Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...
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3^20 T II E conoscesse la giustizia, ed anco la nece«- silk della domanda del Papa. Tuttavolta si volle roalignamenle prendere ragione per istraziarlo, accusandolo d'essersi opposto al concilio, e d' aver sempre mostralo ripugnanza a convocarlo. Ma Car* Jo V e Francesco I, co' quali avea egli trattato per mezzo de'suoi nunzi, per let- tere e a viva voce, resero giustizia al suo zelo e alla purità di sue intenzioni. ClementeVlI raorìa'25settembrei 534jSen- za aver colto alcun fruito delle sue inces- santi premure, li celebre cardinal Farnese gli successe col nome di Paolo III (/^.), e questo nuovo Papa divisò, come avea fallo essendo decano del sagro col- legio, che si dovesse procedere, senza prendersi pensiero, né delle dispule de' principi, né de'raggii i de'prolestanli, ed ebbe ferina speranza di venirne presto o lardi a capo. Ne s'ingannò; Dio avea ri- servalo a lui la gloria di convocare il gran concilio. Passarono nondimeno quasi io anni in negoziati e in convocazioni inu- tili. Subito dopo la sua esaltazione aveti* do ripreso l'affare del concilio, tenne sopra ciò molti concistori, scrisse molli bre- \i, inviò molti legati e nunzi s\ a'catlolici die a'proleslanti, e nulla valse a ritrarlo dal suo diseguo, ne viaggi da lui stesso ìnlrapresi,nè rifiuti, né cattive accoglienze fatte a'suoi inviali apostolici. Quindi colla bolla Ad dominicìs gregì.s cura, de* 4 giugno 1 536, Bull. Ro/n. t. 4, par.i, p. «43, sottoscritta da Paolo III e da 25 cardinali, il Papa solennemente convocò il concilio ecumenico a Mantova (V.) pel 23 maggio 1 537, dicendo in essa, cheavendo sempre desiderato di purgare la Chiesa da nuove eresie, e di ristabilirvi l'antica disciplina, non avea trovato altro mezzo, che quello di un concilio genera- le. Inoltre egli mandò legati a tutti i prin- cipi cattolici e protestanti, per notificate loro questa convocazione: non ebbe essa il suo effetto per alcune ragioni accenna- ledalloSpondano negli Aìuial. eccl. an. 1 536, u." 1 5, perchè in sostanza rispose- T R E ro i principi protestanti, che non volevano un concdio dove il Papa e i vescovi assistessero come giudici; anzi Lutero ia questa occasione si scagliò con furioso im- peto contro l'autorità del Papa. Dall'al- tro canto non potè adunarsi nel luogo as- segnalo, perchè Federico 1 1 Gonzaga duca di Mantova esigeva assolutamente che il Papa mantenesse una guardia milita- re in quella sua capitale. Alla quale con- dizione Paolo 111, dopo molte negozia- zioni, non volle acconsentire, acciò forse non si dicesse che la mira di tale presidio tendesse a influenzare e tenere in ischia- vitìi i padri del concilio. Però trovossi egli molto imbarazzato, per non avere tempo bastevole da avvertire la cristiani- tà di questo cambiamento, prima del termine stabilito all'apertura del concilio. Tenne perciò un concistoro segreto, al quale chiamò gli ambasciatori de' prin- cipi, e li pregò a dover render conio ai loro padroni delle condizioni senza le qua- li il duca di Mantova non voleva acco- gliere il concilio nella sua città, e delle ragioni che impedivano a lui di accettar- le, e quindi della sua intenzione di pro- rogarne la convocazione al (."novembre susseguente. La bolla della prorogazio- ne fu pubblicata a'20 maggioi537. Pao- lo 111 fece in appresso proporre a'prin- cipi cattolici una delle città della repubblica di Venezia, dopo averne avuto da essa il consenso. Pubblicò quindi una bol- la l'S ottobre dello stesso anno, colla qua- le convocò il concilio a Vicenza [V.) pel, i.^'di maggio dell'anno appresso. Nomi- nò 3 legati a presiedervi, cioè i cardinali Campeggi, Simonetta Q ylleandro (V.)^ godendo fama di sommo merito e versa- ti in ogni scienza, e si recarono a Vicenza; ma non ci venne alcun vescovo, i prin- cipi di Germania non vi conset»tirono, e l'apertura del concilio non potè aver luo- go. Fu dunque il Papa costretto di so- spenderla sino al giorno ch'egli indiche- rebbe, e pubblicò la bolla di questa so- spensione a'25 aprile 1 538. Dopo la eoa-
T II E feronra avuta da Paolo HI in Nizza con Carlo V e con Francesco I, trovossi an- cora obbligato dalle loro rappresentan- ze a indugiar rapertuia del concilio sino a l'asqiia; ma con tulli questi ritardi, nessuno recossi a Vicenza. Quindi il Pa- pa, temendo con ragione che non si sospettasse di tener egli a bada il mondo con un concilio immaginario, risolse nel maggio iSSg di proro- concistoro de'3 i garlo per un tempo indeterminato, cipè sincliè si presentasse un momento favo- revole per celebrarlo. In questa bolla egli ricordò la premura cb' erasi dato, e gli ostacoli che avea incontrato; promise in pari tempo d' adVettare la convocazione del concilio per quatìto gli fosse possibi- le. Passò ancora dell'altro tempo in trat- tative inutili; il Papa propose diverse cit- tà d'Italia e di altri stati, ma i protestan- ti le rigettarono tutte, perchè volevano assolutamente il concilio in Germania, come a Ratisbona, ovvero a Colonia. Paolo Ili insisteva dal suo canto per Cam- bray, città allora libera, perchè tenevasi in perfetta neutralità con tutte le poten- ze belligeranti. Finalmente nella dieta di Spira, tenuta nel i542,egli dal nunzio GiovannlMoroni vescovo di Modena fece esibire Ferrara, previo l'assenso del duca fenda tariojfece un'altra volta olFrire Bologna, Piacenza, e particolarmente Cam- bray, e propose Trento città imperiale posta ne'conflnideiritatia e di Germania. Tulli gli ordini dell'impero, tranne i pro- lestanti',accellarono Trento appunto per- chè posta a' confini di Germania e feudataria per l'alto dominio a Ferdinando 1 re de'romani, arciduca d'Austria e fra- tello dell'imperatore; però si ebbe molto a fue perchè l'accettasse Francesco I, il quale vedea di mal occhio il concilio in un feudo dell'Austria, ed i princi[)i lu- terani fecero i loro separati protesti con- tro il divisamento di Paolo ili di voler presiedere il concilio personalmente. II Papa non perde un istante di tempo, fe- ce stendere e sollosci istsc lu bulla lii'uio TRE 321 nostri hujus PontìficatiiSjn*23 maggio 1 54*2, Bull. cit. p. 207, e la pubblicò a' 29 giugno festa de'ss. Pietro e Paolo, di convocazione del concilio a Trento e di sua apertura nel i. "novembre festa d'O- gnissanli. Elesse a presiedervi i cardina- li Parisìo, Polo, e fioroni (F.) apposi* tamente annoverato al sagro collegio, in- sieme al vescovo e signore di Trento Cri- stoforo Madrucci, per aggiungergli au^ torità e affezione di promuoverne l'im- presa. Al loro arrivo a Trento vi trova- rono sì pochi vescovi, che non se ne fece l'apertura nel giorno indicato. Al coraio- ciamento del seguente anno vi giunsero in qualità d'ambasciatori dell'imperato- re i due Perenot di Granvela, uno de' quali cioè Antonio fu poi cardinale. Vo- lendo Carlo V rovesciare sugli altri la colpa del nuovo indugio, scrisse al Papa che i ritardi del concilio non potevano es- sere imputati a lui, poiché egli vi avea mandato i suoi ambasciatori. Paolo Il[ gli rispose, che i concilii si doveano te- nere con vescovi, non con ambasciatori, e quindi i due ambasciatori ebbero ordi- ne d' andarsene. Alcuni prelati italiani ch'erano giunti, fecero il medesimo. Il Papa ordinò a'cardlnali legali Polo ePa- risio di recarsi a Bologna, per deliberare sul partito da prendersi. Dopo 7 mesi di soggiorno in Trento, i legati furono dunque richiamati, e i vescovi sciolti dall'ob- bligo di restarvi piìi a lungo, e fu rimes- sa l'apertura del concilio a un tempo più favorevole. Paolo HI colla bolla J^Jtsi curi- ctisjiìe'j giugno I 543, Z>«//. cit. p. 222, prorogò la celebrazione del concilio, fin- ché si fossero sedate le guerre ch'eransi accese, e per avere i tm*chi invaso l'Un- gheria. Sul finire del i 544*'*s*^"dosi con- clusa la pace fra Carlo V e Francesco I, per la quala il Papa gli avea mandalo il cardinalMoroni,si riprese l'affare del concilio, l cardinali del Monte, Ccr\'i'/ti e Po- lo (l.) furono scelti a presiedervi, i quali arrivati a Trento, non vi trovarono che il vescovo di Cava invialo dal Pupa ia
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3^20 T II E<br />
conoscesse la giustizia, ed anco la nece«-<br />
silk della domanda del Papa. Tuttavolta<br />
si volle roalignamenle prendere ragione<br />
per istraziarlo, accusandolo d'essersi opposto<br />
al concilio, e d' aver sempre mostralo<br />
ripugnanza a convocarlo. Ma Car*<br />
Jo V e Francesco I, co' quali avea egli<br />
trattato per mezzo de'suoi nunzi, per let-<br />
tere e a viva voce, resero giustizia al suo<br />
zelo e alla purità <strong>di</strong> sue intenzioni. ClementeVlI<br />
raorìa'25settembrei 534jSen-<br />
za aver colto alcun fruito delle sue inces-<br />
santi premure, li celebre car<strong>di</strong>nal Farnese<br />
gli successe col nome <strong>di</strong> Paolo III<br />
(/^.), e questo nuovo Papa <strong>di</strong>visò, come<br />
avea fallo essendo decano del sagro col-<br />
legio, che si dovesse procedere, senza<br />
prendersi pensiero, né delle <strong>di</strong>spule de'<br />
principi, né de'raggii i de'prolestanli, ed<br />
ebbe ferina speranza <strong>di</strong> venirne presto o<br />
lar<strong>di</strong> a capo. Ne s'ingannò; Dio avea ri-<br />
servalo a lui la gloria <strong>di</strong> convocare il gran<br />
concilio. Passarono non<strong>di</strong>meno quasi io<br />
anni in negoziati e in convocazioni inu-<br />
tili. Subito dopo la sua esaltazione aveti*<br />
do ripreso l'affare del concilio, tenne sopra<br />
ciò molti concistori, scrisse molli bre-<br />
\i, inviò molti legati e nunzi s\ a'catlolici<br />
<strong>di</strong>e a'proleslanti, e nulla valse a ritrarlo<br />
dal suo <strong>di</strong>seguo, ne viaggi da lui stesso<br />
ìnlrapresi,nè rifiuti, né cattive accoglienze<br />
fatte a'suoi inviali apostolici. Quin<strong>di</strong><br />
colla bolla Ad dominicìs gregì.s cura, de*<br />
4 giugno 1 536, Bull. Ro/n. t. 4, par.i,<br />
p. «43, sottoscritta da Paolo III e da 25<br />
car<strong>di</strong>nali, il Papa solennemente convocò<br />
il concilio ecumenico a Mantova (V.) pel<br />
23 maggio 1 537, <strong>di</strong>cendo in essa, cheavendo<br />
sempre desiderato <strong>di</strong> purgare la<br />
Chiesa da nuove eresie, e <strong>di</strong> ristabilirvi<br />
l'antica <strong>di</strong>sciplina, non avea trovato altro<br />
mezzo, che quello <strong>di</strong> un concilio genera-<br />
le. Inoltre egli mandò legati a tutti i prin-<br />
cipi cattolici e protestanti, per notificate<br />
loro questa convocazione: non ebbe essa<br />
il suo effetto per alcune ragioni accenna-<br />
ledalloSpondano negli Aìuial. eccl. an.<br />
1 536, u." 1 5, perchè in sostanza rispose-<br />
T R E<br />
ro i principi protestanti, che non volevano<br />
un conc<strong>di</strong>o dove il Papa e i vescovi<br />
assistessero come giu<strong>di</strong>ci; anzi Lutero ia<br />
questa occasione si scagliò con furioso im-<br />
peto contro l'autorità del Papa. Dall'al-<br />
tro canto non potè adunarsi nel luogo as-<br />
segnalo, perchè Federico 1 1 Gonzaga duca<br />
<strong>di</strong> Mantova esigeva assolutamente che<br />
il Papa mantenesse una guar<strong>di</strong>a milita-<br />
re in quella sua capitale. Alla quale con-<br />
<strong>di</strong>zione Paolo 111, dopo molte negozia-<br />
zioni, non volle acconsentire, acciò forse<br />
non si <strong>di</strong>cesse che la mira <strong>di</strong> tale presi<strong>di</strong>o<br />
tendesse a influenzare e tenere in ischia-<br />
vitìi i padri del concilio. Però trovossi<br />
egli molto imbarazzato, per non avere<br />
tempo bastevole da avvertire la cristiani-<br />
tà <strong>di</strong> questo cambiamento, prima del termine<br />
stabilito all'apertura del concilio.<br />
Tenne perciò un concistoro segreto, al<br />
quale chiamò gli ambasciatori de' prin-<br />
cipi, e li pregò a dover render conio ai<br />
loro padroni delle con<strong>di</strong>zioni senza le qua-<br />
li il duca <strong>di</strong> Mantova non voleva acco-<br />
gliere il concilio nella sua città, e delle<br />
ragioni che impe<strong>di</strong>vano a lui <strong>di</strong> accettar-<br />
le, e quin<strong>di</strong> della sua intenzione <strong>di</strong> pro-<br />
rogarne la convocazione al (."novembre<br />
susseguente. La bolla della prorogazio-<br />
ne fu pubblicata a'20 maggioi537. Pao-<br />
lo 111 fece in appresso proporre a'prin-<br />
cipi cattolici una delle città della repubblica<br />
<strong>di</strong> Venezia, dopo averne avuto da<br />
essa il consenso. Pubblicò quin<strong>di</strong> una bol-<br />
la l'S ottobre dello stesso anno, colla qua-<br />
le convocò il concilio a Vicenza [V.) pel,<br />
i.^'<strong>di</strong> maggio dell'anno appresso. Nomi-<br />
nò 3 legati a presiedervi, cioè i car<strong>di</strong>nali<br />
Campeggi, Simonetta Q ylleandro (V.)^<br />
godendo fama <strong>di</strong> sommo merito e versa-<br />
ti in ogni scienza, e si recarono a Vicenza;<br />
ma non ci venne alcun vescovo, i prin-<br />
cipi <strong>di</strong> Germania non vi conset»tirono, e<br />
l'apertura del concilio non potè aver luo-<br />
go. Fu dunque il Papa costretto <strong>di</strong> so-<br />
spenderla sino al giorno ch'egli in<strong>di</strong>che-<br />
rebbe, e pubblicò la bolla <strong>di</strong> questa so-<br />
spensione a'25 aprile 1 538. Dopo la eoa-