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MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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ili Pantalecne non s’incontrasse molto frequentemente nell’Italia meri­<br />

<strong>di</strong>onale; e nel 1289 Tonnnasino de Camarino d’Ancona, menzionato<br />

comi residente a Vicina in un contratto stipulato a Caffa. E’ da ricor­<br />

dare che Ancona possedeva ancora allora un piccolo quartiere a Costan­<br />

tinopoli, ultimo resto <strong>di</strong> una gloria marittima per sempre tramontata.<br />

Rimane una testimonianza molto curiosa delle relazioni <strong>di</strong> Ancona con<br />

*<br />

la Dobrugia nel sarcofago <strong>di</strong> San Dasio, martire <strong>di</strong> Silistria, ritrovato da<br />

F. Cumont nella cattedrale della città adriatica. In quanto alle mercanzie<br />

che formavano materia <strong>di</strong> traffico, esse erano poco varie. Vicina chie­<br />

deva soprattutto delle stoffe: pannò lombardo in grande quantità, panno<br />

francese, cotone, seta d'Oriente. Da Cafìa le giungevano anche dei sac­<br />

elli. I metalli preziosi vi dovevano essere ricercati, poiché in uno dei<br />

contratti si fa menzione <strong>di</strong> un invio d’oro. In cambio si esportavano cera<br />

e grano. In tutte le contrattazioni senza eccezione s’impiegava la stessa<br />

moneta: l'iperpero bizantino che a quell’epoca valeva circa 2/3 del fio­<br />

rino. Bisogna però <strong>di</strong>stinguere fra i vecchi ed i nuovi iperperi: 47 <strong>di</strong><br />

quelli corrispondevano a 50 <strong>di</strong> questi, il che deve senza dubbio riferirsi<br />

a un qualche deprezzamento <strong>di</strong>pendente da una nuova emissione <strong>di</strong> mo­<br />

neta. Un fatto d’importanza capitale è poi questo, che esistevano iper­<br />

peri <strong>di</strong> Vicina, ovvero alla misura <strong>di</strong> Vicina, il che in<strong>di</strong>ca chiaramente<br />

che la città aveva le sue misure speciali, come Pera, Caffa e Trebisonda,<br />

e possedeva altresì una sua moneta particolare, foggiata senza dubbio<br />

sull’iperpero bizantino. Il nostro autore <strong>di</strong>scorre lungamente delle vi­<br />

cende <strong>di</strong> Vicina in relazione ai Bizantini, del cui impero sembra abbia<br />

fatto quasi sempre parte, agli Alani, ai Mongoli, ecc. e infine ai Turchi<br />

sotto il cui dominio cadde nel 1388; ma è per me impossibile seguirlo<br />

più oltie. Il suo lavoro è importante per più rispetti, e merita <strong>di</strong> essere<br />

largamente noto anche fra noi; poiché, oltre alle peregrine notizie in­<br />

torno all’antica scomparsa Vicina, reca ed aggiunge una pagina interes­<br />

sante alla storia del commercio genovese nel me<strong>di</strong>o evo.<br />

L’importante raccolta <strong>di</strong> atti notarili, che ha dato argomento agli<br />

studj sopra esposti del Bratianu, porse a questo altresì il motivo ed il<br />

materiale per una monografia sulla colonia genovese <strong>di</strong> Pera: lavoro <strong>di</strong><br />

lunga lena a cui egli dà ora l’ultima mano, essendo a tal fine ritornato<br />

espressamente <strong>di</strong> recente a Genova (giugno-luglio 1924) per continuare<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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