MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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01.06.2013 Views

— 160 — Di fronte ad una letteratura così varia, e cosi discorde, ci sembra del tutto giustificato il riserbo del Bracelli ad affrontare un prò cma così complesso, e si spiega il limite assegnato alla sua descrizione. D ’altronde nulla vieta di supporre, che, data la scarsa importanza le località dell’oltregiogo avevano nel quattrocento, poteva seni i ai e al Bracelli di assolvere interamente il suo compito con la sola descri zione delle località della Liguria marittima. Nè va dimenticato, m ine, che, secondo l’affermazione dello stesso Bracelli, il Biondo non chiei eva a lui che la descrizione della costa, « Verum posteaquam ex eo (Bart . Imperiali) cognovi satis fore tibi si ora Liguriae, quam Plinius, et q eam divisionem orbis secuti sunt, Varo et Macra terminari volu accuratius describatur... » ecc. (1). Potrebbe obiettarsi che il Bracelli, ap­ pellandosi alla divisione pliniana, non doveva dimenticare che per lo seri tore romano la Liguria arrivava al Po; ma il ricordo pliniano, pm che alla descrizione dell’intera regione, dev’essere messo in relazione a che il Bracelli nelle parole di Plinio « patet ora Liguriae inter amnes Varo et Macram CCXIM passuum » (2), vide un accenno all’indicazione dell’unità fisica della Liguria marittima. U n’altra ragione che ci spiega i limiti in cui si tenne il Bracelli sta nel metodo che egli, come umanista, prese dagli scrittori classici. Stra­ bone, Mela, Plinio seguono nelle descrizioni geografiche il metodo del periplo (3). Tale metodo era consono all’indole del tempo, e trova una chiara illustrazione nella cartografia. Dalla seconda metà del duece , fino ai tempi del Bracelli, ed oltre, abbondano le carte nautiche, spe­ cialmente del bacino del Mediterraneo, e testimonianze d’indiscutibile valore sono a noi pervenute con l’Atlante idrografico Luxoro (4) fine del 200), con la carta nautica di Pietro Vesconte dell’anno 1311, col Planisfero vaticano-palatino del 1320-21 dello stesso Pietro Vesconte, ri prodotto per la prima volta integralmente dal Revelli nell’opera L’Italia (1) Op. cit., fol. XLIX, v. (2) Op. cit., ,iii, 7. (3) C fr. a proposito G. M. COLUMBA, La tradizione geografica dell'età romana, in Atti del il Congresso geografico italiano, Roma, Civelli, 1895, p. 14 d e ll’estratto. (4) Atlante idrografico del Medio evo, posseduto dal prof. Tammar Luxoro, pubblicato a fac-simile ed annotato da C. Desimoni e L. T. Bfìlgrano, in Atti della Soc. Lig. di Storia Patria, vol. V. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

- 161 - nella Divina Commedia, nel Portolano Laurenziano-Qaddiano del 1351- colle Carte nautiche di Francesco Pizigani del 1373, col Planisfero ter­ restre di forma ellittica in lingua latina del 1447, e col Planisfero di Prete Giovanni da Carignano del sec. xiv (1). È naturale pensare che sì ricca e sì importante produzione cartografica, unitamente alle opere di carattere geografico, maggiormente in uso nel quattrocento, doves­ sero in parte direttamente, in parte indirettamente esercitare un forte in­ flusso sul Bracelli. Direttamente le opere classiche di Strabone, Tolom eo, Plinio e dei Geografi minori per confessione stessa del nostro umanista, indirettamente la rimanente produzione influì sul metodo. Nessuna luce possiamo ricevere dagli Itinerari, in quanto che in nessuno di essi tro­ viamo traccie di confini regionali. Se dalle considerazioni generali relative ai confini della Liguria, pas­ siamo all’esame delle singole descrizioni di essa nelle fonti già passate in rassegna, vediamo che, sotto il punto di vista della geografia fisica, non contengono nulla di originale. Le fonti classiche sono, senza con­ fronto, le più ricche; quelle posteriori ripetettero, non rare volte defor­ mando, quanto gli scrittori greci e romani avevano affermato. Scarseg­ giano, specialmente in queste ultime, le notizie sulla conformazione del suolo, e non danno nessun elemento che valga a spiegare le manifesta­ zioni della vita vegetale ed animale; nessun rapporto si vide tra la terra e l’uomo, e pare che gli scrittori medievali non si siano mai prefisso uno scopo pratico nelle loro trattazioni; tracciati i confini di una re­ gione ed indicatene le località principali, sembrava loro di aver sufficien­ temente soddisfatto le esigenze del lettore. Nei peripli, invece, e nelle carte nautiche incominciano ad apparire le prime notizie d’indole fisica, quantunque limitate alle linee di costa, alla loro conformazione od a quel tratto di territorio, che si potesse scorgere a vista d’occhio dalla costa. Si tratta di notizie sulla distanza da località a località, di rilievo di quelle sole particolarità fisiche del fondo del mare in relazione ad ap­ prodi o ad ancoraggi. Ma già si rileva l’utilità pratica della conoscenza fisica del terreno, e s’incominciano a vedere, in maniera rudimentale, i primi rapporti tra la terra e l’uomo. Dalla succinta descrizione della Li- fi; Queste carte furono tutte pubblicate e riprodotte in fac-simile da T. F is c h e r coi tipi di Ongania, Venezia, 1881. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Di fronte ad una letteratura così varia, e cosi <strong>di</strong>scorde, ci sembra<br />

del tutto giustificato il riserbo del Bracelli ad affrontare un prò cma<br />

così complesso, e si spiega il limite assegnato alla sua descrizione.<br />

D ’altronde nulla vieta <strong>di</strong> supporre, che, data la scarsa importanza<br />

le località dell’oltregiogo avevano nel quattrocento, poteva seni i ai e<br />

al Bracelli <strong>di</strong> assolvere interamente il suo compito con la sola descri<br />

zione delle località della Liguria marittima. Nè va <strong>di</strong>menticato, m ine,<br />

che, secondo l’affermazione dello stesso Bracelli, il Biondo non chiei eva<br />

a lui che la descrizione della costa, « Verum posteaquam ex eo (Bart .<br />

Imperiali) cognovi satis fore tibi si ora Liguriae, quam Plinius, et q<br />

eam <strong>di</strong>visionem orbis secuti sunt, Varo et Macra terminari volu<br />

accuratius describatur... » ecc. (1). Potrebbe obiettarsi che il Bracelli, ap­<br />

pellandosi alla <strong>di</strong>visione pliniana, non doveva <strong>di</strong>menticare che per lo seri<br />

tore romano la Liguria arrivava al Po; ma il ricordo pliniano, pm che<br />

alla descrizione dell’intera regione, dev’essere messo in relazione a<br />

che il Bracelli nelle parole <strong>di</strong> Plinio « patet ora Liguriae inter amnes<br />

Varo et Macram CCXIM passuum » (2), vide un accenno all’in<strong>di</strong>cazione<br />

dell’unità fisica della Liguria marittima.<br />

U n’altra ragione che ci spiega i limiti in cui si tenne il Bracelli sta<br />

nel metodo che egli, come umanista, prese dagli scrittori classici. Stra­<br />

bone, Mela, Plinio seguono nelle descrizioni geografiche il metodo del<br />

periplo (3). Tale metodo era consono all’indole del tempo, e trova una<br />

chiara illustrazione nella cartografia. Dalla seconda metà del duece ,<br />

fino ai tempi del Bracelli, ed oltre, abbondano le carte nautiche, spe­<br />

cialmente del bacino del Me<strong>di</strong>terraneo, e testimonianze d’in<strong>di</strong>scutibile<br />

valore sono a noi pervenute con l’Atlante idrografico Luxoro (4) fine<br />

del 200), con la carta nautica <strong>di</strong> Pietro Vesconte dell’anno 1311, col<br />

Planisfero vaticano-palatino del 1320-21 dello stesso Pietro Vesconte, ri<br />

prodotto per la prima volta integralmente dal Revelli nell’opera L’Italia<br />

(1) Op. cit., fol. XLIX, v.<br />

(2) Op. cit., ,iii, 7.<br />

(3) C fr. a proposito G. M. COLUMBA, La tra<strong>di</strong>zione geografica dell'età romana,<br />

in Atti del il Congresso geografico italiano, Roma, Civelli, 1895, p. 14<br />

d e ll’estratto.<br />

(4) Atlante idrografico del Me<strong>di</strong>o evo, posseduto dal prof. Tammar Luxoro,<br />

pubblicato a fac-simile ed annotato da C. Desimoni e L. T. Bfìlgrano,<br />

in Atti della Soc. Lig. <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong>, vol. V.<br />

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