MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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composta sopra la falsariga di Tolomeo (1). El - Edrisi, lo Strabone arabo, «diresse per lungo tempo il sapere e lo spirito dei geografi » (2), e grande importanza ebbe pure Abulfeda. A parte l’imitazione tolemaica, gli arabi impressero nei loro studi geografici il carattere della loro razza: spirito di osservazione unito ad un bisogno convulso di muoversi. La loro attività si esplicò, in questo periodo di tempo, nel bacino del Me­ diterraneo occidentale ; ma le Crociate spinsero verso l’oriente gli italiani: Pisani, Veneziani e Geuovesi si diressero verso il mar di Levante, il mar Nero ed il mar di Azov; i nostri commercianti giunsero sino in Persia, in Cina e nel Giappone, e lasciarono descrizioni importanti dei paesi da loro visitati, descrizioni nelle quali abbondano elementi notevoli di geo­ grafia fisica (3). - 140 — Contemporaneamente si compivano audaci tentativi di navigatori, che si avventurarono alla scoperta di una nuova via alle Indie. Non è improbabile che Dante abbia scritto il famoso canto di Ulisse (Inferno XXVl) sotto l’impressione dell’infelice fine dei fratelli Vivaldi, antesignani gloriosi dell’epoca delle grandi scoperte geografiche. Questo movimento favorì il sorgere e lo svilupparsi della cartografia nautica medioevale. Intanto Dante, come da taluni si crede, ci dava col De aqua et mari un trattato di geografia fisica, Andalò di Negro, genovese, insegnava geografia, e fra i suoi scolari, Giovanni Boccaccio col De montium, sylvarum ecc. nominibus ci dava un primo dizionario geografico. II quattrocento si apriva con la prima traduzione in latino della Geo­ grafia di Tolomeo, opera dell’umanista Emanuele Crisolera, compiuta da Giacomo Angelo (Angelus-1410). Tolomeo dominò tutto il pensiero geo­ grafico del quattrocento e del cinquecento, basti ricordare che in tale periodo di tempo la sua Geografia ebbe un numero straordinario di edizioni (4) e di traduzioni in latino, in italiano, in spagnolo, ecc., molte (1) Cfr. a proposito: The Eneyelopedia Britannica a Dictionary of arts, literature and generai information, Eleventh édition, Cambridge, at thè University Press, 1920, alla voce Geography. (2; L e l e w e l I., La Ge'ographie du moyen age, Breslau, 1852, in 2 vol. con atlante. (3) Ctr. a proposito: Delle navigationi et viaggi raccolti da M. Gio. B a tt i s t a R a m u sio ; Venetia, Stamperia de’ Giunti, 1563. (4) Uno studio esauriente su questo argomento è contenuto nel Facsimile. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012 »

— 141 — delle quali arricchite di carte geografiche, ed illustrate da commenti. La stessa cartografia tolemaica tenne anzi indisputato il campo fino all’ ap­ parire dell’atlante dell’Ortelio (1570). (1). La triplice divisione, già greca, della geografia risorse, fu ripreso l’antico argomento filosofico di Ari­ stotile sulle dimensioni della terra, e il movimento scientifico - filosofico si affermò brillantemente con Nicolò da Cusa (1401-1464), studiato dal Oiinther, dal Deichmiiller, dal Binz (1911), con Giovanni Müller-Regio- montano, e soprattutto con Nicolò Copernico, che si può considerare come uno dei fattori indispensabili della vita della moderna astronomia e geografia. In tale risveglio scientifico anche l’Italia si affermò con Paolo del Pozzo Toscanelli, ma nel campo pratico essa occupò un posto pre­ minente, poiché la ricerca affannosa di una nuova via alle Indie de­ terminò un numero notevole di scoperte geografiche. La tendenza storica fu rappresentata tra noi da Flavio Biondo, stu­ diato dall’ Husslein (2), e da Enea Silvio Piccolomini, studiato dal Berg (1901) (3). Anche la scuola diede, a quest’ epoca, un certo impulso allo studio della geografia e delle sue scienze ausiliarie: Pier Paolo Vergerlo da Capodistria (1370-1445) consigliava ai giovani lo studio dell’ astronomia, come quello che, « staccandosi da questo aere tenebroso e pesante, ci trae in cielo », e quello della fisica, « che consone e conforme all intel­ letto umano, ci spiega i principi delle cose naturali animate ed inani­ mate » (4); Vittorino da Feltre (1378-1446) ricordava fra le discipline in cui erano istruiti gli allievi della casa « Giocosa » l’astronomia, e pari- menti Maffeo Vegio di Lodi (1407-1457); Enea Silvio Piccolomini (1405- 1464) nei suoi scritti pedagogici: l’Epistola a Sigismondo d’Austria, atlas to thè early history of Cartography di A. E NORDENSKJOLD, Stockholm, 1899, Cap. I. (1) « The maps, connected with thè oldest éditions of thè geography of Claudius Ptolomaeus, constitute thè prototype of almost all geographical atlas published since thè discovery of thè art of printing » : NORDENSKJOLD, op. cit., p. 1. (2) Flavio Biondo als Geograph des Friihhumanismus, W iirz b u rg , 1901. (3) Acri. S. Piccolomini und seine Bedeiitung als Geograph (Stutien iib. die Ital. Geograph. ini xv lar., Halle a s. 1901. (4) P e tr i P a u li V e ro eri Iu s tin o p o lita n i, De ingeniis moribus et liberalibus artibus ad illustrem Hubertinum Carrariam, Torino, Silva, 1509. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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delle quali arricchite <strong>di</strong> carte geografiche, ed illustrate da commenti. La<br />

stessa cartografia tolemaica tenne anzi in<strong>di</strong>sputato il campo fino all’ ap­<br />

parire dell’atlante dell’Ortelio (1570). (1). La triplice <strong>di</strong>visione, già greca,<br />

della geografia risorse, fu ripreso l’antico argomento filosofico <strong>di</strong> Ari­<br />

stotile sulle <strong>di</strong>mensioni della terra, e il movimento scientifico - filosofico<br />

si affermò brillantemente con Nicolò da Cusa (1401-1464), stu<strong>di</strong>ato dal<br />

Oiinther, dal Deichmiiller, dal Binz (1911), con Giovanni Müller-Regio-<br />

montano, e soprattutto con Nicolò Copernico, che si può considerare<br />

come uno dei fattori in<strong>di</strong>spensabili della vita della moderna astronomia<br />

e geografia. In tale risveglio scientifico anche l’Italia si affermò con Paolo<br />

del Pozzo Toscanelli, ma nel campo pratico essa occupò un posto pre­<br />

minente, poiché la ricerca affannosa <strong>di</strong> una nuova via alle In<strong>di</strong>e de­<br />

terminò un numero notevole <strong>di</strong> scoperte geografiche.<br />

La tendenza storica fu rappresentata tra noi da Flavio Biondo, stu­<br />

<strong>di</strong>ato dall’ Husslein (2), e da Enea Silvio Piccolomini, stu<strong>di</strong>ato dal Berg<br />

(1901) (3).<br />

Anche la scuola <strong>di</strong>ede, a quest’ epoca, un certo impulso allo stu<strong>di</strong>o<br />

della geografia e delle sue scienze ausiliarie: Pier Paolo Vergerlo da<br />

Capo<strong>di</strong>stria (1370-1445) consigliava ai giovani lo stu<strong>di</strong>o dell’ astronomia,<br />

come quello che, « staccandosi da questo aere tenebroso e pesante, ci<br />

trae in cielo », e quello della fisica, « che consone e conforme all intel­<br />

letto umano, ci spiega i principi delle cose naturali animate ed inani­<br />

mate » (4); Vittorino da Feltre (1378-1446) ricordava fra le <strong>di</strong>scipline in<br />

cui erano istruiti gli allievi della casa « Giocosa » l’astronomia, e pari-<br />

menti Maffeo Vegio <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong> (1407-1457); Enea Silvio Piccolomini (1405-<br />

1464) nei suoi scritti pedagogici: l’Epistola a Sigismondo d’Austria,<br />

atlas to thè early history of Cartography <strong>di</strong> A. E NORDENSKJOLD, Stockholm,<br />

1899, Cap. I.<br />

(1) « The maps, connected with thè oldest é<strong>di</strong>tions of thè geography of<br />

Clau<strong>di</strong>us Ptolomaeus, constitute thè prototype of almost all geographical atlas<br />

published since thè <strong>di</strong>scovery of thè art of printing » : NORDENSKJOLD, op.<br />

cit., p. 1.<br />

(2) Flavio Biondo als Geograph des Friihhumanismus, W iirz b u rg , 1901.<br />

(3) Acri. S. Piccolomini und seine Bedeiitung als Geograph (Stutien iib.<br />

<strong>di</strong>e Ital. Geograph. ini xv lar., Halle a s. 1901.<br />

(4) P e tr i P a u li V e ro eri Iu s tin o p o lita n i, De ingeniis moribus et liberalibus<br />

artibus ad illustrem Hubertinum Carrariam, Torino, Silva, 1509.<br />

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