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MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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altre fabbriche aggiuntevi (1); al posto <strong>di</strong> quelle gettò un enorme e<strong>di</strong>fizio,<br />

che occupò tutto il lato <strong>di</strong> fondo della Piazza <strong>di</strong> Palazzo e, con un<br />

braccio a martello, anche gran parte delle case della cinta verso S. Am­<br />

brogio fino a giungere a paro con l’altro braccio che restava a destra,<br />

già prospetto dell'antico palazzo Fieschi. Nel corpo frontale dell’e<strong>di</strong>fizio<br />

egli, facendo suo il concetto che aveva avuto Antoniotto Adorno, <strong>di</strong>stese<br />

per lungo la novella « sala grande », e <strong>di</strong><br />

sotto, al piano terraneo, sopra sette gra<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> accesso, aprì l’immenso atrio, lungo quanto<br />

il fronte daH’amplissima vòlta senza colonne<br />

interme<strong>di</strong>e, quale oggi ancora si ammira,<br />

fiancheggiato ai lati da due cortili verdeg­<br />

gianti circondati da peristilio: il cortile <strong>di</strong><br />

sinistra è più vasto dell’altro, e forse è<br />

ancora quel medesimo che nei documenti<br />

del sec. XIII e del xiv troviamo chiamato<br />

san Lorenzo e Palazzo Ducale, claustrum, palacii quondam Alberti de Flisco.<br />

dal quadro, in Palazzo Bianco, detto <strong>di</strong> , , , . , , , , .<br />

Corsica (an. 1598). Comparando la breve lunghezza del vecchio<br />

palazzo deH'Adorno con quella, quasi doppia,<br />

del nuovo fronte del Vannone, comparando il ristretto spessore del primo<br />

con quello, tanto più largo, del secondo, confrontando la profon<strong>di</strong>tà della<br />

Piazza <strong>di</strong> Palazzo, quale appare nel su ricordato panorama nel palazzo Spi­<br />

nola, con quella, alquanto minore, della Piazza dopo la nuova costruzione,<br />

quale la ve<strong>di</strong>amo oggi, considerando pure che, per ideare e comporre un<br />

vacuo tanto vasto in lungo e in largo quanto occorse per quell’ar<strong>di</strong>tissimo<br />

atrio, conveniva poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> uno spazio affatto libero, io vengo<br />

nella credenza che l’architetto, partendosi dal fronte del demolito palazzo<br />

Adorno, abbia portato innanzi tutta la costruzione <strong>di</strong> tanto, quanto si vede<br />

largo l’atrio. Nè saprei figurarmi così ampia la larghezza del breve pa­<br />

lazzo Adorno, da occupare lo spazio che oggi intercorre tra la facciata<br />

del Palazzo Ducale e il <strong>di</strong>etrostante Vico del Fondaco, chè altrimenti<br />

(1) Io non credo, come i più, che il Vannone abbia d e m o lito tutto, non<br />

solo perchè, come <strong>di</strong>rò innanzi, tutta la parte m onum entale del n u o v o e<strong>di</strong>fizio<br />

fu eretta non su rovine, ma sopra il suolo libero antistante, a lm e n o a p a rer<br />

mio, ma ben anche perchè il grande impiego <strong>di</strong> nascoste c aten e <strong>di</strong> ferro , ce­<br />

lebrato da tutti i biografi del Vannone, che non s’intende p e r un e<strong>di</strong>fizio nuovo,<br />

bene occorre invece per concatenare fabbriche vecchie e <strong>di</strong>v erse.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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