MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria
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— 152 - II. La D e s c r i p t i o o r a e L ig u s t ic a e : Biondo e Bracelli - Limiti della descrizione - Il paese che i Liguri abitarono - Nuovi elementi della cartografia nautica nelle descrizioni corografiche - C o n f i n i f i s i c i e politici della L iguria - Elementi di geografia fisica nella Descriptio - Il concetto di regione naturale e regione politica - La linea di costa ed i porti liguri Il clima e la flora - La coltura della palma, della vite, dell’olivo e degli agrumi - Accenni d’indole demografica - Commercio e viabilità - Notizie storiche - Le giurisdizioni giudiziarie - Valore etimologico di taluni nomi locali. La Descriptio orae Ligusticae (1) contenuta nel codice dell’Ascensio (1520) è l’ultima in ordine di tempo delle tre descrizioni bracelliane, ma è la più conosciuta, sia perchè diffusa per mezzo della stampa, sia per chè, in questi ultimi anni, da essa vanno largamente attingendo gli stu diosi di cose liguri. Conviene quindi metterla a base della nostra disamina. Come abbiamo detto, essa fu scritta per Flavio Biondo nel 1448. L’amicizia tra i due dotti umanisti si strinse in tale anno per opera di Bartolomeo Imperiale, e, per quanto abbia avuto fondamento esclusi vamente culturale, fu cordiale e lunga. In una lettera del 30 dicembre 1448 il Bracelli, a proposito della Instauratio urbis scriveva all’umanista forlivese : « Et iam dum mihi tua scripta oculis animi subiiciebant non modo Romam ipsam, sed singula membra singulasque regiones eius frue bar voluptate ingenti ac prope incredibili, quod qui numquam intra terminos Latii pedem posui, quasi in speculo Romam videbam. Accedit huic voluptati meae, quod quotiens ad romanarum historias transeundum (1) Vedi Documento lll. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
- 153 — est, iam habeo conceptas animo quasdam velut imagines montium, re gionum, locormnque celebrium quorum nominibus historiae ipsae refertae sunt » (1). In un’ altra lettera, del 14 novembre 1454, così esprimeva la propria ammirazione per il Biondo, che si accingeva alla compilazione dell’Italia Illustrata: « Neque cogitantem me hinc suscepti a te operis magnitudinem, vigilias inde ac labores exhaustos, non in tradendis modo rebus, sed etiam in conquirendis, fallit quantum tibi debeat Italia: quan tum Caesares, Pontifices, quantum denique Christianus orbis» (2). Dalla stessa lettera si desume che, avendogli il Biondo chiesto notizie sulla storia di Genova, il Bracelli gli consigliava, per il periodo tra il 1100 e il 1405, la lettura degli annali, pur dicendosi pronto a supplire a qualche deficienza di essi: «et tamen si quid esset minus cognitum scripto sup plebitur » (3); e per la storia anteriore a tale periodo, gli dichiarava: Ante vero vero annum ipsum millesimum centesimum nullus nostrorum Genuensis populi res gestas literis mandasse inventus est ; itaque si quid ante ea tempora ad rerum cognitionem defuerit tibi, ab alienis petito. E soggiungevagli « Verum haec quae ita recipio exscribenda erunt, nam nulli sunt annales publici qui mitti possint: et quae dixi exemplaria privatorum sunt» (4). Da una lettera in data 17 maggio 1455, e relativa anch’essa a notizie chieste dal Biondo intorno alla storia di Genova, si apprende che il Bracelli gl’ inviò gli Annali di Giorgio Stella, ponendosi a sua disposizione per quanto ulteriormente potesse occorrergli: « Annales genuensis populi redditos tibi... gratum est. Si quid esse potest aliud: in quo mea desideretur opera : paratum habeas cui pro arbitrio tuo imperas» (5). A parte le note di carattere storico, che per la nostra tesi hanno un valore relativo, è evidente che il Bracelli seguiva, con viva simpatia l’at tività geografica del Biondo. Mettendo in rilievo 1’ importanza dell In stauratio urbis, egli faceva notare l’efficace immediatezza della descrizione della città eterna ; a lui, che non l’aveva ancora visitata, balzava viva Roma con i suoi colli deliziosi, e, quanto all Italia Illustrata, egli, cui erano note le fatiche degli studiosi, tratteggiava con mano maestia le difficoltà che il Biondo doveva incontrare e superare, e lo additava (1) Manoscritto Civico-Beriana (D bis, 10, 6, 65), pp. 89, 90. (2) Ediz. Ascensius, fol. LXV r. (3) Op. cit., fol. lx v r. (4) Op. cit., fol. LXV r. (5) Ms. cit. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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est, iam habeo conceptas animo quasdam velut imagines montium, re<br />
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sunt » (1). In un’ altra lettera, del 14 novembre 1454, così esprimeva<br />
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dell’Italia Illustrata: « Neque cogitantem me hinc suscepti a te operis<br />
magnitu<strong>di</strong>nem, vigilias inde ac labores exhaustos, non in traden<strong>di</strong>s modo<br />
rebus, sed etiam in conquiren<strong>di</strong>s, fallit quantum tibi debeat Italia: quan<br />
tum Caesares, Pontifices, quantum denique Christianus orbis» (2). Dalla<br />
stessa lettera si desume che, avendogli il Biondo chiesto notizie sulla<br />
storia <strong>di</strong> Genova, il Bracelli gli consigliava, per il periodo tra il 1100 e<br />
il 1405, la lettura degli annali, pur <strong>di</strong>cendosi pronto a supplire a qualche<br />
deficienza <strong>di</strong> essi: «et tamen si quid esset minus cognitum scripto sup<br />
plebitur » (3); e per la storia anteriore a tale periodo, gli <strong>di</strong>chiarava:<br />
Ante vero vero annum ipsum millesimum centesimum nullus nostrorum<br />
Genuensis populi res gestas literis mandasse inventus est ; itaque si quid<br />
ante ea tempora ad rerum cognitionem defuerit tibi, ab alienis petito. E<br />
soggiungevagli « Verum haec quae ita recipio exscribenda erunt, nam nulli<br />
sunt annales publici qui mitti possint: et quae <strong>di</strong>xi exemplaria privatorum<br />
sunt» (4). Da una lettera in data 17 maggio 1455, e relativa anch’essa<br />
a notizie chieste dal Biondo intorno alla storia <strong>di</strong> Genova, si apprende<br />
che il Bracelli gl’ inviò gli Annali <strong>di</strong> Giorgio Stella, ponendosi a sua<br />
<strong>di</strong>sposizione per quanto ulteriormente potesse occorrergli: « Annales<br />
genuensis populi red<strong>di</strong>tos tibi... gratum est. Si quid esse potest aliud: in quo<br />
mea desideretur opera : paratum habeas cui pro arbitrio tuo imperas» (5).<br />
A parte le note <strong>di</strong> carattere storico, che per la nostra tesi hanno un<br />
valore relativo, è evidente che il Bracelli seguiva, con viva simpatia l’at<br />
tività geografica del Biondo. Mettendo in rilievo 1’ importanza dell In<br />
stauratio urbis, egli faceva notare l’efficace imme<strong>di</strong>atezza della descrizione<br />
della città eterna ; a lui, che non l’aveva ancora visitata, balzava viva<br />
Roma con i suoi colli deliziosi, e, quanto all Italia Illustrata, egli,<br />
cui erano note le fatiche degli stu<strong>di</strong>osi, tratteggiava con mano maestia<br />
le <strong>di</strong>fficoltà che il Biondo doveva incontrare e superare, e lo ad<strong>di</strong>tava<br />
(1) Manoscritto Civico-Beriana (D bis, 10, 6, 65), pp. 89, 90.<br />
(2) E<strong>di</strong>z. Ascensius, fol. LXV r.<br />
(3) Op. cit., fol. lx v r.<br />
(4) Op. cit., fol. LXV r.<br />
(5) Ms. cit.<br />
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