MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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poco, e quel pochissimo attraverso scritture spesso non provenienti diret­
tamente da esse colonie e dai loro componenti, ma da Governi e da
altri enti che si trovavano in relazioni d’affari con esse stesse. Eppure
siffatti aggruppamenti d’interessi e di persone sorti nelle terre occidentali
d’Europa per opera dei Genovesi ebbero primaria importanza al tempo
delle grandi navigazioni e delle grandi scoperte geografiche, e contri­
buirono a formare le peculiari condizioni di ambiente e di spirito che
resero possibili quelle memorabili imprese. Di gran lunga superiori, per
movimento e floridezza di traffici, a tutte le altre colonie commerciali
dei Genovesi nell’occidente furono nel secolo XV quelle dell’Andalusia,
e particolarmente di Siviglia, dove essi avevano potuto mettere profonde
e rigogliose radici durante la lunga lotta condotta per l’indipendenza
nazionale e per la fede cristiana dagli Spagnuoli contro i Saraceni sta­
biliti in detta regione. Talché l’Andalusia e Siviglia, scrive R. Cuneo-Vi-
dal, « erano in quell’epoca considerate quasi un complemento mercan­
tile del Genovesato e di Genova » (1). Nel corso della secolare lotta
su mentovata, che fu uno dei più giganteschi contrasti d i razza e di
religione nella storia dell’antico continente occidentale, le nazioni cri­
stiane del Mediterraneo, e soprattutto i Genovesi, contribuirono effica­
cemente colle loro flotte, colle loro armi e coi loro uomini alla definitiva
vittoria degli Spagnuoli sui Mussulmani, e trassero infiniti vantaggi com­
merciali e politici da cotesto loro concorso. Gii effetti del quale sulla ric­
chezza pubblica e privata di Genova non furono abbastanza compresi, così
crede il Cuneo-Vidal, dai nostri scrittori, che diedero invece una importan­
t i stabiliti rispettivamente in Avignone, Prato, Pisa, Firenze, Genova, Barcellona,
Valenza e Maiorca. Questo archivio - scrive Giovanni Livi, che ne curò il
riordinamento- « è , non raro, ma addirittura unico al mondo, avuto specialmente
riguardo alla sua antichità, anzi medievalità, se così è lecito dire ».
( G i o v a n n i L i v i, L'Archivio di un mercante toscano del secolo xiv, Comunicazione
fatta al Congresso Internazionale di scienze storiche in Roma il 3 aprile
1902; Estratto dall’Archivio Storico Italiano, serie v, tomo xxxi, a. 1903. Per
notizie intorno al Datini ed all’archivio omonimo vedansi ancora: G io v a n n i
L i v i , Dall'Archivio di Francesco Datini, mercante pratese, celebrandosi in
Prato addì XVI d'agosto MDCCCCX, auspice la Pia Casa de' Ceppi il v centenario
della morte di Lui; In Firenze, presso F. Lumachi libraio editore,
MDCCCCX - Francesco di Marco Datini, Discorso detto da E n r ic o B e n sa nell'aula
maggiore del Comune di Prato il dì 21 agosto 1910, ricorrendo il v
centenario dalla morte di Francesco di Marco; Genova 1923.
(1) R. C uneo-Vidal, Perchè Colombo andò in Ispagna; in Gazzetta di
Genova del 30 settembre 1920, pp. 16-17.
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