MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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— 196 - Pertinace e Proculò, mette in rilievo l’antichità della città e la ^er*' del suo territorio. Di quest’ultimo accenno si può comprendere 1 effett valore solo se teniamo presente ciò che abbiamo già detto su 1^ £el della pianura di Albenga, e se, ai primi del cinquecento, l’Alberti po dire d’essa: « Albingana piana, se fusse sana, si domanderebbe la ste diana » (fol. 12 r.), non sembra affatto esagerato ciò che il ^ ace scrisse: « Ea namque urbs inter Ligures Alpinos antiquitate ac feiti i agri ab historicis admodum celebrata est » (fol. 16 v.). Dopo Albe1 g ricorda Ceriale, Borghetto e Loano, località non menzionate nell descrizione, come non ricorda il monte Calvo, su cui ora si ferma c particolare compiacenza a celebrare la virtù di certe sue erbe medicina note non solo in Italia, ma all’estero: « Mons Calvus...cuius herbae medicamenta conficienda, non nisi ab incolis quam esteris haud modica virtutis habentur» (fol. 16 v.). Da Finale alia Polcevera nessuna vai iante, ma nella valle omonima ricorda le località di Sestri, Cornigli3110 Sampierdarena. Nella descrizione di Genova troviamo solo qualche riante nella forma, così, per esempio, ad un pronome illis è sostituito il nome cui si riferisce Poenis (foi. 17 r.), ad un in presentia è piefei ito un in presentiarum (fol. 17 r.); per precisare meglio il corso del Bisagno vicino alla foce, invece dell’ « urbis orientale latus Ferior amnis Prae terfluit » scrive: « Urbis orientale latus Feritor amnis nunc Bisanis ap pellatus praeterfluit » (fol. 17 r.), unica nota importante è 1’ aggiunta della località di Sturla. Procede senza nessuna variante fino a Lavagna, ma qui parla dell’ardesia, del processo di solidificazione e di Iavoia zione di essa, nonché del suo uso : « Hoc in loco celeberrimae insunt cavae, in quibus quaedam petra intus tenerrima facillime, ac subtiliter secata in lucem demum prodita adeo indurescit, ut pro tegulis lapideis ad tecta domum conficienda mirifice inserviant » (fol. 17 r.). Questa la descrizione del Bracelli al signor Enrico De Merlo, la quale, e per il tempo in cui fu scritta, e più ancora per le notizie nuove che ci fornisce, non può identificarsi con quella scritta per Flavio Biondo, per quanto ne segua lo spirito e l’indirizzo. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 197 — IV. L a d e s c r iz io n e d e l l a Lig u r ia d e l C o d ic e d e l l a C i v i c o -Be r ia n a D Bis, 10. 6. 65. Suo valore geografico - La vendita di Livorno ai fiorentini - Popolazione della Liguria marittima - I prodotti naturali del suolo: la produzione del vino, dell’olio, delle castagne, del frumento, degli or^aggh degli agrumi, delle frutta e del legname - I centri commerciali ; vie e porti - La navigazione d’alto mare e di cabotaggio - I centri agricoli e pescherecci - Le difese naturali ed artificiali del paese - Le circoscrizioni amministrative e giudiziarie - Notizie storiche. Mentre nella descrizione per Flavio Biondo prevalgono le notizie di geografia fisica, é in quella per Enrico De Merlo appare appena qualche elemento di geografia antropica, questa descrizione (1), rimasta sinora inedita, e per quanto mi sappia, non conosciuta, è una vera e propria trattazione antropogeografica, è uno studio notevole delFuomo e delle sue occupazioni in rapporto, più che altro, coi prodotti del suolo e col mare, elemento essenzialissimo nella vita ligure. Oli uni e l’altro eserci­ tano un influsso così potente su di essa, che può dirsene, senza esage­ razione, una necessaria emanazione. La descrizione abbraccia largamente tutti gli elementi forniti dall’ambiente geografico, e ci permette d’inqua­ drare in essi la vita regionale nelle sue caratteristiche più salienti. Manca, per certo, lo sguardo sintetico, che c’induce ad assurgere alla considerazione del fenomeno sociale. Questo, per la sua stessa natura, sfugge ad una clas­ sificazione precisa e rigorosa; i molteplici e mutabili elementi dai quali è costituito ci lasciano incerti quando si tratta di determinare il punto in (1) Vedi Documento v. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Pertinace e Proculò, mette in rilievo l’antichità della città e la ^er*'<br />

del suo territorio. Di quest’ultimo accenno si può comprendere 1 effett<br />

valore solo se teniamo presente ciò che abbiamo già detto su 1^ £el<br />

della pianura <strong>di</strong> Albenga, e se, ai primi del cinquecento, l’Alberti po<br />

<strong>di</strong>re d’essa: « Albingana piana, se fusse sana, si domanderebbe la ste<br />

<strong>di</strong>ana » (fol. 12 r.), non sembra affatto esagerato ciò che il ^ ace<br />

scrisse: « Ea namque urbs inter <strong>Ligure</strong>s Alpinos antiquitate ac feiti i<br />

agri ab historicis admodum celebrata est » (fol. 16 v.). Dopo Albe1 g<br />

ricorda Ceriale, Borghetto e Loano, località non menzionate nell<br />

descrizione, come non ricorda il monte Calvo, su cui ora si ferma c<br />

particolare compiacenza a celebrare la virtù <strong>di</strong> certe sue erbe me<strong>di</strong>cina<br />

note non solo in Italia, ma all’estero: « Mons Calvus...cuius herbae<br />

me<strong>di</strong>camenta conficienda, non nisi ab incolis quam esteris haud mo<strong>di</strong>ca<br />

virtutis habentur» (fol. 16 v.). Da Finale alia Polcevera nessuna vai iante,<br />

ma nella valle omonima ricorda le località <strong>di</strong> Sestri, Cornigli3110<br />

Sampierdarena. Nella descrizione <strong>di</strong> Genova troviamo solo qualche<br />

riante nella forma, così, per esempio, ad un pronome illis è sostituito<br />

il nome cui si riferisce Poenis (foi. 17 r.), ad un in presentia è piefei ito<br />

un in presentiarum (fol. 17 r.); per precisare meglio il corso del Bisagno<br />

vicino alla foce, invece dell’ « urbis orientale latus Ferior amnis Prae<br />

terfluit » scrive: « Urbis orientale latus Feritor amnis nunc Bisanis ap<br />

pellatus praeterfluit » (fol. 17 r.), unica nota importante è 1’ aggiunta<br />

della località <strong>di</strong> Sturla. Procede senza nessuna variante fino a Lavagna,<br />

ma qui parla dell’ardesia, del processo <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>ficazione e <strong>di</strong> Iavoia<br />

zione <strong>di</strong> essa, nonché del suo uso : « Hoc in loco celeberrimae insunt<br />

cavae, in quibus quaedam petra intus tenerrima facillime, ac subtiliter<br />

secata in lucem demum pro<strong>di</strong>ta adeo indurescit, ut pro tegulis lapideis<br />

ad tecta domum conficienda mirifice inserviant » (fol. 17 r.).<br />

Questa la descrizione del Bracelli al signor Enrico De Merlo, la quale,<br />

e per il tempo in cui fu scritta, e più ancora per le notizie nuove che<br />

ci fornisce, non può identificarsi con quella scritta per Flavio Biondo,<br />

per quanto ne segua lo spirito e l’in<strong>di</strong>rizzo.<br />

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