Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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melile con sentenza cìefiniliva le questio-
ni tra gli arcivescovi di Touis e di Dol,
ripugnando queslo d' essere soggetto a
quello, counenietropoli delIaDietagna mi-
nore, mentre da s. Martino in poi e fin-
che la loro sede non si sottrasse dalla dipendenza
di Tours, n'era stata suffraga-
nea, pe* motivi già narrati e meglio di-
scussi da'Sammartani, non volendo per-
mettere i sovrani della Bretagna die i lo-
ro vescovi fossero soggetti a Tours: per-
tanto il Papa decretò e definì, che il ve-
scovo di Dol e gli altri della Bretagna mi-
nore fossero sulFraganei di Tours in per-
petuo, e che si quietassero le analoghe di-
spute; Tours ne fu lieta, Dol afflitta. Il eh.
lì urter nella Storia cVInnocenzo III^^Z'
co come racconta la lunga vertenza terminata
dal suo Papa, narrata pure dal
AJartene in 77;c.?.,edal Tomassino, Vetasetuova
disdpUmi. Una questione in-
sorta fra Tarcivescovo di Tours e quello
di Dol pe'dirilti metropolitani, avea ac-
quistalo una tal quale celebrila a cagio-
ne della sua lunga durala. Fino da'secoli
lemoti essi possedevano tali dirilli sopra
tutta la Gallia (cioè di quella parte in di-
scorso), dal qualespìrituale vincolo ne ve-
niva che i baroni della Bretagna non erano
se non più strettamente legali all'al-
ta signoria della Francia. Quando poi il
reggimento feudale vetine sotto i Carlo-
vingi perfe/.ionandosi, e i baroni si elesse-
ro un re particolare, ei vollero essere se-
]()arali dalla B'rancia, anche rispetto al-
l'ecclesiastico come al politico, e il re lo-
ro fondò in Bretagna la sede arcivesco-
vile di Dol, affine di non essere più per
ì* avvenire sottoposta a quella di Tours.
Papa s. Nicolò I vi convenne, sotto la ri-
serva che fosse senza contraddizione de-
gli arcivescovi di Tours; ma correva or-
Uìtti un secolo e mezzo, da Papa Nicolò II
in poi, che questi ultimi andavano rao-
-vendo doglianze presso la santa Sede per
la resliizione di loro podestà spirituale.
La questione fu spesso aggiustata e sem-
pre rinnovala, ed i re di Francia ia que-
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sta restrizione deirautorith del loro me-
tropolitano vedevano un'usurpazione dei
propri diritti. Fervidissimi furono i cor-
rispondenti negoziati nel pontificalo di
Lucio III, e fu allora che Stefano abbate
di s. Genoveffa scrisse al Papa in nome
del redi Francia Filippo li Augusto.»» La
chiesa di Tours ha di continuo esercita-
to i diritti di metropolitana sopra la Bre-
tagna; i canonici di Dol vogliono di pre-
sente offuscarlo splendore della corona,
poiché questa controversia non è causa
solo dell'arcivescovo, ma si del re stesso,
e mette a repentaglio la pace. I baroni del
regno la sentono in queslo insieme col
re, e seavessea versar sangue tra'francesi
e bretoni sarebbe colpa del Papa". L'ab-
bate si dolse quindi col cardinal Ottaviano
Conti, che Roma slesse contro il re, cosa
ch'egli non si sarebbe mai aspettata; che
gli ecclesiastici di Dol volevano intaccare,
scemare, smembrare il reame. Era quel-
la forse la gratitudine per tanta divozio-
ne fino allora dimostrata? Ne sarebbe venuta
una dissensione di cui era difficile
prevedere la fine , e i rancori che covavano
sarebbero all'ultimo scoppiali. Pre-
gò in fine l'abbate il cardinale, d'interporre
l'autorità sua aflincliè l'arcivesco-
vo eletto di Dol, non voglia distaccare dal
regno le provincie occidentali. Il resi dol-
se avanti un'assemblea di vescovi, che si
volesse rapirgli una parte del regno dei
suoi maggiori , dicendo che il Papa era
un ingrato; e la cosa restò in pendenza fino
a Papa Celestino III, a cui l'abbate Stefano
contentossi di domandare, a nome
della regina , che nulla fosse deciso fino
al ritorno del figlio suo da Palestina. Ce-
lestino HI citò dipoi dinanzi a se le par-
ti, che già parecchie volte eransi presentate
a Roma; ma l'arcivescovo di Tours
nècouìparve in persona, ne mandò alcun
procuratore, per cui la lite rimase un'al-
tra voi la sospesa. Innocenzo HI eletto nel
I 198, pochi mesi dopo chiamò di nuovo
i due vescovi nel giorno di s. Michele del
1 Kjr) e pose alfine Icnulue alla queslio-