MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria
MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria
— 48 — nuovo nome potè quindi passare facilmente nell’opinione volgate senza discussione da parte di alcuno. Non mancarono tuttavia storici stranieri, che sospettarono quello, che realmente era avvenuto, e Martino Lipenio, di Vittemberga, nel 1660, esprimeva già il dubbio che si fosse confuso il nome di Flavio Biondo, scrittore, con quello dell’inventore della bussola. Queste brave persone, dice egli del citato Giraldi e di altri parecchi, che ne copiarono lo svarione, inventoris et scriptoris nomina confundant, Flavius enim non inventor erat, sed scriptor. Della stessa opinione fu pure qualche altro autore tedesco, ma il vero trucco, non essendo stato scoperto, nessuno ad essi badò e il bel nome di Flavio giunse fino a noi circonfuso di un’aureola di gloria non sua. « Dopo l’ invenzione del nome era naturale che i biografi posteriori vi aggiungessero qualche attributo verosimile e vediamo quindi chi parla di huomo sagacissimo, e chi di famosissimo matematico, e chi di inventore perfino delle carte nautiche, dopo avergli regalato un cognome, (forse per meglio nobilitarlo), quantunque per molti anni egli rimanesse nell’ opinione comune soltanto Flavio. Così ancora in una Table chronologique de VHistoire Universelle stampata a Parigi nel 1715, alla data di anni 5284 dalla creazione del mondo, 6014 del periodo Giuliano, e 1302 dell’èra volgare, leggo: Quelques Auteurs rapportent à ce temps, et attribuent à Flavio natif de Melfe, l’invention de la Boussole... Ma questo povero Flavio divenuto ora di Melfi, invece che di Amalfi, è pur sempre citato senza Gioia... « Ciò non vuol dire che questo cognome non gli fosse stato appro priato da qualcuno molto tempo innanzi. Il primo infatti che fece seguire al nome di Flavio inventore della bussola anche il cognome di Gioia fu lo storico napoletano Scipione Mazzella, il quale nel suo libro Descrittione del regno di Napoli, uscito nel 1586, parlando del Principato Citra e quindi di Amalfi, ci dà queste strabilianti notizie : In Am alfi l’ anno 1300 fu a gloria degli Amalfitani ritrovata da Flavio di Gioia la bussola della Calamita, con la carta da navigare tanto necessaria a Piloti, e marinai, la cui invenzione fu agli antichi in tutto incognita non avendo essi usato altro che l’ombra del sole e la Stella di Tramontana... Solevano negli antichi tempi venir ogni anno i Piloti e Nocchieri, a of ferire alla maggior Chiesa d'essa (Amalfi) larghi e ricchi doni in segno di gratitudine di tanto beneficio ricevuto ; poiché stante la detta ottima invenzione non solo trovavano la lunghezza delle lontananze di ciascun Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- 49 — luogo, e la vera drittura da un luogo all’altro, ma di più fuggivano i venti contrari, la traversia delle acque, il fa r naufragio, il dar in scoglio et inciampar ne’ corsari.... — E Io storico serio e prudente, che ha ben vagliato tutto quanto esponeva, non si ferma qui, nel raccontarci delle mirabili cose, chè anzi poco più oltre narra altri fatti così stupefacenti ed inverosimili da superare nel ridicolo gli stessi novellieri del Trecento. « Frattanto noi sappiamo da diligenti ricerche fatte nei registri Angioini, della popolazione del Regno di Napoli, che intorno al 1300 nessuno vìveva nel Principato Citra che avesse il cognome di Gioia od altro simile, come Gira, Joha, Iohia o loia. Che poi le carte nautiche siano state inventate prima del 1300 è risaputo e dimostrato dal fatto che ne esistono tuttora di quelle costrutte nel secolo XII. « Come mai dunque uno storico, che pretendeva di essere preso in serio, potè con un tratto di penna ammanirne ai posteri tante fandonie come cose certe, senza un qualche motivo ? « Trovare il filo di questo nuovo imbroglio di parole e di fatti non è così facile e persuasivo, come è dell’origine del nome di Flavio: tuttavia il dottissimo P. Timoteo Bertelli, dopo avere studiato per più di trenta anni con grande passione, ma senza preconcetti, intorno alla vera origine della bussola, ne dà la seguente spiegazione. « Egli suppone che il Mazzella così poco colto e ancor meno riflessivo, come si dimostra chiaramente in vari punti della sua storia, confondesse le carte nautiche o tabulae con la bussola o rosa dei venti, che queste portano sempre segnate in un canto con sotto il nome dell’autore della carta stessa. E ciò forse anche per una mala interpretazione d’un altro periodo, che segue quello delfinvenzione della bussola per opera di un certo Flavio. Il Giraldi infatti prosegue il suo discorso così : « quae res nane vulgari voce nautarum pyxis sai pyxidccula magnetis appellatur, qua, cum tabula in qua orbis descriptio est, nautue cursus metiuntur et facillime quantum navigationis peractum sit intelligunt. Qua re cum carerent antiqui (il che si può intendere tanto della bussola quanto della carta da navigare) dificillime navium cursum metiri poterant ». « Ora giova ricordare che fra le carte nautiche più antiche ne esistono ancora di quelle composte intorno al 1300 da un certo parroco di S. Marco del porto di Genova che aveva nome Giovanni. E questo nome reso in latino ed abbreviato come si usava a quei tempi, suona appunto Ioha: se poi si tien conto che la lettera h portava nella scrittura d’allora Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- Page 7 and 8: SOCIETÀ LIGURE DI STORIA pa t r ia
- Page 9 and 10: cogliamo qui in Genova i geografi i
- Page 11 and 12: P. ACCAME LA VIA AURELIA NELL’ IN
- Page 13 and 14: Nell’anno 1889, pubblicai una min
- Page 15 and 16: — 5 — Liguri a lasciar libera u
- Page 17 and 18: — 7 — strata ». Ecco qui ricor
- Page 19 and 20: — 9 — altro luogo, ove ancora n
- Page 21 and 22: 11 imagine ponevasi sul limitare de
- Page 23 and 24: — 13 - però ricordare che, anche
- Page 25 and 26: — 15 — 11° Medaglia, o moneta,
- Page 27 and 28: — 17 — assumono soltanto il cog
- Page 29 and 30: — 19 — £ facile completarla. A
- Page 31 and 32: — 21 — Paleografia, storia, ara
- Page 33 and 34: — 23 — Albenga, illustrate dal
- Page 35 and 36: ADOLFO AIRENTI SULLA STAZIONE ROMAN
- Page 37 and 38: Tra le varie Stazioni militari Roma
- Page 39 and 40: - 29 - La pietra miliare trovata al
- Page 41 and 42: ARTURO FERRETTO GIOVANNI MAURO d i
- Page 43 and 44: I principi della cartografia nautic
- Page 45 and 46: — 35 — L’Archivio Capitolare
- Page 47 and 48: - 37 — Giovanni ne gettasse le ba
- Page 49 and 50: — 39 — in preparazione del Conc
- Page 51 and 52: Il granello di senape portò i suoi
- Page 53 and 54: — 43 — dodici denari nelle fest
- Page 55 and 56: dovesse avere in dette Chiese «vis
- Page 57: come indiscutibile, senza che alcun
- Page 61 and 62: — 51 — Martelogium.... item car
- Page 63 and 64: ARTURO FERRETTO CARTOGRAFI MAGGIO L
- Page 65 and 66: Non una, ma parecchie località nel
- Page 67 and 68: — 57 — I Maggiolo trovansi pure
- Page 69 and 70: 59 — Il 4 agosto del 1376 ha diri
- Page 71 and 72: — 61 — Non mancarono altri atti
- Page 73 and 74: — 63 — sconte de Marola; il D'A
- Page 75 and 76: \ — 65 l’Atlante. Ivi si vide i
- Page 77 and 78: — (il — E Visconte Maggiolo non
- Page 79 and 80: - 69 - per quella pendice, esuberan
- Page 81 and 82: — 71 — sto in una casa di Genov
- Page 83 and 84: — 73 — Mutano i tempi, i saggi
- Page 85 and 86: — 75 — Ser.mo et Ecc.mi Signori
- Page 87 and 88: - 77 — Il Senato fece buon viso a
- Page 89 and 90: — 79 — Abbiamo visto la supplic
- Page 91 and 92: - 81 — sotto le pene etc. Il che
- Page 93 and 94: Dove emigrarono i Maggiolo? - 83
- Page 95 and 96: FILIPPO NOBERASCO LA GEOGRAFIA NEI
- Page 97 and 98: Posti i Savonesi sul mare, d’esso
- Page 99 and 100: — 89 — Padova, autore del noto
- Page 101 and 102: - 91 — lettor di Bologna et Ascan
- Page 103 and 104: - 93 - E invero, in un atto del 15
- Page 105 and 106: — 95 — dovettero, da certe sche
- Page 107 and 108: - 97 — nascita, si diede a studi
— 48 —<br />
nuovo nome potè quin<strong>di</strong> passare facilmente nell’opinione volgate senza<br />
<strong>di</strong>scussione da parte <strong>di</strong> alcuno. Non mancarono tuttavia storici stranieri,<br />
che sospettarono quello, che realmente era avvenuto, e Martino Lipenio,<br />
<strong>di</strong> Vittemberga, nel 1660, esprimeva già il dubbio che si fosse confuso<br />
il nome <strong>di</strong> Flavio Biondo, scrittore, con quello dell’inventore della bussola.<br />
Queste brave persone, <strong>di</strong>ce egli del citato Giral<strong>di</strong> e <strong>di</strong> altri parecchi, che<br />
ne copiarono lo svarione, inventoris et scriptoris nomina confundant,<br />
Flavius enim non inventor erat, sed scriptor. Della stessa opinione fu<br />
pure qualche altro autore tedesco, ma il vero trucco, non essendo stato<br />
scoperto, nessuno ad essi badò e il bel nome <strong>di</strong> Flavio giunse fino a<br />
noi circonfuso <strong>di</strong> un’aureola <strong>di</strong> gloria non sua.<br />
« Dopo l’ invenzione del nome era naturale che i biografi posteriori<br />
vi aggiungessero qualche attributo verosimile e ve<strong>di</strong>amo quin<strong>di</strong> chi<br />
parla <strong>di</strong> huomo sagacissimo, e chi <strong>di</strong> famosissimo matematico, e chi <strong>di</strong><br />
inventore perfino delle carte nautiche, dopo avergli regalato un cognome,<br />
(forse per meglio nobilitarlo), quantunque per molti anni egli rimanesse<br />
nell’ opinione comune soltanto Flavio. Così ancora in una Table<br />
chronologique de VHistoire Universelle stampata a Parigi nel 1715, alla data<br />
<strong>di</strong> anni 5284 dalla creazione del mondo, 6014 del periodo Giuliano, e<br />
1302 dell’èra volgare, leggo: Quelques Auteurs rapportent à ce temps, et<br />
attribuent à Flavio natif de Melfe, l’invention de la Boussole... Ma<br />
questo povero Flavio <strong>di</strong>venuto ora <strong>di</strong> Melfi, invece che <strong>di</strong> Amalfi, è pur<br />
sempre citato senza Gioia...<br />
« Ciò non vuol <strong>di</strong>re che questo cognome non gli fosse stato appro<br />
priato da qualcuno molto tempo innanzi. Il primo infatti che fece<br />
seguire al nome <strong>di</strong> Flavio inventore della bussola anche il cognome <strong>di</strong><br />
Gioia fu lo storico napoletano Scipione Mazzella, il quale nel suo libro<br />
Descrittione del regno <strong>di</strong> Napoli, uscito nel 1586, parlando del Principato<br />
Citra e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> Amalfi, ci dà queste strabilianti notizie : In Am alfi<br />
l’ anno 1300 fu a gloria degli Amalfitani ritrovata da Flavio <strong>di</strong> Gioia<br />
la bussola della Calamita, con la carta da navigare tanto necessaria a<br />
Piloti, e marinai, la cui invenzione fu agli antichi in tutto incognita non<br />
avendo essi usato altro che l’ombra del sole e la Stella <strong>di</strong> Tramontana...<br />
Solevano negli antichi tempi venir ogni anno i Piloti e Nocchieri, a of<br />
ferire alla maggior Chiesa d'essa (Amalfi) larghi e ricchi doni in segno<br />
<strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tanto beneficio ricevuto ; poiché stante la detta ottima<br />
invenzione non solo trovavano la lunghezza delle lontananze <strong>di</strong> ciascun<br />
<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012