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72 T R A topaz/amcnle e grnvemenle erra cl)i ne- ga doversi nella Chiesa ricevere cosa al- cuna, che non sia stala testimoniata con iscriltura apostolica; poiché secondo que- sto non si potrebbe ricevere ne anche il Simbolo degli Apostoli(V.). Fu questo errore degli Ariani. Anzi non si darebbe fede a quel che scrissero gli apostoli stes- si, se la Iradizione non avesse mostralo- ciò che veramente essi scrissero, andando sotto nome loro molti Evangeli^ E- pistole, Atti ed Apocalissi. E per la sur- ricordata sentenza di s. Agostino, appare di quanta importanza sia la santa Tra' dizione, fondamento delle ss. Scritture (ambedue gran fondamenti della Dottrina cattolica), il quale rimosso, è necessa- rio che ogni cosa vada per terra. Non so- lo adunque colle ss. Scritture, iw^ coWq ss. Z/^/^y/Z^zo/^/ apostoliche si fondò e dilalò la Chiesa, replico con Rinaldi. Que- sti indi riporta le giù narrale testimonian- ze de'Padjì sulle tradizioni apostoliche, e di altri ancora in buon numero; e che Tertulliano parla di esse in più luoghi, dichiarando: Che ninno senza, le tradi- zioni puh essere cristiano. Papa s. Ste- fano 1 deX^i^fj fu tenace e forte nel con- servaree difendere le medesime tradizio- ni, e per non alterarle sostenne quella sul battesimo, contro la controversia per rei- terarlo agli eretici, eccitatasi nell'Africa e seguita pure dagli orientali: colla memorabile sentenza, iYzVi// innovandum; Nisi quocl traditimi est, cioè agatiir o serve- tur, disfece tulle le macchine contrarie, e si vide manifesta la grandissima forza delle antiche tradizioni. La Chiesa fondata da Cristo sopra soda pietra in tanto terremoto si mantenne immobile; ed allora rilucette splendidamente la grandezza dell'autorità del Successore di s. Pietro, poiché arninto quasi colla sola Iradiziojie de' maggiori sostenne tutto 1' impeto de' vescovi orientali e occidentali, checon- Iro s. Stefano I erano insorti con moltis- simi argomenti; e fu meritamente cele- bralo da' Ialini e da'greci, e persino dai T U A donatisti. Didimo scienziato di grande in- gegno, facendo più conto d'Origene che delle tradizioni ecclesiastiche, fece naufragio e cadde nell'errore, e fu condanna- lo nel V sinodo con Origene ed Evagrio, e nuovamente nel concilio di Laterano tenuto da s. Martino I. Le cose che si or- dinarono ne Sinodi, i quali cominciaro- no dopo le tradizioni, non furono di nuo- vo inventale, ma avendole i Padri in essi intervenuti ricevute da' maggiori senza scrittura, vollero che scritte fossero, ac- ciocché più accuratamente si custodissero, come ben osserva s. Vincenzo di La- ri ns, De Haeres, e. 32, che morì nella metà del V secolo. Sempre furono elììca- cissime le tradizioni a convincere gli ere- tici, anche nel secolo XVI, gli Anabatti- sti, i Luterani (V.) ed altri. A rintuzza- re i novatori impugnalori delle ss. Tra- dizioni, fia'molti si ponno principalmente vedere le opere (Ji Guglielmo Lindano vescovo di Ruremonda, per erudizio- ne e bontà di vita insigne, e il ven. car- dinalOellarminOjil quale pubblicò le con- troversie contro gli Eretici e Protestan- ti (V.), opera nobilissima a guisa della torre di David, cuni propugnaculis: ex qua mille pendent clypei,etomnis armatura fortiuni. Nella benemerita e degna (\W\.r)m^ Accademia di Religione cat- tolica (^.), alla quale mi glorio appar- tenere con singolare compiacenza religio- sa, il eh. R.mop.d. Carlo Vercellone pro- curatore generale de'barnabiti, a'5 luglio l855 vi lesse una sua dotta dissertazio- ne, in cui dimostrò che i Protestanti, ri- gellando l'autorità della Tradizione, so- no nell'impossibilità di mantenere il va- lore divino della Bibbia, h^ Civiltà cat- tolica, la quale per corrispondenza e comunanza di otticno e benefico scopo, suol dar contezza delle gravi e dotte disserta- zioni che si recitano nel l'encomiata accade- mia, di questa nella2. "serie, t.i i,p.577,ne pubblicò l'interessante cenno, chequi ri- produco.» Dopo aver toccato del nesso che vi ha tra la dottrina de'protestanti e quel-
T R A Inde'sensisli.ccleìla tendenza cli'nmenclue al Pan teismo ed ai Razio/mlisino, V ora- tore entra in argomento, aiTeiMnanJo che Tispirazione della Bibbiaè unod'i que'f'atti che noi conosciamo solo pei* la Rwela- zìone: quindi si fa a provare che raentie il cattolico ammettendo l' insegnamento auloievole della Tradizione conserva in- tatta la fede del domma rilevato, il Pro- testante al contrario rifiutando quell'au- torità nulla può avere di certo intorno a ciò che proviene dalla rivelazione, e per- ciò in ninna guisa può mantenere il va- loredivinodellaj5/Z'^/
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