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Degli Effelli dice che a questa si deve as-
segnai e il vescovo intervetiiito al concilio
d'Eugenio I I,e da Ughelli attribuito a Cit-
là di Castello, così Celestino II. L'origine
per cui tanti scrittori fecero questo Papa
di Città di Castello, dichiara derivato
dalla sorella monaca che ivi dimorava, e
dal possedervi de'beni, mentre era oriundo
da Civita Castellana, e s. Pista è più
remolo da s. Felicita, che Felicita da Fe-
licissima. La sua arme composta di 3 gi-
gli, che si vede in Città di Castello, e i doni
fatti a quella chiesa, poterono procedere
dall'affetto che le portò, come rileva Ciat-
ti nelle Memorie di Perugia^ o per la so-
rella che vi assunse Tabito religioso, dicendo
che Fisla è nome abbreviato di Fe-
licissima. Sia comunque,Guido fu disce-
polo del famoso Ahailardot sotto di cui
fece gran progressi nelle lettere, perciò
chiamato da Ottone di Frisinga, uomo di
somma religione e pari scienza, per cui non
meno che per le rare sue virtù, Calisto II
10 fece suddiacono e scrittore pontificio,
ed Onorio II nelle tempora di dicembre
1 127 lo creò cardinale diacono di s. Ma-
ria in Via Lata, donde Innocenzo II lo tra-
sferì all'ordine de'preli col titolo di s. Mar-
co. Questo Papa si prevalse di lui utilmen-
te nel I iSy, inviandolo col cardinal Gi-
j-ardo e con Aimericocancelliereepoi car-
dinale, a trattare coH'imperatore Lotario
11 di gravissimi affari pel monastero di
Monte Cassino; e poi lo spedì in Sicilia per
allontanare Piaggerò I dal partito degli
scismatici seguaci dell'antipapa Anacleto
11. Compite queste legazioni, neli iSg fu
destinalo rettore di Benevento, carica che
lodevolmente sostenne sino al 1 140, nel
quale anno Innocenzo li lo mandò legato
in Francia. Corse allora voce, che il famo-
so eresiarca Arnaldo da Brescia, condan-
nato nel concilio Lateranense II, si fosse ri-
fugiato in quel regno presso il cardinale;
per cui subitosi allarmò lo zelo di s. Ber-
nardo, e scrisse al cardinale la lettera r 96
piena di giusti risentimenti. Non fu essa sen-
za frullo, poiché saputosi ciò da Arnaldo
TOS
ch'era in Francia, ma non presso il legnlo,
incontanente partì per Germania. Morto
Innocenzo II neh i43, il cardinale (Inifa
la sua legazione,intervenne all'elezione del
successore e fu egli stesso scelto col nome
di Celestino II (F.).
TOSCO o TOSCHI o TUSCODome-
Nico, Cardinale. Nato in Caslellanaro o
Castel Arano, luogo presso P\eggio diModena,
da poveri genitori, fu dal padre man-
dalo a Pioma sotto la cura e direzione del-
lo zio, celebre per dottrina e professore di
matematica. Applicatosi quindi con esso
allo studio della geometria, per sua disgra-
zia la morte gli rapì il parente e precet-
tore. Pertanto si trovò costretto per vive-
re a prestare in Pioma l'opera sua a qualunque
condizione di persone, in che mo-
strò costante rettitudine e fedeltà. La ne-
cessità dell'indispensabile sostentamento
lo costrinse a ripalriare, ma trovò per
maggior infortunio morti il padre e il fia-
tellOjSicchè divenuto bersaglio dell'avver-
sa fortuna, si pose al s ervigio di Sigismondo
marchese d'Este signore di sua patria,
il quale destinato da Carlo V, di cui era
capitano, al governo di Pavia, pose Domenico
Ira'soldati della guarnigione della
fortezza, e dove pel suo valore fu avan-
zato a sergente. Dimorando in Pavia, a
casosi pose a leggerete Istituzioni dìGiu-
stinianOi e ne prese tale diletto, che risol-
vette d'applicarsi alla giurisprudenza, al
cui studio l'animò il marchese ch'erasi av-
veduto del suo raro talento. Datosi quin-
di con assidua e ostinata applicazione allo
studio delle leggi in quell'università e ot-
tenuta la laurea, in breve pervenne ad essere
eccellente giurisperito; laonde il mar-
chese lo dichiarò uditore generale delle
sue cause, e governatore di s. Martino.
Dopo varie vicende restituitosi in Roma,
trovò ricetto presso 1' avvocalo Antonio
Capondio o Capordio, e dopo poco tem-
po, per lucrare, s^impiegò a sollecitare le
cause d'un rinomato curiale, ed appresa
con questo mezzo la pralica del foro e della
curia, inlerameute si die alla difesa e pa-