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MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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- 182 —<br />

<strong>di</strong>rezione dei torrenti, che ne portano al mare le acque. Quelli tra essi<br />

che sfociano nel mar <strong>Ligure</strong> seguono, normalmente, la <strong>di</strong>rezione nord<br />

sud, mentre, in opposizione ad essi, quelli che si scaricano nel Po, se<br />

guono approssimativamente la <strong>di</strong>rezione opposta. Questa <strong>di</strong>rezione fa sì<br />

che essi, nel loro insieme, possano considerarsi come altrettante vie<br />

comunicazione aperte all’ aria fredda del nord.<br />

Basta esaminare la posizione delle singole località della Liguria, per<br />

rendersi ragione della varietà della loro flora : ricchi aranceti, smaglianti<br />

serre <strong>di</strong> fiori d’ogni specie, deliziosi frutteti, superbi vigneti. Attraverso<br />

questo giar<strong>di</strong>no meraviglioso d’Italia il Bracelli ci guida con la forma<br />

smagliante della sua parola efficacemente latina. Poteva egli, quin<strong>di</strong>, ben<br />

affermare che la Liguria « ut fertilitate plurimis ita salubritate, amoeni-<br />

tateque paucis (regionibus Italiae) admodum ce<strong>di</strong>t » (fol. XLIX v). Ma<br />

quanto costò ai liguri la creazione <strong>di</strong> questo meraviglioso giar<strong>di</strong>no. Al<br />

b ia m o p a rla to della natura e della <strong>di</strong>sposizione delle formazioni geolo­<br />

giche in Liguria, tutt’ altro che adatte alla coltivazione; il l'gure<br />

potè utilizzare soltanto uno strato superficiale <strong>di</strong> terreno dovuto princi<br />

palmente a sovrapposizioni alluviali e quaternarie, fermate, ovunque se<br />

ne presentava la possibilità, con quella tenacia <strong>di</strong> volontà, con cui la<br />

gure ar<strong>di</strong>ta prole seppe affermarsi superbamente sui mari. La vita dei<br />

liguri nell’antichità è, quanto si possa imaginare, misera, ma attiva. Dio­<br />

doro ce ne lasciò un quadro efficace: « Vivono una vita miserabile, tia<br />

le fatiche e le molestie continue <strong>di</strong> pubblici lavori. Perciocché, essendo<br />

il loro paese montuoso e pieno d’alberi, gli uni <strong>di</strong> essi tutto quanto<br />

giorno impiegano a tagliare legname, a ciò adoperando forti e pesanti<br />

scuri; altri che vogliono coltivar la terra, debbono occupaisi i.i rompe<br />

sassi, poiché tanto arido è il suolo che cogli istrumenti non si può<br />

vorare una zolla che con essa non si levino sassi. Però quantunque ab­<br />

biano a lottare con tante sciagure, a forza <strong>di</strong> ostinato lavoio, superan<br />

la natura, sebbene in tante fatiche sostenute appena poi traggono uno<br />

<strong>di</strong>verso frutto, e l’esercizio continuo e il parchissimo nutrimento rendano<br />

macilenti ma nervosi i loro corpi » (1). Al re Luigi Xll <strong>di</strong> Francia, che<br />

nel 1502 si recò a visitare Genova, ecco come il senatore Brixio Giusti-<br />

(1) C ita to d a ll’ISSEL in Liguria geologica ecc., pp. 332, 333.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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