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MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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dal Giustiniani, che <strong>di</strong> Albissola <strong>di</strong>ce « Si commenda questa villa per la<br />

bontà degli agli e delle cipolle » (1). Noli è detta « ortulis et viridariis<br />

amena » (p. 404).<br />

Gli agrumi sono ricordati solo nella valle <strong>di</strong> Rapallo, e costituiscono<br />

l’unico prodotto, <strong>di</strong> cui il Bracelli, in questa descrizione, nota l’espor­<br />

tazione: « hinc...citroni sic vulgariter nominati in magna copia alias<br />

transferuntur » (p. 402).<br />

I frutteti sono numerosi, e sparsi da per ogni dove. Sestri Levante<br />

è « territorium amenum et fertilissimum omni domestico fructu abundan-<br />

tissimum » (p. 401), Chiavari è ricca <strong>di</strong> frutti <strong>di</strong>versi, parimenti Recco,<br />

Sori, il territorio compreso tra Quinto e Genova; la valle della Polce­<br />

vera è detta « valis amenissima omni frugum genere copiosa » (p. 403),<br />

Sestri Ponente « <strong>di</strong>verso fructu ferax » (p. 403), e così Voltri, Castel­<br />

franco e Finale.<br />

L’ultimo prodotto del suolo ricordato è il legname da costruzione,<br />

prodotto in <strong>di</strong>retto rapporto con l’industria della costruzione delle barche<br />

e delle galere. La materia prima per i cantieri veniva presa, soprattutto,<br />

dalle campagne <strong>di</strong> Chiavari, ricche <strong>di</strong> «<strong>di</strong>versis lignaminibus» (p. 402) ; da<br />

quelle <strong>di</strong> Camogli, la maggior parte degli abitanti della quale terra erano<br />

de<strong>di</strong>ti alla calafatazione delle navi, « plurimum arte vulgariter <strong>di</strong>cta cala­<br />

fati navium » (p. 402), e dalla valle della Polcevera « ex hac valle ligna-<br />

mina naviuin et galearum ut plurimum exiguntur » (p. 403)- Questi le­<br />

gnami alimentavano i cantieri <strong>di</strong> Sampierdarena, a cui facevano capo<br />

anche i legnami del bosco delle Capanne. In Sampierdarena avevano sede<br />

i più importanti cantieri della Liguria, per essere l’industriosa citta<strong>di</strong>na<br />

fornita, come <strong>di</strong>ce il Giustiniani, <strong>di</strong> « una piaggia lunga un grosso miglio,<br />

tanto comoda al varar navi, che non potrebbe essere più, e par che<br />

la natura l’abbia fabbricata a quell’effetto » (2). La stessa valle della Pol­<br />

cevera, oltre ai materiali per la costruzione delle navi, forniva molte altre<br />

specie <strong>di</strong> legname ad uso industriale. I legnami <strong>di</strong> Camogli e della zona<br />

fino a Genova alimentavano i cantieri della Foce, che aveva anch’essa «una<br />

piaggia molto atta e comoda al varar delle navi, alquanto però meno<br />

che quella <strong>di</strong> S. Pier d’Arena; come che sia più pietrosa, e quella più<br />

(1) Op. cit., p. 47.<br />

(2) Op. cit., p. 55.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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