Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 79.pdf - Bibliotheca ...
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3o8 T D E lìdia icgiiiaBrunecliilcle ritornò contento olla sua chiesa. Nel 6o3 fu vescovo Ve- recondo, e poscia Manasse I, Vitale I,Sta- l)lissi;ino,Don)enicooDufnpriiccio,Rusti- co,lioinano, Vitale ll,Correnliano,Silelio o Sisidicio, Giovanni 1, Massimo o Massimino sepo'to con iscrizione nella chiesa di s. Giovanni nella valle NauniajMaumone o Marno, Mai iano, Dominatore,Orso, Clemenziano,Amalorejlldegariodeir8o2 che restaurò l'altare di s. Vigilio e collocò con più onore le reliquie de'ss. Mar- tiri. Volderico o Ovalderico dell'S i 4» in- tervenne con Massenzio patriarca d'Aqui- jeia alla consagrazione della chiesa di s. (liorgiodiVerona.Gli successero Daniele, Knperlo, Odescalco o Holdescalcits k'cI ]fydesco Iciis Episcopi Tridentitius^ vi- iicarum Episcopi Fruxiiiensis apud Pisoniiim colonianiBojorum adlsaciet A' thcsis conjluentes anincs occupator an. 855 apud rcgeni Liidoviciun ah Annone Episcopo Fnixinensis accusatuSy adju- diciiun provocatus in puhlico fìojoruni consentii Aibilicng. cognita causa^judi' CCS vineas Fruxinensi tempio addixerc, non sinc Hydescalchi pudore. D\^o\ si fa menzione del medesimo neir864. Aldegi- sio deir874 ebbe vertenze con Adelaide vescovodi Veronaperaver invaso la villa Asianam appartenente alla di lui chiesa, onde con lettera fu ammonito da Papa Giovanni V^III, edalla di lui sentenza uh* l)idì neir88i. Quindi fiorirono nella se- de di Trento, Teodoberto, Gisulfo, Bar- toldo, Giacomo, Corrado I, Giovanni II, Bernardo 1 del 9*28, Planasse II del g47 che Ugo re d'Italia per morte d'Arderico arcivescovo di Milano l'intruse in quella sede. Lantramino delia famiglia Lantra- mini; Arnoldo o Arnaldo intervenne nel 967 al sinodo di Ravenna, e soltoscrisse la lelterao Papa Giovanni XIII. Arimondo nel 97 r sedeva giudice col patriarca d'Aquileia Rodaldo, nel monastero di s. Maria de Organo per una lite. Indi Rai- iialdo o Rainsarilo, Udalricoo Uldarico 1. Il successore UdaUico o Uldarico II del TRE 1 022 , lodato per singoiar pietà, governò molli anni e nel 1027 riparò da' fondu- nienti la chiesa di s. Vigdio, ed al corpo di questo eresse la confessione acciò fos- se venerato con più decoro. In detto anno l'imperatore Corrado II il Salico, coi diplomi riportali da Uglielli, donò in per- petuo alla chiesa e vescovi di Trento la città e il suo ducalo, marchesato e con- tado, cwn omnibus suis pertincntiis et utililatibus illisy quibus cwn Duces^ Comites, sive lìJarchioncs hucusqnCidWhm^ randone signore Udalrico II. Questo dunque fu ili ."vescovo conte, marchese e du- ca sovrano di Trento, ed osservò il sistema feudale già stabilito molto prima; nel io5o intervenne a Mantova per la tra- slazione del ss. Sangue di Gesù Cristo, e visse sino alio5i, e non come altri pre* tesero erroneamente sino al 1027. Per cui il Genlilotti non conviene sul successore Oteiricoo Udalrico III, che l'Ughelli di- ce notato in un privilegio del io3i e in altri documenti del 1 o45 e del i o46. Come pure non conviene il Coleti su Teudaldo del 1027, in cui vivea Udalrico II, e crede erralo il titolo episcopale conTrire/zfm«,y.PerciòsegnandoUghelli nel io54 Artono, bisogna ri lardare il suo vescova- to. Al vescovo Enrico I e in fivore della chiesa di Trento, Enrico IV imperatore nel 1082 donò il castello presso Mantova denominato Castellariuniyed il figlioEnrico V in tempo del successore Gebardo Io confermò con diploma del mio ripor- tato da Ughelli. Questi riprodusse pure la lettera scritta da Papa s. Gregorio VII al vescovo Enrico I, nella quale reclama la risposta di altra , torna a notificargli la scomunica emanata contro Enrico IV, acciò si guardasse dall'ubbidirlo, e chiamandolo a se l'invita a prevenire la gran contessa Matilde, perchè senza impedimento potesse fare il viaggio. Nel 1084 era vescovo Bernardo II o Burkardo, a cui successe Adelfenone o zVdalbero o A- dalberone canonico d' Augusta, che in- lerveuae nel 1090 alla dedicazione del
TRE nionnslero Siimieburgen in Cannila o nel Tirolo diocesi di lìrescia, ad istanza iV Ildcgarde badessa. Il Papa Pasfjnale ]I nella domenica de' 2 i ollobie 1106, nel concilio di Guastalla consagrò vesco- vo di Trento Gebardo, die per la sua probi tà e vita singolare tu messo nel nume- ro de'beati: qual segretario e cancelliere delTimperatore Enrico V,inlerverme al- la transazione fatta nel i i io fra questo principee Pasquale II, presso ponte Mam- nieo o Mammolo nella strada di Tivoli (J .J, e ad altri atti imperiali, come in uu giudicato d'Enrico V deli 1 16, nel qua- le il vescovo è appellato Gavarchus. A* delperto 1 o AdeI{)reto restaui» l'altare dis. Vigilio. II successore Alletnano o AltemannodeVonlidi Da viera, fondò il monastero Subense nella diocesi di Padova a'canonici regolari, enei i ì/^i amnenlò il numero de*canoi»ici e ne accrebbe le ren- dite; restaurò la cattedrale e la consagrò, riponendo in luogo più onorifico le reli- quie de'ss. Sisinnio ed Alessandro, e di al- tri santi. Dissi di sopra, coll'aulorilà del- l'ab. Pina monti, che laconsagrazione del- la cattedrale segu\ nel 1 1 46, ed in essa da Maiano vi trasportò il corpo di s.iMassen- za; beneficò ancora il collegio de'canoni- ci della medesima, con donai gli delle pos- sessioni. L'Ughelli scrive che morì ideila festa di Pasqua i i 3o,clie il Gentilolli cor- regge col I 1 49, e fu sepolto nel monasle* IO da lui fondato. Ne furono successori Arnoldo, Ebeardo, Hartrwico o Hartwico, che si vuole ancbe vescovo di Ra- lisbona, ma non trovasi nel Pincio, e si attribuisce al i i56. In questo e fino al 1177 fu vescovo e principe di Trento s. Adelpreto o Adalberto o Alberto, ed as- socialo come palrono della diocesi a s. Vi- gilio. S'ignora di qual famiglia egli fosse, fu bensì aiiianle del suo popolo, ])remu- roso pacificatore, senipre occupalo ne'do- veri pnslorali e di principe; perseguitato e ingiuriato perdonò a'suoi nemici bene- ficandoli, e per difendere i diritti del priu- cipalu e dellu chiesa, iucouliòcuiagi^iu- T R E 309 saraente la morte. Adelpreto pertanto. siccome narra l'ab. Pinamonti, cominciò la sua carriera di principe ecclesiastico col recarsi in Batisbonaalla dieta, per procu- rare, come seguì, l'accomodamento fra il marchese d'Austria e il duca di Baviera. Tornatoalla sede, si fece mediatore, nel- la sua duplice dignità di vescovo e di so- vrano, fra l'arcidiacono di Trento e il si- gnore di Fornace, tra l'iibbale di s. Lorenzo e il signore di Salerno, Ira il comu- ne di Mori e quello di Nago, e tulli pa- cificò e rese conlenti, come quello a cui eragli molto a cuore il bene della chiu»a e dello stato. A sua gran lode, visse in per- fettissima concordia col capitolo di sua catledrale, col clero eco'consoli della cit- tà di Trento; altrettanto «lon può dirsi con quasi tulli i nobili feudalaii, giacché al- cuni di vita perduta furono suoi persecu- tori, e altri dimentichi de'loro obblighi di vassalli invece di difenderlo rimasero inoperosi, abbandonandolo al furore dei nemici suoi e della chiesa. Tra questi ul- timi furono i conti di Eppan Federico ed Enricodi Piano suoi vassalli, i quali malmenarono il santo e gli ecclesiastici, sola per ispogliarli e farsi polenti. Nel i i58 due cardinali arri varonoaTreulo per pas- sare legali apostolici in Germania (cioè Enrico e Giacinto inviati da Pupa Adriano IV), ed il vescovo accollili con onore, conoscendo la malvagità de'conli di Ep- pan, volle accompagnarli sino a' confini della diocesi, sperando che avrebbero ri- spellato sì nobile e venerantla comitiva. Ma que'conli, veri assassini e dominali da cupidigia insaziabile dell'altrui, sulla via fra Trento e -Bolzano, secondo erano so- lili, da ribaldi l'assalirono, e preso il pro- prio principe e i cardinali , dopo averli spogliali, incatenali li posero nelle prigio- ni de'loro castelli: i cardinali lasciarono ostaggi pel pioprio riscatto, ed al vesC(iva riuscì fuggire, non senza maniicAlo divi- no aiuto. I conti di Eppan furono subito castigali dal duca di Baviera Enrico di Leone, e Irovalisi inìpolcnli di persegui-
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nionnslero Siimieburgen in Cannila o<br />
nel Tirolo <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> lìrescia, ad istanza<br />
iV Ildcgarde badessa. Il Papa Pasfjnale<br />
]I nella domenica de' 2 i ollobie 1106,<br />
nel concilio <strong>di</strong> Guastalla consagrò vesco-<br />
vo <strong>di</strong> Trento Gebardo, <strong>di</strong>e per la sua probi<br />
tà e vita singolare tu messo nel nume-<br />
ro de'beati: qual segretario e cancelliere<br />
delTimperatore Enrico V,inlerverme al-<br />
la transazione fatta nel i i io fra questo<br />
principee Pasquale II, presso ponte Mam-<br />
nieo o Mammolo nella strada <strong>di</strong> Tivoli<br />
(J .J, e ad altri atti imperiali, come in uu<br />
giu<strong>di</strong>cato d'Enrico V deli 1 16, nel qua-<br />
le il vescovo è appellato Gavarchus. A*<br />
delperto 1 o AdeI{)reto restaui» l'altare<br />
<strong>di</strong>s. Vigilio. II successore Alletnano o AltemannodeVonli<strong>di</strong><br />
Da viera, fondò il monastero<br />
Subense nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Padova<br />
a'canonici regolari, enei i ì/^i amnenlò il<br />
numero de*canoi»ici e ne accrebbe le ren-<br />
<strong>di</strong>te; restaurò la cattedrale e la consagrò,<br />
riponendo in luogo più onorifico le reli-<br />
quie de'ss. Sisinnio ed Alessandro, e <strong>di</strong> al-<br />
tri santi. Dissi <strong>di</strong> sopra, coll'aulorilà del-<br />
l'ab. Pina monti, che laconsagrazione del-<br />
la cattedrale segu\ nel 1<br />
1 46, ed in essa da<br />
Maiano vi trasportò il corpo <strong>di</strong> s.iMassen-<br />
za; beneficò ancora il collegio de'canoni-<br />
ci della medesima, con donai gli delle pos-<br />
sessioni. L'Ughelli scrive che morì ideila<br />
festa <strong>di</strong> Pasqua i i 3o,clie il Gentilolli cor-<br />
regge col I 1 49, e fu sepolto nel monasle*<br />
IO da lui fondato. Ne furono successori<br />
Arnoldo, Ebeardo, Hartrwico o Hartwico,<br />
che si vuole ancbe vescovo <strong>di</strong> Ra-<br />
lisbona, ma non trovasi nel Pincio, e si<br />
attribuisce al i i56. In questo e fino al<br />
1177 fu vescovo e principe <strong>di</strong> Trento s.<br />
Adelpreto o Adalberto o Alberto, ed as-<br />
socialo come palrono della <strong>di</strong>ocesi a s. Vi-<br />
gilio. S'ignora <strong>di</strong> qual famiglia egli fosse,<br />
fu bensì aiiianle del suo popolo, ])remu-<br />
roso pacificatore, senipre occupalo ne'do-<br />
veri pnslorali e <strong>di</strong> principe; perseguitato<br />
e ingiuriato perdonò a'suoi nemici bene-<br />
ficandoli, e per <strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti del priu-<br />
cipalu e dellu chiesa, iucouliòcuiagi^iu-<br />
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saraente la morte. Adelpreto pertanto. siccome<br />
narra l'ab. Pinamonti, cominciò la<br />
sua carriera <strong>di</strong> principe ecclesiastico col<br />
recarsi in Batisbonaalla <strong>di</strong>eta, per procu-<br />
rare, come seguì, l'accomodamento fra il<br />
marchese d'Austria e il duca <strong>di</strong> Baviera.<br />
Tornatoalla sede, si fece me<strong>di</strong>atore, nel-<br />
la sua duplice <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> vescovo e <strong>di</strong> so-<br />
vrano, fra l'arci<strong>di</strong>acono <strong>di</strong> Trento e il si-<br />
gnore <strong>di</strong> Fornace, tra l'iibbale <strong>di</strong> s. Lorenzo<br />
e il signore <strong>di</strong> Salerno, Ira il comu-<br />
ne <strong>di</strong> Mori e quello <strong>di</strong> Nago, e tulli pa-<br />
cificò e rese conlenti, come quello a cui<br />
eragli molto a cuore il bene della chiu»a<br />
e dello stato. A sua gran lode, visse in per-<br />
fettissima concor<strong>di</strong>a col capitolo <strong>di</strong> sua<br />
catledrale, col clero eco'consoli della cit-<br />
tà <strong>di</strong> Trento; altrettanto «lon può <strong>di</strong>rsi con<br />
quasi tulli i nobili feudalaii, giacché al-<br />
cuni <strong>di</strong> vita perduta furono suoi persecu-<br />
tori, e altri <strong>di</strong>mentichi de'loro obblighi<br />
<strong>di</strong> vassalli invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderlo rimasero<br />
inoperosi, abbandonandolo al furore dei<br />
nemici suoi e della chiesa. Tra questi ul-<br />
timi furono i conti <strong>di</strong> Eppan Federico ed<br />
Enrico<strong>di</strong> Piano suoi vassalli, i quali malmenarono<br />
il santo e gli ecclesiastici, sola<br />
per ispogliarli e farsi polenti. Nel i i58<br />
due car<strong>di</strong>nali arri varonoaTreulo per pas-<br />
sare legali apostolici in Germania (cioè<br />
Enrico e Giacinto inviati da Pupa Adriano<br />
IV), ed il vescovo accollili con onore,<br />
conoscendo la malvagità de'conli <strong>di</strong> Ep-<br />
pan, volle accompagnarli sino a' confini<br />
della <strong>di</strong>ocesi, sperando che avrebbero ri-<br />
spellato sì nobile e venerantla comitiva.<br />
Ma que'conli, veri assassini e dominali da<br />
cupi<strong>di</strong>gia insaziabile dell'altrui, sulla via<br />
fra Trento e -Bolzano, secondo erano so-<br />
lili, da ribal<strong>di</strong> l'assalirono, e preso il pro-<br />
prio principe e i car<strong>di</strong>nali , dopo averli<br />
spogliali, incatenali li posero nelle prigio-<br />
ni de'loro castelli: i car<strong>di</strong>nali lasciarono<br />
ostaggi pel pioprio riscatto, ed al vesC(iva<br />
riuscì fuggire, non senza maniicAlo <strong>di</strong>vi-<br />
no aiuto. I conti <strong>di</strong> Eppan furono subito<br />
castigali dal duca <strong>di</strong> Baviera Enrico <strong>di</strong><br />
Leone, e Irovalisi inìpolcnli <strong>di</strong> persegui-