Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...

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3io .TRE tare il vescovo, invece questi li beneficò. Poco dopo si fondò il monastero de' ca- nonici regolari di s. Agostino inAngia presso Bolzano, e gì' ipocriti conti di Piano domandarono d'esserne gli avvocali e i protettori, li vescovo in prova luminosa d'averli perdonali, concesse loio la richie- sta avvocazia, contentandosi d'anunonir- liqual superiore spirituale e signore Icnj- porale, ch'esser doveano avvocali- per difendere e non per ispogliare. Altro nenn co ebbe il principato e Adelprtto,nel pre- polenlesignorolto Gundi!)aIdo da Pergi- iie. Questo dedito a tutte le nefandezze e delitti, opprimeva con inaudite crudeltà i perginesi, e con molteplici scelleraggini scandalezzava la chiesa. Era a quel tem- po il popoloso comune di Pergine sogget- to nello spirituale al vescovo di Feltre , liei temporale a quello di Trento. L'imperatore Federico 1, persecutore della Chiesa, non puniva l'iniquità; e le rimo- stran?e de' vescovi non erano ascoltate. Quindi s. Adelpreto si trovò nella ilura alternativa di mancare alTobbligo di principe che dovea punire, o di far violen- za a quello di vescovo che di cuore pa- terno si limitava all'esorlaziord, alle pre- ghiere, a procurar il bene della chiesa, ed ad evitare scandali. Guudibaldo^ra in a- micizia e lega con altii polenti signori, anch'essi vassalli d' Adelpreto, i quali non meno del Peiginese e di quelli da Piano, erano dall'ambizione e dalla cupidigia do- minati. Non contenti di posseder molti feu- di della chiesa di Trento,aspiravanoa ren- dersi del tutto indipendenti (come altro- \e);quindi senza riserva commettevano u- surpazioni, costringevano a violenze i sud- diti del principe vescovo,invadevano lutto quello che colla forza potevano de'beni ec- clesiastici occupare. Questa era manifesta ribellione e oltracotanza accompagnala da gravissime conseguenze, cui a qualunque costo do veasi porre fine. 11 buon Adel- preto circondato da si potenti nemici, che \ieppiù imperversavano, non ricevendo aiuto uè dairimpcralore, uè dagli avvo- T R E cali (lìfansovì della chiesa (divenuti op- pressori espogliatori),e neppure dagli altri feudatari, e vedendo ormai checoll'in- dugiare, tollerando piti oltre, il male si fa- ceva raaggioie, rendendosi egli colpevo- le innanzi a Dio e agli uomini; trovò che altro mezzo non eravi se non di sottomel-^ tere i ribelli, onde sull'esempio d'altri santi vescovi, che nel bisogno estremo impugnarono la spada e si sagrificarono a benefizio de'popoli, prese 1' ardimentosa risoluzione di ridurli al dovere e all'ub- bidienza, o di periie Dell'adempiere gli obblighi di sovrano e di vescovo. Portan- dosi egli adunque con. quest'intendimen- to da TVento nella valle di Lagare , fu presso al laogo, oia città di Rovereto, da uno de'ribelli trafitto di lancia e ucciso. Si dice che Adelpreto fosse arniato e pe- risse in un conflitto; altri ciò negano e af- fermano esser u»orto a tradimento, ed è la piìi probabile opinione. Ancorché fosse perito pugnando, egli difendeva una giusta causa, che principe dovea sostene- re; e morì adempiendo le obbligazioni di sovrano amminisliatore, che deve man- tenere l'integrità ilello stato di sua chiesa, tal quale lo ricevè, per tramandarlo illeso al successore custode, ed insieme il buon ordine; dovea, come fece, difendere (jual vescovo la conservazione de'beni di sua chiesa, destinati al di via culto, al sostentamento de'sagri ministri, ed al sovvenimento de'poveri. Egli die la vita pei suoi soggetti, pe'suoi figli in Cristo, pe'po - veri di Cristo; du-nque, conclude il Pina- monti, Adelpreto è santo , ed è martire di Cristo. Così lo riconobbe la chiesa di Trento, venerandolo qual santo e martire, appena fu sagri ficaio, e la s. Sede ne approvò il culto, e la festa sua celebrasi a'27 marzo. Fu accusato s. Adelpreto d'esser slato aderente e fautore di Federico I, quando era scismatico e scomunicato, perchè da esso accettò le beneficenze fat- te alla sua chiesa, e non sì dichiarò suo avversario. Lo difende il Pinamonti di- cendo^ che Adelpreto si portò sempre qua!
T II E feclele Viissallo tlel l'i m pei ulule, seM/.a solhiu\si tlal Ci«}jo legittiiijo della Chiesa A- Itssamlro HI; ch'egli iiiè a Cesare ciò che upparleiieva a Cesare, e a Dio quello ch'è di Dio. AggÌLUjge:«l vescovi principi di Tieuto erano niembu óeìVI/Jipero (J\) Geniianico, e come tali doveano lispellare e onorare V Imperatore [f .) (e qualunque Sovrano o Prìncipe)^ ancoichè discolo. Questa è dottrina dell'aposlolo s. Paolo, e il nostro Adelprelo la conosce- va, e ne fu osservante". Non debbo oc- cultare, che il dotto annotatore delButler, a'2g maggio, esternò il vivo desiderio che alcun dotto scrittore rischiarasse e depu- l'asse i fatti e le epoehe,speltanti alla storia ecclesiastica di Trento e de'suoi vescovi, e di alcuni santi di somma importanza ; >* come sarebbe Alberto o Adelpreto, ueeiso in quella che movea collearmi alla mano contro quelli di Caslelbarco,neiranno 1177; in favore della cui santità (noi lasciamo le cose come stanno) tanti si riscal- darono, volendolo porre sugli altari senza nessun sicuro documento ne d'autori con- lenìporanei,nèdi solenne canonizzazione, uè di certo culto inmieraorabile; non badando che la ss. Religione nostra vieta a- perlamentedi venerare quelli la cui san- tità non sia provata o con falli irrefraga- bili, o almeno coll'autorilà del culto im- Euemorabile ". Ma col Pinamonli notai, che la s. Sede approvò il cullo di s. Adel- prelo vescovo di Trento, il che forse igno- rò rencomialo annolalore. L'Ugheili lo chiama .?. Adclpcrtus, e cita Ada San- ctoriuìi 3Jaitìi, l. 3, p. 707. Lo dice no- minato in più privilegi di l'edcrico 1, il quale neh 161 confermò cò'due diplomi che riporta, quanto Corrado li avea con- cesso alla ( hiesa di Trento, e con altro del 1 167, scd dia ni Cardac castcllwìi a- djccìl cimi oiiinihus suis juvìlus ad ri' pam Bcnaci: jura sitar Ecclvsiac acerrime defcìidit; e perciò volendo ricupe- rarle l'occupalo, marciò con un esercito e restò trafitto di lancia [)resso il castello di Rovereto a'2 7 aprile 1 178, dopo a- T R E 3ii ver santamente per 20 anni ammmistru- lo la sua chiesa, il suo corpo portato ia Trento fu sepolto nella cattedrale, ipse- (pie numero Beatorum auxit. Del p.Bo- nelli abbiamo: Disseriazione intorno alla santità e martirio del B. Adalpreto Alhreto vescovo di Trento, stampata neh 755. Con essa il p. Bonelli per coui- njissione della cillà di Trento , dil^se la santità e il martirio di s. Adelprelo, qualità che il Tarlarolti avea messo in dub- bio con altra dissertazione. Inoltre il p. Bonelli ci diede; I monumenti della chic' sa di Trento: Notizie della cliiesadi Ve- rona: Antichità Firniiane. Nello slesso 1 178 gli successe Salomone che visse 5 anni, e che neh 179 intervenne al concilio di Lalerano Ili celebralo da Alessan- dro HI. Diede areligiosi crociferi la chiesa dell' Ospedale di s. Croce, fondò loro ani pio monastero e lo dolo. A' i» maggio 1 i 80 consagrò l'aulica chiesa parroccliia- le di s. Nicola di Bolzano; e nel i i 82 aumentò a'consoli di Trento i privilegi loro concessi da'suui predecessori, che Federico I confermò con diploma presso Uglielli. Il vescovo Alberto il governò San- ni, e edificò il castello di Slenico. Verso ih 190 gli successe Corrado li, virtuoso ed amanle di sua chiesa, alla quale con prudenza ricuperò molti beni eh' eranlc stali distratti; neli2o5 abdicò e si ritirò nel monastero di s. Giorgio nella valle Ocni, forse (juello fondalo dal predecesso- re A Itemano, ove santamente morì. Nello stesso anno gli successe , dopoché iâpa Innocenzo 111 ammonì il capilolodi Tren- to a procedere all'elezione denlro 8 gioì'* ni. Federico della nobile e polente fumi- glia Vanga, che emanò provvide leggi pei popolo trentino, ed amministrò con mi- rabile integrità. Ornò 1' esterno ediHzio della cattedrale, cosimi il coro, restaurò la ca[)pella di s. Biagio , eresse la torre Vanga, e compì I' antico episco[)io. Nel 1207 viareile'romanie pretendente contro Ol- gli concesse regalie Filippodi Sve- Ione IV all'impero, il quale per h prò-
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