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Circolo Didattico "E. Pestalozzi" Favignana - egadimythos.it

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Produzione<br />

<strong>Circolo</strong> <strong>Didattico</strong> "E. Pestalozzi" <strong>Favignana</strong> (TP)<br />

Direzione del progetto<br />

Giuseppa Catalano<br />

Dirigente Scolastico Reggente<br />

Com<strong>it</strong>ato di redazione per la stampa<br />

Tutti gli insegnanti in servizio nel <strong>Circolo</strong> nell'anno scolastico 1997/98<br />

Coordinatrice del lavori<br />

lns. M . Rosa Grammatico<br />

Consulend esterni<br />

G. Bruno, A. M . Campo, G. Giurlanda<br />

Foto di copertina<br />

Scipio e Ivan<br />

Ente Finanziatore<br />

Banca di Cred<strong>it</strong>o Cooperativo "Egusea" di <strong>Favignana</strong><br />

Stampa<br />

Graficamoderna di G. Mazzeo - Trapani<br />

Prima edizione: t 998<br />

® copyright t 998


-5-<br />

PRESENTAZIONE<br />

"Il libro delle Egadi" scr<strong>it</strong>to dagli alunni della Scuola Elementare di <strong>Favignana</strong>,<br />

Levanzo e Marettimo, è il risultato di un processo educativo-didattico (ricerca-ri­<br />

costruzione-elaborazione culturale) finalizzato alla conoscenza e alla valorizzazio­<br />

ne del terr<strong>it</strong>orio.<br />

Il terr<strong>it</strong>orio, come ambiente di v<strong>it</strong>a da esplorare, significare, salvaguardare, è<br />

stato, infatti, "il libro originario" a cui i nostri alunni hanno fatto riferimento per<br />

apprendere alfabeto, grammatica e sintassi della nostra ident<strong>it</strong>à, della nostra sto­<br />

ria, della nostra cultura.<br />

Il libro intende offrire agli alunni-autori ulteriori spunti per riflessioni culturali,<br />

estetiche ed etico-morali; alle generazioni successive un punto di riferimento da<br />

integrare, modificare, migliorare; agli adulti che lo leggeranno un'occasione per<br />

vis<strong>it</strong>are; attraverso il linguaggio semplice e immediato dei bambini luoghi incon­<br />

taminati ricchi di storia e di cultura.<br />

La pubblicazione del libro è stata interamente finanziata dalla Banca di Cred<strong>it</strong>o<br />

Cooperativo Egusea che, con intelligente lungimiranza e con generos<strong>it</strong>à non co­<br />

mune, ha consent<strong>it</strong>o agli alunni di amplificare la loro voce.<br />

Al direttore Antonio Grammatico e ai membri del Consiglio di Amministrazione<br />

della Banca, rivolgo il più sincero e profondo ringraziamento a nome mio personale<br />

e della Scuola.<br />

Investire sulla scuola significa dare all'infanzia la possibil<strong>it</strong>à di entrare con forza<br />

nel dibatt<strong>it</strong>o sociale per incidere profondamente sul futuro. Grazie, dunque, per<br />

l'opportun<strong>it</strong>à dataci.<br />

A tutti gli alunni che in quest'occasione particolare sono stati produttori di cul­<br />

tura, l'augurio che nella v<strong>it</strong>a sappiano essere sempre "protagonisti attenti" nella co­<br />

struzione di un migliore progetto di sviluppo del nostro terr<strong>it</strong>orio.<br />

Ai docenti, alle famiglie degli alunni e a quanti hanno dato il loro contributo<br />

per la realizzazione dell'opera, un sent<strong>it</strong>o ringraziamento soprattutto per la colla­<br />

borazione, condizione essenziale per creare quel clima di seren<strong>it</strong>à necessario per<br />

la cresc<strong>it</strong>a civile e democratica dei nostri ragazzi.<br />

Il Dirigente Scolastico Reggente<br />

(Dott.ssa Giuseppa Catalano)


-7-<br />

LE EGADI<br />

L'arcipelago delle E.gadi si trova di fronte a Trapani.<br />

<strong>Favignana</strong> è l'isola più grande ed ha la forma di una farfalla con le ali distese sul Mar Med<strong>it</strong>erraneo.<br />

Uno dei primi nomi dell'isola di <strong>Favignana</strong> fu Aegusa, che in greco vuoi dire "Isola delle capre".<br />

Etusa. Aponiana, Favoniana, furono gli altri nomi della nostra isola.<br />

Il nome <strong>Favignana</strong> deriva da Favonio, un vento di ponente che soffia sempre sull'isola.<br />

Leva.nzo è la più piccolina del gruppo ed ha la forma di un triangolo.<br />

Il nome dell'isola di Levanzo deriva, invece, dalla secolare leva applicata all'unico pozzo da<br />

dove gli isolani una volta attingevano l'acqua ripetendo le stesse parole: •leva in su».<br />

Ma.rettlmo ha la forma di un parallelogramma ed è la ph) lontana da Trapani.<br />

Il suo nome deriva da mare e da timo, pianta aromatica che cresce abbondante sull'isola ..<br />

Plinio nei suoi scr<strong>it</strong>ti la-chiama Hieronnesus, che significa isola sacra.<br />

Formica, Maraone, Prev<strong>it</strong>o, Galera e Galeotta sono isolotti che fanno compagnia alle tre<br />

isole maggiori.


-8-<br />

l COLLEGAMENTI<br />

Le nostre isole, belle e particolari, sono meta, specialmente nel periodo estivo, di numerosi<br />

turisti.<br />

Si possono raggiungere da Marsala con la motonave Sandokan; da Trapani con traghetti ed<br />

aliscafi.<br />

L'idea di portare gli aliscafi nelle Isole Egadi è stata del signor Ba.ldassare Catalano, il padre<br />

della nostra direttrice.<br />

Il primo aliscafo arrivò nel porto di <strong>Favignana</strong> il l O giugno 1962; si chiamava Freccia Azzurra,<br />

era molto piccolo e portava solo 70 persone.<br />

Gli aliscafi che abbiamo oggi sono molto grandi e comodi; hanno l'aria condizionata e la lV<br />

a bordo e trasportano circa 200 persone.<br />

Quello che manca ancora oggi è un porto sicuro in ogni isola e perciò, quando il mare è<br />

molto ag<strong>it</strong>ato, rimaniamo isolati.


VNVN9IAV.:I


-13-<br />

LE COSTE<br />

Le coste della nostra isola sono in gran parte basse e rocciose, tutte tapezzate di cespugli e<br />

con tante grotte scavate tra g li scogli che si affacciano sul mare.<br />

Mio padre mi ha spiegato che le grotte sono vecchie cave di tufo abbandonate e i cespugli<br />

che si vedono sono piante di capperi, muschio e capelvenere.<br />

A <strong>Favignana</strong> poche sono le calette con la sabbia, le più conosciute sono: il Burrone, i Calamoni<br />

e la Plaia che d 'estate si riempiono di bagnanti.<br />

Soltanto in alcuni punti, le coste sono alte e cadono a picco sul mare scuro e profondo; ci<br />

vanno i pescatori subacquei perché il mare è pescoso e il fondale meraviglioso.


-14--<br />

CALA ROSSA<br />

Nel 241 a.C. Romani e Cartaginesi fecero una grande battaglia in un pezzo di mare tra <strong>Favignana</strong><br />

e Levanzo.<br />

Vinsero i Romani, ma la battaglia fu molto dura, infatti l'acqua del mare trasparente e cristallina,<br />

diventò rossa per il sangue dei soldati uccisi.<br />

Da quel giorno, a ricordo di quella battaglia, quella cala, più vicina a <strong>Favignana</strong>, si chiamò<br />

Cala Rossa.<br />

Pochi giorni fa abbiamo saputo dal telegiornale che dietro l'isola di Levanzo sono state tro·<br />

vate delle ancore romane di quel periodo.<br />

Forse le navi romane si nascosero dietro Levanzo per prendere di sorpresa le navi dei Cartaginesi.


- 16-<br />

TRE GRANDI. NEMICI<br />

M io zio, che fa il contadino, mi ha detto che il suo lavoro è molto duro ed è per questo che<br />

sono rimasti in pochi a coltivare la terra.<br />

A <strong>Favignana</strong>, infatti, i terreni sono in gran parte lasciati a pascolo.<br />

Il vento, la salsedine e la mancanza d'acqua sono i tre grandi nemici dei contadini.<br />

Per combattere il vento e la salsedine i contadini costruiscono muretti di tufo per riparare le<br />

piante; per avere più acqua scavano pozzi d'acqua sorglva.<br />

l pochi contadini rimasti coltivano: pomodori, insalata, melenzane, angurie. prezzemolo,<br />

basilico e sedano.


-17 -<br />

UN MARCHINGEGNO ARABO<br />

l contadini, anticamente, per portare l'acqua dal pozzo ai campi, usavano la "noria", un<br />

marchingegno inventato dagli arabi.<br />

Le parti principali, oltre al pozzo, erano: delle ruote dentellate di ferro, una grossa ruota di<br />

legno con dei secchielli, un asino, una "gebbia" e tanti canali di tufo.<br />

Per farla funzionare bastava far girare un asino bendato legato al marchingegno.<br />

l secchielli si riempivano d 'acqua, dai secchìelli l'acqua finiva nella gebbia e da qui ai canali<br />

sino ai campi.<br />

Ora, per irrigare i campi si fa ancora più in fretta: si usano le motopompe elettriche; quando<br />

va via la corrente, però, la noria, per chi ce l'ha ancora, diventa "la ruota di scorta".


- 18-<br />

NONNA MARETIA<br />

Nonna Maretta d'estate prepara le conserve.<br />

Taglia a metà pomodori e fichi e li mette sopra un "tavulerl" di legno, al sole.<br />

Quando sono secchi al punto giusto, mette nei barattoli di vetro i pomodori, con l'olio, sa.le<br />

peperoncino e origano.<br />

l fichi, invece, li infilza in due bacchette di canna lunghe circa :w cm; serviranno d'inverno<br />

per fare i cuddureddi (ciambelline ripiene di fichi) o per mangiarne qualcuno ogni tanto.<br />

La nonna prepara pure la passata di pomodoro in bottiglia. In due o tre giorni lava, cuoce,<br />

passa e imbottiglia quintali di "pizzutello".<br />

Per fare questo lavoro, però, l'aiuta anche la mamma, mia zia e tutti noi nipotini.<br />

Alla fine siamo stanchi, ma contenti; in quelle bottiglie t roveremo d'inverno il sapore dell<br />

' estate e del nostro lavoro.<br />

l


- 19 -<br />

DUE "CASERIE" PROFUMATE<br />

La mamma ha comprato al mercato due "caserie" di basilico.<br />

Ogni mattina le mette sul balcone al sole per farle crescere in fretta; la sera, invece, le mette<br />

dentro per ripararle dal freddo.<br />

Quando tocco le foglioline sento un forte odore e mia madre mi dice:<br />

"Unni tuccari chi siccanu"<br />

(Non le toccare perché muoiono)<br />

Quando le piante cresceranno la mamma metterà le foglie di basilico dentro il sugo di pomodoro<br />

per farl o diventare più buono.


-20 -<br />

PIRRERI E CANTUNA<br />

Mio nonno, che non ho mai conosciuto, lavorava nelle cave di tufo dette "pirrere".<br />

l " pirriaturi", cioé gli operai che ci lavoravano, estraevano dalle cave i "cantuna", blocchetti<br />

di tufo che servivano per costruire case.<br />

Il tufo di <strong>Favignana</strong>, di ottima qual<strong>it</strong>à, veniva caricato sulle barche ed esportato.<br />

Con i cantuna di <strong>Favignana</strong> furono costru<strong>it</strong>i tanti palazzi delle famiglie nobili di Palermo e di<br />

Erice e di altre c<strong>it</strong>tà del Med<strong>it</strong>erraneo.<br />

Ora, le cave abbandonate sono diventate bellissimi giardini dove si coltivano ortaggi, alberi<br />

da frutta e fiori.<br />

Le piante lì dentro crescono bene perché sono riparate dal vento e sono più v icine all 'acqua<br />

sorgiva.


- 2 1-<br />

UN ARTISTA PARTICOLARE<br />

Il signor Antonino Campo nel laboratorio che ha in Contrada Badia, si diverte a scolpire il<br />

tufo.<br />

É un bravo artista ed ha realizzato molte statue e molti oggetti che d'estate vende ai t uristi.<br />

Ha costru<strong>it</strong>o in miniatura il Castello di Santa Caterina e un Baglio. Ci ha fatto vedere anche<br />

tanti oggettl che servivano per lavorare nelle cave di tufo ed altri che usavano i vecchi contadini<br />

in campagna.<br />

Noi, quando siamo andati a trovarlo, abbiamo fatto una foto ricordo insieme a lui.


-22-<br />

ARTIGIANO SCOMPARSO<br />

Un tempo era diffuso il mestiere dell'impagliatore; oggi è del tutto scomparso.<br />

"Mastru 'nToni 'u siggiaru'', che ora è morto, costruiva e aggiustava sedie.<br />

Era molto bravo nel suo lavoro e lo faceva con pazienza e con passione.<br />

Quando un cliente andava nella sua bottega, lui gli mostrava i campionari che erano tre:<br />

sedia da camera, da sala e da cucina.<br />

La struttura delle sedie, in legno di faggio, era uguale per tutti i tipi eli sedie; la differenza<br />

stava nell'impagliatura e nelle rifin<strong>it</strong>ure.<br />

Oggi il lavoro delle industrie ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o quello degli artigiani.<br />

Chi ha bisogno di sedie le compra al mercatino o dai mobilieri a Trapani, se invece si rompo111o,<br />

si buttano via.


-23-<br />

L'ULTIMO CALZOLAIO<br />

A <strong>Favignana</strong> non abbiamo più un calzolaio.<br />

L'ultimo è stato il signor Beninati, che ha chiuso da poco la sua bottega, gliela aveva lasciata<br />

suo padre "mastru Micheli", anche lui calzolaio.<br />

Entrando nella sua bottega piccola e buia si sentiva odore di mastice, vernici e cuoio.<br />

Lui, con il suo occhialino sopra la punta del naso, era sempre gentile e sorridente.<br />

D'estate, per lavorare meglio, si metteva fuori sotto l'altare "da Marunnuzza".<br />

Chi gli portava le scarpe a riparare, prima faceva quattro chiacchiere all'aperto e poi diceva<br />

un'Ave Maria alla Madonna.


-24-<br />

l FLORIO<br />

La famiglìa Florio acquistò le Egadi intorno alla metà del secolo scorso.<br />

Fu una delle famiglie piO illustri della Sicilia, perché portò progresso e lavoro in una regione<br />

ancora povera e arretrata.<br />

Il re d'Italia aveva offerto a Ignazio Florio il t<strong>it</strong>olo di Principe delle Egadi, ma egli gentilmente<br />

rifiutò perché era orgoglioso delle prople origini borghesi.<br />

l favignanesi, in segno di grat<strong>it</strong>udine. posero al centro della Piazza Europa una statua d i<br />

bronzo in suo onore.<br />

Un tempo la statua era recintata da una cancellata in ferro battuto c.he sarà ripristinata grazie<br />

anche all'inrcressarnento di alcuni alunni della nostra scuola che hanno scr<strong>it</strong>to al sindaco.


-25-<br />

FIORI E MONETINI<br />

Donna Franca era la moglie di Ignazio Florio; era bellissima e anche generosa.<br />

Durante i mesi della pesca del tonno veniva con la famiglia ad ab<strong>it</strong>are a <strong>Favignana</strong> proprio<br />

nel palazzo Florio.<br />

Mio nonno mi ha raccontato che la sera era tutto illuminato e si facevano sempre feste.<br />

Quando donna Franca usciva, un gruppo di bambini la seguiva con gioia per le vie del paese.<br />

Al rientro nel suo palazzo, prima di chiudere il cancello, raccoglieva dal parco tanti fiori e<br />

poi li lanciava assieme a tante monetine a tutti i bambini che aspettavano con ansia quel<br />

momento.<br />

•<br />


-26-<br />

PALAZZO FLORIO<br />

Il palazzo Florio fu costru<strong>it</strong>o nel 1876, nel luogo dove prima sorgeva il forte di San Leonardo,<br />

come ab<strong>it</strong>azione della famiglia Florio.<br />

Il palazzo progettato dall'arch<strong>it</strong>etto Damiani Almeyda, è circondato da uno spazio alberato,<br />

un tempo ricco di piante fiori di ogni specie.<br />

Ha uno stile "Liberty" come tanti altri edifici del Med<strong>it</strong>erraneo e si affaccia sulla parte di<br />

mare che guarda il porto.<br />

l sotterranei del palazzo comunicavano con un posto vicino chiamato Pretto (vecchia industria<br />

di sardelle) utilizzato come cucina e ab<strong>it</strong>azione della serv<strong>it</strong>ù dei Florio.<br />

Il palazzo intorno agli anni 40 diventò proprietà dei Parodi di Genova; nel 1959 fu acquistato<br />

dal Comune di <strong>Favignana</strong> e utilizzato, per poco tempo, come sede del Municipio.<br />

Dopo essere rimasto inutilizzato per un lungo periodo, oggi, è diventato la sede del comando<br />

dei vigili urbani.


-27-<br />

COME L'ElTORE MA)ORANA?<br />

Alla vecchia marina, al centro del paese, c'è una bella costruzione, nel passato ab<strong>it</strong>ata dai<br />

fantasmi: il Palazzotto. Di fatto, però, vi ab<strong>it</strong>ava e soltanto per pochi giorni l'anno, la famig<br />

lia dell'amministratore dei Florio.<br />

La costruzione si presenta semplice con una torretta merlata, delle belle verande che si affacciano<br />

sul mare e un cancello di ferro che recinta la proprietà.<br />

Di fronte, per facil<strong>it</strong>are l'attracco delle imbarcazioni, i Florio costruirono un molo che fino<br />

agli anni 70 era il porto principale dell'isola.<br />

Comunica, da un lato, con la chiesetta di Sant'Antonio e, dall'altro, con la "Camparla" una<br />

specie di depos<strong>it</strong>o per le reti e le barche della tonnara.<br />

Il Palazzotto è stato comprato dalla Banca di Cred<strong>it</strong>o Cooperativo Egusea che sta provvedendo<br />

al suo restauro: diventerà un centro come l'Ettore Majorana di Erice.<br />

Speriamo che richiamerà a <strong>Favignana</strong> studiosi di tutto il mondo e che darà lavoro ai favignanesi.


UNA RICETTA<br />

La carne di tonno è molto buona e si può mangiare fresca, salata o sott'olio.<br />

Mia madre, come tutte le donne di <strong>Favignana</strong>, sa cucinare il tonno in mille modi: con il sugo,<br />

farc<strong>it</strong>o, impanato, lardiato, a polpette, ecc.<br />

Ecco una sua ricetta.<br />

TONNO CA CIPUDDATA<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

4 fette di tonno, 4 cipolle, olio, sale, vino bianco, zucchero, aceto<br />

Mettere a bagno il tonno in acqua fredda e sale per circa due ore. Sgocciolare e soffriggere<br />

in olio d'olìva. Aggiungere sale e pepe quanto basta.<br />

Soffriggere le cipolle affettate in poco olio, mezzo bicchiere d'acqua e mezzo di vino. Aggiungere<br />

il tonno, l'aceto e due cucchiai di zucchero.<br />

Lasciare insaporire per circa cinque minu'ti, consumare freddo.


-34 -<br />

"U SANTISSIMU CRUCIFISSU"<br />

Il santo patrono di <strong>Favignana</strong> è il S.S. Croci fisso e si festeggia il 14 Settembre.<br />

La croce con il dipinto del Santissimo gira per le vie della nostra isola sopra una "vara".<br />

Racconta la leggenda che nel 1402 un sordomuto mentre lavorava in una cava, nell'attuale<br />

Cim<strong>it</strong>ero, r<strong>it</strong>rovò il dipinto e per miracolo cominciò a parlare.<br />

Felice, tornò in paese, gridando e raccontando a tutti l'accaduto.


-35-<br />

UN INSOLITO DIPINTO<br />

La cappelletta delle Tre Croci è stata costru<strong>it</strong>a nel 1840 dai Padri Gesu<strong>it</strong>i di Trapani.<br />

Si trova vicino allo stabilimento Florlo, nel punto più alto del paese, in una z.ona chiamata<br />

C


FESTE POPOLARI<br />

Un tempo, nelle giornate di festa, i favignanesi si divertivano facendo alcuni giochi: a cursa<br />

i sacchi, u iocu d'antinna, u iocu di pignateddl.


-37 -<br />

A Carnevale, i giovani si vestivano da diavoli e da fantasmi e il terzo g iorno bruciavano in<br />

alcune contrade un pupazzo fatto di stracci<br />

Oggi invece, se tutto va bene, si fanno spettacoli canori in piazza.


LEVANZO


-40-<br />

UN PO' DI STORIA<br />

l primi ab<strong>it</strong>anti di Levanzo furono agricoltori e si stabilirono nella vallata, forse, per essere<br />

meno esposti all'attacco dei nemici.<br />

Poi, a causa di magri raccolti, o attratti dalla più redd<strong>it</strong>izia attiv<strong>it</strong>à della pesca, alcuni agricol<br />

tori abbandonarono a poco a poco la vallata e andarono a vivere nelle grotte naturali<br />

che si t rovano lungo Cala Dogana.<br />

Solo a partire dal 1860 i Levanzari cominciarono a costruire le loro case con il tufo nell'attuale<br />

Via Grotte e ad abbandonare le prim<strong>it</strong>ive ab<strong>it</strong>azioni.<br />

• • •


-4.:2-<br />

I BURGARELLA<br />

Chi arriva nella nostra isola non può fare a meno di notare la villa dei Burgarella.<br />

Questa ricca famiglia trapanese, attratta dalle bellezze di Levanzo, fece costruire qui la propria<br />

residenza estiva.<br />

l Burgarella diedero lavoro a molti isolani, regalarono anche al Comune il terreno per costruire<br />

il Cim<strong>it</strong>ero, visto che fino ad allora nessuno aveva provveduto.


GROTTA DEL GENOVESE<br />

La Grotta del Genovese è famosa in tutto Il mondo. E' stata scoperta a Levanzo nel 1949<br />

da una p<strong>it</strong>trice genovese Francesca Minellone che si trovava in vacanza sull'Isola.<br />

Per vis<strong>it</strong>are la grotta bisogna avvertire Natale Castiglione che è il custode e fa anche da guida.<br />

Nel le pareti della grotta g li uomini prim<strong>it</strong>ivi llanno disegnato con pietre appunt<strong>it</strong>e animali (cervo,<br />

asino, toro. pesce) e Immagini d i uomini; questi d isegni si chiamano graff<strong>it</strong>i ed llanno<br />

circa 13.000 anni.


-44-<br />

BOTTEGAI DEL MARE<br />

Giuseppino, impiegato alla delegazione del Comune, ci ha detto che fino a Gennaio t 998<br />

risultano iscr<strong>it</strong>ti all'anagrafe 219 persone di cui t 09 maschi e 11 O femmine.<br />

La persona più piccola è Cristian Bevilacqua nato il 14.06. 1996; la persona più grande è<br />

Maria Campo nata 1'08.12.1904, conosciuta come "a za Maretta".<br />

Noi siamo andati a trovarla e lei ci ha raccontato come si viveva a Levanzo quando era<br />

bambina.<br />

Una cosa che mi ha colp<strong>it</strong>o del suo racconto è stato il modo in cui avvenivano i rifornimenti<br />

di viveri. Per questo servizio c'erano " i bottegai del mare" che con le loro imbarcazioni<br />

portavano sull'isola tutto quello che serviva per vivere.<br />

Si comunicava, ad orari stabil<strong>it</strong>i, attraverso dei fuochi che venivano accesi a Punta Pesce,<br />

per non essere confusi con le luci delle case.


-45-<br />

UN'OASI DI PACE<br />

Mi chiamo Marco e la mia mamma è tedesca; è venuta qui a Levanzo per preparare la sua<br />

tesi di laurea poi, si è Innamorata della nostra isola e di papà, ed è rimasta.<br />

Mio padre accompagna con la sua barca tutti i turisti che vengono a Levanzo e d'Inverno fa<br />

Il pescatore come quasi tutti gli ab<strong>it</strong>anti dell'Isola.<br />

lo con altri quattro compagni frequento la S


MARETTIMO


ACQUE SORGIVE<br />

Marettimo è ricca di sorgenti sotterranee: alcune si trovano a Jivello del mare, altre al di<br />

sotto.<br />

Quasi tutte le case del paese hanno dei pozzi di acqua sorgiva, ma purtroppo non è stata<br />

fatta nell'isola nessuna importante opera di canalizzazione per convogliare le acque.<br />

Soltanto le acque della sorgente Del Gelso alimentano l'acquedotto costru<strong>it</strong>o nel 1975.<br />

Nel periodo estivo, quando l'isola è piena di turisti e c'è più richiesta d'acqua, Marettimo<br />

viene approvvigionata dalle navi cisterna.


- A9 -<br />

l FENICI<br />

Dalla mia isola sono passati anche i Fenici, però, essendo disab<strong>it</strong>ata, non la usarono per i loro<br />

commerci.<br />

La consideravano una terra sacra, infatti, la utilizzarono come necropoli dei loro comandanti<br />

che venivano qui sepolti racchiusi nei vasi.<br />

Ne sono stati rinvenuti alcuni che sono stati consegnati alle autor<strong>it</strong>à, le ossa invece, sono<br />

state sepolte nel cim<strong>it</strong>ero.


-50-<br />

LA LEGGENDA DI PUNTA TROIA<br />

Secondo la leggenda in questo castello moltissimi anni fa ab<strong>it</strong>avano due sorelle appartenenti<br />

a nobile famiglia.<br />

Si erano innamorate dello stesso uomo.<br />

Unù delle sorelle, Fùtimù, spintù dalla gelosia, gettò la sorella Cinzia dall'alto della torre.<br />

Il giovane cavaliere, saputa la ver<strong>it</strong>à, uccise l'indegna sorella e si tolse la v<strong>it</strong>a.


t) Una principessa si era innamorata del suo<br />

stalliere.<br />

3) l due innamorati scapparono con una barca<br />

e arrivarono a· Marettimo.<br />

5) La principessa e lo stalliere, infatti, per sfuggire<br />

alla cattura si infilarono in un cunicolo<br />

segreto e si salvarono.<br />

UNA STORIA D'AMORE<br />

' \L><br />

""'Ti ('lo><br />

-<br />

2) Suo padre, ostacolava il loro amore.<br />

4) Il re li insegui con i suoi soldati ma non<br />

li trovò.<br />

r "· .......t<br />

6) Dicono che in quel cunicolo segreto c'è<br />

nascosto un tesoro; nessuno, però. lo ha<br />

ancora trovato.


ALTARE DI SAN GIUSEPPE<br />

Questo è un tipico altare preparato in onore di San Giuseppe.<br />

Le stole sono messe a forma d 'arco e decorate con carta stagnola di molti colori.<br />

Al centro c'è l'Immagine della Sacra Famiglia ed è addobbato con candele, lìori, pani, arance<br />

e "curuneddi" (germogli di frumento).


-55-<br />

LA MADONNA DEL ROTOLO<br />

Nella local<strong>it</strong>à detta "u rotolo" c'è un'edicola sacra dedicata alla Madonna di Trapani.<br />

La sua costruzione è legata a un fatto m iracoloso.<br />

t ) Due fratelli trovano una statua sepolta<br />

nella terra.<br />

3) Un grosso masso distrugge la cappella<br />

ma la statua della Madonna è salva.<br />

2) Costruiscono una cappella in quel campo<br />

in onore della Madonna.<br />

4) l fratelli costruiscono un'altra cappella nel<br />

punto esatto del r<strong>it</strong>rovamento. La cappella<br />

è ancora lì e la M adonna è molto venerata.


Nel mese di Agosto molti marettimari per nove giorni si alzano di buon mattino e vanno a<br />

pregare alla Cappella della Madonna del rotolo.<br />

-=<br />

Il l 5 agosto, festa d eli" Assunta, quattro uomini con costumi tipici, vanno alla Cappella.<br />

prendono la statua della Madonna e la portano a spalla al porto, segu<strong>it</strong>i da una schiera di bambini<br />

che indossano costumi caratteristici.<br />

Allo Scalo Nuovo comincia la processione a mare. Su una barca addobbata ,con fiori e band<br />

ierine si posa la statua della Madonna. Sulla stessa barca prendono posto le autor<strong>it</strong>à: parroco,<br />

vice sindaco, finanziere, carabiniere e vigile. Seguono in corteo le altre barche piene<br />

eli fed eli e di turisti che a sirene spiegate costeggiano l'isola in festa.<br />

'


- 57-<br />

"U CAMARRUNE"<br />

Gli antichi contadini per procurarsi il pesce utilizzavano una pianta: l'euforbia, detta "camarrune".<br />

Questa pianta, immersa nell'acqua del mare serviva a far uscire i pesci dalle insenature e a<br />

farli impigliare nelle reti che i contadini preventivamente calavano lungo la scogliera.

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