Allegato in .pdf - Fondazione di Piacenza e Vigevano

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IN PRIMO PIANO
Mondine, lavandaie e lustrascarpe:
gli antichi mestieri nel nuovo CalenDiario
Gli antichi mestieri di un tempo,
quelli che sono rimasti solo nei ricordi
di chi ha qualche anno in più o sono
giunti fino a noi filtrati dal progresso
tecnologico e dall’industrializzazione,
sono i protagonisti del CalenDiario
2008. Realizzato come sempre dalla
Fondazione per i bambini delle scuole
elementari di Piacenza e Vigevano, il
CalenDiario si avvale anche quest’an-
no delle illustrazioni di Liza Schiavi,
che ha ripescato, dalla memoria collettiva,
una selezione di lavori alcuni
dei quali ormai scomparsi. I quadretti
colorati che li ritraggono raccontano
di lustrascarpe, mondine, ciambellai,
maniscalchi. E ancora, spazzacamini,
impagliatori, ciabattini, pescivendoli,
gelatai, arrotini, lavandaie e aratori.
Dodici mestieri antichi, dunque,
ciascuno ad aprire uno dei mesi del
2008. Il formato e l’impostazione
sono immutati anche quest’anno: rilegati
come dei veri e propri volumetti,
consentono di poter prendere appunti
ed essere usati come un diario scolastico.
Con l’obiettivo di raccontare
ai più piccoli com’era il lavoro in un
tempo, anagraficamente, nemmeno
tanto remoto.

IN PRIMO PIANO
IN PRIMO PIANO
Le copertine dei due
calendari realizzati
per il 2008:
a sinistra, l’edizione
piacentina dedicata
a Palazzo Rota Pisaroni
e all’Auditorium;
a destra la copertina
del calendario
distribuito a Vigevano
che ospita all’interno
numerose vedute
della Piazza Ducale
Nei calendari 2008 della Fondazione
la sede, l’Auditorium e la Piazza Ducale
Anche quest’anno la Fondazione di
Piacenza e Vigevano ha il suo calendario.
O meglio, i suoi calendari,
poichè ne sono stati realizzati due, di
identico formato e format grafico: uno
piacentino distribuito in occasione
della Festa degli Auguri che si è svolta
in Auditorium lo scorso 20 dicembre,
l’altro dedicato interamente a Vigevano
e gradito omaggio del pubblico
intervenuto al concerto per lo scambio
degli auguri di Natale nella splendida
cornice del Teatro Cagnoni.
IL CALENDARIO PIACENTINO.
L’edizione 2008 è dedicata alle “sedi”
della Fondazione in via Sant’Eufemia:
al numero 13 il nuovo Palazzo Rota
Pisaroni, che ospita gli uffici e che è
stato inaugurato nel settembre scorso,
e l’Auditorium, che fa parte del palazzo
al civico 12 che è stato per tanti
anni la sede della Fondazione.
Dopo la panoramica sulgli affreschi e
le opere d’arte di Palazzo Rota Pisaroni,
la sede della Fondazione è ritratta
nelle sale, nello scalone d’onore e nel
cortile interno. Accanto, non mancano
alcune immagini dell’Auditorium
Santa Margherita e del suo notevole
patrimonio artistico. Dalla cripta
paleocristiana di Santa Liberata alle
anfore e ai resti di tombe longobarde,
su fino all’affresco con il trionfo di
Santa Margherita nella volta dell’auditorium.
IL CALENDARIO VIGEVANESE.
La Piazza Ducale è invece il soggetto
principe dell’edizione realizzata per
Vigevano, che si apre con una veduta
dall’alto della città. Dodici scatti
raccontano la Piazza cogliendola nei
vari periodi dell’anno e in situazioni
diverse: imbiancata di neve in inverno
o gremita di bambini e famiglie in
una cornice di palloncini colorati, o
ancora battuta dal sole e deserta in una
giornata di piena estate. L’edizione
vigevanese del calendario ha preso
avvio lo scorso anno, con il numero
dedicato al Castello.
“Passaggio a Piacenza II”
è la strenna natalizia
In occasione della Festa degli Auguri,
che si è svolta in Auditorium il 20
dicembre scorso, è stato fatto omaggio
agli invitati anche della strenna natalizia
della Fondazione: il secondo
volume di “Passaggio a Piacenza
- Antologia di sguardi forestieri”.
La pubblicazione, che fa seguito a
quella dello scorso anno, raccoglie
articoli, saggi, estratti di volumi e
altre testimonianze scritte che hanno
avuto come oggetto Piacenza e che
sono uscite, in epoche e tempi diversi,
dalla penna di viaggiatori, letterati,
uomini di cultura e giornalisti.
Una raccolta che va ad integrare il
primo volume di Passaggio a Piacenza,
che tanto interesse aveva suscitato
lo scorso anno.
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InFormazione Teatrale, così lo spettatore
diventa il protagonista della scena
Prosegue per il terzo anno la collaborazione
tra Fondazione di Piacenza
e Vigevano e Teatro Gioco Vita di
Piacenza sul progetto “InFormazione
Teatrale”, un articolato programma
di iniziative messo a punto per coinvolgere
il pubblico - dagli spettatori
della prima infanzia agli adulti - nell’arte
teatrale.
L’obiettivo è infatti quello di far assumere
al pubblico il ruolo non più
solo di spettatore, ma di protagonista,
di primo attore di quell’esperienza
unica e coinvolgente che è il teatro.
Attraverso laboratori, incontri, lezioni,
performance, conferenze, insieme
ad artisti, esperti e formatori. Un
teatro dunque non solo da vedere, ma
anche da conoscere, approfondire e
sperimentare.
IL PROGRAMMA. Il programma
di “InFormazione Teatrale” per il
2008 è articolato in quattro sezioni, e
comprende 121 incontri che coinvolgono
un’ottantina tra esperti ed ospiti
(artisti, critici, studiosi di teatro,
operatori e animatori teatrali).
ARTE E ATTIVITA’ CULTURALI
Una foto d’archivio di “Segni nel tempo”, nell’ambito delle iniziative di “InFormazione teatrale”
Incontri su teatro, danza, cinema.
Comprende lezioni e conferenze
dedicate a vari temi e contenuti collegati
al teatro, alla drammaturgia e
alla scrittura teatrale,anche in confronto
ad altri linguaggi della scena.
I progetti coinvolgono complessivamente
tutte le fasce e le tipologie
di pubblico, dai ragazzi fino agli
adulti. In tutto circa 50 incontri che
comprendono, tra gli altri, Reading
dance - Temi e protagonisti della danza
teatrale, ovvero incontri e lezioni
sulla danza contemporanea a cura
di Stefano Tomassini; Il mestiere del
teatro, incontri di approfondimento
sui linguaggi della scena a cura del
Piccolo Teatro di Milano; Dalla
parte dello spettatore, incontri di approfondimento
agli spettacoli della
stagione di prosa del Municipale; i
cicli Carlo Goldoni dalla pagina alla
scena, Anna Karenina Teatro - Cinema
- Letteratura e Cinema Shakespeare, Il
teatro di Shakespeare dal palcoscenico
al grande schermo; infine Ditelo all’attore,
incontri con i protagonisti della
stagione di prosa del Municipale.
Teatro per famiglie “A teatro per
mamma e papà”.
La rassegna, un appuntamento
consolidato nella tradizione teatrale
di Teatro Gioco Vita, comprende
spettacoli e laboratori per avvicinare i
bambini insieme ai genitori e ai nonni
all’esperienza del teatro ed educarli
ai linguaggi teatrali. Nel programma
2008 sono previsti otto appuntamenti
al Teatro dei Filodrammatici, nel
periodo tra novembre e dicembre.
Saranno coinvolte alcune compagnie
teatrali tra le quali Tam Teatromusica,
Teatro dell’Archivolto, Fontemaggiore-Teatro
Stabile di Innovazione,
Accademia Perduta-Romagna Teatri
e altre ancora.
Giovani artisti delle scuole di
teatro, laboratori e azioni teatrali,
esperienze di residenza artistica.
Si tratta di una serie di spettacoli e
laboratori che coinvolgono i giovani,
anche con situazioni di disagio, che
frequentano corsi di teatro o che
vengono coinvolti per la prima volta

La stagione teatrale
del Verdi di Fiorenzuola
Ascanio Celestini, con “Appunti per
un film sulla lotta di classe” ha aperto
al Teatro “Verdi” di Fiorenzuola la
stagione di prosa 2007-2008, con la
direzione artistica di Paola Pedrazzini.
Il cartellone, varato con il sostegno
della Fondazione, presenta numerosi
appuntamenti interessanti.
Sabato 12 gennaio 2008
“Studio su Medea”, elaborazione
drammaturgica di Federico Bellini.
Con Nicole Kehrberger, Michele
Andrei, regia Antonio Latella.
Domenica 20 gennaio 2008
“Gomorra”, adattamento teatrale di
Roberto Saviano e Mario Gelardi,
regia di Mario Gelardi. Con Ivan
Castiglione, Francesco Di Leva,
Antonio Ianniello.
Venerdì 25 gennaio 2008
“Il Metodo Gronholm” di Jordi
Galceran, regia Cristina Pezzoli. Con
Nicoletta Braschi, Enrico Ianniello,
Tony Laudadio.
Domenica 17 febbraio 2008
“Tutta colpa di Garibaldi” di Giole
Dix, Nicola Fano, Sergio Fantoni.
Con Gioele Dix, regia Sergio Fantoni.
Sabato 23 febbraio 2008
“Noccioline” di Fausto Paravidino,
regia Valerio Binasco.
Sabato 1 marzo 2008
“Riccardo l’infermo”, ispirato al
“Riccardo III” di W. Shakespeare, con
Roberto Abbiati.
Venerdì 14 marzo 2008
“Roma ore 11” di Elio Petri. Diretto
e interpretato da Manuela Mandracchia,
con Alvia Reale, Sandra
Toffolatti, Mariangeles Torres.
Martedì 2 aprile 2008
“Ex Amleto” con Roberto Herlitzka,
testi di William Shakespeare.
Venerdì 11 aprile 2008
“Anna Politkovskaya - Donna non
rieducabile” di Stefano Massini. Con
Ottavia Piccolo.
ARTE E ATTIVITA’ CULTURALI
“Pepè e Stella”, spettacolo inserito in “A teatro con mamma e papà”
in esperienze di formazione teatrale.
L’intento è fornire occasioni per conoscere
meglio il teatro, vivendone
direttamente i momenti di creazione
artistica, anche attraverso esperienze
di residenza artistica a Piacenza di
compagnie di rilievo nazionale.
Per il 2008 sono previsti quaranta
appuntamenti. Da Pre/Visioni, spettacoli
performance e azioni teatrali
in collaborazone con la Fondazione
Scuole Civiche e la scuola Paolo
Grassi di Milano a DeForma, laboratorio
teatrale per giovani con
Tam Teatromusica, fino a Cercatori
d’ombre, per un teatro di corpi e figure,
un laboratorio teatrale rivolto ai
giovani che Teatro Gioco Vita tiene
in collaborazione con il Liceo Respighi
di Piacenza e Dalla Tempesta,
laboratorio teatrale tenuto dall’attrice
Lucia Vasini per ospiti e operatori dei
Centri Diurni del Dipartimento di
salute teatrale.
Laboratori e percorsi sull’ombra
e il teatro d’ombre. La Compagnia
di Teatro Gioco Vita, conosciuta in
tutto il mondo per il suo linguaggio
delle ombre, svela i “segreti” della
sua ricerca e introduce il pubblico
alle tecniche dell’ombra e del teatro
d’ombre. Si tratta di laboratori,
lezioni, incontri teorico/pratici che
coinvolgono tutte le fasce di pubblico,
dalla prima infanzia fino agli
adulti. Diverse le iniziative: L’ombra,
il doppio e il compagno segreto è un
laboratorio per insegnanti, educatori
e animatori che lavorano con gli adolescenti;
Adagio, adagio, adagio dice
il bradipo è invece un percorso dedicato
ai bimbi delle scuole d’infanzia;
Piccoli incontri con l’ombra propone
una giornata in laboratorio con la
Compagnia di Teatro Gioco Vita
mentre Piccoli incontri con l’ombra...
e la musica allarga questa esperienza
al discorso musicale.
LE SEDI. Gli incontri di “InFormazione
Teatrale” si terranno a Piacenza
al Teatro Comunale dei Filodrammatici,
all’Officina delle Ombre (Atelier
di Teatro Gioco Vita) e al Teatro
Municipale di Piacenza.
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Una visita guidata ai tesori del Duomo di Piacenza
ARTE E ATTIVITA’ CULTURALI
Beni ecclesiastici e culturali delle Diocesi,
un piano per catalogarli e farne l’inventariario
In ambito artistico, da segnalare
il sostegno della Fondazione alle
operazioni di catalogazione dei beni
culturali appartenenti alla Diocesi
di Piacenza-Bobbio e alla Diocesi
di Vigevano. Da oltre due decenni,
infatti, la Chiesa è impegnata in un
cammino che ha portato alla presa di
coscienza della necessità di inventariare
i Beni Culturali Ecclesiastici, al
fine di renderne possibile la tutela e
la valorizzazione in ambito culturale
e pastorale a un tempo. Esiste infatti
un’immensa quantità di beni custoditi
in migliaia di parrocchie, parte delle
quali in località sperdute e a rischio
di incuria e di furti.
LA DIRETTIVA CEI. Nel documento
“I beni culturali della Chiesa
Italia”, già nel 1992, la Conferenza
Episcopale Italiana sottolinea come
“gli enti ecclesiastici, in particolare le
parrocchie e le chiese religiose, sono
tenute alle norme canoniche e da
quelle civili di dotarsi di un inventario
completo, che dovrà sempre essere fotografato,
dei beni culturali ecclesiastici
di loro competenza. L’inventario
è uno strumento fondamentale per la
conoscenza del patrimonio culturale,
per la sua tutela e valorizzazione”.
L’inventario, oltre alla salvaguardia
e alla conservazione del patrimonio
storico-artistico delle Chiese, costituisce
anche uno strumento di azione
pastorale per la Diocesi e per ciascuna
parrocchia: consente di conoscere
analiticamente le caratteristiche, la
consistenza e lo stato di conservazione
del patrimonio culturale (del
quale ogni parroco è responsabile di
fronte all’autorità canonica e civile);
facilita l’uso corretto del patrimonio e
mette in luce la necessità di eventuali
interventi di restauro e di tutela; consente
di valorizzare i beni inventariati
mediante iniziative catechistiche e
culturali, esposizioni e mostre, studi
e pubblicazioni.
L’INVENTARIO ALLA DIOCE-
SI DI VIGEVANO. Un progetto
pluriennale articolato negli esercizi
2004/2005/2006 ha visto la
Fondazione al fianco della Diocesi
di Vigevano per sostenere questa
impegnativa operazione di catalogazione.
Il progetto ha compreso una
novantina di enti tra chiese parrocchiali
e sussidiarie, Vescovado, Curia
e Seminario.

ARTE E ATTIVITA’ CULTURALI
La Diocesi di Piacenza-Bobbio La Diocesi di Vigevano
La Diocesi di Piacenza-Bobbio conta oltre quattrocento
parrocchie, a coprire una superficie di 3.670 Kmq (in
seguito alla modifica dei confini della diocesi), con una
popolazione totale di 290.000 persone, di cui 269.000
di religione cattolica. Le parrocchie sono 422.
La Diocesi di Piacenza-Bobbio è particolarmente estesa
e comprende alcuni territori di diverse province: oltre a
Piacenza, Parma, Genova e Pavia. I due terzi della diocesi
sono distribuiti in zone collinari e di montagna.
L’INVENTARIO ALLA DIOCESI
DI PIACENZA-BOBBIO. Analogo
sostegno viene fornito alla Diocesi di
Piacenza-Bobbio, con un altro progetto
pluriennale distribuito nell’arco
di un triennio, a partire dall’esercizio
2007. Dalla sede della Diocesi in piazza
Duomo nel 1999 si è avviata una
campagna di schedatura, riguardante
anche la proprietà e la collocazione,
affinché ogni bene possa avere una
caratterizzazione da un punto di vista
storico-artistico. Dal 1995 il progetto
è avviato su supporto informatico,
gestito centralmente dai competenti
uffici nazionali. Attualmente tale
sezione è gestita da alcuni volontari
supportati da personale qualificato.
Inizialmente il termine era stato fissato
per il 2005, ma vista la mole im-
ponente di schede da produrre viene
ipotizzato come data di ultimazione
dei lavori il 2009. Un dato per tutti:
solo nella Diocesi di Piacenza-Bobbio
l’inventariazione dei beni dovrebbe
portare, alla fine, a poter contare circa
60.000 schede. Per compiere questa
operazione, particolamente lunga e
dispendiosa, alle Diocesi è richiesto
uno sforzo organizzativo, ma anche
economico, notevole. I finanziamenti
al progetto arrivano in parte
dalla CEI e dalle casse delle curie,
ma è fondamentale per il buon esito
e per poter correttamente svolgere
l’operazione un’integrazione da enti
esterni. Da qui il sostegno offerto
dalla Fondazione.
IL RUOLO DELLA FONDAZIO-
NE. «Tutelare i beni della Chiesa
La Diocesi di Vigevano, creata da Papa Clemente VII nel
1530, su istanza di Francesco II Sforza duca di Milano,
contava allora tre parrocchie. Oggi, dopo la revisione
del 1986, assommano a 87 e sono distinte in 6 Arcipreture
(Duomo, Pieve Albignola, Rosasco, S. Martino
Siccomario, Sommo, Zeme), 67 Prevosture, 14 Rettorie.
Appartengono a 51 Comuni, di cui uno in provincia di
Novara. La popolazione (dati del 2000) è di 177.477
abitanti, per una superficie di 1.509 Kmq.
- ha dichiarato il presidente della
Fondazione di Piacenza e Vigevano
Giacomo Marazzi - significa anche
promuovere l’intero territorio, la sua
identità. Abbiamo deciso di sostenere
questi importanti progetti convinti di
rendere un servizio non solo alle Diocesi,
ma anche a tutti i cittadini».
Del resto, l’importanza di questa
iniziativa è sostenuta da diverse avvaloranti
ragioni: oltre alla tutela e
alla promozione dei beni, è offerta la
possibilità di una seria ed efficiente
gestione delle risorse attivate in favore
degli stessi.
Nè sfugge che il buon esito di questa
imponente operazione potrebbe
inoltre aprire nuove e feconde piste
di collaborazione tra la Chiesa e i
competenti organi ministeriali.
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“Primi passi”: scuola e famiglie alleate
per combattere il bullismo tra i giovani
Il bullismo è un fenomeno sempre più
preoccupante tra gli adolescenti, tanto
da comparire sempre più di frequente
nelle cronache italiane.
Prevenire episodi di bullismo e aggressività
è diventato un obiettivo anche
nella scuola primaria. Un progetto,
in questo senso, viene realizzato dallo
IAL di Piacenza con il sostegno della
Fondazione. Lo IAL ha fatto proprio
uno studio elaborato da alcuni esperti
del settore, che collaborano da tempo
con l’agenzia formativa piacentina.
Frutto dell’esperienza diretta realizzata
a contatto con minori e insegnanti di
diverse realtà scolastiche dell’Emilia
Romagna e di altre regioni italiane,
il progetto ha come titolo “Primi
passi”.
LA SITUAZIONE PIACENTINA.
Un’indagine realizzata tra studenti
delle scuole primarie e secondarie
di Piacenza e provincia ha mostrato
come il bullismo sia un fenomeno
molto rilevante e grave, che coinvolge
un alunno su due, mentre il 70-80%
degli alunni ne è a conoscenza o ha
assistito ad episodi del genere.
COME INTERVENIRE. Poichè il
fenomeno risulta fortemente ancorato
al clima e alle dinamiche interne alla
classe, diventa rilevante intervenire
cercando di attivare le risorse positive
del gruppo, ma anche di tutto
il sistema-scuola (dirigenza, docenti,
famiglie e personale non docente).
Nella scuola, sottolineano in responsabili
IAL nella presentazione del
progetto, occorre determinare un
confronto positivo ed aperto, tra gli
studenti e gli adulti, dove i rapporti
siano improntati all’autenticità, al
rispetto reciproco, all’autonomia e alla
responsabilità individuale.
Il senso di appartenenza al proprio
istituto e al proprio gruppo-classe, la
partecipazione, l’educazione all’autostima
e alla valorizzazione personale e
EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE
al lavoro di gruppo sono abilità e competenze
di vita che rafforzano il sè dell’adolescente
e contrastano o riducono
i problemi di relazione, spesso legati a
povertà relazionali, ambientali ed affettive.
Le azioni capaci di promuovere
un cambiamento negli atteggiamenti
e nei comportamenti degli studenti
trovano forza ulteriore se si collegano
con la comunità in cui è inserita la
scuola. Attivare la comunicazione tra
i diversi contesti sociali e culturali e
tra il mondo adulto e quello giovanile
favorisce la cotituzione di una rete di
rapporti tra enti locali, associazioni,
istituzioni periferiche e sanitarie, volontariato
e parrocchie, nella ricerca di
azioni comuni che siano di supporto
al lavoro della scuola.
IL PROGETTO “PRIMI PASSI”. Per
queste ragioni, sottolineano ancora i
responsabili IAL, il progetto è strutturato
in diversi filoni di intervento:
corsi per alunni delle scuole primarie
e secondarie, corsi per docenti, corsi
per genitori, corsi per personale non
docente, incontri di counselling individuale
per alunni, genitori e docenti.
E ancora, serate di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica e divulgazione
di materiale informativo a tutti gli
studenti e alle loro famiglie, che intervengono
su diversi livelli: il singolo, il
gruppo classe, la comunità scolastica e
la comunità locale. Inoltre, il progetto
si fonda da un lato su un sistema di
analisi delle realtà coinvolte e di valutazione
dei risultati degli interventi
attraverso strumenti di rilevazione
(focus group, interviste, questionari),
dall’altro sull’attivazione di modalità
e strumenti di pubblicizzazione e
promozione delle attività progettuali
che abbiano un impatto positivo e
coinvolgente sui soggetti coinvolti.
Le iniziative di “Primi Passi” sono articolate
nell’arco di due anni. Il progetto
ha preso avvio nel settembre 2007.

Prosegue, con un nuovo stanziamento
triennale, il Progetto di ricerca per l’impiego
di cellule staminali emopoietiche
nella pratica clinica ematologica ed oncologica”,
realizzato dal Dipartimento
di Oncoematologia dell’Ospedale di
Piacenza. Lo studio intende migliorare
una terapia in continua evoluzione, per
il progredire delle conoscenze e delle
tecnologie. In particolare, è volto a valutare
singolarmente ed in connessione
tra loro le variabili della procedura di
trapianto di cellule staminali in oncoematologia
attraverso i suoi vari step:
indicazioni al trapianto, stato della
malattia, regimi di condizionamento,
complicanze infettive e complicanze
d’organo, esito della procedura.
LO STUDIO PIACENTINO. Saranno
presi in esame trapianti con staminali
eseguiti presso il Dipartimento
di Oncoematologia piacentino in un
intervallo di tempo stabilito. La fase
successiva del progetto consiste nella
raccolta dei dati sensibili (la cartella
clinica). Si tratta quindi di uno studio
di ricerca osservazionale. Per la raccolta
sintetica e l’elaborazione dei dati sarà
utilizzato un registro magnetico. L’ultima
fase del progetto prevede lo studio
dei dati raccolti attraverso l’analisi statistica
delle variabili in oggetto. Anche
se lo studio è osservazionale, la raccolta
dei dati e la loro elaborazione dovrebbe
portare, nello spirito del progetto, ad
un forte impatto sulla attività lavorativa
degli esperti che a vario titolo intervengono
nelle procedure di trapianto. Lo
studio osservazionale verrà esteso anche
alle ultime applicazioni delle cellule
staminali nella cura dell’infarto del
miocardio e nelle malattie neurologiche
demielinizzanti.
Lo studio interessa, dunque, in primis
il Dipartimento di Oncoematologia,
che ha in cura i pazienti da sottoporre
a trapianto, ma coinvolge collateralmente
anche l’Unità Operativa del
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
Uno studio per l’utilizzo di cellule staminali
nei trapianti realizzati a Piacenza
Servizio Immuno Trasfusionale (responsabile
delle fase di raccolta delle
cellule staminali mediante aferesi, della
criopreservazione delle cellule e del
loro scongelamento) ed il Laboratorio
(cui spetta in particolare la ricerca microbiologica
e l’isolamento dei germi
responsabili di infezione).
I TEMPI DELLA RICERCA. Il progetto
è articolato in tre anni: nei mesi
di gennaio e febbraio 2008 verranno
costruiti i file utili per la raccolta dati e
per la loro elaborazione. Le rilevazioni
inizieranno contemporaneamente e
proseguiranno fino al 2010. È pre-
Nel dettaglio
della ricerca
Il termine “cellule staminali” fa riferimento
in realtà a diverse entità di cellule, tutte in
grado di autorinnovarsi (self-renewal) e formare
almeno un tipo di cellule specializzate.
Le staminali replicandosi trasmettono a ogni
cellula figlia il loro patrimonio cromosomico
intatto. In particolare, esistono le cellule
staminali pluripotenti che sono in grado in
teoria di differenziarsi in tutti i tipi di cellule
dell’organismo da cui provengono. A tutt’oggi
ne sono stati identificati quattro tipi: cellule
del carcinoma embrionale; cellule staminali
embrionali; cellule germinali embrionali;
cellule del teratocarcinoma testicolare.
Esistono poi le cellule staminali che sono in
grado di produrre diversi, ma non tutti, i tipi
di cellule differenziate: prendono il nome di
cellule staminali multipotenti. Tra queste
troviamo le staminali emopoietiche, che
possono produrre globuli rossi, i vari tipi di
globuli bianchi e le piastrine. Quando invece
le cellule staminali sono in grado di formare
solo un tipo di cellule differenziate prendono
il nome di cellule staminali unipotenti, come
nel caso degli spermatogoni che producono
solo spermatozoi.
vista poi l’elaborazione dei dati nei
primi mesi del 2011 così da produrre
i dati conclusivi per il maggio 2011.
Parallelamente, nel 2010 dovrebbero
essere elaborati nuovi modelli comportamentali
per dare ulteriore impulso
all’attività già avviata e costituire un
laboratorio per la prosecuzione dell’attività
di trapianto. In particolare,
si punta a formulare le prime linee
guida relative all’impiego delle cellule
staminali in casi di cardiopatia ischemica
acuta.
La ricerca piacentina riguarda le cellule
staminali multipotenti, con specifico interesse
per le cellule staminali emopoietiche, che
normalmente risiedono nel midollo osseo in
bassa concentrazione: per prelevarle direttamente
è necessario eseguire una puntura
del midollo osseo, che in genere viene fatta
all’altezza del bacino. A causa della loro bassa
concentrazione, per ottenerne una quantità
adeguata per un trapianto di midollo osseo
è necessario prelevare una grossa quantità
di sangue midollare (mediamente circa un
litro) con ripetute punture del bacino; questo
è il motivo per cui tale prelievo viene fatto
in anestesia generale. Oggi è anche possibile
“mobilizzare” le cellule staminali, affinchè
finiscano in circolo nel sangue periferico,
dove mediante specifiche procedure aferetiche
vengono “raccolte “ e congelate. Il trapianto
può essere autologo (vengono utilizzate cellule
dello stesso paziente) o allogenico (le cellule
sono prelevate da un donatore sano).
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Rottofreno, nel centro socioriabilitativo
anche un gruppo di miniappartamenti
Rottofreno ha un nuovo Centro
Socio-Riabilitativo, un
complesso che comprende un
Centro diurno e un gruppo
di appartamenti per disabili
adulti nella frazione di San
Nicolò. Il sostegno della Fondazione,
andato al Comune di
Rottofreno, è stato necessario
per l’acquisto degli arredi a
disposizione della struttura,
realizzata su progetto di un
lascito testamentario del benefattore
Aldo Serena.
L’INTERVENTO REALIZ-
ZATO. Il progetto prevedeva
la realizzazione di un edificio
pubblico destinato ad ospitare
due strutture socio assistenziali
distinte, seppur strettamente
correlate tra di loro dal punto
di vista funzionale e per
il tipo di utenza: il Centro
Riabilitativo per Disabili e
il Gruppo Appartamento.
L’area interessata al nuovo
complesso assistenziale si trova
alla periferia della frazione San Nicolò,
lungo la strada Lampugnana, un antico
tracciato parallelo alla via Emilia
nella parte del paese interessata da una
grande espansione urbanistica.
Un corpo di fabbrica semplice, ad un
unico piano, che si presenta con un
atteggiamento discreto ma perentorio:
un lungo muro di pietra a spacco
interrotto dal grande varco d’ingresso
vetrato che ospita un giardino d’inverno.
Per realizzare la struttura le scelte
architettoniche sono state orientate
soprattutto a garantire la completa
accessibilità di tutti gli spazi e la
pertinenza della struttura stessa e dei
suoi dintorni, il controllo climatico, la
difesa dal rumore, la minimizzazione
del rischio di incidenti e soprattutto
ASSISTENZA AGLI ANZIANI
la garanzia di sicurezza e salute. Gli
obbiettivi del progetto erano del resto
indirizzati alla realizzazione del massimo
grado di autonomia dell’utente,
alla sicurezza degli edifici, delle attrezzature,
dei percorsi interni ed esterni,
alla valutazione del verde come aspetto
coadiuvante del benessere psico-fisico
e alla partecipazione della cittadinanza
alla vita del centro. La chiarezza ed
elementarità dell’impostazione planimetrica
complessiva garantiscono
l’orientamento e il controllo di tutte
le funzioni, facilitano il movimento
interno e favoriscono l’accessibilità
dall’esterno.
LA STRUTTURA. Il Centro Socioriabilitativo
diurno può ospitare 16
disabili adulti gravi con difficoltà motorie,
mentre il Gruppo Appartamento
Residenziale è rivolto a utenti
disabili anziani e persone sole
e bisognose. La superficie
complessiva dell’edificio è di
oltre 1700 mq.
GLI ALLOGGI. Gli alloggi,
realizzati all’interno dell’immobile,
sono destinati ad
anziani soli e bisognosi in
condizioni di buona autonomia,
residenti nel territorio
comunale di Rottofreno e in
possesso dei necessari requisiti
di selezione.
Il progetto ha visto la realizzazione
di quattro monolocali,
ciascuno di circa 25 mq, comprendenti
due posti letto e un
bagno riservato. Gli alloggi
protetti, situati nell’ala ovest
dell’edificio, tra loro integrati
da spazi comuni, costituiscono
un servizio residenziale
a carattere continuativo ed
offrono una permanenza nell’alloggio
sicura e funzionale.
Sono privi di barriere architettoniche
per garantire accessibilità,
fruibilità e vivibilità e situati in un
unico piano terra con accesso comune
con l’adiacente Gruppo Appartamento
per disabili adulti, gestito dal Servizio
Sociale dell’Azienda USL Distretto
Valtidone, con cui condividono alcuni
spazi (soggiorno e sala pranzo).
I TEMPI. L’assegnazione degli alloggi
era subordinata alla presentazione di
una richiesta al Comune di Rottofreno.
Il bando, scaduto nel 2007,
non ha registrato domande da parte
di soggetti in possesso dei requisiti
per occupare gli alloggi, che saranno
quindi redistribuiti. I lavori funzionali
dovrebbero terminare in febbraio;
a fine marzo arriveranno gli arredi.
Per l’inaugurazione si prevede, come
periodo, il mese di giugno.

La Fondazione nel 2007 ha stanziato
un contributo a sostegno dell’attività
svolta dal movimento Africa Mission,
realtà piacentina fondata nel 1972
da monsignor Enrico Manfredini e
da don Vittorio Pastori (più conosciuto
come don Vittorione). Africa
Mission è costituito da laici cristiani
che, coerentemente e concretamente,
con la loro fede, svolgono un aiuto
fattivo e un servizio di volontariato
in Africa, esprimendo e realizzando
così la propria vocazione missionaria.
Braccio operativo di Africa Mission
è la ONG Cooperazione e Sviluppo,
ufficialmente riconosciuta come idonea
alla realizzazione di progetti di
cooperazione internazionale.
L’ATTIVITA’ SVOLTA. In oltre
trent’anni di attività l’organizzazione
piacentina ha portato aiuti in Ghana e
Nigeria, Mozambico, Etiopia, Eritrea,
Angola, Sudan, Tanzania, Rwanda,
Guinea Bissau, Ciad, Zaire, Somalia,
Niger e Madagascar, concentrando
l’impegno soprattutto in Uganda.
Qualche dato: dalle origini ad oggi,
sono stati allestiti 92 aerei cargo,
603 container, 45 Tir, carichi di oltre
9.700.000 kg tra generi alimentari e
di prima necessità, attrezzature sanitarie,
agricole, meccaniche, sanitarie
e scolastiche.
COOPERAZIONE E SVILUPPO
ONLUS. Associazione privata senza
fini di lucro, è lo strumento operativo
del Movimento Africa Mission. Fondata
nel 1982, riconosciuta come ente
morale dotato di personalità giuridica,
è un’Organizzazione Non Governativa
(O.N.G.) idonea alla cooperazione e
al volontariato internazionali, secondo
la legge 49/87 che disciplina l’aiuto
pubblico dell’Italia ai Paesi in via di
sviluppo. Oggi è presente in modo stabile
in Uganda, nelle sedi di Kampala
e Moroto (in Karamoja).
VOLONTARIATO, FILANTROPIA E BENEFICENZA
Africa Mission, parte da Piacenza la solidarietà
alle popolazioni povere dell’Uganda
Scuole e pozzi importanti traguardi
Con Africa Mission i progetti di cooperazione internazionale realizzati sino
ad oggi, per la perforazione e la riattivazione di pozzi per l’acqua potabile,
hanno consentito di raggiungere importanti traguardi. Ne citiamo alcuni:
520 nuovi pozzi realizzati in Uganda, prevalentemente nell’arida regione
del Karamoja; oltre 770 interventi di riparazione e riattivazione operati
su pozzi esistenti; la costruzione di due dispensari nei villaggi di Loputuk e
Tapac, in Karamoja; la costruzione di una scuola elementare governativa a
Loputuk; la realizzazione di un progetto zootecnico di profilassi per il bestiame
in Karamoja; la realizzazione di un laboratorio zootecnico.
Oggi, Cooperazione e Sviluppo è presente in modo stabile in Uganda presso le
sedi nella capitale Kampala e a Moroto, capoluogo del Karamoja.
Agli interventi in situazioni di emergenza – come il progetto coordinato nel
2004 nel Distretto Centro-Settentrionale di Lira devastato dalla guerriglia
– si affiancano numerosi interventi, condotti in ambiti diversi: lo sviluppo
agro-forestale in Karamoja; l’animazione socio-culturale sempre in Karamoja;
l’assistenza sanitaria; la perforazione e manutenzione di pozzi per l’acqua
potabile, con formazione di personale locale; il sostegno ai missionari e alle
realtà locali che operano in ambito sociale, accanto ai soggetti più vulnerabili:
donne, bambini di strada, orfani, malati di Aids e disabili.
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IN AUDITORIUM
Un anno di convegni, cultura e spettacoli
I tanti ospiti della Fondazione nel 2007
In alto, il vicedirettore del Corriere della Sera Magdi Allam ospite in Auditorium con il presidente della Fondazione Giacomo Marazzi.
Qui sopra, il convegno svoltosi in occasione della consegna del Premio per il restauro dei palazzi piacentini “Piero Gazzola”, attribuito al
progetto di recupero di Palazzo Ghizzoni Nasalli.

In alto, alcuni dei “Testimoni del Tempo” del 2007: in alto, da sinistra, Stefano Rodotà, già garante per la privacy e Carlo Petrini, presidente
di Slow Food. Qui sopra, Folco Quilici. Ancora sopra, a destra, Giancarlo Landini curatore del ciclo “Omaggio a Ruggero Leoncavallo”.
Sotto, l’incontro su “Hegel e la fenomenologia dello spirito”.
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In alto, lo spettacolo “Tango y Borges”. Qui sopra, la mostra “Verdi da Oberto a Falstaff” allestita in auditorium.

Sopra, da sinistra, Liliana Cosi presenta il suo libro “Etoile” in Fondazione. Carlo Rivolta, qui nel Platone-Simposio per la ricorrenza
della Giornata della Libertà, è stato tra i protagonisti degli “Incontri con Dante”. Sotto, il Nicolini 95 Sound Gospel Choir.
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