Copia di AL COR DI DICEMBRE - Comune di Trichiana

PO’ DI GIOVANI RAGAZZE PER INSEGNARE LORO A FARE
LA CALZA O UN PO’ DI CUCITO, SEMPRE ALLA SERA.,
DOPO CENA. CHI AVEVA LA STALLA ERA CONTENTO E
APRIVA VOLENTIERI LA PORTA AI VICINI, COSI’ CHE I
FATTI DEL GIORNO VENIVANO A CONOSCENZA DI
TUTTI. IN QUEL PERIODO INVERNALE IO ERO
CONTENTA E MI PIACEVA MOLTO STARE IN COMPAGNIA
PERCHE’ C’ERANO LE MIE AMICHE E IN STALLA
VENIVANO MOLTI RAGAZZI, ANCHE DAI PAESI VICINI E
COSI’ AVEVO MODO DI FARE NUOVE CONOSCENZE. LA
STALLA NON ERA PROPRIO L’IDEALE, MA MI
ACCONTENTAVO. DOVE ANDAVO IO ERA ABBASTANZA
PULITA. C’ERANO DUE MUCCHE E UN BEL VITELLINO,
SEMPRE BEN GOVERNATI. IN PIU’ C’ERANO LE PANCHE
DOVE SEDEVAMO. LA CORRENTE ELETTRICA ERA UN FILO
CON UNA LAMPADINA DA CINQUE CANDELE CHE LA
PROPRIETARIA, FINITO IL FILO’, LA APPENDEVA SOTTO
IL SOFFITTO PERCHE’ NON SI ROMPESSE. E COSI’ ERA
TUTTE LE SERE, TRANNE LA DOMENICA CHE SI GIOCAVA
ALLA TOMBOLA, AL DOMINO, A DAMA O ALLA TRIDA. MA
FINITO IL FILO’ INVERNALE, PER I GIOVANI C’ERA
QUELLO ESTIVO. ERANO LE PASSEGGIATE FUORI PAESE
DOVE C’ERA UN PONTE CON UNA PIAZZETTA E UN
MURETTO DOVE CI SEDEVAMO A CANTARE E
RACCONTARCI LE NOSTRE AVVENTURE AMOROSE. ALLE
ORE DIECI TUTTE A CASA, ALTRIMENTI PER UNA
SETTIMANA NIENTE PASSEGGIATE. ERANO LA’ I
NOSTRI GENITORI CHE CI ASPETTAVANO IN CERCHIO
SEDUTI SU UNA SEDIA CHE SI ERANO PORTATI DA
CASA. QUESTO E’ IL FILO’, INVENTATO DAI VENETE E
IMPORTATO IN ALTRE REGIONI.”
-FORTUNATA-
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