MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria
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— 174 - della Polcevera e quella del Bisagno, l’aggetto di Portofino, che « ar duum, saxosum in maria procurrit » (fol. Li r.), la valle dell Entella, le aspre alture di Framula, e Lèvanto, lieta di irrigue valli e di aprici colli: «Levantum... irriguis vallibus, et apricis collibus amoenum» (fol. Li v.), le meravigliose alture delle Cinque Terre, il promontorio di Luni eia Macia. Più completa è la descrizione del litorale; ma qui crescono le dif ficoltà di dare un giudizio sicuro per l’incertezza degli studi scientifici sull’argomento. Mancandoci, allo stato attuale degli studi, la conoscenza della stratigrafia dell’Appennino settentrionale, non è possibile la rico struzione delle spiagge liguri fino al periodo del miocene compreso. Non sempre ci paiono attendibili le ipotesi sin qui fatte relativamente alle azioni di sollevamento e di sommersione, nè è sempre precisabile 1 a- zione dei bradisismi, perchè solo in tempi recentissimi, per cura del Mi nistero della Marina, si sono collocati lungo le spiaggie liguri apparec chi atti a segnalare l’azione di essi (1). Tuttavia gli studi del Rovereto ci portano alle seguenti conclusioni: La discordanza tra la costa ligule e le pieghe della catena montuosa è solo apparente, in realtà « lo svi luppo della costa e dei monti che la incorniciano è perfettamente corri spondente ad una ripiega oligocenica obliqua a quelle eoceniche e de terminante l’attuale andamento dello spartiacque, il quale è solo spo stato alquanto a mezzogiorno dalla maggior forza delle correnti del suo versante settentrionale » (2). A modificare la linea di costa sono inter venute ed intervengono costantemente parecchi altri fattori; così non v è dubbio che essa è in rapporto col moto ondoso (3), con l’azione eser citata dai venti dominanti (4), con i depositi fluviali e con le conseguenze della deltazione e colla natura delle rocce, nè va omessa l’influenza eser citata dalle burrasche del golfo del Leone (5). Naturalmente la Repub (1) Allo scopo di fornire utili indicazioni relative alle questioni dei bradisismi, fin dal 1880 per cura del R. Ministero della Marina fu collocato un mareografo nella Darsena di Genova, e per iniziativa della Sezione ligure del Club Alpino Italiano si collocarono parecchi segnali lungo le coste liguri. Il primo fu posto il 7 aprile 1883 al Capo di S. Andrea (fra Cornigliano e Sestri Ponente) a circa m. 4,50 sul livello medio del mare. Cfr. ISSEL. Bradisismi e lente oscillazioni del suolo, p. 188. (2) Geomorfologia delle coste, in Atti della Soc. Ltg. di Scienze Nat. e Geografiche, 1903. (3) Op. cit., 1903, pp. 132, 133. (4) Op. cit., 1903, pp. 277, 278. (5) Op. cit., 1902, p. 251. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- 175 - " ' 1 -- blica intervenne qui a frenare, là a favorire l’opera della natura, ed affidò a magistrati speciali la protezione del litorale. Negli Annali della Repubblica di Genova del Casoni, sotto l’anno 1531, troviamo fatto menzione, per dirne una, di un vero e proprio pennello costruito a foggia moderna (1). Nel Bracelli non troviamo soltanto la descrizione del litorale pura e semplice, in quanto che i dati che egli ci fornisce sono tali da provarci che egli ebbe l’intuizione dei problemi scientifici, che più tardi dove vano occupare e preoccupare geografi e geologi. Ecco intanto le località che egli ricorda lungo la costa: Nizza, Monaco, Mentone, Roccabruna. Ventimiglia, Porto Maurizio, Cervo, Andora, Albenga, Petra, Noli, Vado, Savona, Albissola, Celle, Varazze, Voltri, Genova, Nervi, Bogliasco, Sori, Recco, Camogli, S. Fruttuoso di Portofino, Rapallo, Chiavari, Sestri Le vante, con l’isola che le sorge dirimpetto, Moneglia, Lèvanto, le Cinque Terre, Porto Venere, Lerici e Spezia. Ma si può dire che i porti co stituiscano le pietre miliari della descrizione stessa. Veramente, a pro ti) Ecco l’interessante descrizione della tempesta del 1531 : « Fu anco me morabile in quest’anno una tempesta di mare, dalla furia del vento eccitata nel giorno vigesimo primo di gennaio, per la quale si scompaginò in più luoghi il Molo, già per tanti secoli fondato, e restarono fracassate le calate interne del porto, che chiamano Ponti; si rovesciarono le mura alla Mala Paga, e alla Marinella di Sarzano. entrando l’acqua per diverse parti nella Città, con tanta rovina di edifici, e con tale impeto, che pareva volesse riacquistare gli antichi confini. E in vero la Città di Genova da principio fabbricata sopra alcune falde del Monte Peralto, posto in mezzo a due fiumi Ponzerà e Feritore, essendosi poi in varj tempi ampliata nelle sottoposte spiagge, ha occupato molti spazj, che erano prima bagnati dal mare. Imperciocché si cava dalle antiche memorie, che oltre il Monte Peralto le acque non lasciassero in quei primi tempi della Città pianura alcuna, ma lambendo le radici del Colle d’O- regina, e del Colle Sano, che sono falde del Peralto, occupavano quant’ora è da San Michele a Santa Arnese, e tutto questo spazio che da S. Siro, per la strada nuova si distende in Campetto sino a San Nazaro, ove facendo un giro s’internavano dalle parti di Levante sotto dal Colle di Sarzano.JOra gli antichi invitati dalla comodità del mare, e dal traffico, per estendere le loro abitazioni in riva dell’onde, cominciarono con sassi e con pali a stendere i confini della terra, e a fabbricarvi abitazioni, e con tale industria crescendo a poco a poco le contrade, e i quartieri della Città si acquistò tutto il piano del Guastato, e del Campo, di Banchi, dì Suiilia, e la piazza del Molo, per islargare, e per assicurarla FU GETTATO UN TERRAPIENO IN F(.RMA DI L IN G U A da levante a ponente, quale tiene in freno la marea, che per lo più in questa parte scorre dall'Oriente. Questi siti per altro sicuri furono in quest’anno dall’impeto dell’ acque inondati, e talmente scossi, che pareva la cosa vicina ad una totale immersione, se Iddio ecc. (Lib. iy, anno 1521). Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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aspre alture <strong>di</strong> Framula, e Lèvanto, lieta <strong>di</strong> irrigue valli e <strong>di</strong> aprici colli:<br />
«Levantum... irriguis vallibus, et apricis collibus amoenum» (fol. Li v.), le<br />
meravigliose alture delle Cinque Terre, il promontorio <strong>di</strong> Luni eia Macia.<br />
Più completa è la descrizione del litorale; ma qui crescono le <strong>di</strong>f<br />
ficoltà <strong>di</strong> dare un giu<strong>di</strong>zio sicuro per l’incertezza degli stu<strong>di</strong> scientifici<br />
sull’argomento. Mancandoci, allo stato attuale degli stu<strong>di</strong>, la conoscenza<br />
della stratigrafia dell’Appennino settentrionale, non è possibile la rico<br />
struzione delle spiagge liguri fino al periodo del miocene compreso. Non<br />
sempre ci paiono atten<strong>di</strong>bili le ipotesi sin qui fatte relativamente alle<br />
azioni <strong>di</strong> sollevamento e <strong>di</strong> sommersione, nè è sempre precisabile 1 a-<br />
zione dei bra<strong>di</strong>sismi, perchè solo in tempi recentissimi, per cura del Mi<br />
nistero della Marina, si sono collocati lungo le spiaggie liguri apparec<br />
chi atti a segnalare l’azione <strong>di</strong> essi (1). Tuttavia gli stu<strong>di</strong> del Rovereto<br />
ci portano alle seguenti conclusioni: La <strong>di</strong>scordanza tra la costa ligule<br />
e le pieghe della catena montuosa è solo apparente, in realtà « lo svi<br />
luppo della costa e dei monti che la incorniciano è perfettamente corri<br />
spondente ad una ripiega oligocenica obliqua a quelle eoceniche e de<br />
terminante l’attuale andamento dello spartiacque, il quale è solo spo<br />
stato alquanto a mezzogiorno dalla maggior forza delle correnti del suo<br />
versante settentrionale » (2). A mo<strong>di</strong>ficare la linea <strong>di</strong> costa sono inter<br />
venute ed intervengono costantemente parecchi altri fattori; così non v è<br />
dubbio che essa è in rapporto col moto ondoso (3), con l’azione eser<br />
citata dai venti dominanti (4), con i depositi fluviali e con le conseguenze<br />
della deltazione e colla natura delle rocce, nè va omessa l’influenza eser<br />
citata dalle burrasche del golfo del Leone (5). Naturalmente la Repub<br />
(1) Allo scopo <strong>di</strong> fornire utili in<strong>di</strong>cazioni relative alle questioni dei bra<strong>di</strong>sismi,<br />
fin dal 1880 per cura del R. Ministero della Marina fu collocato un mareografo<br />
nella Darsena <strong>di</strong> Genova, e per iniziativa della Sezione ligure del<br />
Club Alpino Italiano si collocarono parecchi segnali lungo le coste liguri. Il<br />
primo fu posto il 7 aprile 1883 al Capo <strong>di</strong> S. Andrea (fra Cornigliano e Sestri<br />
Ponente) a circa m. 4,50 sul livello me<strong>di</strong>o del mare. Cfr. ISSEL. Bra<strong>di</strong>sismi e<br />
lente oscillazioni del suolo, p. 188.<br />
(2) Geomorfologia delle coste, in Atti della Soc. Ltg. <strong>di</strong> Scienze Nat. e<br />
Geografiche, 1903.<br />
(3) Op. cit., 1903, pp. 132, 133.<br />
(4) Op. cit., 1903, pp. 277, 278.<br />
(5) Op. cit., 1902, p. 251.<br />
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