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UNIVERSITA’ DI VERONA<br />

FACOLTÀ DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE<br />

L'APPRENDIMENTO DEL SISTEMA BRAILLE<br />

<strong>18</strong> MAGGIO 20<strong>10</strong><br />

DOCENTE: LORENZA VETTOR<br />

E-MAIL: LVETTOR@FASTWEBNET.IT<br />

FINALITÀ E OBIETTIVI<br />

1. Fornire informazioni storiche sulla nasc<strong>it</strong>a e la diffusione del <strong>Braille</strong> dalle sue origini ai giorni nostri;<br />

2. Fornire le informazioni di base sul sistema di lettura e scr<strong>it</strong>tura <strong>Braille</strong>;<br />

3. Spiegare quali sono gli strumenti utilizzati per la scr<strong>it</strong>tura braille;<br />

4. Dare alcune importanti informazioni sulle strutture ed ist<strong>it</strong>uzioni deputate alla forn<strong>it</strong>ura di servizi<br />

connessi all’integrazione scolastica degli alunni con minorazioni visive;<br />

5. Accennare ai Centri di consulenza tiflodidattica esistenti in Italia.


PARTE 1 - IL BRAILLE E LA SUA STORIA<br />

GLI ANTENATI DEL BRAILLE<br />

Nonostante vi siano alcuni grandi studiosi ciechi come Nicholas Saunderson che ered<strong>it</strong>a la cattedra di<br />

Newton, leggere e scrivere senza la vista rimane un ostacolo insormontabile. Fin dalla seconda metà del<br />

XVI secolo, si ha notizia di tentativi di escog<strong>it</strong>are un sistema che consenta ai ciechi di leggere e scrivere.<br />

L’abate <strong>it</strong>aliano Lana-Terzi idea un complicato sistema di fili intrecciati e annodati che rappresentano le<br />

diverse lettere dell’alfabeto. Nel 1640, il tipografo francese Pierre Moreau mette a punto un metodo di lettura<br />

per i ciechi basato sulla combinazione di lettere mobili. Molti altri tentano, con successo più o meno<br />

eclatante, ricorrendo a ogni sorta di sistemi e strumenti per ottenere una rappresentazione tattilmente<br />

riconoscibile dell’alfabeto.<br />

Il primo impiego sistematico di un alfabeto tattile si haa Parigi verso il 1780 quando Valentin Haüy mette in<br />

opera un metodo per tracciare le lettere su fogli di carta spessa mediante una penna con punta dotata di<br />

rotellina dentellata. Lo stesso Haüy, direttore dell’ist<strong>it</strong>uto dei ciechi, sperimenterà ben presto con successo<br />

una modal<strong>it</strong>à di impressione delle lettere sulla carta inumid<strong>it</strong>a, servendosi di lastre metalliche sulle quali le<br />

lettere stesse vengono incise preventivamente.<br />

Il primo libro prodotto con questa tecnica - una sintesi delle teorie sull’educazione dei ciechi - viene<br />

pubblicato a Parigi nel 1787.<br />

Haüy sostiene che occorre mantenere la massima analogia nei metodi e nelle tecniche di educazione delle<br />

persone vedenti e delle persone non vedenti.<br />

Nel <strong>18</strong>45, William Moon, un inglese divenuto cieco all’età di 21 anni, mette a punto un sistema tattile che da<br />

lui trae il nome. Il Moon si basa sulla rappresentazione in rilievo delle normali lettere dell’alfabeto, ma<br />

modificate e semplificate per consentirne una migliore percezione. In pratica, otto lettere rimangono<br />

identiche; quattordici risultano parzialmente modificate, mentre cinque sono totalmente ridisegnate.<br />

Il primo libro nel sistema Moon viene pubblicato in Gran Bretagna nel <strong>18</strong>47 e per l’epoca, l’idea incontra un<br />

vasto e duraturo successo. Qualcuno sostiene ancora che i ciechi divenuti tali in età avanzata,<br />

incontrerebbero minori difficoltà nell’apprendere una modal<strong>it</strong>à di lettura basata sul sistema Moon piuttosto<br />

che sul <strong>Braille</strong>.<br />

Ma il vero precursore dell’alfabeto <strong>Braille</strong> è senza dubbio il sistema messo a punto da Charles Barbier, un<br />

cap<strong>it</strong>ano di artiglieria dell’eserc<strong>it</strong>o napoleonico. Per giustificare il suo sistema ed il conseguente alfabeto<br />

puntiforme, che realizza defin<strong>it</strong>ivamente nel <strong>18</strong>15, egli parte, dall’esatta constatazione che i punti risultano,<br />

all’identificazione tattile, più consoni delle linee.<br />

Si tratta di due colonne verticali di sei punti ciascuna: un massimo di dodici punti per ogni simbolo, per<br />

rappresentare non tanto le singole lettere dell’alfabeto, quanto piuttosto le combinazioni dei suoni della<br />

lingua francese; di qui la definizione di "metodo sonografico".<br />

Tale sistema, al quale va riconosciuto l’indubbio mer<strong>it</strong>o di aver aperto la via al moderno metodo di lettura e<br />

scr<strong>it</strong>tura dei ciechi, risulta tuttavia piuttosto complicato nella decodifica dei segni e nella loro traduzione in<br />

parole. Barbier inoltre, per scrivere con il proprio codice, concepisce prima e realizza poi la tavoletta e il<br />

punteruolo, quasi del tutto simili a come oggi li conosciamo.


LOUIS BRAILLE E LA SUA RIVOLUZIONARIA INVENZIONE<br />

Appare evidente, già da questa seppur sommaria analisi, come il metodo messo a punto da Barbier non è<br />

stato pensato per la lettura tattile dei ciechi, ma per la decifrazione al buio di messaggi mil<strong>it</strong>ari. Esso tuttavia<br />

trova efficace, sebbene sporadica applicazione tra un ristretto numero di ciechi dell’ist<strong>it</strong>uto di Parigi. Tra<br />

questi, Louis <strong>Braille</strong>. Quando Barbier introduce il proprio metodo, tra gli osp<strong>it</strong>i dell’ist<strong>it</strong>uto, Louis <strong>Braille</strong>,<br />

ancora giovanissimo, si rivela tra gli allievi più abili e ed efficienti.<br />

Ma chi era Louis <strong>Braille</strong>? Scopriamolo attraverso queste note biografiche…<br />

Louis <strong>Braille</strong> nasce a Coupvray il 4 gennaio <strong>18</strong>09 e muore a Parigi il 6<br />

gennaio <strong>18</strong>52, dove è sepolto presso il Pantheon.<br />

Quarto figlio di una famiglia povera, il bambino è gracile ma pieno di<br />

curios<strong>it</strong>à. Spesso, si avvicina al tavolo da lavoro del padre, Simon-René<br />

<strong>Braille</strong>, un sellaio, incurios<strong>it</strong>o dai suoi strumenti. Più volte il padre gli<br />

proibisce e lo rimprovera perché non si avvicini, ma purtroppo il piccolo Louis<br />

non ascolta mai. Un giorno, all’età di tre anni, durante un’assenza dei suoi<br />

gen<strong>it</strong>ori, il bambino comincia a prendere dal tavolo gli strumenti di suo padre<br />

per scrutarli ben bene. Malauguratamente, uno di questi colpisce un occhio<br />

del piccolo Louis. Quando i gen<strong>it</strong>ori arrivano trovano il bambino che piange<br />

per il dolore ed il viso pieno di sangue e capiscono immediatamente che per<br />

l’occhio di Louis non c’è più nulla da fare. Ad aggravare lo stato di salute, arriva una congiuntiv<strong>it</strong>e che<br />

colpisce l’altro occhio, fino a produrre pus. Le cornee dei due occhi sono distrutte ed il piccolo Louis non ci<br />

vede più; ricordiamo che allora medicinali e soprattutto antibiotici erano del tutto inesistenti.<br />

Ma in paese l’abate Palluy, il maestro Becheret e perfino il marchese d'Orvilliers prendono a cuore la sorte<br />

di questo piccolo bimbo curioso e interessato al mondo.<br />

E’ così che, a <strong>10</strong> anni, Luis vince una borsa di studio alla Inst<strong>it</strong>ution des Jeunes Aveugles (Ist<strong>it</strong>uto per<br />

giovani ciechi) a Parigi. Si tratta di uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti, dove gli osp<strong>it</strong>i<br />

vengono avviati a diversi mestieri, come ad esempio l’impagliatore di sedie.<br />

Nell'Ist<strong>it</strong>uto parigino, Louis riesce a perfezionarsi nello studio della musica e soprattutto dell'organo,<br />

strumento in cui ben presto inizia a primeggiare, tanto da essere inv<strong>it</strong>ato a tenere concerti in varie chiese<br />

della c<strong>it</strong>tà.<br />

Nello stesso Ist<strong>it</strong>uto, grazie al vecchio sistema dei caratteri da stampa in rilievo, può frequentare un corso<br />

regolare di studi e diplomarsi, diventando a sua volta insegnante.<br />

Leggere però le pagine di un libro, seguendo con il d<strong>it</strong>o il contorno delle lettere dell'alfabeto in rilievo, è un<br />

lavoro estenuante. Dalla diretta esperienza di un utilizzatore assiduo e intelligente, emerge infatti palese il<br />

lim<strong>it</strong>e maggiore del metodo di Barbier: la scarsa duttil<strong>it</strong>à tattile dovuta a una percezione difficoltosa, a causa<br />

delle dimensioni dei singoli segni: colonne di sei punti infatti, si colgono a fatica nell’esplorazione tattile del<br />

polpastrello del d<strong>it</strong>o indice, rallentando così il processo di identificazione e l’intero fluire della lettura. E così,<br />

mentre un cieco legge una riga, un ragazzo dotato della vista ha già fin<strong>it</strong>o un paio di pagine…<br />

Louis comprende che lo studio, per sé e per gli altri che hanno perduto la vista, diverrebbe più facile se<br />

avvenisse mediante un sistema più semplice. Ci vorrebbe un alfabeto per ciechi. Louis pensa e ripensa; fa<br />

vari tentativi, e finalmente appena ventenne inventa il nuovo sistema di scr<strong>it</strong>tura Per ciechi. Le d<strong>it</strong>a saranno<br />

ancora i loro occhi. Infatti il sistema <strong>Braille</strong>, poi perfezionato dal Foucault, impegna sempre il polpastrello<br />

dell'indice, col quale il cieco sfiora il foglio. Ma la lettura è estremamente semplificata e facile. Sulla carta le<br />

parole sono formate da puntini in rilievo, variamente disposti e in numero diverso, per rappresentare le<br />

lettere dell'alfabeto e i<br />

numeri. Più tardi Louis applicò il suo metodo anche agli spart<strong>it</strong>i musicali, traducendo le note del<br />

pentagramma in puntini.


Louis <strong>Braille</strong> pone rimedio a tale inconveniente mediante la riduzione della matrice di ciascun segno, che<br />

passa da due colonne di sei punti, a due colonne di tre punti, dando origine al sistema così come oggi noi lo<br />

conosciamo. 1<br />

Louis <strong>Braille</strong> pubblica il suo "Metodo" sistematico nel <strong>18</strong>29, ricevendo sub<strong>it</strong>o una favorevole accoglienza da<br />

parte degli allievi dell’ist<strong>it</strong>uto di Parigi che cominciano a praticare il nuovo sistema. Il prof. Pignier, direttore<br />

del tempo, accoglie con entusiasmo il nuovo metodo e incoraggia Louis <strong>Braille</strong> in ogni modo, nominandolo<br />

perfino insegnante nell’ist<strong>it</strong>uto. Vengono realizzate le tavolette per la scr<strong>it</strong>tura che Louis <strong>Braille</strong> ha progettato<br />

correggendo gli originali strumenti ideati da Barbier e si comincia a leggere e scrivere in <strong>Braille</strong> con ottimi<br />

risultati per gli allievi.<br />

Grazie al nuovo metodo, Louis <strong>Braille</strong> in persona e una cinquantina di altri frequentatori dell’ist<strong>it</strong>uto studiano<br />

musica fino a diventare organisti professionisti e trovare impiego in molte chiese di Parigi e dintorni,<br />

nonostante la diffidenza palesata dagli insegnanti e dagli educatori vedenti che tuttavia viene tenuta sotto<br />

controllo dal direttore Pignier. Ma quando questi viene sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da Dufau, un feroce avversario dell’uso del<br />

<strong>Braille</strong>, la s<strong>it</strong>uazione muta radicalmente e il sistema di Louis <strong>Braille</strong> viene add<strong>it</strong>ato come strumento di<br />

segregazione e perfino come elemento di disturbo dell’attenzione in classe, per via del ticchettìo del<br />

punzone, in fase di scr<strong>it</strong>tura.<br />

Dufau sost<strong>it</strong>uisce così il <strong>Braille</strong> con il sistema messo a punto da Johon Alston presso il ricovero per ciechi di<br />

Glasgow, una sorta di alfabeto normale molto semplificato e riprodotto in rilievo e dà ordine di eliminare<br />

sistematicamente le tavolette di scr<strong>it</strong>tura e i pochi testi disponibili, tra i quali una "storia della Francia" in tre<br />

volumi, che risulta essere il primo vero libro riprodotto in <strong>Braille</strong>. Gli studenti tuttavia resistono a tanta furia<br />

distruttiva e continuano a praticare il metodo <strong>Braille</strong>, servendosi di ogni sorta di utensile: coltellini, forchette,<br />

spilloni, ecc…. I più anziani insegnano ai più giovani e l’alfabeto di Louis <strong>Braille</strong> continua ad esistere<br />

nonostante la sorveglianza, le punizioni corporali e le vessazioni d’ogni genere che si abbattono sugli allievi<br />

ribelli. E’ un giovane assistente di Dufau, Joseph Gaudet, ammirato dalla resistenza dei ciechi osp<strong>it</strong>i<br />

dell’ist<strong>it</strong>uto e favorevolmente impressionato dal metodo <strong>Braille</strong>, che comincia a praticarlo e insegnarlo, e a<br />

convincere infine il direttore dell’opportun<strong>it</strong>à di incoraggiare piuttosto che ostacolare. Con lusinghe e<br />

adulazioni, egli riesce a persuadere Dufau a farsi difensore e promotore del metodo <strong>Braille</strong>, allettandolo con<br />

la prospettiva di una pubblica notorietà, ove l’ist<strong>it</strong>uto da lui diretto fosse risultato fucina di invenzioni e<br />

innovazioni che possono avere eco in tutta la Francia e forse nel mondo intero. Così, grazie alla van<strong>it</strong>à<br />

sapientemente stuzzicata di un miserabile personaggio chiamato a un posto troppo elevato per la sua<br />

intelligenza, il metodo <strong>Braille</strong> può superare il primo e forse il più grave ostacolo alla propria diffusione. Di<br />

opposizioni ve ne sono state altre e consistenti, come vedremo in segu<strong>it</strong>o, ma intanto la battaglia per<br />

l’esistenza era vinta, grazie alla sagacia di un giovane maestro cieco e alla resistenza degli allievi ciechi<br />

dell’ist<strong>it</strong>uto di Parigi.<br />

Il sistema <strong>Braille</strong>, sebbene lentamente, comincia a diffondersi e ad affermarsi in Francia e all’estero. Già<br />

nella seconda edizione del suo metodo, Louis <strong>Braille</strong> adatta l’alfabeto alle sei maggiori lingue parlate e<br />

scr<strong>it</strong>te in Europa e in America: inglese, francese, spagnolo, tedesco, <strong>it</strong>aliano e portoghese.<br />

Nel <strong>18</strong>52, il <strong>Braille</strong> viene introdotto nella scuola per ciechi di Losanna dove, nel <strong>18</strong>60, sorge una vera e<br />

propria copisteria che produce volumi in francese e in tedesco. Nel <strong>18</strong>54 il sistema viene adottato<br />

ufficialmente in Francia e, nello stesso anno, viene realizzata la prima edizione del metodo in lingua<br />

portoghese per espressa volontà dell’imperatore del Brasile, Don Pedro II. Nei Paesi di lingua tedesca, il<br />

<strong>Braille</strong> si afferma con qualche variante segno-grafica, che per alcuni decenni, cost<strong>it</strong>uisce un motivo di<br />

confusione e di disorientamento, come certificato nel primo congresso degli educatori per ciechi tenutosi a<br />

Lipsia nel <strong>18</strong>73 e nel secondo congresso tenutosi a Dresda nel <strong>18</strong>76. Su 25 scuole per ciechi, quattordici<br />

adottano il <strong>Braille</strong> modificato e soltanto undici quello originale, derivante dal francese.<br />

Nel contempo, celebrati educatori quali Klein e Knie continuano ad avanzare forti riserve sull’impiego<br />

esclusivo del <strong>Braille</strong> per l’istruzione dei ciechi, r<strong>it</strong>enendolo un sistema emarginante e totalmente inadatto<br />

all’occhio. In Inghilterra all’epoca erano in voga quattro sistemi di lettura e scr<strong>it</strong>tura di caratteri normali a<br />

rilievo (Moon, Fry, Alston, e Gall), più due sistemi di tipo stenografico (Lucas e Frère). Thomas Erm<strong>it</strong>age,<br />

fondatore dell’associazione per l’educazione dei ciechi in patria e all’estero, propone che siano direttamente<br />

1 La sua curios<strong>it</strong>à e il suo spir<strong>it</strong>o di iniziativa lo portano a continuare la ricerca e ad<br />

inventare un macchinario che permette ai non vedenti di scrivere esclusivamente per i<br />

vedenti. Si tratta del “rafigrafo”, che però non avrà grande applicazione perché<br />

piuttosto complicato nell’utilizzo. Sarà invece l’invenzione della macchina da scrivere<br />

a permettere questo tipo di comunicazione.


gli interessati, cioè i ciechi, a decidere circa il sistema da adottare. Viene cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un com<strong>it</strong>ato di<br />

valutazione composto solo da ciechi che conoscono almeno tre dei sistemi c<strong>it</strong>ati. Il com<strong>it</strong>ato, nel <strong>18</strong>70, si<br />

pronuncia in favore del <strong>Braille</strong>, che già nel <strong>18</strong>83 risulta ufficialmente adottato nella stragrande maggioranza<br />

delle scuole inglesi per ciechi. Nel <strong>18</strong>78 finalmente, nell’amb<strong>it</strong>o del primo congresso internazionale per<br />

l’educazione dei ciechi svoltosi a Parigi, dopo aspre e prolungate dispute, il 27 Settembre in seduta plenaria,<br />

il <strong>Braille</strong> è universalmente adottato come metodo di scr<strong>it</strong>tura e lettura per i ciechi, nella sua forma originale<br />

francese: sono infatti ben 800 attualmente i dialetti e le lingue che utilizzano il metodo <strong>Braille</strong> per la<br />

comunicazione tra i non vedenti.<br />

Soltanto gli Stati Un<strong>it</strong>i d’America, tra i grandi paesi evoluti, seguoniranno un percorso diverso che<br />

ugualmente porterà all’affermazione del <strong>Braille</strong>, ma dopo controversie laceranti tra gli educatori, che<br />

provocarono r<strong>it</strong>ardi e incertezze nel processo di istruzione dei ciechi.<br />

Nel 1949, l’UNESCO ha promosso la diffusione del <strong>Braille</strong> in tutto il mondo, perché i non vedenti di tutti i<br />

continenti se ne possano giovare.<br />

Con legge3 agosto 2007, n. 126, 2 il Parlamento ha ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la Giornata Nazionale del braille “quale momento<br />

di sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti”. “Nell'amb<strong>it</strong>o di tale<br />

giornata (che si celebra il 21 febbraio), le amministrazioni pubbliche e gli altri organismi operanti nel settore<br />

sociale possono promuovere idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, nonché studi, convegni,<br />

incontri e dibatt<strong>it</strong>i presso le scuole e i principali mass-media, per richiamare l'attenzione e l'informazione<br />

sull'importanza che il sistema <strong>Braille</strong> riveste nella v<strong>it</strong>a delle persone non vedenti e di quanti sono coinvolti<br />

direttamente o indirettamente nelle loro vicende, al fine di sviluppare pol<strong>it</strong>iche pubbliche e comportamenti<br />

privati che allarghino le possibil<strong>it</strong>à di reale inclusione sociale e di accesso alla cultura e all'informazione per<br />

tutti coloro che soffrono di minorazioni visive”.<br />

Nel 2009, nel duecentenario della sua nasc<strong>it</strong>a, sia l'Italia sia il Belgio gli hanno dedicato una moneta<br />

commemorativa da due Euro.<br />

2 Pubblicata in G.U. n. <strong>18</strong>9 del 16 agosto 2007.


UN CLUB IN ITALIA PER LA DIFFUSIONE DEL BRAILLE<br />

Nel 2002, numerose sono state in tutta Italia le iniziative per commemorare Louis <strong>Braille</strong> nel 150°<br />

anniversario della morte e, perché l'evento non rimanesse un anno puramente celebrativo, il Coordinamento<br />

nazionale degli Enti dipendenti dall'Unione Italiana dei Ciechi, o ad essa collegati, ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il Club<br />

Italiano del <strong>Braille</strong> (C.I.B.), i cui Enti Fondatori sono: L'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della<br />

Cec<strong>it</strong>a' Sezione Italiana, la Biblioteca Italiana per Ciechi "Regina Margher<strong>it</strong>a" di Monza, Il Centro Regionale<br />

della Calabria per l'Autonomia del Non Vedente, La Federazione Nazionale delle Ist<strong>it</strong>uzioni pro Ciechi,<br />

l'Ist<strong>it</strong>uto per Ciechi "Francesco Cavazza", l'Ist<strong>it</strong>uto per la Ricerca, la Formazione e la Riabil<strong>it</strong>azione, la<br />

Stamperia <strong>Braille</strong> di Catania, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.<br />

Principali final<strong>it</strong>a' del Club Italiano del <strong>Braille</strong> sono: la raccolta di fondi per finanziare l'adeguamento<br />

strutturale e strumentale della casa natale di L.<br />

<strong>Braille</strong>, a Coupvray (Francia), oggi museo; la realizzazione di specifiche iniziative di sensibilizzazione<br />

nell'amb<strong>it</strong>o della Giornata mondiale del <strong>Braille</strong> (4 gennaio); la creazione in Italia di un Museo <strong>Braille</strong>, per<br />

raccogliere ed esporre materiale di interesse storico-tiflo-tecnologico.<br />

Avere cura della casa dove è nato colui che ha forn<strong>it</strong>o ai ciechi di tutto il mondo lo strumento principe per il<br />

riscatto sociale e culturale da secoli di ignoranza, non è soltanto un dovere morale di tutti noi, ma e' anche<br />

ragione per tenere desta la memoria della nostra storia ed alimentarla in uno spazio fisico da salvaguardare<br />

e valorizzare.<br />

La Giornata Mondiale del <strong>Braille</strong> è l'occasione importante e preziosa per parlare delle problematiche dei<br />

ciechi: prime fra tutte, quelle del dir<strong>it</strong>to allo studio e dell'accesso alle fonti della Cultura.<br />

La creazione in Italia di un Museo <strong>Braille</strong> consentirà di avviare una seria ricerca di reperti, strumenti e testi<br />

<strong>Braille</strong> che hanno scand<strong>it</strong>o le tappe della emancipazione culturale e sociale dei ciechi d’Italia.


PARTE 2 - IL SISTEMA BRAILLE<br />

LA “LOGICA” DEL BRAILLE 3<br />

Com’è costru<strong>it</strong>o il sistema <strong>Braille</strong>? In modo molto semplice, come vedremo sub<strong>it</strong>o, quello stesso modo con<br />

cui viene ancor oggi insegnato. Ed è appunto nella sua semplic<strong>it</strong>à che sta la sua genial<strong>it</strong>à: ad ormai 200<br />

anni – anno più, anno meno – dalla sua introduzione, esso rimane l’unico sistema di letto/scr<strong>it</strong>tura praticato<br />

dai non vedenti di tutto il mondo. Anche l’avvento delle nuove tecnologie non ha fatto venir meno il primato<br />

del <strong>Braille</strong>, come invece si potrebbe pensare: basti riflettere, per convincersene, sul fatto che l’utilizzo del<br />

display per PC comporta, necessariamente, la conoscenza del <strong>Braille</strong>.<br />

Prima di addentrarci in lettere e numeri, facciamo alcune premesse di ordine pratico.<br />

Per scrivere si usano fogli di carta pesante (grammatura non inferiore a <strong>18</strong>0) poggiati sopra una tavoletta di<br />

ferro o di plastica che può essere di varie dimensioni e sulla quale scorre un regolo o righello, anch’esso di<br />

lunghezza variabile, che viene fatto scorrere sul telaio incardinato sulla tavoletta, su cui si blocca il foglio.<br />

Spostando quest’ultimo, si determinano le righe, una sotto l'altra. Si scrive con un punteruolo (anche in<br />

questo caso, la punta può essere più o meno sottile), che solleva piccoli coni di carta rigida nel punto<br />

perforato. Il punteruolo viene orientato da chi scrive entro caselle della grandezza di circa 3 × 2 millimetri,<br />

inser<strong>it</strong>e nel regolo stesso. Il punteruolo va tenuto fra il d<strong>it</strong>o indice ed a polso fermo.<br />

Il regolo si compone di due righe, divise in tante caselle; in ogni casella, si scrive una lettera. Ogni casella<br />

può contenere al massimo sei punti, disposti in due file verticali, una a destra e l’altra a sinistra dello stesso<br />

casellino. 4 Partendo dall’alto, i punti di destra si denominano “1, 2 3”, quelli di sinistra – sempre partendo<br />

dall’alto – “4, 5, 6”.<br />

3 trascrivere non è copiare! Il termine "scr<strong>it</strong>tura" non deve trarre in inganno. Il<br />

<strong>Braille</strong> è in effetti un modo di scrivere, ma presuppone non solo l'uso di un alfabeto<br />

speciale, di un “codice”, bensì anche di una particolare tecnica nella disposizione<br />

delle parole sulla pagina, in modo che esse acquistino un senso logico sotto<br />

l'esplorazione della mano. Per questo motivo, trascrivere non significa soltanto<br />

copiare, usando un codice in cui a ogni segno grafico ne corrisponde un altro. Significa<br />

anche tradurre un percorso logico concep<strong>it</strong>o per la vista in un altro concep<strong>it</strong>o per il<br />

tatto. La lettura attraverso la mano, infatti, pur permettendo di percepire moltissime<br />

informazioni, pone alcuni lim<strong>it</strong>i che non possono essere dimenticati. La mano legge in<br />

modo anal<strong>it</strong>ico, una parola dopo l'altra, una riga dopo l'altra, sempre in due sensi<br />

soltanto, verticale e orizzontale, e non può avere una visione di insieme della pagina<br />

proposta, come consente di fare la vista. L'ed<strong>it</strong>oria moderna, continuamente alla ricerca<br />

di stimoli nuovi per la curios<strong>it</strong>à e l'immaginazione del lettore, rende il lavoro di<br />

trascrizione sempre più difficile. Soprattutto per quanto riguarda i testi scolastici è<br />

diventato quasi impossibile trovare libri che non ricorrano a immagini e soprattutto a<br />

percorsi di lettura paralleli o che comunque si intrecciano e si collegano in vario<br />

modo, con risultati spesso attraenti. Diventa quindi di fondamentale importanza come si<br />

decide di trascrivere questo tipo di pagine in <strong>Braille</strong>: copiare soltanto le singole<br />

parole rest<strong>it</strong>uirebbe una versione quasi incomprensibile e renderebbe obbligatorio<br />

l'intervento di un intermediario tra il libro e l'utente per spiegare lo scopo e la<br />

funzione di quanto viene espresso. Occorre allora "interpretare" e il trascr<strong>it</strong>tore dovrà<br />

prendere consapevolezza, nel suo lavoro, di quali percorsi il suo stesso occhio segue,<br />

per poter dare una intelaiatura comprensibile ai concetti e rest<strong>it</strong>uire nel <strong>Braille</strong> una<br />

analoga struttura, che vesta la lingua di significato e che, nello stesso tempo, la mano<br />

possa seguire senza fatica, secondo le lim<strong>it</strong>ate direzioni a cui è ab<strong>it</strong>uata.<br />

4 Un discorso a parte va fatto per il c.d. “<strong>Braille</strong> informatico” dove, per ovvi motivi di<br />

spazio – ovvero per ev<strong>it</strong>are di scrivere a pc troppi simboli – le caselline (non della<br />

tavoletta, ma) del display – su cui vedi oltre – sono composte non da 6, bensì da 8<br />

punti.


Il <strong>Braille</strong> si scrive da destra verso sinistra, poiché per leggere bisogna togliere il foglio dalla tavoletta e<br />

girarlo, per leggere, appunto, nella direzione in cui anche chi vede legge, ovvero da sinistra a destra; il<br />

senso della lettura è, cioè, speculare a quello della scr<strong>it</strong>tura. 5<br />

Non esiste un alfabeto maiuscolo e minuscolo: l’alfabeto è unico e per distinguere le lettere maiuscole dalle<br />

minuscole si ricorre ad un appos<strong>it</strong>o segno, composto dai punti 4 e 6 – detto appunto “segno di maiuscola” –<br />

posto davanti alla lettera interessata.<br />

Analogamente, per distinguere i numeri dalle lettere si scrive davanti a questi un appos<strong>it</strong>o segno – detto<br />

“segnanumero”: punti 3, 4, 5, 6 – poiché lettere e numeri si scrivono allo stesso modo: così, A=1, B=2, C=3,<br />

D=4, E=5, F=6, G=7, H=8, I=9, J=0.6<br />

Veniamo, allora, all’alfabeto e alla segnografia…<br />

Per comporre le prime dieci lettere dell’alfabeto francese (A, B, C, D, E, F, G, H, J), Louis <strong>Braille</strong> inizia dai<br />

quattro punti che compongono le prime due righe della tabella, ovvero da quella che viene ancora chiamata<br />

la “prima serie” di segni; 7 quindi prosegue – dall’undicesima alla ventesima lettera: L, M, N, O, P, Q, R, S, T<br />

- usando il punto della parte inferiore destra – quello che tecnicamente viene denominato “punto tre”) per<br />

rappresentare le lettere della “seconda serie”; infine, dalla ventunesima alla ventiseiesima lettera (U, V, X, Y,<br />

Z) completa la segnografia con l’aggiunta dei “punti tre e sei". 8<br />

Abbassando di un posto le lettere della prima serie (ovvero: punti 1, 2, 4, 5), si ottengono i segni di<br />

interpunzione e quelli ar<strong>it</strong>metici, che sono quindi tutti formati dalle possibili combinazioni dei punti: 2, 3, 5, 6.<br />

5<br />

Finora, abbiamo parlato di scr<strong>it</strong>tura “da destra a sinistra”, ma a scopo meramente<br />

chiarificativo: infatti usare questa dizione crea molta confusione, specie nel bambino<br />

piccolo che deve apprendere. Meglio, allora, parlare di “senso di scr<strong>it</strong>tura” e “senso di<br />

lettura”<br />

6<br />

Da quanto appena detto, appare evidente che i numeri si formano usando unicamente le<br />

lettere della “prima serie”.<br />

7<br />

Detto in altri termini: le prime dieci lettere dell’alfabeto sono costru<strong>it</strong>e usando sia<br />

i due punti superiori (ovvero: 1 e 2), sia i due punti mediani (ossia: 4 e 5).<br />

8<br />

Sta a sé la lettera W, l’unica che si forma aggiungendo il solo punto 6.


GLI STRUMENTI PER LA SCRITTURA BRAILLE<br />

Si compone sol<strong>it</strong>amente:<br />

TAVOLETTA BRAILLE<br />

La tavoletta <strong>Braille</strong> è, ancora oggi, lo strumento più diffuso per la<br />

scr<strong>it</strong>tura <strong>Braille</strong> ed è largamente utilizzata per insegnare ai ciechi i<br />

primi rudimenti della scr<strong>it</strong>tura.<br />

• di un piano rettangolare in metallo o plastica attraversato da scanalature orizzontali a distanza<br />

regolare (oppure in luogo di esse vi possono essere delle cavette a forma rettangolare, disposte per<br />

righe parallele) di circa 2,5 millimetri<br />

• da un telaio che presenta alcuni fori sui lati lunghi, un<strong>it</strong>o al piano da una cerniera posta sul lato<br />

superiore<br />

• da un righello composto da due file di casellini di 3X6 mm ciascuno.<br />

Due sono i formati previsti: 24 caselline x 22 righe e 30 caselline x 36 righe.<br />

Tra il piano e il telaio viene inser<strong>it</strong>o il foglio di carta 9 sul quale, per mezzo di un punteruolo non acuminato si<br />

punteggiano le lettere, associando ad ogni casella una lettera. Terminate le prime due righe si sposta il<br />

righello verso il basso, fissandolo negli appos<strong>it</strong>i fori del telaio. Si ricomincia una nuova riga e così via fino al<br />

fondo della pagina. Il piano scanalato o con le cavette serve per arrestare il punteruolo quando si incide il<br />

foglio di carta, impedendogli di perforarla.<br />

Ogni casellino del righello fa da guida per la scr<strong>it</strong>tura dei caratteri, consentendo combinazioni di puntini posti<br />

su tre file per due colonne.<br />

Con la tavoletta si esegue la scr<strong>it</strong>tura da destra verso sinistra, mentre la lettura avviene sempre da sinistra<br />

verso destra: i puntini impressi con il punteruolo infatti, assumono il loro rilievo nella facciata inferiore del<br />

foglio che deve essere quindi girato per poter leggere.<br />

Per la scr<strong>it</strong>tura i lim<strong>it</strong>i di questo ausilio sono i seguenti: lunghi tempi di preparazione o di controllo, difficoltà<br />

di correzione per eventuali errori.<br />

9 In particolare, il sistema di fissaggio della carta può essere cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da due o quattro<br />

chiodini con punta molto acuminata, posti su uno o entrambi i lati verticali del piano di appoggio;<br />

talvolta in luogo dei chiodini oppure in aggiunta vi è una barretta magnetizzata che si ripiega e<br />

tiene fisso il foglio di carta; il foglio viene fissato sul piano scanalato con la parte ancora da<br />

scrivere a destra dell'utilizzatore; le tavolette a libro di cui un esempio è la Marsella – di cui<br />

parleremo fra poco - non hanno la cornice ma sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e da due parti un<strong>it</strong>e insieme da una<br />

cerniera: il piano scanalato e la griglia dei rettangolini; in questo caso una volta inser<strong>it</strong>o e<br />

fissato il foglio la tavoletta si richiude ed è e pronta per l'uso.


TAVOLETTA MARSELLA<br />

E’ cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una doppia tavoletta incernierata a libro sul margine<br />

sinistro. Sulla tavoletta superiore sono ricavate 22 righe di caselline<br />

<strong>Braille</strong>. Il foglio viene fissato sul retro con 2 cerniere magnetiche. La<br />

tavoletta inferiore è scanalata. Questo modello consente di leggere e<br />

quindi di correggere il testo scr<strong>it</strong>to, senza dover estrarre il foglio dalla<br />

tavoletta, come avviene per il primo modello descr<strong>it</strong>to. Tre sono i<br />

formati previsti: 24 caselline x 22 righe; 19 caselline x 6 righe; 24<br />

caselline x 3 righe. La tavoletta è sempre corredata da un punteruolo<br />

con impugnatura sagomata.<br />

E' necessario controllare:<br />

- L'impugnatura del punteruolo. Il bambino tiene il punteruolo (appos<strong>it</strong>amente sagomato) con il pollice e il<br />

medio in opposizione, mentre con l'indice, appoggiato al di sopra dell'impugnatura, eserc<strong>it</strong>a in direzione<br />

verticale (quindi perpendicolare al piano) una pressione sufficiente ad incidere il punto sulla carta <strong>Braille</strong>;<br />

- la coordinazione bimanuale. L'indice della mano sinistra deve guidare e verificare ogni spostamento del<br />

punteruolo impugnato dalla mano destra, sia nello scorrimento progressivo sulla riga da destra verso sinistra<br />

e nel r<strong>it</strong>rovamento della riga successiva (in queste operazioni intervengono anche le altre d<strong>it</strong>a della mano<br />

sinistra con funzione anticipatoria), sia nell'individuazione di ciascuna posizione interna al casellino. <strong>10</strong><br />

<strong>10</strong> Possiamo allora concludere che i modelli di tabelle <strong>Braille</strong> differiscono tra<br />

1. il numero di righe che permettono di produrre senza necess<strong>it</strong>à di spostare il foglio;<br />

(da 1 a 30)<br />

2. il numero di rettangolini che contiene ogni riga (da 15 a 36);<br />

3. la concezione, cioè con telaio o a libro. Da questo punto di vista si differenziano<br />

per i seguenti aspetti:<br />

a) la possibil<strong>it</strong>à di controllo dell'azione in corso di svolgimento: Molto spesso<br />

si sente dire che il non vedente deve fare maggiore affidamento alla sua<br />

memoria, deve basarsi su indizi e indicazioni piuttosto che su dati percettivi;<br />

questo è uno dei casi in cui appunto si ha il semplice controllo dell'azione in<br />

corso; sia con la tavoletta a telaio che con quella a libro il bambino può<br />

controllare se sta scrivendo o no, cioè può sapere se il puntino che vuole fare<br />

è stato effettivamente inciso sul foglio o no. Il controllo avviene attraverso<br />

due vie:<br />

1. via ud<strong>it</strong>iva: il punteruolo fa un certo rumore quando incide la carta;<br />

2. via cinestesica: la muscolatura della mano e del polso trasmettono<br />

alcune informazioni sul movimento del punteruolo.;<br />

b) la possibil<strong>it</strong>à di verificare lo scr<strong>it</strong>to: nella tavoletta a telaio occorre<br />

aprire il telaio, togliere il foglio, voltarlo e leggere lo scr<strong>it</strong>to; nelle<br />

tavolette a libro, soprattutto il tipo Marsella da tavolo, il foglio resta<br />

fisso sotto la griglia cosicché basta aprire la tavoletta perchè si giri anche<br />

il foglio; l'operazione di lettura con la tavoletta Marsella perciò è più<br />

semplice che non con le tavolette a telaio o quelle a libro modello tascabile;<br />

c) la possibil<strong>it</strong>à di ricercare l'ultima riga scr<strong>it</strong>ta: questa operazione nelle<br />

tavolette a telaio è più facile in quanto è possibile distinguere, scorrendo<br />

leggermente la punta delle d<strong>it</strong>a sul foglio, la parte scr<strong>it</strong>ta da quella non<br />

punteggiata; il polpastrello in effetti è sensibile all'altorilievo, ma riesce<br />

a percepire la differenza fra la carta incisa e quella ancora da punteggiare;<br />

in tal modo è possibile, sempre con la tavoletta a telaio, sistemare il<br />

righello sub<strong>it</strong>o al di sotto della parte scr<strong>it</strong>ta; la tavoletta a libro rende<br />

questa operazione più difficile.<br />

d) ricerca del segno: si intende ricerca dell'ultima lettera scr<strong>it</strong>ta; questa deve<br />

avvenire utilizzando il punteruolo; si deve esplorare la riga rettangolino per<br />

rettangolino anche a r<strong>it</strong>roso, se necessario, passando leggermente la punta del<br />

punteruolo in ogni casellino per rendersi conto se questo è già stato occupato<br />

da qualche puntino o se è ancora libero; i vedenti ovviamente possono<br />

utilizzare la vista, ma è bene che siano capaci di aiutare il bambino che non<br />

vede a compiere questo tipo di operazioni autonomamente e nella maniera più<br />

efficace.


PUNTERUOLO<br />

Il punteruolo può essere di varie forme e dimensioni. In esso comunque distinguiamo:<br />

1. la punta: non deve essere troppo acuminata altrimenti il puntino sarà troppo sottile e quindi facilmente<br />

cancellabile e poco leggibile;<br />

2. il collo: deve rendere comoda l’impugnatura;<br />

3. la testa: dovrà essere preferibilmente non perfettamente rotonda per ev<strong>it</strong>are che il punteruolo, se posato<br />

su di un piano di appoggio, cada troppo facilmente a terra.<br />

I cr<strong>it</strong>eri e le modal<strong>it</strong>à da seguire per ottenere una corretta scr<strong>it</strong>tura sono i seguenti:<br />

1. la mano sinistra, mentre si scrive deve precedere la destra tenendo il polpastrello del d<strong>it</strong>o indice nel<br />

casellino successivo a quello in cui si sta scrivendo;<br />

2. il punteruolo deve essere impugnato con la mano destra facendo sì che l'indice sormonti la testa e<br />

tenendo il collo tra pollice e medio;<br />

3. il punteruolo deve essere tenuto sempre perfettamente perpendicolare al foglio in modo da ottenere un<br />

puntino dir<strong>it</strong>to e rotondo;<br />

la posizione deve essere individuata prima di incidere il puntino, cercando l'angolo desiderato basandosi sia<br />

sul rumore che fa il punteruolo battendo contro il bordo interno del casellino sia utilizzando percezioni<br />

propriocettive (l'arrestarsi del punteruolo contro il bordo del casellino rilevato dalla muscolatura del braccio e<br />

del polso). I punti centrali sono quelli più difficili in quanto manca la battuta<br />

DATTILOBRAILLE<br />

E’ abbastanza simile a una macchina dattilografica.<br />

Infatti ha una tastiera, un carrello che avanza, un<br />

rullo attorno al quale si avvolge la carta.<br />

Vi sono diversi tipi di dattilobraille : da scrivania o<br />

portatili, con scr<strong>it</strong>tura a vista o con scr<strong>it</strong>tura nascosta.<br />

Quelle più usate si possono distinguere in due<br />

categorie:<br />

a) con rullo fisso e testina mobile;<br />

b) con testina fissa e rullo mobile.<br />

Le più comode e anche le più costose sono quelle<br />

con testina mobile e rullo fisso.<br />

Le parti principali sono le seguenti:<br />

1. i tasti: sono 7 uno per ogni punto e uno per lo spaziatore più due tasti funzione per l'avanzamento di riga<br />

e per il r<strong>it</strong>orno carrello;<br />

2. la testina scrivente: è composta da 2 parti cioè i punzoni e la matrice cieca; i punzoni si muovono dal<br />

basso verso l'alto e incidono il foglio di carta; la matrice cieca invece è un rettangolino contenente<br />

appunto i sei fori ciechi ossia senza sfondo; la matrice accoglie il punzone che sbalza il foglio di carta<br />

mentre si scrive;<br />

3. il rullo trascinatore: come nelle macchine da scrivere, serve a trascinare il foglio;<br />

4. il sistema di fissaggio: tiene fermo il foglio.<br />

La dattilobraille funziona nel seguente modo: Ciascuno dei sei tasti corrisponde a uno specifico puntino del<br />

codice <strong>Braille</strong>. Per scrivere un carattere occorre premere contemporaneamente tutti i tasti corrispondenti ai<br />

puntini che lo cost<strong>it</strong>uiscono (l'indice della sinistra sul tasto numero 1, il medio sinistro sul tasto numero 2,<br />

l'anulare sinistro sul tasto numero 3, l'indice destro sul numero 4, il medio sul numero 5 e l'anulare sul tasto<br />

numero 6, il pollice sullo spaziatore).Una volta inser<strong>it</strong>o il foglio si imposta la macchina per iniziare a scrivere<br />

e quindi si avvolge tutto il foglio e si posiziona la testina di scr<strong>it</strong>tura ovvero il carrello sulla prima riga al primo<br />

spazio. Se si vuole scrivere la lettera" a" si premerà una volta il tasto numero 1. Si potrà vedere che il foglio<br />

di carta è stato inciso, è apparsa la lettera "a" che si può leggere sub<strong>it</strong>o senza alcuna operazione di


ovesciamento del foglio. Si può vedere anche che la testina di scr<strong>it</strong>tura ovvero il carrello è avanzato di una<br />

posizione proprio come succede nelle macchine da scrivere normali.<br />

La dattilobraille dispone inoltre di un tasto spaziatore, uno di avanzamento riga e uno di battuta indietro. I<br />

punzoni imprimono i puntini nella carta dal basso verso l'alto e quindi il testo risulta immediatamente<br />

leggibile anche durante la fase di scr<strong>it</strong>tura.<br />

Come si correggono i testi incisi con la dattilo braille? Quando si devono fare correzioni semplici si può<br />

procedere in uno di questi modi a seconda della s<strong>it</strong>uazione in cui ci si trova:<br />

1. ci si accorge di avere omesso un puntino (b anziché l): in questo caso si torna indietro e si aggiunge il<br />

puntino mancante;<br />

2. ci si accorge di aver fatto un puntino di troppo: in questo caso si toglie il foglio, si cerca l'errore, si<br />

schiaccia il puntino ricacciandolo indietro o con l'unghia del d<strong>it</strong>o indice destro oppure con la punta del<br />

punteruolo; oppure ci si ricorda che si è sbagliato rimandando la correzione a quando si sarà fin<strong>it</strong>o di<br />

scrivere il testo;<br />

3. ci sono più puntini da correggere: si può cancellare l’intera lettera sbagliata; incidendo tutti e sei i puntini;<br />

in realtà il segno formato da tutti e sei i puntini rappresenta una “è” ma è invalsa la convenzione secondo<br />

cui quando questo è privo di significato va inteso come segno di cancellatura; ciò è particolarmente<br />

evidente allorché le lettere cancellate sono più di una e sono consecutive;<br />

4. ci si accorge di avere saltato una lettera, una parola, una frase: si può riscrivere il pezzo in fondo al testo<br />

o su un foglio a parte; oppure si può scrivere la lista delle correzioni su un foglio a parte indicando la<br />

pagina e la linea di ogni errore.<br />

Di fronte a uno scr<strong>it</strong>to in braille, l'insegnante vedente, quando dovrà segnalare un errore potrà fare un segno<br />

a mat<strong>it</strong>a sull'errore per ev<strong>it</strong>are di rileggere il comp<strong>it</strong>o. Quando lo consegnerà al bambino potrà utilizzare il<br />

margine sinistro del foglio (in generale vi sono almeno 2 o 3 centimetri tra il bordo sinistro del foglio e la<br />

parte scr<strong>it</strong>ta) facendo dei puntini di riferimento anche a mano libera, incidendo il punto fuori margine in<br />

corrispondenza della riga che contiene l'errore e inv<strong>it</strong>erà poi il bambino a fare scorrere le d<strong>it</strong>a in senso<br />

verticale lungo il margine non punteggiato arrestandosi quando trova un puntino che gli segnala un errore.<br />

Poi lo inv<strong>it</strong>erà ad individuarlo leggendo la riga o le righe circostanti.<br />

La dattilobraille presenta i seguenti vantaggi:<br />

a) consente di scrivere senza pensare le lettere ribaltate;<br />

b) consente di controllare e di verificare costantemente il testo in corso di scr<strong>it</strong>tura;<br />

c) facil<strong>it</strong>a la effettuazione di semplici correzioni: aggiunta o soppressione di qualche puntino;<br />

d) consente di posizionare la testina o il carrello in un punto qualsiasi del foglio con possibil<strong>it</strong>à di controllo e<br />

verifica immediata utilizzando la mano destra per controllare e la mano sinistra per spostare il carrello e il<br />

rullo avvolg<strong>it</strong>ore;<br />

e) facil<strong>it</strong>a la scr<strong>it</strong>tura in rilievo o in colonne, la produzione di semplici tabelle, l'effettuazione di esercizi di<br />

completamento, la trascrizione di problemi e di operazioni in colonna.<br />

Essa presenta però anche alcuni lim<strong>it</strong>i che sostanzialmente sono il suo ingombro e la sua<br />

rumoros<strong>it</strong>à il che non la rende maneggevole e trasportabile come la tavoletta. Il suo utilizzo, inoltre,<br />

presuppone indipendenza tra le due mani e tra le singole d<strong>it</strong>a.<br />

Come si è appena detto, rispetto alla scr<strong>it</strong>tura con la tradizionale tavoletta, quella con la dattilo braille è<br />

assai più rapida, ma i suoi 6 tasti, corrispondenti – come si è detto – ai 6 punti del righello della tabella, sono<br />

posti in orizzontale e quindi non corrispondono, nella modal<strong>it</strong>à di scr<strong>it</strong>tura, alla forma delle lettere. Per<br />

questo motivo, si sconsiglia – tranne casi particolari – l’uso della dattilo braille prima della tavoletta: in tal<br />

modo, infatti, proprio perché la mano non si muove a “disegnare” la forma della lettera, non ne risulta chiara,<br />

appunto, la sua struttura. E’ cioè opportuno che il bambino acquisisca, prima di essere avviato all’utilizzo<br />

della dattilo braille, la perfetta padronanza dell’alfabeto e della scr<strong>it</strong>tura mediante la classica ed<br />

intramontabile tabella.


Display <strong>Braille</strong><br />

Il display <strong>Braille</strong> è un ausilio tecnologico di lettura che funziona senza l’uso della carta; l’analogo di una<br />

piccola porzione dello schermo video del computer o di un display lcd. Collegato a un computer, funziona<br />

come un mon<strong>it</strong>or in <strong>Braille</strong> e permette ai ciechi un agevole accesso ai testi e alle informazioni, ad esclusione<br />

delle immagini.<br />

Il display <strong>Braille</strong> è composto di sol<strong>it</strong>o da una riga di quaranta caratteri piezoelettrici a otto punti anziché sei –<br />

come sopra si diceva - che consentono la rappresentazione di 255 combinazioni di segni differenti. Ogni<br />

carattere viene riscr<strong>it</strong>to e cancellato milioni di volte, grazie alle caratteristiche elettrodinamiche dei punti<br />

<strong>Braille</strong> cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da barrette piezoelettriche che assicurano un movimento rapido, silenzioso ed efficiente.<br />

Vi sono, in generale, due tipologie di display <strong>Braille</strong>:<br />

• apparati utilizzabili solo in connessione con il computer<br />

• dispos<strong>it</strong>ivi "intelligenti" che funzionano anche separatamente dal computer, dotati quindi di tastiera,<br />

memoria e alimentazione autonoma, oltre che del display <strong>Braille</strong>.<br />

SUSSIDI DI PRESCRITTURA<br />

E’ importante avviare il banbino ad affinare quelle abil<strong>it</strong>à indispensabili all’apprendimento del <strong>Braille</strong> – quali<br />

l’uso del tatto e la lateralizzazione – già a partire dalla scuola dell’infanzia. Ecco alcuni esempi di sussidi:<br />

CASELLARIO ROMAGNOLI<br />

Dettagli: Piano in legno di cm 50x35, delim<strong>it</strong>ato da bordi alti cm 2,5, suddiviso da strisce orizzontali e<br />

verticali che formano, incrociandosi, caselle a base quadrata (cm 2x2) profonde cm 2,5. Completa il sussidio<br />

una scatola di legno contenente prismi ognuno dei quali misura mm <strong>18</strong>x<strong>18</strong>x4,5. Propedeutico per la scr<strong>it</strong>tura<br />

<strong>Braille</strong>; sviluppo della coordinazione bimanuale; acquisizione e verifica dei rapporti topologici di distribuzione<br />

e di ordine; sviluppo della prensione; localizzazione sul piano orizzontale delle relazioni spaziali (agli angolo


– riga e fila – alto e basso – ecc.); schematizzazione di ambienti noti. L’insegnante guida l’alunno<br />

all’approccio globale con il materiale. Propone il posizionamento dei pezzi sulla griglia secondo cr<strong>it</strong>eri<br />

topologici, di direzione, di lateral<strong>it</strong>à. Il bambino inserisce i prismi nelle caselle per realizzare percorsi diversi<br />

per andamento, direzione e dimensione, r<strong>it</strong>mi e forme.<br />

CASELLARIO TRIESTE<br />

Dettagli: Peso: piano: 2,5 Kg - cilindri (<strong>10</strong>0) 0,860 Kg Dimensioni: piano: cm 50x40x2; cilindri h<br />

3,7 cm - diam. 1,7 cm Materiale: legno Piano in legno rettangolare con 14 righe di <strong>18</strong> fori cad.. Le<br />

final<strong>it</strong>à e le modal<strong>it</strong>à d'uso sono simili a quelle del casellario "Romagnoli".<br />

MOSAICO LOGICO<br />

Dettagli: Casellario corredato da prismi a base quadrata e triangolare e da cilindri. Propedeutico per la<br />

scr<strong>it</strong>tura <strong>Braille</strong>; sviluppo della coordinazione bimanuale; acquisizione e verifica dei rapporti topologici di<br />

distribuzione e di ordine; sviluppo della prensione; localizzazione sul piano orizzontale delle relazioni<br />

spaziali (agli angolo – riga e fila – alto e basso – ecc.); schematizzazione di ambienti noti. La particolare<br />

forma dei pezzi di cui è corredato induce anche attiv<strong>it</strong>à di discriminazione e classificazione di forme.


ALFABETIERE<br />

Dettagli: Peso: 0,9 Kg (compresa la valigetta) Dimensioni: valigetta: 38,5x27 cm; plancia: 37x25 cm; schede<br />

forate: 12x8 cm; cilindri: h 4 cm - diam. 1,7<br />

cm Materiale: plastica e legno Serie di schede in plastica, forate in corrispondenza delle posizioni dei punti<br />

<strong>Braille</strong>, riproducenti le vocali, le consonanti<br />

ed alcuni segni di interpunzione. Il sussidio è corredato da 6 cilindri in legno colorati e da una scatola per<br />

posizionare la scheda durante l'uso. Le<br />

schede sono colorate, rispettando le serie delle posizioni <strong>Braille</strong> (3 serie da <strong>10</strong> segni cad.).<br />

Una scheda base di 6 fori è utilizzabile sia per conoscere<br />

tutte le posizioni che per verificarne l'esattezza.


PARTE 3 – GLI ENTI E LE ISTITUZIONI A TUTELA DEI<br />

DISABILI VISIVI IN ITALIA<br />

L’”UNIONE” E LA SUA STORIA 11<br />

Il riscatto dei ciechi in Italia è, storicamente, opera dell'Unione Italiana dei Ciechi che ha condotto,<br />

nel corso del tempo, battaglie decisive per garantire a questa minoranza di c<strong>it</strong>tadini il dir<strong>it</strong>to<br />

all'istruzione e al lavoro, premessa indispensabile per la loro integrazione sociale.<br />

All'inizio del secolo XX i ciechi, inabil<strong>it</strong>ati dal Codice Civile, erano condannati a vivere in condizioni<br />

di miseria e di povertà. Gli ist<strong>it</strong>uti ad essi dedicati, pur presenti in gran parte del terr<strong>it</strong>orio nazionale,<br />

erano unicamente dei ricoveri da cui gli osp<strong>it</strong>i uscivano, tranne rare eccezioni, per susc<strong>it</strong>are pietà in<br />

occasione di qualche manifestazione di beneficenza o di qualche funerale.<br />

L'Unione Italiana dei Ciechi nasce a Genova il 26 ottobre del 1920 come capolavoro di<br />

interpretazione storica e di genial<strong>it</strong>à creativa. Aurelio Nicolodi, 12 insieme con un gruppo ristretto di<br />

amici che, come lui, nella guerra appena conclusa avevano perduto la vista, comprende che la<br />

cec<strong>it</strong>à acquis<strong>it</strong>a nei campi di battaglia cost<strong>it</strong>uisce un cred<strong>it</strong>o di enorme valore morale e sociale, un<br />

patrimonio ideale la cui consistenza poteva essere facilmente misurata con il metro del sentimento<br />

nazionale e patriottico dominante in quegli anni. Erano da poco terminate le Conferenze della pace<br />

che avevano rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o all'Italia i terr<strong>it</strong>ori irredenti consentendo il compimento dell'un<strong>it</strong>à nazionale<br />

avviata nel Risorgimento, ma lim<strong>it</strong>ando, nello stesso tempo, la realizzazione di aspirazioni<br />

espansionistiche che andavano al di là dell'obiettivo raggiunto. La consapevolezza, sempre più<br />

radicata e diffusa, della "v<strong>it</strong>toria mutilata", nella sua doppia valenza di esaltazione e di depressione,<br />

rafforza e consolida in molti settori della società civile e dello schieramento pol<strong>it</strong>ico il prestigio di<br />

coloro che hanno duramente pagato per il bene della Patria. Nicolodi lo comprende lucidamente e,<br />

mentre altri avrebbero strumentalizzato le tensioni crescenti nel Paese per farle confluire nel<br />

calderone nazionalistico e irrazionalistico dell'ard<strong>it</strong>ismo e del fascismo, egli avrebbe speso tutto il<br />

suo prestigio al servizio di un progetto ispirato ai valori della solidarietà e della giustizia sociale. In<br />

altri termini, la capac<strong>it</strong>à di comprendere lo spir<strong>it</strong>o del tempo e il senso della storia si traduce in un<br />

progetto geniale di riscatto e di emancipazione di uomini condannati come lui a vivere nell'ombra e<br />

a subire tale condizione - e qui stava la differenza - come stigma di esclusione sociale e di<br />

emarginazione, perché privi di quella luce che in lui derivava dal sacrificio compiuto e dalla<br />

leg<strong>it</strong>timazione che esso assumeva nel contesto dei valori dominanti. Il cieco di guerra, acuto<br />

interprete del suo tempo, avrebbe fatto, dunque, della sua condizione umana ed esistenziale, uno<br />

strumento di generosa condivisione e di costruzione di una alternativa radicale che, negli anni, si<br />

sarebbe rivelata geniale, perché capace di ribaltare la collocazione sociale dei ciechi civili <strong>it</strong>aliani e,<br />

conseguentemente, la loro immagine, il loro vissuto, avviando un irreversibile processo di<br />

superamento dell'emarginazione e di promozione dell'integrazione. Su tale felice interpretazione<br />

11 Sulla storia dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, si vedano, fra gli<br />

altri: Ceppi, E. (1981). I minorati della vista. Roma: Armando.<br />

Galati, D. (a cura di) (1996). Vedere con la mente. Milano: Franco Angeli.<br />

Monti, C. (1994). Quando la cronaca diventa storia: la lezione del '54. Firenze:<br />

UIC.<br />

Monti, C. (a cura di) (1997). Antologia del Corriere dei Ciechi: una voce al<br />

servizio di un'idea. Roma: I.Ri.Fo.R.<br />

Monti C., (1997). Una Presidenza per una società che cambia. Il Corriere dei<br />

Ciechi, 52 (19), 2-<strong>10</strong>.<br />

Monti, C. (2000). In cammino verso il traguardo delle pari opportun<strong>it</strong>à: la<br />

rivoluzione culturale dell'Unione Italiana dei Ciechi. Roma: UIC.<br />

12 Per una biografia, vedi: http://<strong>it</strong>.wikipedia.org/wiki/Aurelio_Nicolodi


della realtà storica del primo Dopoguerra si basava, dunque, il coraggioso progetto fondativo<br />

dell'Unione Italiana dei Ciechi, concep<strong>it</strong>a come strumento per traghettare i privi della vista<br />

dall'orizzonte immobile e improduttivo della pietà e della commiserazione alla ribalta di un impegno<br />

attivo e determinante per il proprio avvenire di uomini e di c<strong>it</strong>tadini. Si trattava, insomma, di<br />

abbandonare il terreno franante della sterile filantropia pietistica per concepire un disegno fondato<br />

su una valutazione rigorosamente scientifica delle potenzial<strong>it</strong>à dei ciechi e degli spazi operativi che<br />

ne consentono la piena espressione per la cresc<strong>it</strong>a personale e l'integrazione nella società. Con la<br />

fondazione dell'Unione Italiana dei Ciechi, che nel 1923 si sarebbe cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a in Ente morale, i non<br />

vedenti <strong>it</strong>aliani avevano a disposizione uno strumento di aggregazione, di elaborazione, di tutela e<br />

di rappresentanza: erano finalmente in grado di porsi come interlocutori attivi nei confronti delle<br />

Ist<strong>it</strong>uzioni e della società civile, di gestire in prima persona i loro problemi, prima affidati<br />

unicamente alla beneficienza di qualche filantropo, e di essere, quindi, protagonisti del loro<br />

riscatto. Su questa strada che conduce, faticosamente, l'impostazione delle problematiche della<br />

cec<strong>it</strong>à dalla pietà alla scienza, particolarmente proficuo fu l'incontro tra Nicolodi e Augusto<br />

Romagnoli. Egli non solo seppe comprendere che la condizione imprescindibile per il riscatto dei<br />

ciechi andava identificata nel superamento dell'ignoranza e nell'istruzione, ma fu in grado di<br />

elaborare una progettual<strong>it</strong>à pedagogica fondata sul rigore del metodo scientifico e, per questo,<br />

dotata di straordinaria efficacia didattica. Gli Ist<strong>it</strong>uti per ciechi che, all'inizio del secolo, erano<br />

semplici ospizi privi di aperture verso la società e di sbocchi verso il futuro, diventano luogo di<br />

educazione e di istruzione, strumento, insomma, di cresc<strong>it</strong>a, di maturazione e di apprendimento. In<br />

stretta connessione con l'istruzione, il secondo ineludibile passo verso l'integrazione sociale è<br />

rappresentato dal lavoro: a questa esigenza, fondamentale per ogni c<strong>it</strong>tadino, l'Unione fornisce una<br />

prima rilevante risposta con la cost<strong>it</strong>uzione dell'Ente Nazionale di Lavoro per Ciechi del 1934, che<br />

cost<strong>it</strong>uirà una prima esperienza di lavoro integrato fra non vedenti e vedenti e che consentirà a non<br />

pochi privi della vista di affermare la propria dign<strong>it</strong>à di uomini liberi dal bisogno e dalla beneficenza<br />

altrui.<br />

Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ormai non più lontana, i laboratori dell'Ente,<br />

specialmente quelli destinati alla fabbricazione di scarpe per i mil<strong>it</strong>ari, avrebbero funzionato a pieno<br />

r<strong>it</strong>mo incrementando l'occupazione di lavoratori non vedenti. Ma gli anni della guerra consentono a<br />

Nicolodi di segnalare una qual<strong>it</strong>à, forse insospettata, dei privi della vista, chiamandoli, come<br />

aereofonisti volontari, a collaborare con l'eserc<strong>it</strong>o <strong>it</strong>aliano al servizio della contraerea e della difesa<br />

del terr<strong>it</strong>orio nazionale dall'aviazione nemica. I ciechi in grigio-verde potevano così offrire una<br />

nuova testimonianza delle loro capac<strong>it</strong>à e del loro impegno ad essere uomini tra uomini anche nella<br />

drammatic<strong>it</strong>à del momento presente. Tuttavia la guerra, come era inev<strong>it</strong>abile, si avvia verso il suo<br />

epilogo tragico: l'8 settembre '43 avvia la spaccatura del Paese, apre la stagione della Resistenza<br />

e della lotta di liberazione. Il profondo clima di divisione che spacca l'Italia e che contrappone<br />

aspramente i mil<strong>it</strong>anti di opposte ideologie si riflette anche nel mondo della cec<strong>it</strong>à: si cost<strong>it</strong>uiscono -<br />

e sono particolarmente attivi nell'ambiente fiorentino dove opera la Sede Centrale dell'Unione e<br />

l'Ente Nazionale di Lavoro - i gruppi antiunionisti che ingenerosamente accusano Nicolodi e la<br />

Dirigenza associativa di collaborazionismo, scambiando una inev<strong>it</strong>abile contigu<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica con una<br />

adesione ideologica che non fu mai espressa. Alla fine, anche per l'importante opera di mediazione<br />

svolta da alcuni uomini vicini alla base operaia in cui più radicata era la protesta antiunionista, la<br />

ragione prevale e l'un<strong>it</strong>à si ricompone.<br />

Il Paese, però, esce dalla guerra materialmente e ed economicamente distrutto: la fase della<br />

ricostruzione avrebbe chiesto a tutti enormi sacrifici, ma anche un radicale mutamento di<br />

impostazione culturale e di visione programmatica. In questo clima generalizzato di trasformazione<br />

in cui, dappertutto, si avverte la sofferenza e la gioia della rinasc<strong>it</strong>a, anche l'Unione Italiana dei<br />

Ciechi si rinnova e si affida a uomini nuovi. Si apre così la fase della Presidenza Bentivoglio.<br />

Trasfer<strong>it</strong>a la Sede centrale dell'Associazione da Firenze a Roma, per renderla più vicina alle<br />

Ist<strong>it</strong>uzioni, avviata la pubblicazione di un organo ufficiale di stampa, Il Tiflologo, ribattezzato, poi,<br />

con la nota denominazione de Il Corriere dei Ciechi, con l'intento di diffondere all'esterno il<br />

programma associativo, l'Unione Italiana dei Ciechi stabilisce proficui contatti con l'Assemblea<br />

Cost<strong>it</strong>uente e offre il suo contributo per la definizione di alcuni articoli caratterizzanti della nuova<br />

Carta cost<strong>it</strong>uzionale, quali l'art. 3 e l'art. 38, impegnandosi da sub<strong>it</strong>o nella individuazione di alcune<br />

linee essenziali del nuovo Stato democratico e solidarista. Tuttavia i contenuti socialmente più<br />

avanzati della Carta cost<strong>it</strong>uzionale restano, in quegli anni, una mera enunciazione programmatica<br />

espressione di una rivoluzione promessa, vagamente compensativa di una rivoluzione mancata. La<br />

v<strong>it</strong>a reale dei ciechi <strong>it</strong>aliani resta, pertanto, enormemente lontana da quell'orizzonte di "pari


opportun<strong>it</strong>à" indicato dalla nuova Cost<strong>it</strong>uzione e si dibatte nel dramma della miseria e della<br />

disoccupazione.<br />

Venute meno le richieste legate alla produzione bellica l'Ente Nazionale di Lavoro per Ciechi,<br />

costretto, peraltro, ad affrontare le nuove condizioni di mercato determinate dal rientro dei reduci,<br />

riduce notevolmente le sue capac<strong>it</strong>à occupazionali, mentre coloro che escono dagli ist<strong>it</strong>uti non<br />

riescono a trovare uno sbocco lavorativo. Né esiste un accettabile riconoscimento economico della<br />

minorazione visiva, al di là del modestissimo assegno alimentare. In questo clima di disperazione e<br />

di consapevolezza si compie la "marcia del dolore" che porterà un gruppo di non vedenti coraggiosi<br />

a sfilare a piedi, per le strade del centro Italia da Firenze a Roma, sorprendendo l'opinione pubblica<br />

e il mondo pol<strong>it</strong>ico. L'evento era stato avviato da ambienti esterni all'Unione, ma concep<strong>it</strong>o e<br />

concretizzato sotto la sapiente regia di Paolo Bentivoglio e della Dirigenza associativa che, alla<br />

fine, riesce a piegare le ostinate resistenze governative. Sulla base, così, di una maggioranza<br />

pol<strong>it</strong>icamente anomala per quegli anni, uno schieramento transpart<strong>it</strong>ico che condivide<br />

l'impostazione di alcuni uomini pol<strong>it</strong>ici, quali Orazio Barbieri, Giovanni Pieraccini e Giorgio La Pira<br />

determina l'approvazione della prima legge che riconosce l'incidenza economica della minorazione<br />

visiva.<br />

Il primo passo verso il superamento di una concezione pietistica dell'assistenza e verso la<br />

realizzazione dello stato sociale era compiuto. Parallelamente si moltiplicano gli sforzi per<br />

adeguare i programmi di insegnamento degli ist<strong>it</strong>uti alle nuove esigenze soprattutto sul piano della<br />

formazione professionale, in vista del raggiungimento di importanti traguardi sul piano<br />

occupazionale. Si perviene così al varo di alcune leggi sul collocamento dei centralinisti telefonici,<br />

dei massaggiatori (come allora si chiamavano) e degli insegnanti, vere e proprie pietre miliari per il<br />

superamento della emarginazione e per l'affermazione della dign<strong>it</strong>à dei non vedenti. Istruzione,<br />

assistenza, lavoro cost<strong>it</strong>uivano da sempre il trinomio programmatico dell'Associazione: durante gli<br />

anni della Presidenza Bentivoglio cost<strong>it</strong>uiscono anche le coordinate di un percorso che ha condotto<br />

i privi della vista al raggiungimento di significativi traguardi.<br />

La Presidenza Bentivoglio si chiude quando ormai nell'aria si avvertono i prodromi della tempesta<br />

che per un decennio avrebbe ag<strong>it</strong>ato e scosso la società <strong>it</strong>aliana.<br />

Sarebbe toccato a Giuseppe Fucà guidare l'Unione attraverso questa tempesta e cogliere la<br />

direzione verso cui orientare una navigazione difficile, ma sempre sicura nelle mete da raggiungere<br />

e negli obiettivi da conseguire. Le passioni ideologiche del '68, nella loro frenesia rinnovatrice,<br />

puntano a scuotere dalle fondamenta l'edificio pol<strong>it</strong>ico e sociale esistente in nome di una utopia<br />

egual<strong>it</strong>aria che spesso rischia di appiattire le differenze e di confondere le specific<strong>it</strong>à all'interno di<br />

un globalismo indistinto e astrattamente totalizzante. La lotta ad oltranza contro il "sistema" si<br />

esprime attraverso una contestazione radicale che mira ad azzerare l'esistente, ma che, spesso,<br />

manca, al di là degli slogans, di una alternativa realistica. Anche l'Unione entra nel vortice della<br />

contestazione e rischia di esserne travolta, in nome di alcune schematiche enunciazioni di<br />

principio: l'handicap in genere e, quindi, anche la cec<strong>it</strong>à non è tanto una lim<strong>it</strong>azione oggettiva<br />

quanto il prodotto di un determinato assetto sociale: è su di esso, pertanto, che occorre intervenire,<br />

ribaltando gerarchie consolidate e concezioni sclerotizzate che espellono ai margini della società<br />

tutti coloro che non incarnano i modelli imposti dai detentori del potere e dell'egemonia sociale.<br />

L'Unione Italiana dei Ciechi è, di fatto, essa stessa una organizzazione sclerotizzata funzionale alla<br />

logica della emarginazione e del mantenimento delle gerarchie sociali precost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e. Il processo di<br />

integrazione sociale deve essere guidato e realizzato dai pubblici poteri in una prospettiva di<br />

omogene<strong>it</strong>à che sconfigga le pratiche settorialistiche e le tentazioni corporative. Le scuole speciali<br />

sono ghettizzanti e vanno cancellate in nome di un pieno inserimento di tutti i portatori di handicap<br />

nella scuola di tutti. L'epoca dell'autogestione dell'handicap da parte di coloro che ne sono portatori<br />

è fin<strong>it</strong>a in nome di una gestione pubblica del disagio sociale che implica la rinuncia dei disabili ad<br />

essere protagonisti delle proprie scelte per diventare destinatari di più eque e competenti scelte<br />

altrui.<br />

L'Unione di Fucà, tuttavia, resiste: accetta la trasformazione da Ente di dir<strong>it</strong>to pubblico ad Ente di<br />

dir<strong>it</strong>to privato; si adegua alla struttura regionalistica che il Paese viene assumendo alla metà degli<br />

anni '70 scorgendo in essa una ricchezza da valorizzare, piuttosto che una sciagura da respingere;<br />

si impegna fortemente per l'integrazione scolastica, pur denunciando la mancanza di una adeguata<br />

strategia pol<strong>it</strong>ica e pedagogica; strappa, infine, al Parlamento e al Governo una grande v<strong>it</strong>toria con<br />

il conseguimento dell'indenn<strong>it</strong>à di accompagnamento al puro t<strong>it</strong>olo della minorazione.


Quando Giuseppe Fucà lascia la presidenza attiva dell'Associazione, poco prima della sua<br />

prematura scomparsa, il tramonto dell'illusione che aveva attraversato il decennio precedente è<br />

ormai evidente: il primato del pubblico e la filosofia dei servizi, frutto di un sociologismo astratto e<br />

disattento, più che di una mental<strong>it</strong>à autenticamente solidaristica, stavano naufragando sull'onda di<br />

una disgregazione sociale sempre più vistosa che aveva raggiunto il culmine con le gesta del<br />

terrorismo e alle attese messianiche della palingenesi subentrava l'egoistico riflusso nel proprio<br />

privato, malinconico preannuncio di un progressivo disimpegno delle ist<strong>it</strong>uzioni dalle problematiche<br />

più scottanti della società civile. Anche per l'Unione s'imponeva una riflessione, un mutamento di<br />

strategia capace di interpretare la transizione e di offrire risposte adeguate.<br />

Roberto Kervin, che fu alla guida dell'Associazione nella prima metà degli anni '80, anziché<br />

approfondire i termini di tale interpretazione e formulare una coerente impostazione<br />

programmatica, attraverso gli strumenti del dibatt<strong>it</strong>o interno, della comunicazione e del dialogo<br />

all'esterno, preferì optare per la divisione all'interno e lo scontro all'esterno. Il linguaggio<br />

associativo ufficiale si fa aspro ed esaspera orgogliosamente una sorta di patriottismo associativo<br />

che spesso manca di realismo, accred<strong>it</strong>ando un'immagine di forza che rischia, talvolta, di porsi<br />

come il surrogato di una diffusa consapevolezza di disorientamento e di oggettiva debolezza. Non<br />

manca qualche successo, come quello rappresentato dalla ben nota legge 113 del 1985, ma nel<br />

complesso la tenuta associativa appare piuttosto fragile.<br />

Sarebbe toccato a Tommaso Daniele, Presidente dell'Unione a partire dall'86, l'arduo comp<strong>it</strong>o di<br />

ricostruire l'un<strong>it</strong>à interna e di rilanciare all'esterno l'immagine dell'Associazione. Il primato del<br />

dialogo, il contatto costante e organico con la periferia, l'attenzione a nuovi soggetti associativi,<br />

quali le donne e i giovani, la comunicazione attiva con l'opinione pubblica e la società civile, il<br />

confronto pacato e convincente con le forze pol<strong>it</strong>iche, la mappatura attenta dei bisogni emergenti,<br />

l'apertura alle nuove tecnologie, il senso dell'immagine del non vedente e dell'Associazione, la<br />

ricerca di nuovi spazi che consentano all'Unione di erogare quei servizi che le ist<strong>it</strong>uzioni continuano<br />

a negare, la difesa ad oltranza delle conquiste irrinunciabili cost<strong>it</strong>uiscono le linee guida di una<br />

presidenza che ha progressivamente modernizzato la struttura associativa affiancando al<br />

tradizionale ruolo di rappresentanza quello della gestione dei servizi. Il fulcro della nuova pol<strong>it</strong>ica<br />

dei servizi è l'I.Ri.Fo.R. che, nel corso della sua breve v<strong>it</strong>a, sostenuto finanziariamente da una<br />

legge fortemente voluta dall'Unione, ha svolto una ingente mole di lavoro nei tre settori che lo<br />

caratterizzano della ricerca, della formazione e della riabil<strong>it</strong>azione. Esso ha consent<strong>it</strong>o la diffusione<br />

dell'informatica fra i privi della vista, ha formato gli operatori largamente utilizzati, poi, per la<br />

organizzazione di numerosi corsi di orientamento e mobil<strong>it</strong>à, nonché di autonomia personale, ha<br />

inaugurato, primo nel mondo, un progetto formativo per giornalisti non vedenti, ha sperimentato<br />

nuovi profili professionali, ha aperto, insomma, al centro come alla periferia, nuovi orizzonti e<br />

soddisfatto nuovi bisogni in un momento storico in cui sempre più acuta è da parte dei non vedenti<br />

la sensibil<strong>it</strong>à per la qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a e la soluzione dei problemi legati alla quotidian<strong>it</strong>à esistenziale<br />

e all'autonomia da tutte le forme di condizionamento prodotte dalla minorazione.<br />

Ma, nell'amb<strong>it</strong>o dei servizi determinanti sono stati i risultati consegu<strong>it</strong>i per il Centro Nazionale del<br />

Libro parlato, sostenuto finalmente da una legge che ne garantisce uno stabile finanziamento, dalla<br />

Biblioteca Italiana per i Ciechi, dalla Federazione Nazionale delle Ist<strong>it</strong>uzioni pro Ciechi, dalla<br />

Sezione Italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cec<strong>it</strong>à, strutture, queste<br />

ultime, esterne all'Unione, ma ad essa legate in uno sforzo sinergico di cui l'Unione stessa<br />

cost<strong>it</strong>uisce il polo aggregante.<br />

Né mancano, negli anni che scorrono attraverso gli ultimi tre Congressi nazionali, importanti<br />

successi sul terreno tradizionale della rappresentanza, dalla Legge 120 che apre ai non vedenti le<br />

porte della carriera direttiva, alla Legge 29 che tutela i dir<strong>it</strong>ti dei terapisti non vedenti della<br />

riabil<strong>it</strong>azione in un orizzonte, peraltro bisognoso ancora di una sistemazione organica, alla Legge<br />

284/98 che delinea nuove prospettive per i ciechi pluriminorati e per gli ipovedenti.<br />

Ma questi e altri risultati tanto significativi non sarebbero stati raggiunti senza il consenso che<br />

l'Unione è riusc<strong>it</strong>a a guadagnarsi attraverso la visibil<strong>it</strong>à della propria immagine e alla costante<br />

opera di promozione affidata ai Raid, ai Premi <strong>Braille</strong> e alla mostra "Dialogo nel buio" e<br />

all'ambulatorio mobile per la prevenzione della cec<strong>it</strong>à. L'Unione di oggi ha saputo, dunque,<br />

felicemente coniugare la modern<strong>it</strong>à dei suoi obiettivi alla modern<strong>it</strong>à della sua impostazione<br />

strategica e alla capac<strong>it</strong>à di comunicare all'esterno, quanto all'interno, attraverso i più efficaci<br />

strumenti, dalla stampa associativa rinnovata ad internet. Muovendo da queste realizzazioni e dalla<br />

consapevolezza delle profonde trasformazioni in atto nel Paese ispirate al principio del pubblico<br />

risparmio, ma anche a concetti come quelli di decentramento e sussidiarietà, il Congresso del '97


ha lanciato la sfida di una Rivoluzione copernicana che ha come fulcro l'efficienza e la funzional<strong>it</strong>à<br />

delle strutture periferiche chiamate a svolgere comp<strong>it</strong>i nuovi e determinanti. Su questo terreno, ne<br />

siamo certi, si giocherà l'avvenire dell'Unione Italiana Ciechi che ha dinanzi a sé ancora molti<br />

obiettivi da raggiungere specialmente nell'amb<strong>it</strong>o dell'integrazione scolastica e della formazione<br />

professionale, del lavoro, del recupero dei ciechi pluriminorati, della riabil<strong>it</strong>azione degli ipovedenti,<br />

degli anziani.<br />

Solo un forte spir<strong>it</strong>o di coesione e uno spiccato senso di appartenenza sostenuti dalla competenza<br />

dei dirigenti periferici potranno garantire il raggiungimento dei risultati e l'efficacia di una regia già<br />

tracciata e lucidamente interpretata dalla Presidenza e dalla Direzione Nazionale.<br />

Scopi dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che opera senza fini di lucro per l'esclusivo<br />

perseguimento di final<strong>it</strong>à di solidarietà sociale, sono, ancora oggi:<br />

1. l'integrazione dei ciechi ed ipovedenti nella società;<br />

2. La promozione e l’attuazione, anche mediante la creazione di appos<strong>it</strong>e strutture operative, di<br />

ogni iniziativa a favore dei ciechi ed ipovedenti, in base a specifiche convenzioni con le pubbliche<br />

amministrazioni competenti o, relativamente a tipologie d'interventi non realizzate da queste, previa<br />

comunicazione alle medesime.<br />

In particolare, l’UICI:<br />

a) favorisce la piena attuazione dei dir<strong>it</strong>ti umani, civili e sociali dei ciechi ed ipovedenti, la loro<br />

equiparazione sociale e l'integrazione in ogni amb<strong>it</strong>o della v<strong>it</strong>a civile, promuovendo allo scopo<br />

specifici interventi;<br />

b) promuove ed attua iniziative per la prevenzione della cec<strong>it</strong>à, per il recupero visivo, per la<br />

riabil<strong>it</strong>azione funzionale e sociale dei ciechi ed ipovedenti;<br />

c) promuove ed attua iniziative per l'istruzione dei ciechi ed ipovedenti e per la loro formazione<br />

culturale e professionale;<br />

d) promuove la piena attuazione del dir<strong>it</strong>to al lavoro per i ciechi ed ipovedenti, favorendone il<br />

collocamento lavorativo e l'attiv<strong>it</strong>à professionale in forme individuali e cooperative;<br />

e) attua iniziative assistenziali rispondenti alle necess<strong>it</strong>à dei ciechi ed ipovedenti, con particolare<br />

attenzione ai pluriminorati e agli anziani;<br />

f) opera nel campo tiflologico e tiflotecnico per garantire la disponibil<strong>it</strong>à di sempre più avanzati<br />

strumenti.<br />

LA BIBLIOTECA PER CIECHI DI MONZA<br />

In Italia la prima biblioteca per i ciechi sorse a Firenze alla fine<br />

del secolo XIX, per iniziativa della regina Margher<strong>it</strong>a di Savoia,<br />

ma non riuscì a svilupparsi.<br />

Fu l'Unione Italiana dei Ciechi a fondare nel 1928, a Genova, la<br />

Biblioteca Nazionale per i Ciechi "Regina Margher<strong>it</strong>a", che da<br />

allora è sempre stata la principale biblioteca al servizio dei ciechi<br />

in Italia.<br />

Qualche anno dopo la Biblioteca fu trasfer<strong>it</strong>a a Milano, dove<br />

rimase fino al 1943, quando, per sottrarla ai pericoli della guerra,<br />

fu portata a Monza, in alcuni locali della Villa Reale, la<br />

prestigiosa residenza estiva di Casa Savoia. Doveva rimanervi<br />

pochi mesi, ma la sede di Milano fu distrutta dalle bombe e così<br />

la sistemazione provvisoria divenne defin<strong>it</strong>iva.


La sede attuale si trova non lontano dal centro di Monza, in un più ampio e moderno edificio.<br />

Il patrimonio librario della Biblioteca fu pazientemente creato con molta gradual<strong>it</strong>à e pazienza, poiché i libri<br />

per i ciechi, realizzati con il sistema <strong>Braille</strong>, devono essere copiati dagli originali, per poter essere utilizzati<br />

dai lettori non vedenti.<br />

Per la realizzazione del proprio patrimonio librario, la Biblioteca ricorse, per la trascrizione in <strong>Braille</strong>, a copisti<br />

che utilizzavano la tradizionale tavoletta per la scr<strong>it</strong>tura a mano. In segu<strong>it</strong>o, furono impiegate speciali<br />

macchine dattilografiche, che resero più confortevole e rapida la trascrizione. Questo lavoro di copisteria era<br />

assai lento e non consentiva la trascrizione di più copie di un'unica opera. Pertanto, la Biblioteca dovette<br />

dotarsi di una stamperia vera e propria, dotata di innovativi strumenti tipografici.<br />

Con l'introduzione delle macchine punzonatrici e delle presse per la stampa poté essere realizzata la<br />

produzione a grande tiratura di libri e periodici in scr<strong>it</strong>tura <strong>Braille</strong>. La Biblioteca di Monza divenne così il<br />

principale centro di produzione di pubblicazioni <strong>Braille</strong> in Italia.<br />

Nel 1985 la Biblioteca si dotò della prima punzonatrice elettronica e di una potente pressa automatica in<br />

grado di stampare ad altissima veloc<strong>it</strong>à.<br />

L'era del computer si impose rapidamente e furono realizzate le stampanti su carta, che rivoluzionarono i<br />

procedimenti produttivi del libro <strong>Braille</strong>.<br />

La Biblioteca tiene sempre il passo con l'evoluzione tecnologica, incrementando costantemente la quant<strong>it</strong>à e<br />

la qual<strong>it</strong>à dei libri trascr<strong>it</strong>ti.<br />

un moderno palazzo nei pressi del centro di Monza.<br />

La Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margher<strong>it</strong>a", la principale biblioteca del settore in Italia,<br />

possiede, oggi, un ingente patrimonio librario differenziato (volumi <strong>Braille</strong>, audiocassette, testi su<br />

supporto informatico, testi a caratteri ingrand<strong>it</strong>i ad uso degli ipovedenti), che ammonta a circa<br />

cinquantamila t<strong>it</strong>oli, frutto di un lungo e paziente lavoro.<br />

utilizzazione del computer.<br />

Lo scopo ist<strong>it</strong>uzionale della struttura è identificabile nel soddisfacimento delle esigenze culturali e<br />

di apprendimento dei minorati della vista, le cui richieste vengono evase attraverso un capillare<br />

servizio di prest<strong>it</strong>o che raggiunge gli utenti a domicilio e che si articola attraverso un'offerta vasta e<br />

articolata comprendente testi letterari e scientifici, periodici e spart<strong>it</strong>i musicali, tutti disponibili, oggi,<br />

in una tiratura adeguata alla domanda dell'utenza. La biblioteca è fortemente impegnata anche<br />

nella diffusione della cultura tiflologica e nel sostegno all'integrazione scolastica.<br />

Nel primo settore occorre ricordare l'ist<strong>it</strong>uzione del Centro di Documentazione Tiflologica di Roma,<br />

biblioteca specializzata sul versante della tiflologia, e la pubblicazione di opere tiflologiche in nero<br />

destinate agli specialisti, ai ricercatori e agli operatori scolastici.<br />

Nel secondo settore, occorre ricordare l'ist<strong>it</strong>uzione di tredici Centri di Consulenza Tiflodidattica, che<br />

si affiancano ai tre Centri della Federazione Nazionale delle Ist<strong>it</strong>uzioni pro Ciechi e si avvalgono di<br />

personale specializzato, cui è affidato il delicato comp<strong>it</strong>o di offrire consulenza alle famiglie, alla<br />

scuola, alle Aziende San<strong>it</strong>arie Locali e agli alunni minorati della vista.<br />

La Biblioteca, inoltre, ha stipulato una convenzione con l'A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni<br />

Italiani) per la trascrizione dei testi scolastici e con l'Associazione Italiana degli Ed<strong>it</strong>ori che


consente la diffusione dei prodotti ed<strong>it</strong>oriali nei formati più idonei a consentirne la fruizione da parte<br />

dei minorati della vista.<br />

L’ISTITUTO PER LA RICERCA, LA RIEDUCAZIONE E LA<br />

RIABILITAZIONE<br />

(I.RI.FO.R.)<br />

L’Ist<strong>it</strong>uto per la Ricerca, la Formazione e la Riabil<strong>it</strong>azione (I.Ri.Fo.R. onlus che ora ha personal<strong>it</strong>à giuridica<br />

propria) è stato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il 22 febbraio 1991 dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - onlus –<br />

onlus, per assolvere, con piena autonomia scientifica ed amministrativa, i seguenti comp<strong>it</strong>i:<br />

• svolge studi e ricerche nei settori della formazione, della riabil<strong>it</strong>azione, dell’istruzione,<br />

dell’orientamento e dell’addestramento, approfondendo anche le problematiche connesse<br />

all’inserimento nel tessuto produttivo dei minorati della vista e di altri portatori di handicap;<br />

• svolge studi e ricerche per la individuazione di nuove opportun<strong>it</strong>à lavorative e professionali, con<br />

riferimento alla utilizzazione di nuove tecnologie dirette a consentire l’accesso ai minorati;<br />

• organizza e gestisce corsi di formazione, aggiornamento ed addestramento, nonché iniziative dirette<br />

alla riabil<strong>it</strong>azione dei minorati, anche su incarico di enti pubblici o private ist<strong>it</strong>uzioni che ne<br />

assumano in tutto o in parte l’onere;<br />

• organizza e gestisce corsi di formazione dei docenti preordinati sia all’istruzione che all’integrazione<br />

degli alunni in s<strong>it</strong>uazione di handicap nelle scuole di ogni ordine e grado;<br />

• concede borse di studi per la frequenza ai corsi di formazione, aggiornamento ed addestramento<br />

anche presso altre ist<strong>it</strong>uzioni o scuole;<br />

• fornisce consulenza e presta servizi alle ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche e private nei settori di competenza;<br />

• curare la pubblicazione dei risultati delle ricerche effettuate, nonché di materiale didattico.<br />

Sub<strong>it</strong>o dopo la sua cost<strong>it</strong>uzione, l’I.Ri.Fo.R. ha ottenuto il riconoscimento quale ente di Ricerca (è iscr<strong>it</strong>to<br />

all’Anagrafe Nazionale degli enti di ricerca con il codice 1<strong>18</strong>913F). Come tale ha svolto le prime e<br />

fondamentali ricerche sugli aspetti statistico-medico-sociali della cec<strong>it</strong>à (riconosciuta dal Ministero della<br />

San<strong>it</strong>à, che l’ha finanziata) e sulle esigenze formative dei disabili visivi (in collaborazione con la fondazione<br />

Labos).<br />

Nel 1993, lI.Ri.Fo.R. ha ottenuto il riconoscimento dell’Unione Europea, con l’inserimento nella rete degli<br />

Ist<strong>it</strong>uti di Riabil<strong>it</strong>azione compresi nella iniziativa comun<strong>it</strong>aria Helios (ora cessata).<br />

Sempre nel 1993 l’attiv<strong>it</strong>à dell’I.Ri.Fo.R . è stata riconosciuta dal Parlamento che, con legge 23 settembre<br />

1993, ha attribu<strong>it</strong>o all’Ist<strong>it</strong>uto un contributo annuo (attualmente di € 1.150.000,00).<br />

Nel 1998 l’I.Ri.Fo.R. ha acquis<strong>it</strong>o la qual<strong>it</strong>à di organizzazione non lucrativa di util<strong>it</strong>à sociale (ONLUS) di base<br />

al D.lgs. 4.12.1997 n. 460. Fin dalla sua cost<strong>it</strong>uzione l’I.Ri.Fo.R., del resto anche in conform<strong>it</strong>à dei fini<br />

statutari, ha prestato particolare attenzione alle tecnologie innovative, per l’individuazione di nuove<br />

opportun<strong>it</strong>à lavorative e professionali. In particolare, come si vedrà in segu<strong>it</strong>o, l’I.Ri.Fo.R. ha curato il settore<br />

dell’informatica, sia quale strumento per l’autonomia personale che per l’integrazione sociale e lavorativa,<br />

progettando e realizzando percorsi formativi a livelli mai raggiunti prima. Tra le linee guida dell’I.Ri.Fo.R. per<br />

la piena integrazione sociale dei disabili visivi particolare rilievo ha il presupposto dell’accesso<br />

all’informazione ed alla cultura mediante le possibil<strong>it</strong>à offerte, in particolare ai disabili visivi dalle sempre più


affinate tecnologie informatiche.<br />

Ricerche da più parti effettuate hanno del resto dimostrato, infatti, la grande potenzial<strong>it</strong>à di iniziative dirette<br />

all’inserimento professionale dei ciechi ed ipovedenti in quei settori ( in particolare del terziario avanzato) in<br />

cui l’informatica ha assunto un ruolo sempre più dominante, con continua evoluzione dinamica delle aree di<br />

professional<strong>it</strong>à.<br />

L’I.Ri.Fo.R. ha perciò, fin dall’inizio, avviato una massiccia attiv<strong>it</strong>à di alfabetizzazione informatica dei disabili<br />

visivi, svolgendo prima, sull’intero terr<strong>it</strong>orio nazionale, centinaia di corsi cui hanno partecipato migliaia di<br />

disabili visivi.<br />

A tale attiv<strong>it</strong>à di formazione di base si è accompagnata la organizzazione di corsi a contenuti avanzati<br />

(internet, posta elettronica, processing, database, etc.).<br />

Fra le iniziative più innovative possono ricordarsi, fra le molte, l’iniziativa transnazionale Horizon Italia-<br />

Grecia per la formazione di formatori informatici, cui è stato affidato lo svolgimento di corsi di informatica per<br />

non vedenti. Ancora il corso (finanziato dal Fondo Sociale Europeo) per la formazione di tecnologi della<br />

informazione e della comunicazione, ad alto contenuto avanzato di ICT.<br />

Va ricordato anche il corso integrato (disabili visivi-normodotati) per operatori di banche dati (FSE) i cui<br />

partecipanti hanno, tra l’altro, acquis<strong>it</strong>o l’abil<strong>it</strong>azione ad operare nel CED della Corte di Cassazione.<br />

Si ricorda anche il corso per “Operatori informatici al servizio dei clienti bancari” (FSE).<br />

Tali iniziative formative, e le ricerche connesse, hanno portato alla definizione delle nuove figure<br />

professionali individuate dal decreto <strong>10</strong> gennaio 2000 del Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale.<br />

Deve ricordarsi, anche, il rivoluzionario “Corso per giornalisti minorati della vista” (FSE) anch’esso basato<br />

sull’ampia utilizzazione dell’informatica per l’accesso alle banche dati, i notiziari internazionali, alla<br />

elaborazione di testi giornalistici.<br />

Si è detto delle centinaia di corsi informatici di base e di secondo livello svolti dall’Ist<strong>it</strong>uto: per raggiungere<br />

questo risultato l’I.Ri.Fo.R. ha formato ed abil<strong>it</strong>ato ben 196 formatori informatici per disabili visivi.<br />

Contemporaneamente sono stati svolti corsi per la conoscenza e l’uso, da parte dei docenti di sostegno e<br />

curriculari, degli ausili informatici per disabili visivi.<br />

Un discorso a parte il “PROGETTO MERCURIO” mirato alla formazione informatica dei sordociechi, in<br />

modo da consentire loro di comunicare fra di loro e con chiunque attraverso l’informatica, per mezzo di<br />

un’appos<strong>it</strong>a apparecchiatura (BRAICOM), messa a punto dal Centro Nazionale Tiflotecnico della Unione<br />

Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - onlus, sostanzialmente un braille comunication.<br />

Negli ultimi anni l’I.Ri.Fo.R. ha avviato più corsi on line in materia informatica (ECDL, HTML, etc.) cui hanno<br />

partecipato e stanno partecipando centinaia di minorati visivi.<br />

E’ un dato di fatto che nessun ente di formazione in Italia può vantare l’esperienza dell’I.Ri.Fo.R. di<br />

formazione informatica nei confronti dei disabili visivi, formazione cui si è sempre aggiunto un contenuto<br />

riabil<strong>it</strong>ativo e di accrescimento dell’autonomia personale, per la forte preparazione psicologica dei suoi<br />

docenti.<br />

Da ultimo l’I.Ri.Fo.R., in qual<strong>it</strong>à di capofila mandatario di un RTI, ha progettato ed erogato corsi di<br />

formazione informatica per dipendenti pubblici disabili, mirato alla acquisizione della patente europea del<br />

computer (ECDL), da destinare anche ad attiv<strong>it</strong>à di protocollo informatico.


Il Sistema di Qual<strong>it</strong>à dell’I.Ri.Fo.R. ha ottenuto la Certificazione di Qual<strong>it</strong>à ISO 9001:2000 (Vision 2000) per<br />

la “Progettazione ed erogazione di servizi di formazione destinatati ai minorati della vista, agli operatori del<br />

settore ed ai formatori, progettazione ed erogazione di servizi di reinserimento destinati ai minorati della<br />

vista.<br />

CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE GIURIDICA<br />

SULL'HANDICAP VISIVO<br />

"GIANNI FUCÀ"<br />

E’ un organo dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che opera al servizio di tutte le ist<strong>it</strong>uzioni pro<br />

ciechi.<br />

Nel 2000, tale Centro è stato int<strong>it</strong>olato alla memoria dell'avvocato Gianni Fucà, prematuramente scomparso,<br />

che ne era, oltre che il direttore responsabile, il vero padre fondatore. Il Centro, da lui creato e, nel corso del<br />

tempo, potenziato con cura e intelligenza, si è rivelato una risorsa preziosa non soltanto per l'Unione Italiana<br />

dei Ciechi e degli Ipovedenti, ma per tutti gli enti ed organismi che operano ist<strong>it</strong>uzionalmente a sostegno dei<br />

ciechi e degli ipovedenti, vale a dire:<br />

• la Biblioteca Italiana per Ciechi "Regina Margher<strong>it</strong>a" di Monza;<br />

• l'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cec<strong>it</strong>à;<br />

• l'Ist<strong>it</strong>uto per la Ricerca, la Formazione e la Riabil<strong>it</strong>azione (I.Ri.Fo.R.);<br />

• la Federazione Nazionale delle Ist<strong>it</strong>uzioni pro Ciechi.<br />

Un rappresentante di ciascuna di tali ist<strong>it</strong>uzioni va a cost<strong>it</strong>uire un Com<strong>it</strong>ato che rappresenta l'autor<strong>it</strong>à di<br />

controllo ed indirizzo che sovrintende al funzionamento del Centro e ne mon<strong>it</strong>orizza l'attiv<strong>it</strong>à.<br />

Il coordinatore responsabile tecnico del Centro è l'avv. Paolo Colombo. Il Centro si avvale anche della<br />

collaborazione di consulenti giuridici esterni, ciascuno operante secondo le proprie specializzazioni, nonché<br />

degli uffici della Presidenza Nazionale dell’UICI, sia della Sede Centrale di Roma, sia degli uffici distaccati di<br />

Firenze. I professionisti operanti per il Centro cost<strong>it</strong>uiscono anche un com<strong>it</strong>ato, coordinato dal responsabile,<br />

con il comp<strong>it</strong>o di impostare, organizzare e verificare l'andamento delle consulenze, nonché di aggiornare i<br />

cr<strong>it</strong>eri di ripartizione interna delle attiv<strong>it</strong>à.<br />

Per regolamento, l'attiv<strong>it</strong>à del Centro è sottoposta a continuo mon<strong>it</strong>oraggio, sia per quanto riguarda la qual<strong>it</strong>à<br />

ed ent<strong>it</strong>à, sia per quanto riguarda l'efficacia, da valutarsi in base a cr<strong>it</strong>eri di customers' satisfaction. Tale<br />

mon<strong>it</strong>oraggio viene effettuato dal com<strong>it</strong>ato composto da un rappresentante di ciascuna delle ist<strong>it</strong>uzioni<br />

aderenti, che ha il comp<strong>it</strong>o di sovrintendere al funzionamento globale della struttura.<br />

Il Centro svolge la propria attiv<strong>it</strong>à di consulenza e documentazione, con competenze in tutti i campi generali<br />

del dir<strong>it</strong>to e dell'amministrazione, con particolare riguardo alle problematiche inerenti le persone portatrici di<br />

handicap in generale e i minorati della vista in particolare. Tali competenze attengono in particolare:<br />

• all'ordinamento cost<strong>it</strong>uzionale ed amministrativo;<br />

• all'ordinamento internazionale;<br />

• all'ordinamento civile e commerciale;<br />

• all'ordinamento fiscale e del non prof<strong>it</strong>;<br />

• alla legislazione sull'handicap;<br />

• al drafting legislativo ed amministrativo;<br />

• all'organizzazione dello Stato;<br />

• alle autonomie locali e delle ist<strong>it</strong>uzioni aderenti;<br />

• ai profili penalistici connessi alle ist<strong>it</strong>uzioni aderenti;<br />

• all'illustrazione di nov<strong>it</strong>à legislative.


Il Centro svolge principalmente un'attiv<strong>it</strong>à di consulenza rivolta sia agli enti aderenti, sia direttamente a tutti i<br />

minorati della vista, siano essi soci dell'Unione Italiana dei Ciechi o meno, sia alle ist<strong>it</strong>uzioni pubbliche o<br />

private interessate a queste tematiche. I contenuti di questa attiv<strong>it</strong>à possono così riassumersi:<br />

• ricerche normative su questioni specifiche;<br />

• ricerche giurisprudenziali sia di dir<strong>it</strong>to che di mer<strong>it</strong>o in ordine a concrete fattispecie;<br />

• redazione di proposte di legge con estensione di relative motivazioni e relazioni;<br />

• redazione di pareri su singole fattispecie;<br />

• redazione di pareri su proposte di atti e convenzioni delle ist<strong>it</strong>uzioni aderenti.<br />

Il Centro cura anche la redazione di rubriche specialistiche sulle più importanti riviste associative. In tal<br />

modo, il Centro di Documentazione continua a svolgere, in termini di consulenza e di servizio, per tutte le<br />

strutture associative e per i singoli soci, una attiv<strong>it</strong>à che si è confermata sugli elevati standard qual<strong>it</strong>ativi<br />

raggiunti negli scorsi anni.<br />

Tutta l'attiv<strong>it</strong>à del Centro di interesse generale, negli amb<strong>it</strong>i esposti, è resa di pubblico dominio attraverso il<br />

proprio s<strong>it</strong>o nel rispetto della normativa a tutela della privacy di cui alla legge 675/96 e successive<br />

modificazioni ed integrazioni.<br />

I servizi offerti dal Centro attengono principalmente la consulenza giuridica e la consultazione di banche dati<br />

giuridico-amministrative. In generale, tutte le richieste dell'utenza devono essere indirizzate, rigorosamente<br />

per iscr<strong>it</strong>to e accompagnate da tutta la documentazione di supporto e dagli estremi di riferimento, al<br />

seguente indirizzo: Unione Italiana dei Ciechi – ONLUS - Centro Nazionale di Documentazione Giuridica<br />

sull'Handicap Visivo "Gianni Fucà" Via Ferrarecce, Complesso Sole, palazzo Selenia, 81<strong>10</strong>0 Caserta; fax<br />

0823/216029.<br />

Il Centro provvede, poi, ad inviare i ques<strong>it</strong>i ai professionisti secondo il settore di competenza ed in<br />

ottemperanza alle indicazioni operative del responsabile. Le risposte sono inviate direttamente<br />

all'interessato e in copia al Centro che ne cura l'archiviazione e la catalogazione.<br />

Per questioni di minore compless<strong>it</strong>à e per qualunque chiarimento sulla normativa di diretto interesse per i<br />

non vedenti, il Centro offre anche un servizio di consulenza on-line, attivabile dalla sezione del s<strong>it</strong>o<br />

denominata "Richiedi parere", nella quale è possibile formulare brevi ques<strong>it</strong>i sui quali i consulenti giuridici<br />

forniranno il proprio parere direttamente all'interessato via e-mail.<br />

I pareri di maggiore interesse o che riguardano questioni di carattere generale sono raccolti e catalogati per<br />

materia nella sezione "Pareri più richiesti" alla quale si può accedere direttamente con un doppio click sulla<br />

relativa indicazione.<br />

Dal punto di vista dei supporti tecnico-informativi il Centro può disporre, infatti, oltre che della necessaria<br />

attrezzatura informatica, di articolate fonti di documentazione giuridica quali, per la parte cartacea, Guida<br />

Normativa e Guida al Dir<strong>it</strong>to e, per le banche dati, della normativa vigente delle Leggi d'Italia con la<br />

giurisprudenza commentata, del testo vigente dei Codici d'Italia commentati con la giurisprudenza, della<br />

normativa regionale, della Banca Dati Ufficiale del Dir<strong>it</strong>to Comun<strong>it</strong>ario, del repertorio del Foro Italiano, del<br />

Foro Italiano (rivista), della Cassazione Civile e del Codice del Lavoro con relative tabelle, nonché del<br />

repertorio della Giurisprudenza Italiana e della LEX ed<strong>it</strong>i dalla UTET.<br />

Il Centro, inoltre, dispone di una propria banca dati legislativa contenente le principali disposizioni normative,<br />

sia primarie che secondarie, che possono interessare direttamente i ciechi e gli ipovedenti. Nella stessa<br />

banca dati è possibile consultare anche la principale normativa regionale, nonché massime giurisprudenziali<br />

concernenti gli argomenti di maggior interesse e alcuni tra i più significativi atti delle amministrazioni statali e<br />

locali comunque rifer<strong>it</strong>i o connessi con l'handicap visivo. Tutta la normativa viene catalogata in un indice<br />

generale in ordine cronologico e secondo un indice per categorie, al fine di agevolare la ricerca<br />

dell'argomento desiderato. È, inoltre, disponibile un motore di ricerca attraverso il quale si possono<br />

individuare i provvedimenti per numero e data, per tipo (legge, decreto-legge, decreto ministeriale, ecc.), per<br />

parole chiave ed effettuare anche ricerche sui provvedimenti direttamente collegati. Tutti i provvedimenti, o<br />

parti di essi, possono essere consultati direttamente sul s<strong>it</strong>o oppure scaricati sul proprio pc nel formato<br />

desiderato.


LA FEDERAZIONE DELLE ISTITUZIONI PRO CIECHI<br />

La sua ist<strong>it</strong>uzione avviene il 24 febbraio 1931, ma<br />

già da qualche tempo questa cost<strong>it</strong>uisce un<br />

importante obiettivo. Infatti, già dal IV Congresso<br />

Tiflologico Nazionale, tenutosi a Bologna nel 19<strong>10</strong>, i<br />

più autorevoli studiosi dei problemi connessi<br />

all'educazione, all'istruzione e all'integrazione dei<br />

non vedenti e i ciechi più illustri vogliono trovare una<br />

soluzione al principale problema delle singole<br />

ist<strong>it</strong>uzioni per ciechi <strong>it</strong>aliane: la difficoltà di<br />

produzione di materiali didattici speciali per<br />

l'istruzione dei non vedenti.<br />

Al cuore del dibatt<strong>it</strong>o, vi è la consapevolezza che<br />

occorre realizzare un processo educativo r<strong>it</strong>agliato<br />

sulle specifiche esigenze della minorazione visiva.<br />

Queste esigenze, seppur mutate nel tempo anche a<br />

causa dell’avvento delle nuove tecnologie e della didattica, sussistono – a parere di chi scrive – ancora oggi,<br />

posto che le differenze nelle modal<strong>it</strong>à di apprendimento fra alunni con minorazioni visive da un lato ed alunni<br />

“normodotati” dall’altro necessariamente sussistono. Di qui l’attual<strong>it</strong>à, ad ormai un secolo dalla sua<br />

creazione, di questa ist<strong>it</strong>uzione che cost<strong>it</strong>uisce un importante punto di riferimento per tutti coloro – non<br />

vedenti o meno – che operano nel mondo dell’educazione e dell’istruzione.<br />

Le prime conquiste ottenute dalla Federazione, in un impegno comune con l'Unione Italiana dei Ciechi,<br />

riguardano il profilo degli Ist<strong>it</strong>uti. Con la legge 26 ottobre 1952, n. 1463, viene infatti portata a termine la<br />

statalizzazione delle scuole elementari speciali annesse agli Ist<strong>it</strong>uti per Ciechi e la Federazione matura<br />

l'opportun<strong>it</strong>à di ist<strong>it</strong>uire una propria stamperia per la trascrizione dei testi in <strong>Braille</strong> e un Centro di Produzione<br />

per la creazione di sussidi didattici, operativi dal 1964.<br />

Grazie a queste strutture, la Federazione può produrre ancora oggi materiali di studio diffusi e apprezzati sia<br />

in Italia che all'estero e un patrimonio librario di rilevante importanza dal punto di vista educativo.<br />

Il 28 agosto del 1997, grazie all'intervento dell'Unione Italiana dei Ciechi, viene promulgata la legge 284, con<br />

la quale il Dipartimento della Solidarietà Sociale garantisce a questo settore il finanziamento da parte dello<br />

Stato, consentendo alla Federazione di continuare a lavorare con rinnovata energia.<br />

Le final<strong>it</strong>à statutarie che la Federazione è chiamata a perseguire sono:<br />

- Cost<strong>it</strong>uire centri di ricerca pedagogica ed educativa, per realizzare studi, progetti e altre iniziative in<br />

materia di minorazione della vista, anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati;<br />

- coordinare le iniziative delle Ist<strong>it</strong>uzioni federate;<br />

- realizzare sussidi e ausili per i minorati della vista;<br />

- curare l'attuazione di ricerche e studi finalizzati al miglioramento delle strutture educative operanti<br />

nel settore dei minorati della vista;<br />

- promuovere e favorire la scolarizzazione degli alunni minorati della vista;<br />

- interessare i pubblici poteri, ai vari livelli, per promuovere, ove necessario, il raggiungimento di<br />

intese volte a garantire l’applicazione delle leggi vigenti a favore dell'istruzione e dell'educazione dei<br />

giovani minorati della vista;<br />

- contribuire, con appos<strong>it</strong>e iniziative scientifiche, convegni di studio, incontri e seminari di<br />

aggiornamento, alla diffusione della cultura concernente la minorazione visiva;<br />

- instaurare rapporti internazionali, in particolare in amb<strong>it</strong>o europeo, con le Ist<strong>it</strong>uzioni che operano a<br />

favore dei minorati della vista;<br />

- collaborare con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, per una sempre maggiore elevazione<br />

sociale dei minorati della vista;<br />

- promuovere studi e ricerche per l'individuazione di metodologie volte a garantire la migliore<br />

assistenza possibile agli anziani con disabil<strong>it</strong>à visiva, osp<strong>it</strong>i presso strutture di ricovero.


Per il raggiungimento delle final<strong>it</strong>à ist<strong>it</strong>uzionali, la Federazione ha intrapreso numerose iniziative destinate a<br />

potenziare l'insieme dei supporti rivolti al mondo della scuola e<br />

Tra le molteplici attiv<strong>it</strong>à della Federazione, sono fondamentali la progettazione, la realizzazione e la<br />

diffusione di sussidi tiflodidattici per gli studenti delle diverse fasce d'età: sussidi che vengono fatti<br />

conoscere, in particolare, mediante l'organizzazione o la partecipazione a mostre e convegni. La<br />

Federazione fornisce gratu<strong>it</strong>amente materiale (fino a un valore stabil<strong>it</strong>o annualmente) a tutti i ragazzi ciechi<br />

che ne facciano richiesta anche attraverso la scuola; in collaborazione con le Ist<strong>it</strong>uzioni federate, si fa carico<br />

anche della rieducazione dei ragazzi disabili visivi pluriminorati e dell'assistenza agli anziani.<br />

Uno dei punti di forza della Federazione è l'ist<strong>it</strong>uzione di Centri di Consulenza Tiflodidattica per l'assistenza<br />

educativa e pedagogica agli alunni ciechi e ipovedenti: essi, in simbiosi con i Centri ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dalla Biblioteca<br />

Italiana per i Ciechi “Regina Margher<strong>it</strong>a”, assicurano interventi di consulenza per la progettazione di percorsi<br />

individualizzati di apprendimento e sviluppo educativo, oltre a fornire specifici sussidi didattici, indispensabili<br />

per gli insegnanti nella gestione della programmazione.<br />

Nel Veneto, tale Centro si trova a Padova. I suoi riferimenti sono i seguenti:<br />

Centro di Consulenza Tiflodidattica di Padova<br />

(Province di competenza: Padova, Venezia, Verona, Rovigo, Vicenza, Trento, Bolzano, Treviso)<br />

C/o Ist<strong>it</strong>uto L. Configliachi<br />

Via Sette Martiri, 33 - 35<strong>10</strong>0 Padova<br />

Tel. 049.87.26.507 - Fax 049.87.28.806<br />

Responsabile: Dott.ssa Federica Piz<br />

Consulente Tiflologo: Dott. Angelo Fiocco<br />

E-mail: http://www.prociechi.<strong>it</strong>/fnipc/cctpadova@prociechi.org


BIBLIOGRAFIA<br />

- AA.VV.: “Il <strong>Braille</strong> – Un altro modo di leggere e di scrivere”, Bulsoni ed<strong>it</strong>ore, 1990;<br />

- aA.VV. (2009): “<strong>Braille</strong> – Il mondo sulla punta delle mie d<strong>it</strong>a”, Unione Europea dei Ciechi, che può<br />

essere ordinato presso l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ONLUS, Ufficio Stampa, Via<br />

Borgognona 38, 00<strong>18</strong>7 Roma, fax: 0<strong>667</strong>86815, e-mail: ustampa@uiciechi.<strong>it</strong>;<br />

- Binlioteca Italiana per i Ciechi “regina Margher<strong>it</strong>a” (1998): “Codice braille <strong>it</strong>aliano”;<br />

- Biblioteca Italiana per i Ciechi “regina Margher<strong>it</strong>a” (2002): “L’alfabeto <strong>Braille</strong> come fondamento<br />

dell’emancipazione culturale e sociale dei ciechi”, Atti del Convegno nazionale, Roma, 16 ottobre<br />

2002;<br />

- Capirci Costanzo (1997): “I segni della musica nel sistema <strong>Braille</strong>”, reperibile presso la Biblioteca<br />

per i Ciechi “Regina Margher<strong>it</strong>a”;<br />

- Giacomini Alida (2008): “Passo passo – Schede alfabetiche con letture ed illustrazioni a rilievo per<br />

l’apprendimento rapido dell’alfabeto <strong>Braille</strong>”, reperibile presso la Federazione delle Ist<strong>it</strong>uzioni Pro<br />

Ciechi;<br />

- Pierre Henri (2000): “La v<strong>it</strong>a e l’opera di Louis <strong>Braille</strong>”, reperibile presso la Biblioteca Italiana per i<br />

Ciehchi “regina Margher<strong>it</strong>a”.<br />

SITOGRAFIA<br />

- Unione Italiana Dei Ciechi E Degli Ipovedenti: http://www.uiciechi.<strong>it</strong>/<br />

- BIBLIOTECA PER I CIECHI “REGINA MARGHERITA”: http://www.bibciechi.<strong>it</strong>/<br />

- Club <strong>it</strong>aliano del <strong>Braille</strong>: http://www.club<strong>it</strong>alianobraille.<strong>it</strong>/<br />

- Federazione Delle Ist<strong>it</strong>uzioni Pro Ciechi: http://www.prociechi.<strong>it</strong>/fnipc/<br />

- MUSEO LOUIS BRAILLE: http://www.istciechimilano.<strong>it</strong>/<strong>it</strong>-<strong>it</strong>/museolouisbraille.html<br />

- CORSO “INVITO AL BRAILLE”: http://www.cisad.<strong>it</strong>/inv<strong>it</strong>oalbraille/html/inv<strong>it</strong>obraille.html


LA PRODUZIONE DEL MATERIALE TIFLODIDATTICO<br />

Il Centro di Produzione del Materiale Tiflodidattico<br />

Il Centro di produzione del materiale didattico della<br />

Federazione Nazionale delle Ist<strong>it</strong>uzioni pro Ciechi con<br />

sede a Roma è una struttura che risponde, per le sue<br />

caratteristiche funzionali e per la sua specifica attiv<strong>it</strong>à,<br />

alle più profonde esigenze legate all’ideazione, alla<br />

produzione ed alla diffusione dei sussidi didattici<br />

speciali indispensabili all’educazione dei ragazzi ciechi,<br />

ipovedenti o ciechi pluriminorati.<br />

Nell’amb<strong>it</strong>o della ideazione, vengono affrontati sia i problemi legati alla progettazione del nuovo materiale<br />

didattico sia quelli relativi all’aggiornamento dei sussidi esistenti, così da poter offrire risposte sempre più<br />

adeguate alle richieste specifiche espresse dalle scuole, dai Centri di consulenza tiflodidattica o dai singoli<br />

utenti.<br />

Prima che il materiale venga prodotto, un’equipe di<br />

esperti ne valuta l’efficacia tiflo-pedagogica, la qual<strong>it</strong>à e<br />

le scelte realizzative.<br />

La produzione dei sussidi didattici per l’avviamento alla<br />

conoscenza della scr<strong>it</strong>tura e della lettura <strong>Braille</strong> è<br />

affiancata dalla realizzazione di materiali facenti<br />

riferimento a distinti amb<strong>it</strong>i educativi: linguistico, logico -<br />

matematico, immaginativo - motorio, tecnico-espressivo,<br />

storico, geografico e scientifico.<br />

Il laboratorio vuole valorizzare anche in campo tiflologico<br />

l’aspetto ludico, con l’adattamento ad alcuni giochi in<br />

commercio e la creazione di nuovi.<br />

La produzione ha avuto nuovo impulso grazie all’acquisto<br />

di un plotter elettronico tridimensionale, denominato<br />

anche pantografo a controllo numerico; tale sistema<br />

consente di progettare gli stampi e le matrici,<br />

disegnandole con un appos<strong>it</strong>o software di grafica,<br />

mandandole successivamente in lavorazione su una<br />

macchina fresatrice automatica a tre assi.


Tale procedimento, oltre ad un vantaggio di tempo e<br />

ad una maggiore precisione degli articoli realizzati,<br />

consente una rapida riproduzione in serie ed una più<br />

agile modifica in caso di cambiamenti in fase di<br />

esecuzione. La veloc<strong>it</strong>à operativa e la flessibil<strong>it</strong>à di<br />

tale apparecchiatura consentono anche di riprodurre<br />

rapidamente immagini, che comunemente si trovano<br />

sui libri di testo in nero, in immagini a rilievo.<br />

Questa nuova tecnologia produttiva ha permesso al<br />

personale di acquisire, tram<strong>it</strong>e un corso di<br />

formazione, ulteriore professional<strong>it</strong>à e competenza.<br />

Anche il tradizionale reparto di termoformatura è stato recentemente ristrutturato con la messa a norma<br />

delle macchine esistenti, con il rifacimento degli impianti di aspirazione e con l’introduzione di una nuova<br />

macchina per la lavorazione della plastica sottovuoto.<br />

La diffusione del materiale tiflodidattico prodotto viene presentato alle scuole di tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale<br />

attraverso “mostre <strong>it</strong>ineranti” organizzate in collaborazione con le sezioni locali dell’UIC e con i Centri di<br />

consulenza della Biblioteca Italiana per Ciechi di Monza. Tale iniziativa è occasione di approfondimento e di<br />

verifica tra gli stessi operatori del laboratorio, tra i responsabili dei Centri di consulenza tiflodidattica e gli<br />

insegnanti. Si configura pertanto come un proficuo momento di incontro fra coloro che producono e coloro<br />

che usufruiscono dei sussidi tiflodidattici.<br />

Il servizio di spedizione del materiale alle scuole e ai singoli utenti occupa parte dell’attiv<strong>it</strong>à giornaliera del<br />

laboratorio.<br />

Il Centro di produzione, come momento di verifica della propria attiv<strong>it</strong>à e come occasione per<br />

diffondere il proprio operato, partecipa ad alcune manifestazioni e fiere internazionali, nelle quali<br />

vengono presentati gli ausili destinati al mondo dell’handicap visivo e della riabil<strong>it</strong>azione.

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