MISCELLANEA - Società Ligure di Storia Patria

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— 134 - cacciarono dal governo i Campofregoso, e vi inalzarono Raffaele Adorno. Costui nel 1443 stipulava una tregua di dieci anni col Visconti. A poi fine alla legittima diffidenza di Genova, che vedeva minata la propria indipendenza da Milano, la Repubblica inviò colà nell’aprile del 1445, Giacomo Bracelli, « il quale con la sua accortezza concluse un nuovo trattato di amicizia, volto in ispecie a mettere un termine alle recipi oche diffidenze e animosità, tenute vive in singoiar modo dagli aderenti del- l’una e dell’altra parte» (1). Nel dicembre del 1447 fu m a n d a to ambasciatore al re d’Aragona (2) per riparare ai capitoli dannosi allo Stato stipulati dal nobile Aiaone Cibo (3). 11 Bracelli condusse le pratiche così bene, da meritarsi dal re Alfonso « una collana d’oro con medaglia », come ricordano il Giscardi (4) ed il Della Cella (5). Tutta questa attività spiegava il Bracelli, mentre attendeva alle cure del cancellierato (1419-1465) (6). Gran parte della fama che egli si acquistò è dovuta al modo col quale egli esplicò le mansioni di così alto ufficio. Ciò risulta evidente da numerose ed autorevoli testimonianze. La prima ci è data dall’invito fattogli da Nicolò v di assumere il cancellierato dello Stato Pontificio, invito ricordato da tutti gli scrittori che si occu­ parono del Bracelli. Fra costoro 1’ Oldoino, rifuggendo da motivi cam­ panilistici, mette in evidenza il grande valore del cancelliere della Repubblica: « Iacobus Bracellus.... adfuit a sacretis Reipublicae Genuensis, quam tanto amoris affectu prosequutus semper est, ut invitatus, hono- rumque etiam supremorum spe allectus a Nicolao V -'Pontifice Maximo ad suas describendas literas renuerit ire, ne Patriae servitium intermit­ teret » (7). Più esplicite sono le dichiarazioni contenute nelle lettere inviategli da Galeazzo Maria Sforza in data 3 settembre 1465 e 14 luglio 1466, con le quali Giacomo Bracelli veniva dispensato dall’ufficio di can­ celliere, al quale subentrava suo figlio Stefano. Nell'ultima di dette let- (1) A. N e r i, op. cit., p. 176. (2) D e l l a C e l l a , op. cit., fol. 115 r.; Giscardi, op. cit.,. p. 162. Il F ede­ r ic i (op. cit., fol. 116 r.) pone tale ambasceria all’anno 1448. (3) B r a g g io , op. cit., p. 15. (4) Op. cit., p. 163. (5) Op. cit., fol. 115 r. (6) Op. cit., p. 64. (7) Op. cit., p. 215. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 135 — tere ecco come viene esaltata l’opera del Bracelli. « Perspectas satis sem- perque habentes cum ingenuas animi dotes summamque et literarum peritiam et bonarum artium disciplinam viri egregi lacobi de Bracellis cancellarii nostri in Ianua predilecti, tum eius in rem ipsam publicam nostram Genuensem benemerita » ecc. (1). Se alla sua attività di uomo politico ed alle sue cure del Cancellie­ rato aggiungiamo l’opera di scrittore elegante e ponderato, noi ci sen­ tiamo compresi di ammirazione di fronte ad un uomo, che spese così bene la propria vita. Esula dal nostro compito qualunque apprezzamento sul valore letterario della sua opera (2), ma non possiamo dispensarci dal notare che non poche volte, nello studio di essa, abbiamo sentito il nostro spirito vivificato da una forza soave e confortatrice, quando il pensiero dell’umanista sgorgava limpido e persuasivo, e la sua parola echeggiava nell’animo nostro con la classica purezza dell’ aurea latinità, congiunta con l’equa parsimonia propria degli scrittori liguri di ogni tempo, non esclusi i nostri (3). Comunque il Bracelli, per i suoi meriti (1) Archivio di Stato in Genova, Cod. Diversorum Cancelleriae, a. 1466-68 n. 1020. (2) Cfr. a proposito i lavori del BRAGGIO e del GaBOTTO già citati. (3) Le opere più notevoli del Bracelli furono pubblicate in un volume dall’Ascensius di Parigi, nel 1520 sotto il seguente titolo: Ia c o b i B r a c e l l e i GENUENSiS Lucubrationes, De Bello Hispaniensi libri quinque; De claris ge- nuensibus libellus unus; Descriptio Liguriae libro uno; Epistolarum liber unus additumque diploma mirae antiquitatis; Tabellae in agro genuensi repertae. A questa edizione seguì una seconda, stampata a Roma nel 1573 apud Haeredes Antoni] Bladij impressores camerales. La motivazione della ristampa è data da una lettera di Bartolomeo Gorla a Gio. Battista Bracelli, vescovo di Sarzana, e pronipote di Giacomo: « Cum enim exemplaria illa, quibus primo commendata fuerat (Historia de Bello Hispaniensi), atque impressa, vel legentium assiduitate contrita, vel vetustate consumpta iam pene omnia defecissent et quasi evanuissent, ecc. » (Ediz. 1573, p. i). Questa edizione, oltre la detta lettera contiene il De Bello Hispaniensi (fol. i r. a. fol. 55 v.), il De claris Genuensibus ad Reverendiss. Patrem Ludovicum Pisanum Ordinis predicatorij (fol. 56 r. a fol. 60 r.), 1 'Orae ligusticae descriptio ad Blundum Flavium apo- stolicum secretarium (fol. 61 r. a fol. 65 v.) ed Epistulae quinque de magnis rebus aliorum nomina conscripta (fol. 69 r. a fol. 71 r.). I manoscritti del Bracelli a noi pervenuti sono i seguenti: I - B r a c e ll e i Iacobi, De Genuensibus claris. Ad Rev. Patrem Ludovicum Pissanum ordinis predicatorum, cod. membran. del sec. XV, di cm, 21 x 15 in IV, conservato nell’Univ. di Genova, ai segni B. I. 32. Oltre il libellus comprende 12 lettere. Una lettera di Flavio Biondo ad Alphonsum regem serenissimum; De expe­ Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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tere ecco come viene esaltata l’opera del Bracelli. « Perspectas satis sem-<br />

perque habentes cum ingenuas animi dotes summamque et literarum<br />

peritiam et bonarum artium <strong>di</strong>sciplinam viri egregi lacobi de Bracellis<br />

cancellarii nostri in Ianua pre<strong>di</strong>lecti, tum eius in rem ipsam publicam<br />

nostram Genuensem benemerita » ecc. (1).<br />

Se alla sua attività <strong>di</strong> uomo politico ed alle sue cure del Cancellie­<br />

rato aggiungiamo l’opera <strong>di</strong> scrittore elegante e ponderato, noi ci sen­<br />

tiamo compresi <strong>di</strong> ammirazione <strong>di</strong> fronte ad un uomo, che spese così<br />

bene la propria vita. Esula dal nostro compito qualunque apprezzamento<br />

sul valore letterario della sua opera (2), ma non possiamo <strong>di</strong>spensarci<br />

dal notare che non poche volte, nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> essa, abbiamo sentito il<br />

nostro spirito vivificato da una forza soave e confortatrice, quando il<br />

pensiero dell’umanista sgorgava limpido e persuasivo, e la sua parola<br />

echeggiava nell’animo nostro con la classica purezza dell’ aurea latinità,<br />

congiunta con l’equa parsimonia propria degli scrittori liguri <strong>di</strong> ogni<br />

tempo, non esclusi i nostri (3). Comunque il Bracelli, per i suoi meriti<br />

(1) Archivio <strong>di</strong> Stato in Genova, Cod. Diversorum Cancelleriae, a. 1466-68<br />

n. 1020.<br />

(2) Cfr. a proposito i lavori del BRAGGIO e del GaBOTTO già citati.<br />

(3) Le opere più notevoli del Bracelli furono pubblicate in un volume<br />

dall’Ascensius <strong>di</strong> Parigi, nel 1520 sotto il seguente titolo: Ia c o b i B r a c e l l e i<br />

GENUENSiS Lucubrationes, De Bello Hispaniensi libri quinque; De claris ge-<br />

nuensibus libellus unus; Descriptio Liguriae libro uno; Epistolarum liber unus<br />

ad<strong>di</strong>tumque <strong>di</strong>ploma mirae antiquitatis; Tabellae in agro genuensi repertae.<br />

A questa e<strong>di</strong>zione seguì una seconda, stampata a Roma nel 1573 apud Haeredes<br />

Antoni] Bla<strong>di</strong>j impressores camerales. La motivazione della ristampa è<br />

data da una lettera <strong>di</strong> Bartolomeo Gorla a Gio. Battista Bracelli, vescovo <strong>di</strong><br />

Sarzana, e pronipote <strong>di</strong> Giacomo: « Cum enim exemplaria illa, quibus primo<br />

commendata fuerat (Historia de Bello Hispaniensi), atque impressa, vel legentium<br />

assiduitate contrita, vel vetustate consumpta iam pene omnia defecissent<br />

et quasi evanuissent, ecc. » (E<strong>di</strong>z. 1573, p. i). Questa e<strong>di</strong>zione, oltre la detta<br />

lettera contiene il De Bello Hispaniensi (fol. i r. a. fol. 55 v.), il De claris<br />

Genuensibus ad Reveren<strong>di</strong>ss. Patrem Ludovicum Pisanum Or<strong>di</strong>nis pre<strong>di</strong>catorij<br />

(fol. 56 r. a fol. 60 r.), 1 'Orae ligusticae descriptio ad Blundum Flavium apo-<br />

stolicum secretarium (fol. 61 r. a fol. 65 v.) ed Epistulae quinque de magnis<br />

rebus aliorum nomina conscripta (fol. 69 r. a fol. 71 r.).<br />

I manoscritti del Bracelli a noi pervenuti sono i seguenti:<br />

I - B r a c e ll e i Iacobi, De Genuensibus claris. Ad Rev. Patrem Ludovicum<br />

Pissanum or<strong>di</strong>nis pre<strong>di</strong>catorum, cod. membran. del sec. XV, <strong>di</strong> cm, 21 x 15 in IV,<br />

conservato nell’Univ. <strong>di</strong> Genova, ai segni B. I. 32. Oltre il libellus comprende 12<br />

lettere. Una lettera <strong>di</strong> Flavio Biondo ad Alphonsum regem serenissimum; De expe­<br />

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