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348 TRE gì posteriori i più accreditali: ed esseri fio eglino venuti ila tutte le regioni cri- stiane non già prima infelle di eresia o di scisma, conoscevano troppo bene qtial fosse la credenza antica delle chiese particolari che per l'unità della fede formavano il gran corpo della cristiana chiesa. L'altra loro cura si fu prender notizia de' molli egravi disordini introdottisi nel cle- ro e nel popolo cristiano, ed apprestar- vi con saggi decreti di riforma e pronto ed eflìcace riparo e riroedio. Perchè bisognava venire in chiaro di molte verità, e perciò movevansi o proponevansi de* dubbi, e perchè in punto di disciplina dagli uni volevasi una cosa e dagli altri vn altra, ci furono questioni e lunghi dibattimenti, quali non mancarono nemmeno al concilio tenutosi in Gerusalemme dagli Apostoli ed Anziani (noterò, le di- spule cheinsorsero tra're ed i vescovi provano la libertà del concilio che vi regnò sempre; e Pio IV dice nella bolla di conferma, ch'egli avea permesso all'as- semblea la discussione de'punti di disci- plina specialmente riservali alla s. Sede). Finalmente si venne al: Fisum est Spi- ritili Sanato etnohisj pubblicandosi i ca- noni e decreti ben ponderali dalla sagra assemblea. Tutta la Chiesa cattolica ri- conobbe, non senza esame da parte sua, infìno ad oggi,dimqiie pel lungo corso di circa 3 secoli, essere conforme agli anti- lichi insegnamenti degli Apostoli e de' santi e dotti loro successori, e all'univer- sal credenza de' fedeli, la dottrina dog- malica e morale esposta da'Padii del concilio Tridentino; tutta la Chiesa ac- cettò ed eseguì, con poche locali eccezio- ni suggerite dalla prudenza , i salutari decreti di riforma. Nel dogana e nella raornle non si cangiò od innovò nulla , perchè gli uomini non possono a quello che Dio rivelò o aggiungere o levar sil- labo;anzi i canoni tutti, s\ in questo con- cilio come negli altri , in ogni tempo si fecero per dannare i novatori: nella di- fcipliim sgoosi fatti ojolti cangia oienli e THE molte innovazioni, per le quali i costumi del clero e del popolo si corressero e mi- gliorarono di molto.Che importa mai che molli de'prelati fossero molli, avari, am- biziosi? Eglino, col fare i decreti di rifor- ma,che ptw dovettero fare, dannarono se slessi, e la Chiesa tutta danna ancor og- gi ed essi e i loro simili. Per chi ha sano intendimento è questa prova novella che Quegli il quale disse agli Apostoli e a'ioro successori: isg^o vobisciim sum usane ad coiisummationem saeeuli, obbliga, onni- potejìle qual è, ad insegnare la verità e a volere il buon costume il corpo unito de' vescovi, anche quando molti di loro amasio poco l'uno e meno l'altro." Arro- gè quanto leggo in un altro scrittore.^ Si suole obbiettare che i re e molti vescovi non erano mossi da mire puree sincere, e che vi furono sovente degl'intrighi nel concilio ; che quindi non si può asserire essere stato sempre retto dalle ispirazioni dello Spirilo santo. Noi convegniamo che le passioni esercitino quasi ovunque il loro impero, e che l'ambizione, la gelosia, ed altri fini colali ponuo cacciarsi fino dentro al santuario, coprendosi sotto finto sem- biante; ma r obbiezione che qui si vuol muovere al concilio Tridentino può avei* luogo eziandio rispeltoa'primiconciliige- nera li; e non pertanto i protestanti li rice- vono quanlunqtie paia che in essi sieno sta* le assai più di cpieste viste particolari, che non furono a Trento in alcuni vescovi.Del rimanente abl)iamo osservalo, e questo è un fatto evidente, che il concilio di Tren* lo fu un' assemblea di prelati e di teolo- gi celebri sì per la loro pietà come pel loro sapere. Si suppongano pure quanto si vuole delle passioni degli uomini, e che queste abbiano anco operato; ma nulla se ne potrà per questo concludere con- tro i cattolici. Imperciocché in virtù del- le promesse di Gesù Cristo, e della pro- lezione speciale ch'egli accorda alla sua Chiesa, i pastori insegneranno setnpre la verità di snlufe, e la vera fede durerà ferma sino alla fiue de'secoli, senza che vi

T R E sin mestieri ricorrere assolutamente alla Ili villa ispirazione". Il Bercaslel, Storia del cristianesimo, t. 2r, n.° 2(S3, cele- bianilo in un quadro l'eccellenza e l'in- tlicibile utilità di questo venerabile con- cilio, dice: j>Fu composto, singolariuen. le negli ultimi due anni, di personaggi di tulli i popoli e di tutte le nazioni, in cui la velila cattolica è conosciuta, vescovi, dottori, regolari e secolari, e perfino am- basciatori, i più eminenti in sapienza e ili dottrina, in profondità e in sagacitàdi genio, in capacità per gli all'ari, in pro- bità, in religione, in tenera pietà e in costumi innocenli.il capo che reggeva mem- bri così degni era Pio IV, o piuttosto s. Carlo Borromeo (da Roma e qual Segre- tario di stato, e cardinale arcivescovo di Milano),di cui fa l'elogio il solo nome,e dal quale ilPapa suo zio, estimatore del meri- to, prendeva tanto meglio le impressioni, quanto che l'umile cardinale, dopo la ri- cerca del bene, null'altro avea maggiormente a cuore che di fuggir la gloria, e di farla riverberare sul capo nel cui nonie e- gli agiva (sì in Roma nel presiedere i con- sulti e le congregazioni, che nel carteggio co'cardinali legali al concilio). Quanto al numero slesso de'padri, questo fu tale a Trento, che avuto riguardo alloslato pre- sente del mondo cristiano, alla estensio- ne delle diocesi, alla riduzione dell'anti- ca moltitudine de'vescovi, e alle diflìcol- tàche incontrano sotto i governi moder- ni, in occasione della convocazione e del- la celebrazione de'concilii, questo passerà senza contraddizione pel più numero- so che sia stato possibile di congregare. Tulle le piaghe dellaChiesa vi furono sco- perte e scandagliale, estralla con ferma mano la corruzione, ed applicali i più at- tivi rimedi, senza riguardo alle strida de- gl'iiifermi, a*sislemi delle scuole, a' pre- giudizi delle nazioni, all'urto delle opi- nioni e degl'interessi, talvolta così violen- to, che la ricerca slessa del maggior bene cagionò e perUubazioni e scandali.Ma siccoiDe il crogiuolo non può che puri- VOL. LXXIX. TRE 349 ficai- roi'O, questa sorle di lotte non servì che a dare alla verità tutto il suo splen- dore e la sua consistenza. L'esempio da- to da Pio IV nell'accettare i decreti del concilio, e farlo promulgare per tutto lo StatoPontificìo^ fu seguito in molli stali e regni. Essi furono solennemente accettati peli.°dal senato della repubblica di Ve- nezia, e falli pubblicare nella messa cantata della patriarcale basilica di s. Marco, con ordine a tutti i pastori de' suoi do- minii di osservarli e di farli esattamente osservare. Per questa mirabile pi^ontez- za e zelo esemplare il Papa ricolmò di lo- di i veneziani con magnifica bolla, e a' IO giugno 1 564 donò pel loro ambascia- tore in Roma il Palazzo apostolico di s. Marco {T\), e nella sala regia di quel- lo Valicano pose una lapide in onore del- la repubblica, per l'eroica difesa presa di Alessandro JII: la repubblica noljilmen- le corrispose alle pontificie grazie,con assegnare a Venezia pel Nunzio(F^\\ mae- stoso palazzo Grilli. Tra're il i.^che ac- cettò il concilio senza alcuna limitazio- ne fu il giovane Sebastiano re di Po/*- ?og-rtr//o. Ricevuta ch'egli ebbe la bolla di conferma, ne fece ringraziare Pio IV, si rallegrò secolui della felice riuscita delle sue fatiche, promise di sostenere con tut- te le forze, così l'aulorilà della Sede apo- stolica, come la dignità del concilio, e pro- testò che nulla stavagli maggiormente a cuore, che di farne osservare le decisioni dogmatiche e i regolamenti di discipli- na da tutti i suoi sudditi portoghesi, in- diani e africani, con una inviolabile fe- deltà. Indi lo ricevè la dieta del regno di Polonia, per opera del celebre nunzio Commendone, che trionfò di lutti gli q. stacoli, prodotti da' torbidi che agitava- no il regno, dal debole governo di Sigismondo li, dalla deplorabile condizione in cui trova vasi quella chiesa per opera de' Socinìani e altri eretici, ed essendo il pri- inaleaicivescovodi Gnesna in corrispondenza co' protestanti per sottrarsi dalU dipendenza della s. ^ede e farsi dichiu- 23*

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sin mestieri ricorrere assolutamente alla<br />

Ili villa ispirazione". Il Bercaslel, Storia<br />

del cristianesimo, t. 2r, n.° 2(S3, cele-<br />

bianilo in un quadro l'eccellenza e l'in-<br />

tlicibile utilità <strong>di</strong> questo venerabile con-<br />

cilio, <strong>di</strong>ce: j>Fu composto, singolariuen.<br />

le negli ultimi due anni, <strong>di</strong> personaggi <strong>di</strong><br />

tulli i popoli e <strong>di</strong> tutte le nazioni, in cui<br />

la velila cattolica è conosciuta, vescovi,<br />

dottori, regolari e secolari, e perfino am-<br />

basciatori, i più eminenti in sapienza e<br />

ili dottrina, in profon<strong>di</strong>tà e in sagacità<strong>di</strong><br />

genio, in capacità per gli all'ari, in pro-<br />

bità, in religione, in tenera pietà e in costumi<br />

innocenli.il capo che reggeva mem-<br />

bri così degni era Pio IV, o piuttosto s.<br />

Carlo Borromeo (da Roma e qual Segre-<br />

tario <strong>di</strong> stato, e car<strong>di</strong>nale arcivescovo <strong>di</strong><br />

Milano),<strong>di</strong> cui fa l'elogio il solo nome,e dal<br />

quale ilPapa suo zio, estimatore del meri-<br />

to, prendeva tanto meglio le impressioni,<br />

quanto che l'umile car<strong>di</strong>nale, dopo la ri-<br />

cerca del bene, null'altro avea maggiormente<br />

a cuore che <strong>di</strong> fuggir la gloria, e <strong>di</strong><br />

farla riverberare sul capo nel cui nonie e-<br />

gli agiva (sì in Roma nel presiedere i con-<br />

sulti e le congregazioni, che nel carteggio<br />

co'car<strong>di</strong>nali legali al concilio). Quanto al<br />

numero slesso de'padri, questo fu tale a<br />

Trento, che avuto riguardo alloslato pre-<br />

sente del mondo cristiano, alla estensio-<br />

ne delle <strong>di</strong>ocesi, alla riduzione dell'anti-<br />

ca moltitu<strong>di</strong>ne de'vescovi, e alle <strong>di</strong>flìcol-<br />

tàche incontrano sotto i governi moder-<br />

ni, in occasione della convocazione e del-<br />

la celebrazione de'concilii, questo passerà<br />

senza contrad<strong>di</strong>zione pel più numero-<br />

so che sia stato possibile <strong>di</strong> congregare.<br />

Tulle le piaghe dellaChiesa vi furono sco-<br />

perte e scandagliale, estralla con ferma<br />

mano la corruzione, ed applicali i più at-<br />

tivi rime<strong>di</strong>, senza riguardo alle strida de-<br />

gl'iiifermi, a*sislemi delle scuole, a' pre-<br />

giu<strong>di</strong>zi delle nazioni, all'urto delle opi-<br />

nioni e degl'interessi, talvolta così violen-<br />

to, che la ricerca slessa del maggior bene<br />

cagionò e perUubazioni e scandali.Ma<br />

siccoiDe il crogiuolo non può che puri-<br />

VOL. LXXIX.<br />

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ficai- roi'O, questa sorle <strong>di</strong> lotte non servì<br />

che a dare alla verità tutto il suo splen-<br />

dore e la sua consistenza. L'esempio da-<br />

to da Pio IV nell'accettare i decreti del<br />

concilio, e farlo promulgare per tutto lo<br />

StatoPontificìo^ fu seguito in molli stali e<br />

regni. Essi furono solennemente accettati<br />

peli.°dal senato della repubblica <strong>di</strong> Ve-<br />

nezia, e falli pubblicare nella messa cantata<br />

della patriarcale basilica <strong>di</strong> s. Marco,<br />

con or<strong>di</strong>ne a tutti i pastori de' suoi do-<br />

minii <strong>di</strong> osservarli e <strong>di</strong> farli esattamente<br />

osservare. Per questa mirabile pi^ontez-<br />

za e zelo esemplare il Papa ricolmò <strong>di</strong> lo-<br />

<strong>di</strong> i veneziani con magnifica bolla, e a'<br />

IO giugno 1 564 donò pel loro ambascia-<br />

tore in Roma il Palazzo apostolico <strong>di</strong><br />

s. Marco {T\), e nella sala regia <strong>di</strong> quel-<br />

lo Valicano pose una lapide in onore del-<br />

la repubblica, per l'eroica <strong>di</strong>fesa presa <strong>di</strong><br />

Alessandro JII: la repubblica noljilmen-<br />

le corrispose alle pontificie grazie,con assegnare<br />

a Venezia pel Nunzio(F^\\ mae-<br />

stoso palazzo Grilli. Tra're il i.^che ac-<br />

cettò il concilio senza alcuna limitazio-<br />

ne fu il giovane Sebastiano re <strong>di</strong> Po/*-<br />

?og-rtr//o. Ricevuta ch'egli ebbe la bolla <strong>di</strong><br />

conferma, ne fece ringraziare Pio IV, si<br />

rallegrò secolui della felice riuscita delle<br />

sue fatiche, promise <strong>di</strong> sostenere con tut-<br />

te le forze, così l'aulorilà della Sede apo-<br />

stolica, come la <strong>di</strong>gnità del concilio, e pro-<br />

testò che nulla stavagli maggiormente a<br />

cuore, che <strong>di</strong> farne osservare le decisioni<br />

dogmatiche e i regolamenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipli-<br />

na da tutti i suoi sud<strong>di</strong>ti portoghesi, in-<br />

<strong>di</strong>ani e africani, con una inviolabile fe-<br />

deltà. In<strong>di</strong> lo ricevè la <strong>di</strong>eta del regno <strong>di</strong><br />

Polonia, per opera del celebre nunzio<br />

Commendone, che trionfò <strong>di</strong> lutti gli q.<br />

stacoli, prodotti da' torbi<strong>di</strong> che agitava-<br />

no il regno, dal debole governo <strong>di</strong> Sigismondo<br />

li, dalla deplorabile con<strong>di</strong>zione<br />

in cui trova vasi quella chiesa per opera de'<br />

Socinìani e altri eretici, ed essendo il pri-<br />

inaleaicivescovo<strong>di</strong> Gnesna in corrispondenza<br />

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