MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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— 2 1 6 - Nulla egli dice relativamente alla costruzione delle fortezze, ma quando noi pensiamo che già sin dalla prima metà del quattrocento gl’italiani s’erano affermati maestri in questo ramo d’arte militare, possiamo farci un’idea della potenza di esse, cui il Bracelli accenna solo con qualche aggettivo. D’altronde, e questa è cosa ben importante per noi,l’accenno che egli fa ad elementi fisici ed antropici, per determinare le difese na­ turali di talune locatità, ed all’opera dell’uomo per rendere altre non meno forti, portano, come è evidente, un contributo, non indifferente, alla geografia della regione. Un altro elemento importantissimo per la conoscenza della Liguria è dato dalle notizie su talune circoscrizioni amministrative e giudiziarie. Il territorio della Repubblica era diviso in sei giurisdizioni: quella di Genova, del Lermo, dell’Entella, del Golfo di Venere, di Colombo (Savona) e degli Olivi (Oneglia). Il Bracelli nella descrizione del 1448 s’era limi­ tato all’indicazione delle giurisdizioni giudiziarie - P o rto Maurizio, Chia­ vari e Spezia, - ma qui egli, accanto ad esse (1), nota la divisione am­ ministrativa della Liguria marittima. Egli ricorda, nella Riviera di Levante, due vicariati: quello di Spezia, che si estendeva sulle terre e ville del Golfo, e sulle località limitrofe col capoluogo a Spezia: « Haec est caput et gulfi et ceterarum terrarum ac villarum vicinarum ei...et in ea (Spezia) residet eius vicarius ripariae orientis Ianuae, qui habet ius dicere homi nibus plusquam duo milia (p. 400), e quello di Chiavari con oltre 5500 abitanti. Nota, inoltre, una podesteria, quella di Lèvanto, con 1200 abi­ tanti. Nella Riviera di Ponente indica la podesteria della Polcevera, con 2000 abitanti, di Voltri, con oltre 1500 abitanti e di Varazze con oltre 6000 abitanti. Come si vede, non si tratta di una divisione completa, ma di un cenno occasionale inteso a rendere più completa la conoscenza di talune località. Una delle caratteristiche più spiccate degli umanisti fu quella di assegnare, nelle descrizioni corografiche, un largo posto all’elemento storico, ma mentre tale elemento predoniina nelle descrizioni per il Biondo e per il De Merlo, in questa è quasi totalmente trascurato. La ragione va, forse, ricercata in un duplice ordine di fatti: 1° il carattere stesso della descrizione; 2° l’età che aveva il Bracelli quando la scrisse. (1) Non troviamo alcun accenno alla giurisdizione di Porto Maurizio, perchè, come sappiamo, la descrizione rimase troncata a Finale. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 217 — Il carattere di questa descrizione è eminentemente pratico; pare che l’autore non si preoccupi che di dare un determinato numero di notizie di carattere prevalentemente antropico, e di fissare la condizione degli abitanti della Liguria nelle molteplici manifestazioni delle loro attività commerciale, agricola e marinara. In essa non si rileva nessuna delle preoccupazioni dell’erudito e dello studioso ; anzi, per la sua forma schematica, si potrebbe definire una guida della regione da servire a chi potesse avere colà interessi d’indole prevalentemente economica. In tale specie di lavoro ogni digressione storica avrebbe tolto efficacia alle linee fondamentali del lavoro stesso, che procede serrato e si mantiene sobrio ed organico. Quanto al secondo ordine di fatti che giustifica la scarsità delle notizie storiche, notiamo che, se, come opina il Braggio (1), il Bracelli nacque neH’ultimo decennio del secolo XIV, egli doveva essere al tempo della vendita di Livorno ai fiorentini (1418), in cui avrebbe scritto la descrizione, sui venticinque anni. Era, quindi, alle prime armi come scrittore (2), e non aveva ancora subito la fortissima influenza degli scrittori classici che fecero di lui un umanista e non degli ultimi. Che il Bracelli abbia sentito l’influsso deU’umanesimo, non prima dell’anno in cui scrisse la descrizione in esame, non pare dubbio. È certo che le sue lettere anteriori al 1418 non presentano la caratteristica speciale degli umanisti, cioè la cura meticolosa della forma, la ricercatezza del­ l’elocuzione e l’elegante e ricca struttura del periodo. Già il Braggio notò la differenza dello stile tra i primi e gli ultimi scritti del Bracelli; una vita lunghissima di studioso e la famigliarità che ebbe con gli scrittori umanisti mutarono radicalmente lo stile del cancelliere genovese. Dall’espressione secca e un po’ rude si passa lentamente al periodo (1) Op. cit., p. 10. (2) Egli scrisse i tre ultimi libri del De bello hispaniensi dopo il 1450; le lettere contenute neH’epistolario vanno dal 1411 al 1465; è nota la data della Descriptio orae ligusticae, abbiamo fissata la data più attendibile della descrizione per il De Merlo, sicché nessun dubbio dovrebbe cadere sulla nostra asserzione. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Il carattere <strong>di</strong> questa descrizione è eminentemente pratico; pare<br />

che l’autore non si preoccupi che <strong>di</strong> dare un determinato numero <strong>di</strong><br />

notizie <strong>di</strong> carattere prevalentemente antropico, e <strong>di</strong> fissare la con<strong>di</strong>zione<br />

degli abitanti della Liguria nelle molteplici manifestazioni delle loro attività<br />

commerciale, agricola e marinara. In essa non si rileva nessuna<br />

delle preoccupazioni dell’eru<strong>di</strong>to e dello stu<strong>di</strong>oso ; anzi, per la sua forma<br />

schematica, si potrebbe definire una guida della regione da servire a chi<br />

potesse avere colà interessi d’indole prevalentemente economica. In tale<br />

specie <strong>di</strong> lavoro ogni <strong>di</strong>gressione storica avrebbe tolto efficacia alle linee<br />

fondamentali del lavoro stesso, che procede serrato e si mantiene sobrio<br />

ed organico.<br />

Quanto al secondo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fatti che giustifica la scarsità delle<br />

notizie storiche, notiamo che, se, come opina il Braggio (1), il Bracelli<br />

nacque neH’ultimo decennio del secolo XIV, egli doveva essere al tempo<br />

della ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Livorno ai fiorentini (1418), in cui avrebbe scritto la<br />

descrizione, sui venticinque anni. Era, quin<strong>di</strong>, alle prime armi come<br />

scrittore (2), e non aveva ancora subito la fortissima influenza degli<br />

scrittori classici che fecero <strong>di</strong> lui un umanista e non degli ultimi. Che<br />

il Bracelli abbia sentito l’influsso deU’umanesimo, non prima dell’anno<br />

in cui scrisse la descrizione in esame, non pare dubbio. È certo che le<br />

sue lettere anteriori al 1418 non presentano la caratteristica speciale<br />

degli umanisti, cioè la cura meticolosa della forma, la ricercatezza del­<br />

l’elocuzione e l’elegante e ricca struttura del periodo. Già il Braggio<br />

notò la <strong>di</strong>fferenza dello stile tra i primi e gli ultimi scritti del Bracelli;<br />

una vita lunghissima <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso e la famigliarità che ebbe con gli<br />

scrittori umanisti mutarono ra<strong>di</strong>calmente lo stile del cancelliere genovese.<br />

Dall’espressione secca e un po’ rude si passa lentamente al periodo<br />

(1) Op. cit., p. 10.<br />

(2) Egli scrisse i tre ultimi libri del De bello hispaniensi dopo il 1450; le<br />

lettere contenute neH’epistolario vanno dal 1411 al 1465; è nota la data della<br />

Descriptio orae ligusticae, abbiamo fissata la data più atten<strong>di</strong>bile della descrizione<br />

per il De Merlo, sicché nessun dubbio dovrebbe cadere sulla nostra asserzione.<br />

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