br />

dove i laici sono corresponsabili nella evangelizzazione e vivono la<br />

vocazione della ministerialità. Il cambiamento in parrocchia sta nascendo da<br />

un discernimento comunitario che non si gioca a forza e dialettica di minoranza<br />

e di maggioranza ma di ascolto della Parola e dello Spirito. Tutto deve<br />

essere a misura della Missione: gruppi, liturgia, ministerialità.<br />

Le calunnie, le dicerie, l’anticlericalismo, l’astio e quant’altro abbiamo visto,<br />

sentito, letto e subito in questi giorni non ci hanno affatto piegato – noi<br />

siamo forti della nostra buona testimonianza anche se essa produce in chi non<br />

crede gelosia, invidia e calunnia e quindi (umanamente) in noi sofferenza –<br />

ma ci spingono a non dare niente di scontato, a prendere atto della realtà che<br />

ci circonda. Ci porta a ripensarci come Chiesa e come <strong>Parrocchia</strong> nel nostro<br />

territorio.<br />

Don Angelo Pittau<br />

LA SANTA CROCE<br />

Il 14 settembre abbiamo celebrato l’Esaltazione della Croce, in sardo diciamo<br />

“<strong>San</strong>ta Crusci”, senza l’esaltazione (è meglio così) e il 15 la Madonna Addolorata,<br />

ci ricorda che siamo chiamati ad essere con Maria “Justa crucem”.<br />

Oggi 24° domenica del tempo ordinario, Gesù nel Vangelo di Marco ci ricorda:<br />

“se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso e mi segua”, infatti<br />

il Figlio dell’uomo deve soffrire molto… venire ucciso… e risorgere.<br />

Questi tre giorni sono i giorni del dolore, quello di Gesù, quello di Maria, il<br />

nostro dolore di discepoli. Mi chiedo quale è il senso di queste tre liturgie, ma

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