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GG TRA no 7 anni innanzi tlelln modesimn. Re- mefalce II divenuto re nell'anno 19 di nostra era, fu vinto nel 4? ^^ Vespasiano poi impera loie, e così la Tracia fu ri- dotta in provincia romana. Quindi Co- stantino I il Gr
T R A ti vescovi furono liadilori. Pertnnlo in tiello {inno o meglio nel 3o5, radunatisi in concilio alcuni vescovi in Cirta, con Secondo vescovo di Tigisita e primate di quella provincia di JNuuiidia, per ordi- narvi un vescovo in luogo del deiu«ilo,tial- taiono anche la causa de'vescovi, i qiiali aveano dato a* persecutori della Chiesa i libri per bruciarsi, secondo 1' ordine di Diocleziano. Furono ila Secondo di ciò convinti i vescovi Donato Masculitano, Marino Tibililano, Donalo Calauien-ie, Vittore Russicadense, e INupurio Limali use, il quale confessò anche d'aver mor- ti nel carcere i figli di sua sorella, dicendo : Io uccisi e uccido chi mi è contra- rio; ed accusò il primate Secondo d'a- ver similmente dato le ss. Scritture. Allora Secondo, consiglialo dal nipote che por lava il suo nome, e da due altri, che ivi erano oltre i nominali, prese il partilo di rimettere la loro causa al giudizio divino, per non dar luogo a uno scisma, e così tutti fece sedere nel sinodo. In seguito Secon- do scrisse a Mensurio ve?covo di Carta- gine, dicendo in propria scusa, ch'egli ri- chiesto da'magislrati pagani di dover da- re i sagri hbri, rispose loro: Sono cristiano e vescovo, non traditore. Non lasciarono i mentovali vescovi traditori , che nel concilio aveano confessato il fallo, di lecaread elFello quello per cui erano ilia Cirta, ordinandovi vescovo Cirtense Pao- lo, il quale nello stesso anno die i libri e i Fasi sagri o suppellettili della chiesa, couje pur fece Silvano suo suddiacono e poi successore nel vescovato. Que^la fu lai. "origine dell'infausta sella óe Dona- tisti (/^ .), e delle irreparabili rovine della chiesa africana lacerala dal loro fune- sto sci'sma. Radunatisi i malvagi e scisma- tici vescovi in Cartagine, per calunnie con- dannarono Cccdiano e crearono in falso vescovo Maiorino. Nel concilio d'Àrlesdel 3i4 lu stabilito, che tutti coloro i quali si trovassero rei d'aver consegnato a'per- seculori qualche libro o vaso sagro, fossero dcposli e degradali du'Ioio oidiui e TRA 67 caratlere, purché fossero convinti conalù pubblici e non con semplici parole d'aver commesso sì riprovevole azione, Traditori furono quindi chiatnali anche quelli che consegmiviujo a'pagani i sagri Arredi e Suppellettili della i hiesa. Tanto essi che i snmmento vali furono eziandio detliL^5- si (F^.J o caduti. TRADIZIONE, Traditio. Dicesi generalmente e in un senso esteso della dottrina emanata e comunicata a viva voce di età in età senza i! soccorso della s. Scrit- tura {f .). Se si considera la tradizione per rapporto alla materia, se uè può di- stinguere di Ire sorta nella legge nuova: cioè, la lrac>izione della fede , quella dei costumi, e quella de'riti. La tradizione della ^Gi\e è la dottrina che ci [a trasmessa a viva voce sopra qualche articolo di fede; come per esempio che la s. Scrittura contiene la parola di Dio, e che la Chiesa ne conosce il vero senso. La tradizione dei costumi è la dottrina che ci fu trasmessa a viva voce intorno a certe pialiche sa- lutari e proprie al regolamento de'costu- n)i, couie sono le osservanze delle feste, de'digiuni,delleastinenze,ec. La tradizione de'riti è la dottrina tras(nessa a viva voce intorno a certe ceremonie, quali sono quelle della messa e de'sagramenli. Se si considera la tradizione dal latode'suoi autori, ve ne sono pure di 3 sorla nella legge nuova , cioè la tradizione divina, l'apostolica e Tecclesiaslica. La tradizione divina è la parola di Dio non iscritta, ma emanata dalla bocca slessa di Gesìi Cri- sto, o rivelala agli apostoli ddllo Spirilu santo, e coniunicata dagli apostoli stessi a'primi fedeli che l'hanno trasmessa a'Io- ro successori, da'quali noi l'abbiamo rice- vuta succcitsivamenle e come di mano in mano. Quando si dice che la tradizione è la parola di Dio non iscritta, ciò sigiiincu prcciaamcJite eh' essa non fu scritta da principio dagli scrittori sagri, come i libri canonici de' due Testamenti (Uuioctunì HI chiamò padri de'ilue Testamenti fÛì- sc e l'ielro, e con essi simboleggiò l'uni-
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