01.06.2013 Views

foglietto n. 38 - Parrocchia San Nicolò Vescovo

foglietto n. 38 - Parrocchia San Nicolò Vescovo

foglietto n. 38 - Parrocchia San Nicolò Vescovo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Via Gramsci, 1 – 09036 GUSPINI VS – 070/970052<br />

- email: parrocchiasannicolo@tin.it - www.parrocchiasannicolo.net<br />

Numero <strong>38</strong> dal 16 al 23 settembre 2012<br />

RIPENSIAMOCI COME PARROCCHIA<br />

Alcuni fatti e relativi commenti in questi ultimi giorni mi portano a riflettere<br />

sulla Chiesa (Comunità Cristiana, parrocchie, opere) nel nostro territorio<br />

come anche nell’opinione pubblica.<br />

Alcuni sono portati a dire di non badare a queste cose o a queste dicerie,<br />

d’altra parte fatti e dicerie mostrano una realtà per lo meno preoccupante. Mi<br />

sembra che manca nel nostro territorio il tessuto cristiano delle comunità ecclesiali,<br />

c’è una cultura che ha messo da parte la Chiesa e la fede, magari conservando<br />

una religiosità (processioni, Messe, rosari, feste dei santi, devozione<br />

alla Madonna) che dovrebbe essere cornice alla fede: siamo dinanzi ad una<br />

cornice senza quadro. Manca il tessuto cristiano delle comunità ecclesiali (altri<br />

dicono manca il respiro).<br />

Se da una parte c’è un anticlericalismo preconcetto, fazioso, superficiale,<br />

ostentato e usato come arma per indebolire la stima dell’opinione pubblica<br />

sulla chiesa, dall’altra parte c’è un modo di essere cristiano che in realtà è<br />

senza fede (si battezza per tradizione, si fa la prima comunione e la cresima<br />

come tappe sociali, non ci si sposa più, non si hanno figli, si convive, non si<br />

rispetta la domenica, non si va a Messa, non si ha nessun rapporto con la<br />

Chiesa, si conserva solo una vaga appartenenza sociale), oppure c’è un operare<br />

della pastorale che si butta sull’organizzazione, sulla struttura, non ci si<br />

apre al mondo, al dialogo, non sa discernere cioè non sa veramente ascoltare,<br />

capire, decidere da credenti, non sa entrare in dialogo con il mondo. Si è<br />

schiacciati sul presente e sull’immediato, sul materiale e sul pragmatico: si è<br />

autoreferenziali, individualisti, soggettivi. Si è assimilata la cultura del mondo<br />

che cambia, ma in senso negativo.<br />

Credo che sarebbe necessario ricominciare con l’ascolto di tutti nei confronti<br />

della Parola di Dio per costruire autentici itinerari di conversione a Cristo,<br />

di contrizione del cuore (come negli Atti degli Apostoli), di libera adesione<br />

e condivisione personale. Bisognerebbe camminare non tanto verso una<br />

nuova organizzazione (Pastorale integrata, Unità Pastorali, etc.) quanto sulla<br />

proposta e sulla testimonianza libera e gioiosa dei valori cristiani. Forse è necessario<br />

scoprire un nuovo rapporto con Dio, scoprire la struttura fondamentale<br />

della rivelazione, i suoi codici comunicativi e i messaggi universali.<br />

Oggi c’è stanchezza di pastorale: in diocesi stiamo andando verso la pro-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!