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MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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- 209 —<br />

parafrasato dal Giustiniani: « E non è barone, principe, nè re alcuno,<br />

qual non si reputi a grande onore quando alla sua tavola si porge vino<br />

delle Cinque Terre » (1). - Erano questi, dunque, i vini più famosi, e che<br />

maggiormente si esportavano dalla Liguria. - Lèvanto è detto « oppidum<br />

pingue », Bonassola, Framula, Moneglia abbondano <strong>di</strong> vini ; parimenti<br />

Lavagna, Chiavari, Rapallo, Camogli e Recco. Ricchissima <strong>di</strong> vini, tuttora<br />

pregiati, è la valle della Polcevera ; il territorio <strong>di</strong> Voltri e quelli <strong>di</strong> Va-<br />

razze, Celle ed Albissola figurano anch’ essi nella produzione del vino,<br />

come pure Vado, « piena <strong>di</strong> vigne che producono buoni vini » (2), ed<br />

il Finalese.<br />

Uguale <strong>di</strong>ffusione ha l’olivo. La natura del suolo e la non eccessiva<br />

quantità <strong>di</strong> precipitazioni atmosferiche ne favoriscono la cultura, la quale<br />

in talune zone, specialmente le marittime, salì a grande importanza,<br />

tanto che talune località, come Oliva, una delle otto stazioni della giu­<br />

ris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Portovenere, prese il nome da tale albero. Già nelia descri­<br />

zione del 1448 il Bracelli aveva magnificato Diano per la qualità e Rapallo<br />

per la quantità degli olii che producevano, nella presente descrizione<br />

egli tratta ampiamente delle località oleifere. Fra queste ricorda : Lerici^<br />

Spezia, Lèvanto, Bonassola, Framula, Moneglia, Lavagna, Chiavari, Zoagli,<br />

che il Giustiniani <strong>di</strong>sse « celebrata per la bontà dell’olio » (3), Rapallo<br />

con la sua rigogliosa pianura, e col superbo vallone « tutto pieno <strong>di</strong><br />

olivi » (4), Camogli, Recco, Sori, Varazze, Castelfranco e Finale. Anche<br />

qui non abbiamo elementi per determinare se, e fino a qual punto vi<br />

sia stata esportazione dell’olio, la quale dev’ essere stata notevole, perchè<br />

la produzione fu, come Io è tuttora, <strong>di</strong> molto superiore al fabbisogno<br />

locale. Il Della Spina, anzi, ci fornisce un dato, che, pur lontano crono­<br />

logicamente dal nostro umanista, può in qualche modo aiutarci a darci<br />

un’ idea della produzione dell’ olio. Egli scrive : « Diano... dà il suo<br />

nome ad una valle abbondantissima in olio à segno tale, che essendo<br />

buone le annate, ne dà più <strong>di</strong> 300 milla barrili, il <strong>di</strong> cui utile viene cal­<br />

colato a seicento milla doppie all’anno » (5).<br />

(1) Op. cit. p. 99.<br />

(2) G iu s t in ia n i, op. cit., p. 43<br />

(3) Op. cit., p. 88.<br />

(4) G i u s t in i a n i, op. cit., p. 94<br />

(5) Op. cit., p. 13 r.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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